8.
L’arte di un’effimera eternità
Giunsero
a Konoha
dopo tre giorni, non si erano fermati un attimo, nemmeno il tempo di
dormire,
l’unica sosta ci fu quando Kakashi non poté poi
tenerla sulle spalle, il corpo
di Michiko era diventato troppo pesante, come se in quel momento stesse
per
esalare l’ultimo respiro, Sarah era stata attenta a vegliarla
a cercare di
farla soffrire il meno possibile, ma non era facile. Ogni minuto che
passava
era un minuto che veniva tolto alla vita degli artisti, le lacrime di
Michiko
segnavano gli alberi
Quando i ninja
guardiani li avvistarono subito si prepararono per aiutarli con
un’intera
armata, spiazzate da quella accoglienza subito le donne si misero sulla
difensiva, ma come potevano affrontare tutti quei ninja con uomini
iracondi che
uscivano dalle loro case per far pagare a tutti quella sofferenza che
l’Akatsuki aveva portato? Facendosi largo tra tutti, Sakura,
Kakashi e Gai
giunsero all’ospedale dove Tsunade venne richiamata in fretta
e furia. Le donne
furono portate tutte in prigione momentaneamente finché
qualcuno non avesse
deciso la loro sorte. Michiko fu posata su un letto e portata
immediatamente in
sala operatoria, non appena la barella varcò la stanza piena
di sigilli
protettivi ecco che la ragazza prese a dimenarsi, questo a causa del
suo
chakra, furono costretti a tenerla ferma per tutto il corpo del parto.
Inconsciamente la donna si dimenava, ma nella testa di Michiko regnava
solo un
mondo oscuro, non sentiva altro che il dolore di forbici o bisturi che
le
tagliavano il ventre… il coraggio prese possesso del suo
corpo e senza aprire
gli occhi parlo…
“Non…
fategli… del
ma…le…” disse per poi cadere in un
sonno profondo.
Stupita dalla forza
di volontà della ragazza Tsunade si impegnò a
mantenerla in vita, com’era
possibile che una ragazzina dell’età di Sakura,
complice di omicidi portasse
dentro il suo cuore una forza d’animo tanto grande da
commuovere persino lei?
Uno dei tre sannin leggendari?
Rimase turbata
quando iniziò ad aprire il ventre della ragazza per far
uscire i bambini, da lì
iniziarono a dimenarsi come lingue nere che circondavano la placenta.
Come una
barriera protettiva, quello scudo di chakra sarebbe stato troppo duro
da
abbattere. Iniziò una lunga lotta alla sopravvivenza, non
appena Tsunade provò
a toccarli la ragazza urlò di dolore. Quelle lingue erano
come interi organi di
Michiko strapparglieli era come ucciderla direttamente, bisognava
aggirare
l’ostacolo. Impose le mani come per sovraccaricare lo scudo
che assorbiva il
chakra, in modo che si aprisse. L’operazione durò
più di sei ore e tutti fuori
pensavano preoccupati al corpo di quella ragazza ed alle
anime che portava al
suo interno.
Una luce
abbagliante provenne fuori dalla sala operatoria, al suo interno quei
bozzoli
di luce nera si stavano schiudendo e come mossi da volontà
propria portarono
fuori i bambini dal corpo di Michiko. La donna sanguinava e per lo
sforzo
respirava a fatica, furono costretti ad attaccarle un respiratore
artificiale,
ma la cosa più importante fu che i tre gemelli erano salvi.
Si vedeva chiaramente
che c’erano due bambini gemelli ed un altro, leggermente
più grande e formato
rispetto agli altri. Erano stati concepiti in mesi differenti ecco
perché in
quel modo Tsunade si rese conto che quei bozzoli neri regolavano la
crescita
del feto.
Proprio per quella
abilità le venne in mente il cognome di Michiko. Mizutsuki.
Da anni le donne di
quell’antico clan si tramandavano il mestiere di levatrici,
proprio grazie ai
loro poteri guaritivi, in quel momento ricordò la
spiegazione che le avevano dato
alcuni registri riguardo alle potenzialità di quel clan.
Durante le gravidanze
il corpo delle madri diventava una vera e propria fortezza
perché il chakra
guaritore avvolgeva il feto permettendogli una vita quasi
autosufficiente
rispetto alla madre. Quella era l’ultima discendente del clan
ed in quel
momento ricordò che la geisha padrona del potere lunare
aveva i poteri più
forti di tutto il clan, la capacità di infiltrarsi nel regno
degli inferi, come
un demone che può decidere della vita o della morte degli
uomini.
I bambini vennero
lavati e posti in tre culle differenti dopo essere stati visitati da
Tsunade,
si stupì di come fossero tutti in perfetta salute. Due
maschi ed una femmina.
