A NEW DIMENSION
A NEW DIMENSION
*
Un colpo solo
*
“Sparisci!” gridò Goku,
mentre l’enorme sfera Genkidama si scagliò contro il suo avversario. “Non è così
facile sconfiggermi!” urlò di rimando Kojin, estendendo le braccia davanti a sé,
nel tentativo di fermare l’ultima salvezza dell’umanità.
La Genkidama toccò il
terreno, producendo un enorme boato, facendo scuotere la Terra. Tuttavia, Kojin
non sembrò preoccupato, e immobile restò in attesa che la sfera lo raggiungesse.
Sfortunatamente per lui la
potenza della Genkidama risultò molto più distruttiva di quanto il mostro avesse
preventivato.
Goku, in alto nel cielo,
spinse la sfera con tutte le sue forze, fino a quando essa non si scagliò
definitivamente sul suo avversario. Con un grido acuto, Kojin, finì in mille
pezzi, disintegrato completamente.
Il Saiyan osservò l’opera
di distruzione, e di salvezza al tempo stesso, che aveva compiuto la Genkidama.
Sorrise, appena constatò che del suo avversario non era rimasta più nessuna
traccia, “Ce l’ho fatta!” esultò, lasciandosi cadere al suolo.
Con un tonfo toccò il
terreno, distruggendo parte delle rocce accanto a sé. Restò in mobile per alcuni
secondi, con gli occhi chiusi ascoltando il ritmo del suo respiro affannoso.
Un rumore poco distante
attirò la sua attenzione. Goku aprì lentamente gli occhi e al suo cospetto si
riunirono le tre persone che lo avevano aiutato in quest’avventura.
Crilin e Piccolo lo
guardarono dall’alto al basso, sorridendo. Chi più chi meno. Poco distante anche
Vegeta lo aveva raggiunto, dandogli però solo le spalle.
“Sei stato straordinario
Goku” si congratulò l’amico terrestre, posandosi le mani ai fianchi. Era sempre
il migliore. E il Saiyan sorrise soddisfatto. “Ce la fai ad alzarti?” gli
domandò apprensivo Piccolo, avvicinandosi di un altro passo.
Goku annuì e senza troppa
fatica s’issò, sedendosi sul posto. “Ragazzi che faticaccia” si lamentò,
nonostante la sua espressione raccontasse tutt’altro.
Vegeta gli rivolse le
spalle, “Mpf, perdi sempre un sacco di tempo” brontolò. E mentre Crilin gli
rivolse una smorfia confusa, Piccolo si limitò a guardare la sua nuca. La
reazione di Goku fu una risata quasi divertita, “Hai ragione, dovrò escogitare
un modo che mi consenta di essere più veloce” concordò.
Il terrestre guardò prima
uno poi l’altro cercando inutilmente di comprendere il discorso. Anche al
namecciano sfuggì qualcosa del vero significato, ma lui comprese parte dello
strano dialogo criptato. Di conseguenza sorrise.
Goku si alzò in piedi,
stiracchiandosi come se si fosse appena destato da un lungo sonno, “Allora? Che
si fa adesso?” domandò con una naturalezza che aveva dello straordinario. Se
qualcuno lo avesse guardato, in quel momento, avrebbe sicuramente creduto che
aveva appena passato una giornata in un prato fiorito per una scampagnata, a
discapito dei suoi abiti strappati e delle ferite su tutto il corpo.
“Io direi che possiamo
andare al Santuario di Dio. Dende ci rimetterà in sesto in un attimo” suggerì
Piccolo incrociando le braccia. Crilin annuì, “Sì, se torno a casa così sarà mia
moglie a uccidermi!” asserì osservandosi da capo a piedi e appurando l’attuale
stato dei suoi abiti. Goku non poté fare a meno di scoppiare in una sonora
risata.
“Andiamo allora” stabilì il
namecciano, ma a bloccarlo prima che potesse prendere il volo fu il piccoletto.
“Ehi, aspetta Piccolo, cosa ne facciamo del bastone?” domandò mostrandogli
l’oggetto che per tutto il tempo aveva tenuto saldamente in mano.
Piccolo osservò il pezzo di
legno per alcuni istanti, “Lo porteremo a Dende. È giusto che lo conservi
l’attuale Dio nel suo palazzo” rispose dopo attente valutazioni. Crilin annuì
concorde. “Che state aspettando ancora, muovetevi!” sbottò il Principe, stufo di
attendere. Vegeta fu il primo a prendere il volo, gli altri lo seguirono uno
dopo l’altro.
*
“Ah! Perché siete conciati
così?!” esclamò sbalordito il giovane Dio, osservando a occhi sgranati i quattro
guerrieri che si erano presentati ai suoi occhi, uno più contuso dell’altro.
