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Autore: kymyit    07/12/2008    6 recensioni
Qualcosa è in moto a Digiworld fin dai tempi della sua nascita e nonostante i tantissimi anni trascorsi, non si è mai risolto. Lucemon è tornato e i Demon Lords complottano per abbatterlo.
A due gemelli l'onere di custodire i suoi poteri: Yamato e Ylenia Ishida.
I due saranno loro malgrado l'occhio del ciclone, fra digimon che li vogliono morti o vivi tutti per il loro tornaconto. Se poi aggiungiamo nuovi prescelti problematici e vecchi prescelti i cui digimon sono nientemeno che i cari Dark Masters, le cose si complicano assai.
Chi la spunterà nel caos della battaglia? Lucemon? Daemon? I digiprescelti? O forse sarà solo un massacro totale?
Saga Attuale: Wrath's Showdown.
Dopo aver avuto a che fare coi redivivi Dark Masters, i digiprescelti devono affrontare il Demone dell'Ira per ostacolare il suo progetto di assorbire i poteri di Lucemon sfruttando il piccolo Risei.
Witchelny, la città magica, viene assediata. Riusciranno i prescelti a vincere salvando non solo il bambino, ma anche Ken Ichijouji e i fratelli Saiba? Perché il demone ha più di un asso nella manica.
[ATTENZIONE: Sto aggiustando la storia dai primi capitoli, cercando di non fare troppi cambiamenti drastici.
Modificato CAPITOLO 1]
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Yamato Ishida/Matt
Note: Missing Moments, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Chronicles of Light and Darkness' Quest'
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d Elenco digimon che appariranno e di cui (forse) non conoscete i nomi originali:


Dagomon: Dragomon
Daemon: Demon
Lord Knightmon: Crusadermon
Piemon: Piedmon
Mugendramon: Machinedramon
Vamdemon: Myotismon
Pinocchimon: Puppetmon
Tailmon: Gatomon






Capitolo 2: Whithin Temptation






This world may have failed you
It doesn’t give you reason why
You could have chosen a different path
(Angels, Within Temptation)




Tenebre.
Nient'altro che tenebre sconfinate.
L'aria salmastra era pesante da respirare.
Già altre volte era successo.
Già altre volte era stata là.
Hikari Yagami stava in mezzo a quelle tenebre con lo sguardo terrorizzato da tutto quel nulla.
Odiava quella sensazione opprimente di tristezza e solitudine miste a malvagità che aleggiava in quel luogo.
-Tail... mon... - terrorizzata, balbettò il nome dell'amica, ma nessuno rispose.
Era sola?

