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Autore: Yumeji    18/01/2015    2 recensioni
“Ha cambiato le regole del gioco” ciò che Kirigiri aveva detto era vero
Ancora una volta Monokuma ha stravolto le vite degli ultimi studenti della Kibougamine, è venuto meno alle sue stesse regole - ha ucciso un innocente al posto di un colpevole -, e ciò solo per farli cadere in una Disperazione ancora più profonda.
Ogni atto del preside orso persegue la disperazione, i ragazzi proveranno presto sulla loro pelle quanto questo desiderio può spingere alla follia lo stesso Burattinaio, e rimpiangeranno amaramente gli "incentivi" che Monokuma gli proponeva.
Perché, se prima solletticava i loro desideri (libertà, denaro, ecc..), ora punta al cuore. Nessuno verrà risparmiato.
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Prologo - concluso
Parte I - conclusa (I / V)
Parte II - conclusa (VI / XI)
Parte III - (XII / ???)
Genere: Generale, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naegi Makoto, Oowada Mondo, Togami Byakuya
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo XI



Ogni colore gli sparì dal viso, le sue spalle cominciarono a tremare sotto a quel grottesco ghigno sghembo, che gli occupava solo metà del volto, e il deforme occhio rosso la cui luce lo investiva impietosa, pronta a studiare ogni centimetro della sua pelle nuda con quella perversione che lo caratterizzava.

"Spogliati" gli aveva detto Monokuma, ma come poteva lui obbedire ad un simile ordine!?
Si sentiva violato, umiliato dalle parole dell'orso robot, perché avrebbe dovuto prestarsi ad una tale oscenità, ma, sopratutto, quale interesse poteva avere per il suo corpo il Burattinaio? Sapeva che possedeva una mente malata, ma quanto in profondità arrivavano i suoi stadi di perversione..? A Naegi venne il voltastomaco e strinse convulsamente il lenzuolo che teneva ancora sulle spalle - torturandolo con le unghie quasi a strapparlo -, lo avvolgeva interamente simile ad un mantello e, per un momento, il ragazzo sperò si rivelasse un'armatura indistruttibile o un tessuto capace di renderlo invisibile ai sensori di Monokuma. Era nauseato, non aveva alcuna intenzione di divenire il protagonista dei giochetti o dei sogni erotici del proprio aguzzino.
- Allora..? Vuoi far mattina? - insistette l'orso monocromatico impaziente, le braccia incrociate al petto, il suo umore stava rapidamente peggiorando, Naegi comprese quasi istantaneamente che, se non avesse provveduto da solo, ci avrebbe pensato Monokuma a denudarlo, probabilmente senza troppi complimenti e, quasi sicuramente, procurandogli qualche escoriazione o ferita per nulla piacevole, e con la conseguente rottura dei suoi abiti (con quegli artigli avrebbe stracciato la sua adorata felpa in un secondo, riducendola in minuscoli brandelli). Lo voleva evitare, non amava la violenza, sopratutto se era lui stesso a subirla, ma rimaneva ancora titubante a spogliarsi. Sentiva il proprio viso avvampare come se si fosse trovato davanti ad un falò, le sue guancie accese di un rosso vivo, simile a colore di un segnale stradale,
- N-non voglio!- piagnucolò con una vocina per nulla virile, cadendo in ginocchio a terra con un urletto isterico mentre si copriva il viso con entrambe le mani, per nascondere le lacrime di frustrazione che gli salivano agli occhi, mostrando la pudicità tipica di una ragazzina delle medie (se al suo posto ci fosse stata sua sorella avrebbe fatto una figura meno penosa).
- Non far bollire il tuo unico neurone, stupido Naegi - lo rimproverò Monokuma e, il ragazzo in qualche modo riuscì ad intuirlo, lo stava fissando con uno sguardo rassegnato, quasi si trattasse di un caso perso, -... sei un uomo: spogliati con un po' d'orgoglio! Dov'è la tua spina dorsale?!- lo incitò.
"E con questo doveva rassicurarmi?" si senti ancor meno motivato, fissandolo con un’espressione patetica, l'incarnato che ora tendeva al bluastro, il disagio in lui aumentava, così come il rischio che la nausea da cui era attanagliato trovasse un qualche sboccò, lì nel corridoio.
- No! Non mi puoi costringere! - ebbe un moto di totale rifiuto, mostrando così un briciolo di carattere, non sapeva però se Kirigiri avrebbe apprezzato una simile cocciutaggine.
Infondo, non era stata proprio lei ad aver detto di evitare di opporsi (per il momento) a Monokuma, così da non incorrere ad una fine prematura? Oppure a Kyouko sarebbe piaciuto quel suo dimostrarsi "uomo" (almeno nella punta del dito mignolo), insistendo nel difendere la propria dignità?
Ma, sopratutto, perché pensava a Kirigiri in un momento del genere?!
Forse sperava che apparisse in galoppo al suo cavallo bianco(?) e lo salvasse da quella situazione spinosa?.. Ovviamente no!
Non era una ragazzina, il cavallo non doveva essere necessariamente bianco!
No, non si prendeva in giro e non stava delirando, era solo consapevole di aver un disperato bisogno d’aiuto, e la sola presenza Kirigiri gli aveva da sempre instillato una profonda fiducia, abbastanza perché, per quanto fosse consapevole che la ragazza non avrebbe potuto nulla nell’affrontare direttamente quella super tecnologica arma di distruzione di massa che era Monokuma, la voleva comunque al suo fianco. "Ookay, da quando sono arrivato al punto di pensare che, se ho vicino Kirigiri, posso anche affrontare una morte lenta e dolorosa?.." si stupì di se stesso, prendendosi la tesa fra le mani, più il tempo passava più si sentiva la protagonista di un manga di Arina Tanemura* o l'interprete di qualche tragedia in cui il 90% dei personaggi finiva ucciso (e, in questo caso, non era poi tanto distante dalla realtà).
- Whaaaa!- sbuffò a quel punto Monokuma, stanco delle continue esitazioni del ragazzo, ma quanto poteva rivelarsi palloso alle volte? - Se preferisci mettere a rischio la tua salute, bastardo, sono fatti tuoi...- proruppe irritato, un’ombra maligna ad oscurargli il volto,
- L-a mia salute? - ripeté Naegi confuso, fissandolo stupito,
- Sì, mi hai stancato con i tuoi modi da ragazzina! Mi chiedo cosa te ne fai delle palle - continuò a parlare da solo l'orso, quasi non lo avesse udito, o semplicemente decidendo di ignorarlo,
- Aspe- Cosa vuoi fare?! - ebbe timore per la propria virilità il ragazzo, parlando con una vocettina acuta e priva di fiato,
- Ma come, non l'hai capito? - inclinò la testa di lato Monokuma, standolo finalmente ad ascoltare, parlandogli con un tono falsamente serioso, trattando come se fosse lui l'unico idiota a non afferrare una cosa tanto ovvia: - Ti devo perquisire - spiegò, e a quel punto Makoto si senti davvero un'idiota.
