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Autore: Nikyblack    18/07/2015    4 recensioni
Questa storia è ambientata otto anni dopo la fine di Hogwarts. Voldemort è stato sconfitto e tutti i Mangiamorte arrestati. Hermione si ritroverà da sola a crescere il frutto del suo amore per Draco, aspettando che lui venga rilasciato.
Nota: i personaggi possono risultare leggermente OOC.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Chiarimenti

 
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Ore 16:52 Scozia, residenza di Narcissa Malfoy

Dopo un bel bagno rilassante Narcissa era pronta e seduta composta nel divanetto della sala da the, impaziente di rivedere il figlio. Nihem le aveva appena comunicato che erano pronti i biscotti preferiti di Draco, gli Scone (biscotti simili a delle brioches, farciti con marmellata e burro). Narcissa sorrise e s’immerse nei ricordi; da piccolo il suo bambino li adorava, una volta aveva addirittura costretto il suo elfo domestico a preparargliene tantissimi e se li era mangiati tutti. Lo avevano trovato che piangeva in cucina perché aveva dolore di pancia, Lucius si era seccato così tanto che aveva spedito l’elfo a chiudersi le orecchie nel forno per due ore e Draco era stato rimproverato e mandato a letto. Certo che era proprio goloso!

I pensieri di Narcissa vennero interrotti dalle fiamme del camino che erano diventate verdi. Si alzò in piedi impaziente e vide la figura del figlio uscire, elegante come sempre, dal camino.

“ Subito dopo pranzo, dopo aver giocato un poco con Alya e la sua puffola pigmea, sono andato al Ministero per utilizzare il camino per i viaggi lunghi. Sono rimasto fermo lì davanti parecchi minuti, con la polvere in una mano e lo sguardo perso nel vuoto. Un nodo mi stringeva lo stomaco, nella mia testa ho ripensato mille volte a come affrontare il discorso con mia madre, ma avevo sempre il timore di dover fare una scelta che non vorrei proprio fare. Sono le diciassette in punto e mi faccio coraggio, mia madre non ama i ritardatari e non vorrei proprio iniziare con il piede sbagliato. Butto la polvere dentro il camino e a voce alta e sicura pronuncio la destinazione. E’ un attimo, mi sento sballottato qua e là e dopo una decina di secondi atterro nel camino di pietra bianca nel salottino da thè. La prima cosa che vedo è mia madre, molto più invecchiata, i capelli, più bianchi di come li ricordavo, legati elegantemente in cima alla testa, il viso segnato dai segni del tempo e dalle preoccupazioni, i suoi occhi, belli come sempre, erano commossi.

– Madre, è un piacere rivedervi – mi sorride e apre le braccia invitandomi a stringerla. Mi avvicino e la stringo forte

– Figlio mio, che bello vederti e sapere che stai bene, mi sei mancato – E’ raro che sia così sincera e affettuosa, ma in fondo sei anni sono tanti e anch’io mi lascio un poco andare

– Anche voi mi siete mancata –

Mi allontano e lei si siede sul divanetto incitandomi a fare lo stesso. Mentre la imito arriva il vecchio elfo domestico e s’inchina davanti a me –Lieto di rivederla signorino Malfoy, porto subito il thè – e con uno schiocco di quelle dita scheletriche e verdastre compare tutto il necessario sul tavolinetto davanti a noi. Iniziamo a bere il thè ed io mi butto subito sui miei dolci preferiti.

– Sono sempre stati i tuoi preferiti, Nihem li ha preparati giusto poco fa. – Fa un sorrisetto e beve un altro sorso di thè – Allora Draco, hai sistemato tutto al ministero? –

– Si madre, ho ritirato la mia bacchetta, firmato tutti i fogli e preso gli unici galeoni che erano rimasti nel conto alla Gringott. Purtroppo hanno sequestrato tutti i nostri averi, pensavo, infatti, che anche questa tenuta fosse stata requisita. –

– Questa non hanno potuto prenderla, fa parte della mia eredità come Black. Questa e un poco di soldi in banca che avevo messo da parte negli anni. Zabini junior mi ha dato una mano a sbrigare tutte le pratiche, da sola non ci sarei mai riuscita. –

Per la seconda volta in due giorni esce fuori il nome di Zabini. Non so che fine abbia fatto, ma è evidente che lui è uscito bene da tutta la storia della guerra e dei processi. Beh in fondo lui se ne era tirato fuori in tempo, così come la sua famiglia.

Bevo un altro sorso di thè e chiedo a mia madre, lei ne sa sicuramente più di me.