Nel viso rilassato della bambina Tsunade rivide il volto di Michiko ora
distesa
su un letto con tubicini attaccati al corpo ed uno per respirare.
Chiuse la
porta della stanza della donna e si diresse nel suo studio per decidere
il da
farsi, non poteva permettere che quelle donne accusate ingiustamente
dal mondo
venissero messe a morte. Ed i loro figli? Cosa avrebbero fatto? Soli
senza le
loro madri? Era una cattiveria bella e buona, non poteva permetterlo.
Aveva
deciso, per un po’ di tempo le donne sarebbero state chiuse
in una casa nelle
mura della città a stretta sorveglianza dagli AMBU, se
riuscivano a dimostrarle
che potevano vivere in pace col resto del mondo allora le avrebbe
accolte come
donne del villaggio di Konoha. Il loro passato sarebbe sempre stato un
fardello, ma il tempo era in grado di rimarginare ogni ferita, forse
gli uomini
del villaggio sarebbero stati in grado di capire che altro non erano
che madri.
Convocò una
riunione straordinaria per dichiarare l’esito della sua
decisione, all’inizio
nessuno fu d’accordo, ma alla fine fu dato il permesso.
Tsunade cercò in tutti
i modi di tirar fuori il lato compassionevole di tutte le persone, non
si
poteva privare un bambino della propria madre solo perché si
credeva che
avessero commesso dei delitti. Non c’erano prove della loro
vera colpevolezza,
dovevano soltanto proteggere sé stesse, perché a
volte l’amore rende pazzi e si
sa, i bambini e di pazzi dicono sempre la verità.
Vennero liberate e
trasferite nella nuova casa, ma ogni giorno vegliavano sul corpo
addormentato
di Michiko, con la speranza che si risvegliasse, videro i tre
angioletti che
dormivano, due bellissimi gemelli biondi che messi vicini si tenevano
per mano
come a proteggersi l’uno all’altro ed il terzo con
radi capelli rossi che
pacifico dormiva, come se fosse il vero Sasori. Michiko non poteva
vederli.
Dentro di lei lottava contro il desiderio di morte, voleva vivere e
vedere i
suoi figli crescere, ma al contempo una voce la richiamava agli Inferi
perché
quelle creature l’avrebbero solo uccisa per la loro
somiglianza con gli
artisti. Ma soffrire non faceva poi parte della vita? la sofferenza da
sempre
era un sentimento vicino al mondo degli uomini, come l’amore
e l’odio sono due
facce della stessa medaglia così anche la sofferenza poteva
andarci a
braccetto. Soffrire per l’odio delle persone, soffrire per
l’amore non
ricambiato era questo il destino degli uomini; sapeva però
che non sarebbe
stata sola, poteva amare i suoi figli come aveva amato Sasori e
Deidara. Doveva
vivere per l’amore che provava verso di loro.
Lottando e con
forza iniziò a schiudere gli occhi, voleva vederli, voleva
tenerli stretti tra
le sue braccia e baciare le loro guance. Mosse le dita della mano per
sentire
le lenzuola in cui era avvolta, iniziò a focalizzare le
figure intorno a lei,
Konan che le carezzava la fronte, Mitsuki che le stringeva la mano e
gliela
baciava con le lacrime, Sarah che teneva l’altra come
aggrapparsi alla vita che
stava invadendo Michiko.
“Ben tornata…
Michi…” Disse Konan baciandole il capo, tra tutte
le donne presenti l’unica che
non vide fu Sayuki, poi scorse i suoi capelli neri per la priva volta
sciolti,
chinata su due culle, presa dall’eccitazione Michiko
cercò di alzarsi per
guardare quelle culle, ma le braccia non la ressero e cadde sui cuscini
morbidi
e caldi.
“Sayuki, fai vedere
Michi i suoi artisti.”
Konan le sorrise ed
immediatamente aiutata da Mitsuki, Sayuki avvicinò le due
culle in modo che
potesse vedere coi suoi occhi. Tirata su da Sarah e Konan vide quei
piccoli
pargoli addormentati. Le si strinse il cuore nel guardarli, il primo
era come Sasori,
piccoli ciuffi di capelli rossi e la pelle delicata e umana! I figli di
Deidara
erano due, una bambina ed un maschio, il primo somigliava al padre, un
unico
ciuffo biondo che spuntava dalla sua piccola testa e le mani chiuse a
pugno
affianco a quelle delle sorella che invece sembrava sé
stessa da piccola, in
quel momento in loro vide il suo team dell’Akatsuki e calde
lacrime iniziarono
a scenderle dalle guance. Le mani si mossero a coprirsi il volto e
piangere in
silenzio alla presenza di tutte le donne. I capelli scompigliati della
ragazza
caddero come una tenda su di lei per coprirle il viso pieno di
vergogna. Il pianto
non era la soluzione migliore per affrontare i problemi, ma quei
singhiozzi
rivelavano la verità sui sentimenti di Michiko, la gioia che
provava in quel
momento nel vedere le sue creature era così tanta che
nemmeno un kunai
affondato nelle sue carni sarebbe stato in grado di farle provare
dolore.
