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Autore: Yumeji    06/02/2015    2 recensioni
“Ha cambiato le regole del gioco” ciò che Kirigiri aveva detto era vero
Ancora una volta Monokuma ha stravolto le vite degli ultimi studenti della Kibougamine, è venuto meno alle sue stesse regole - ha ucciso un innocente al posto di un colpevole -, e ciò solo per farli cadere in una Disperazione ancora più profonda.
Ogni atto del preside orso persegue la disperazione, i ragazzi proveranno presto sulla loro pelle quanto questo desiderio può spingere alla follia lo stesso Burattinaio, e rimpiangeranno amaramente gli "incentivi" che Monokuma gli proponeva.
Perché, se prima solletticava i loro desideri (libertà, denaro, ecc..), ora punta al cuore. Nessuno verrà risparmiato.
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Prologo - concluso
Parte I - conclusa (I / V)
Parte II - conclusa (VI / XI)
Parte III - (XII / ???)
Genere: Generale, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naegi Makoto, Oowada Mondo, Togami Byakuya
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Attenzione:
Primo capitolo della terza parte di questa FF, è più breve del solito ed al quanto leggero come temi tratti (per una volta niente problemi psicologici di sorta xD), e questo in previsione degli eventi ben più pesanti che accadranno inseguito, ciò a causa dell'identità del corpo che nel capitolo verrà (finalmente) scoperto.
P.s: Ho preparato un piccolo gioco riguardante questo capitolo, per chi fosse interessato legga l'Nda.


Capitolo XII



*DRIIIIIN DRIIIIIN... Driiin driiiin... DRIIIIN DRIIIIIiiiN!!!*
E dopo una notte sfiancante, fatta di terrore e incertezze, quale modo migliore per iniziare una nuova giornata se non venendo destati dal molesto e incessante trillo del campanello?
- Ghaaw! Ma stiamo scherzando?! - grugnì Owada mettendosi faticosamente a sedere, stropicciandosi gli occhi nel tentativo di tenerli aperti, il cattivo umore che s’insinuava in lui man mano che i secondi passavano e il rumore molesto proseguiva.
- No basta, mi arrendo... Uccidetemi - mugugnò invece un’ancora mezzo addormentato ereditiere nel rigirarsi svogliatamente nelle coperte, sollevando il lenzuolo sin sopra la testa, nascondendovi quasi si trattasse di un bozzolo protettivo.
"Ora fa il bruco?.." lo osservò Mondo con aria assente, il cervello che faticava a connettere, ma che ore erano? Gli pareva di aver chiuso gli occhi per soli cinque minuti, e poi perché aveva dormito sul pavimento?
"Ehi, aspetta!" gli ci volle qualche secondo, ma non appena i suoi neuroni fecero contatto gli fu subito lampante che qualcosa non quadrava, una rivelazione gli si parò di fronte agli occhi,
- Ohi! Cazzo ci fai nel mio letto!? - esclamò additando furioso il biondo.
Perché quella serpe si trovava comodamente disteso nel suo materasso mentre lui si era trovato coricato in maniera scomposta a terra (senza neppure usare il futon che era a disposizione dell'ereditiere), con un filo di bava lungo il mento?
- Taci scimmione dal cervello monocellulare! - non si levò dal suo nascondiglio Togami, e la sua voce suonò ovattata da sotto le lenzuola,
- No che non sto zitto, razza di bimbetto capriccioso e ingrato! Io ti ospito nella mia stanza e tu mi rubi il materasso, stronzo?!! - era furioso, ora comprendeva perché si sentisse ancora più stanco di quando si era coricato, non era solo per l'esiguo numero di ore in cui aveva riposato, era anche a causa dell'indecente giaciglio che gli era toccato. "Ora il mal di schiena c'è l'ho io" pensò dopo essersi alzato in piedi con un movimento brusco, il quale gli causò un dolore sordo alla parte inferiore della spina dorsale, - Brutto... - imprecò, non sapendo se contro Togami o per le fitte che lo avevano colpito.