-...- si vergognò talmente di se stesso, per il modo in cui la sua mente era partita verso perverse fantasticherie, da non riuscir più a trovare parole con cui rispondergli. Si chiedeva perché non vi era arrivato prima che, la motivazione per cui l'orso gli aveva impartito quell'ordine, fosse una semplice perquisizione. Cominciò a domandarsi chi, tra loro due, avesse la mente più perversa.
- Sai, come quando un poliziotto deve assicurarsi che un malvivente non abbia con sé un’arma, quella si chiama perquisizione - continuò a parlare Monokuma con fare saccente, probabilmente convinto, vista la sua reazione, che il ragazzo non sapesse realmente il significato di quella parola. - Se tu ti fossi spogliato subito, avremmo risparmiato un mucchio di tempo, stupido Naegi, ora mi toccherà usare i raggi - ovvero, l'ennesimo dispositivo di cui era provvisto quel piccolo corpo monocromatico, impiantato nei suoi occhi insieme al rivelatore di calore e la vista notturna, - Sei davvero una scocciatura - sbuffo, - ... ero stato tanto magnanimo da volerteli evitare, viste le tue precarie condizioni di salute, ma sei davvero troppo ottuso - continuò a rimproverarlo, - Probabilmente non sai neppure che la lunga esposizione è cancerogena -
- Da quando tu ti preoccuperesti per la mia salute!? - obbiettò il ragazzo sconvolto, - E poi, perché devi perquisirmi, non ho nulla di sospetto addos...- fu però interrotto da un semplice gesto di Monokuma, il quale sporse la zampa in avanti, a pochi centimetri dal suo viso,
- Non posso permettermi che tu non sia in perfetta forma..- e in qualche modo la sua suonò come una minaccia, - Non sarebbe divertente infierire su un Naegi malaticcio e per nulla combattivo - un brivido di terrore percorse per intero la spina dorsale del ragazzo, che cosa gli stava riservando quel pazzo?
- In più, bastar-Togami mi ha rubato un oggetto che potrebbe rivelarsi estremamente seccante per il prossimo futuro, devo assicurarmi che non l'abbia affidato a te -
- To-togami non mi ha affidato nulla! - negò Makoto con un tremito nella voce, sussultando facendo cadere il lenzuolo con cui si copriva a terra, a quella distanza, se l'orso avesse sfoderato gli artigli, avrebbe reso la sua faccia piena di buchi come un groviera.
- *Scannerizzazione completata* ... sì, adesso lo so - per un momento la voce di Monokuma suonò metallica e impersonale come quella che s’immaginerebbe avere un vero robot, ma sembrò subito riprendersi, tornando al tono giocoso e grottescamente scherzoso che lo caratterizzava.
"Oh, è stata una cosa veloce.." si stupì Naegi, trovandosi a sbattere più volte le palpebre confuso, Monokuma aveva veramente fatto qualcosa o la sua era solo scena?
- Bene, vai pure..- ma siccome tutto sembrava essere andato per il meglio, era saggio non obbiettare,
- Ce-certo - affermò, del tutto intenzionato a fuggire il più lontano possibile da lui, per quella sera aveva già avuto abbastanza emozioni, le quali di certo non avrebbero contribuito a ridurre la sua convalescenza, già avvertiva la febbre alzarsi, nonostante il medicinale somministratogli da Sakura.
Il giorno dopo ne avrebbe di certo pagato le conseguenze, ma ora poteva trarre finalmente un sospiro di sollievo, era finita,
- ... adesso vedrò di applicare la giusta punizione a quel ladruncolo di uno stupido e acido ereditiere. Uppupupupupupupupu! - o forse no?


"Se daranno un premio all'idea più stupida del secolo, sono certo che mi piazzerei nella top ten..." si disse Togami pensieroso, la fronte imperlata di sudore e il respiro pesante, cercava di soffocare in qualche modo il nervosismo che gli faceva tremare i muscoli, ma nulla riusciva a tranquillizzarlo. Il suo piano era un suicidio! In più, rimanere nascosto dietro la porta della propria stanza, appoggiato con la schiena contro la parete, gli dava un senso di claustrofobia che ne aumentava il disagio. "Ugh..! Non credevo potesse pesare tanto" avvertì un cedimento nelle braccia, costrette a sostenere il peso di una bacinella colma d'acqua, tenuta sollevata sopra la testa con estremo sforzo, pronto a dare il benvenuto a qualunque malintenzionato monocromatico alto meno di un metro sarebbe entrato da quella soglia. "Sto per affrontare un sofisticato orso robot killer - il quale tiene piazzata nel petto una bomba - con sì e no sei litri d'acqua!" altro che top ten, correva il rischio di finire trai primi cinque posti, se non addirittura sul podio!
L'acqua ovviamente non proveniva dalla doccia, essendo nel bel mezzo del periodo notturno non era in funzione, l'ereditiere aveva dovuto dare fondo a tutta la sua scorta segreta di bottiglie di acqua minerale per riempire la bacinella (in caso di necessità aveva rifornito la propria stanza di scorte alimentare a lunga scadenza).
Quale persona sana di mente avrebbe escogitato un piano di simile? E come poteva essere stato il suo cervello a partorire quella stupidaggine?!
Attaccare Monokuma in maniera così strampalata, approfittando dell'effetto sorpresa (dall'esterno i sensori dell'orso non potevano vedere attraverso le pareti, troppo spesse a causa dell'insonorizzazione di cui disponevano le camere), prima che fosse in grado di percepire la sua presenza era ben più di un azzardo, era necessaria una velocità incredibile e un calcolo millimetrale, se avesse tardato di un solo istante per lui non ci sarebbe stato scampo. Senza contare che non ne sapeva abbastanza di robotica per giudicare se quella riproduzione in miniatura di un orso fosse impermeabile o meno.
Cominciava ad avvertire una certa ansia, se quell'aggeggio con quattro zampe munite di artigli d'acciaio si fosse rivelato immune all'acqua... sarebbe stato fottuto.
"Merda! Ci deve essere un modo per uscirne!” la frustrazione cresceva con il passare dei secondi, se le sue mani non fossero state impegnate a reggere la bacinella, Byakuya avrebbe ritrovato la sua brutta abitudine di giocare con i bottoni dei polsini della propria camicia sino a strapparli. Gli capitava di farlo ogni qual volta era sovrappensiero, intento a riflettere su un qualche problema di difficile soluzione - Pennyworth in passato lo aveva ripreso più volte su questo fatto, essendo poi costretto a rammendargli l’intero guardaroba, ma non gli era mai riuscito di farlo smettere.
