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Autore: Dastrea    29/01/2009    2 recensioni
Questa potrebbe essere una fanfiction decente e molto probabilmente compiuta. Quindi... Se gli Akatsuki fossero tutti morti, ma all'interno dell'organizzazione sono state scelte altre quattro donne una per ciascun gruppo, dopo la distruzione... loro sono alla ricerca di un posto dove stare, un luogo tranquillo dovre crescere i loro figli, nessun pensiero di guerra, solo la voglia di normalità. Tranquillità che non esiste, gente che le perseguita ed antichi misteri celati dietro i loro ninjutsu.
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki, Altri
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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8. L’arte di un’effimera eternità

Giunsero a Konoha dopo tre giorni, non si erano fermati un attimo, nemmeno il tempo di dormire, l’unica sosta ci fu quando Kakashi non poté poi tenerla sulle spalle, il corpo di Michiko era diventato troppo pesante, come se in quel momento stesse per esalare l’ultimo respiro, Sarah era stata attenta a vegliarla a cercare di farla soffrire il meno possibile, ma non era facile. Ogni minuto che passava era un minuto che veniva tolto alla vita degli artisti, le lacrime di Michiko segnavano gli alberi
Quando i ninja guardiani li avvistarono subito si prepararono per aiutarli con un’intera armata, spiazzate da quella accoglienza subito le donne si misero sulla difensiva, ma come potevano affrontare tutti quei ninja con uomini iracondi che uscivano dalle loro case per far pagare a tutti quella sofferenza che l’Akatsuki aveva portato? Facendosi largo tra tutti, Sakura, Kakashi e Gai giunsero all’ospedale dove Tsunade venne richiamata in fretta e furia. Le donne furono portate tutte in prigione momentaneamente finché qualcuno non avesse deciso la loro sorte. Michiko fu posata su un letto e portata immediatamente in sala operatoria, non appena la barella varcò la stanza piena di sigilli protettivi ecco che la ragazza prese a dimenarsi, questo a causa del suo chakra, furono costretti a tenerla ferma per tutto il corpo del parto. Inconsciamente la donna si dimenava, ma nella testa di Michiko regnava solo un mondo oscuro, non sentiva altro che il dolore di forbici o bisturi che le tagliavano il ventre… il coraggio prese possesso del suo corpo e senza aprire gli occhi parlo…

“Non… fategli… del ma…le…” disse per poi cadere in un sonno profondo.
Stupita dalla forza di volontà della ragazza Tsunade si impegnò a mantenerla in vita, com’era possibile che una ragazzina dell’età di Sakura, complice di omicidi portasse dentro il suo cuore una forza d’animo tanto grande da commuovere persino lei? Uno dei tre sannin leggendari?
Rimase turbata quando iniziò ad aprire il ventre della ragazza per far uscire i bambini, da lì iniziarono a dimenarsi come lingue nere che circondavano la placenta. Come una barriera protettiva, quello scudo di chakra sarebbe stato troppo duro da abbattere. Iniziò una lunga lotta alla sopravvivenza, non appena Tsunade provò a toccarli la ragazza urlò di dolore. Quelle lingue erano come interi organi di Michiko strapparglieli era come ucciderla direttamente, bisognava aggirare l’ostacolo. Impose le mani come per sovraccaricare lo scudo che assorbiva il chakra, in modo che si aprisse. L’operazione durò più di sei ore e tutti fuori pensavano preoccupati al corpo di quella ragazza ed alle anime che portava al suo interno. 
Una luce abbagliante provenne fuori dalla sala operatoria, al suo interno quei bozzoli di luce nera si stavano schiudendo e come mossi da volontà propria portarono fuori i bambini dal corpo di Michiko. La donna sanguinava e per lo sforzo respirava a fatica, furono costretti ad attaccarle un respiratore artificiale, ma la cosa più importante fu che i tre gemelli erano salvi. Si vedeva chiaramente che c’erano due bambini gemelli ed un altro, leggermente più grande e formato rispetto agli altri. Erano stati concepiti in mesi differenti ecco perché in quel modo Tsunade si rese conto che quei bozzoli neri regolavano la crescita del feto.