Avvertendo la rabbia montare sempre più Owada afferrò d'impulso un lembo delle coperte con cui il biondo si avvolgeva e senza preavviso lo scoprì, convinto di aver facile vinta su un Byakuya perso per metà nel mondo onirico. Si sbagliava. Quella serpe di Togami non demordeva, non sembrava per nulla intenzionato a cedergli il posto che gli aveva sottratto. Forse prevedendo la mossa di Mondo, a sua volta aveva afferrato saldamente il lenzuolo, in una presa tanto salda da riuscir a contrastare per una manciata di secondi la forza del motociclista, creando così un comico tiro alla fune in cui palio c'era la possibilità di una dormita degna di questo nome.
Ovvio era l'esito dello scontro, nel quale fu Owada a prevalere, per un momento era stato stupito della resistenza fatta dall'altro, ma era durato solo un istante, alla fine non faticò molto per riuscire a sottrarre le lenzuola all'ereditiere, lasciandolo così privo di difese sul materasso, ormai del tutto scoperto.
- Non ti ricordi di essermi caduto addosso idiota!? - si tirò in piedi, in cima al letto Togami, scattando come una furia ora che il suo tentativo di riappisolarsi era stato intralciato, aveva gli occhi cerchiati da pesanti occhiaie, privati al momento dai fedeli occhiali, il volto un tantino sciupato dalla stanchezza e una pettinatura tanto ridicola, con una miriade di ciuffi ribelli a decorargli il viso, che in un'altra situazione Owada gli sarebbe scoppiato a ridere in faccia.
- Che cazzo dici?!! - replicò lui, già normalmente i discorsi che intraprendeva non erano il massimo del linguaggio, ma di mattina, appena sveglio, dava di certo il meglio di se,
- Ti dico che sei sonnambulo SCIMMIONE! Hai preso a camminare nel sonno e mi hai calpestato, razza di rincitrullito pompato!! - gli urlò in risposta Byakuya, un tantino isterico per il sonno mancato, adattandosi splendidamente al tono con cui l'altro gli si rivolgeva. Non poteva sopportare che Owada gli parlasse a quel modo perché, se lui aveva dormito poco, Togami non lo aveva fatto per nulla, Morfeo non era venuto a fargli visita quella notte.
- Balle! - non gli credette, fissandolo furente dal basso all'alto poiché il biondo non voleva scendere da quella postazione sopraelevata, quasi a quel modo potesse far valere di più le proprie ragioni, o per il semplice gusto di mostrargli una qualche sorta di superiorità.
- Ah, perché ti sembra più logico che io sia riuscito a buttarti giù da letto senza che ti svegliassi!? - parlò sarcastico, usando quel tantino di logica per permettere al motociclista di comprendere quanto stupido fosse il suo comportamento, era ovvio che Togami non sarebbe mai riuscito a sollevarlo di peso.
- In effetti...- fu costretto ad ammettere Owada, grattandosi la testa con fare stanco e irritato, abbassando da prima cosa il tono della voce, non era un bene cominciare in quel modo la mattina, anche se lo capiva ormai tardi, doveva darsi una regolata.
- Se vuoi te lo rispiego (così mi assicuro che quel tuo ottuso cervello ci arrivi) - si propose, per poi cominciare a parlare senza attenderne il consenso, - ... stavo dormendo discretamente bene - gli volle esplicare il concetto indicando il futon poco più indietro di dove si trovava il motociclista, -Quando TU - sottolineò il "tu" con un tono colmo d'ira mal celata e una nota di disprezzo, rivolgendogli anche uno sguardo (per quanto miope), capace di spaccare le pietre. - Ti sei fatto un giro per la stanza e con il tuo, per nulla dolce, peso, mi sei piombato addosso, cadendomi sopra come un sacco di patate! - si poteva ben capire l'origine della sua rabbia, quello non doveva essere stato un risveglio molto piacevole.  
