***
La
prima campanella segnò la fine di mezza mattinata.
Gray
lasciò il suo banco e gli fu concesso un solo passo prima di
venire aggredito da una Lluvia adorante che gli si attaccò al
braccio.
“Ehi!
Ma insomma, lasciami respirare!”
“Lluvia
ha lasciato tranquillo Gray per tutta la lezione, ora Lluvia vuole un
po' di attenzioni!”
Gray
sbuffò, cercando in qualche modo di staccarsela di dosso
mentre entrambi uscivano dall'aula seguiti da Lisanna, che sembrava
particolarmente in sovrappensiero. Si fermò sulla soglia,
voltandosi a osservare i banchi vuoti di Natsu e Lucy.
“Ma
dove sono finiti quei due?” Pensò,
un po' preoccupata. Prese il cellulare dalla tasca e selezionò
il nome di Levy.
Dopo
un paio di squilli la ragazza rispose, salutando l'amica che per
tutta risposta andò subito al punto.
“Levy,
sai qualcosa di Natsu e Lucy? Non si sono ancora fatti vedere.”
“Che
cosa?!” Urlò, costringendo Lisanna ad allontanare il
telefono dall'orecchio. “Stamattina ho chiesto a Natsu di
andare a controllare perché Lucy non rispondesse e adesso mi
dici che non sono arrivati!?”
“Levy,
calmati, probabilmente Lucy non si sentiva bene e Natsu ha pensato di
restare a tenergli compagnia, non c'è bisogno di preoccuparsi”
tentò di tranquillizzarla. Udì un paio di lunghi
respiri, lenti e controllati.
“Va
bene” disse infine Levy, stavolta con voce un po' piu'
tranquilla. “Però adesso la chiamo subito!”
La
conversazione si chiuse e Lisanna non poté aggiungere altro.
Restò ad osservare il cellulare per qualche secondo, forse
anche lei preoccupata su cosa fosse successo a Lucy e a Natsu, con il
quale doveva assolutamente parlare.
Le
tende della camera si gonfiarono lentamente per poi ridestasi
nuovamente al loro posto, agitandosi di tanto in tanto ad ogni nuova
corrente provenire dalla finestra in frantumi.
Natsu
restava seduto sulla sedia della scrivania, le mani sotto il mento e
l'espressione accigliata e immersa in profondi pensieri. I suoi occhi
osservavano senza particolare interesse il corpo dormiente di Lucy,
coperta fino alle spalle da un sottile lenzuolo.
Erano
passate almeno due ore, anche piu', non ne era sicuro. L'ultima volta
che aveva sbirciato il display del cellulare erano le 09:48, poco
dopo la fine del racconto di Lucy che l'aveva immerso in una serie di
interrogativi e riflessioni. Verità? Coincidenze? O solamente
bizzarri sogni?
L'unica
cosa certa era lo stravolgimento che il mondo si stava divertendo a
mostrare loro, sorprendendoli ma mettendoli anche in pericolo.
Prima
i poteri e poi la strana creatura sconfitta poco prima per salvare
Lucy. Tutto ciò era misterioso, anche eccitante per certi
versi, ma sbagliato.
Quello
non era un videogioco, un anime o qualche film di bassa lega, ma una
realtà che la storia non aveva mai raccontato.
“Natsu,
a cosa pensi?” Chiese Happy, non riuscendo a sorridere.
Il
ragazzo guardò il suo piccolo amico. Chiuse gli occhi e
inspirò profondamente, guardando poi il soffitto e portandosi
le braccia dietro la testa.
“Il
mondo è molto piu' strano di quanto mi aspettassi”
mormorò, smorzando le labbra e ripensando a quello strano cane
nero. Scattò in piedi, concentrandosi sul viso rilassato e
dormiente di Lucy. S'avvicinò, facendo attenzione a non fare
rumore e si sedette sul letto al suo fianco. La tranquillità
di Lucy lo faceva sentire bene, era contento che non avesse visto
quella brutta bestiaccia o ne sarebbe rimasta probabilmente
sconvolta.
Un
ronzio improvviso spostò la sua attenzione sul comodino; era
il cellulare di Lucy. L'afferrò, leggendo il nome di Levy sul
display. Probabilmente si era accorta che non erano ancora giunti a
scuola e voleva avere loro notizie. Aprì lo sportellino e
rispose.
“Pronto?”
“Natsu,
sei tu!?”
Il
ragazzo allontanò l'apparecchio dall'orecchio, leggermente
stordito dalla preoccupazione dell'amica.
“Sì,
sono io, tranquilla va tutto bene.”
“Ma
perchè tu e Lucy non siete a scuola? E lei dov'è?”
Era
abbastanza percettibile la sua ansia, ma la voce dell'amico così
tranquilla la rilassò un po'.