– Che ne è stato di Blaise? E’ la seconda volta che lo nomini e con me non si è proprio fatto sentire. – Un poco ci sono rimasto male, anche se l’ultima volta che ci siamo visti ci siamo lasciati veramente male. E poi con l’andare delle cose non abbiamo mai avuto il tempo e l’occasione di poter chiarire.

– Oh, subito dopo i processi e aver dato una mano a me con tutte le scartoffie e le faccende burocratiche, si è trasferito in Italia per un paio di anni. – Con fare cospiratorio aggiunge – Credo che si sia dato alla bella vita lì.–

Mi fa l’occhiolino e riprende in tono più serio – Poi è tornato qui in Inghilterra e so che poco a poco ha intrapreso la carriera al Ministero. – Al mio sguardo perplesso continuò – Ministero per la cooperazione magica internazionale. E’ spesso fuori per lavoro, in queste settimane credo che sia da qualche parte in America per risolvere dei problemi con alcuni ragazzi inglesi che stanno creando casini lì. Dovrebbe tornare la prossima settimana, abbiamo un thè fissato per il martedì pomeriggio. – La vidi sorridere tranquilla e m’incuriosii.

 – Un thè? Viene spesso a prendere un thè qui? –

 ­– Oh si, circa una volta al mese o poco più. E’ sempre stato un caro ragazzo e sapendo che sono da sola viene a farmi compagnia e mi porta notizie da Londra. Non ho più contatti con nessuno lì, oltre lui. –

Sapere di questa “amicizia” fra Blaise e mia madre mi lasciò un poco sorpreso. Non me lo sarei mai aspettato, non dopo il nostro ultimo litigio; eravamo all’ultimo anno, poco prima della battaglia finale. Aveva scoperto di me e di Hermione e del mio tradimento contro l’Oscuro. Sebbene lui non fosse schierato da nessuna delle due parti, si arrabbiò talmente tanto per quello che stavo facendo, per non avergli detto nulla e non essermi fidato di lui che arrivammo quasi a fare a botte. Poi lui mi guardò deluso e se ne andò. Non abbiamo mai avuto l’occasione di chiarire, ma il sapere che nonostante tutto si sia preso cura di mia madre mi fa sentire sollevato. Forse c’è uno spiraglio per riprendere la nostra amicizia.

– Allora Draco, cosa conti di fare ora che sei di nuovo libero? – Mia madre mi osserva curiosa, in attesa. Cosa le dovrei rispondere? Che non ne ho la più pallida idea? Che vorrei solo godermi la famiglia che ho appena scoperto di avere, ma che non ho come mantenerla e darle sicurezze? Che non troverò mai un lavoro? Non avevo una risposta da darle, ma sapevo che era arrivato il momento di comunicarle la notizia. Sperando che non la prendesse troppo male.

– Madre, ancora non lo so, ma debbo parlarvi di una cosa importante – Posai la tazzina e mi misi seduto meglio. Il momento era già difficile, dovevo mantenermi imperturbabile come mio solito.  Anche lei posò la tazzina, fece sparecchiare il tavolino e si mise in attesa – Dimmi Draco, è per questo che non ti puoi fermare qui? –

– Si, madre. Ho delle cose che mi trattengono a Londra, cose molto importanti e alla quali non vorrei rinunciare. E’ una storia lunga e non so come iniziare. – Narcissa si sistemò il cuscino dietro la schiena e mi rispose tranquilla – Ho tutto il pomeriggio –.

– Anni fa, quando decisi di passare dalla parte di Silente e di fare la spia ci fu una persona che mi rimase accanto e mi diede la forza e il coraggio di fare ciò che andava fatto. Mi rimase accanto per tutto il tempo, in silenzio, senza pretendere nulla. Il periodo che passai nella casa in Italia fu con lei, ci preparavamo alla guerra, e nel frattempo ci godevamo quei rari momenti tranquilli che non sapevamo se avremmo potuto avere una volta finita la battaglia. – Vidi mia madre farsi pensierosa, quasi assente e mi fermai.

Dopo nemmeno un minuto mi guardò e mi chiese – Chi era lei? – Sicuramente stava facendo mente locale per capire chi, fra le ragazze che lei conosceva, potesse essere stata.  Dentro di me sorrisi sapendo che non l’avrebbe indovinata mai.

– Non ha importanza per ora sapere il suo nome, madre – cercai di rimandare il momento dove avrei dovuto svelare la sua identità, ero sempre stato un poco codardo in fondo.

– Quindi è qualcuna che sai che potrebbe non piacermi – ghignai, non le si poteva tenere nascosto nulla, in fondo era stata una serpeverde anche lei!

– Fammi continuare. – Sospirai e ripresi il discorso, ci stavo andando molto alla lontana.

