contest
Pairing: Sanji/Nami
Genere:
commedia, sentimentale, slice of life
Rating:
verde
Tabella: Sentimentale
Prompt:
innamorarsi
Note:
questa fanfiction partecipa alla OTP
Challenge indetta da Emanuela.Emy79 sul forum di EFP.
Blackleg & Cat burglar
[when a cigarette
smells like tangerines]
#06. Love
at first sight
«Tu hai mai amato, Sanji-kun?».
Nami non riusciva ancora a capire da dove avesse tirato fuori quella
domanda – in fondo non era successo nulla di particolarmente
eclatante quel giorno, o almeno nulla che avesse a che vedere con Sanji
e con l’amore – ma era da tutta la sera che ci
pensava e allora aveva deciso di parlarne con il compagno dopo cena,
quando la sala da pranzo si era svuotata e gli unici due rumori erano
il ticchettare delle proprie dita sul tavolo e lo scroscio
dell’acqua del lavello sotto cui Sanji stava lavando i piatti.
Il cuoco si voltò, l’occhio azzurro intriso di
sorpresa, per guardare in viso la navigatrice, la quale aveva i gomiti
poggiati sul tavolo e si sosteneva il mento con le mani. Il suo sguardo
lasciava trapelare una curiosità decisamente non sua che gli
fece battere forte il cuore e sperare in una svolta nel loro rapporto.
Insomma, era già sorprendente che Nami-san si fosse
attardata lì con lui dopo cena, ma non avrebbe mai immaginato
di sentirsi porre una domanda del genere proprio da lei che non aveva
mai mostrato interesse per l’argomento.
E cosa poteva mai significare se non che si era improvvisamente accorta
di lui?
Le mani strette intorno a un piatto avvolto nello strofinaccio, Sanji
sorrise con aria sognante mentre gli occhi assumevano la forma di un
cuore e i lineamenti del viso si arricciavano in quel modo tenero e
buffo che in fondo Nami aveva imparato ad apprezzare.
«Nami-swan, io amo in ogni singolo momento!~♥ Amo te, Robin-chan e ogni donna che−».
Oh, Nami
avrebbe dovuto immaginarselo. Quale altre risposta avrebbe potuto
ricevere da parte di un uomo che era innamorato dell’amore
stesso?
«Sanji-kun, so quanto tu ami tutte le donne, ma
io ti sto chiedendo se ti sei mai innamorato,
se hai mai amato una donna più di tutte le altre».
Sanji si ricompose, sbattendo le palpebre con aria perplessa, poi il
suo sguardo si raddolcì e un sorriso increspò le
sue labbra serrate intorno alla sigaretta. «Nami-san, mia
adorata», cominciò, «non devi essere
gelosa, sai?».
La navigatrice inarcò un sopracciglio, scettica.
«Non sono gelosa, idiota. Era solo una stupidissima
curiosità». Si passò una mano sul viso,
esasperata. «Più stupida io che tento di
intraprendere discorsi seri con te».
Fece per alzarsi, ma Sanji la bloccò per un polso. Con lo
sguardo la invitò a rimettersi comoda sulla sedia e a sua
volta si sedette di fronte a lei. «Scusami, non avevo capito che stessi parlando sul serio».
Nami borbottò, guardandolo negli occhi. Sembrava
sinceramente dispiaciuto.
«Sì», disse il cuoco
all’improvviso, inspirando una nuova boccata di fumo dalla
sigaretta.
Nami lo fissò incerta. «“Sì”
cosa?».
«Sì, mi sono innamorato». Sorrise Sanji,
un sorriso nostalgico. «Vuoi che ti racconti,
Nami-san?».
La navigatrice, colta alla sprovvista, annuì subito dopo.
«Avevo quindici anni quando conobbi la figlia di uno dei
cuochi del Baratie», cominciò Sanji, la mente
persa in chissà quali ricordi lontani. «Grandi
occhi azzurri e trecce bionde. Era dolcissima». E
lì il tono della sua voce assunse una nota sognante.
«Le scrivevo continuamente lettere d’amore, le
preparavo i piatti migliori...».
Nami si lasciò sfuggire un “Oh” di
stupore. Quelle parole avevano smantellato la sua personale visione di
Sanji da bambino: un monellaccio che si divertiva a sollevare le gonne
delle altre bambine. Ma evidentemente la facciata da pervertito se
l’era costruita dopo. Sanji era prima di tutto un gentiluomo
e questo Nami lo aveva sempre saputo. «È stata lei il tuo primo amore?».
