Elyran
scosse
debolmente la testa, mentre apriva lentamente gli occhi e cercava di
drizzarsi a sedere, puntellandosi sui gomiti, ma cadendo nuovamente a
terra quando le forza gli vennero a mancare. Si sentiva malissimo,
pareva che tutto attorno a lui girasse vorticosamente, comprese le
facce sfocate dei suoi due amici che intravedeva attraverso le palpebre
socchiuse.
"Elyran, come ti senti?" chiese Arthur, preoccupato. Non aveva mai
visto lo stregone ridotto a cosi` mal partito.
"Tranquillo, sto bene." rispose lo Shanti, o almeno ci provo`, anche se
dalla sua bocca uscirono solo suoni inarticolati ed incomprensibili.
Durokan raggiunse velocemente il loro piccolo accampamento, poco
distante, per vedere cosa si era salvato, ma non rimaneva nulla, tranne
una coperta mezza bruciata. La prese e, dopo averla ripulita e piegata
come meglio poteva, torno` da Elyran e la pose come un cuscino sotto la
sua testa, in modo che potesse stare un minimo comodo mentre si
riprendeva dalla dura lotta, facendogli poi bere un altro sorso di
pozione.
Anche Arthur era stremato, e si era lasciato cadere a terra, seduto al
fianco di Elyran sul terreno annerito dal fuoco del drago, che giaceva
morto ad un centinaio di metri di distanza, il corpo dilaniato dalla
magia della spada dell'Arcangelo e della magia di Elyran e del nano.
Tutt'attorno era sceso un grande silenzio, e solo il vento soffiava
delicato sui tre avventurieri, mentre i soli nel cielo continuavano il
loro viaggio: era da poco passata meta` mattina, anche se per Arthur,
Durokan ed Elyran era come se la battaglia fosse durata giorni.
"Durokan." inizio` a dire Arthur, "e` vero che ogni drago possiede un
grande tesoro, come raccontano le storie?"
"Di solito e` esattamente cosi`, ragazzo." rispose il vecchi mago,
"Perche` me lo chiedi?"
"Oh, niente... Sarei davvero curioso di vederlo un tesoro del genere."
"Farebbe gola a moltissima gente, in effetti. Un tesoro del genere ti
cambia la vita per sempre. Come credi che Elyran si sia potuto
permettere di comprare l'armatura che indossi questo momento?"
Arthur si fermo` un momento a riflettere alle parole di Durokan,
guardandosi l'armatura come se la vedesse nuovamente per la prima
volta, per poi volgere lo sguardo all'amico disteso a terra ancora
semi-incosciente.
"Elyran ha ucciso un drago? Da solo?" chiese stupito il giovane.
"Si`, Arthur, qualche tempo fa, mentre combatteva per il possesso di
uno degli artefatti che sta cercando. Ma, stando a quello che mi ha
raccontato, si trattava di un giovane drago nero, nemmeno lontanamente
paragonabile al grande dragone rosso che siamo riusciti a sconfiggere
oggi." rispose Durokan, per poi concludere, "in effetti sono sorpreso
che siamo sopravvissuti."
Arthur non seppe cosa rispondere a quell'osservazione da parte del
vecchio nano. Sapeva solo che dentro di se` si sentiva sollevato,
contento di essere ancora vivo. Ma non sapeva dire se era merito della
sola fortuna, dell'abilita` dei suoi compagni e dell'Arcangelo, o se
anche lui aveva almeno in parte contribuito a quella vittoria.
"E quella storia del debito tra Elyran e l'Arcangelo? Ne sai qualcosa,
Durokan?"
Il nano stava scuotendo la testa in segno di diniego, quando Elyran,
che aveva ripreso conoscenza ed aveva aperto gli occhi, disse, "Quella
e` una storia che posso raccontarvi io, se volete. In ogni caso, non
credo che riuscirei a muovermi in questo momento."
"Come ti senti, Elyran?" domando` Durokan, preoccupato per il suo amico.
"Mi sento come se avessi appena combattuto da solo contro un drago."
rispose Elyran,
ridendo alla sua stessa battuta, ma dovette smettere subito in quanto
ridere gli faceva dolere il petto, mentre Durokan gli lanciava
un'occhiataccia, poi aggiunse, "Sto bene, Durokan, davvero, grazie alle
tue pozioni. Ho solo bisogno di riposare, per recuperare le forze, e
sono sicuro che anche voi ne avete bisogno. Per oggi non ci muoveremo
da qui, temo. Volete ascoltare la mia storia, quindi?"