Proprio per quella abilità le venne in mente il cognome di Michiko. Mizutsuki. Da anni le donne di quell’antico clan si tramandavano il mestiere di levatrici, proprio grazie ai loro poteri guaritivi, in quel momento ricordò la spiegazione che le avevano dato alcuni registri riguardo alle potenzialità di quel clan. Durante le gravidanze il corpo delle madri diventava una vera e propria fortezza perché il chakra guaritore avvolgeva il feto permettendogli una vita quasi autosufficiente rispetto alla madre. Quella era l’ultima discendente del clan ed in quel momento ricordò che la geisha padrona del potere lunare aveva i poteri più forti di tutto il clan, la capacità di infiltrarsi nel regno degli inferi, come un demone che può decidere della vita o della morte degli uomini.
I bambini vennero lavati e posti in tre culle differenti dopo essere stati visitati da Tsunade, si stupì di come fossero tutti in perfetta salute. Due maschi ed una femmina. Nel viso rilassato della bambina Tsunade rivide il volto di Michiko ora distesa su un letto con tubicini attaccati al corpo ed uno per respirare. Chiuse la porta della stanza della donna e si diresse nel suo studio per decidere il da farsi, non poteva permettere che quelle donne accusate ingiustamente dal mondo venissero messe a morte. Ed i loro figli? Cosa avrebbero fatto? Soli senza le loro madri? Era una cattiveria bella e buona, non poteva permetterlo. Aveva deciso, per un po’ di tempo le donne sarebbero state chiuse in una casa nelle mura della città a stretta sorveglianza dagli AMBU, se riuscivano a dimostrarle che potevano vivere in pace col resto del mondo allora le avrebbe accolte come donne del villaggio di Konoha. Il loro passato sarebbe sempre stato un fardello, ma il tempo era in grado di rimarginare ogni ferita, forse gli uomini del villaggio sarebbero stati in grado di capire che altro non erano che madri.
Convocò una riunione straordinaria per dichiarare l’esito della sua decisione, all’inizio nessuno fu d’accordo, ma alla fine fu dato il permesso. Tsunade cercò in tutti i modi di tirar fuori il lato compassionevole di tutte le persone, non si poteva privare un bambino della propria madre solo perché si credeva che avessero commesso dei delitti. Non c’erano prove della loro vera colpevolezza, dovevano soltanto proteggere sé stesse, perché a volte l’amore rende pazzi e si sa, i bambini e di pazzi dicono sempre la verità.
Vennero liberate e trasferite nella nuova casa, ma ogni giorno vegliavano sul corpo addormentato di Michiko, con la speranza che si risvegliasse, videro i tre angioletti che dormivano, due bellissimi gemelli biondi che messi vicini si tenevano per mano come a proteggersi l’uno all’altro ed il terzo con radi capelli rossi che pacifico dormiva, come se fosse il vero Sasori. Michiko non poteva vederli. Dentro di lei lottava contro il desiderio di morte, voleva vivere e vedere i suoi figli crescere, ma al contempo una voce la richiamava agli Inferi perché quelle creature l’avrebbero solo uccisa per la loro somiglianza con gli artisti. Ma soffrire non faceva poi parte della vita? la sofferenza da sempre era un sentimento vicino al mondo degli uomini, come l’amore e l’odio sono due facce della stessa medaglia così anche la sofferenza poteva andarci a braccetto. Soffrire per l’odio delle persone, soffrire per l’amore non ricambiato era questo il destino degli uomini; sapeva però che non sarebbe stata sola, poteva amare i suoi figli come aveva amato Sasori e Deidara. Doveva vivere per l’amore che provava verso di loro.
Lottando e con forza iniziò a schiudere gli occhi, voleva vederli, voleva tenerli stretti tra le sue braccia e baciare le loro guance. Mosse le dita della mano per sentire le lenzuola in cui era avvolta, iniziò a focalizzare le figure intorno a lei, Konan che le carezzava la fronte, Mitsuki che le stringeva la mano e gliela baciava con le lacrime, Sarah che teneva l’altra come aggrapparsi alla vita che stava invadendo Michiko.
“Ben tornata… Michi…” Disse Konan baciandole il capo, tra tutte le donne presenti l’unica che non vide fu Sayuki, poi scorse i suoi capelli neri per la priva volta sciolti, chinata su due culle, presa dall’eccitazione Michiko cercò di alzarsi per guardare quelle culle, ma le braccia non la ressero e cadde sui cuscini morbidi e caldi.
“Sayuki, fai vedere Michi i suoi artisti.”
Konan le sorrise ed immediatamente aiutata da Mitsuki, Sayuki avvicinò le due culle in modo che potesse vedere coi suoi occhi. Tirata su da Sarah e Konan vide quei piccoli pargoli addormentati. Le si strinse il cuore nel guardarli, il primo era come Sasori, piccoli ciuffi di capelli rossi e la pelle delicata e umana! I figli di Deidara erano due, una bambina ed un maschio, il primo somigliava al padre, un unico ciuffo biondo che spuntava dalla sua piccola testa e le mani chiuse a pugno affianco a quelle delle sorella che invece sembrava sé stessa da piccola, in quel momento in loro vide il suo team dell’Akatsuki e calde lacrime iniziarono a scenderle dalle guance. Le mani si mossero a coprirsi il volto e piangere in silenzio alla presenza di tutte le donne. I capelli scompigliati della ragazza caddero come una tenda su di lei per coprirle il viso pieno di vergogna. Il pianto non era la soluzione migliore per affrontare i problemi, ma quei singhiozzi rivelavano la verità sui sentimenti di Michiko, la gioia che provava in quel momento nel vedere le sue creature era così tanta che nemmeno un kunai affondato nelle sue carni sarebbe stato in grado di farle provare dolore.
Allungò le mani per poterli toccare, i bambini erano angeli, che venivano dal cielo per portare la gioia nei cuori degli uomini, perché era l’amore che faceva i bambini e non la violenza ed il desiderio carnale. Ogni bambino nato, non era uno sbaglio, ma il piccolo desiderio di ogni uomo.
Non poteva abbandonarli, come solo aveva potuto pensare che la sofferenza l’avrebbe uccisa? Quei bambini erano il segno vivente che Sasori e Deidara e tutti i membri dell’Akatsuki erano morti in pace.
I bambini erano l’ultimo ricordo dei loro amori.

