d
Elenco digimon che
appariranno e di cui (forse) non conoscete i nomi originali:
Dagomon:
Dragomon
Daemon: Demon
Lord Knightmon:
Crusadermon
Piemon: Piedmon
Mugendramon:
Machinedramon
Vamdemon: Myotismon
Pinocchimon: Puppetmon
Tailmon: Gatomon
Capitolo
2: Whithin Temptation
This world may have failed you
It doesn’t
give you reason why
You could have chosen a
different path
(Angels, Within
Temptation)
Tenebre.
Nient'altro che tenebre
sconfinate.
L'aria salmastra era
pesante da respirare.
Già altre
volte era successo.
Già altre
volte era stata là.
Hikari Yagami stava in
mezzo a quelle tenebre con lo sguardo terrorizzato da tutto quel nulla.
Odiava quella sensazione
opprimente di tristezza e solitudine miste a
malvagità che aleggiava in quel luogo.
-Tail... mon... - terrorizzata,
balbettò il nome dell'amica, ma nessuno rispose.
Era sola?
Sarebbe stata preda
delle tenebre?
-Digiprescelta della
Luce... - una voce gutturale la
chiamò e lei tremò. L'oscurità si
diradò, rischiarata da una luce fioca e grigia. Una figura minuta si
fece avanti e lei
indietreggiò.
-Non
fuggire da me, ti prego... - la voce si fece
più dolce e... femminile... la sua voce!
Dalla
profondità di quel grigiore emerse una bambina di circa otto
anni che indossava una
canottiera gialla e pantaloncini fucsia. Al collo un fazzoletto
rosa pastello e un fischietto argentato.
Era lei.
Lei all'epoca della
prima avventura a Digiworld.
Quanto era passato da
allora?
Sei anni circa.
Che nostalgia...
-Ecco,
brava. Non temermi. Sono qui per aiutarti.- le disse la piccola Hikari.
-Aiutarmi?-
La piccola Hikari
annuì.
-Da
tanto tempo ti aspettavo... mi dispiace incontrarti in queste
circostanze, ma evidentemente era destino... il vostro mondo
è in grave pericolo... ancora... -
Hikari annuì.
Perciò Gennai
aveva comunicato a tutti loro la chiusura delle frontiere digitali.
Né i digiprescelti, né i
loro partner digimon sarebbero più potuti tornare a
Digiworld, almeno finché lui non avesse dato loro il via
libera.
Da quando BelialVamdemon
aveva tentato di uccidere Yamato, qualcosa si era messo in moto,
qualcosa che loro non erano riusciti a capire. E che ovviamente nessuno
si era degnato di spiegare loro.
-Chi sei?-
domandò la
giovane Yagami.
-Dagomon.- rispose la
bambina
-Da... Dagomon?-
La piccola Hikari
annuì.
-Non temermi, mia
amata... non voglio portarti via dal tuo mondo, non
più. Sono stato un digimon crudele, volevo conquistare ogni
cosa e sottomettere tutti, ma sono stato combattuto e sconfitto,
dopodiché sono stato esiliato quaggiù, nel Dark
Ocean. Una punizione giusta, ho sbagliato. Ho eliminato tante vite
innocenti però... - gli occhi gli si
inumidirono -In mezzo a questa solitudine, a questa
oscurità, ho avuto modo di comprendere il male che ho fatto
e mi sono pentito amaramente. Purtroppo però,
nessuno mi ascoltava e sono rimasto qui, a bramare la luce. Nel
bramarla sono riprecipitato nelle tenebre.-
Dagomon
addolcì lo sguardo nell'osservare la ragazza.
-Quella Luce
sei tu, mia amata. Ti osservo da quando nascesti. Ti ho vista crescere.
Gioivo
per i tuoi progressi e mi rattristavo quando il sorriso spariva dalle
tue labbra. Ho temuto per la tua vita quando ti sei ammalata
all'età di quattro anni o quando Vamdemon ha cercato di
ucciderti. Ti amavo. Ho aspettato per tanto tempo il tuo arrivo, ma tu
mi temevi, temevi l'oscurità e le mie intenzioni nei tuoi
confronti, che non erano più pure. Sono stato
così stolto, così... perdonami, mia amata,
perdonami... -
Hikari si
asciugò le guance rigate dalle lacrime, in preda al senso di
colpa. Non aveva capito le
sofferenze di quel digimon e l'aveva abbandonato
all'oscurità. Ma non era solo quello, era Dagomon stesso ad
angosciarla, la sua voce non era solo dolce e triste. Diventava sempre
più affaticata e debole, leggeva l'urgenza nelle sue parole.