Natsu
lanciò un'occhiata alla finestra e al muro danneggiato senza
nascondere un certo nervosismo. Avrebbe di certo raccontato tutto ma
per telefono non gli sembrava il caso.
“Non
preoccuparti, vi spiegherò tutto al nostro incontro dopo le
lezioni, ora Lucy sta dormendo.”
Dall'altra
parte ci fu un momento di silenzio, rotto poi da un sospiro.
“Non
dirmi di non preoccuparmi! Così è peggio!”
Natsu
sorrise, ricordando i vari avvenimenti della serata precedente e
dell'appuntamento proposto dalla gatta Charle per incominciare
qualche indagine che spiegasse tutta la storia.
“Tranquilla,
resto qui con Lucy e poi vi raggiungiamo” disse rassicurante.
Levy, dall'altra parte, avvertì chiaramente il sorriso di
Natsu e questo la fece desistere dal continuare a preoccuparsi.
Annuì.
“Vi
aspettiamo.” Il trillo di una campanella riecheggiò nel
corridoio e anche Natsu la udì, intuendo che le lezioni
stavano per riprendere. Levy osservò il proprio orologio e
sbuffò per la fine della pausa decisamente troppo breve. “Ora
devo andare, mi raccomando dopo le lezioni per le 15:00, ciao!”
E mise giù.
Natsu
ripose il telefono dove l'aveva trovato. Percepiva una sorta di
tensione nell'aria, unita ad una particolare trepidazione per quel
conto alla rovescia. Sperava di poter scoprire qualcosa, ma piu' di
tutto voleva che fosse qualcosa di entusiasmante.
“Per
quanto ne so, potremmo essere tutti dei guerrieri magici reincarnati
dopo migliaia di anni, chissà!”
La
sua mente viaggiava velocemente e lontano, ignaro di quale fosse la
verità. Probabilmente stava anche dimenticando l'equilibrio
che il mondo è costretto a mantenere; ad una grande forza
positiva, ce ne sarà sempre una contrapposta negativa a
stabilizzare entrambe le parti.
Il
suo cuore ardeva di curiosità, ma sarebbe stato abbastanza
forte per affrontare ciò che gli aspettava?
Alle
14:45, Levy attendeva davanti il cancello della scuola con ancora la
cartella sulla schiena. Le lezioni erano finite alle 14 ma il cortile
era tutt'altro che deserto per via dei club scolastici, soprattutto
sportivi. Poteva perfettamente udire le grida di incitamento
dell'allenatore della squadra di atletica o le schiacciate delle
pallavoliste nel campo dietro la scuola.
“Le
14:50. Certo che potrebbero anche arrivare in anticipo, non mi piace
essere l'unica ad aspettare.”
Poco
prima di uscire dalla scuola, aveva visto Gajeel prendere
tranquillamente la strada di casa. Dopo ieri, credeva ci sarebbe
stato anche lui, ma a quanto pare la cosa non gli interessava.
Bofonchiò qualcosa sulle responsabilità e il senso del
dovere verso le persone e tornò a guardare l'orologio; erano
passati solo due minuti.
“Scusami?”
Un
piccolo grido le scappò dalla bocca e si voltò
velocemente, ritrovandosi di fronte la figura di Wendy che la
guardava spaventata.
“T-ti
ho fatto paura? Mi dispiace!”
“No,
tranquilla, ero solo in sovrappensiero.” Rise.
“Ci
sei solo tu?” Chiese invece Charle, la piccola gattina ai piedi
di Wendy. Era incredibile come fosse abile a mostrare uno sguardo
saccente con le fattezze di un felino, si disse Levy, ritornando
automaticamente alla sera prima, a quando aveva vissuto
l'impossibile.
Una
scarica di adrenalina sembrò attraversarla su tutto il corpo
ma cercò di mantenere salda la sua voce. Era tutto nuovo e non
si era ancora abituata.
“Per
ora sì.”
“Sono
quasi le 15, farebbero bene a muoversi, non mi piacciono i
ritardatari.” Mentalmente, Levy si chiese se Charle si
stesse riferendo a qualcuno in particolare, ma lasciò quasi
subito perdere.
Il
motivo per il quale erano lì non le era ancora molto chiaro,
ma lo stilizzò come una sorta di punto di partenza per capire
cosa fosse successo ai suoi amici. A parte quella ragazza che non
conosceva bene, Lluvia, gli altri avevano un legame che durava ormai
da tempo e il fatto che questi poteri si fossero risvegliati in due
suoi amici non poteva essere una coincidenza. Lluvia era arrivata
solo da un giorno ma per via delle circostanze sembrava come se il
rapporto tra tutti loro si fosse solidificato in un istante,
soprattutto con Gray, il che le sembrò davvero strano dato che
il ragazzo, da quando lo conosceva, non aveva mai dato confidenza a
qualcuno in così poco tempo.
“E
se le piacesse?”
