Of
those who stayed
“Homenum Revelio” scandì Ginny
in un sussurro, la bacchetta tesa in aria. Non accadde nulla.
“Via libera” assicurò. Neville fece un breve cenno d’assenso e la seguì
con passi prudenti. Il castello era calato nell’oscurità, ma riuscivano
a muoversi con una certa disinvoltura grazie agli Occhiali Fendinotte,
ultimo ritrovato dei gemelli Weasley.
Poco dopo Ginny sentì il galeone scaldarsi nella mano sinistra. Lo
guardò subito per assicurarsi che non fosse un segnale di allarme e
tirò un sospiro di sollievo.
“Luna è arrivata” mormorò a Neville, senza fermarsi.
“Muoviamoci” disse lui di rimando, allungando un po’ il passo.
Quando la superò senza nemmeno farci caso, Ginny lo agguantò per la
veste.
“Meglio metterci un minuto in più che essere beccati” lo redarguì.
Neville si riscosse e annuì, riprendendo a camminare più lentamente.
“Scusa. È che non mi piace lasciarla sola” sussurrò a disagio.
“Neanche a me” ammise Ginny. Di solito Luna girava in coppia con
Michael, ma quel pomeriggio lui era stato messo in punizione e non
c’era stato modo di cambiare il piano.
“Se i Carrow la trovassero…”
Nessuno dei due osò completare la frase. I ragazzi percorsero le
scorciatoie e le rampe che li separavano dal terzo piano in religioso
silenzio, sperando che gli altri riuscissero ad avvisarli in tempo in
caso di problemi con Gazza o i due Mangiamorte.
“Chi è?” domandò all’improvviso una voce sognante.
“Shh! Siamo noi” rispose Ginny.
“Oh, finalmente” commentò Luna, osservandoli concentrata attraverso le
lenti Fendinotte. “È un vero peccato che con questi occhiali non si
vedano i Gorgosprizzi, non trovate?”
“Ehm, sì, un vero peccato…” concordò Neville incerto.
“Luna” – tagliò corto Ginny – “hai scoperto la parola d’ordine?”
“Oh, sì, ho sentito il Professor Piton dire proprio asfodelo. Curioso, non trovate?”
Ginny non aveva idea di cosa ci fosse di curioso e non aveva intenzione
di perdere tempo a pensarci. Si avvicinò cauta al gargoyle di pietra e
con il cuore che le batteva a mille pronunciò la parola ad alta voce.
La statua deforme si fece da parte, lasciando comparire una scala a
chiocciola che si avvolgeva dolcemente su se stessa.
“Ottimo lavoro!” si complimentò Neville, sorridendo a Luna prima di
imboccare le scale.
Ginny si avviò per ultima e avvertì dietro di sé il rumore della statua
che tornava a chiudere il passaggio.
Ben presto si ritrovarono tutti e tre stretti sul pianerottolo davanti
alla porta di quercia dell’Ufficio del Preside. Sapevano bene di essere
giunti al momento della verità, perché se un Alohomora non fosse bastato ad
aprirla, la loro impresa si sarebbe miseramente conclusa.
Neville pronunciò l’incantesimo, ma la serratura non scattò.
Ginny imprecò tra i denti e provò a sua volta, senza successo.
Si stavano scambiano uno sguardo tetro quando Luna, del tutto
indifferente al loro sconforto, allungò la mano e bussò. La porta si
socchiuse silenziosa.
“Era aperto” disse lei allegramente, mentre gli amici la guardavano al
contempo stupiti e divertiti.
“A quanto pare, secondo Piton basta la parola d’ordine” commentò
Neville sollevato, facendo strada. Ginny lo seguì dentro l’ufficio
circolare.
Uno dei vecchi Presidi russava sonoramente nella sua cornice, tanto da
coprire i loro passi cauti. Ginny si domandò come facessero gli altri
ritratti a dormire con quel fastidioso rumore di sottofondo, ma – come
pianificato – non esitò a evocare un Muffliato.
“Questo dovrebbe bastare a non svegliarli” assicurò.
“C’è anche il Professor Silente” disse Luna indicando la sua cornice,
appesa dietro a una scrivania con le zampe ad artiglio. “La mano non è
ferita, però. Immagino non volesse far sapere di aver allevato
illegalmente un Ricciocorno Schiattoso.”