I due amici annuirono. Elyran riusci` finalmente a mettersi a sedere,
ed inizio` a raccontare.
"E` accaduto tutto circa cinquanta anni fa. In quel periodo ero ancora
alla ricerca della Chiave dei Venti, ancora non sapevo che giacesse
dimenticata nel tesoro di un giovane drago nero, e mi trovavo ai
confini del deserto del Rashan... Quello che era il mio regno, quasi
mille anni fa. Non so cosa mi aveva spinto fin li`, seguivo
principalmente l'istinto poiche` non avevo altra guida che mi potesse
condurre alla Chiave, o forse ero guidato anche dalla nostalgia per il
passato. Non saprei dire, ma dentro di me sentivo che mi trovavo
esattamente dove dovevo essere.
Stavo esplorando quella che era stata la capitale del regno, ora un
ammasso di edifici in rovina devastati dal tempo e dall'evento
catastrofico che io avevo causato, aspettandomi quasi di poter trovare
li` la Chiave, quando udii distintamente il suono di una battaglia. Non
sapevo di cosa si trattasse, ma non seppi trattenere la curiosita` e,
seguendo il rumore delle spade una contro l'altra, giunsi al luogo dove
si stava svolgendo il combattimento.
Ammetto che non mi sarei mai aspettato quello che vidi. Sotto i soli
concenti del deserto, nelle rovine della mia vecchia citta`, un
Arcangelo stava combattendo strenuamente contro un potente Diavolo
delle Fosse da un lato, ed un Balor dall'altro. Era uno spettacolo
incredibile a vedersi, per quanto terribile, persino piu` del
combattimento che noi abbiamo affrontato oggi contro il dragone.
L'Arcangelo era meraviglioso e possente nella sua armatura dorata, ed
il suo spadone traeva riflessi alla luce del sole, mentre rapido si
muoveva ad intercettare i colpi del diavolo e del demone.
I suoi due avversari erano davvero temibili, e spaventosi a vedersi.
Ciascuno alto quanto l'Arcangelo, entrambi avevano la pelle rosso cupo,
come sangue essiccato e gli occhi parevano fiamme ardenti, e grandi ali
membranose come immensi pipistrelli. Indossavano entrambi un'armatura
di quello che pareva essere acciaio scuro, come annerito dalle fiamme,
ma laddove il diavolo era piu` longilineo, quasi aggrazziato, e
combatteva con una lunga spada che pareva essere fatta di soli fulmini,
il demone era goffo e deforme e combatteva con una grande frusta di
fuoco.
Ero assolutamente affascinato da quello scontro tra titani. Nella mia
lunga vita, avevo gia` visto demoni, diavoli ed angeli in passato,
impegnati a combattere la loro infinita guerra nel nostro mondo, ma mai
prima di allora avevo visto esseri tanto potenti, di cui avevo solo
letto nei libri ed udito cantare nelle leggende, ne` tanto meno avevo
mai visto un diavolo ed un demone combattere fianco a fianco, infatti
solitamente le due razze sono impegnate a distruggersi a vicenda, con
odio pari a quello che provano verso le creature celestiali.
Il combattimento era violento, all'ultimo sangue, e l'Arcangelo era in
difficolta`: nonostante durante lo scontro il demone avesse avuto la
peggio, e giacesse ora in una pozza di nero sangue, l'Arcangelo era
stato gravemente ferito mentre il Diavolo della Fossa era ancora in
forze. Sapevo che se fossi rimasto a guardare, il diavolo avrebbe
certamente avuto la meglio. Non avevo mai affrontato un tale avversario
prima di allora, non sapevo se potevo davvero riuscire a sconfiggerlo,
ma decisi che non sarei rimasto da parte.
