Chiarimenti
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Ore 16:52 Scozia, residenza di Narcissa Malfoy
Dopo un bel bagno rilassante Narcissa
era pronta e seduta
composta nel divanetto della sala da the, impaziente di rivedere il
figlio.
Nihem le aveva appena comunicato che erano pronti i biscotti preferiti
di
Draco, gli Scone (biscotti
simili a delle
brioches, farciti con marmellata e burro). Narcissa sorrise e
s’immerse nei
ricordi; da piccolo il suo bambino li adorava, una volta aveva
addirittura
costretto il suo elfo domestico a preparargliene tantissimi e se li era
mangiati tutti. Lo avevano trovato che piangeva in cucina
perché aveva dolore
di pancia, Lucius si era seccato così tanto che aveva
spedito l’elfo a
chiudersi le orecchie nel forno per due ore e Draco era stato
rimproverato e
mandato a letto. Certo che era proprio goloso!
I pensieri di Narcissa vennero
interrotti dalle fiamme del
camino che erano diventate verdi. Si alzò in piedi
impaziente e vide la figura
del figlio uscire, elegante come sempre, dal camino.
“
Subito dopo pranzo,
dopo aver giocato un poco con Alya e la sua puffola pigmea, sono andato
al
Ministero per utilizzare il camino per i viaggi lunghi. Sono rimasto
fermo lì
davanti parecchi minuti, con la polvere in una mano e lo sguardo perso
nel
vuoto. Un nodo mi stringeva lo stomaco, nella mia testa ho ripensato
mille
volte a come affrontare il discorso con mia madre, ma avevo sempre il
timore di
dover fare una scelta che non vorrei proprio fare. Sono le diciassette
in punto
e mi faccio coraggio, mia madre non ama i ritardatari e non vorrei
proprio
iniziare con il piede sbagliato. Butto la polvere dentro il camino e a
voce
alta e sicura pronuncio la destinazione. E’ un attimo, mi
sento sballottato qua
e là e dopo una decina di secondi atterro nel camino di
pietra bianca nel
salottino da thè. La prima cosa che vedo è mia
madre, molto più invecchiata, i
capelli, più bianchi di come li ricordavo, legati
elegantemente in cima alla
testa, il viso segnato dai segni del tempo e dalle preoccupazioni, i
suoi
occhi, belli come sempre, erano commossi.
–
Madre, è un piacere
rivedervi – mi sorride e apre le braccia invitandomi a
stringerla. Mi avvicino
e la stringo forte
–
Figlio mio, che
bello vederti e sapere che stai bene, mi sei mancato –
E’ raro che sia così
sincera e affettuosa, ma in fondo sei anni sono tanti e
anch’io mi lascio un
poco andare
–
Anche voi mi siete
mancata –
Mi allontano
e lei si
siede sul divanetto incitandomi a fare lo stesso. Mentre la imito
arriva il
vecchio elfo domestico e s’inchina davanti a me
–Lieto di rivederla signorino
Malfoy, porto subito il thè – e con uno schiocco
di quelle dita scheletriche e
verdastre compare tutto il necessario sul tavolinetto davanti a noi.
Iniziamo a
bere il thè ed io mi butto subito sui miei dolci preferiti.
–
Sono sempre stati i
tuoi preferiti, Nihem li ha preparati giusto poco fa. – Fa un
sorrisetto e beve
un altro sorso di thè – Allora Draco, hai
sistemato tutto al ministero? –
–
Si madre, ho
ritirato la mia bacchetta, firmato tutti i fogli e preso gli unici
galeoni che
erano rimasti nel conto alla Gringott. Purtroppo hanno sequestrato
tutti i
nostri averi, pensavo, infatti, che anche questa tenuta fosse stata
requisita.
–
–
Questa non hanno
potuto prenderla, fa parte della mia eredità come Black.
Questa e un poco di
soldi in banca che avevo messo da parte negli anni. Zabini junior mi ha
dato
una mano a sbrigare tutte le pratiche, da sola non ci sarei mai
riuscita. –
Per la
seconda volta
in due giorni esce fuori il nome di Zabini. Non so che fine abbia
fatto, ma è
evidente che lui è uscito bene da tutta la storia della
guerra e dei processi.
Beh in fondo lui se ne era tirato fuori in tempo, così come
la sua famiglia.
Bevo un
altro sorso di
thè e chiedo a mia madre, lei ne sa sicuramente
più di me.
–
Che ne è stato di
Blaise? E’ la seconda volta che lo nomini e con me non si
è proprio fatto
sentire. – Un poco ci sono rimasto male, anche se
l’ultima volta che ci siamo
visti ci siamo lasciati veramente male. E poi con l’andare
delle cose non
abbiamo mai avuto il tempo e l’occasione di poter chiarire.
–
Oh, subito dopo i
processi e aver dato una mano a me con tutte le scartoffie e le
faccende
burocratiche, si è trasferito in Italia per un paio di anni.