"Si è proprio incazzato.." non ebbe più dubbi Mondo, - Io però non mi ricordo di essermi alzato - fu la sua blanda difesa, a cui l'ereditiere aveva già ribattuto,
- Stavi sognando, idiota! TU. SEI. SONNAMBULO! - se non avesse saputo che avrebbe avuto la peggio, vista la disparità di forza, probabilmente Byakuya gli si sarebbe avventato contro, sbattendogli per la rabbia, e la mancanza di sonno, più e più volte la testa sul pavimento della camera.  - Comunque...- incrociò le braccia al petto e si schiarì la voce nel tentativo di ricomporsi, cosa che gli riuscì ben poco con l'acconciatura a nido di rondine che si ritrovava, -... quando sono riuscito a levarti da sopra di me, ho ritenuto giusto appropriarmi del letto, visto il trattamento subito - sentenzio come fosse la cosa più logica del mondo, e forse lo era. Owada non era abbastanza lucido per capirlo, sapeva solo che voleva chiudere al più presto quel discorso, così da poter andare a vedere chi fosse quel tizio a cui faceva tanto schifo vivere e che continuava imperterrito a suonare al stra-maledetto campanello della sua stanza.

"Dovevo immaginarmelo" fu attraversato da un senso di sconforto Mondo quando, aperta la soglia, si trovò davanti Kirigiri con quel suo volto impassibile, sul quale i segni della stanchezza non riuscivano a creare neppur la più impercettibile crepa.
- Sono felice di trovarti sveglio Owada - lo salutò la ragazza, togliendo con un’estrema naturalezza il dito, fino a quel momento ancor ben piantato sopra, dal tasto del campanello, la tecnica “stana il topo con il rumore”, di cui sembrava maestra, non la deludeva mai.
"Sarebbe stato impossibile dormire con quel frastuono" la guardò storto il motociclista, ben lungi però da esternare un simile pensiero, litigare con due persone in meno di dieci minuti da che era sveglio gli avrebbe rovinato definitivamente la giornata.
- Hai scoperto qualcosa d’interessante Kirigiri? - gli chiese, sforzandosi di non imprecarle contro o di non sbatterle la porta in faccia (in quel caso avrebbe ricominciato a suonare!), non trovava altri motivi che spingessero Kyouko sino alla sua camera se non per tenerlo informato su nuovi avvenimenti.
- Nulla d'interessante... - negò, - ma qualcosa l'ho scoperta: Hagakure non è disposto a darmi la chiave - quell’informazione attraverso Owada simile ad una scossa elettrica, scacciando da lui quel senso di fatica che ancora gli gravava sui muscoli dalla sera prima.
Cosa cavolo stava facendo quella testa di medusa essiccata?!
- Brutt...- si sentiva già tremare le mani, pronto a pestare a sangue quel medium da strapazzo incapace persino di leggere le previsioni meteo.
- Dice che la consegnerà solo a Togami - aggiunse la ragazza con un leggero sbuffò nel sistemarsi una lunga ciocca di capelli, anche lei doveva essere rimasta al quanto seccata dal comportamento di Yasuhiro. - Probabilmente ne vuole approfittare il più possibile per guadagnarsi una qualche ricompensa da parte sua una volta usciti da qui - commentò con una precisione tale che, se il diretto interessato fosse stato presente, l’avrebbe accusata di leggergli nel pensiero, quasi fosse lei in realtà a possedere delle capacità psichiche - sensoriali.
- A quello gli spacco il muso - non si tranquillizzò alla spiegazione Owada, la mano stretta a pugno e la mascella serrata, quell'avido cialtrone, non capiva quanto una simile stupidaggine mettesse in pericolo non solo la sua vita, ma quella di tutti loro?
- Quindi, dov'è Togami?- non badò ad una simile reazione Kirigiri, oramai abituata agli scatti d'ira del motociclista, del tutto indifferente a quel suo comportamento,
- E'..- lo cercò lui con lo sguardo, stupendosi non trovandoselo alle spalle, si era convinto che l'ereditiere lo avesse seguito sino alla porta, per vedere il volto del loro disturbatore folle.
-...-
Ci fu un momento di silenzio in cui i due si scambiarono uno sguardo carico di significato, poi entrambi, in un muto accordo, entrarono nella stanza, constatando che sì, Byakuya, raggomitolatosi sul materasso spoglio, si era riaddormentato.