Ginny ridacchiò, ma tornò a concentrarsi sulla missione quando Neville
richiamò la sua attenzione.
Il ragazzo era chino sulla teca che ospitava la spada e stava cercando
con le mani una fenditura per aprirla.
“Ho provato qualche incantesimo, ma non è successo nulla” spiegò in
risposta allo sguardo scettico di Ginny.
“Allontanati” gli raccomandò allora lei, sollevando la bacchetta.
Neville fece due passi indietro.
“Reducto!” pronunciò Ginny con voce ferma. La teca si ridusse in una
miriade di frammenti.
“Bella trovata” si complimentò Neville, avvicinandosi nuovamente.
Ripulì l’elsa dal vetro con la manica del mantello e afferrò la spada
con religioso rispetto.
Stava dicendo qualcosa a proposito della nobiltà di Godric Grifondoro
quando Luna lo interruppe.
“Guardate, una piuma di fenice” disse con interesse.
Ginny si voltò e spostò lo sguardo nella direzione indicata dal suo
dito. Vide una meravigliosa piuma vermiglia con striature dorate
volteggiare lenta nell’aria, avvicinandosi sempre più al pavimento.
“Fossi in voi andrei via prima che tocchi terra, signorina Weasley”
commentò alle sue spalle una voce familiare.
Lei si voltò di scatto, appena in tempo per intravedere Silente farle
l’occhiolino, prima di tornare a chiudere gli occhi.
“Andiamo via” intimò Ginny. Scrutò il ritratto ancora per un istante,
quindi si diresse verso la porta dietro a Neville e Luna. Prima di
varcarla revocò il Muffliato
e lanciò un’ultima occhiata alla splendida piuma, cogliendo l’istante
in cui si adagiava a terra.
Trattenne bruscamente il respiro, in attesa che accadesse qualcosa, ma
non successe assolutamente nulla.
La sensazione di inquietudine che le attanagliava lo stomaco non fece
che peggiorare.
Avevano fatto pochi, frettolosi gradini quando la scala venne inondata
di luce e la voce di Severus Piton, intrisa di fredda furia, raggiunse
le loro orecchie.
Il Preside li osservava inviperito da dietro la scrivania, le loro
bacchette saldamente strette in pugno, la spada e la piuma posate sulla
superficie di legno.
“Rubare nell’Ufficio del Preside, che oltraggio!” commentò uno dei
ritratti, mentre altri annuivano impietosi. Chi non si era destato con
la luce e i rumori era stato infine svegliato dai vicini. Solo Silente
sembrava dormire ancora, ma Ginny era certa che fosse più che attento.
“Vuotate le tasche” disse Piton con la voce carica di disprezzo,
ignorando i dipinti.
Il cuore di Ginny batté all’impazzata. Aveva appena comunicato agli
altri che erano stati presi e i loro galeoni magici erano ancora tiepidi.
“Subito!” sbraitò il Preside, furente per la loro esitazione.
“Che insolenti!” sostenne l’odioso ritratto.
“Grazie, Phineas, per i tuoi preziosi interventi” commentò Piton con
sarcasmo, guadagnandosi un’occhiata astiosa.
Poi fissò Ginny con occhi colmi di odio. Lei sostenne il suo sguardo
fino a quando Luna non fece un passo avanti, cominciando con estrema
calma a riversare il contenuto delle proprie tasche sulla scrivania.
Dopo qualche piuma arruffata e una boccetta d’inchiostro colorata, posò
sul tavolo una manciata di frutti arancioni simili a ravanelli. Piton,
chiaramente perplesso, ne afferrò uno e lo avvicinò al naso adunco per
annusarlo.
“Prugne Dirigibili, Signore” spiegò Luna, mentre Neville tratteneva a
fatica un sorrisetto. “Le coltiva mio padre nel nostro giardino. I loro
germogli possono guarire molte malattie.”
“Davvero?” domandò incuriosita una vecchia strega dai lunghi boccoli
argentei, sporgendosi nella cornice accanto per osservare meglio gli
insoliti vegetali.