– Con fare
cospiratorio aggiunge – Credo che si sia dato alla bella vita
lì.–
Mi fa
l’occhiolino e
riprende in tono più serio – Poi è
tornato qui in Inghilterra e so che poco a
poco ha intrapreso la carriera al Ministero. – Al mio sguardo
perplesso
continuò – Ministero per la cooperazione magica
internazionale. E’ spesso fuori
per lavoro, in queste settimane credo che sia da qualche parte in
America per
risolvere dei problemi con alcuni ragazzi inglesi che stanno creando
casini lì.
Dovrebbe tornare la prossima settimana, abbiamo un thè
fissato per il martedì
pomeriggio. – La vidi sorridere tranquilla e
m’incuriosii.
– Un
thè? Viene spesso a prendere un thè qui?
–
– Oh si,
circa una volta al mese o poco più.
E’ sempre stato un caro ragazzo e sapendo che sono da sola
viene a farmi
compagnia e mi porta notizie da Londra. Non ho più contatti
con nessuno lì,
oltre lui. –
Sapere di
questa
“amicizia” fra Blaise e mia madre mi
lasciò un poco sorpreso. Non me lo sarei
mai aspettato, non dopo il nostro ultimo litigio; eravamo
all’ultimo anno, poco
prima della battaglia finale. Aveva scoperto di me e di Hermione e del
mio tradimento
contro l’Oscuro. Sebbene lui non fosse schierato da nessuna
delle due parti, si
arrabbiò talmente tanto per quello che stavo facendo, per
non avergli detto
nulla e non essermi fidato di lui che arrivammo quasi a fare a botte.
Poi lui
mi guardò deluso e se ne andò. Non abbiamo mai
avuto l’occasione di chiarire,
ma il sapere che nonostante tutto si sia preso cura di mia madre mi fa
sentire
sollevato. Forse c’è uno spiraglio per riprendere
la nostra amicizia.
–
Allora Draco, cosa
conti di fare ora che sei di nuovo libero? – Mia madre mi
osserva curiosa, in
attesa. Cosa le dovrei rispondere? Che non ne ho la più
pallida idea? Che
vorrei solo godermi la famiglia che ho appena scoperto di avere, ma che
non ho
come mantenerla e darle sicurezze? Che non troverò mai un
lavoro? Non avevo una
risposta da darle, ma sapevo che era arrivato il momento di comunicarle
la
notizia. Sperando che non la prendesse troppo male.
–
Madre, ancora non lo
so, ma debbo parlarvi di una cosa importante – Posai la
tazzina e mi misi
seduto meglio. Il momento era già difficile, dovevo
mantenermi imperturbabile
come mio solito. Anche
lei posò la
tazzina, fece sparecchiare il tavolino e si mise in attesa –
Dimmi Draco, è per
questo che non ti puoi fermare qui? –
–
Si, madre. Ho delle
cose che mi trattengono a Londra, cose molto importanti e alla quali
non vorrei
rinunciare. E’ una storia lunga e non so come iniziare.
– Narcissa si sistemò
il cuscino dietro la schiena e mi rispose tranquilla – Ho
tutto il pomeriggio
–.
–
Anni fa, quando
decisi di passare dalla parte di Silente e di fare la spia ci fu una
persona
che mi rimase accanto e mi diede la forza e il coraggio di fare
ciò che andava
fatto. Mi rimase accanto per tutto il tempo, in silenzio, senza
pretendere
nulla. Il periodo che passai nella casa in Italia fu con lei, ci
preparavamo
alla guerra, e nel frattempo ci godevamo quei rari momenti tranquilli
che non
sapevamo se avremmo potuto avere una volta finita la battaglia.
– Vidi mia
madre farsi pensierosa, quasi assente e mi fermai.
Dopo nemmeno
un minuto
mi guardò e mi chiese – Chi era lei? –
Sicuramente stava facendo mente locale
per capire chi, fra le ragazze che lei conosceva, potesse essere stata. Dentro di me sorrisi
sapendo che non l’avrebbe
indovinata mai.
–
Non ha importanza
per ora sapere il suo nome, madre – cercai di rimandare il
momento dove avrei
dovuto svelare la sua identità, ero sempre stato un poco
codardo in fondo.
–
Quindi è qualcuna
che sai che potrebbe non piacermi – ghignai, non le si poteva
tenere nascosto
nulla, in fondo era stata una serpeverde anche lei!
–
Fammi continuare. –
Sospirai e ripresi il discorso, ci stavo andando molto alla lontana.