 
I ciliegi in fiore erano la cosa più bella che si potesse ammirare in quella stagione e mentre cinque donne normali camminavano per quel viale dei bambini correvano frenetici davanti a loro come piccole bestioline.
“In nome di Jashin io ti maledico!!” gridava uno dei piccoli.
“Non puoi farlo sono tuo fratello maggiore!” ribadiva l’altro, Hidan e Kakuzu erano la gioia Sarah, nei litigi che li animavano in continuazione ed a quante volte lei stessa perdeva la calma, non poteva far altro che sorridere perché era questa la verità. Quei litigi le erano mancati ed ora attraverso quei bambini, fratelli in un certo senso li rivedeva riaffiorare realmente, non erano più ricordi del passato. Erano una realtà che si ripeteva sempre.
“Mamma! Kakuzu, non mi lascia pregare!” gridava il piccolo Hidan iniziando a scuotere la gonna della madre, Kakuzu al contrario lo affiancò per poi attirarlo contro di sé ed abbracciarlo forte.
“Puoi pregare stupido! Ma solo se mi paghi…” gli disse spingendolo lontano dalla mamma che invece iniziò a ridere di gusto.
Contagiando anche la dolce Sayuki che con lo sguardo seguiva il piccolo Zetsu che sotto un albero era accovacciato ad osservare dei fiori rossi, sembrava così normale, rispetto a suo padre eppure… dentro il cuore di Zetsu c’erano due personalità che erano in continua lotta tra loro, assieme a lui c’era un bambino dai capelli arancioni e gli occhi chiusi che sorrideva contento mentre raccoglieva dei fiorellini per la sua mamma. Nagato… mai felice nei giorni di sole in quel momento si lasciava andare ad una felicità che magari sarebbe durata poco, non era un vero leader come suo padre, ma era il protettore di sua madre, la spalla su cui lei poteva piangere, e con quei piccoli gesti Konan ricordava il suo amato e tutte le volte in cui avevano cercato di darsi l’armonia con un figlio. La donna gli si avvicinò prendendolo per le spalle ed arruffandogli i capelli, sorrise.
“Mamma… perché i miei occhi sono così?” chiese il piccolo, non aveva un vero e proprio Rin’egan, era una facoltà che non sarebbe riuscito a sviluppare subito, ecco perché ogni tanto quegli occhi azzurri prendevano piano piano la forma a spirale, quando si arrabbiava, e spesso la sua rabbia interiore scaturiva fuori anche quando dentro se stesso era felice.
“Perché il tuo papà ha voluto proteggerti.” Gli disse baciandogli una guancia, improvvisamente le donne furono attratte da un rumore proveniente dall’acqua.
“Kisame!” Urlò Mitsuki mentre correva in direzione del laghetto, impalato davanti alla sponda un piccolo Itachi con lo sguardo annoiato guardava il fratello nuotare come un vero pesce.
“Mamma… Kisame è ammattito, crede di essere un pesce.”
“Oh… ma lo è!” iniziò a ridere lei cercando di coinvolgere in tutti i modi Itachi, ma come lo stesso Uchiha, non era così facile, lo sguardo di Itachi rifletteva sempre quella freddezza che nascondeva il battito del suo cuore, calore che provava per la famiglia. Non poteva credere la felicità portasse alla sofferenza, ma quella era una verità che tutte le donne avevano provato.
“Esplosione.”
“Eternità.”
“ESPLOSIONE!!!”
“ETERNITÀ!!!!”
Due bambini si guardavano in cagnesco, uno biondo con un ciuffo davanti agli occhi e gli occhi color del cielo e l’altro coi capelli rossi e gli occhi nocciola, così belli da sciogliersi. Michiko camminava dietro di loro e si fermò non appena iniziarono a litigare, finiva sempre così prima tutti contenti a ridere e scherzare e dopo, non appena Deidara faceva esplodere qualcosa ecco che iniziavano a litigare. Deidara era molto diverso da suo padre, possedeva una sola bocca sulla mano destra, ma anche un’altra all’altezza del cuore, accuratamente cucita dopo la sua nascita. Sasori invece era un vero bambino con le stesse capacità del marionettista di Suna, era un vero piccolo genio, magari il più intelligente assieme ad Itachi, ma il più triste e solo. L’unica che riusciva a mettergli il buon umore era la sua sorellina: Yuki no Kokoro. Il nome che le aveva dato sua madre rispecchiava il vero essere della bambina, era l’unica ad aver subito conseguenze dopo il parto, il cuore era debole, era come una bomba ad orologeria che poteva esplodere, come le bellissime opere di Deidara, eppur era lì con lei, protetta dalla stessa Michiko. Lo scudo materno che l’aveva protetta per nove mesi era stato infranto troppo presto per lei, ma Michiko sapeva che questo era il destino della bambina, sarebbe stata piccola, delicata, piena di amore verso gli altri, ma non debole. A differenza dei suoi fratelli aveva ereditato qualcosa di particolare, una bocca sulla mano sinistra, ma uno scudo che la proteggeva, infranto quello la bambina moriva. Per evitare questo Michiko aveva concesso tutto il suo chakra alla figlia, in modo da non morire prima del tempo. Yuki era forse l’unica che poteva tenere legati insieme due concezioni di arte così diverse.
“Mamma… il cuore delle persone è forte. Tutti possono amare. Però… tutti devono vivere e Sasori e Deidara si sbagliano.”
Disse la sua dolce vocina stringendo di più la mano della mamma.
“Cosa intendi?” chiese lei ed in quel momento la bambina si staccò da lei per poi essere afferrata dai fratelli.
“L’ARTE È UN EFFIMERA ETERNITÀ !!!!”
Gridò affinché tutti potessero sentire quanto la vita fosse bella e regalasse agli uomini sensazioni indimenticabili.