“Oh, sì, sono un ottimo rimedio contro – ”
“Sul serio daresti ascolto a questa svitata, Dilys?” la interruppe
Phineas, rivolgendosi alla vecchia Preside.
“Luna non è una svitata!” si arrabbiò Neville.
“Silenzio, tutti!” intervenne Piton irato, riportando l’ordine.
Quando lui tornò a fissarla, Luna estrasse dalle tasche l’ultima
cosa rimasta. La moneta incantata che Ginny stringeva tra le dita era
ormai tornata fredda quando l’amica svuotò il borsellino e una mezza
dozzina di galeoni tintinnò sul tavolo.
“Paciock” sputò fuori Piton, quando Luna si fece da parte.
Neville si sforzò di sostenere lo sguardo del Preside, mentre avanzava
verso la scrivania. Cominciò a posarvi una serie di utili Tiri Vispi,
come la Polvere Buiopesto. Tacque fermamente, però, quando Piton
pretese che gli venisse spiegato il loro uso.
Ginny deglutì quando il Preside soppesò tra le mani una delle monete
d’oro che Neville aveva appena tirato fuori.
“Mi domando cosa ci facciate con tanti galeoni in tasca nel cuore della
notte” disse Piton con sospetto.
“Oh, sono per la scommessa, Signore.”
“Luna!” la rimproverò Ginny. Notando lo sguardo trionfante del Preside
pensò con soddisfazione che avevano fatto bene a provare quella parte.
“Paciock, voglio sapere di che scommessa si tratta.”
“Non abbiamo fatto nessuna – ”
“Adesso!” intimò Piton perentorio.
“Ecco, abbiamo scommesso su quanti punti avrebbe sottratto alle nostre
Case se ci avesse colti sul fatto, Signore. Se volesse essere tanto
gentile da dircelo, così da poter nominare un vincitore…” spiegò
Neville.
“Irrispettoso!” esclamò Phineas.
Piton lo ingorò. “Molto divertente, Paciock” commentò, fissando Neville con gli
occhi ridotti a due fessure. “Spero che qualcuno di voi abbia scommesso
che avrei prosciugato completamente le clessidre di Grifondoro e
Corvonero, allora.”
“Oh, sembra che abbia vinto tu, Ginny” commentò Luna con entusiasmo.
Piton era sempre più furioso.
“Weasley, tocca a te” disse con odio, indicando gli oggetti davanti a
lui.
Ginny si avvicinò, rovistò nella tasca sinistra per racimolare i suoi
tre i galeoni e li posò sulla scrivania con un sorrisetto soddisfatto.
Dall’altra tasca estrasse una Crostatina Canarina – i dolci
continuavano a essere la miglior difesa contro Tiger e Goyle – e un
Orecchio Oblungo.
Piton lo afferrò immediatamente.
“Questo lo terrò io” commentò trionfante, riconoscendo subito l’oggetto.
“Faccia pure, Signore”
rispose Ginny con strafottenza. “Glielo avrei offerto io stessa, ma
credevo che le fosse bastato prendersi l’orecchio di mio fratello.”
Il Preside impallidì e Ginny provò un moto di vendicativa esultanza nel
vederlo così scosso.
Dovettero attendere qualche istante prima che Piton recuperasse la
parola.
“È stato Potter a chiedervi di rubare la spada?” domandò loro a denti
stretti.
“Be’, se la stessimo prendendo per Harry allora non potrebbe trattarsi
di un furto, visto che è stato lui a estrarla dal Cappello Parlante,
non trova?” chiese Neville di rimando.
“La spada non appartiene a Potter, ma a Hogwarts, di cui si dà il caso
che io sia il Preside!” affermò Piton adirato.
“Io credevo che fosse di Godric Grifondoro” commentò Luna con tono
sorpreso.
“Non mi importa niente di chi sia la spada!” gridò il Preside, battendo
il pugno sulla scrivania con furia. Molti ritratti trasalirono. “Voglio
sapere dov’è Potter!”
I tre ragazzi non fiatarono.
“Vuoi davvero farmi credere che la sua fidanzatina non sappia dove sia?”
“Non sono più la sua fidanzatina e non ho idea di dove si nasconda”
affermò Ginny con astio.
“E tuo fratello?”