–
Una volta iniziata
la battaglia ci perdemmo di vista, non potevo stare schierato dalla sua
parte,
non ancora almeno, dovevo prima assicurarmi di mettervi al sicuro e
portarvi
via da lì. Quando la rividi, circa due ore dopo, era
accerchiata. Io non avevo ancora
fatto saltare la mia copertura, mi limitavo a colpire i mangiamorte di
nascosto, a lanciare qualche incantesimo di protezione verso gli altri
studenti. Non ci ho pensato un attimo a mandare tutto
all’aria per aiutarla. In
quel momento ho capito che lei era importante. Certo lo sapevo
già, di essere
legato a lei, ma pensavo che fosse una cosa legata alla situazione, che
con il
tempo, maturando e crescendo, le nostre differenze avrebbero avuto la
meglio e
ci saremmo allontanati. Lo sapevamo entrambi, e ne eravamo preparati.
Però
vederla lì in difficoltà, mi ha fatto capire che
era più di quello che io
ingenuamente pensavo, che avrei preferito vedere lei viva e morire io.
Lo so
che è contro tutto quello che tu e mio padre mi avete
insegnato, ma …. –
Mia madre,
anche se
non lo dava a vedere si era un poco commossa – Ma tu sei
anche un Black figlio
mio, e i Black sono passionali di natura. – Sorrideva, il che
era un buon
segno.
–Già,
ma pagai caro
quella mossa, madre. Non solo perché la mia copertura
saltò, sapevo che sarebbe
successo prima o poi, ma perché lei si infuriò
con me per il modo sconsiderato
con il quale mi ero fatto scoprire. E perché avevo rischiato
la vita
“inutilmente”. Praticamente nessuno sapeva di noi,
eravamo stati più che
attenti, e vedere me che salvavo la vita proprio a lei rischiava di
mandare
all’aria molte cose, ma fummo fortunati, non ci vide nessuno.
Ci separammo di
nuovo, io da un lato, lei dall’altro. Ormai potevo combattere
dalla parte
giusta, non avevo più nulla che mi trattenesse. Voi eravate
al sicuro, lei se
la sapeva cavare. – ripresi fiato un attimo e poi continuai
–
Il ricordo della mia
conversazione con Silente, che testimoniava da che parte stavo, era
conservato
in un luogo sicuro che solo io e lei sapevamo, e forse qualche altro
membro
dell’ordine. Ero tranquillo, potevo dare il meglio di me in
battaglia. Ho
salvato parecchie vite quella sera, ma ne ho tolte altrettante. Sapevo
che il
dopo battaglia sarebbe stato difficile, dover fare i conti con tutto
quel
dolore, ma sapevo che lei sarebbe stata accanto a me, per sostenerci a
vicenda.
La battaglia finì, e come ben sai, gli Auror ebbero la
meglio. – Mi fermai di
nuovo, ora veniva la parte più difficile
–
La stavo cercando,
lì, in quel prato pieno di sangue e morti, di corpi buttati
come roba vecchia a
terra, e proprio quando la vidi, ferita ma viva,
e mi stavo per dirigere da lei, venni preso
dagli Auror. Provai a spiegare la mia situazione, ma venni ignorato e
trascinato ad Azkaban. Non
ho più avuto
modo di parlare con lei, di vederla, se non al processo, settimane
dopo. La
vidi da lontano, mi sorrideva fiduciosa e in cuor mio sapevo che era
lì per
testimoniare. Ma come ben saprai, non fecero testimoniare nessuno,
videro i
ricordi di Silente e presero la loro decisione. Da quel momento non ho
più
avuto nessun contatto con lei. –
Mi fermai,
perché dire
tutte quelle cose, mettermi a nudo così, davanti a mia
madre, mi era costato
tanta energia e avevo bisogno di riprendere fiato e chiarirmi le idee.
Non
avevo intenzione di fare tutto questo discorso, non era in programma,
ma mi era
uscito così spontaneo che non ero riuscito a fermarlo. Avevo
visto Narcissa
asciugarsi una piccola lacrima quando parlavo dei processi e dei morti,
poteva
riprendere fiato anche lei così. La vidi sospirare e
guardarmi.
Non ero
ancora pronto
a riprendere il discorso, non sapevo davvero come continuare, ma fu lei
a
parlare per prima.
–
Anche lei provava
quello che tu provavi per lei? – Era una domanda leggera, per
stemperare, lo
sapevo perché, dal tono con il quale ne avevo parlato, era
abbastanza chiara la
risposta
–Si, madre. Forse
fu proprio lei la prima ad
accorgersi di quello che saremmo potuti essere. –
Sorrisi,
pensare ad
Hermione mi faceva scordare tutti i momenti brutti passati in cella,
tutte le
esitazioni, i cattivi pensieri e gli insulti di Potter. Prosegui il mio
racconto, ormai non aveva più senso tacere nulla, era mia
madre, una volta
nella vita potevo anche confidarmi con lei.