"... ragiona Byakuya!" si ordinò, "se sei arrivato a questo punto è perché non hai trovato alternative!" Monokuma rivoleva indietro passepartout universale che gli aveva sottratto e lui non poteva assolutamente consegnarglielo. Quello era la loro chiave per svelare i misteri del Burattinaio ed evadere da lì, l'unico spiraglio di speranza a cui si potevano aggrappare dopo tanto cercare. Sapeva di incorrere nella sua ira, se si fosse rifiutato di darglielo, ma ad ogni modo dubita che, dopo averglielo rubato (anche riconsegnandolo senza fare storie), l'orso fosse tanto propenso a perdonarlo. Un pessimo presentimento gli suggeriva di scordarsi la punizione toccatagli quel pomeriggio, ciò che Monokuma avrebbe riservato a lui, e a lui solo, non sarebbe stato nulla di così innocente, un simile peccato doveva essere pagato col sangue. "E, comunque, anche se volessi..."


"IO NON POSSO ASSOLUTAMENTE AFFRONTARE MONOKUMA!" fu il pensiero con cui Makoto si diede elegantemente alla fuga, correndo verso la mensa, era ormai in atto il coprifuoco e l'avrebbe trovata chiusa, ma non gli era riuscito di pensare a nessun altro luogo in cui rifugiarsi per allontanarsi al più preso dall'orso, era semplicemente scappato in quella direzione senza avere un'idea ben chiara su quali intenzioni avesse.
Voleva forse abbandonare Togami? Per nulla!
Era pur sempre Makoto Naegi, le sue uniche qualità erano gentilezza e ottimismo, e poco importava se la prima lo portava a essere uno zerbino tuttofare e la seconda non si rivelasse poi molto utile, non aveva altri pregi ed era intenzionato a tenerseli ben stretti. Infondo, erano quelle stesse cose che Maizono apprezzava di lui, non poteva voltare le spalle a Togami o avrebbe perduto se stesso.
Certo, i suoi pensieri non sembravano coincidere con le azioni, visto che se l'era data a gambe, ma lo aveva fatto semplicemente perché era consapevole di non disporre della forza necessaria per essere in qualche modo utile all'ereditiere. L'unica soluzione rimastagli a disposizione, la sola a venirgli in mente, fu di cercare aiuto.
Doveva chiamare i rinforzi! Sì, ma a chi avrebbe dovuto rivolgersi? Esisteva forse qualcuno in quell'accademia capace di vincere uno scontro con quel robot super tecnologico e ultra micidiale?
"OOGAMIiiiii..!" senza fermarsi superò di corsa l'entrata della sala mensa, continuando per la parte della Kibougamine adibita a edificio scolastico. Non avvertiva più neppure un grammo di fatica, persino la nausea sembrava averlo abbandonato - nel suo sangue si era versata una massiccia dose di adrenalina, la quale gli pompava il cuore a mille. In uno stato febbricitante dava fondo alle ultime energie del proprio corpo, tendendo il fisico provato al limite del sopportabile. A breve sarebbe collassato.  
"Ti prego fa che sia ancora lì" cominciò a pregare, senza sapere esattamente a chi si rivolgesse, mentre continuava a dirigersi verso l'infermeria. Quando Monokuma gli aveva intimato di andarsene lui, spaventato all'inverosimile e incredulo della propria fortuna, istintivamente si era diretto verso la propria stanza, dimenticando di averne perse le chiavi. Era stato portando lo sguardo a terra di fronte alla soglia che aveva scorto un angolo bianco spuntare da sotto la porta, e fu solo grazie alla presenza di quel bigliettino se si ricordò di Sakura, la quale, non avendo letto il messaggio lasciato dal biondo, stava probabilmente ancora cercando un modo per farlo entrare nella camera senza causare alcun danno alla struttura dell'accademia. Naegi non avrebbe potuto chiedere di meglio!
Se la lottatrice non avesse mostrato una tale premura nei suoi confronti, e si fosse già trovata nella propria stanza, lui non avrebbe potuto chiamarla senza attirare l'attenzione di Monokuma, invece ora, sapendola lontana dai dormitori, non doveva preoccuparsi di allarmare l'orso.
L'unico inconveniente era non sapere dove esattamente Oogami si trovasse, quando Makoto raggiunse l'infermeria, le luci erano spente e non c'era alcuna traccia della ragazza. Doveva affrettarsi a cercarla! Istintivamente non perse tempo a vedere se si trovasse lì intorno, conosceva abbastanza la propria abilità di super ultra da sapere di non essere "così" fortunato. Salì le scale, diretto al primo piano.
Ignorava cosa fosse esattamente accaduto per portare Monokuma ad imbestialirsi in quel modo, non che fosse poi tanto rara una simile reazione da parte sua (era uno schizofrenico). Aveva compreso centrasse con un oggetto che l’ereditiere aveva sottratto all’orso, ma niente di più, - era comunque certo che niente giustificasse la violenza con cui si sarebbe accanito su Togami, portandolo certamente alla morte. Nulla, nel loro quotidiano orrore, possedeva più una logica, solo una mente malata, o la somma di più di esse, sarebbe riuscita a creare un universo tanto contorto, privo dei naturali principi d’umanità.
In quanto tempo Monokuma avrebbe fatto la pelle a Togami?
"Dipende da quanto si vuole divertir-e.." rispose Naegi a quella domanda balzata nella sua mente d'improvviso, la quale lo accostò tanto bruscamente alla realtà da provocargli un capogiro che lo fece aggrappare saldamente al corrimano, evitandogli una brutta caduta.
Si trovò carponi sulle scale, era inciampato su uno scalino. “Merda!..“ se ne era reso conto con un leggero ritardo e la verità lo aveva colpito in pieno come il pugno di Owada un paio di settimane prima: non aveva tempo! Non aveva tempo!
O trovava Sakura immediatamente o per Byakuya sarebbe stato troppo tardi, sempre se già non lo era. Quanto aveva impiegato per arrivare lì? Non ne aveva idea. Dubitava di essersi mosso rapidamente, almeno non come avrebbe voluto, ma non credeva più di due, massimo tre minuti.
Poteva essere che l'ereditiere fosse già..?
- Naegi? Cosa ci fai qui?..- dall'alto gli giunse una voce, - Ti senti di nuovo male? - e per la seconda volta in quella giornata, nonostante avesse un aspetto tutt'altro che rassicurante e possedesse i muscoli di un gorilla, Sakura gli apparve davanti agli occhi come un angelo, gli sembrava il suo corpo brillasse - e ciò era a causa dell'angolazione da cui Makoto la osservava, dietro la testa della lottatrice si nascondeva la lampada da soffitto che, per effetto della luce, la faceva sembrare avvolta da un'aureola.

- Sei sicura sta volta di quello che dici? - domandò Mondo per l'ennesima volta, rimarcando volutamente sulle parole nel rivolgersi a Kirigiri, alle sue spalle, la quale in risposta lo fulminò con il suo sguardo violetta, visibilmente rabbioso, che fu in grado di azzittire il ragazzo. Erano entrambi di corsa, vinti dall'urgenza di trovare l'ereditiere prima che fosse Monokuma a farlo e un leggero fiato corto aveva preso le loro gole.