– Una volta iniziata la battaglia ci perdemmo di vista, non potevo stare schierato dalla sua parte, non ancora almeno, dovevo prima assicurarmi di mettervi al sicuro e portarvi via da lì. Quando la rividi, circa due ore dopo, era accerchiata. Io non avevo ancora fatto saltare la mia copertura, mi limitavo a colpire i mangiamorte di nascosto, a lanciare qualche incantesimo di protezione verso gli altri studenti. Non ci ho pensato un attimo a mandare tutto all’aria per aiutarla. In quel momento ho capito che lei era importante. Certo lo sapevo già, di essere legato a lei, ma pensavo che fosse una cosa legata alla situazione, che con il tempo, maturando e crescendo, le nostre differenze avrebbero avuto la meglio e ci saremmo allontanati. Lo sapevamo entrambi, e ne eravamo preparati. Però vederla lì in difficoltà, mi ha fatto capire che era più di quello che io ingenuamente pensavo, che avrei preferito vedere lei viva e morire io. Lo so che è contro tutto quello che tu e mio padre mi avete insegnato, ma …. –

Mia madre, anche se non lo dava a vedere si era un poco commossa – Ma tu sei anche un Black figlio mio, e i Black sono passionali di natura. – Sorrideva, il che era un buon segno.

–Già, ma pagai caro quella mossa, madre. Non solo perché la mia copertura saltò, sapevo che sarebbe successo prima o poi, ma perché lei si infuriò con me per il modo sconsiderato con il quale mi ero fatto scoprire. E perché avevo rischiato la vita “inutilmente”. Praticamente nessuno sapeva di noi, eravamo stati più che attenti, e vedere me che salvavo la vita proprio a lei rischiava di mandare all’aria molte cose, ma fummo fortunati, non ci vide nessuno. Ci separammo di nuovo, io da un lato, lei dall’altro. Ormai potevo combattere dalla parte giusta, non avevo più nulla che mi trattenesse. Voi eravate al sicuro, lei se la sapeva cavare. – ripresi fiato un attimo e poi continuai

– Il ricordo della mia conversazione con Silente, che testimoniava da che parte stavo, era conservato in un luogo sicuro che solo io e lei sapevamo, e forse qualche altro membro dell’ordine. Ero tranquillo, potevo dare il meglio di me in battaglia. Ho salvato parecchie vite quella sera, ma ne ho tolte altrettante. Sapevo che il dopo battaglia sarebbe stato difficile, dover fare i conti con tutto quel dolore, ma sapevo che lei sarebbe stata accanto a me, per sostenerci a vicenda. La battaglia finì, e come ben sai, gli Auror ebbero la meglio. – Mi fermai di nuovo, ora veniva la parte più difficile

– La stavo cercando, lì, in quel prato pieno di sangue e morti, di corpi buttati come roba vecchia a terra, e proprio quando la vidi, ferita ma viva,  e mi stavo per dirigere da lei, venni preso dagli Auror. Provai a spiegare la mia situazione, ma venni ignorato e trascinato ad Azkaban.  Non ho più avuto modo di parlare con lei, di vederla, se non al processo, settimane dopo. La vidi da lontano, mi sorrideva fiduciosa e in cuor mio sapevo che era lì per testimoniare. Ma come ben saprai, non fecero testimoniare nessuno, videro i ricordi di Silente e presero la loro decisione. Da quel momento non ho più avuto nessun contatto con lei. –

Mi fermai, perché dire tutte quelle cose, mettermi a nudo così, davanti a mia madre, mi era costato tanta energia e avevo bisogno di riprendere fiato e chiarirmi le idee. Non avevo intenzione di fare tutto questo discorso, non era in programma, ma mi era uscito così spontaneo che non ero riuscito a fermarlo. Avevo visto Narcissa asciugarsi una piccola lacrima quando parlavo dei processi e dei morti, poteva riprendere fiato anche lei così. La vidi sospirare e guardarmi.

Non ero ancora pronto a riprendere il discorso, non sapevo davvero come continuare, ma fu lei a parlare per prima.

– Anche lei provava quello che tu provavi per lei? – Era una domanda leggera, per stemperare, lo sapevo perché, dal tono con il quale ne avevo parlato, era abbastanza chiara la risposta

 –Si, madre. Forse fu proprio lei la prima ad accorgersi di quello che saremmo potuti essere. –

Sorrisi, pensare ad Hermione mi faceva scordare tutti i momenti brutti passati in cella, tutte le esitazioni, i cattivi pensieri e gli insulti di Potter. Prosegui il mio racconto, ormai non aveva più senso tacere nulla, era mia madre, una volta nella vita potevo anche confidarmi con lei.