Sarebbe stata preda delle tenebre?
-Digiprescelta della Luce... - una voce gutturale la chiamò e lei tremò. L'oscurità si diradò, rischiarata da una luce fioca e grigia. Una figura minuta si fece avanti e lei indietreggiò.
-Non fuggire da me, ti prego... - la voce si fece più dolce e... femminile... la sua voce!
Dalla profondità di quel grigiore emerse una bambina di circa otto anni che indossava una canottiera gialla e pantaloncini fucsia. Al collo un fazzoletto rosa pastello e un fischietto argentato.
Era lei.
Lei all'epoca della prima avventura a Digiworld.
Quanto era passato da allora?
Sei anni circa.
Che nostalgia...
-Ecco, brava. Non temermi. Sono qui per aiutarti.- le disse la piccola Hikari.
-Aiutarmi?-
La piccola Hikari annuì.
-Da tanto tempo ti aspettavo... mi dispiace incontrarti in queste circostanze, ma evidentemente era destino... il vostro mondo è in grave pericolo... ancora... -
Hikari annuì. Perciò Gennai aveva comunicato a tutti loro la chiusura delle frontiere digitali. Né i digiprescelti, né i loro partner digimon sarebbero più potuti tornare a Digiworld, almeno finché lui non avesse dato loro il via libera.
Da quando BelialVamdemon aveva tentato di uccidere Yamato, qualcosa si era messo in moto, qualcosa che loro non erano riusciti a capire. E che ovviamente nessuno si era degnato di spiegare loro.
-Chi sei?- domandò la giovane Yagami.
-Dagomon.- rispose la bambina
-Da... Dagomon?-
La piccola Hikari annuì.
-Non temermi, mia amata... non voglio portarti via dal tuo mondo, non più. Sono stato un digimon crudele, volevo conquistare ogni cosa e sottomettere tutti, ma sono stato combattuto e sconfitto, dopodiché sono stato esiliato quaggiù, nel Dark Ocean. Una punizione giusta, ho sbagliato. Ho eliminato tante vite innocenti però... - gli occhi gli si inumidirono -In mezzo a questa solitudine, a questa oscurità, ho avuto modo di comprendere il male che ho fatto e mi sono pentito amaramente. Purtroppo però, nessuno mi ascoltava e sono rimasto qui, a bramare la luce. Nel bramarla sono riprecipitato nelle tenebre.-
Dagomon addolcì lo sguardo nell'osservare la ragazza.
-Quella Luce sei tu, mia amata. Ti osservo da quando nascesti. Ti ho vista crescere. Gioivo per i tuoi progressi e mi rattristavo quando il sorriso spariva dalle tue labbra. Ho temuto per la tua vita quando ti sei ammalata all'età di quattro anni o quando Vamdemon ha cercato di ucciderti. Ti amavo. Ho aspettato per tanto tempo il tuo arrivo, ma tu mi temevi, temevi l'oscurità e le mie intenzioni nei tuoi confronti, che non erano più pure. Sono stato così stolto, così... perdonami, mia amata, perdonami... -
Hikari si asciugò le guance rigate dalle lacrime, in preda al senso di colpa. Non aveva capito le sofferenze di quel digimon e l'aveva abbandonato all'oscurità. Ma non era solo quello, era Dagomon stesso ad angosciarla, la sua voce non era solo dolce e triste. Diventava sempre più affaticata e debole, leggeva l'urgenza nelle sue parole. Soffriva. Non mentiva, lo sentiva nel cuore e soffriva con lui.
-Mi dispiace... non sapevo che... io... non so cosa dire... -
-Non importa... - riprese Dagomon -L'importante è che sei qui prima che sia troppo tardi. Ecco, prendi questo.- disse porgendole la mano, il piccolo pugno stretto intorno a qualcosa. -Vi servirà per combatterli.-
-Combattere chi?-
-Non mi è rimasto molto tempo... prendi... non avere paura... -
Tra le mani di Dagomon stava un piccolo uovo completamente nero, delle dimensioni di una noce, avvolto da numerose crepe come una fitta ragnatela.
Hikari porse la mano per ricevere quel piccolo oggetto.
Come lo prese, l'uovo si illuminò. Fasci di luce fuoriuscirono dalle crepe dando l'impressione che esso potesse schiudersi da un momento all'altro.
La piccola Hikari posò allora le manine sopra quelle della se stessa grande, chiudendole il pugno intorno all'oggetto.
-Grazie... - le sussurrò sorridendole. -Mia amata Hikari.-
La digiprescelta della Luce annuì, le lacrime le solcarono le guance mentre, accarezzando le mani della piccola, questa si dissolveva scomponendosi in dati.
-Pregherò per te, ovunque sarò.-
Non aveva smesso di sorridere.


Si svegliò di soprassalto.
Ogni volta che sognava qualcosa riguardante il Dark Ocean, la paura la accompagnava per tutta la notte, o tutto il giorno, ma quella volta era diverso. Si sentiva triste ed infuriata con se stessa. Se solo avesse saputo...
-Hikarichan, che succede?- le domandò assonnata Tailmon.
La ragazza si ributtò sul cuscino e fissando il soffitto sussurrò: -Dagomon è morto.-
Tailmon rimase un po' sconcertata dalle parole della sua prescelta.
-Che cosa?-
-È morto... - balbettò quella con le lacrime agli occhi. Tra le mani stringeva ancora l'uovo nero, segno che non era stato solo un sogno. Era reale. Dagomon l'aveva voluta avvertire nonostante fosse in punto di morte. Rabbrividì al pensiero. N'era certa: c'era sofferenza anche fisica in lui. Che l'avessero ucciso? Ma chi? Il suo, o i suoi assassini erano quelli che dovevano combattere? Ma perché diavolo Gennai aveva chiuso le frontiere senza degnarli di uno straccio di spiegazione? L'angoscia ebbe il sopravvento su di lei, che iniziò a versare copiose lacrime davanti allo sguardo preoccupato dell'amica digitale.
-Hikari... -
-Aveva bisogno di me... - pianse -Invocava il mio nome e io... io... -
Tailmon si accoccolò vicino a lei in modo da darle conforto, non poteva fare molto se non lasciarla sfogare e ascoltare ciò che le diceva, consolarla, rassicurarla. Odiava quando accadeva questo genere di cose, perché non poteva mai fare molto per lei. Era palese che ci fosse qualcosa di terribile in atto e se Gennai non aveva detto loro nulla, un motivo c'era. Da ex soldato poteva capirlo e questo l'aiutava a sopportare meglio quella situazione, tuttavia ciò non toglieva che anche lei si sentisse frustrata come tutti.
L'incombere di quel qualcosa di grave dal quale stavano proteggendosi era sempre più manifesto e il
tentato omicidio di Yamato era solo la punta dell'iceberg.
Un iceberg del quale non conoscevano le dimensioni.