"Che permalosa" pensò il motociclista, il quale continuava a pensare che la ragazza gli nascondesse qualcosa. Insomma, non dubitava che, se davvero avesse obbedito agli ordini del Burattinaio, l'avesse fatto contro la propria volontà, spinta da una qualche complicazione interiore che solo un bravo analista avrebbe potuto risolvergli, ma... Davvero non c'era altro? Gli sembrava mancasse qualcosa, un punto con cui terminare la frase.
- E' solo che non capisco perché...- s’interruppe, avvertendo altri passi lungo il corridoio che stavano percorrendo, qualcuno si avvicinava dal fondo dei dormitori!
Per una questione di sicurezza, per evitare di essere subito notati dai sensori dell'orso robot giungendo dalla via principale, Owada e Kirigiri, una volta usciti dal bagno maschile, avevano deciso di deviare per la stanza dell'inceneritore, allungando così la strada con l'intenzione di aggirare le camere. Giungevano quindi dalla parte opposta alla mensa e al corridoio che conduceva all'edificio scolastico.
- Credo che a Celestia verrebbe da piangere nel vedere come nessuno rispetta il suo coprifuoco - fu il sarcastico commento di Kirigiri, fermatasi al fianco di Mondo, a differenza del ragazzo sapeva che quei passi non erano compiuti da chi lui credeva, a giudicare dalla sua espressione preoccupata, Monokuma era silenzioso nel muoversi. Non lo si udiva arrivare, per questo riusciva sempre ad apparire e a scomparire all'improvviso, quasi fosse un illusionista.
- Kirigiri, Owada..?- Mondo sospiro dal sollievo nel riconoscere la voce che li salutava, a causa del buio (durante l'orario notturno le luci della scuola venivano spente), era riuscito a vedere solo una sagoma indistinta venire verso di loro e, automaticamente, influenzato dalla situazione, aveva creduto di scorgere Monokuma. Quando Sakura gli si era avvicinata abbastanza da scorgerne la stazza, notevolmente superiore a quella di meno di un metro dell'orso robot, aveva compreso il proprio errore. Si sentì sollevato dalla presenza della lottatrice, riconosceva la sua forza e sapeva che, ipotizzando lo scenario peggiore, era assai più probabile fosse lei, invece di lui, a vincere una battaglia contro Monokuma. Ricordava ancora com’era stato quasi fregato dalla bomba che quello strampalato aggeggio nascondeva nel petto, di certo Oogami non avrebbe mostrato la stessa leggerezza nell'affrontarlo.
- Oogami, che ci fai qui? - subito lo stupore della sua apparizione venne scacciato dal dubbio, era forse accaduto qualcosa? -... Ma quello è Naegi? - notò tardi che la ragazza stava portando l'amico, privo di sensi, in spalle, - Non ha una bella faccia - fu il commento superfluo che aggiunse, essendo ben visibile a tutti.
Il ragazzo aveva infatti il volto arrossato e un'espressione sofferente, un velo di sudore gli ricopriva la fronte e respirava pesantemente, quasi per lui fosse uno sforzo,
- Sì, è collassato - fu la semplice ammissione che fece la lottatrice, non credendo ci fosse bisogno di ulteriori spiegazioni. Makoto stava male, si era sforzato troppo e ora era peggiorato.
- Non sarebbe meglio lasciarlo in infermeria al momento? - quella richiesta, fatta da Kirigiri, aveva qualcosa di incredibilmente umano, sembrava persino che una certa ansia le avesse attraversato con una ruga la fronte,
- No, Monokuma ha vietato di dormire al di fuori del dormitorio... poco fa è venuto a ricordarcelo - negò,
- Poco fa?! - si agitò Owada, ricordando per quale motivo si stavano dirigendo lì - le condizioni penose di Makoto glielo avevano fatto momentaneamente scordare -, se Monokuma era già nelle vicinanze, poteva essere troppo tardi!
- Sì e, prima di perdere i sensi, Naegi mi ha detto di correre qui, perché Monokuma stava minacciando Togami, anche se non è riuscito a dirmi il motivo - preferì non dilungarsi. La ragione per cui aveva lasciato Makoto solo, la storia della chiave smarrita, glielo avrebbe spiegato dopo.
- Però di Monokuma, non c'è traccia - osservò Kirigiri tornando impassibile, mantenendosi fredda nel proclamare verità capaci di far scendere ancor più gelo su una situazione già di per se disastrosa. Come al suo solito aveva ragione, erano già nel corridoio su cui si affacciavano le camere, quella dell'ereditiere era solo di due porte più avanti, eppure, l'orso robot non si vedeva. Loro quattro erano gli unici lì fuori.
- E le camere sono completamente insonorizzate - aggiunse sempre Kyouko, e all'inquietudine si mescolò un tocco di macabro nell'immagine che si palesò nelle menti di tutti loro (meno Makoto), ognuno si creò la propria personale teoria su come Monokuma potesse liquidare Togami. Nessuna di esse era meno dolorosa dell'altra.
- Almeno vediamone il cadavere prima di seppellirlo - sbottò frustrato Mondo, stanco della continua pressione che quella sera si ritrovava scaricato addosso, come se già gli eventi di quel mattino, e del successivo pomeriggio, non fossero stati abbastanza. Aveva dovuto affrontare la crisi di Kirigiri e in più ora probabilmente dovevano bruciare un altro cadavere. Non ce la faceva più!
Percorse a passo pesante gli ultimi metri che lo separavano dalla camera di Togami. Al diavolo tutto! Se si fosse trovato quell'orso bastardo davanti agli occhi gli avrebbe spaccato il muso, poco importava se probabilmente sarebbe saltato in aria. Aveva molta rabbia repressa da sfogare, era stanco e doveva assolutamente menare qualcuno! Era un desiderio impellente, impossibile da sopire. Aveva deciso, qualunque cosa gli si fosse presentata di fronte (escluse donne e cadaveri), l'avrebbe pestata a sangue. Trovò la porta socchiusa, strano e sospetto, ormai ne era certo, non avevano possibilità.
Abbassò la maniglia, irruppe nella stanza.
E si ritrovò così investito da uno tsunami di sei litri d'acqua.


- Ti spacco quel bel faccino che ti ritrovi, damerino di merda, serpe viscida! - nell'udire quegli improperi provenire dalla porta spalancata della stanza, sia Kirigiri sia Oogami capirono non vi fosse nulla di cui preoccuparsi, a quanto sembrava non c'erano vittime, per il momento.
- Taci scimmione analfabeta! Eri un intruso, sei entrato nella mia stanza senza permesso, mi sono solo difeso! - ribatté pronto Togami, la fronte rossa dopo che il motociclista vi aveva sbattuto contro la propria, lo tratteneva afferrandolo per il bavero dalla giacca e furente, per lo scherzo della bacinella, gli impediva di allontanarsi ad una distanza di sicurezza. A causa di ciò presto anche Byakuya si trovò con parte dei propri vestiti bagnati.