Sanji sorrise ancora. «Oh no, era solo una cotta. Ma a diciassette anni conobbi una nobildonna più grande di me che
veniva a cenare spesso al Baratie. Era così raffinata,
così elegante... con lei ho scoperto tutto ciò
che c’era da sapere sull’amore e sulle
donne».
Nami schioccò la lingua sul palato, un po’
infastidita da quella rivelazione. Si immaginò una
donnaccia, vecchia e tutta agghindata, che si approfittava di un
giovane Sanji alle prime armi e lo rendeva il pervertito che era ora.
«Sei stato innamorato di lei?».
«Così credevo, Nami-san. All’epoca, lei
mi sembrava tutto ciò di cui avessi bisogno – una
donna bella, ricca, matura – ma ora so che l’amore
è tutta un’altra cosa». Nami
aggrottò la fronte, indugiando per qualche secondo sul volto
di Sanji, poi sbatté le mani sul tavolo sporgendosi
maggiormente verso di lui che la guardò stralunato.
«Insomma, Sanji-kun, quando diamine ti sei
innamorato?!».
Il cuoco, dopo un attimo di smarrimento, tornò a sorridere. Un sorriso diverso dal solito, speciale.
«Avevo diciannove anni, mi trovavo sempre al Baratie. Ad un
certo punto sento una risata. Una risata sincera, melodiosa. Alzo lo
sguardo e incrocio gli occhi color nocciola di una meravigliosa ragazza
dai corti capelli rossicci e−».
«Sanji-kun, trovo alquanto improbabile che tu ti sia
innamorato di me nel primo istante in cui mi hai vista», lo
bloccò Nami, incrociando le braccia al petto con stizza.
«Alla storia del colpo di fulmine non ci ho mai
creduto».
Sanji boccheggiò. «N-non mi hai lasciato
finire!».
Nami gonfiò le guance, un po’ imbarazzata per
essere giunta subito a conclusioni affrettate, poi lo
invitò a continuare.
«Non nego che in quel momento mi hai colpito molto, ma di te
mi sono innamorato con il trascorrere del tempo... attimo dopo attimo,
giorno dopo giorno, sguardo dopo sguardo». Le ultime parole
furono poco più di un sussurro, ma Nami riuscì a
sentirle ugualmente.
«Il problema, Sanji-kun, è che non vedo nessuna
differenza tra il tuo comportamento nei miei confronti e il tuo
comportamento in presenza di Robin o di altre donne. Sei sempre il
solito Sanji gentiluomo, a tratti smielato e a tratti
pervertito».
Sanji sospirò, l’occhio azzurro velato di
tristezza. «Tu non
vuoi vedere nessuna differenza, Nami-san», la
corresse, poi allungò le mani verso quella della navigatrice
e la strinse tra le sue, accarezzandone il dorso. Nami si
sentì arrossire, ma non ritrasse la mano.
«Se solo ti soffermassi a guardarmi un minuto di
più, capiresti che sono sincero quando ti dico che ti
amo», continuò il cuoco. «È
vero, io amo tutte le donne, compresa Robin-chan, ma di te mi innamoro
ogni singolo giorno. Il mio amore per te, Nami-san, continua a crescere
e crescere e... crescere». Nami lo vide sporgersi
maggiormente verso di lei e trattenne il respiro: la luce negli occhi
di Sanji era quanto di più simile all’amore avesse
mai visto, almeno per quel che ne sapeva d’amore. Ritrasse la
mano come scottata e abbassò lo sguardo, non riuscendo a
sostenere quello languido e penetrante del cuoco. Cosa avrebbe
dovuto dirgli, ora? Non lo sapeva, sentiva solo una gran confusione in
testa.
«E tu, Nami-san, sei mai stata innamorata?».
Nami incrociò nuovamente lo sguardo speranzoso di Sanji e
sentì lo stomaco contorcersi in una morsa dolorosa e piacevole
al tempo stesso.
Poi provò a dirgli che lei non aveva mai amato, che non lo amava,
ma non ci riuscì.
Note
dell'autrice:
Scusate il ritardo, sono stata sommersa dagli impegni, ma spero che
questo capitolo compensi in qualche modo il ritardo. In
realtà non succede niente di particolare, è solo
una conversazione tra Nami e Sanji, ma ho voluto soffermarmi un po' sul
passato di Sanji. Grazie a tutti coloro che mi seguono e che vorranno farmi sapere cosa ne
pensano di questo capitolo *_____* alla prossima! ♥
Soly Dea
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