Un cammino privo di speranza, ovvero, come sopravvivere ad una pallottola vagante di Yumeji (/viewuser.php?uid=95601)
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Attenzione: Primo capitolo della terza
parte di questa FF, è più breve del solito ed al
quanto leggero come temi tratti (per una volta niente problemi
psicologici di sorta xD), e questo in previsione degli eventi ben
più pesanti che accadranno inseguito, ciò a causa
dell'identità del corpo che nel capitolo verrà
(finalmente) scoperto.
P.s:
Ho
preparato un piccolo gioco
riguardante questo capitolo, per chi fosse interessato legga l'Nda.
Capitolo XII
*DRIIIIIN DRIIIIIN... Driiin
driiiin... DRIIIIN DRIIIIIiiiN!!!*
E dopo una notte
sfiancante, fatta di terrore e incertezze, quale modo migliore per
iniziare una nuova giornata se non venendo destati dal molesto e
incessante trillo del campanello?
- Ghaaw! Ma stiamo
scherzando?! - grugnì Owada mettendosi faticosamente a
sedere, stropicciandosi gli occhi nel tentativo di tenerli aperti, il
cattivo umore che s’insinuava in lui man mano che i secondi
passavano e il rumore molesto proseguiva.
- No basta, mi
arrendo... Uccidetemi - mugugnò invece un’ancora
mezzo addormentato ereditiere nel rigirarsi svogliatamente nelle
coperte, sollevando il lenzuolo sin sopra la testa, nascondendovi quasi
si trattasse di un bozzolo protettivo.
"Ora fa il bruco?.."
lo osservò Mondo con aria assente, il cervello che faticava
a connettere, ma che ore erano? Gli pareva di aver chiuso gli occhi per
soli cinque minuti, e poi perché aveva dormito sul
pavimento?
"Ehi, aspetta!" gli ci
volle qualche secondo, ma non appena i suoi neuroni fecero contatto gli
fu subito lampante che qualcosa non quadrava, una rivelazione gli si
parò di fronte agli occhi,
- Ohi! Cazzo ci fai
nel mio letto!? - esclamò additando furioso il biondo.
Perché
quella serpe si trovava comodamente disteso nel suo materasso mentre
lui si era trovato coricato in maniera scomposta a terra (senza neppure
usare il futon che era a disposizione dell'ereditiere), con un filo di
bava lungo il mento?
- Taci scimmione dal
cervello monocellulare! - non si levò dal suo nascondiglio
Togami, e la sua voce suonò ovattata da sotto le lenzuola,
- No che non sto
zitto, razza di bimbetto capriccioso e ingrato! Io ti ospito nella mia
stanza e tu mi rubi il materasso, stronzo?!! - era furioso, ora
comprendeva perché si sentisse ancora più stanco
di quando si era coricato, non era solo per l'esiguo numero di ore in
cui aveva riposato, era anche a causa dell'indecente giaciglio che gli
era toccato. "Ora il mal di schiena c'è l'ho io"
pensò dopo essersi alzato in piedi con un movimento brusco,
il quale gli causò un dolore sordo alla parte inferiore
della spina dorsale, - Brutto... - imprecò, non sapendo se
contro Togami o per le fitte che lo avevano colpito.
Avvertendo la rabbia
montare sempre più Owada afferrò d'impulso un
lembo delle coperte con cui il biondo si avvolgeva e senza preavviso lo
scoprì, convinto di aver facile vinta su un Byakuya perso
per metà nel mondo onirico. Si sbagliava. Quella serpe di
Togami non demordeva, non sembrava per nulla intenzionato a cedergli il
posto che gli aveva sottratto. Forse prevedendo la mossa di Mondo, a
sua volta aveva afferrato saldamente il lenzuolo, in una presa tanto
salda da riuscir a contrastare per una manciata di secondi la forza del
motociclista, creando così un comico tiro alla fune in cui
palio c'era la possibilità di una dormita degna di questo
nome.
Ovvio era l'esito
dello scontro, nel quale fu Owada a prevalere, per un momento era stato
stupito della resistenza fatta dall'altro, ma era durato solo un
istante, alla fine non faticò molto per riuscire a sottrarre
le lenzuola all'ereditiere, lasciandolo così privo di difese
sul materasso, ormai del tutto scoperto.