“È in Romania a studiare draghi, come sempre”
“Oh, pensavo fosse ammalato di spruzzolosi” si stupì Luna. “Dovrò dire
a papà che non occorre più portargli il decotto di Prugne Dirigibili…”
“Per Merlino, che ingenua sono stata” riprese Ginny, battendosi
teatralmente una mano sulla fronte. “Ovviamente è di Ron che voleva
sapere, non di Charlie! Avrei dovuto immaginarlo. Sa, quando si hanno
sei fratelli… Ma è davvero gentile da parte sua interessarsi alle
condizioni di salute di Ron, Signore” concluse con un sorrisetto
lezioso, mentre la smorfia di Piton si deformava sempre di più.
“Domani notte andrete nella foresta proibita con il guardiacaccia” disse con fredda furia. “I responsabili –”
“Puah! Ai miei tempi li avremmo appesi per gli alluci dei gonzi come Paciock!” lo interruppe Phineas con veemenza.
“Silencio!” esclamò Piton,
puntando la propria bacchetta verso la cornice. “Fino a
prova contraria il Preside sono io, adesso.”
Nessun ritratto osò obiettare, ma Phineas, profondamente offeso,
scomparve dalla cornice.
Piton riprese a parlare.
“I responsabili delle vostre Case verranno informati. Osate introdurvi
un’altra volta nel mio ufficio e lascerò che siano i Carrow a punirvi”
disse con tono minaccioso. Ginny però registrò la frase a malapena, tanto era sollevata dalla tranquillità della punizione.
Passare la notte con Hagrid sarebbe stato perfino un piacere.
“Potete riprendervi i vostri galeoni e le bacchette, il resto è
sequestrato. Lovegood, portati via i tuoi inutili ravanelli” aggiunse
poi il Preside con arroganza. “Ora andatevene a letto. Vi conviene mettervi subito a dormire. Domani
ci sarà la luna piena… Meglio avere gli occhi aperti nella foresta”
concluse malignamente.
I tre ragazzi si voltarono e si avviarono verso la porta, ancora
increduli per averla scampata con così poco.
“E non fatevi più vedere con addosso degli occhiali uguali a quelli di
Potter!”
Ginny ghignò compiaciuta, ringraziando mentalmente Fred e George per la
loro genialità ribelle.
§
Piton stava fissando immobile la porta del suo ufficio, quando il
ritratto di Silente richiamò la sua attenzione.
“Non credo sia stato Harry a chiedere loro di procurargli la spada,
Severus” gli disse dolcemente.
Piton trasalì, prima di girarsi lentamente verso di lui.
“Lo so” rispose brusco. “Suppongo che le mie abilità di Legilimens
siano migliori di quelle di un dipinto, dopotutto.”
Silente ridacchiò.
“Naturalmente! Eppure, ti è sfuggito che la Signorina Weasley abbia
preso la piuma di Fanny che ti regalai, mentre recuperava le sue cose”
aggiunse divertito.
Piton serrò i pugni, colto nel vivo.
“Ora, prima che le Prugne Dirigibili della Signorina Lovegood facciano
il loro effetto,” continuò Silente con allegria “converrai con me che
sarebbe opportuno proteggere meglio il tesoro di Grifondoro. Scoprirai
che dietro al mio ritratto c’è un nascondiglio perfetto.”
“I Carrow si chiederanno perché è scomparsa.”
“Indubbiamente” convenne Silente. “È per questo che dovrai farne
segretamente una copia e domandare a qualche Mangiamorte di custodirla.”
Piton lo guardò scettico.
“Ti rendi conto che per giustificare una simile richiesta dovrò
riferire ai Carrow che quei tre hanno cercato di rubarla, vero?”
“È un prezzo che dobbiamo essere disposti a pagare, pur di far credere
a Tom Riddle che la vera spada sia al sicuro”
“Dobbiamo?” esclamò Piton con
rabbia. “A quanto pare il benessere degli studenti sta diventando
sempre più sacrificabile, per te.”
“Loro sapevano bene a quali rischi andavano incontro, questa notte.
Sono certo che sarebbero felici di sacrificarsi volontariamente per la
causa.”
“Felicissimi” commentò Piton, sarcastico. “Immagino che neanche questa
volta mi dirai perché la spada è tanto importante” aggiunse poi con
amarezza.