– Una volta in cella, giorno dopo giorno, le mie speranze di rivederla una volta uscito si affievolirono. Lei era bella, intelligente, ora anche famosa, avrebbe potuto avere qualsiasi uomo al mondo, per quale motivo doveva aspettare proprio me e perdersi gli anni migliori, quelli della pace e della giovinezza? Non ne vedevo motivo, nemmeno uno. Quindi mi convinsi  che, al mio reintegro nel mondo magico, l’avrei trovata sposata e con figli. Ho passato sei anni così, senza avere notizie e solo con i miei pensieri. Non volevo nemmeno chiedere per paura che non volesse essere associata a me. –

Mia madre era triste, lo si vedeva dalla piega che avevano preso le sue labbra e dagli occhi. Non deve essere facile, per una madre, sapere come ha vissuto per sei lunghi anni il suo unico figlio, magari pensava che stessi bene, nonostante il posto. Forse non era stata una buona idea dirle tutto.

– Mi dispiace figlio mio, non sono riuscita a proteggerti come avrei dovuto, è colpa mia – Chinò la testa ed io mi allarmai. Non doveva MAI pensare, nemmeno per un istante che fosse colpa sua. Lei aveva fatto il possibile per farmi crescere al sicuro, ma gli eventi, e mio padre soprattutto, non sono stati facili da contrastare. Quindi mi misi davanti a lei, in ginocchio, e le presi le mani fra le mie

– Madre, non è colpa vostra. Se io ora provo questi sentimenti, se sono quello che sono è tutto merito vostro. Avete fatto tutto quello che potevate per tenermi al sicuro. Ve ne prego, non sentitevi in colpa. – e le strinsi forte le mani. Lei alzò il viso, gli occhi un poco inumiditi e mi strinse a se, come quando ero bambino e, prima di mettermi a letto, mi stringeva.

– Continua figlio mio, voglio sapere com’è finita –

Mi rimisi seduto e arrivai alla parte per me più complicata da raccontare, quella dove introducevo Hermione e Alya.

– Il giorno della mia scarcerazione ero sicuro del fatto che nessuno sarebbe venuto a prendermi – decisi di saltare di proposito la parte dove Potter mi diceva che mia madre era morta, non volevo farla sentire ancora peggio. Lei non aveva nessuna colpa.

 – Quando il secondino mi disse che prima di andare dal direttore avevo una visita, mi sono sentito agitato, non volevo nemmeno sperare che fosse lei, lì per me. Ho anche pensato che se davvero fosse stata lei, era solo per dirmi che si era sposata e non voleva che io la andassi a cercare. Fu davvero una sorpresa vederla lì, agitata e nervosa, che mi guardava con i suoi occhi speranzosi, sembravano non essere passati sei anni ma pochi minuti. –

Narcissa mi guardava con amore, sicuramente era felice di questa notizia, ma era pronta a sapere chi fosse lei? – E’ tornata da te, quindi? – Sorrideva, era contenta, e di riflesso sorridevo anche io

– Si madre, mi ha aspettato per tutti questi anni. Non ci volevo credere, ma è una cosa bellissima. –

Mi prende la mano, e mi pone la fatidica domanda: – Chi è? –

Prendo un bel respiro e, stringendole la mano, rispondo – Hermione Granger –

Sulla faccia di mia madre passarono una varietà infinita di espressioni: sorpresa, confusione, perplessità, incredulità… per paura di vederci anche delusione abbassai lo sguardo aspettando che parlasse

– Quella Hermione Granger? L’amica di Potter? – Era confusa, si vedeva

– Si madre, proprio lei. E non è tutto – Beh era ancora un poco boccheggiante, ma dovevo darle anche l’altra notizia, ma fui di nuovo interrotto

–Non me lo aspettavo, sono sorpresa. Non prenderla male, figlio mio, voglio solo che tu sia felice, ma, da dopo la fine dei processi, della Granger non se n’è saputo più nulla. Molti pensavano che fosse tornata nel mondo dei babbani, con i suoi genitori. Altri ancora invece, più maligni, dicevano che fosse ricoverata al San Mungo perché non aveva retto ai postumi della guerra. Fatto sta che da sei anni nessuno l’ha più vista in giro. E se non ricordo male, agli ultimi processi, quelli dopo il tuo, era sempre più smunta e sciupata. Si vedeva che non stava bene. – Mi si strinse lo stomaco, era ancora tutta colpa mia se era stata così male.

– Credo fosse colpa mia madre, ma non è tutto. C’è ancora una cosa che debbo dirvi – Mi guardò in attesa, in fondo non aveva preso troppo male il fatto che fosse Hermione la persona che amavo.