Soffriva. Non mentiva, lo sentiva nel cuore e soffriva con lui.
-Mi dispiace... non
sapevo che... io... non so cosa dire... -
-Non
importa... - riprese Dagomon -L'importante è che sei qui
prima che sia
troppo tardi. Ecco, prendi questo.- disse
porgendole la mano, il piccolo pugno stretto intorno a qualcosa. -Vi
servirà per combatterli.-
-Combattere chi?-
-Non mi
è rimasto molto tempo... prendi... non avere paura... -
Tra le mani di Dagomon
stava un piccolo uovo completamente nero, delle dimensioni di una
noce, avvolto da numerose crepe come una fitta ragnatela.
Hikari porse la mano per
ricevere quel piccolo oggetto.
Come lo prese, l'uovo si
illuminò. Fasci di luce
fuoriuscirono dalle crepe dando l'impressione che esso potesse
schiudersi da un momento all'altro.
La piccola Hikari
posò allora le manine sopra quelle della se stessa grande,
chiudendole
il
pugno intorno all'oggetto.
-Grazie... - le
sussurrò sorridendole. -Mia amata
Hikari.-
La digiprescelta della
Luce annuì, le lacrime le solcarono le guance mentre,
accarezzando le
mani della piccola, questa si dissolveva scomponendosi in dati.
-Pregherò per
te, ovunque sarò.-
Non aveva smesso di sorridere.
Si svegliò di
soprassalto.
Ogni volta che sognava
qualcosa riguardante il Dark Ocean, la paura la
accompagnava per tutta la notte, o tutto il giorno, ma
quella volta era diverso. Si sentiva triste ed infuriata con se stessa. Se solo avesse saputo...
-Hikarichan, che
succede?- le domandò assonnata Tailmon.
La ragazza si
ributtò sul cuscino e fissando il soffitto
sussurrò: -Dagomon è morto.-
Tailmon rimase un po'
sconcertata dalle parole della sua prescelta.
-Che cosa?-
-È morto... -
balbettò quella con le lacrime agli occhi.
Tra le
mani stringeva ancora l'uovo nero, segno che non
era stato solo un sogno. Era reale. Dagomon l'aveva voluta avvertire
nonostante fosse in punto di morte. Rabbrividì al pensiero.
N'era certa: c'era sofferenza anche fisica in lui. Che l'avessero
ucciso? Ma chi?
Il suo, o i suoi assassini erano quelli che dovevano combattere? Ma
perché diavolo Gennai aveva chiuso le frontiere senza
degnarli di uno straccio di spiegazione? L'angoscia ebbe il sopravvento
su
di lei, che iniziò a versare copiose lacrime davanti allo
sguardo preoccupato dell'amica digitale.
-Hikari... -
-Aveva bisogno di me...
- pianse -Invocava il mio nome e io... io... -
Tailmon si
accoccolò vicino a lei in modo da darle
conforto, non poteva fare molto se non lasciarla sfogare e ascoltare
ciò che le diceva, consolarla, rassicurarla. Odiava quando
accadeva questo genere di cose, perché non poteva mai fare
molto per lei.
Era palese che ci fosse qualcosa di
terribile in atto e se Gennai non aveva detto loro nulla, un motivo
c'era. Da ex soldato poteva capirlo e questo l'aiutava a sopportare
meglio quella situazione, tuttavia ciò non toglieva che
anche lei si sentisse frustrata come tutti.
L'incombere di quel qualcosa di grave dal quale stavano proteggendosi
era sempre più manifesto e il tentato omicidio di Yamato era
solo la punta dell'iceberg.
Un iceberg del quale non
conoscevano le dimensioni.
°
"Ora che Dagomon
è fuori combattimento, posso finalmente
concentrarmi sul mio progetto." pensò Daemon, trionfante.