- Avevi capito che ero io! Non fare l'innocentino! Tra me e quell'orso c'è una bella differenza!! - continuò ad accusarlo urlandogli in faccia, in risposta l'ereditiere voltò il viso dall'altra parte e, dalla sua espressione forzatamente seria, Mondo capì che stava trattenendo a fatica le risate. - E non ridere! - gli ordinò avvertendo, di contro, il viso accendersi d'imbarazzo, cosa che lo fece innervosire ancora di più.
- Non sto ridendo - negò l'evidenza Byakuya, mordendosi l'interno delle guance nel tentativo di trattenersi, ma era come una pentola a pressione pronta allo scoppio.
- Che sta accadendo? - entrò Kirigiri, la quale rimase qualche secondo ferma sulla soglia ad osservarli, in quel momento quei due erano incredibilmente vicini, - ... volete che vi lasci soli? - in più un Owada senza pompadour, con il corpo e i vestiti zuppi d'acqua, aveva qualcosa di oscenamente seducente.
- Non ti ci mettere anche tu!!- la ammonì il motociclista voltandosi verso di lei, mollando un poco la presa su Togami, il quale si sentì libero di accennare un riso, coprendosi poi la bocca con la mano,
- Scusa, sembravate così presi - lo rabbonì la ragazza alzando indifferente le spalle,
- Ma hai notato come mi ha conciato?! - replicò, e solo allora notò la mancanza di Sakura, -Ohi, dov'è Oogami? -
- Ha deciso che per questa notte Naegi dormirà nella sua stanza, lo vuole tenere d'occhio, in più ha aggiunto che Makoto ha perso le chiavi della sua e non ha un posto dove dormire -
- Capisco - non poté darle torto Owada, visto il suo pessimo stato di salute era meglio che vi fosse qualcuno ad assisterlo, nel caso peggiorasse.
- La vuoi finire di ridere sotto i baffi?! - si rivolse di nuovo a Togami, mollando con un gesto brusco la presa sul di lui, dandogli in compenso uno scappellotto sulla nuca, il quale al momento, come sfogo, gli bastava, quell'acqua gelida che grondava dai suoi abiti aveva avuto il pregio di spegnere i suoi bollenti e collerici spiriti.
- E' un automatismo...- fece Kirigiri,
- Eh?. -
- Significa che non ride a causa tua, ma per l'improvviso calo della tensione - spiegò,
- Ah... -
- Vuol dire che, anche se sembra strano, è naturale - tentò con termini ancor più semplici,
- Guarda che lo avevo capito! - si sentì offeso Owada,
- La smettete di parlare come se non ci fossi?.. Non sono certo la prima persona al mondo che fatica a trattenere una risata - si schiarì la voce Togami, ricomponendosi, fissando lo sguardo su Kyouko così da evitarsi una ricaduta nel vedere la misera condizione del motociclista, sembrava un grosso cane bagnato. - Comunque, ripeto, non è stata un'azione voluta, ero convinto vi fosse Monokuma alla porta... -
- E volevi affrontarlo con una bacinella d'acqua? - gli chiese sarcastico Mondo,
- Quella o la radio che mi ha dato Naegi, ho pensato di avere più possibilità con la prima - il biondo si era trovato con le spalle al muro e in camera propria non possedeva alcuna arma con cui difendersi (non da Monokuma per lo meno),
- Ma allora Monokuma non è entrato? - si stupì strizzandosi la canotta che teneva sotto la giacca da capobanda, inzaccherando tutt'attorno a se la moquette della stanza,
- No, altrimenti dubito che avrei ancora la facoltà della parola -
- Però era alla tua porta - si aggiunse Kirigiri,
- Di questo sono certo - annuì Togami, le braccia incrociate al petto, - quando stavo per uscire me lo sono trovato di fronte, mi chiedeva di restituirgli ciò che gli avevo preso - ricordò, sorvolando sul fatto di aver poi dato Makoto in pasto all'orso.     
Certo, era convinto di avergli fatto un favore, perché così Monokuma non se la sarebbe presa con lui, ma dubitava che Kyouko l'avrebbe vista allo stesso modo, giudicando vile e codardo il suo comportamento. - Poco prima che arrivaste voi qualcuno ha aperto la porta, credevo fosse quell'orso..- aggiunse, spiegando perché l'avessero trovata socchiusa, sorvolando però sulla paura fottuta da cui era stato colto sul momento e a causa della quale aveva finito con far fare un bagno indesiderato al motociclista. - Ma alla fine è stato testa a granoturco ad entrare, non capisco però come abbiate fatto ad aprirla, visto che io l'avevo chiusa ed essendo una porta antiscasso... Uhm, Naegi ve l'ha forse consegnato? - domandò, causando una visibile confusione nei suoi interlocutori,
-  Consegnato cosa..?- non fu abbastanza sveglio Owada, ma gli bastò seguire l'indice della mano dell'ereditiere per vedere che indicava di nascosto la telecamera presente nella sua stanza,
- Ho consegnato la "chiave" a Naegi, ipotizzando il caso peggiore non volevo che il mio cadavere rimanesse qui a marcire - non poteva essere più chiaro senza rischiare di tradirsi, forse non era una premura necessaria e Monokuma sapeva già tutto, ma era meglio essere previdenti, piuttosto di rivelargli ogni cosa come un perfetto imbecille.
- Naegi non ci ha dato nulla, la porta era già aperta - gli rispose Kirigiri, lei in realtà ancora non sapeva a quale "chiave" Togami si riferisse, non avevano ancora discusso dopo l'incidente della Presidenza e, quando aveva preso in disparte Owada, non gli aveva dato il tempo di spiegargli cosa fosse accaduto in quei momenti, troppo presa dai propri problemi aveva agito in maniera distorta, da brava marionetta nelle mani del Burattinaio.
- Comunque, ne riparleremo più tardi - decise la ragazza, la voce ferma che non ammetteva obbiezioni e che pretendeva di essere ascoltata sino all'ultima sillaba, - Owada, Togami siete bagnati fino alle ossa, dovreste farvi un bagno prima di prendervi qualcosa - e tanta falsa premura diceva molto su quanto la ragazza tenesse a loro.


Non avendo a disposizione le docce, c'era ovviamente un unico posto in cui i ragazzi potevano recarsi a darsi una ripulita: il bagno grande. Quel luogo che avevano stabilito essere il loro punto di raccolta e dove avevano già progettato di darsi appuntamento quella sera per scambiarsi le informazioni raccolte nella giornata. L'orario dell'incontro era purtroppo slittato a causa dei vari intoppi accaduti nel mentre, ma finalmente, ora, erano tutti e tre presenti all'appello.
- E la tua scusa per essere qui?..- domandò ironico Togami, osservando Kirigiri seduta a gambe accavallate su una panca,
- Non lo sapevi?.. Sono una guardona e voglio accertarmi di che tipo di relazione ci sia tra voi due - gli si ritorse contro il suo tentativo di punzecchiarla, avendo sempre un tono piatto, privo di sfumature e un’espressione facciale difficilmente leggibile, era complicato comprendere quando Kyouko scherzasse o dicesse sul serio.