- Non ti ricordi di
essermi caduto addosso idiota!? - si tirò in piedi, in cima
al letto Togami, scattando come una furia ora che il suo tentativo di
riappisolarsi era stato intralciato, aveva gli occhi cerchiati da
pesanti occhiaie, privati al momento dai fedeli occhiali, il volto un
tantino sciupato dalla stanchezza e una pettinatura tanto ridicola, con
una miriade di ciuffi ribelli a decorargli il viso, che in un'altra
situazione Owada gli sarebbe scoppiato a ridere in faccia.
- Che cazzo dici?!! -
replicò lui, già normalmente i discorsi che
intraprendeva non erano il massimo del linguaggio, ma di mattina,
appena sveglio, dava di certo il meglio di se,
- Ti dico che sei
sonnambulo SCIMMIONE! Hai preso a camminare nel sonno e mi hai
calpestato, razza di rincitrullito pompato!! - gli urlò in
risposta Byakuya, un tantino isterico per il sonno mancato, adattandosi
splendidamente al tono con cui l'altro gli si rivolgeva. Non poteva
sopportare che Owada gli parlasse a quel modo perché, se lui
aveva dormito poco, Togami non lo aveva fatto per nulla, Morfeo non era
venuto a fargli visita quella notte.
- Balle! - non gli
credette, fissandolo furente dal basso all'alto poiché il
biondo non voleva scendere da quella postazione sopraelevata, quasi a
quel modo potesse far valere di più le proprie ragioni, o
per il semplice gusto di mostrargli una qualche sorta di
superiorità.
- Ah,
perché ti sembra più logico che io sia riuscito a
buttarti giù da letto senza che ti svegliassi!? -
parlò sarcastico, usando quel tantino di logica per
permettere al motociclista di comprendere quanto stupido fosse il suo
comportamento, era ovvio che Togami non sarebbe mai riuscito a
sollevarlo di peso.
- In effetti...- fu
costretto ad ammettere Owada, grattandosi la testa con fare stanco e
irritato, abbassando da prima cosa il tono della voce, non era un bene
cominciare in quel modo la mattina, anche se lo capiva ormai tardi,
doveva darsi una regolata.
- Se vuoi te lo
rispiego (così mi assicuro che quel tuo ottuso cervello ci
arrivi) - si propose, per poi cominciare a parlare senza attenderne il
consenso, - ... stavo dormendo discretamente bene - gli volle esplicare
il concetto indicando il futon poco più indietro di dove si
trovava il motociclista, -Quando TU - sottolineò il "tu" con
un tono colmo d'ira mal celata e una nota di disprezzo, rivolgendogli
anche uno sguardo (per quanto miope), capace di spaccare le pietre. -
Ti sei fatto un giro per la stanza e con il tuo, per nulla dolce, peso,
mi sei piombato addosso, cadendomi sopra come un sacco di patate! - si
poteva ben capire l'origine della sua rabbia, quello non doveva essere
stato un risveglio molto piacevole.
"Si è
proprio incazzato.." non ebbe più dubbi Mondo, - Io
però non mi ricordo di essermi alzato - fu la sua blanda
difesa, a cui l'ereditiere aveva già ribattuto,
- Stavi sognando,
idiota! TU. SEI. SONNAMBULO! - se non avesse saputo che avrebbe avuto
la peggio, vista la disparità di forza, probabilmente
Byakuya gli si sarebbe avventato contro, sbattendogli per la rabbia, e
la mancanza di sonno, più e più volte la testa
sul pavimento della camera. - Comunque...-
incrociò le braccia al petto e si schiarì la voce
nel tentativo di ricomporsi, cosa che gli riuscì ben poco
con l'acconciatura a nido di rondine che si ritrovava, -... quando sono
riuscito a levarti da sopra di me, ho ritenuto giusto appropriarmi del
letto, visto il trattamento subito - sentenzio come fosse la cosa
più logica del mondo, e forse lo era. Owada non era
abbastanza lucido per capirlo, sapeva solo che voleva chiudere al
più presto quel discorso, così da poter andare a
vedere chi fosse quel tizio a cui faceva tanto schifo vivere e che
continuava imperterrito a suonare al stra-maledetto campanello della
sua stanza.