Cogliendolo di sorpresa, lo attaccai usando la mia magia, attingendo
fino all'ultima goccia del mio potere, nel tentativo di distruggere
quella creatura del male, o almeno di rimandarla nel luogo da cui era
venuta. Non ricordo molto di quello scontro, i miei ricordi sono
confusi... Abbiamo lottato a lungo, ma non sarei sopravvissuto a quello
scontro, questo lo so, perche` ero allo stremo delle forze. Ma
il mio intervento aveva distratto il diavolo e dato all'Arcangelo il
tempo di curare le sue ferite, almeno in parte, e questa volta tocco`
al diavolo lottare in minoranza numerica. Fu proprio l'Arcangelo a
dargli il colpo di grazia, mentre il diavolo si ritrovava immobilizzato
dalla mia magia, ed anche lui fini` a terra, sulla sabbia, in una pozza
del suo stesso sangue nero. Ma anche l'angelo era crollato.
Nonostante io non stessi molto meglio, cercai di fare il possibile per
lui, usando la mia poca magia residua per curare le sue ferite. Alla
fine si riprese, e rialzatosi in piedi mi guardo` con quei suoi occhi
incredibili... Non avevo mai visto occhi simili, come pozzi di infinita
tristezza.
"Ti ringrazio, Lothasar Mornsong. Ti devo la mia vita." mi disse, poi
continuo`, "Il mio nome e` El-Azrahel, Primo dei Sette Guerrieri. Se
mai un giorno sarai in pericolo, ed avrai bisogno di aiuto, chiama ed
io verro`."
Solo questo mi disse, null'altro, prima di sparire per tornare al regno
angelico cui appartiene. Ma in quelle poche parole, mi aveva fatto un
grandissimo dono, e lo sapeva: mi aveva detto il suo vero nome, che mi
avrebbe dato il potere di convocarlo in qualsiasi luogo, in qualsiasi
momento, persino contro la sua volonta`.
E questo e` cio` che accadde quel giorno lontano. Mi ero ripromesso che
non avrei mai riscosso quel debito, che non avrei mai osato evocare una
creatura tanto possente solo per... Servirmi... Ma oggi era necessario,
non avevo altra scelta." conluse Elyran.
Finita la sua storia, Elyran si sdraio` nuovamente a terra chiudendo
gli occhi, come se il solo atto di narrare quella storia lo
avesse privato delle sue poche energie.
"Non capisco, Elyran." interloqui` Arthur, "Se il nome di
quell'Arcangelo e` cosi` importante, tanto da dare un tale potere su di
noi, perche` ce lo hai rivelato?"
"Come si chiama l'Arcangelo, Arthur?" domando` di rimando Elyran,
sempre ad occhi chiusi ma con un sorriso astuto, quasi canzonatorio,
sulle labbra.
"Ma ce lo hai appena detto!" ribatte` il giovane, sentendosi preso in
giro dallo stregone, "Il suo nome e`... E`... Non lo ricordo."
concluse, guardando Elyran stupefatto, sospettando quasi che si
trattasse di un trucco dello stregone, o di uno scherzo di cattivo
gusto.
"No, non lo ricordi, e non lo puoi ricordare, per quante volte io possa
ripetertelo. E nemmeno Durokan se lo ricorda, vero?" domando`
nuovamente lo Shanti, guardando il vecchio nano mentre questi scuoteva
la testa, per confermare la sua ipotesi.
"Vedete, voi non potete ricordare il suo nome, perche` lo avete udito
pronunciare solo da me. Lo potreste ricordare solo ed esclusivamente se
fosse l'Arcangelo a dirlo direttamente a voi. Altrimenti, lo scorderete
ogni volta nell'arco di pochi istanti, anche se conserverete il ricordo
di averlo effettivamente udito. Queste cose funzionano in modo
strano..." sospiro` lo Shanti, per poi riprendere dicendo, "Mi sento
meglio ora. Pensate di poter affrontare una mezza giornata di viaggio,
approfittando delle poche ore di luce che ci restano?"
I suoi due compagni annuirono, e lentamente si alzarono in piedi
dirigendosi verso i cavalli, che fortunatamente erano ancora vivi dopo
la cruenta battaglia, per quanto molto spaventati. Riuscirono a
calmarli ed a riprendere il viaggio, mentre i soli si trovavano a picco
nel cielo ed era da poco passato mezzogiorno.
NOTA DELL'AUTORE: finalmente ho tempo di continuare, anche se gli esami di fine semestre si avvicinano velocemente... spero vi piaccia questo breve capitoletto! A presto. |