°



"Ora che Dagomon è fuori combattimento, posso finalmente concentrarmi sul mio progetto." pensò Daemon, trionfante.
Era riuscito a lasciare quel postaccio del Dark Ocean, troppo noioso e umido per i suoi gusti. Finalmente avrebbe potuto raggiungere la sua base segreta nelle viscere della terra del WWW Continent e continuare gli esperimenti interrotti a causa dei digiprescelti. Impiegò non poco tempo a raggiungere quel luogo, a causa delle ferite riportate e della stanchezza accumulata. Dagomon non voleva saperne di morire. Combatteva in nome di quella Luce che gli era stata negata.
Pfui!
Idiozie.
"I sogni non rendono forte nessuno. Ciò che conta sul serio è il potere."
Quello era il pensiero di Daemon.
Si strinse con la mano la spalla sinistra. Doveva risolvere quel problema. Il braccio che quel maledetto polpo gli aveva tranciato era un handicap non indifferente, ma non per questo irrimediabile.
Una volta al laboratorio avrebbe risolto tutto.
Doveva ancora procurarsi due o tre cosette per mettere definitivamente in moto il piano, dopodiché, nessuno sarebbe stato in grado di fermare la sua scalata al potere. Nemmeno quel superbo di Lucemon (sempre se fosse riuscito ad uscire dalla Dark Area), o quell'avaraccio di Barbamon, che non faceva altro che desiderare potere e ricchezze, ma di sganciare finanziamenti manco a parlarne. Se eri fortunato, con lui funzionavano i baratti, ma doveva esserci qualcosa di davvero grosso in pentola, altrimenti non c'era nulla da fare.
"Ad accumulare in continuazione, quel vecchio nasuto si autodistruggerà." pensò ridendo tra sé.
Il digimon demone attraversò uno sperduto e polveroso deserto oscuro. Non c'erano dune altissime da scalare, né cactus giganti sotto i quali ripararsi dai raggi cocenti del sole. Solo un'immensa landa desolata e nera dal cielo color del piombo, nonostante fosse sgombro di nubi.
Davanti a lui il nulla.
Dietro altrettanto.
Ma questo solo in apparenza.
Daemon sapeva benissimo cosa aveva davanti a sé.
Infatti, non fu per niente sorpreso quando, dall'aria, fuoriuscì un digimon fantasma dal teschio metallico e per occhi due inquietanti luci rosse sprizzanti malignità. Il cranio era coperto da un cappuccio nero foderato in rosso, con le estremità stracciate che costituivano il mantello. Il corpo era formato dalla spina dorsale metallica che terminava in una crepitante sfera d'energia elettrica violacea. Tra le costole, a mo' di sterno, era incastonata una grossa gemma rossa. Le mani erano anche esse arti scheletrici uniti al corpo tramite scariche elettriche e reggevano una falce metallica nera, la cui doppia lama era costituita da due fasci di luce rossastra.
La sua voce spettrale avrebbe fatto tremare il più valoroso dei digimon, ma non Daemon, che sogghignò compiaciuto alla sua vista.
-Supremo Daemon!- esclamò quello, salutandolo con tono reverenziale -Sono lieto di rivederla.-
-Come procedono i lavori, MetalPhantomon?- chiese il Demone dell'Ira
-Benissimo, mio signore. Abbiamo continuato a coltivare i Dark Seeds come lei ci ha ordinato e ormai siamo a buon punto. Alcuni sono fioriti prima del tempo e stanno crescendo a vista d'occhio.-
Daemon entrò nel suo regno, seguito da MetalPhantomon che lo aggiornava sulla situazione.
I due digimon attraversarono diversi locali e lunghissimi corridoi per giungere, infine, davanti ad una porta metallica che si aprì al loro passaggio. Il Demone dell'Ira entrò in un locale vastissimo completamente al buio. In quel buio, però, si intravvedevano dei bagliori rossi che costellavano l'oscurità come piccole e maligne stelle.
Daemon si chinò verso uno di quei bagliori che si rivelò essere simile ad un dente di leone, ma color rubino. La luce che emetteva era pulsante e vivida. Quelli erano i Dark Flowers. Daemon accarezzo l'esemplare constatando quanto fosse pieno di malvagità e sofferenza.
Quei fiori erano una delle tante chiavi che avrebbero permesso la sua ascesa al dominio totale.