"Dovevo immaginarmelo"
fu attraversato da un senso di sconforto Mondo quando, aperta la
soglia, si trovò davanti Kirigiri con quel suo volto
impassibile, sul quale i segni della stanchezza non riuscivano a creare
neppur la più impercettibile crepa.
- Sono felice di
trovarti sveglio Owada - lo salutò la ragazza, togliendo con
un’estrema naturalezza il dito, fino a quel momento ancor ben
piantato sopra, dal tasto del campanello, la tecnica “stana
il topo con il rumore”, di cui sembrava maestra, non la
deludeva mai.
"Sarebbe stato
impossibile dormire con quel frastuono" la guardò storto il
motociclista, ben lungi però da esternare un simile
pensiero, litigare con due persone in meno di dieci minuti da che era
sveglio gli avrebbe rovinato definitivamente la giornata.
- Hai scoperto
qualcosa d’interessante Kirigiri? - gli chiese, sforzandosi
di non imprecarle contro o di non sbatterle la porta in faccia (in quel
caso avrebbe ricominciato a suonare!), non trovava altri motivi che
spingessero Kyouko sino alla sua camera se non per tenerlo informato su
nuovi avvenimenti.
- Nulla
d'interessante... - negò, - ma qualcosa l'ho scoperta:
Hagakure non è disposto a darmi la chiave -
quell’informazione attraverso Owada simile ad una scossa
elettrica, scacciando da lui quel senso di fatica che ancora gli
gravava sui muscoli dalla sera prima.
Cosa cavolo stava
facendo quella testa di medusa essiccata?!
- Brutt...- si sentiva
già tremare le mani, pronto a pestare a sangue quel medium
da strapazzo incapace persino di leggere le previsioni meteo.
- Dice che la
consegnerà solo a Togami - aggiunse la ragazza con un
leggero sbuffò nel sistemarsi una lunga ciocca di capelli,
anche lei doveva essere rimasta al quanto seccata dal comportamento di
Yasuhiro. - Probabilmente ne vuole approfittare il più
possibile per guadagnarsi una qualche ricompensa da parte sua una volta
usciti da qui - commentò con una precisione tale che, se il
diretto interessato fosse stato presente, l’avrebbe accusata
di leggergli nel pensiero, quasi fosse lei in realtà a
possedere delle capacità psichiche - sensoriali.
- A quello gli spacco
il muso - non si tranquillizzò alla spiegazione Owada, la
mano stretta a pugno e la mascella serrata, quell'avido cialtrone, non
capiva quanto una simile stupidaggine mettesse in pericolo non solo la
sua vita, ma quella di tutti loro?
- Quindi,
dov'è Togami?- non badò ad una simile reazione
Kirigiri, oramai abituata agli scatti d'ira del motociclista, del tutto
indifferente a quel suo comportamento,
- E'..- lo
cercò lui con lo sguardo, stupendosi non trovandoselo alle
spalle, si era convinto che l'ereditiere lo avesse seguito sino alla
porta, per vedere il volto del loro disturbatore folle.
-...-
Ci fu un momento di
silenzio in cui i due si scambiarono uno sguardo carico di significato,
poi entrambi, in un muto accordo, entrarono nella stanza, constatando
che sì, Byakuya, raggomitolatosi sul materasso spoglio, si
era riaddormentato.
Per Owada fu
un’impresa destare la serpe dal suo sonno, sapeva che il
ragazzo era un cocciuto di prima categoria, ma mai si sarebbe aspettato
di doversi scontrare con lui in un simile frangente. Doveva trovare una
maniera perché alzasse quel deretano da aristocratico
spocchioso dal letto, sopratutto perché la camera che stava
occupando abusivamente era la sua e voleva la liberasse in fretta. La
notte era trascorsa, non aveva più remore a cacciarlo fuori
a calci, ma smuoverlo si rivelò più complicato
del previsto. Monokuma aveva fatto l'immenso favore di inchiodare i
letti di ogni stanza al pavimento, quindi, quando in un estremo atto
disperato provò a ribaltare il mobile, l'unico risultato che
ebbe fu quello di causarsi l'ennesima fitta alla schiena già
dolorante, avendo passato ore sul pavimento.