–
Una volta in cella,
giorno dopo giorno, le mie speranze di rivederla una volta uscito si
affievolirono. Lei era bella, intelligente, ora anche famosa, avrebbe
potuto
avere qualsiasi uomo al mondo, per quale motivo doveva aspettare
proprio me e
perdersi gli anni migliori, quelli della pace e della giovinezza? Non
ne vedevo
motivo, nemmeno uno. Quindi mi convinsi
che, al mio reintegro nel mondo magico, l’avrei
trovata sposata e con
figli. Ho passato sei anni così, senza avere notizie e solo
con i miei
pensieri. Non volevo nemmeno chiedere per paura che non volesse essere
associata a me. –
Mia madre
era triste,
lo si vedeva dalla piega che avevano preso le sue labbra e dagli occhi.
Non
deve essere facile, per una madre, sapere come ha vissuto per sei
lunghi anni
il suo unico figlio, magari pensava che stessi bene, nonostante il
posto. Forse
non era stata una buona idea dirle tutto.
–
Mi dispiace figlio
mio, non sono riuscita a proteggerti come avrei dovuto, è
colpa mia – Chinò la
testa ed io mi allarmai. Non doveva MAI pensare, nemmeno per un istante
che
fosse colpa sua. Lei aveva fatto il possibile per farmi crescere al
sicuro, ma
gli eventi, e mio padre soprattutto, non sono stati facili da
contrastare.
Quindi mi misi davanti a lei, in ginocchio, e le presi le mani fra le
mie
–
Madre, non è colpa
vostra. Se io ora provo questi sentimenti, se sono quello che sono
è tutto
merito vostro. Avete fatto tutto quello che potevate per tenermi al
sicuro. Ve
ne prego, non sentitevi in colpa. – e le strinsi forte le
mani. Lei alzò il
viso, gli occhi un poco inumiditi e mi strinse a se, come quando ero
bambino e,
prima di mettermi a letto, mi stringeva.
–
Continua figlio mio,
voglio sapere com’è finita –
Mi rimisi
seduto e
arrivai alla parte per me più complicata da raccontare,
quella dove introducevo
Hermione e Alya.
–
Il giorno della mia
scarcerazione ero sicuro del fatto che nessuno sarebbe venuto a
prendermi –
decisi di saltare di proposito la parte dove Potter mi diceva che mia
madre era
morta, non volevo farla sentire ancora peggio. Lei non aveva nessuna
colpa.
– Quando il
secondino mi disse che prima di
andare dal direttore avevo una visita, mi sono sentito agitato, non
volevo
nemmeno sperare che fosse lei, lì per me. Ho anche pensato
che se davvero fosse
stata lei, era solo per dirmi che si era sposata e non voleva che io la
andassi
a cercare. Fu davvero una sorpresa vederla lì, agitata e
nervosa, che mi
guardava con i suoi occhi speranzosi, sembravano non essere passati sei
anni ma
pochi minuti. –
Narcissa mi
guardava
con amore, sicuramente era felice di questa notizia, ma era pronta a
sapere chi
fosse lei? – E’ tornata da te, quindi? –
Sorrideva, era contenta, e di riflesso
sorridevo anche io
–
Si madre, mi ha
aspettato per tutti questi anni. Non ci volevo credere, ma è
una cosa
bellissima. –
Mi prende la
mano, e
mi pone la fatidica domanda: – Chi è? –
Prendo un
bel respiro
e, stringendole la mano, rispondo – Hermione Granger
–
Sulla faccia
di mia
madre passarono una varietà infinita di espressioni:
sorpresa, confusione,
perplessità, incredulità… per paura di
vederci anche delusione abbassai lo
sguardo aspettando che parlasse
–
Quella Hermione
Granger? L’amica di Potter? – Era confusa, si
vedeva
–
Si madre, proprio
lei. E non è tutto – Beh era ancora un poco
boccheggiante, ma dovevo darle
anche l’altra notizia, ma fui di nuovo interrotto
–Non
me lo aspettavo,
sono sorpresa. Non prenderla male, figlio mio, voglio solo che tu sia
felice,
ma, da dopo la fine dei processi, della Granger non se
n’è saputo più nulla.
Molti pensavano che fosse tornata nel mondo dei babbani, con i suoi
genitori.
Altri ancora invece, più maligni, dicevano che fosse
ricoverata al San Mungo
perché non aveva retto ai postumi della guerra. Fatto sta
che da sei anni
nessuno l’ha più vista in giro. E se non ricordo
male, agli ultimi processi,
quelli dopo il tuo, era sempre più smunta e sciupata. Si
vedeva che non stava
bene. – Mi si strinse lo stomaco, era ancora tutta colpa mia
se era stata così
male.
–
Credo fosse colpa
mia madre, ma non è tutto. C’è ancora
una cosa che debbo dirvi – Mi guardò in
attesa, in fondo non aveva preso troppo male il fatto che fosse
Hermione la
persona che amavo.