Per Owada fu un’impresa destare la serpe dal suo sonno, sapeva che il ragazzo era un cocciuto di prima categoria, ma mai si sarebbe aspettato di doversi scontrare con lui in un simile frangente. Doveva trovare una maniera perché alzasse quel deretano da aristocratico spocchioso dal letto, sopratutto perché la camera che stava occupando abusivamente era la sua e voleva la liberasse in fretta. La notte era trascorsa, non aveva più remore a cacciarlo fuori a calci, ma smuoverlo si rivelò più complicato del previsto. Monokuma aveva fatto l'immenso favore di inchiodare i letti di ogni stanza al pavimento, quindi, quando in un estremo atto disperato provò a ribaltare il mobile, l'unico risultato che ebbe fu quello di causarsi l'ennesima fitta alla schiena già dolorante, avendo passato ore sul pavimento.
- Ho sentito "crock" - commentò Kirigiri con un sorrisino divertito, una delle sue rare espressioni, dipinto sul viso, era rimasta sulla porta, limitandosi ad osservare gli inutili tentativi del motociclista, i quali passavano dall'urlare contro l’ereditiere a cercare di smuoverlo in qualche modo, con i risultati citati. "Manca solo che lo sollevi di peso" pensò Owada ignorando le parole della ragazza, osservando quell'irritante, capriccioso, viziato ereditiere, sapeva che era sveglio, era impossibile che stesse ancora dormendo, non era umanamente possibile con tutto il casino che stavano facendo! Lo stava ignorando volutamente, "... adesso lo prendo a pugni" decise,
- Perché non provi ad alzare il materasso? - propose sempre dalla sua postazione Kyouko, non sarebbe intervenuta, quella scena la divertiva troppo per interromperla. Non sapeva se la causa fosse solo la mancanza di sonno o se, in segreto, quei due facessero uso di qualche sostanza che ne alterava le facoltà, ma lo stupido infantilismo che mostravano non era certo normale, anche per i loro canoni. Erano esilaranti, faticava realmente a trattenere le risate.

Successivamente, Owada seguì le istruzioni di Kirigiri, ciò causò una violenta reazione da parte di Togami il quale, per difendere il proprio territorio (?), si scagliò in un attacco suicida contro il motociclista.
In quel momento Kyouko avrebbe pagato oro per avere tra le mani l'indecente macchina fotografica di Yamada.

- Hai esagerato...- lo accusò Togami,
- Te lo ripeto: guarda che hai cominciato tu - gli ricordò Owada,
- Fa lo stesso - non demorse, sicuro della propria ragione, - ... Ti sembra di poterti mettere a far sul serio con una persona mezza addormentata? -
- Serpe, hai visto la mia faccia?! Mi avresti cavato un occhio! - si difese,
- Per qualche graffio? Io sto sanguinando! - s’infiammò,
- Ti si è solo riaperta la ferita dell'altro giorno, a me rimarranno le cicatrici! Mi hai deturpato, voglio un risarcimento! - cercò di approfittare della situazione,
- Scherzi?.. Fa più danni quella tua acconciatura ridicola che i segni delle mie unghie - sbuffò il biondo incrociando le braccia al petto, segno che per lui la questione era chiusa.
Dopo il loro piccolo battibecco Mondo e Togami erano finiti nuovamente in infermeria, il motociclista con il volto semi sfigurato da vari tagli sottili, alcuni più profondi di altri, erano i graffi procuratagli dal pseudo amico, il quale lo aveva attaccato alla sprovvista, quando aveva provato per l'ennesima volta a farlo alzare dal letto, saltandogli addosso.
A Byakuya invece si era riaperta la ferita alla testa, in risposta al suo assalto il capobanda lo aveva spinto via con un pugno, il cui contraccolpo con il pavimento aveva causato la fuoriuscita del sangue. Sul momento Owada si era allarmato non poco a vederlo, ricordando solo successivamente del taglio già riportato in precedenza dal ragazzo.