- Ho sentito "crock" -
commentò Kirigiri con un sorrisino divertito, una delle sue
rare espressioni, dipinto sul viso, era rimasta sulla porta,
limitandosi ad osservare gli inutili tentativi del motociclista, i
quali passavano dall'urlare contro l’ereditiere a cercare di
smuoverlo in qualche modo, con i risultati citati. "Manca solo che lo
sollevi di peso" pensò Owada ignorando le parole della
ragazza, osservando quell'irritante, capriccioso, viziato ereditiere,
sapeva che era sveglio, era impossibile che stesse ancora dormendo, non
era umanamente possibile con tutto il casino che stavano facendo! Lo
stava ignorando volutamente, "... adesso lo prendo a pugni" decise,
- Perché
non provi ad alzare il materasso? - propose sempre dalla sua postazione
Kyouko, non sarebbe intervenuta, quella scena la divertiva troppo per
interromperla. Non sapeva se la causa fosse solo la mancanza di sonno o
se, in segreto, quei due facessero uso di qualche sostanza che ne
alterava le facoltà, ma lo stupido infantilismo che
mostravano non era certo normale, anche per i loro canoni. Erano
esilaranti, faticava realmente a trattenere le risate.
Successivamente, Owada
seguì le istruzioni di Kirigiri, ciò
causò una violenta reazione da parte di Togami il quale, per
difendere il proprio territorio (?), si scagliò in un
attacco suicida contro il motociclista.
In quel momento Kyouko
avrebbe pagato oro per avere tra le mani l'indecente macchina
fotografica di Yamada.
- Hai esagerato...- lo
accusò Togami,
- Te lo ripeto: guarda
che hai cominciato tu - gli ricordò Owada,
- Fa lo stesso - non
demorse, sicuro della propria ragione, - ... Ti sembra di poterti
mettere a far sul serio con una persona mezza addormentata? -
- Serpe, hai visto la
mia faccia?! Mi avresti cavato un occhio! - si difese,
- Per qualche graffio?
Io sto sanguinando! - s’infiammò,
- Ti si è
solo riaperta la ferita dell'altro giorno, a me rimarranno le
cicatrici! Mi hai deturpato, voglio un risarcimento! - cercò
di approfittare della situazione,
- Scherzi?.. Fa
più danni quella tua acconciatura ridicola che i segni delle
mie unghie - sbuffò il biondo incrociando le braccia al
petto, segno che per lui la questione era chiusa.
Dopo il loro piccolo
battibecco Mondo e Togami erano finiti nuovamente in infermeria, il
motociclista con il volto semi sfigurato da vari tagli sottili, alcuni
più profondi di altri, erano i graffi procuratagli dal
pseudo amico, il quale lo aveva attaccato alla sprovvista, quando aveva
provato per l'ennesima volta a farlo alzare dal letto, saltandogli
addosso.
A Byakuya invece si
era riaperta la ferita alla testa, in risposta al suo assalto il
capobanda lo aveva spinto via con un pugno, il cui contraccolpo con il
pavimento aveva causato la fuoriuscita del sangue. Sul momento Owada si
era allarmato non poco a vederlo, ricordando solo successivamente del
taglio già riportato in precedenza dal ragazzo.
L'unico lato positivo
della faccenda era che, finalmente, entrambi erano riusciti a
svegliarsi, destandosi completamente da quel torpore per il quale
avevano agito in maniera tanto stupida ed infantile. L'ereditiere
giurava di non ricordare nulla di come fosse scoppiata la lite, non
rammentava di aver assalito l'altro, né i suoi tentativi di
svegliarlo, affermava di essere stato probabilmente in una sorta di
dormiveglia in cui non si rendeva conto di agire, ma forse voleva
evitarsi l'imbarazzo di spiegare il proprio comportamento insensato.
