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Autore: Soly_D    06/05/2015    3 recensioni
#01. «Siamo una famiglia, ora, ed io voglio che tu ti senta a casa. Sempre. Partendo dalla colazione».
#02. «Non mi capita mica tutti i giorni di entrare nella doccia e trovare la mia bellissima navigatrice ad aspettarmi!».
#03. «Io volevo stare con te, il rum mi ha solo fornito il coraggio per fare il primo passo».
#04. «Hai quella maledetta aria vissuta che ti rende ancora più affascinante di quando eri giovane!».
#05. «Nami-swaaan, sono così felice di essere ospite del tuo bellissimo corpo!~♥».
#06. «Se solo ti soffermassi a guardarmi un minuto di più, capiresti che sono sincero quando ti dico che ti amo».
#07. «È finita, Sanji-kun. Niente più travestiti, d’ora in poi solo donne in carne ed ossa. Donne vere».
[Raccolta SaNami partecipante alla "OTP Challenge" indetta da Emanuela.Emy79]
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Sanji, Un po' tutti | Coppie: Sanji/Nami
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Pairing: Sanji/Nami
Genere: commedia, sentimentale, slice of life
Rating: verde
Tabella: Sentimentale
Prompt: innamorarsi
Note: questa fanfiction partecipa alla OTP Challenge indetta da Emanuela.Emy79 sul forum di EFP.

Blackleg & Cat burglar
[when a cigarette smells like tangerines]