L'unico lato positivo della faccenda era che, finalmente, entrambi erano riusciti a svegliarsi, destandosi completamente da quel torpore per il quale avevano agito in maniera tanto stupida ed infantile. L'ereditiere giurava di non ricordare nulla di come fosse scoppiata la lite, non rammentava di aver assalito l'altro, né i suoi tentativi di svegliarlo, affermava di essere stato probabilmente in una sorta di dormiveglia in cui non si rendeva conto di agire, ma forse voleva evitarsi l'imbarazzo di spiegare il proprio comportamento insensato.
Nessuno dei due avrebbe mai ammesso che quella prigionia li stava divorando, non si sarebbero azzardati per nulla al mondo ad esternare la frustrazione da cui erano logorati. Sopratutto nelle ultime ore i loro nervi erano stati messi più e più volte a dura prova e, come risultato, ne erano usciti esausti, incapaci di sfogare quel senso d’impotenza e di rabbia che si sedimentava sempre più nei loro animi. Se alla fine le azioni che avevano compiuto si erano rivelate esagerate rispetto a contesto in cui si svolgevano, il motivo andava cercato nella loro incapacità di trovare un qualche sfogo su cui riversare le proprie preoccupazioni e paure. Per quanto fosse abituato da una vita agli scoppi d'ira, anche per Owada era ancora un mistero il modo giusto con cui gestirli.
- A proposito, perché quelle unghie non te le tagli? - propose all'ereditiere, le trovava un'arma temibile quasi quanto gli artigli di Monokuma,
- No, mi servono per un omicidio - rifiutò lui voltando il viso dall'altra parte, approfittando di non doverlo più guardare in faccia ora che aveva finito di fasciargli la fronte,
- Stai ancora progettando di commetterne uno..?- si stupì Owada, credeva avesse ormai abbandonato quella malsana idea,
- E' sempre un bene avere un piano di riserva - non ammise l'ovvio, ma cosa pensava, che solo perché si era messo a giocare ai detective con lui e Kirigiri avesse smesso di progettare una via di fuga alternativa, ovvero, di sfruttare l'omicidio perfetto compiuto da se stesso? Se Mondo la pensava così allora era più ingenuo di quanto sembrasse.
- Ma che c'entrano le ungh-..! No, non dirmi che hai tratto l'idea da uno di quei libri, vero? - un naturale sorriso ironico gli fiorì sulle labbra, infondo la serpe non si era documentato sull'argomento leggendo una serie di gialli?
- Sì, e con questo? - si sentì offeso dal tono beffeggiante con cui il motociclista gli rivolse la domanda,
- Non crederai di poterla fare franca solo perché hai copiato la trama di un romanzo? - rise, irritando sempre più Togami,
- Non permetterti di giudicare se prima non conosci il mio piano - lo fece tacere con tono seccato e imperioso, ma più per le sue parole fu l'entrata di Kirigiri ad azzittire Owada, rendendolo di colpo pensieroso. La fissò, ignorando deliberatamente le proteste dell'ereditiere, chiedendosi dove si fosse cacciata Kyouko mentre loro si medicavano le ferite, ad un certo punto, quando si stavano recando lì, aveva notato la sua scomparsa.
- Hai intenzione di tagliare la gola della tua vittima con l'unghia del pollice? - intervenne, dando segno che, come al solito, stava ascoltando già da un po' la loro conversazione, - L'ho letto anch'io quel libro qualche tempo fa - ammise,
- Bene, allora mi toccherà inventarmi qualcos'altro - dovette scartare la propria idea Byakuya, costringendosi ad usare un tono piatto ed impersonale, non voleva ammettere di essersi un po’ affezionato a quel progetto.  Anche se doveva ritenersi fortunato per l'intervento di Kirigiri, se avesse continuato per quella via, arrivando quindi al processo, sarebbe stato impossibile farla franca visto che conosceva il trucco.
- Ma davvero si può uccidere qualcuno con... con un’unghia? - Owada lo credeva difficile,
- Teoricamente è possibile, visti gli elementi da cui è composta - affermò il biondo,
- Certo, sempre se la si riesce a rendere abbastanza affilata - si aggiunge Kirigiri annuendo.
"Spero che voi due non collaboriate mai..." fu invece attraversato da un tremore il motociclista, convincendosi che, se avessero agito insieme, sarebbero stati in grado di architettare l'omicidio perfetto.