Nessuno dei due
avrebbe mai ammesso che quella prigionia li stava divorando, non si
sarebbero azzardati per nulla al mondo ad esternare la frustrazione da
cui erano logorati. Sopratutto nelle ultime ore i loro nervi erano
stati messi più e più volte a dura prova e, come
risultato, ne erano usciti esausti, incapaci di sfogare quel senso
d’impotenza e di rabbia che si sedimentava sempre
più nei loro animi. Se alla fine le azioni che avevano
compiuto si erano rivelate esagerate rispetto a contesto in cui si
svolgevano, il motivo andava cercato nella loro incapacità
di trovare un qualche sfogo su cui riversare le proprie preoccupazioni
e paure. Per quanto fosse abituato da una vita agli scoppi d'ira, anche
per Owada era ancora un mistero il modo giusto con cui gestirli.
- A proposito,
perché quelle unghie non te le tagli? - propose
all'ereditiere, le trovava un'arma temibile quasi quanto gli artigli di
Monokuma,
- No, mi servono per
un omicidio - rifiutò lui voltando il viso dall'altra parte,
approfittando di non doverlo più guardare in faccia ora che
aveva finito di fasciargli la fronte,
- Stai ancora
progettando di commetterne uno..?- si stupì Owada, credeva
avesse ormai abbandonato quella malsana idea,
- E' sempre un bene
avere un piano di riserva - non ammise l'ovvio, ma cosa pensava, che
solo perché si era messo a giocare ai detective con lui e
Kirigiri avesse smesso di progettare una via di fuga alternativa,
ovvero, di sfruttare l'omicidio perfetto compiuto da se stesso? Se
Mondo la pensava così allora era più ingenuo di
quanto sembrasse.
- Ma che c'entrano le
ungh-..! No, non dirmi che hai tratto l'idea da uno di quei libri,
vero? - un naturale sorriso ironico gli fiorì sulle labbra,
infondo la serpe non si era documentato sull'argomento leggendo una
serie di gialli?
- Sì, e con
questo? - si sentì offeso dal tono beffeggiante con cui il
motociclista gli rivolse la domanda,
- Non crederai di
poterla fare franca solo perché hai copiato la trama di un
romanzo? - rise, irritando sempre più Togami,
- Non permetterti di
giudicare se prima non conosci il mio piano - lo fece tacere con tono
seccato e imperioso, ma più per le sue parole fu l'entrata
di Kirigiri ad azzittire Owada, rendendolo di colpo pensieroso. La
fissò, ignorando deliberatamente le proteste
dell'ereditiere, chiedendosi dove si fosse cacciata Kyouko mentre loro
si medicavano le ferite, ad un certo punto, quando si stavano recando
lì, aveva notato la sua scomparsa.
- Hai intenzione di
tagliare la gola della tua vittima con l'unghia del pollice? -
intervenne, dando segno che, come al solito, stava ascoltando
già da un po' la loro conversazione, - L'ho letto anch'io
quel libro qualche tempo fa - ammise,
- Bene, allora mi
toccherà inventarmi qualcos'altro - dovette scartare la
propria idea Byakuya, costringendosi ad usare un tono piatto ed
impersonale, non voleva ammettere di essersi un po’
affezionato a quel progetto. Anche se doveva ritenersi
fortunato per l'intervento di Kirigiri, se avesse continuato per quella
via, arrivando quindi al processo, sarebbe stato impossibile farla
franca visto che conosceva il trucco.
- Ma davvero si
può uccidere qualcuno con... con un’unghia? -
Owada lo credeva difficile,
- Teoricamente
è possibile, visti gli elementi da cui è composta
- affermò il biondo,
- Certo, sempre se la
si riesce a rendere abbastanza affilata - si aggiunge Kirigiri annuendo.
"Spero che voi due non
collaboriate mai..." fu invece attraversato da un tremore il
motociclista, convincendosi che, se avessero agito insieme, sarebbero
stati in grado di architettare l'omicidio perfetto.
Riunitisi con l'arrivo
di Kyouko, tutti e tre lasciarono l'infermeria per dirigersi alla
caffetteria dove avrebbero trovato Hagakure.