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Bene questo era l'ultimo capitolo^^ spero che sia piaciuto a qualcuno, mi sono commossa di me stessa quando ho dovuto scriverlo,  mi dispiaceva fermarla e poi arrivare a scrivere un altro capitolo anche perchè la mia mente è andata in là con la fantasia e si è lasciata trasportare autoconcludendola, ciò nonostante spero che tutti quelli che l'hanno letta apprezzino il finale, magari un pò scontato però... che volete certe volte le cose banali sono quelle più forti. Ringrazio particolarmente tutti quelli che hanno letto la fanfiction e pazientemente hanno seguito questi miei aggiornamenti ogni mese T.T
Ringrazio coloro che hanno recensito e ammetto che ogni recensione mi faceva sentire più felice, per gli scrittori, recensioni negative o positive sono sempre uno stimolo a migliorarsi.
Ringrazio anche chi ha aggiunto la storia tra i preferiti, non lo speravo sinceramente, ma sono contentissima di questo!
Ecco perchè ne elenco i nomi.^^

1 - angel jenny

2 - ila_sabaku 
3 - Saiyo83 
4 - Sasori_Danna 
5 - Sasori_Deidara 
6 - Targul

Grazie mille!!!! Spero di non avervi deluso con il finale. Grazie ancora a tutti e spero ci sarà una prossima volta!
*Si soffia il naso per l'emozione*
(Questa è pazza... ndSaso)(Mah... anche secondo me però... ndDidara)(Però?.. ndMeSaso)(Hai visto che belli i nostri pargoli!!!??? *____* ndDeid)(Eh..... T.T ndSaso)(Dai ammettilo sono carini ndMe)(E va bene, ma solo perchè il mio pupillo si fa valere con le sue idee ndSaso)(Lo stesso vale per me ndDeid)(Secondo me l'unica sana mentale era Yuki. ndMe)(Concordo cara ndMichi)(Micchan!!! *abbraccia salterellando* ndMe)(Ciao tesoro mio^^ hai visto com'è brava nostra figlia? ndMichi)(Sì..... ndSasoDei W__W)(Guarda che diceva a me! ndSaso)(No a me.. ndDei)(Basta!!!!!! Era a tutti e due! ndMe)(Ecco infatti ndMichi)
(Certe volte non li capisco ndMe)(A chi lo dici.. ndMichi)
ALLA PROSSIMA FAN FICTION  se ci sarà....
GRAZIE ANCORA A TUTTI!!!! ^____________^
  
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