- Tu...- stava per chiedergli allora quale differenza ci fosse tra lei e Fukawa, ma l'intervento di Owada lo fermò in tempo,
- Serpe, deciditi a parlar chiaro e dicci quale chiave hai consegnato al moccioso - gli intimò mentre si asciugava i capelli con uno degli asciugamani lasciati a disposizione negli armadietti, era deciso a finirla presto, visibilmente irritato dopo essere stato costretto a spogliarsi della sua giacca da capobanda, lasciata in lavanderia a sgocciolare.
- Prima però è meglio informare Kirigiri di cosa è accaduto...- proclamò l'ereditiere, dedicandogli uno sguardo eloquente e un poco maligno, con cui gli passò la seccatura di riassumere ogni evento accaduto da quando si erano separati. Mondo, nell'intuirlo, ebbe l'ennesimo impulso di prenderlo a pugni a fargli formicolare le mani, ma sapeva di non poter ritrarsi da quel compito, infondo, era stata a causa sua se Byakuya era stato assente per un largo lasso di tempo.
Il racconto durò una decina di minuti in tutto.
- Quindi: hai chiuso Togami in Presidenza, distrutto con il supporto di Hagakure l'aula professori, assistito allo sdoppiamento di Monokuma e corso per tutta la scuola con Togami sulle spalle come punizione per gli atti precedenti... Ho scordato qualcosa? - ricapitolò Kirigiri con uno straordinario dono della sintesi. Quel riassunto aveva acceso il suo interesse, un'informazione in particolare punzecchiava la sua mente, portandola a mandare a mille gli ingranaggi del proprio cervello, sentiva di essere vicina ad una risposta.
- Sì, lo scimmione qui ha dimenticato di dirti la cosa più importante - si aggiunse Byakuya, chiedendosi quanto potesse essere imbecille il motociclista, si era scordato del motivo per cui Monokuma voleva fargli la pelle, - Mentre ero rinchiuso in presidenza, ho trovato il passepartout universale del preside - affermò, concedendosi un po' di sottile vanità, fiero di se stesso per aver attirato a sua volta l'interesse della ragazza, la quale alzò gli occhi verso di lui, sembrava si fosse già persa a rimuginare sulle proprie congetture e pensieri, ma quella rivelazione l'aveva riportata tra loro.
- Allora il passepartout è ciò che Monokuma stava cercando - comprese, capendo perché l'orso avesse osato minacciare di aggredire uno studente pur di riaverlo, quell'oggetto poteva rovinare i suoi piani prima che venissero a compimento. Perdendolo sarebbe forse stato costretto a terminare quel suo grottesco gioco prima del tempo, un divertimento cui non voleva certo far a meno e per il quale sacrificare un partecipante non era un grosso impedimento. - Però, non capisco cosa gli ha impedito di riprenderselo..- comunicò il dubbio che ora la attanagliava,
- Bhé... abbiamo visto che la porta della serpe era aperta quando siamo arrivati, e se non è stato lui ad aprirla, allora è stato Monokuma, quindi, forse... alla fine quel passepartout non gli serve poi molto - osservò titubante Owada, poco pratico a portare simili congetture, più abituato ad ascoltare, in quei casi, le ipotesi degli altri.
- La questione non è se può servire o no al Burattinaio - obbietto Byakuya, - Il punto è quanto quell'oggetto possa essere utile a noi, per questo se lo voleva riprendere - smontò immediatamente quella teoria,
-  Se era tanto importante, perché se ne è andato a mani vuote? - tornò al punto di partenza Kirigiri, il volto pensieroso nell'afferrarsi il mento con la mano. "No, così non andiamo da nessuna parte!" rifletté, comprendendo che stavano girando in tondo senza riuscir a togliere un ragno dal buco, - Tralasciamo per un momento il comportamento incomprensibile di Monokuma - decise per tutti, la voce autoritaria, un vero e proprio ordine che non necessitava di alcun consenso. Sin da subito si era autoproclamata capo del gruppo, evento accaduto così naturalmente che oramai per i ragazzi non valeva neppure più la pena di protestare. Di nuovo l'ereditiere trovò che la metafora dei cani obbedienti al padrone fosse fin troppo azzeccata, - Togami, tu hai detto di aver affidato a Naegi la "chiave", gli hai dato il passepartout?- "oh, era arrivata dritta al punto" si riscosse dai propri pensieri alle sue parole,
- Non esattamente - per un qualche motivo non riuscì più a sostenerne lo sguardo,
- Allora ce l'hai ancora tu? - insistette.
- Non proprio - evitò ancora di dare una risposta eloquente, cercando di rimediare un paio di secondi in più, avvertendo intanto un sottile e gelido nervosismo insinuarsi nella gola, spezzandogli la voce. Tossì un paio di volte per riprendersi, - Temevo per l'appunto che Monokuma mi cercasse per prenderlo, quindi, l'ho affidato a qualcun altro... - affermò, una notizia che suonò nuova pure ad Owada, il quale strabuzzò gli occhi confuso, "ma a chi può averla..?" - Prima ho detto di aver affidato la "chiave" a Naegi, intendevo che gli ho dato un indizio per trovare quella persona - il fatto che evitasse di proposito di rivelarne il nome diveniva sempre più sospetto.
- Perché ho la sensazione che stai per sparare una cazzata? - ebbe un pessimo presentimento Mondo, un senso di gelo a percorrergli per intero la colonna vertebrale,
- Forse perché... l'ho consegnato ad Hagakure - ammise Togami, sistemandosi gli occhiali sulla radice del naso con finta indifferenza, nascondendo con quel movimento una certa agitazione. Era consapevole di aver osato molto con quel gesto, forse troppo.
- Sei. Un. Imbecille - strano a dirsi, ma fu Kirigiri la prima a sbottare, vi fu un istante in cui il suo viso cambiò colore, passando da un rosa pallido ad un vivido rosso porpora, sembrava sul punto d'esplodere dalla collera (o forse era il tipo che quando s’infuriava scoppiava a piangere?). Aveva l'aria di chi stesse per riversare tutta la propria ira sull'artefice del suo malumore, Owada pensò che, se non ci fosse stato lui da testimone, probabilmente la ragazza avrebbe assalito l'ereditiere e, in quel caso, chi poteva darle torto?
Da quando avevano iniziato a cercare una maniera per fuggire da quell'incubo era la prima volta che si trovavano così vicini a scovare un'opportunità per scappare. Tra le mani gli era capitato un oggetto che poteva rivelarsi la loro salvezza, con il quale di sicuro avrebbero rinvenuto una via di fuga, forse arrivando persino a mettere il Burattinaio con le spalle al muro. Si riusciva già a sperare, ad avvertire il profumo di libertà.
E a chi veniva affidato questo "santo Graal", fonte di tutte le loro opportunità? Ad Hagakure!