Riunitisi con l'arrivo di Kyouko, tutti e tre lasciarono l'infermeria per dirigersi alla caffetteria dove avrebbero trovato Hagakure.
- Allora, hai intenzione di pagarlo? - domandò Owada durante il tragitto, grattandosi l'enorme cerotto che si era appiccicato sulla guancia, la sensazione che gli lasciava sulla pelle lo infastidiva,
- Affatto, non sborserò un centesimo - negò risoluto e irremovibile Byakuya, - Non ho mai inteso che gli avrei dato una ricompensa -
- Ci sono i presupposti per una lunga discussione - prevedé Kirigiri e, come accadeva il 97% delle volte quando era lei a fare una supposizione, gli eventi successivi le diedero ragione.
Nonostante Hagakure Yasuhiro fosse un noto codardo, quando si trattava di guadagnarci non guardava in faccia nessuno. Il pensiero dei quattrini sonanti che si accumulavano nelle sue tasche uccideva quel poco buon senso di cui disponeva, il quale sopravviveva a fatica sotto il cespuglio di capelli rasta. Un simile comportamento incosciente era il motivo per cui aveva finito con l'inguagliarsi con la mafia, avendo escogitato una truffa ai danni dell'amante di un boss per spillarle più soldi possibili. In quel caso Hagakure aveva pagato la sua cupidigia perdendo ben tre anni di scuola, essendo costretto a fuggire - non solo dalla malavita ma anche da una serie d’infuriati creditori -, a darsi alla macchia per non finire ucciso. Ancora adesso, dopo tutto quel tempo, doveva muoversi con estrema cautela, guardandosi alle spalle con il timore di veder sbucare da un momento all'altro un "uomo in nero" (il nome con cui aveva imparato a riconoscere coloro che volevano fargli la pelle), pronto ad acciuffarlo, portalo nel primo vicolo buio e lì esportargli gli organi per rivenderli al mercato nero.
Visti simili, terribili, angosciosi precedenti, si supponeva che Yasuhiro avesse imparato dai propri errori, facendone tesoro per non ripeterli in futuro. Ma purtroppo, si stava parlando di Hagakure, il quale non immaginava minimamente quanto ancora più orribili e atroci potessero essere le conseguenze dell'incorrere nell'ira della famiglia Togami, il cui peso sul governo non solo giapponese, ma mondiale, l'avrebbe portato a diventare il ricercato numero uno sul pianeta. Fortunatamente per lui, Byakuya non aveva alcuna intenzione di smuovere le conoscenze concessagli dal ruolo che ricopriva, sul momento doveva trattenersi dal afferrarlo per il collo, quindi sarebbe stata già una vittoria per lo sciamano se ne fosse uscito vivo. Di nuovo però, il ragazzo rasta era troppo ottuso e insisteva per ricevere una cospicua somma per aver tenuto un oggetto "potenzialmente pericoloso per la propria incolumità".
"Quasi rimpiango che Monokuma non te l'abbia trovato addosso quel passepartout del caz...” pensò Togami sull'orlo dell'ennesima crisi di nervi.
Intanto, nell'attesa che la contrattazione tra Hagakure e l'ereditiere si concludesse, Owada ebbe tutto il tempo di consumare una cospicua colazione, mentre Kirigiri si servì il quarto caffè della mattina (non era un essere ultra terreno, se non aveva ancora ceduto al sonno era per l'esorbitante quantità di caffeina che le scorreva nelle vene al posto del sangue).
Infine, dopo una buona mezz'ora di discussione, fatto più che altro di una testa a polpo che proponeva e un Byakuya che negava, l'ereditiere chiuse quell'acceso dibattito così come aveva affermato: senza sborsare un soldo. Non aveva ceduto alle richieste dallo sciamano, sempre più demoralizzato dai continui rifiuti dell'altro, ottenendo così una vittoria totale, seppure fosse stato costretto ad usare incentivi non convenzionali per chiudere in fretta la questione. Difatti, l'unica cosa che il biondo dovette concedere fu la promessa di non rendere Hagakure vittima della propria insonnia, uccidendolo sul posto armato di cucchiaio.