Era riuscito a
lasciare quel postaccio del Dark Ocean, troppo noioso e umido per i
suoi gusti. Finalmente avrebbe potuto raggiungere la sua base segreta
nelle viscere della
terra del WWW Continent e continuare gli esperimenti interrotti a causa
dei digiprescelti. Impiegò non poco tempo a raggiungere quel
luogo, a causa
delle ferite riportate e della stanchezza accumulata. Dagomon
non voleva saperne di morire. Combatteva in nome di quella
Luce che gli era
stata negata.
Pfui!
Idiozie.
"I sogni non rendono
forte nessuno. Ciò che conta sul serio
è il potere."
Quello era il pensiero
di Daemon.
Si strinse con la mano
la spalla sinistra. Doveva risolvere quel
problema. Il braccio che quel maledetto polpo gli aveva tranciato era
un handicap non indifferente, ma non per questo irrimediabile.
Una volta al laboratorio
avrebbe risolto tutto.
Doveva ancora procurarsi
due o tre cosette per mettere definitivamente
in moto il piano, dopodiché, nessuno sarebbe stato in grado
di fermare la sua scalata al potere. Nemmeno quel superbo di Lucemon
(sempre se fosse riuscito ad uscire
dalla Dark Area), o quell'avaraccio di Barbamon, che non faceva altro
che desiderare potere e ricchezze, ma di sganciare finanziamenti manco
a parlarne. Se eri fortunato, con lui funzionavano i baratti, ma doveva
esserci qualcosa di davvero grosso in pentola, altrimenti non c'era
nulla da fare.
"Ad accumulare in
continuazione, quel vecchio
nasuto si autodistruggerà."
pensò ridendo tra sé.
Il digimon demone
attraversò uno sperduto e polveroso
deserto oscuro. Non c'erano dune altissime da scalare, né
cactus giganti sotto i quali
ripararsi dai raggi cocenti del sole. Solo un'immensa landa desolata e
nera dal cielo color del piombo, nonostante fosse sgombro di nubi.
Davanti a lui il nulla.
Dietro altrettanto.
Ma questo solo in
apparenza.
Daemon sapeva benissimo
cosa aveva davanti a sé.
Infatti, non fu per
niente sorpreso quando, dall'aria,
fuoriuscì un digimon fantasma dal teschio metallico e per
occhi due inquietanti luci rosse sprizzanti malignità. Il
cranio era
coperto da un cappuccio nero foderato in rosso, con le
estremità
stracciate che costituivano il
mantello. Il corpo era formato dalla spina dorsale metallica che
terminava in una crepitante sfera d'energia elettrica violacea. Tra le
costole, a mo' di sterno, era incastonata una grossa gemma rossa. Le
mani erano anche esse arti scheletrici uniti al corpo tramite
scariche elettriche e reggevano una falce metallica
nera, la cui doppia lama
era costituita da due fasci di luce rossastra.
La sua voce spettrale
avrebbe fatto tremare il più valoroso
dei digimon, ma non Daemon, che sogghignò compiaciuto alla
sua vista.
-Supremo Daemon!-
esclamò quello, salutandolo con tono
reverenziale -Sono lieto di rivederla.-
-Come procedono i
lavori, MetalPhantomon?- chiese il Demone dell'Ira
-Benissimo, mio signore.
Abbiamo continuato a coltivare i Dark
Seeds come lei ci ha ordinato e ormai siamo a buon punto. Alcuni sono
fioriti prima del tempo e stanno crescendo a vista d'occhio.-
Daemon entrò
nel suo regno, seguito da MetalPhantomon che lo
aggiornava sulla situazione.
I due digimon
attraversarono diversi locali e lunghissimi corridoi per
giungere, infine, davanti ad una porta metallica che si aprì
al loro passaggio.
Il Demone dell'Ira entrò in un locale vastissimo
completamente al buio. In quel buio, però, si intravvedevano
dei bagliori rossi che
costellavano l'oscurità come piccole e maligne
stelle.
Daemon si
chinò verso uno di quei bagliori che si
rivelò essere simile ad un dente di leone, ma color
rubino. La
luce che emetteva era pulsante e vivida. Quelli erano i Dark Flowers.
Daemon accarezzo l'esemplare constatando
quanto fosse pieno di malvagità e sofferenza.
Quei fiori erano una
delle tante chiavi che avrebbero permesso la sua
ascesa al dominio totale.