Allungò le mani per
poterli toccare, i bambini erano angeli, che venivano dal cielo per
portare la
gioia nei cuori degli uomini, perché era l’amore
che faceva i bambini e non la
violenza ed il desiderio carnale. Ogni bambino nato, non era uno
sbaglio, ma il
piccolo desiderio di ogni uomo.
Non poteva
abbandonarli, come solo aveva potuto pensare che la sofferenza
l’avrebbe
uccisa? Quei bambini erano il segno vivente che Sasori e Deidara e
tutti i
membri dell’Akatsuki erano morti in pace.
I bambini erano l’ultimo
ricordo dei loro amori.
I ciliegi in fiore
erano la cosa più bella che si potesse ammirare in quella
stagione e mentre
cinque donne normali camminavano per quel viale dei bambini correvano
frenetici
davanti a loro come piccole bestioline.
“In nome di Jashin
io ti maledico!!” gridava uno dei piccoli.
“Non puoi farlo
sono tuo fratello maggiore!” ribadiva l’altro,
Hidan e Kakuzu erano la gioia
Sarah, nei litigi che li animavano in continuazione ed a quante volte
lei
stessa perdeva la calma, non poteva far altro che sorridere
perché era questa la
verità. Quei litigi le erano mancati ed ora attraverso quei
bambini, fratelli
in un certo senso li rivedeva riaffiorare realmente, non erano
più ricordi del
passato. Erano una realtà che si ripeteva sempre.
“Mamma! Kakuzu, non
mi lascia pregare!” gridava il piccolo Hidan iniziando a
scuotere la gonna
della madre, Kakuzu al contrario lo affiancò per poi
attirarlo contro di sé ed
abbracciarlo forte.
“Puoi pregare
stupido! Ma solo se mi paghi…” gli disse
spingendolo lontano dalla mamma che
invece iniziò a ridere di gusto.
Contagiando anche
la dolce Sayuki che con lo sguardo seguiva il piccolo Zetsu che sotto
un albero
era accovacciato ad osservare dei fiori rossi, sembrava così
normale, rispetto
a suo padre eppure… dentro il cuore di Zetsu
c’erano due personalità che erano
in continua lotta tra loro, assieme a lui c’era un bambino
dai capelli
arancioni e gli occhi chiusi che sorrideva contento mentre raccoglieva
dei
fiorellini per la sua mamma. Nagato… mai felice nei giorni
di sole in quel
momento si lasciava andare ad una felicità che magari
sarebbe durata poco, non
era un vero leader come suo padre, ma era il protettore di sua madre,
la spalla
su cui lei poteva piangere, e con quei piccoli gesti Konan ricordava il
suo
amato e tutte le volte in cui avevano cercato di darsi
l’armonia con un figlio.
La donna gli si avvicinò prendendolo per le spalle ed
arruffandogli i capelli,
sorrise.
“Mamma…
perché i
miei occhi sono così?” chiese il piccolo, non
aveva un vero e proprio Rin’egan,
era una facoltà che non sarebbe riuscito a sviluppare
subito, ecco perché ogni
tanto quegli occhi azzurri prendevano piano piano la forma a spirale,
quando si
arrabbiava, e spesso la sua rabbia interiore scaturiva fuori anche
quando
dentro se stesso era felice.
“Perché il tuo
papà
ha voluto proteggerti.” Gli disse baciandogli una guancia,
improvvisamente le
donne furono attratte da un rumore proveniente dall’acqua.
“Kisame!” Urlò
Mitsuki mentre correva in direzione del laghetto, impalato davanti alla
sponda
un piccolo Itachi con lo sguardo annoiato guardava il fratello nuotare
come un
vero pesce.
“Mamma… Kisame
è
ammattito, crede di essere un pesce.”
“Oh… ma lo
è!”
iniziò a ridere lei cercando di coinvolgere in tutti i modi
Itachi, ma come lo
stesso Uchiha, non era così facile, lo sguardo di Itachi
rifletteva sempre
quella freddezza che nascondeva il battito del suo cuore, calore che
provava
per la famiglia. Non poteva credere la felicità portasse
alla sofferenza, ma
quella era una verità che tutte le donne avevano provato.
“Esplosione.”
“Eternità.”
“ESPLOSIONE!!!”
“ETERNITÀ!!!!”