- Allora, hai
intenzione di pagarlo? - domandò Owada durante il tragitto,
grattandosi l'enorme cerotto che si era appiccicato sulla guancia, la
sensazione che gli lasciava sulla pelle lo infastidiva,
- Affatto, non
sborserò un centesimo - negò risoluto e
irremovibile Byakuya, - Non ho mai inteso che gli avrei dato una
ricompensa -
- Ci sono i
presupposti per una lunga discussione - prevedé Kirigiri e,
come accadeva il 97% delle volte quando era lei a fare una
supposizione, gli eventi successivi le diedero ragione.
Nonostante Hagakure
Yasuhiro fosse un noto codardo, quando si trattava di guadagnarci non
guardava in faccia nessuno. Il pensiero dei quattrini sonanti che si
accumulavano nelle sue tasche uccideva quel poco buon senso di cui
disponeva, il quale sopravviveva a fatica sotto il cespuglio di capelli
rasta. Un simile comportamento incosciente era il motivo per cui aveva
finito con l'inguagliarsi con la mafia, avendo escogitato una truffa ai
danni dell'amante di un boss per spillarle più soldi
possibili. In quel caso Hagakure aveva pagato la sua cupidigia perdendo
ben tre anni di scuola, essendo costretto a fuggire - non solo dalla
malavita ma anche da una serie d’infuriati creditori -, a
darsi alla macchia per non finire ucciso. Ancora adesso, dopo tutto
quel tempo, doveva muoversi con estrema cautela, guardandosi alle
spalle con il timore di veder sbucare da un momento all'altro un "uomo
in nero" (il nome con cui aveva imparato a riconoscere coloro che
volevano fargli la pelle), pronto ad acciuffarlo, portalo nel primo
vicolo buio e lì esportargli gli organi per rivenderli al
mercato nero.
Visti simili,
terribili, angosciosi precedenti, si supponeva che Yasuhiro avesse
imparato dai propri errori, facendone tesoro per non ripeterli in
futuro. Ma purtroppo, si stava parlando di Hagakure, il quale non
immaginava minimamente quanto ancora più orribili e atroci
potessero essere le conseguenze dell'incorrere nell'ira della famiglia
Togami, il cui peso sul governo non solo giapponese, ma mondiale,
l'avrebbe portato a diventare il ricercato numero uno sul pianeta.
Fortunatamente per lui, Byakuya non aveva alcuna intenzione di smuovere
le conoscenze concessagli dal ruolo che ricopriva, sul momento doveva
trattenersi dal afferrarlo per il collo, quindi sarebbe stata
già una vittoria per lo sciamano se ne fosse uscito vivo. Di
nuovo però, il ragazzo rasta era troppo ottuso e insisteva
per ricevere una cospicua somma per aver tenuto un oggetto
"potenzialmente pericoloso per la propria incolumità".
"Quasi rimpiango che
Monokuma non te l'abbia trovato addosso quel passepartout del
caz...” pensò Togami sull'orlo dell'ennesima crisi
di nervi.
Intanto, nell'attesa
che la contrattazione tra Hagakure e l'ereditiere si concludesse, Owada
ebbe tutto il tempo di consumare una cospicua colazione, mentre
Kirigiri si servì il quarto caffè della mattina
(non era un essere ultra terreno, se non aveva ancora ceduto al sonno
era per l'esorbitante quantità di caffeina che le scorreva
nelle vene al posto del sangue).
Infine, dopo una buona
mezz'ora di discussione, fatto più che altro di una testa a
polpo che proponeva e un Byakuya che negava, l'ereditiere chiuse
quell'acceso dibattito così come aveva affermato: senza
sborsare un soldo. Non aveva ceduto alle richieste dallo sciamano,
sempre più demoralizzato dai continui rifiuti dell'altro,
ottenendo così una vittoria totale, seppure fosse stato
costretto ad usare incentivi non convenzionali per chiudere in fretta
la questione. Difatti, l'unica cosa che il biondo dovette concedere fu
la promessa di non rendere Hagakure vittima della propria insonnia,
uccidendolo sul posto armato di cucchiaio.