°
Come ogni giorno lui
stava lì, di guardia a quell'oscuro
abisso chiamato Dark Area. Sorvegliava gli spiriti maligni per impedir
loro la fuga. E, come ogni giorno, quegli spiriti tentarono di
corromperlo.
Uno in particolare cercava di attirare la sua attenzione, ma, a differenza di tutti gli
altri, non si accalcava alle porte di
quell'inferno.
Non spingeva.
Non urtava.
Non gridava insulti di
ogni genere.
Stava semplicemente
seduto e parlava con la calma piatta di un demone
che sa che prima o poi la spunta.
(((I digimon sono
così deboli.)))
Il
guardiano alzò gli occhi al cielo.
"Ci
risiamo."
Normalmente, non se ne
sarebbe preoccupato, ma questo 'ospite'
argomentava bene i suoi tentativi di corruzione.
(((Desiderano la pace.
La anelano con tutte le loro forze e quando la
ottengono, desiderano distruggerla. Ti pare normale?)))
Fece finta di non aver
sentito.
Anubimon era conscio di
non poter resistere a lungo alle parole
suadenti del dannato.
La bocca canina emise un
profondo sospiro. Cercando di ignorare quella
voce così gentile e allo stesso tempo diabolica,
si passò le enormi zampe cerulee fra i lunghi capelli
argentei
che gli ricadevano ai lati del viso.
Vesti bianche e gioielli
egizi ricoprivano il
suo corpo e sulla sua schiena si aprivano due enormi ali dorate,
simbolo della sua maestosità e dell'importanza del suo ruolo
ai
confini del mondo.
(((Perché non
rispondi? Ti ho fatto solo una domanda.)))
-Direi che è
normale. Il bene e il male... -
(((Sono le due facce
uguali della stessa medaglia? Già... me la ripetevano spesso
vecchiacci. Ma la loro era solo rassegnazione.
Questo mondo è divorato dal male. Io posso liberarlo! Io
posso purificarlo!)))
-Non ti sembra di
peccare un po' di megalomania?- gli chiese il
guardiano, ormai
rassegnato al non poter più ignorare
quell'insistente voce.
(((Peccherei di
megalomania se non fossi capace di compiere
ciò che mi sono proposto. Ma io posso farcela.)))
seguì un attimo di silenzio. (((Pensaci bene, Anubimon.)))
riprese (((Tu sei costretto a stare qui, isolato da tutti a causa di
digimon che, pur conoscendo la verità, la ignorano
completamente. Pur sapendo a cosa porta il male, lo perseguono per
avere un tornaconto. E digimon buoni soffrono. Non vorresti che tutto
questo finisse?)))
-Non sei tu quello che
ha tentato di distruggere Digiworld?-
rispose pacato il guardiano.
(((Spesso per il bene
superiore sono richieste scelte drastiche.
Questa è l'unica cosa che condivido con quei cinque
vecchiacci.))) ribatté il condannato pronunciando con forte
astio quelle ultime tre parole.
Anubimon
percepì, però, anche profondo dolore e
angoscia,
nonché rabbia in esse.
Conosceva la storia.
Sapeva che i Supremi
avevano agito per il bene di tutti, ma
era
davvero necessario arrivare fino a tanto?
Non si sarebbe potuto
trovare un accordo e risparmiare al mondo
digitale altro dolore e altre sofferenze?
Quanti erano morti e
quanti avevano patito?
E nonostante tutto, i
digimon continuavano a farsi del male a vicenda.
Anubimon aveva sempre
allontanato da sé qualsiasi domanda,
qualunque
dubbio riguardo ai valori che accompagnavano i Supremi nelle loro
scelte. Lui era un semplice guardiano, non gli importava altro se non
adempiere al meglio il suo compito e garantire così la pace
su Digiworld, vegliando su quei digimon malvagi, tanto perfidi e
intrisi di cattiveria da non essere stati purificati del tutto e
pertanto condannati all'oblio della Dark Area.
Ma quella voce...
Lucemon... Era veramente così malvagio?
Non aveva in parte
ragione?
Dopotutto era stato lui
a sedare molti dei conflitti digitali...
Nel momento in cui
iniziò a dubitare, Anubimon cedette.