°



Come ogni giorno lui stava lì, di guardia a quell'oscuro abisso chiamato Dark Area. Sorvegliava gli spiriti maligni per impedir loro la fuga. E, come ogni giorno, quegli spiriti tentarono di corromperlo. Uno in particolare cercava di attirare la sua attenzione, ma, a differenza di tutti gli altri, non si accalcava alle porte di quell'inferno.
Non spingeva.
Non urtava.
Non gridava insulti di ogni genere.
Stava semplicemente seduto e parlava con la calma piatta di un demone che sa che prima o poi la spunta.
(((I digimon sono così deboli.)))
Il guardiano alzò gli occhi al cielo.
"Ci risiamo."
Normalmente, non se ne sarebbe preoccupato, ma questo 'ospite' argomentava bene i suoi tentativi di corruzione.
(((Desiderano la pace. La anelano con tutte le loro forze e quando la ottengono, desiderano distruggerla. Ti pare normale?)))
Fece finta di non aver sentito.
Anubimon era conscio di non poter resistere a lungo alle parole suadenti del dannato.
La bocca canina emise un profondo sospiro. Cercando di ignorare quella voce così gentile e allo stesso tempo diabolica, si passò le enormi zampe cerulee fra i lunghi capelli argentei che gli ricadevano ai lati del viso.
Vesti bianche e gioielli egizi ricoprivano il suo corpo e sulla sua schiena si aprivano due enormi ali dorate, simbolo della sua maestosità e dell'importanza del suo ruolo ai confini del mondo.
(((Perché non rispondi? Ti ho fatto solo una domanda.)))
-Direi che è normale. Il bene e il male... -
(((Sono le due facce uguali della stessa medaglia? Già... me la ripetevano spesso vecchiacci. Ma la loro era solo rassegnazione. Questo mondo è divorato dal male. Io posso liberarlo! Io posso purificarlo!)))
-Non ti sembra di peccare un po' di megalomania?- gli chiese il guardiano, ormai rassegnato al non poter più ignorare quell'insistente voce.
(((Peccherei di megalomania se non fossi capace di compiere ciò che mi sono proposto. Ma io posso farcela.))) seguì un attimo di silenzio. (((Pensaci bene, Anubimon.))) riprese (((Tu sei costretto a stare qui, isolato da tutti a causa di digimon che, pur conoscendo la verità, la ignorano completamente. Pur sapendo a cosa porta il male, lo perseguono per avere un tornaconto. E digimon buoni soffrono. Non vorresti che tutto questo finisse?)))
-Non sei tu quello che ha tentato di distruggere Digiworld?- rispose pacato il guardiano.
(((Spesso per il bene superiore sono richieste scelte drastiche. Questa è l'unica cosa che condivido con quei cinque vecchiacci.))) ribatté il condannato pronunciando con forte astio quelle ultime tre parole.
Anubimon percepì, però, anche profondo dolore e angoscia, nonché rabbia in esse.
Conosceva la storia.
Sapeva che i Supremi avevano agito per il bene di tutti, ma era davvero necessario arrivare fino a tanto?
Non si sarebbe potuto trovare un accordo e risparmiare al mondo digitale altro dolore e altre sofferenze?
Quanti erano morti e quanti avevano patito?
E nonostante tutto, i digimon continuavano a farsi del male a vicenda.
Anubimon aveva sempre allontanato da sé qualsiasi domanda, qualunque dubbio riguardo ai valori che accompagnavano i Supremi nelle loro scelte. Lui era un semplice guardiano, non gli importava altro se non adempiere al meglio il suo compito e garantire così la pace su Digiworld, vegliando su quei digimon malvagi, tanto perfidi e intrisi di cattiveria da non essere stati purificati del tutto e pertanto condannati all'oblio della Dark Area.
Ma quella voce... Lucemon... Era veramente così malvagio?
Non aveva in parte ragione?
Dopotutto era stato lui a sedare molti dei conflitti digitali...
Nel momento in cui iniziò a dubitare, Anubimon cedette.