- Un cucchiaio?..- lo aveva guardato stupito e confuso Yasuhiro, non sapendo se dovesse mettersi a ridere, credendolo uno scherzo, l'espressione dell'ereditiere però lo trattenne, seria e terrificante come poche volte l'aveva vista,
- Ci si mette un po', ma sa dare tante soddisfazioni - si limitò ad affermare Togami, sul limite del proprio autocontrollo, il quale, si era già visto quel mattino, era ai minimi storici.
"Ah, ho letto anche quel racconto..." pensò Kirigiri intuendo da quale libro avesse preso spunto per una simile minaccia, fissando impassibile la scena da una distanza di sicurezza, mentre Owada, al suo fianco, sembrava più interessato al resto della sala. A parte loro quattro, al momento nella mensa non c'era nessun altro e, forse per questo, il motociclista non poteva far a meno di sentirsi irrequieto, avvertiva come la presenza di qualcosa di anomalo, ma non capiva cosa.
L'istinto avvertiva il giungere di un pericolo prima della ragione, seduta al suo fianco.

Uno strano odore aleggiava per gli ambienti dell'accademia, ma non era causato da qualcosa di fisico, come quando il bidello della settimana aveva scordato di fare il suo lavoro e i rifiuti erano rimasti a stazionare nel il corridoio per due giorni - solo poi si era scoperto che chi era di turno era la vittima dell'ultimo processo. Era più simile ad una sensazione, come se qualcosa di stagnate avesse cominciato a smuoversi contemporaneamente negli animi di tutti loro, provocando un senso di disagio collettivo.
Quel giorno, gli ultimi studenti della Kibougamine si erano svegliati trovando una ormai nota presenza a camminare fra loro, un personaggio che, se avesse avuto un corpo fisico, non sarebbe stato poi tanto dissimile da Monokuma, avendo incarnato in sé la medesima violenza e crudeltà, era l'istinto omicida. Da quando era cominciata quella terribile partita per la sopravvivenza, i ragazzi avevano imparato a riconoscere inconsciamente quel profumo, già dal tempo del primo omicidio erano divenuti consapevoli che ognuno dei presenti (chi più, chi meno), ne era pervaso. Per loro era divenuto il segnale.
Nel momento in cui un omicidio stava per compiersi, l'aria diveniva satura d’istinto omicida, proprio come accadeva quella mattina.
Stava per accadere ancora una volta.
Una nuova vittima, un nuovo carnefice, chissà a chi sarebbero toccati quei ruoli all'apparenza sempre uguali, ma dalle interpretazioni tanto diverse.
I tempi erano maturi, si sarebbe tenuto un altro processo.
Il colpevole aveva già fatto la propria mossa.


Aprì gli occhi e, quasi istantaneamente, desiderò di non essersi svegliato, di poter tornare placidamente al silenzioso oblio dell'incoscienza a cui si era appena sottratto. L'intero corpo gli doleva, i muscoli gridavano in agonia e si sentiva pesante, quasi si fosse tramutato in una statua di piombo, dubitava che sarebbe riuscito ad alzarsi. Avvertiva la mente intontita, gli occhi faticano a mettere a fuoco l'ambiente che lo circondava e non ricordava neppure dove fosse finito.
Sapeva di aver esagerato, la sera precedente, aveva tirato troppo la corda ed ora ne pagava le conseguenze. Di certo però non si aspettava di avvertire quel gelo sulla fronte, proprio in mezzo agli occhi, il freddo contatto con la canna metallica di una pistola.
"Dove l'ha trovata..?" fu il suo primo pensiero, rivoltò a chi la maneggiava, ma non osò chiederlo.