°
Lord Knightmon
gettò ancora una volta lo sguardo al salone
vuoto del Lucifer Castle: il Castello della Stella del Mattino. Quel
luogo prima così pieno di vita e rallegrato dal
fragore di centinaia, migliaia, di digimon pieni d'ardore e forza di
volontà. Digimon disposti a dare la vita per il Nuovo Mondo
che gli era stato promesso. Disposti a morire in previsione di una
pace perenne.
Ora quel luogo era deserto e malinconico. La luce che filtrava dalle
ampie finestre non era la prolifica luce che riscaldava e dava la vita.
Era la luce del deserto assolato che non risparmia nessuno ed evidenzia
le debolezze e le sofferenze.
Una luce di morte.
Fuori, sotto gli ampi
archi trasparenti simili a vetro, non vi era
più il verde, ma terra arida e crepata. Non
più acqua fresca e vivificante.
Terra.
Polvere.
Fuoco.
Solo quello rimaneva di
quella che molti continuavano a definire la
Stella della Vita.
-Tsk.- Lord Knightmon
odiava quel posto, ormai così ostile.
-Ancora qui? Non avevi
una missione?- esclamò un altro
digimon entrando nel salone, interrompendo il filo dei suoi pensieri.
Era alto. Molto alto. La
pelle cerulea ricoperta da una solida corazza
bianca con rifiniture dorate e due grandi ali indaco dietro la schiena,
simili a quelle di un pipistrello. L'elmo bianco era dotato di due
corna ricurve sul davanti, gli occhi
rossi e i tanti spuntoni dorati che gli ricoprivano le spalle
conferivano
al nuovo arrivato un'aria truce e poco raccomandabile.
-Piemon e i suoi sono
testardi come dei muli. Non ne vogliono sapere.-
rispose Lord Knightmon, rigirandosi una rosa rossa fra le
mani. -È un peccato...- sospirò.
-Oh Goddramon... Dimmi
che non stai ancora pensando a quel marmocchio!-
Lord Knightmon
sghignazzò ancora.
-Suvvia, Dynasmon,
è così carino! E comunque, non
è più un moccioso, è un Evoluto ora,
sai? Ma... non
sarai mica geloso?-
-Ma neppure per sogno!-
-Sicuro? Mi pare che tu
stia arrossendo... -
-Ti ho detto di- -Ancora
qui a
bighellonare voi due?-
tuonò una voce -Il
grande Lucemon sarà qui a momenti, e voi state qui a
grattarvi!-
-Rilassati Craniummon.
È tutto sotto controllo. Tutto è
pronto.- rispose Lord Knightmon con pacatezza. La sua armatura rosa
sgargiante rifletté la luce solare come si spostò
dalla vetrata.
-Lo spero per te, Lord
Knightmon, perché se qualcosa non
è a posto io... - l'enorme digimon cominciò ad
agitarsi
e a balbettare confusamente frasi sconnesse riguardo all'ordine e alla
pulizia del castello.
-È sempre
stato fissato.- commentò Dynasmon.
-E poi sarei io quello
strano. Dovresti prendertela un po' comoda, sai?- gli fece eco l'altro.
D'un tratto, i tre
cavalieri si bloccarono, avvertendo lo sprigionarsi
di una potenza incredibile. Come di qualcosa che è stato
tenuto a freno per tanto tempo
per poi esplodere, libero da ogni impedimento.
-Lucemon... sama... -
sussurrò commosso Craniummon,
il colossale Cavaliere Reale.
°
Da
qualche altra parte...
C'erano sette troni
elevati, posizionati alla stessa identica altezza, con uno spazio fra
essi. Erano neri come
la
pece, con decorazioni di vari colori a seconda di chi vi era seduto.
Uno con decorazioni
arancioni.
Uno con decorazioni
rosse.
Uno verdi.
Uno azzurre.
Uno viola.
Uno argentee.
Uno gialle.
-Signori,
direi che il momento si avvicina.- disse quello seduto sul
trono con le decorazioni arancioni.
-Non direi, Piemon.
Tutti gli accessi al Mondo Reale sono stati chiusi.
Da qui non possiamo fare nulla.- disse quello seduto sul trono nero
decorato di viola.
-E se aprissimo un
Digivarco noi?- disse quello sul trono nero e argentato.
-Ci vuole troppo tempo,
Etemon. È più facile che un
Digivarco si apra da solo. Oppure bisognerebbe usare i Digivice.- disse
quello seduto sul trono nero e rosso.