Yasuhiro Hagakure, l'uomo cespuglio capace di accusare qualcuno di essere un fantasma pur avendocelo davanti, convinto che agli alieni piaccia unicamente carne 100% bovina e che gli Skyfish presto domineranno il mondo. A questo elemento era stato ceduto il passepartout universale con cui avrebbero potuto salvare le proprie vite.
Fu quasi udibile anche all'esterno il rumore dello sciacquone di un water che si creò nell'immaginario collettivo dei tre ragazzi presenti nello spogliatoio del bagno comune.
- Hai buttato nel cesso la nostra unica possibilità..- commentò Mondo, palesando a parole l'immagine appena passata nella mente di tutti loro,
- Ammetto che è stato un azzardo...- cercò di giustificarsi Byakuya, ben consapevole dell'errore compiuto, - ma quali scelte avevo? - obbiettò, tenendosi sulla difensiva, - Alla fine ho visto giusto e Monokuma è venuto a cercarmi -
- Potevi darlo a me, tanto per cominciare - si propose il motociclista, iniziando ad innervosirsi, di certo lui era un’alternativa preferibile a quello sciamano da strapazzo,
-  Una scelta meno ovvia no, eh?- replicò in tono sarcastico e acido.
- Calmatevi entrambi - intervenne Kirigiri prima che la discussione potesse degenerare, il suo colorito era tornato nella norma, aveva recuperato completamente la sua capacità di controllarsi, per quanto fosse ovvio che neppure lei gioisse alla notizia datagli da Togami. Era come se qualcuno avesse posizionato una scatola aperta di sardine sul pulsante di autodistruzione di una centrale nucleare, per poi lasciarvi davanti un gatto affamato. Non era questione se la centrale sarebbe esplosa, ma "quando" lo avrebbe fatto.
- Ormai il danno è fatto e non ci si può fare più nulla - continuò Kyouko, - Solo una cosa Togami - e lo fulminò con quello sguardo che, se la ragazza fosse stata una creatura mitologia, avrebbe tramutato l'ereditiere in pietra, - davvero non c'era nessuno, ma proprio NESSUN'altro a cui rivolgerti? - il primo istinto del biondo fu di voltarsi dall'altra parte ed ignorare la domanda, ma sarebbe stata un’azione troppo infantile da parte sua.
- Come ho già detto, voi due eravate una scelta troppo ovvia. Insomma, se Monokuma, dopo essere venuto da me, non avesse trovato il passepartout, sarebbe di certo andato da voi. Non potevo contare su Naegi perché sta male, né su Sakura perché impegnata ad occuparsi di Naegi. Di Celestia manco a parlarne (di lei non mi fido) e Yamada è l'animaletto da compagnia di Celes, quindi nemmeno. Noi compresi, siamo rimasti in otto, tolto me stesso e quelli citati, chi rimane? - espose il suo ragionamento tenendosi freddo e serio, l'espressione dura, di quando voleva stabilire la propria superiorità.
- Balle, te lo se inventato adesso - lo smascherò istantaneamente Owada, - Con il passepartout tra le mani ti sentivi un bersaglio mobile, quindi hai passato la patata bollente al primo beota che ti passava davanti - l'ereditiere ignorò quel commento, mettendo su un broncio offeso, non voleva passare per un codardo, ma non aveva modo di replicare, il motociclista aveva dimostrato un incredibile intuito, forse un pochino ci aveva preso.
- Non ricominciate - li interruppe nuovamente Kirigiri, - Togami, dopo averti ascoltato, non dubito del tuo ragionamento, se hai affidato qualcosa di così importante ad Hagakure dovevi essere con le spalle al muro - ricevette l'assoluzione dalle proprie colpe, cosa che irritò il biondo dipingendogli una smorfia sul viso, quella testa color lavanda non si stava montando un po' troppo? Chi si credeva di essere per trattarlo così? "Come se avessi bisogno dalla tua approvazione" pensò facendo schioccare la lingua, mostrando tutta la sua indignazione.
- Adesso..- riprese, - supponendo che Hagakure non abbia perso il passepartout, dobbiamo escogitare un piano per sfruttare al meglio questa possibilità - affermò e i due si trovarono d'accordo con lei.
Solo allora Owada si ricordò che, per quanto in quel momento si stesse affidando a Kirigiri, avrebbe dovuto diffidare della ragazza. Infondo non era stato lui stesso a smascherarla come la Talpa (per quanto l'avesse accusata senza uno straccio di prova e, alla fine, fosse stata lei a confessare spontaneamente)? Non era forse probabile che il burattinaio tentasse di approfittare di nuovo delle sue debolezze? Ma, sopratutto, avrebbe dovuto raccontare a Togami l'accaduto?.. No, era meglio tacere. Conoscendo l'ereditiere era probabile che avrebbe fatto una scenata o qualcosa di simile nel saperlo, e di certo non sarebbe mai rimasto alleato con colei per la quale aveva rischiato, ancora una volta, la vita. Se avesse parlato, ne era sicuro, quella improbabile e mal assortita squadra si sarebbe disfatta, e ciò avrebbe giovato solo il loro aguzzino. Divisi non potevano nulla contro Monokuma, ma forse se agivano insieme, per quanto minima, una possibilità c'era.
Sì, aveva preso la sua decisione, avrebbe taciuto sulla questione della "Talpa" con Byakuya e gli altri, ma allo stesso tempo si sarebbe assicurato che Kirigiri non si facesse più plagiare dal Burattinaio. Per quanto difficile, sarebbe diventato la sua ombra, come aveva fatto Kyouko,  qualche tempo prima, ora toccava a lui sorvegliarla, "speriamo che non mi accusi di stalking" fu la sua prima preoccupazione.

- COME CAZZO E' SUCCESSO!?- sbraitò Owada furioso, seduto sul bordo del proprio letto digrignando i denti, tenendosi la testa, con i capelli ancora scompigliati, stretta tra le mani. Ma non aveva deciso di tenere Kirigiri sotto controllo? Non doveva essere la sua ombra, ridursi ad una specie di stalker?.. Per quale motivo allora adesso si trovava lì, nella propria camera, mentre la ragazza probabilmente era già chissà dove per l'accademia?..
Perché quella tipetta l'aveva fregato, ecco perché!
Kyouko doveva aver intuito le sue intenzioni prima ancora che fosse lui stesso a concepirle, ed aveva preparato una controffensiva per impedirgli di portarle a termine. A quanto sembrava non ci teneva proprio a essere pedinata.
"Giuro che questa me la ricorderò" si fece un promemoria mentale con una malsana idea nata dalla stanchezza, non sarebbe mai riuscito a vendicarsi su una donna, ma qualche dispetto infantile, come aggiungergli un lassativo nel bicchiere, poteva concederselo. In qualche modo avrebbe dovuto far comprendere a Kyouko tutto il risentimento che gli stava facendo provare, per quanto desiderasse tenerselo lontano dai piedi, perché sottoporlo ad un simile strazio? Già sopportava Togami con una certa difficoltà, ma ospitarlo per il resto della nottata nella propria stanza? Aveva qualche dubbio sul fatto che il mattino dopo sarebbero stati entrambi vivi o, per lo meno, integri. Sul momento però, non era riuscito a dare una buona ragione a Kirigiri per rifiutare la sua proposta, non era sicuro per l'ereditiere rimanere da solo (c'era il rischio che Monokuma si ripresentasse), questo lo sapeva e non aveva trovato modo per ribattere.