Inizialmente l'idea di Kirigiri, dopo aver ricevuto il passepartout universale del preside, era di aprire la saracinesca posta nel corridoio di fianco ai dormitori, con cui Monokuma teneva ancora inaccessibile una parte dell'edificio. Purtroppo però il suo piano al momento non era fattibile, non vedeva modo di liberarsi di Owada e Togami a breve termine e con quei due, i quali (presi assieme), li considerava delle pesanti zavorre. Era per questo che aveva agito alle loro spalle, quando ancora dormivano, salvo poi essere costretta a svegliarli a causa delle assurde insistenze di Hagakure. Coloro non aveva tutta la libertà di movimento necessaria per andare ad investigare in quel luogo ancora sconosciuto, da cui non sapeva esattamente cosa aspettarsi. Per quanto la mappa che aveva scovato nel loro primo giorno di reclusione gli indicasse la presenza delle stanze personali degli insegnanti, non poteva essere certa che essa non fosse stata in qualche modo manomessa, per quanto si fosse sempre dimostrata una fedele riproduzione dell'accademia sino a quel momento. Andarci poteva rivelarsi un errore, chissà che Monokuma non la stesse aspettando al varco con l'intenzione di liberarsi di lei una volta per tutte e, se non lui, sarebbe potuto cadere in qualche trappola piazzata dal Burattinaio per impedirle di ficcare troppo il naso. Non aveva certezze di ciò che l'attendeva, ma di una cosa era sicura: se voleva dissipare almeno un po' il velo di misteri ed inganni da cui era avvolta la scuola, era lì che doveva recarsi.
Lì avrebbe trovato le sue risposte.
- Per prima cosa andiamo all'aula di trasmissione dati - annunciò ai suoi compagni di sventura, decidendo di tenerli all'oscuro delle proprie intenzioni, in qualche modo li avrebbe convinti a consegnargli il passepartout, o avrebbe trovato comunque uno stratagemma per sottrarlo a Togami, così da poter agire indisturbata senza il loro intervento. Al momento giudicava più opportuno andare a scovare quelle stanze a cui, per qualche motivo sconosciuto, non avevano ancora avuto accesso (così come si erano accordato la sera prima), sperando di trovarvi qualche indizio, ma già presupponeva che la ricerca si rivelasse infruttuosa. Se aveva a disposizione un'intera ala della scuola a cui non potevano accedere, perché il Burattinaio avrebbe dovuto nascondere, se stesso e/o i suoi segreti, a soli pochi metri da loro?
Kirigiri non la riteneva una mossa saggia, ma chi governava Monokuma era pur sempre un pazzo, quindi, non poteva esserne tanto sicura, in più, perché era proprio l'aula di trasmissione dati a rimanere chiusa, quale motivo ci poteva essere?
Cominciò ad intuire la risposta, quando, aperta la porta della stanza, trovandola immersa in una semioscurità - nessuna luce proveniva dai teleschermi spenti appesi alle pareti-, vide nel lato opposto alla soglia, disteso sul pavimento con il volto incrostato di sangue rappreso, il corpo di una delle tre vittime delle esecuzioni di Monokuma: Ishimaru Kiyotaka.




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Finalmente ho rivelato l'identià del corpo... c'ho messo una vita <.< , perdonate il capitolo breve, ma da qui in poi i fatti si fanno più... più... più... Insomma PIU'! E nel continuare avrei solo rischiato di confondere.
Coomunque, ecco il piccolo GIOCO che voglio proporvi (va bene anche se mi credete uno sfigato, non importa xP , però nel mio account vedo quante persone mi leggono, quindi, prendetelo come un incentivo per recensire xD xD ): YUMEJI QUIZ!
In questo capitolo Togami e Kirigiri parlano di alcune ARMI IMPROPRIE usate nei racconti gialli che hanno letto. Ora, premettendo che in realtà non si tratta di libri, ma di FUMETTI, mi sapreste dire i loro titoli?
Piccolo indizio: il primo è un MANGA molto conosciuto in Italia, da cui è stato anche tratto un anime (già doppiato in Italiano e trasmesso dalla mediaset);
Il secondo è un fumetto italiano, che ha ben poco di "giallo" (anche se in realtà qualcosa c'è).
Tanto so' che non cagh.... ehm presterete attenzione -3-/ , cmq, al primo che risponde esattamente (come premio), sono disposto a scrivere una FF secondo una trama/parametri scelti da lui (a patto che sia su un anime/manga che conosco).
Bye ^3^/
  
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