-Già... I
digivice... - grugnì una figura minuta
sul trono nero e azzurro.
-L'unica è
pazientare. Avete sentito anche voi lo
sprigionarsi di quella forza, no?- disse con voce diabolicamente
ambigua quello sul trono nero e giallo.
Gli altri annuirono.
-Ora che
Lucemon si è liberato, i Supremi dovranno per forza aprire i
Digivarchi per far tornare qui quei marmocchi.-
-Quei cinque... dicono
di essere le maggiori autorità qui a
Digiworld, ma alla fine per salvare
questo mondo sono sempre ricorsi ai Digiprescelti.- disse un altro
dalla voce profonda ma dal corpo umanoide, salvo due lunghe code
serpeggianti. -Inoltre, non solo non sono stati
in grado di fermare Lucemon, ma noi siamo stati in grado di sigillarli
senza fare tanta fatica.-
-Penso dipenda dal fatto
che allora, come adesso, eravamo in possesso
dei dati di Apokalymon. Altrimenti, non l'avremmo spuntata.- disse
Piemon, per placare i bollenti spiriti dell'altro che, sul suo trono
nero e verde, stava galvanizzandosi troppo.
-Ma se non ho impiegato
tanto a sconfiggere quell'uccellaccio del
malaugurio di Zhuqiaomon!- ribatté quello, irritato.
-Dipende dal tuo
concetto di poco, Metalseadramon. Ci hai messo tre
giorni e tre notti.- Lo stuzzicò Etemon.
-Almeno io non sono
stato spedito in un'altra dimensione incastrato in
un gomitolo di cavi.-
replicò quello, velenoso.
-Sì, ma sei
stato tranciato come una sardina!-
-E tu sei stato trafitto
come un idiota, Mr. Metallo Cromato Digizoide!-
-Suvvia, non litigate...
- tentò Piemon, conscio di avere peggiorato la situazione
-Non è
il caso... piuttosto, iniziamo a prepararci. Appena il varco per la
Terra verrà aperto, ne approfitteremo e anticiperemo
Lucemon.-
Annuirono tutti,
smettendo di battibeccarsi.
-Certo che Lordcosomon
è proprio idiota, eh? Come
poteva pensare che tornassimo agli ordini di Lucemon?-
ridacchiò infantilmente la figura sul trono nero e azzurro.
-Forse è
venuto solo perché aveva nostalgia.-
rispose Etemon. -Bei vecchi tempi... -
-Secondo me è
venuto per qualcuno in particolare. Hai visto
che occhiate lanciava al tuo generale, eh, Piemon?- Domandò
il drago d’acqua ridendosela sotto i baffi.
-Possiamo tornare al
discorso principale?!- rispose seccato il clown.
°
I preparativi erano a
buon punto anche sull'isola di File. Un altro
anno di
lavoro circa e
sarebbero stati pronti ad affrontare l'ennesima emergenza.
Avevano preparato le
nuove Digipietre e i nuovi Digimedaglioni da
incorporare ai nuovi digivice. Gennai si avvicinò ad uno dei
vetri del laboratorio che lo separava dal nuovo congegno che avrebbe
permesso le Digievoluzioni. Era simile al digivice V-Tamer che era
stato
assegnato a Taichi nel continente di Folder, quando aveva affrontato
per
la prima volta Daemon.
Gennai non fu presente a
supporto del giovane amico in quell'occasione,
ma era stato
costantemente informato dei suoi spostamenti e dei suoi
successi e n'era orgoglioso. Certo avrebbe
preferito che anche gli
altri l'avessero affiancato in quella missione, ma sapeva che non era
possibile. Daemon avrebbe cercato di prendersi qualcosa di troppo
importante per Digiworld, qualcosa che non potevano permettersi di
perdere. Già nel 1999 c'erano andati molto vicini, ma,
contro ogni previsione, non solo Yamato era vivo e vegeto, era riuscito
a strappare a Daemon una delle chiavi del suo piano maligno.
Sospirò.
La Digipietra
dell'Onestà.
Yamato non sarebbe stato
contento di sapere a chi sarebbe appartenuto
quello Stemma.
Ormai, comunque,
mancavano solo due digiprescelti all'appello.
Uno dei nuovi era
Ylenia, a cui sarebbe stata affidata, ironia del
destino, la Digipietra della Memoria. Proprio lei che non aveva un
passato.