–
Quando venne a
trovarmi mi diede anche un'altra notizia, una cosa che mi ha spaventato
e reso
la persona più felice di questa terra tutto assieme. Dopo il
processo Hermione scoprì
di essere incinta, ed ora abbiamo una figlia bellissima. –
Avevo sganciato la
bomba, ora dovevo solo attendere. La vidi sbiancare e mi preoccupai,
sgranò gli
occhi chiari e poi si girò a fissarmi – Prego?
Com’è potuto succedere? –
Io ghignai
– Vuoi
davvero sapere com’è potuto succedere, madre?
–
Mi diede uno
scappellotto nel braccio e mi guardò seria
–
Figlio mio, sei
sicuro che questa bambina sia davvero figlia tua? – Una
risposta non proprio
felice me la aspettavo, ma non per questo fece meno male. Mi alzai in
piedi e
mi misi distante da lei.
–
Non era questa la
reazione che mi aspettavo madre. Sono certo che sia figlia mia
perché è
identica a me, ed Hermione non è il tipo di persona capace
di fare una cosa del
genere. Non ne avrebbe proprio nulla da guadagnarci. – la mia
voce era gelida,
le davo le spalle. Avevo davvero paura che dicesse qualcosa di
sbagliato.
Nessuno, nemmeno mia madre, doveva toccare la mia nuova famiglia.
”
Ero sconvolta. Quando Draco aveva
intrapreso tutto quel
discorso su questa misteriosa ragazza, non pensavo andasse a parare
proprio
qui. Ero stata contenta di sapere che mio figlio avesse qualcuno che lo
avesse
aspettato al suo ritorno, qualcuno che lo amasse al punto da perdere
sei anni
della sua vita dietro ad un ragazzo in galera. Certo, sapere che questa
ragazza
fosse proprio Hermione Granger, eroina del mondo magica e oramai del
tutto
scomparsa nel nulla, mi aveva lasciata un poco sorpresa. Ma non tanto
come
sapere che mio figlio avesse una figlia. Cioè, io ora sono
nonna? Oh mamma mia,
suona malissimo, sono troppo giovane per essere nonna, ma ancora di
più, sono
loro troppo giovani per essere dei genitori. Come faranno a crescere
una
bambina? Ma forse non sono queste le domande da pormi ora. Draco mi
dà le
spalle qualche metro davanti a me, credo d’averlo ferito con
le mie parole.
Dovrei scusarmi. Anche se mi viene difficile crederlo, una donna che
aspetta
per sei anni un uomo non lo fa di certo per prenderlo in giro. Questo
lo capivo
perfino io, abituata a vedere il lato più approfittatore
delle persone.
Si
alzò in piedi
piano, gli acciacchi della vecchiaia erano arrivati anche per lei, e si
avvicinò al figlio. Era titubante, non sapeva esattamente
cosa dire, ma non
aveva intenzione di perdere suo figlio. Era l’unico affetto
che le fosse
rimasto.
– Figlio mio, perdona una
povera madre stolta – Lui si girò
a guardarmi, i suoi occhi erano limpidi, non stava proteggendosi come
faceva
sempre. Oggi con me si era aperto come mai aveva fatto in tutta la sua
vita, ed
io ero la persona più felice. Avevo ancora mio figlio, e lui
aveva una
famiglia. Che importava d’altro? Che andassero al diavolo
tutti gli anni di
lavaggio del cervello di Lucius, se Draco era felice io non potevo
chiedere di
meglio che non fare parte della sua felicità.
– Sono sempre stata
abituata che, nella cerchia dove abbiamo
sempre vissuto noi, con gente che mette i matrimoni di interesse prima
del bene
dei propri figli, sia normale incastrare qualcuno con un bambino. Ma
hai
ragione tu, la Granger non è il tipo di ragazza che potrebbe
fare una cosa del
genere. Mi sono solo lasciata prendere dal panico. Non mi aspettavo una
notizia
del genere. Puoi perdonarmi, figlio mio? – Mi sorrise e mi
fece un cenno
affermativo con la testa. Dentro di me sospirai di sollievo.
Ci risedemmo sul divanetto in
silenzio. Avevo tante domande
da fargli, ma una sola mi sembrava veramente importante –
Posso conoscerla? –
Era mia nipote, volevo davvero conoscerla. Chissà se
assomigliava al mio Draco.
Che importava se non aveva sangue
puro nella vene? Nulla,
erano tutte cose nella quali non credevo più da quando
Lucius aveva messo tutto
questo davanti il bene di nostro figlio.
Mi
resi conto solo in
quel momento di essermi persa tante cose di questa bambina. Un attimo
dopo
realizzai che anche Draco se ne fosse perso un bel po’ e la
cosa mi rese
triste.
– Certo che puoi
– Sorrideva. Poi mi venne un dubbio, fino
ad ora celato nella mia mente. –La Granger vorrebbe pure?
– Non potevo
biasimarla se non avesse voluto, la mia famiglia le aveva fatto tanto
male.