°



Lord Knightmon gettò ancora una volta lo sguardo al salone vuoto del Lucifer Castle: il Castello della Stella del Mattino. Quel luogo prima così pieno di vita e rallegrato dal fragore di centinaia, migliaia, di digimon pieni d'ardore e forza di volontà. Digimon disposti a dare la vita per il Nuovo Mondo che gli era stato promesso. Disposti a morire in previsione di una pace perenne. Ora quel luogo era deserto e malinconico. La luce che filtrava dalle ampie finestre non era la prolifica luce che riscaldava e dava la vita. Era la luce del deserto assolato che non risparmia nessuno ed evidenzia le debolezze e le sofferenze.
Una luce di morte.
Fuori, sotto gli ampi archi trasparenti simili a vetro, non vi era più il verde, ma terra arida e crepata. Non più acqua fresca e vivificante.
Terra.
Polvere.
Fuoco.
Solo quello rimaneva di quella che molti continuavano a definire la Stella della Vita.
-Tsk.- Lord Knightmon odiava quel posto, ormai così ostile.
-Ancora qui? Non avevi una missione?- esclamò un altro digimon entrando nel salone, interrompendo il filo dei suoi pensieri.
Era alto. Molto alto. La pelle cerulea ricoperta da una solida corazza bianca con rifiniture dorate e due grandi ali indaco dietro la schiena, simili a quelle di un pipistrello. L'elmo bianco era dotato di due corna ricurve sul davanti, gli occhi rossi e i tanti spuntoni dorati che gli ricoprivano le spalle conferivano al nuovo arrivato un'aria truce e poco raccomandabile.
-Piemon e i suoi sono testardi come dei muli. Non ne vogliono sapere.- rispose Lord Knightmon, rigirandosi una rosa rossa fra le mani. -È un peccato...- sospirò.
-Oh Goddramon... Dimmi che non stai ancora pensando a quel marmocchio!-
Lord Knightmon sghignazzò ancora.
-Suvvia, Dynasmon, è così carino! E comunque, non è più un moccioso, è un Evoluto ora, sai? Ma... non sarai mica geloso?-
-Ma neppure per sogno!-
-Sicuro? Mi pare che tu stia arrossendo... -
-Ti ho detto di- -Ancora qui a bighellonare voi due?- tuonò una voce -Il grande Lucemon sarà qui a momenti, e voi state qui a grattarvi!-
-Rilassati Craniummon. È tutto sotto controllo. Tutto è pronto.- rispose Lord Knightmon con pacatezza. La sua armatura rosa sgargiante rifletté la luce solare come si spostò dalla vetrata.
-Lo spero per te, Lord Knightmon, perché se qualcosa non è a posto io... - l'enorme digimon cominciò ad agitarsi e a balbettare confusamente frasi sconnesse riguardo all'ordine e alla pulizia del castello.
-È sempre stato fissato.- commentò Dynasmon.
-E poi sarei io quello strano. Dovresti prendertela un po' comoda, sai?- gli fece eco l'altro.
D'un tratto, i tre cavalieri si bloccarono, avvertendo lo sprigionarsi di una potenza incredibile. Come di qualcosa che è stato tenuto a freno per tanto tempo per poi esplodere, libero da ogni impedimento.
-Lucemon... sama... - sussurrò commosso Craniummon, il colossale Cavaliere Reale.



°


Da qualche altra parte...