- Un cucchiaio?..- lo
aveva guardato stupito e confuso Yasuhiro, non sapendo se dovesse
mettersi a ridere, credendolo uno scherzo, l'espressione
dell'ereditiere però lo trattenne, seria e terrificante come
poche volte l'aveva vista,
- Ci si mette un po',
ma sa dare tante soddisfazioni - si limitò ad affermare
Togami, sul limite del proprio autocontrollo, il quale, si era
già visto quel mattino, era ai minimi storici.
"Ah, ho letto anche
quel racconto..." pensò Kirigiri intuendo da quale libro
avesse preso spunto per una simile minaccia, fissando impassibile la
scena da una distanza di sicurezza, mentre Owada, al suo fianco,
sembrava più interessato al resto della sala. A parte loro
quattro, al momento nella mensa non c'era nessun altro e, forse per
questo, il motociclista non poteva far a meno di sentirsi irrequieto,
avvertiva come la presenza di qualcosa di anomalo, ma non capiva cosa.
L'istinto avvertiva il
giungere di un pericolo prima della ragione, seduta al suo fianco.
Uno strano odore
aleggiava per gli ambienti dell'accademia, ma non era causato da
qualcosa di fisico, come quando il bidello della settimana aveva
scordato di fare il suo lavoro e i rifiuti erano rimasti a stazionare
nel il corridoio per due giorni - solo poi si era scoperto che chi era
di turno era la vittima dell'ultimo processo. Era più simile
ad una sensazione, come se qualcosa di stagnate avesse cominciato a
smuoversi contemporaneamente negli animi di tutti loro, provocando un
senso di disagio collettivo.
Quel giorno, gli
ultimi studenti della Kibougamine si erano svegliati trovando una ormai
nota presenza a camminare fra loro, un personaggio che, se avesse avuto
un corpo fisico, non sarebbe stato poi tanto dissimile da Monokuma,
avendo incarnato in sé la medesima violenza e
crudeltà, era l'istinto omicida. Da quando era cominciata
quella terribile partita per la sopravvivenza, i ragazzi avevano
imparato a riconoscere inconsciamente quel profumo, già dal
tempo del primo omicidio erano divenuti consapevoli che ognuno dei
presenti (chi più, chi meno), ne era pervaso. Per loro era
divenuto il segnale.
Nel momento in cui un
omicidio stava per compiersi, l'aria diveniva satura
d’istinto omicida, proprio come accadeva quella mattina.
Stava per accadere
ancora una volta.
Una nuova vittima, un
nuovo carnefice, chissà a chi sarebbero toccati quei ruoli
all'apparenza sempre uguali, ma dalle interpretazioni tanto diverse.
I tempi erano maturi,
si sarebbe tenuto un altro processo.
Il colpevole aveva
già fatto la propria mossa.
Aprì gli
occhi e, quasi istantaneamente, desiderò di non essersi
svegliato, di poter tornare placidamente al silenzioso oblio
dell'incoscienza a cui si era appena sottratto. L'intero corpo gli
doleva, i muscoli gridavano in agonia e si sentiva pesante, quasi si
fosse tramutato in una statua di piombo, dubitava che sarebbe riuscito
ad alzarsi. Avvertiva la mente intontita, gli occhi faticano a mettere
a fuoco l'ambiente che lo circondava e non ricordava neppure dove fosse
finito.
Sapeva di aver
esagerato, la sera precedente, aveva tirato troppo la corda ed ora ne
pagava le conseguenze. Di certo però non si aspettava di
avvertire quel gelo sulla fronte, proprio in mezzo agli occhi, il
freddo contatto con la canna metallica di una pistola.
"Dove l'ha trovata..?"
fu il suo primo pensiero, rivoltò a chi la maneggiava, ma
non osò chiederlo.