Subito dopo aver concluso il "piano d'ispezione", ovvero, la mappa delle stanze a cui avrebbero dovuto accedere come prima cosa l'indomani, una volta tornati in possesso del passepartout, avevano deciso fosse meglio concludere la giornata. Affaticarsi ancora si sarebbe rivelato solo un inutile dispendio di energie, dovevano riposarsi per le investigazioni che li attendevano.
A quell'idea si erano detti tutti e tre d'accordo, ma i ragazzi sapevano delle vere intenzioni di Kirigiri, la quale voleva separarsi da loro per poter agire da sola, facendo indisturbata le proprie ricerche. Probabilmente li considerava due palle al piede e preferiva non averli attorno.
Questa volta Owada era però intenzionato a seguirla, senza farsi notare, voleva sorvegliarla poiché, per quanto si trattasse di Kirigiri, dopo che si era rivelata la Talpa, non poteva più fidarsi completamente di lei.
Invece, cogliendolo completamente di sorpresa, Kyouko se ne era uscita: "- Togami, la tua stanza non è sicura, è meglio se ti trovi un altro posto dove passare la notte -"; non aveva aggiunto altro, ma il suo sguardo si era automaticamente posato sul motociclista.
- Guarda che nemmeno io apprezzo questa situazione! - ribadì l'ereditiere mentre stendeva il futon, recuperato dal magazzino, sul pavimento, Owada si chiese se un damerino colmo di soldi da far schifo come lui avesse mai dormito per terra o se tutte le notti della sua vita le avesse passate riposandosi su materassi di seta e piume. Una sottile invidia gli causò un sadico piacere nel pensarlo in quel futon striminzito, sperava gli venisse un atroce mal di schiena o che la polvere sul pavimento lo facesse starnutire tutta la notte impedendogli di chiudere occhio.
La stanchezza lo incattiviva un po'.
- Però ci tengo a vivere il più allungo possibile, e stando qui ho più probabilità che rimanendo solo... - aggiunse brontolando, due leggere occhiaie avevano preso a segnargli gli occhi, ora più evidenti poiché si era tolto gli occhiali, la fatica si faceva sentire per tutti. Dal magazzino aveva recuperato anche un pigiama nero (erano davvero forniti!), ma mancava la sua taglia e aveva dovuto optare per una più grande, il risultato era un Togami al quanto ridicolo ed assonnato, nonostante non avesse ancora appoggiato la testa sul cuscino, i suoi capelli avevano già preso una piega strana, in un complesso disordine di ciuffi ribelli.
- Credo che Kirigiri stia progettando qualcosa - tralasciò l'argomento della convivenza forzata Owada, rivelando ciò che lo assillava e lo irritava al momento,
- Quella ha sempre qualche progetto in mente... - ribatté Byakuya, finendo i suoi preparativi per la notte, - Prima non ti è parsa "strana"? - riprese dopo qualche secondo, approfittando del silenzio dell'altro, fortunatamente non notò come l'uso di quell'aggettivo avesse fatto sussultare il motociclista (senza occhiali era proprio cieco), facendogli strabuzzare gli occhi. Che avesse capito qualcosa? Si chiese subito Owada, ansioso. "Ma no", si disse, "non è possibile".
Kirigiri si era comportata al solito modo di fronte al biondo e, a meno che non avesse posseduto una qualche capacità ESP segreta, era improbabile avesse notato qualcosa.
- Cosa intendi? - ma forse l'occhio dell'ereditiere aveva comunque colto dei segnali che a lui erano fuggiti,
- Mentre ascoltava il tuo racconto mi sembrava si fosse "persa" - spiegò, l'espressione di chi è convinto di non aver esposto al meglio il proprio pensiero. Una pesante sonnolenza gli si era caricata sulle spalle e ciò gli rendeva difficile parlare, sopratutto, gli era divenuto complicato trovare aggettivi più azzeccati di quelli che esponeva.
- Intendi quando le ho fatto il riassunto di quel che è successo oggi? - chiese, cercando di fare mente locare, ricordando come gli era parsa la ragazza mentre gli parlava, ma nulla.  Gli sembrava lo stesse ascoltando, niente di più.
- Sì, ha fatto quel sorriso da "ah, adesso si spiega tutto" e deve essere partita con i suoi ragionamenti - ricordò, per Togami era facile notare quell'espressione, era l'unico movimento facciale che Kirigiri si concedesse e lo irritava terribilmente tanto, anche se a torto, se ne sentiva sempre in qualche modo deriso.
- Dici che ha capito qualcosa d'importante? -
- Non ne sono sicuro - ammise, -... ma stanne certo, importante o meno, adesso è andata a verificare la sua supposizione - nel parlare aveva quel suo solito sorriso velenoso con cui amava sopraelevarsi a tutti gli altri, - Vedrai, se si rivelerà esatta, domani ci esporrà le sue scoperte - proclamò convinto.
- E se invece non scopre nulla?- chiese Owada, sentendosi divertito dall’atteggiamento del biondo, “Ceeerto, superiore a ogni cosa ma a lei ci stai attento, eh?” quella sera si era scoperto abbastanza intuitivo da intravedere qualcosa che, normalmente, gli sarebbe passata davanti inosservata.
- Se ne starà zitta e farà finta di nulla - rispose mentre lo osserva cercando di metterlo a fuoco, gli occhi ridotti per questo a due sottili fessure, ma presto vi rinunciò, forse perché consapevole di quanto diventasse ridicola la sua espressione quando lo faceva. - Solitamente è troppo orgogliosa per ammettere di aver sbagliato, per questo preferisce verificare da sola le proprie teorie, così se non ci azzecca salva la faccia - incrociò le braccia al petto con aria saccente e antipatica, la quale per una volta non infastidì il motociclista, era deciso a mettersi a dormire, basta con le grane,
- Mi sa che hai ragione - convenne, chiudendo lì il discorso.

Meno di quindici minuti più tardi ed entrambi si erano già addormentati, vinti dalle estenuanti prove che avevano dovuto vincere quel giorno.
Nessuno dei due avrebbe potuto minimamente immaginare a quali conclusioni, l'indomani, le intuizioni di Kirigiri li avrebbero portati. Il sonno non li avrebbe mai colti se ne fossero stati a conoscenza.
Una volta aperta quella porta, le loro domande sarebbero aumentate a dismisura.
Uppupupupupupupu! DISPERATEVI!




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*: Autrice “tragica” (ne accadono peggio di una telenovela) di shoujo manga
Sii, il cadavere è nel prossimo capitolo, lo giuro ^^
  
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