Frammenti di memoria

di AlessiaDettaAlex
(/viewuser.php?uid=75809)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.



Un brano di chitarra classica
 
L’aula della terza B, dove facevo lezione di chitarra, sembrava avere tutt’altro odore di pomeriggio. Sapeva di legno, di polvere, di corde metalliche appena cambiate. Era un odore che si diffondeva mentre suonavamo, che si attaccava alle pareti e che a volte risentivo la mattina dopo quando rientravo in classe.
Dalle aule accanto arrivava fioca la melodia incerta di un violino, intervallata dalle note squillanti di un flauto traverso. Di fronte a me uno spartito punteggiato di note, uno Studio per chitarra classica di Sor. Cominciai a suonare: la stanza si riempì dell’eco dei bassi e dell’arpeggio rapido, in un’armonia che seguiva quell’Allegretto scritto all’inizio del foglio, che cresceva e diminuiva di colpo, come seguendo le onde di un mare invisibile, creato dalle mie dita che pizzicano le corde. L’odore pungente di metallo e nylon si spandeva sempre di più, in concomitanza con l’avanzare del brano.
Poi, il finale: un rallentato, con sentimento. L’accordo conclusivo rimase sospeso nell’aria.
I pini marittimi fuori dalla finestra si muovevano leggermente, in ascolto. Passai le dita sulle corde, fermandone il suono con un leggero attrito. Respirai a fondo come per godermi quel momento unico: il momento conclusivo dell’esecuzione di un brano mi lasciava sempre una sensazione di pace e soddisfazione.
Il professore mi diede qualche consiglio, notò due o tre errori e infine si congratulò.
Il saggio di fine anno era vicino.

[229 parole]



 
Note di me.
Ah, bella la chitarra classica. Bello Fernando Sor. Belle le medie <3
Spero vi sia piaciuta,
Alex




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3043242