#06. Love at first sight

«Tu hai mai amato, Sanji-kun?».
Nami non riusciva ancora a capire da dove avesse tirato fuori quella domanda – in fondo non era successo nulla di particolarmente eclatante quel giorno, o almeno nulla che avesse a che vedere con Sanji e con l’amore – ma era da tutta la sera che ci pensava e allora aveva deciso di parlarne con il compagno dopo cena, quando la sala da pranzo si era svuotata e gli unici due rumori erano il ticchettare delle proprie dita sul tavolo e lo scroscio dell’acqua del lavello sotto cui Sanji stava lavando i piatti.
Il cuoco si voltò, l’occhio azzurro intriso di sorpresa, per guardare in viso la navigatrice, la quale aveva i gomiti poggiati sul tavolo e si sosteneva il mento con le mani. Il suo sguardo lasciava trapelare una curiosità decisamente non sua che gli fece battere forte il cuore e sperare in una svolta nel loro rapporto. Insomma, era già sorprendente che Nami-san si fosse attardata lì con lui dopo cena, ma non avrebbe mai immaginato di sentirsi porre una domanda del genere proprio da lei che non aveva mai mostrato interesse per l’argomento.
E cosa poteva mai significare se non che si era improvvisamente accorta di lui?
Le mani strette intorno a un piatto avvolto nello strofinaccio, Sanji sorrise con aria sognante mentre gli occhi assumevano la forma di un cuore e i lineamenti del viso si arricciavano in quel modo tenero e buffo che in fondo Nami aveva imparato ad apprezzare.
«Nami-swan, io amo in ogni singolo momento!~♥ Amo te, Robin-chan e ogni donna che−».
Oh, Nami avrebbe dovuto immaginarselo. Quale altre risposta avrebbe potuto ricevere da parte di un uomo che era innamorato dell’amore stesso?
«Sanji-kun, so quanto tu ami tutte le donne, ma io ti sto chiedendo se ti sei mai innamorato, se hai mai amato una donna più di tutte le altre».
Sanji si ricompose, sbattendo le palpebre con aria perplessa, poi il suo sguardo si raddolcì e un sorriso increspò le sue labbra serrate intorno alla sigaretta. «Nami-san, mia adorata», cominciò, «non devi essere gelosa, sai?».
La navigatrice inarcò un sopracciglio, scettica. «Non sono gelosa, idiota. Era solo una stupidissima curiosità». Si passò una mano sul viso, esasperata. «Più stupida io che tento di intraprendere discorsi seri con te».
Fece per alzarsi, ma Sanji la bloccò per un polso. Con lo sguardo la invitò a rimettersi comoda sulla sedia e a sua volta si sedette di fronte a lei. «Scusami, non avevo capito che stessi parlando sul serio».
Nami borbottò, guardandolo negli occhi. Sembrava sinceramente dispiaciuto.
«Sì», disse il cuoco all’improvviso, inspirando una nuova boccata di fumo dalla sigaretta.
Nami lo fissò incerta. «“Sì” cosa?».
«Sì, mi sono innamorato». Sorrise Sanji, un sorriso nostalgico. «Vuoi che ti racconti, Nami-san?».
La navigatrice, colta alla sprovvista, annuì subito dopo.
«Avevo quindici anni quando conobbi la figlia di uno dei cuochi del Baratie», cominciò Sanji, la mente persa in chissà quali ricordi lontani. «Grandi occhi azzurri e trecce bionde. Era dolcissima». E lì il tono della sua voce assunse una nota sognante. «Le scrivevo continuamente lettere d’amore, le preparavo i piatti migliori...».
Nami si lasciò sfuggire un “Oh” di stupore. Quelle parole avevano smantellato la sua personale visione di Sanji da bambino: un monellaccio che si divertiva a sollevare le gonne delle altre bambine. Ma evidentemente la facciata da pervertito se l’era costruita dopo. Sanji era prima di tutto un gentiluomo e questo Nami lo aveva sempre saputo. «È stata lei il tuo primo amore?».
Sanji sorrise ancora. «Oh no, era solo una cotta. Ma a diciassette anni conobbi una nobildonna più grande di me che veniva a cenare spesso al Baratie. Era così raffinata, così elegante... con lei ho scoperto tutto ciò che c’era da sapere sull’amore e sulle donne».
Nami schioccò la lingua sul palato, un po’ infastidita da quella rivelazione. Si immaginò una donnaccia, vecchia e tutta agghindata, che si approfittava di un giovane Sanji alle prime armi e lo rendeva il pervertito che era ora. «Sei stato innamorato di lei?».
«Così credevo, Nami-san. All’epoca, lei mi sembrava tutto ciò di cui avessi bisogno – una donna bella, ricca, matura – ma ora so che l’amore è tutta un’altra cosa». Nami aggrottò la fronte, indugiando per qualche secondo sul volto di Sanji, poi sbatté le mani sul tavolo sporgendosi maggiormente verso di lui che la guardò stralunato. «Insomma, Sanji-kun, quando diamine ti sei innamorato?!».
Il cuoco, dopo un attimo di smarrimento, tornò a sorridere. Un sorriso diverso dal solito, speciale.
«Avevo diciannove anni, mi trovavo sempre al Baratie. Ad un certo punto sento una risata. Una risata sincera, melodiosa. Alzo lo sguardo e incrocio gli occhi color nocciola di una meravigliosa ragazza dai corti capelli rossicci e−».
«Sanji-kun, trovo alquanto improbabile che tu ti sia innamorato di me nel primo istante in cui mi hai vista», lo bloccò Nami, incrociando le braccia al petto con stizza. «Alla storia del colpo di fulmine non ci ho mai creduto».
Sanji boccheggiò. «N-non mi hai lasciato finire!».
Nami gonfiò le guance, un po’ imbarazzata per essere giunta subito a conclusioni affrettate, poi lo invitò a continuare.
«Non nego che in quel momento mi hai colpito molto, ma di te mi sono innamorato con il trascorrere del tempo... attimo dopo attimo, giorno dopo giorno, sguardo dopo sguardo». Le ultime parole furono poco più di un sussurro, ma Nami riuscì a sentirle ugualmente.
«Il problema, Sanji-kun, è che non vedo nessuna differenza tra il tuo comportamento nei miei confronti e il tuo comportamento in presenza di Robin o di altre donne. Sei sempre il solito Sanji gentiluomo, a tratti smielato e a tratti pervertito».
Sanji sospirò, l’occhio azzurro velato di tristezza. «Tu non vuoi vedere nessuna differenza, Nami-san», la corresse, poi allungò le mani verso quella della navigatrice e la strinse tra le sue, accarezzandone il dorso. Nami si sentì arrossire, ma non ritrasse la mano.
«Se solo ti soffermassi a guardarmi un minuto di più, capiresti che sono sincero quando ti dico che ti amo», continuò il cuoco. «È vero, io amo tutte le donne, compresa Robin-chan, ma di te mi innamoro ogni singolo giorno. Il mio amore per te, Nami-san, continua a crescere e crescere e... crescere». Nami lo vide sporgersi maggiormente verso di lei e trattenne il respiro: la luce negli occhi di Sanji era quanto di più simile all’amore avesse mai visto, almeno per quel che ne sapeva d’amore. Ritrasse la mano come scottata e abbassò lo sguardo, non riuscendo a sostenere quello languido e penetrante del cuoco. Cosa avrebbe dovuto dirgli, ora? Non lo sapeva, sentiva solo una gran confusione in testa.
«E tu, Nami-san, sei mai stata innamorata?».
Nami incrociò nuovamente lo sguardo speranzoso di Sanji e sentì lo stomaco contorcersi in una morsa dolorosa e piacevole al tempo stesso.
Poi provò a dirgli che lei non aveva mai amato, che non lo amava, ma non ci riuscì.















Note dell'autrice:
Scusate il ritardo, sono stata sommersa dagli impegni, ma spero che questo capitolo compensi in qualche modo il ritardo. In realtà non succede niente di particolare, è solo una conversazione tra Nami e Sanji, ma ho voluto soffermarmi un po' sul passato di Sanji. Grazie a tutti coloro che mi seguono e che vorranno farmi sapere cosa ne pensano di questo capitolo *_____* alla prossima! ♥

Soly Dea

  
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