“Immagini bene, Severus,” rispose Silente con tono grave, “ma è
essenziale che Harry ne entri in possesso al più presto, ricordatelo.”
“Non l’ho dimenticato” rispose Piton. “Si dà il caso, però, che non sia
così semplice cercare Potter dovendo recitare la parte del Mangiamorte
qui a Hogwarts.”
“Suppongo di no, in effetti. È per questo che dovresti chiedere aiuto a
chi può recarsi fuori dal castello senza essere notato” spiegò
l’anziano mago con semplicità.
Davanti allo sguardo perplesso di Piton, Silente alzò gli occhi verso
la cornice vuota di Phineas Nigellus.
“Ci penserei due volte, prima di offenderlo di nuovo” aggiunse con un
occhiolino complice. “E ora lascia che mi sposti affinché tu possa
riporre la spada, Severus.”
Silente si fece ospitare dal mago grassoccio del dipinto a fianco al
suo mentre il Preside nascondeva la spada sotto lo sguardo attento dei
suoi predecessori.
Piton aveva appena rimesso il quadro a posto quando sentì le palpebre
farsi tremendamente pesanti.
“Credo proprio che le Prugne Dirigibili stiano iniziando a fare
effetto” sorrise Silente. “Dovresti metterti a letto, Severus.”
Piton fece appena in tempo a evocare un blando incantesimo di
protezione sull’ufficio e a chiudersi nella stanza sul retro, prima di
crollare addormentato.
§
“Buonanotte, Luna” sussurrarono Neville e Ginny quando furono davanti
all’ingresso della sala comune dei Corvonero.
“È stato molto divertente” sorrise lei. “È un peccato che non abbia
fatto in tempo ad avvisare il Professor Piton degli altri effetti della
Prugna Dirigibile” aggiunse sorridente, mentre Neville ridacchiava.
Ginny li guardò perplessa.
“Quando le sue spore vengono inalate causano un sonno profondo per
qualche ora e allucinazioni al risveglio” spiegò l’amico allegramente.
Mentre sogghignava, Ginny intuì che Luna Lovegood non avrebbe mai
smesso di sorprenderla.
*
“Ungaro Spinato” disse Ginny quando arrivarono davanti al ritratto
della Signora Grassa.
“Eccovi qua, finalmente!” esclamò lei, facendosi da parte. “Seamus mi
ha detto che eravate stati presi, ero così preoccupata.”
“Ce la siamo cavata con poco, per fortuna, ma non siamo riusciti a
recuperare la spada” spiegò Neville.
“L’importante è che stiate bene” sorrise la donna, facendosi da parte.
“Su, su, gli altri sono già rientrati, vi staranno aspettando.”
Prima di infilarsi nel buco del ritratto Ginny e Neville ringraziarono
la Signora Grassa, che era diventata un’inattesa e inestimabile alleata
da quando i Carrow l’avevano brutalmente minacciata. I due
Mangiamorte non si sarebbero fatti scrupoli pur di sapere quali
studenti avessero lasciato la sala comune per l’ultima bravata
notturna, ma i ragazzi avevano confessato per proteggerla,
conquistandosi la sua lealtà e un prezioso appoggio notturno.
La sala comune era ormai deserta e il fuoco del camino quasi estinto,
ma dal dormitorio maschile proveniva un lieve brusio. Ginny seguì
Neville lungo la scala a chiocciola fino alla stanza dei ragazzi del
settimo anno.
Quando entrarono, Seamus, Calì e Lavanda scattarono in piedi come molle
e li sommersero di domande.
“In realtà non ho idea di come Piton abbia fatto a scoprirci” rispose
Neville quando tutti avevano preso posto sui due letti e i Fendinotte
erano tornati sul suo comodino.
“Stavo prendendo la spada quando Ginny ci ha detto di andarcene…”
proseguì, guardandola con curiosità.
“Aveva messo un sistema d’allarme silenzioso” spiegò lei. Infilò la
mano della tasca alla ricerca della piuma e in quel momento percepì il
galeone tornare caldo. Lo prese per controllarlo.
“È Luna. I Corvonero sono rientrati tutti.”
Gli altri annuirono sollevati.