Magari non aveva nessuna voglia che sua figlia sapesse di tutte le cose
cattive
successe in passato.
– Hermione ne
sarà felicissima. Alya non ha mai avuto dei
nonni, è cresciuta solo con Hermione e con Ginevra.
Sarà felice di conoscere la
nonna. – Solo con due persone era cresciuta? Non capivo
molto, ma avremmo avuto
modo di parlarne più avanti
– Allora perché
non venite tutti e tre per cena? Mi farebbe
davvero piacere conoscere meglio la Granger. – Vidi sorpresa
negli occhi di mio
figlio, non se lo aspettava, ma se quella era la sua famiglia io volevo
farne
parte.
– Credo che non ci siano
problemi, madre. Vado a casa allora
a prendere Hermione e Alya.–
Alya, l’occhio del dragone.
La Granger aveva mantenuto la
tradizione dei Black di assegnare nomi di stelle ai propri figli, e
aveva
scelto proprio una stella della costellazione di Draco. Era proprio una
ragazza
in gamba, e aveva appena guadagnato tanti punti con me.
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Ore 18.30 Casa Granger
Draco se n’è
andato da un bel po’ ed io e Alya abbiamo
giocato tutto il pomeriggio, poi ci siamo buttate a letto e le ho
raccontato
una storia. Ora si è addormentata con il suo serpentello ed
io ne sto
approfittando per sistemare casa.
Sono in ansia per Draco. Ci tiene
molto al fatto che sua
madre accetti questa situazione. Vorrei che andasse tutto bene, ha
già sofferto
tanto e non merita altre delusioni dalla vita. E sarei contenta se Alya
conoscesse sua nonna, considerato che i miei genitori non li ha mai
potuti
conoscere.
Mi siedo sul divano e aspetto. Non ho
sentito Gin oggi, si
sta tenendo alla larga. Vuole che passiamo più tempo
possibile tutti assieme,
senza capire che ci farebbe piacere averla qui con noi, ormai
è di famiglia.
Mi stavo quasi appisolando quando un
POP dentro casa mi
riportò vigile. E’ tornato Draco, è
l’ora di scoprire la verità.
– Scusa, non volevo
spaventarti – Si siede vicino a me e mi
abbraccia. Non riesco a capire se è andata bene o male. Mi
decido a chiederlo,
non riesco a sopportare questo silenzio –
Com’è andata? –
Lo sento muoversi per mettersi
più comodo e poi rispondermi
, con voce calma – Bene, ci aspetta tutti per cena fra
un’ora circa –
“Con
tutta la
nonchalance del mondo mi sistemo meglio sul divano e sgancio la bomba
che so
che farà dare di matto ad Hermione – Bene, ci
aspetta tutti per cena fra un’ora
circa –
Vedere la
sua faccia
diventare rossa, poi bianca e poi di nuovo rossa è uno
spettacolo fantastico!
Inizia a boccheggiare e si fa aria con una mano. Rido sotto i baffi e
la
guardo, mettendo su la mia migliore aria preoccupata –
Tesoro, tutto bene?– Ho
appena dato il via all’esplosione di questa bomba chiamata
Hermione!
–
Un’ora??? Ho SOLO
un’ora per preparare me e tua figlia per incontrare tua
madre?? –
–
Si, ci aspetta per
cena – Continuo a fare il finto tonto, mentre mi sto
divertendo un sacco
–
Hai idea di quanto
tempo serve per preparare Alya e convincerla a lavarsi, vestirsi,
sistemarsi e
tutto il resto???? –
Scoppio
definitivamente a ridere, sta mettendosi letteralmente le mani ai
capelli e
gesticolando. Mi guarda infuriata e la stringo a me, dandole tanti baci
sui
capelli riccioluti. Hermione si calma subito e sospira.
–
Sono contenta che
sia andato tutto bene, Draco. Sei felice? –
Se sono
felice?
Eccome! Ho una donna che mi ama, una figlia che adoro con tutto me
stesso e mia
madre che sembra aver accettato la situazione.
–
Si, Hermione, sono
felice – Sorrise e si alza
–
Bene, è ora che tu
vada a svegliare Alya. E’ compito tuo dirle che
conoscerà sua nonna. –
Mi sembra
giusta come
cosa, così mi alzo e vado nel nostro letto. La piccola dorme
accucciata su un
lato del letto, abbracciata al suo serpentello. Ogni volta che la
guardo,
capisco con quanto amore è cresciuta mia figlia, anche senza
di me. Hermione e
Ginevra hanno fatto davvero un buon lavoro.
E’
bella, ma non di
quella bellezza perfetta… bella come solo una figlia
può esserlo agli occhi del
proprio genitore. Dovrò stare con gli occhi ben aperti
appena crescerà un altro
poco. Sorrido di quei pensieri e piano piano la sveglio.