Due bambini si
guardavano in cagnesco, uno biondo con un ciuffo davanti agli occhi e
gli occhi
color del cielo e l’altro coi capelli rossi e gli occhi
nocciola, così belli da
sciogliersi. Michiko camminava dietro di loro e si fermò non
appena iniziarono
a litigare, finiva sempre così prima tutti contenti a ridere
e scherzare e
dopo, non appena Deidara faceva esplodere qualcosa ecco che iniziavano
a
litigare. Deidara era molto diverso da suo padre, possedeva una sola
bocca
sulla mano destra, ma anche un’altra all’altezza
del cuore, accuratamente
cucita dopo la sua nascita. Sasori invece era un vero bambino con le
stesse
capacità del marionettista di Suna, era un vero piccolo
genio, magari il più
intelligente assieme ad Itachi, ma il più triste e solo.
L’unica che riusciva a
mettergli il buon umore era la sua sorellina: Yuki no Kokoro. Il nome
che le
aveva dato sua madre rispecchiava il vero essere della bambina, era
l’unica ad
aver subito conseguenze dopo il parto, il cuore era debole, era come
una bomba
ad orologeria che poteva esplodere, come le bellissime opere di
Deidara, eppur
era lì con lei, protetta dalla stessa Michiko. Lo scudo
materno che l’aveva
protetta per nove mesi era stato infranto troppo presto per lei, ma
Michiko
sapeva che questo era il destino della bambina, sarebbe stata piccola,
delicata, piena di amore verso gli altri, ma non debole. A differenza
dei suoi
fratelli aveva ereditato qualcosa di particolare, una bocca sulla mano
sinistra, ma uno scudo che la proteggeva, infranto quello la bambina
moriva. Per
evitare questo Michiko aveva concesso tutto il suo chakra alla figlia,
in modo
da non morire prima del tempo. Yuki era forse l’unica che
poteva tenere legati
insieme due concezioni di arte così diverse.
“Mamma… il cuore
delle persone è forte. Tutti possono amare.
Però… tutti devono vivere e Sasori
e Deidara si sbagliano.”
Disse la sua dolce
vocina stringendo di più la mano della mamma.
“Cosa intendi?”
chiese lei ed in quel momento la bambina si staccò da lei
per poi essere
afferrata dai fratelli.
“L’ARTE È UN
EFFIMERA ETERNITÀ !!!!”
Gridò affinché
tutti potessero sentire quanto la vita fosse bella e regalasse agli
uomini
sensazioni indimenticabili.
************************************************************************************
Bene questo era l'ultimo capitolo^^ spero che sia piaciuto a
qualcuno, mi sono commossa di me stessa quando ho dovuto scriverlo,
mi dispiaceva fermarla e poi arrivare a scrivere un altro
capitolo anche perchè la mia mente è andata in
là con la fantasia e si è lasciata trasportare
autoconcludendola, ciò nonostante spero che tutti quelli che
l'hanno letta apprezzino il finale, magari un pò scontato
però... che volete certe volte le cose banali sono quelle
più forti. Ringrazio particolarmente tutti quelli che hanno
letto la fanfiction e pazientemente hanno seguito questi miei
aggiornamenti ogni mese T.T
Ringrazio coloro che hanno recensito e ammetto che ogni recensione mi
faceva sentire più felice, per gli scrittori, recensioni
negative o positive sono sempre uno stimolo a migliorarsi.
Ringrazio anche chi ha aggiunto la storia tra i preferiti, non lo
speravo sinceramente, ma sono contentissima di questo!
Ecco perchè ne elenco i nomi.^^
1 - angel
jenny
2 - ila_sabaku
3 - Saiyo83
4 - Sasori_Danna
5 - Sasori_Deidara
6 - Targul
Grazie mille!!!!
Spero di non avervi deluso con il finale. Grazie ancora a tutti e spero
ci sarà una prossima volta!
*Si soffia il naso per l'emozione*
(Questa è pazza... ndSaso)(Mah... anche secondo me
però... ndDidara)(Però?.. ndMeSaso)(Hai visto che
belli i nostri pargoli!!!??? *____* ndDeid)(Eh..... T.T ndSaso)(Dai
ammettilo sono carini ndMe)(E va bene, ma solo perchè il mio
pupillo si fa valere con le sue idee ndSaso)(Lo stesso vale per me
ndDeid)(Secondo me l'unica sana mentale era Yuki. ndMe)(Concordo cara
ndMichi)(Micchan!!! *abbraccia salterellando* ndMe)(Ciao tesoro mio^^
hai visto com'è brava nostra figlia?
ndMichi)(Sì..... ndSasoDei W__W)(Guarda che diceva a me!
ndSaso)(No a me.. ndDei)(Basta!!!!!! Era a tutti e due! ndMe)(Ecco
infatti ndMichi)
(Certe volte non li capisco ndMe)(A chi lo dici.. ndMichi)
ALLA PROSSIMA FAN FICTION se ci sarà....
GRAZIE ANCORA A TUTTI!!!! ^____________^
|