Ginny rispose al messaggio e attese la conferma dei Tassorosso prima di
rimettere il galeone a posto, quindi estrasse la piuma dalla tasca,
mostrandola agli altri. “Apparteneva alla fenice di Silente, suppongo”
spiegò. “Credo che fosse fissata al soffitto, pronta a staccarsi non
appena la porta fosse stata aperta. Quell’infame di Piton deve essere
stato avvertito solo quando la piuma ha toccato terra: immagino volesse
avere il tempo di disattivare l’incantesimo, all’occorrenza.”
“E magari sperava di beccare gli intrusi in flagrante” commentò Seamus
con astio.
“Ma come hai fatto a capirlo?” domandò Neville, ammirato.
“Il ritratto di Silente mi ha dato una dritta” sorrise Ginny. “Credo
che non abbia gradito l’uso che il suo assassino ha fatto della piuma…
Ho dovuto prenderla.”
Lavanda tirò su col naso.
“Non capisco, però. Non che non sia contenta, ma perché non vi ha fatto
incatenare da Gazza?” domandò Calì.
“Non ne ho idea” rispose Ginny.
“Già, è stato strano, la nostra punizione è di andare nella foresta
proibita con Hagrid, domani notte. Pensavo che ci saremmo beccati ben
di peggio” aggiunse Neville.
“Forse ha capito che eravamo sinceri a proposito di Harry… Magari
voleva liberarsi in fretta di noi per dirlo agli altri Mangiamorte.”
“Che c’entra Harry?” chiese Seamus.
“Voleva sapere dove fosse” chiarì Ginny con semplicità.
“Be’, Piton si sarà reso conto che Harry non è così stupido da urlare
dove si trova ai quattro venti” commentò Lavanda. Ginny fu stranamente
irritata dalle sue parole.
“Già” si limitò a dire. Calò il silenzio e lei immaginò che anche gli
altri si stessero chiedendo dove diavolo fossero finiti Harry, Ron e Hermione.
Fu Calì a interrompere il rimestare dei pensieri.
“Be’, io me ne vado a letto.”
“Buonanotte” le augurò Neville. “Grazie a tutti per l’aiuto. Mi
dispiace che non siamo riusciti a riprenderci la spada…”
“Avete fatto del vostro meglio” lo rassicurò Seamus.
Calì e Lavanda salutarono e imboccarono le scale a chiocciola. Ginny
rispose a qualche altra domanda di Seamus e le seguì poco dopo. Aveva
fatto solo pochi gradini quando la voce incerta di Neville la chiamò.
“Sì?” rispose lei, voltandosi.
“Davvero non hai idea di dove sia?” domandò il ragazzo con la voce
velata di tristezza. Ginny scosse la testa, dispiaciuta, e Neville la fissò sconsolato.
“È solo che… a volte mi sento così stupido a progettare di rubare una
spada e di scrivere cose sui muri, mentre loro sono a rischiare la vita
chissà dove… Dopo che l’anno scorso ci ha fatto di stare di guardia per
via di Malfoy pensavo… credevo che avrebbe chiesto di nuovo il nostro
aiuto” confessò.
“Neville…” cominciò Ginny cautamente, timorosa di ferirlo. “Lo sai come
è fatto. Non voleva nemmeno l’appoggio di Ron e Hermione.”
“Lo so. Vorrei potermi rendere più utile, però…”
“Arriverà il giorno in cui sarà costretto a chiedere il nostro aiuto.
Noi ci faremo trovare pronti” disse Ginny con determinazione.
Neville la guardò ammirato, poi annuì deciso.
“E nel frattempo dimostreremo a tutti che Hogwarts gli è fedele”
aggiunse con ritrovato orgoglio, prima di darle la buonanotte.
************
Ciao! ☺
Questa storia è una versione tagliata e a rating verde di quella
scritta per il contest ‘Porn WITH Plot – II edizione’ indetto da
Matilde di Shabran sul forum. La storia scritta per il contest è una
Neville/Ginny e completa il racconto con un’altra avventura nottura,
nata per approfittare dell’effetto delle Prugne Dirigibili su Piton…
Come avrete immaginato, la storia è stata ispirata da questa citazione:
“Lei e un paio di suoi amici sono entrati nello studio di Piton e hanno
fracassato la teca dove teneva la spada. Piton li ha sorpresi mentre
cercavano di portarla di nascosto giù dalle scale.” [Harry Potter e i
Doni della Morte]
Ci sono anche vari riferimenti alla conversazione del trio con Phineas
Nigellus a proposito della spada e ai racconti di Neville
sulla situazione di Hogwarts.