–
Principessa,
svegliati –
Mugugna,
esattamente
come Hermione, facendomi sorridere – No –
–
Come no, ed io a chi
dico la bella sorpresa che ti aspetta stasera?– Al sentir
nominare una sorpresa
apre un occhio, poi l’altro e sorride.
–
Quale sorpresa
papino? –
Diventerà
una serpe
perfetta mia figlia! Mi metto seduto davanti a lei e inizio a parlare
–
Vuoi conoscere la
mia mamma, tua nonna? –
Si alza di
colpo sul
letto, con gli occhi che le brillano di gioia e un sorriso che trovo
meraviglioso
–
Ho una nonna?? –
saltella sul letto, la afferro e me la metto seduta in braccio
–
Certo che hai una
nonna, è la mia mamma. Si chiama Narcissa, e non vede
l’ora di conoscerti –
–
E’ un nome
bellissimo, papà. Quando ci andiamo?? – sembra
davvero impaziente, forse ha
sempre desiderato una famiglia normale. Mi sento in colpa, se non fossi
stato
così debole da cedere alla volontà di mio padre,
mia figlia avrebbe avuto una
famiglia come tutte le altre.
–
Dobbiamo essere lì
per cena, ce la fai ad essere pronta? –
Salta
giù dalle mia
gambe e fa per correre nella stanza dove tiene i vestiti, ma si blocca
– Ma
viene anche la mamma, vero? –
–
Certo principessa,
perché? –
–
Perché non voglio
che la mamma rimanga da sola a casa. Poi è triste
–
Può
una bambina di sei
anni spiazzare uno che ha vissuto tante cose come me? Mia figlia ci
è appena
riuscita
–
Non rimarrà solo a
casa, verrà con noi. Nessuno la lascerà mai sola
a casa, te lo prometto, ci
sarò sempre io con lei, o tu. Va bene Principessa?
– Mi fa un cenno affermativo
e corre di là. Io rimango sul letto, con
l’espressione da ebete per una decina
di minuti. Mi sento uno schifo. Hermione era stata male in passato,
Alya
sicuramente pure. Ed io non ne sapevo nulla, non ero lì a
poterle aiutare. So
che non potrò mai
rimediare a questo, ma
posso fare in modo che non succeda più.
Ci sarei
sempre stato,
avrei fatto di tutto per loro. Beh, io lo sapevo, ma loro?”
–––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––°°°°°––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
Draco si alzò per andare a
svegliare Alya ed io mi feci una
doccia. Ero abbastanza agitata. La famiglia di Draco aveva sempre
odiato me e
quelli come me, ed ora stavo andando a cena da sua madre. Cosa mi sarei
dovuta
mettere? Come mi sarei dovuta comportare? Lasciai che l’acqua
calda mi
scivolasse addosso sciogliendo i miei muscoli e facendomi rilassare. La
risposta a tutte le mie domande era semplice: dovevo solo essere me
stessa. Era
inutile fingere di essere quella che non ero. Se non gli andava bene
erano
problemi suoi, mica miei.
Avvolsi il mio corpo con il telo da
bagno e mi diressi in
camera da letto. Draco era seduto sul letto, lo sguardo perso. Forse
era
nervoso anche lui. Gli diedi un bacio sulla bionda testa e si riprese.
Lo sguardo pieno di malizia che mi
lanciò mi fece capire che
anche lui desiderava un poco d’intimità, ma mi
costrinse anche a buttarlo fuori
dalla camera prima di vestirmi. Non saremmo mai arrivati in tempo se
fosse
rimasto dentro. Mi presi però l’appunto mentale di
chiamare Gin e chiederle di
tenere Alya per un paio di ore, forse anche più.
Provai una serie infinita di vestiti,
tutti molto semplici.
Non avevo nulla di elegante e mi stavo disperando. Ok essere me stessa,
ma
almeno vestita in maniera decente!
Mi decisi a tirar fuori il
“Vestito delle Emergenze”, come
lo chiamava Gin. Era un semplice vestito nero, con le maniche lunghe e
lo
scollo a barca, che arrivava fino alle caviglie. Non era elegante, ma
ricordava
tanto le vesti dei maghi. Lo avevamo comprato in un mercatino
medievale, e mi
stava benissimo. Non lo mettevo mai perché non era mai
l’occasione giusta.
Dopo averlo indossato, notai che non
mi stava per nulla
male, e secondo me si addiceva alla cena di quella sera. Misi la
collana con
l’anello e un braccialetto verde smeraldo che mi avevano
regalato per il
compleanno. Mi sentivo soddisfatta.
E pronta ad affrontare una cena con
Narcissa Malfoy
*Fra poco
conoscerò
la mia nonna. Sono tanto contenta, non sapevo di averne una ma la
volevo tanto
tanto.