Poi c'erano Vigore,
Volontà, Onestà e Giustizia.
Mancavano
Fedeltà e Sogno.
Per la Digipietra del
Sogno, bisognava che la detentrice crescesse
ancora un poco.
Era la digiprescelta
più piccola che ci fosse mai stata, ma
Digiworld la chiamava. Non sarebbe stato facile portarla
laggiù contro la volontà dei suoi fratelli.
E poi c'era la
Fedeltà, per il cui prescelto non
c'era neanche il digimon.
Erano casi rari, ma
accadeva.
I primi digimon nacquero
grazie ai Supremi.
Quei digimon crescevano,
incontravano altri digimon e procreavano.
Nella Città della Rinascita apparivano nuove Digiuova che
attendevano pazientemente i genitori affinché questi le
andassero a prendere. Anche i digimon morti rinascevano e
così la
città era sempre piena di nuovi digimon da accudire. Col
passare del tempo, i Supremi non crearono più digimon,
dato che questi nascevano già da soli.
Quando accadeva, era
perché quei digimon erano speciali.
Ovviamente, c'erano
delle eccezioni, alcuni digimon
speciali lo diventavano.
°
Intanto,
in un luogo
imprecisato di Digiworld...
-E così
Lucemon si è liberato dalla Dark Area e
Daemon dal Dark Ocean.- disse una voce gracchiante
-Così pare.
Sembra che presto ci sarà una nuova
riunione di famiglia. Uhuhuh.- ridacchiò una voce sensuale.
-ZZZZZZZZ....-
-I tuoi interventi sono
sempre così illuminanti,
Belphemon... - commentò la prima voce, sarcastica.
-Sono stanco di
aspettare, procediamo!- sbottò una voce
gutturale.
-Porta pazienza,
dobbiamo muoverci con cautela.- lo placò la
prima voce, con un tono che non ammetteva repliche.
°
E
nuovamente nel WWW
Continent...
"Lucemon... Sei
libero... " un digimon umanoide sospirò e
alzò gli occhi al cielo, diventato più
luminoso e carico di energia "Immagino ce l'avrai con me...
vero?''
Fine
Capitolo 2
Note:
Ebbene sì, signori e signore! Dopo due settimane ho deciso
di
aggiornare. Il capitolo 1 era troppo corto per permettermi di lasciarvi
a bocca asciutta per un mese. Purtroppo i prossimi aggiornamenti
necessiteranno di circa un mese, perché anche se ho altri 4
capitoli pronti, se pubblicassi tutto subito, poi mi ritroverei senza e
dovendo studiare per gli esami, non mi posso dedicare molto alla fic.
T_T
Lo so, dovevo pensare a
pubblicarla un altro momento, ma ragazzi
sono anni che mi porto dietro questa storia!! Dovevo assolutamente
scriverla!
Comunque: il generale di
cui parlano è un mio digimon, che
apparirà più avanti. Avevo letto il suo nome in
un altra fic, scritta in inglese, mai due personaggi hanno in comune
solo due cose. E una non è l'aspetto.
A parte questo, spero il
capitolo vi sia piaciuto anche stavolta.
Alcuni digimon non li ho
messi nell'elenco perché i loro
nomi mi pare siano originali (Metalseadramon, Etemon e Devimon sono
sicuri, Anubimon e MetalPhantomon idem, mentre Craniummon non
c'è nelle versioni italiane, solo nella 5a serie e se non
sbaglio, il nome dovrebbe essere originale).
Ultima cosa: la scena di
Hikari e Dagomon, viene da una doujinshi,
intitolata Cubes, dove il polpo gigante si manifesta alla ragazza con
le sue sembianze del 1999. Adoro quella Doujinshi!! (Che per la cronaca
non è hentai xp)
Non so se si possa
trovare su internet, io la comprai molti anni fa e
ancora la trovo stupenda.
Passiamo alle recensioni.
beccacina:
Grazie ^^
RedCrystal:
et
voilà!!! ^^ thanks
Eden89:
spero di non
deluderti XD
chrystal:
*_* Tesoro!!
Ecco il continuo! Come vedi, ci sono certi scemi di nostra conoscenza
*risata idiota*
Smartgirl:
Grazie ^^
Echo:
Grazie amore!!
Ecco qui il continuo!! ^O^
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