– Quando venne a trovarmi mi diede anche un'altra notizia, una cosa che mi ha spaventato e reso la persona più felice di questa terra tutto assieme. Dopo il processo Hermione scoprì di essere incinta, ed ora abbiamo una figlia bellissima. – Avevo sganciato la bomba, ora dovevo solo attendere. La vidi sbiancare e mi preoccupai, sgranò gli occhi chiari e poi si girò a fissarmi – Prego? Com’è potuto succedere? –

Io ghignai – Vuoi davvero sapere com’è potuto succedere, madre? –

Mi diede uno scappellotto nel braccio e mi guardò seria

– Figlio mio, sei sicuro che questa bambina sia davvero figlia tua? – Una risposta non proprio felice me la aspettavo, ma non per questo fece meno male. Mi alzai in piedi e mi misi distante da lei.

– Non era questa la reazione che mi aspettavo madre. Sono certo che sia figlia mia perché è identica a me, ed Hermione non è il tipo di persona capace di fare una cosa del genere. Non ne avrebbe proprio nulla da guadagnarci. – la mia voce era gelida, le davo le spalle. Avevo davvero paura che dicesse qualcosa di sbagliato. Nessuno, nemmeno mia madre, doveva toccare la mia nuova famiglia. ”

Ero sconvolta. Quando Draco aveva intrapreso tutto quel discorso su questa misteriosa ragazza, non pensavo andasse a parare proprio qui. Ero stata contenta di sapere che mio figlio avesse qualcuno che lo avesse aspettato al suo ritorno, qualcuno che lo amasse al punto da perdere sei anni della sua vita dietro ad un ragazzo in galera. Certo, sapere che questa ragazza fosse proprio Hermione Granger, eroina del mondo magica e oramai del tutto scomparsa nel nulla, mi aveva lasciata un poco sorpresa. Ma non tanto come sapere che mio figlio avesse una figlia. Cioè, io ora sono nonna? Oh mamma mia, suona malissimo, sono troppo giovane per essere nonna, ma ancora di più, sono loro troppo giovani per essere dei genitori. Come faranno a crescere una bambina? Ma forse non sono queste le domande da pormi ora. Draco mi dà le spalle qualche metro davanti a me, credo d’averlo ferito con le mie parole. Dovrei scusarmi. Anche se mi viene difficile crederlo, una donna che aspetta per sei anni un uomo non lo fa di certo per prenderlo in giro. Questo lo capivo perfino io, abituata a vedere il lato più approfittatore delle persone.

 Si alzò in piedi piano, gli acciacchi della vecchiaia erano arrivati anche per lei, e si avvicinò al figlio. Era titubante, non sapeva esattamente cosa dire, ma non aveva intenzione di perdere suo figlio. Era l’unico affetto che le fosse rimasto.

– Figlio mio, perdona una povera madre stolta – Lui si girò a guardarmi, i suoi occhi erano limpidi, non stava proteggendosi come faceva sempre. Oggi con me si era aperto come mai aveva fatto in tutta la sua vita, ed io ero la persona più felice. Avevo ancora mio figlio, e lui aveva una famiglia. Che importava d’altro? Che andassero al diavolo tutti gli anni di lavaggio del cervello di Lucius, se Draco era felice io non potevo chiedere di meglio che non fare parte della sua felicità.

– Sono sempre stata abituata che, nella cerchia dove abbiamo sempre vissuto noi, con gente che mette i matrimoni di interesse prima del bene dei propri figli, sia normale incastrare qualcuno con un bambino. Ma hai ragione tu, la Granger non è il tipo di ragazza che potrebbe fare una cosa del genere. Mi sono solo lasciata prendere dal panico. Non mi aspettavo una notizia del genere. Puoi perdonarmi, figlio mio? – Mi sorrise e mi fece un cenno affermativo con la testa. Dentro di me sospirai di sollievo.

Ci risedemmo sul divanetto in silenzio. Avevo tante domande da fargli, ma una sola mi sembrava veramente importante – Posso conoscerla? – Era mia nipote, volevo davvero conoscerla. Chissà se assomigliava al mio Draco.

Che importava se non aveva sangue puro nella vene? Nulla, erano tutte cose nella quali non credevo più da quando Lucius aveva messo tutto questo davanti il bene di nostro figlio.

 Mi resi conto solo in quel momento di essermi persa tante cose di questa bambina. Un attimo dopo realizzai che anche Draco se ne fosse perso un bel po’ e la cosa mi rese triste.