Inizialmente l'idea di
Kirigiri, dopo aver ricevuto il passepartout universale del preside,
era di aprire la saracinesca posta nel corridoio di fianco ai
dormitori, con cui Monokuma teneva ancora inaccessibile una parte
dell'edificio. Purtroppo però il suo piano al momento non
era fattibile, non vedeva modo di liberarsi di Owada e Togami a breve
termine e con quei due, i quali (presi assieme), li considerava delle
pesanti zavorre. Era per questo che aveva agito alle loro spalle,
quando ancora dormivano, salvo poi essere costretta a svegliarli a
causa delle assurde insistenze di Hagakure. Coloro non aveva tutta la
libertà di movimento necessaria per andare ad investigare in
quel luogo ancora sconosciuto, da cui non sapeva esattamente cosa
aspettarsi. Per quanto la mappa che aveva scovato nel loro primo giorno
di reclusione gli indicasse la presenza delle stanze personali degli
insegnanti, non poteva essere certa che essa non fosse stata in qualche
modo manomessa, per quanto si fosse sempre dimostrata una fedele
riproduzione dell'accademia sino a quel momento. Andarci poteva
rivelarsi un errore, chissà che Monokuma non la stesse
aspettando al varco con l'intenzione di liberarsi di lei una volta per
tutte e, se non lui, sarebbe potuto cadere in qualche trappola piazzata
dal Burattinaio per impedirle di ficcare troppo il naso. Non aveva
certezze di ciò che l'attendeva, ma di una cosa era sicura:
se voleva dissipare almeno un po' il velo di misteri ed inganni da cui
era avvolta la scuola, era lì che doveva recarsi.
Lì avrebbe
trovato le sue risposte.
- Per prima cosa
andiamo all'aula di trasmissione dati - annunciò ai suoi
compagni di sventura, decidendo di tenerli all'oscuro delle proprie
intenzioni, in qualche modo li avrebbe convinti a consegnargli il
passepartout, o avrebbe trovato comunque uno stratagemma per sottrarlo
a Togami, così da poter agire indisturbata senza il loro
intervento. Al momento giudicava più opportuno andare a
scovare quelle stanze a cui, per qualche motivo sconosciuto, non
avevano ancora avuto accesso (così come si erano accordato
la sera prima), sperando di trovarvi qualche indizio, ma già
presupponeva che la ricerca si rivelasse infruttuosa. Se aveva a
disposizione un'intera ala della scuola a cui non potevano accedere,
perché il Burattinaio avrebbe dovuto nascondere, se stesso
e/o i suoi segreti, a soli pochi metri da loro?
Kirigiri non la
riteneva una mossa saggia, ma chi governava Monokuma era pur sempre un
pazzo, quindi, non poteva esserne tanto sicura, in più,
perché era proprio l'aula di trasmissione dati a rimanere
chiusa, quale motivo ci poteva essere?
Cominciò ad
intuire la risposta, quando, aperta la porta della stanza, trovandola
immersa in una semioscurità - nessuna luce proveniva dai
teleschermi spenti appesi alle pareti-, vide nel lato opposto alla
soglia, disteso sul pavimento con il volto incrostato di sangue
rappreso, il corpo di una delle tre vittime delle esecuzioni di
Monokuma: Ishimaru
Kiyotaka.
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Finalmente ho rivelato
l'identià del corpo... c'ho messo una vita <.<
, perdonate il capitolo breve, ma da qui in poi i fatti si fanno
più... più... più... Insomma PIU'! E
nel continuare avrei solo rischiato di confondere.
Coomunque, ecco il
piccolo GIOCO che voglio proporvi (va bene
anche se mi credete uno sfigato, non importa xP , però nel
mio account vedo quante persone mi leggono, quindi, prendetelo come un
incentivo per recensire xD xD ): YUMEJI QUIZ!
In questo capitolo
Togami e Kirigiri parlano di alcune ARMI IMPROPRIE usate nei racconti
gialli che hanno letto. Ora, premettendo che in realtà non
si tratta di libri, ma di FUMETTI, mi sapreste dire i loro titoli?
Piccolo indizio: il
primo è un MANGA molto conosciuto in Italia, da cui
è stato anche tratto un anime (già doppiato in
Italiano e trasmesso dalla mediaset);
Il secondo
è un fumetto italiano, che ha ben poco di "giallo" (anche se
in realtà qualcosa c'è).
Tanto so' che non
cagh.... ehm presterete attenzione -3-/ , cmq, al primo che risponde
esattamente (come premio), sono disposto a scrivere una FF secondo una
trama/parametri scelti da lui (a patto che sia su un anime/manga che
conosco).
Bye ^3^/
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