Qua un elenco di note sul testo (elenco infinito, chiedo venia, ma non posso
farne a meno quando cerco di ricostruire un episodio ‘reale’): è un mix
di mie considerazioni sull’episodio e dettagli della saga che ho
sfruttato.
- Mi sono chiesta perché in quell’occasione abbiano
agito solo loro tre, avendo tutta l’ES a disposizione, e ho provato a
darmi una risposta diversa da ‘erano i capi/all’inizio erano solo loro
tre’. Ho immaginato che per le bravate notturne utilizzassero (magari a
rotazione) delle coppie fisse composte tendenzialmente da un ragazzo e
una ragazza della stessa Casa (in modo da poter fare insieme tutto il
tragitto): Ginny e Neville; Luna e Michael Corner; Seamus e Lavanda;
Calì e Padma (unica coppia di sole femmine e case diverse); Susan e
Justin; Hannah ed Ernie; Antony Goldstein e Terry Steeval/Boot. Colin e
Dennis, in quanto Nati Babbani, non erano a Hogwarts e gli altri erano
già usciti, fatta eccezione per quell’idiota di Zacharias Smith.
Immagino (spero) che avessero cooptato altri studenti nell’ES, ma
piuttosto che inserire gente a caso ho preferito far presenziare solo
personaggi noti
- Ginny è particolarmente brava con l’incantesimo
Reducto (HP5)
- Silente non era immune al Muffliato: si è svegliato
perché la piuma di Fanny ha cominciato a muoversi ed è intervenuto
quando ha visto che l’avevano notata
- Visto che di solito Phineas ‘viveva’ a Hogwarts non
credo che Ginny lo abbia incontrato a Grimmauld Place
- Fino al settimo libro avevo creduto che solo Harry
potesse comunicare con i galeoni, ma dopo li hanno usati in sua
assenza, quindi credo che chiunque potesse mandarvi messaggi
(codificati da numeri). Ho immaginato anche che si potessero
selezionare i destinatari
- Dilys, la Preside che chiede dei poteri delle
Prugne Dirigibili, è quella che Silente spedì al San Mungo quando il
Signor Weasley fu attaccato da Nagini
- Ho immaginato che Piton abbia visto le Orecchie
Oblunghe a Grimmauld Place, visto che i ragazzi le usavano per
ascoltare le riunioni dell’Ordine
- Ho inventato io l’effetto delle Prugne Dirigibili,
ispirandomi al ‘non toccare’ davanti a casa Lovegood. Ho immaginato che
gli orecchini di Luna fossero essiccati e quindi innocui, ma chissà che i Ricciocorni Schiattosi non siano frutto di allucinazioni… ;) Edit: in realtà rileggendo HP7 ho scoperto che accrescono la capacità di accettare lo straordinario; ricordavo solo il cartello ‘non toccare le Prugne Dirigibili’, motivo per cui mi ero convinta che avessero qualche effetto collaterale.
- Michael Corner più in là durante l’anno verrà
torturato per aver provato a liberare un primino ‘incatenato’. Ho
immaginato che i Carrow affidassero a Gazza il piacere.
- Phineas racconta al trio che la punizione per il
furto è stata la gita nella Foresta Proibita, ma Unci Unci riferisce
(avendolo sentito da Bill) che erano stati puniti molto duramente: ho
immaginato che Phineas, essendosi allontanato, conoscesse solo della
prima punizione (inoltre non sa che Piton ha nascosto la spada vera… o
almeno, con il trio finge di non saperlo)
- Immagino sia la McGranitt a scegliere le parole
d’ordine dei Grifondoro: non è un caso che sia ‘Ungaro Spinato’ (il
drago di Harry al Tre Maghi^^)
Grazie per la pazienza, spero che il MM vi piaccia e mi farebbe piacere
se voleste leggere anche la versione integrale ^^
Isidar
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