Tutti i miei
compagni
di scuola ne hanno una e dicono sempre che gli prepara merende
deliziose, li
riempie di regali e fa loro tante coccole. Per me lo hanno sempre fatto
la
mamma e la zia Gin, ora anche il mio papà.
Sono
contenta che sia
andato tutto bene, gli voglio tanto bene anche la mamma gliene vuole. E
lui ne
vuole a noi, si vede. Mi ha promesso che la mamma non sarà
mai più triste, io
gli credo. Era brutto vederla sempre pensierosa, sapere che le mancava
qualcosa. Ora è felice di più. Siamo finalmente
una famiglia.
Ora
potrà farne parte
anche la nonna, non vedo l’ora di vedere se è
bella come la mia mamma. No, lei
è la più bella…. Allora un
po’ meno bella della mamma. Ho scelto il vestitino
che metterò oggi. E’ il più bello che
ho, tutto azzurro, come quello della
principessa del ballo col principe. Me lo ha regalato la zia e la mamma
non
vuole mai farmelo mettere, ma voglio essere tanto bella per la nonna,
così mi
vuole bene e mi fa tanti regali.
Ora che ho
scelto il
vestito vado da papà che è sul divano e gli dico
che deve farmi la doccia. Mi
guarda confuso e gli dico che è tardi e poi la mamma si
secca. Allora mi prende
in braccio facendomi il solletico, mi mette dentro la vasca da bagno
con tutto
il pigiama e con la sua bacchetta mi bagna tutta. Io scoppio a ridere e
si
bagna anche lui per tenermi ferma. Fare il bagno con lui è
più divertente di
farlo con la mamma, lei è più seria. *
Una volta pronta esco dalla stanza e
sento delle grida e
delle risate venire dal bagno della stanza di Alya. Sapendo quanto la
mia bimba
odi fare il bagno, sentire delle risa provenire proprio da quella
stanza mi fa
rizzare i capelli. La prima cosa che vedo entrando in camera di Alya
è il
vestito blu di cenerentola sul letto.
Sospiro rassegnata e apro la porta
del bagno. La scena che
ho davanti è surreale. Alya con ancora addosso il pigiama,
dentro la vasca da
bagno, Draco, anche lui tutto vestito e bagnato, che con un Aguamenti
sta
facendo la doccia a nostra figlia, e stanno ridendo come due pazzi. Non
ci
posso credere, non avrei mai pensato di poter vedere una scena del
genere in
tutta la mia vita. Grazie alla mia prontezza di riflessi faccio
arrivare con un
Accio la mia macchina fotografica e scatto una foto a quella scena,
sarebbe
stato un peccato non farlo. Non si sono ancora accorti di me per questo
faccio
notare la mia presenza con una tossettina molto simile alla Umbridge.
– Ehm ehm – si
girarono verso di me e l’acqua smise di
uscire dalla bacchetta di Draco – cosa state combinando qui??
–
– Papà mi sta
facendo il bagno –
Guardo Draco in attesa di una
spiegazione e lui con la
faccia più angelica del suo repertorio da diavolo mi
risponde – Non sapevo come
farle il bagno –
Scoppio a ridere anch’io e
lo mando a vestirsi e cambiarsi.
Penserò io a finire di preparare Alya. E’
dolcissimo vedere Draco in difficoltà,
ce la sta mettendo davvero tutta per essere un buon padre.
–––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––°°°°°––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
Venti minuti dopo siamo tutti pronti
davanti al camino di
casa. Andremo fino al ministero e da lì fino a casa di
Narcissa. Draco si è
messo una camicia e dei pantaloni neri, recuperati da non so dove, Alya
ha
insistito per mettere il suo vestitino azzurro e Draco ha ceduto. Non
avevo
voglia di fare io la cattiva e ho lasciato correre, sta davvero bene e
Draco
continua a chiamarla principessa.
E’ il primo viaggio in
metropolvere di nostra figlia, ed è
veramente contenta e impaziente. Beata lei, io odio viaggiare in quel
modo.
Note:
La
parte dei
pensieri di Alya è volutamente sgrammaticata e scritta male,
in fondo è solo
una bambina di sei anni. Non sa ancora parlare benissimo e anche i suoi
pensieri sono sconnessi.
Come
ogni
capitolo ecco i ringraziamenti:
SilVerphoenix,
che mi ha dato una mano a rivedere il capitolo e sistemare qualche
errore qui e
lì
BeaSerpe,
Gaghi87 e DarkSerenity che hanno lasciato un commentino :)
Per
il resto
spero che vi sia piaciuta :) Ormai manca davvero poco alla fine. Due,
massimo
tre, capitoli.
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Avete ancora un po' di tempo
libero e non sapete cosa leggere? Passate dalle nostre long in corso!
Eccovi i
link:
Danni
collaterali, SilVerphoenix & NikyBlack
(http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3176009&i=1)
Virus,
SilVerphoenix
(http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3080566&i=1)
Alla
prossima!!
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