C'erano sette troni elevati, posizionati alla stessa identica altezza, con uno spazio fra essi. Erano neri come la pece, con decorazioni di vari colori a seconda di chi vi era seduto.
Uno con decorazioni arancioni.
Uno con decorazioni rosse.
Uno verdi.
Uno azzurre.
Uno viola.
Uno argentee.
Uno gialle.
-Signori, direi che il momento si avvicina.- disse quello seduto sul trono con le decorazioni arancioni.
-Non direi, Piemon. Tutti gli accessi al Mondo Reale sono stati chiusi. Da qui non possiamo fare nulla.- disse quello seduto sul trono nero decorato di viola.
-E se aprissimo un Digivarco noi?- disse quello sul trono nero e argentato.
-Ci vuole troppo tempo, Etemon. È più facile che un Digivarco si apra da solo. Oppure bisognerebbe usare i Digivice.- disse quello seduto sul trono nero e rosso.
-Già... I digivice... - grugnì una figura minuta sul trono nero e azzurro.
-L'unica è pazientare. Avete sentito anche voi lo sprigionarsi di quella forza, no?- disse con voce diabolicamente ambigua quello sul trono nero e giallo.
Gli altri annuirono.
-Ora che Lucemon si è liberato, i Supremi dovranno per forza aprire i Digivarchi per far tornare qui quei marmocchi.-
-Quei cinque... dicono di essere le maggiori autorità qui a Digiworld, ma alla fine per salvare questo mondo sono sempre ricorsi ai Digiprescelti.- disse un altro dalla voce profonda ma dal corpo umanoide, salvo due lunghe code serpeggianti. -Inoltre, non solo non sono stati in grado di fermare Lucemon, ma noi siamo stati in grado di sigillarli senza fare tanta fatica.-
-Penso dipenda dal fatto che allora, come adesso, eravamo in possesso dei dati di Apokalymon. Altrimenti, non l'avremmo spuntata.- disse Piemon, per placare i bollenti spiriti dell'altro che, sul suo trono nero e verde, stava galvanizzandosi troppo.
-Ma se non ho impiegato tanto a sconfiggere quell'uccellaccio del malaugurio di Zhuqiaomon!- ribatté quello, irritato.
-Dipende dal tuo concetto di poco, Metalseadramon. Ci hai messo tre giorni e tre notti.- Lo stuzzicò Etemon.
-Almeno io non sono stato spedito in un'altra dimensione incastrato in un gomitolo di cavi.- replicò quello, velenoso.
-Sì, ma sei stato tranciato come una sardina!-
-E tu sei stato trafitto come un idiota, Mr. Metallo Cromato Digizoide!-
-Suvvia, non litigate... - tentò Piemon, conscio di avere peggiorato la situazione -Non è il caso... piuttosto, iniziamo a prepararci. Appena il varco per la Terra verrà aperto, ne approfitteremo e anticiperemo Lucemon.-
Annuirono tutti, smettendo di battibeccarsi.
-Certo che Lordcosomon è proprio idiota, eh? Come poteva pensare che tornassimo agli ordini di Lucemon?- ridacchiò infantilmente la figura sul trono nero e azzurro.
-Forse è venuto solo perché aveva nostalgia.- rispose Etemon. -Bei vecchi tempi... -
-Secondo me è venuto per qualcuno in particolare. Hai visto che occhiate lanciava al tuo generale, eh, Piemon?- Domandò il drago d’acqua ridendosela sotto i baffi.
-Possiamo tornare al discorso principale?!- rispose seccato il clown.




°





I preparativi erano a buon punto anche sull'isola di File. Un altro anno di lavoro circa e sarebbero stati pronti ad affrontare l'ennesima emergenza.
Avevano preparato le nuove Digipietre e i nuovi Digimedaglioni da incorporare ai nuovi digivice. Gennai si avvicinò ad uno dei vetri del laboratorio che lo separava dal nuovo congegno che avrebbe permesso le Digievoluzioni. Era simile al digivice V-Tamer che era stato assegnato a Taichi nel continente di Folder, quando aveva affrontato per la prima volta Daemon.
Gennai non fu presente a supporto del giovane amico in quell'occasione, ma era stato costantemente informato dei suoi spostamenti e dei suoi successi e n'era orgoglioso. Certo avrebbe preferito che anche gli altri l'avessero affiancato in quella missione, ma sapeva che non era possibile. Daemon avrebbe cercato di prendersi qualcosa di troppo importante per Digiworld, qualcosa che non potevano permettersi di perdere. Già nel 1999 c'erano andati molto vicini, ma, contro ogni previsione, non solo Yamato era vivo e vegeto, era riuscito a strappare a Daemon una delle chiavi del suo piano maligno.
Sospirò.
La Digipietra dell'Onestà.
Yamato non sarebbe stato contento di sapere a chi sarebbe appartenuto quello Stemma.
Ormai, comunque, mancavano solo due digiprescelti all'appello.
Uno dei nuovi era Ylenia, a cui sarebbe stata affidata, ironia del destino, la Digipietra della Memoria. Proprio lei che non aveva un passato.
Poi c'erano Vigore, Volontà, Onestà e Giustizia.
Mancavano Fedeltà e Sogno.
Per la Digipietra del Sogno, bisognava che la detentrice crescesse ancora un poco.
Era la digiprescelta più piccola che ci fosse mai stata, ma Digiworld la chiamava. Non sarebbe stato facile portarla laggiù contro la volontà dei suoi fratelli.
E poi c'era la Fedeltà, per il cui prescelto non c'era neanche il digimon.
Erano casi rari, ma accadeva.