– Certo che puoi – Sorrideva. Poi mi venne un dubbio, fino ad ora celato nella mia mente. –La Granger vorrebbe pure? – Non potevo biasimarla se non avesse voluto, la mia famiglia le aveva fatto tanto male. Magari non aveva nessuna voglia che sua figlia sapesse di tutte le cose cattive successe in passato.

– Hermione ne sarà felicissima. Alya non ha mai avuto dei nonni, è cresciuta solo con Hermione e con Ginevra. Sarà felice di conoscere la nonna. – Solo con due persone era cresciuta? Non capivo molto, ma avremmo avuto modo di parlarne più avanti

– Allora perché non venite tutti e tre per cena? Mi farebbe davvero piacere conoscere meglio la Granger. – Vidi sorpresa negli occhi di mio figlio, non se lo aspettava, ma se quella era la sua famiglia io volevo farne parte.

– Credo che non ci siano problemi, madre. Vado a casa allora a prendere Hermione e Alya.–

Alya, l’occhio del dragone. La Granger aveva mantenuto la tradizione dei Black di assegnare nomi di stelle ai propri figli, e aveva scelto proprio una stella della costellazione di Draco. Era proprio una ragazza in gamba, e aveva appena guadagnato tanti punti con me.

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Ore 18.30 Casa Granger

Draco se n’è andato da un bel po’ ed io e Alya abbiamo giocato tutto il pomeriggio, poi ci siamo buttate a letto e le ho raccontato una storia. Ora si è addormentata con il suo serpentello ed io ne sto approfittando per sistemare casa.

Sono in ansia per Draco. Ci tiene molto al fatto che sua madre accetti questa situazione. Vorrei che andasse tutto bene, ha già sofferto tanto e non merita altre delusioni dalla vita. E sarei contenta se Alya conoscesse sua nonna, considerato che i miei genitori non li ha mai potuti conoscere.

Mi siedo sul divano e aspetto. Non ho sentito Gin oggi, si sta tenendo alla larga. Vuole che passiamo più tempo possibile tutti assieme, senza capire che ci farebbe piacere averla qui con noi, ormai è di famiglia.

Mi stavo quasi appisolando quando un POP dentro casa mi riportò vigile. E’ tornato Draco, è l’ora di scoprire la verità.

– Scusa, non volevo spaventarti – Si siede vicino a me e mi abbraccia. Non riesco a capire se è andata bene o male. Mi decido a chiederlo, non riesco a sopportare questo silenzio – Com’è andata? –

Lo sento muoversi per mettersi più comodo e poi rispondermi , con voce calma – Bene, ci aspetta tutti per cena fra un’ora circa –

“Con tutta la nonchalance del mondo mi sistemo meglio sul divano e sgancio la bomba che so che farà dare di matto ad Hermione – Bene, ci aspetta tutti per cena fra un’ora circa –

Vedere la sua faccia diventare rossa, poi bianca e poi di nuovo rossa è uno spettacolo fantastico! Inizia a boccheggiare e si fa aria con una mano. Rido sotto i baffi e la guardo, mettendo su la mia migliore aria preoccupata – Tesoro, tutto bene?– Ho appena dato il via all’esplosione di questa bomba chiamata Hermione!

– Un’ora??? Ho SOLO un’ora per preparare me e tua figlia per incontrare tua madre?? –

– Si, ci aspetta per cena – Continuo a fare il finto tonto, mentre mi sto divertendo un sacco

– Hai idea di quanto tempo serve per preparare Alya e convincerla a lavarsi, vestirsi, sistemarsi e tutto il resto???? –

Scoppio definitivamente a ridere, sta mettendosi letteralmente le mani ai capelli e gesticolando. Mi guarda infuriata e la stringo a me, dandole tanti baci sui capelli riccioluti. Hermione si calma subito e sospira.

– Sono contenta che sia andato tutto bene, Draco. Sei felice? –

Se sono felice? Eccome! Ho una donna che mi ama, una figlia che adoro con tutto me stesso e mia madre che sembra aver accettato la situazione.

– Si, Hermione, sono felice – Sorrise e si alza

– Bene, è ora che tu vada a svegliare Alya. E’ compito tuo dirle che conoscerà sua nonna. –

Mi sembra giusta come cosa, così mi alzo e vado nel nostro letto. La piccola dorme accucciata su un lato del letto, abbracciata al suo serpentello. Ogni volta che la guardo, capisco con quanto amore è cresciuta mia figlia, anche senza di me. Hermione e Ginevra hanno fatto davvero un buon lavoro.

E’ bella, ma non di quella bellezza perfetta… bella come solo una figlia può esserlo agli occhi del proprio genitore. Dovrò stare con gli occhi ben aperti appena crescerà un altro poco. Sorrido di quei pensieri e piano piano la sveglio.