Sembrava avessero fatto a gara su chi riuscisse a ferirsi maggiormente. Dura
stabilire un vincitore.
A rispondere alla domanda
del giovane namecciano fu Goku. Il Saiyan si grattò la nuca, ridendo un po’
nervosamente. “E’ una storia lunga” minimizzò.
Dende lo scrutò per alcuni
istanti, infine sbuffò. “E va bene. Chi è il primo?” domandò avvicinandosi ai
quattro.
*
Il primo a sparire fu, come
da programma, Vegeta. Senza aggiungere una sola parola spiccò il volo stupendo
tutti per il suo improvviso gesto. Sebbene nessuno si ponesse ulteriori domande
sulle sue motivazioni.
Era fatto così e basta.
Piccolo rigenerò i suoi
abiti, dopo essere stato guarito dal conterraneo. Incrociò le braccia e si
allontanò a sua volta dal gruppo; pur restando sempre in loro compagnia.
“Grazie Dende, non so
proprio come faremmo senza di te” lo ringraziò Goku, sentendosi come nuovo. Il
piccolo namecciano si grattò la nuca con grande imbarazzo, “Oh beh, non faccio
nulla di straordinario” mormorò decisamente a disagio.
“Bene” attirò l’attenzione
di tutti Crilin, “Si sta facendo tardi, meglio che vada” stabilì. L’amico Saiyan
annuì “Va bene, allora ci vediamo presto” lo salutò con il suo solito e
immancabile sorriso. Il terrestre gli sorrise di rimando, poi porse il bastone
al Dio del suo Pianeta. “Allora, Dende l’affido a te” disse porgendogli
l’oggetto in questione.
Dende fece un cenno
affermativo col capo, “Ok, non c’è problema” acconsentì afferrando il pezzo di
lego. Successivamente si guardò attorno alla ricerca della persona di cui aveva
bisogno. “Mr. Popo” disse solamente e il buffo assistente si avvicinò a lui
comprendendo immediatamente il suo ordine. “Ci penso io” lo rassicurò prendendo
in consegna l’oggetto magico.
Crilin compì un passo
indietro facendo un cenno con la mano, “Ciao a tutti!” salutò prendendo il volo.
Goku guardò l’amico svanire nel cielo, dopo averlo salutato a sua volta con un
gesto della mano, “Sarà meglio che vada anch’io” annunciò in seguito.
*
Per la città dell’Ovest
mancava poco. In volo, Vegeta osservò il paesaggio circostante, riconoscendo la
strada che percorreva tutte le volte che tornava a casa dopo essere stato via
per qualche ragione.
Istintivamente la sua mano
si posò sulla fronte, assumendo un’espressione pensierosa.
*
“Sono a casa!” si annunciò
Goku, varcando la soglia di quella piccola casetta ai piedi dei monti Paoz.
Il primo ad accoglierlo fu
il primogenito, che si mostrò a lui con un libro in una mano. Evidentemente
immerso nella sua lettura. Gohan scrutò con attenzione il genitore che entrò in
salotto. Sembrò pensieroso nel guardarlo, come se Goku avesse qualcosa di
strano. E sicuramente non erano i suoi abiti stracciati, quella non era di certo
una novità.
“Ehm… p… papà. Posso farti
una domanda?” gli domandò infine, cogliendo ciò che non andava nell’aspetto del
padre. Goku si avvicinò al divano, dove il figlio era seduto, e annuì. “Certo
dimmi tutto, cosa c’è?” lo esortò a parlare.
Gohan sembrò pensarci su
ancora per pochi istanti, poi additò il volto del genitore, “Cos’hai fatto in
fronte?” espose quindi il suo dubbio.
L’adulto lo guardò
perplesso per un istante, successivamente si tastò il luogo indicato dal figlio
comprendendo le sue parole, rise. “Oh nulla, ho preso una piccola botta” spiego,
non convincendo affatto il ragazzo.
“Goku!” esordì severa la
moglie del guerriero, che lo minaccio con uno straccio alla mano. “Si può sapere
dov’eri finito? Che fine ha fatto il pesce che dovevi pescare?!” s’infurio.
Il Saiyan ci pensò per
alcuni secondi, “Oh cavolo!” esclamò quando, infine, si ricordò di un piccolo
dettaglio.
*
FINE
*
*
lilac: Innanzitutto ti
ringrazio sentitamente per aver seguito fino a qui questa piccola storia che
aveva l’unica pretesa di essere il più “dragonballiana” possibile. Lo scopo era
appunto costruire una specie di puzzle prendendo in prestito pezzi del maestro.
Spero sinceramente che anche l’ultimo tassello sia stato all’altezza. Andando
oltre (ma forse è meglio di no XD), spero di non averti ucciso definitivamente!
Grazie mille del sostegno (e della chiacchierata pubblicamente privata XD).
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