I primi digimon nacquero grazie ai Supremi.
Quei digimon crescevano, incontravano altri digimon e procreavano. Nella Città della Rinascita apparivano nuove Digiuova che attendevano pazientemente i genitori affinché questi le andassero a prendere. Anche i digimon morti rinascevano e così la città era sempre piena di nuovi digimon da accudire. Col passare del tempo, i Supremi non crearono più digimon, dato che questi nascevano già da soli.
Quando accadeva, era perché quei digimon erano speciali.
Ovviamente, c'erano delle eccezioni, alcuni digimon speciali lo diventavano.



°



Intanto, in un luogo imprecisato di Digiworld...


-E così Lucemon si è liberato dalla Dark Area e Daemon dal Dark Ocean.- disse una voce gracchiante
-Così pare. Sembra che presto ci sarà una nuova riunione di famiglia. Uhuhuh.- ridacchiò una voce sensuale.
-ZZZZZZZZ....-
-I tuoi interventi sono sempre così illuminanti, Belphemon... - commentò la prima voce, sarcastica.
-Sono stanco di aspettare, procediamo!- sbottò una voce gutturale.
-Porta pazienza, dobbiamo muoverci con cautela.- lo placò la prima voce, con un tono che non ammetteva repliche.


°

E nuovamente nel WWW Continent...


"Lucemon... Sei libero... " un digimon umanoide sospirò e alzò gli occhi al cielo, diventato più luminoso e carico di energia "Immagino ce l'avrai con me... vero?''




Fine Capitolo 2






Note: Ebbene sì, signori e signore! Dopo due settimane ho deciso di aggiornare. Il capitolo 1 era troppo corto per permettermi di lasciarvi a bocca asciutta per un mese. Purtroppo i prossimi aggiornamenti necessiteranno di circa un mese, perché anche se ho altri 4 capitoli pronti, se pubblicassi tutto subito, poi mi ritroverei senza e dovendo studiare per gli esami, non mi posso dedicare molto alla fic.
T_T
Lo so, dovevo pensare a pubblicarla un altro momento, ma ragazzi sono anni che mi porto dietro questa storia!! Dovevo assolutamente scriverla!

Comunque: il generale di cui parlano è un mio digimon, che apparirà più avanti. Avevo letto il suo nome in un altra fic, scritta in inglese, mai due personaggi hanno in comune solo due cose. E una non è l'aspetto.
A parte questo, spero il capitolo vi sia piaciuto anche stavolta.
Alcuni digimon non li ho messi nell'elenco perché i loro nomi mi pare siano originali (Metalseadramon, Etemon e Devimon sono sicuri, Anubimon e MetalPhantomon idem, mentre Craniummon non c'è nelle versioni italiane, solo nella 5a serie e se non sbaglio, il nome dovrebbe essere originale).
Ultima cosa: la scena di Hikari e Dagomon, viene da una doujinshi, intitolata Cubes, dove il polpo gigante si manifesta alla ragazza con le sue sembianze del 1999. Adoro quella Doujinshi!! (Che per la cronaca non è hentai xp)
Non so se si possa trovare su internet, io la comprai molti anni fa e ancora la trovo stupenda.
Passiamo alle recensioni.




beccacina: Grazie ^^
RedCrystal: et voilà!!! ^^ thanks
Eden89: spero di non deluderti XD
chrystal: *_* Tesoro!! Ecco il continuo! Come vedi, ci sono certi scemi di nostra conoscenza *risata idiota*
Smartgirl: Grazie ^^
Echo: Grazie amore!! Ecco qui il continuo!! ^O^







   
 
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