– Principessa, svegliati –

Mugugna, esattamente come Hermione, facendomi sorridere – No –

– Come no, ed io a chi dico la bella sorpresa che ti aspetta stasera?– Al sentir nominare una sorpresa apre un occhio, poi l’altro e sorride.

– Quale sorpresa papino? –

Diventerà una serpe perfetta mia figlia! Mi metto seduto davanti a lei e inizio a parlare

– Vuoi conoscere la mia mamma, tua nonna? –

Si alza di colpo sul letto, con gli occhi che le brillano di gioia e un sorriso che trovo meraviglioso

– Ho una nonna?? – saltella sul letto, la afferro e me la metto seduta in braccio

– Certo che hai una nonna, è la mia mamma. Si chiama Narcissa, e non vede l’ora di conoscerti –

– E’ un nome bellissimo, papà. Quando ci andiamo?? – sembra davvero impaziente, forse ha sempre desiderato una famiglia normale. Mi sento in colpa, se non fossi stato così debole da cedere alla volontà di mio padre, mia figlia avrebbe avuto una famiglia come tutte le altre.

– Dobbiamo essere lì per cena, ce la fai ad essere pronta? –

Salta giù dalle mia gambe e fa per correre nella stanza dove tiene i vestiti, ma si blocca – Ma viene anche la mamma, vero? –

– Certo principessa, perché? –

– Perché non voglio che la mamma rimanga da sola a casa. Poi è triste –

Può una bambina di sei anni spiazzare uno che ha vissuto tante cose come me? Mia figlia ci è appena riuscita

– Non rimarrà solo a casa, verrà con noi. Nessuno la lascerà mai sola a casa, te lo prometto, ci sarò sempre io con lei, o tu. Va bene Principessa? – Mi fa un cenno affermativo e corre di là. Io rimango sul letto, con l’espressione da ebete per una decina di minuti. Mi sento uno schifo. Hermione era stata male in passato, Alya sicuramente pure. Ed io non ne sapevo nulla, non ero lì a poterle aiutare. So che non potrò  mai rimediare a questo, ma posso fare in modo che non succeda più.

Ci sarei sempre stato, avrei fatto di tutto per loro. Beh, io lo sapevo, ma loro?”

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Draco si alzò per andare a svegliare Alya ed io mi feci una doccia. Ero abbastanza agitata. La famiglia di Draco aveva sempre odiato me e quelli come me, ed ora stavo andando a cena da sua madre. Cosa mi sarei dovuta mettere? Come mi sarei dovuta comportare? Lasciai che l’acqua calda mi scivolasse addosso sciogliendo i miei muscoli e facendomi rilassare. La risposta a tutte le mie domande era semplice: dovevo solo essere me stessa. Era inutile fingere di essere quella che non ero. Se non gli andava bene erano problemi suoi, mica miei.

Avvolsi il mio corpo con il telo da bagno e mi diressi in camera da letto. Draco era seduto sul letto, lo sguardo perso. Forse era nervoso anche lui. Gli diedi un bacio sulla bionda testa e si riprese.

Lo sguardo pieno di malizia che mi lanciò mi fece capire che anche lui desiderava un poco d’intimità, ma mi costrinse anche a buttarlo fuori dalla camera prima di vestirmi. Non saremmo mai arrivati in tempo se fosse rimasto dentro. Mi presi però l’appunto mentale di chiamare Gin e chiederle di tenere Alya per un paio di ore, forse anche più.

Provai una serie infinita di vestiti, tutti molto semplici. Non avevo nulla di elegante e mi stavo disperando. Ok essere me stessa, ma almeno vestita in maniera decente!

Mi decisi a tirar fuori il “Vestito delle Emergenze”, come lo chiamava Gin. Era un semplice vestito nero, con le maniche lunghe e lo scollo a barca, che arrivava fino alle caviglie. Non era elegante, ma ricordava tanto le vesti dei maghi. Lo avevamo comprato in un mercatino medievale, e mi stava benissimo. Non lo mettevo mai perché non era mai l’occasione giusta.

Dopo averlo indossato, notai che non mi stava per nulla male, e secondo me si addiceva alla cena di quella sera. Misi la collana con l’anello e un braccialetto verde smeraldo che mi avevano regalato per il compleanno. Mi sentivo soddisfatta.

E pronta ad affrontare una cena con Narcissa Malfoy

*Fra poco conoscerò la mia nonna. Sono tanto contenta, non sapevo di averne una ma la volevo tanto tanto.

Tutti i miei compagni di scuola ne hanno una e dicono sempre che gli prepara merende deliziose, li riempie di regali e fa loro tante coccole. Per me lo hanno sempre fatto la mamma e la zia Gin, ora anche il mio papà.

Sono contenta che sia andato tutto bene, gli voglio tanto bene anche la mamma gliene vuole. E lui ne vuole a noi, si vede. Mi ha promesso che la mamma non sarà mai più triste, io gli credo. Era brutto vederla sempre pensierosa, sapere che le mancava qualcosa. Ora è felice di più. Siamo finalmente una famiglia.

Ora potrà farne parte anche la nonna, non vedo l’ora di vedere se è bella come la mia mamma. No, lei è la più bella…. Allora un po’ meno bella della mamma. Ho scelto il vestitino che metterò oggi. E’ il più bello che ho, tutto azzurro, come quello della principessa del ballo col principe. Me lo ha regalato la zia e la mamma non vuole mai farmelo mettere, ma voglio essere tanto bella per la nonna, così mi vuole bene e mi fa tanti regali.

Ora che ho scelto il vestito vado da papà che è sul divano e gli dico che deve farmi la doccia. Mi guarda confuso e gli dico che è tardi e poi la mamma si secca. Allora mi prende in braccio facendomi il solletico, mi mette dentro la vasca da bagno con tutto il pigiama e con la sua bacchetta mi bagna tutta. Io scoppio a ridere e si bagna anche lui per tenermi ferma. Fare il bagno con lui è più divertente di farlo con la mamma, lei è più seria.  *

Una volta pronta esco dalla stanza e sento delle grida e delle risate venire dal bagno della stanza di Alya. Sapendo quanto la mia bimba odi fare il bagno, sentire delle risa provenire proprio da quella stanza mi fa rizzare i capelli. La prima cosa che vedo entrando in camera di Alya è il vestito blu di cenerentola sul letto.

Sospiro rassegnata e apro la porta del bagno. La scena che ho davanti è surreale. Alya con ancora addosso il pigiama, dentro la vasca da bagno, Draco, anche lui tutto vestito e bagnato, che con un Aguamenti sta facendo la doccia a nostra figlia, e stanno ridendo come due pazzi. Non ci posso credere, non avrei mai pensato di poter vedere una scena del genere in tutta la mia vita. Grazie alla mia prontezza di riflessi faccio arrivare con un Accio la mia macchina fotografica e scatto una foto a quella scena, sarebbe stato un peccato non farlo. Non si sono ancora accorti di me per questo faccio notare la mia presenza con una tossettina molto simile alla Umbridge.

– Ehm ehm – si girarono verso di me e l’acqua smise di uscire dalla bacchetta di Draco – cosa state combinando qui?? –

– Papà mi sta facendo il bagno –

Guardo Draco in attesa di una spiegazione e lui con la faccia più angelica del suo repertorio da diavolo mi risponde – Non sapevo come farle il bagno –

Scoppio a ridere anch’io e lo mando a vestirsi e cambiarsi. Penserò io a finire di preparare Alya. E’ dolcissimo vedere Draco in difficoltà, ce la sta mettendo davvero tutta per essere un buon padre.

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Venti minuti dopo siamo tutti pronti davanti al camino di casa. Andremo fino al ministero e da lì fino a casa di Narcissa. Draco si è messo una camicia e dei pantaloni neri, recuperati da non so dove, Alya ha insistito per mettere il suo vestitino azzurro e Draco ha ceduto. Non avevo voglia di fare io la cattiva e ho lasciato correre, sta davvero bene e Draco continua a chiamarla principessa.

E’ il primo viaggio in metropolvere di nostra figlia, ed è veramente contenta e impaziente. Beata lei, io odio viaggiare in quel modo.

 

 

 

 

Note:

La parte dei pensieri di Alya è volutamente sgrammaticata e scritta male, in fondo è solo una bambina di sei anni. Non sa ancora parlare benissimo e anche i suoi pensieri sono sconnessi.

Come ogni capitolo ecco i ringraziamenti:

SilVerphoenix, che mi ha dato una mano a rivedere il capitolo e sistemare qualche errore qui e lì

BeaSerpe, Gaghi87 e DarkSerenity che hanno lasciato un commentino :)

Per il resto spero che vi sia piaciuta :) Ormai manca davvero poco alla fine. Due, massimo tre, capitoli.

Pubblicità: Avete ancora un po' di tempo libero e non sapete cosa leggere? Passate dalle nostre long in corso! Eccovi i link:

Danni collaterali, SilVerphoenix & NikyBlack

(http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3176009&i=1)

Virus, SilVerphoenix
(http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3080566&i=1)

 

Alla prossima!!

 

 

  
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