Non
poteva certo immaginare che quei due si fossero avvicinati molto piu'
di quanto pensasse.
“Ragazze!”
La
vista Natsu insieme a Lucy la riportò velocemente alla realtà.
Sembrava stare bene. Notò che con loro c'era anche Happy.
“Insomma
Lucy, si può sapere che ti è successo? Mi sono
preoccupata molto stamattina, sai?!”
“Mi
dispiace tanto, ieri sera non mi sentivo bene, non ho programmato la
sveglia e avevo il telefono silenzioso. Scusa.”
Il
viso rammaricato di Lucy le bastò a desistere e perdonarla,
tuttavia qualcosa non le quadrava, o meglio, qualcuno. Natsu sembrava
un po' troppo serio, cosa strana, soprattutto quando le si avvicinò
e prese un braccio per allontanarla dalle altre.
“N-Natsu,
che c'è?
“Non
voglio che Lucy senta” sussurrò, mentre si accostavano
al muretto vicino e a qualche metro dalle ragazze, che sembravano
distratte dalla loro conversazione.
Una
volta appartati, Levy tentò di capire cosa passasse per la
testa dell'amico, era chiaro che qualcosa lo turbava.
“Ascolta,
Levy” iniziò, guardandola così intensamente da
trasmettere nella piccola ragazza una non definita preoccupazione.
“Sai che non sono molto bravo con le parole, quindi sarò
schietto.”
Qualunque
cosa stesse per dirle, un'intuizione sfiorò la mente di Levy,
e un forte tumultuo le prese vita nel petto. Non era assolutamente
possibile. Deglutì.
“È...
è molto importante?” Tentennò, non riuscendo a
guardarlo in faccia.
“Assolutamente.”
Rispose risoluto.
Levy
non sapeva come comportarsi, temeva di essere finita dentro una stufa
o di esserne stata tramutata. Possibile che non si fosse accorta di
nulla? E da quando Natsu la guardava in modo diverso? Era tutto
troppo improvviso, non poteva rischiare che la loro amicizia si
rovinasse!
“Ascolta,
Natsu, noi siamo amici da tanto ma io... ecco... non ho mai provato
nulla di piu', capisci?”
“Siamo
in pericolo.”
“Abbiamo
sempre avuto un buon rapporto e non voglio che venga rovinato da dei
sentimenti contras... eh?” Si bloccò, smettendo di
respirare.
“Dopo
ieri, spero tu possa credere a quello che piu' tardi dirò a
tutti. Ti ho presa in disparte per dirti solo di non avere piu'
dubbi, perché ho come la sensazione che presto le cose
diventeranno piu' pericolose.”
“Aspetta,
che intendi con piu' pericolose? Cosa stai dicendo?”
Natsu
si allontanò per raggiungere le altre, ma prima di farlo mimò
un “stammi vicino” che lasciò spiazzata Levy.
“Ma
cosa è successo?” Si
chiese, non sapendo che altro pensare se non a quel “stammi
vicino”. Se c'era una cosa che però sapeva bene, era
quanto Natsu non scherzasse su quel genere di cose, e se era vero che
qualcosa stava per succedere, allora dovevano tenersi pronti.
“Ma
cosa potrei fare io...?” Mugugnò, tornando lentamente
dagli altri.
Alle
15:05 anche Lluvia e Gray arrivarono, beccandosi i rimproveri di
Charle. Più che sentirsi in colpa, entrambi non si erano
ancora abituati a sentire parlare dei gatti.
Entrarono
nell'edificio, superarono l'atrio tanto familiare e presero il
corridoio principale che conduceva alla palestra e alla mensa.
“Da
dove cominciamo?” Chiese Lucy, sistemandosi il colletto della
divisa scolastica.
“Non
ne ho idea” Rispose Natsu per lei, guardandosi intorno. A
quanto pare sembravano non avere un piano.
“Conosciamo
questo edificio come le nostre tasche, per quanto ne so potremmo
perdere solo tempo” sentenziò Gray, osservando distratto
le pareti bianche.
“No,
qualcosa deve esserci” insistette Charle. Si voltò verso
gli altri.
“Pensateci
bene. In ogni edificio scolastico c'è sempre un qualche posto
dove gli studenti non possono entrare.”
Ognuno
cominciò a pensare al da farsi, a farsi venire in mente dove
la loro curiosità non li aveva mai ancora spinti in tre anni
di permanenza alle superiori. Solo Lluvia e Wendy sembravano un po'
più a disagio poiché loro erano nuove del posto.
“Non
saprei” disse Levy. “Proviamo a fare un giro, qualcosa ci
verrà in mente.”
Con
il consenso di tutti, il gruppo raggiunse la mensa. Non l'avevano mai
deserta, tranne per Levy che delle volte si fermava lì per
studiare fino al tramonto.
Da
lì, si spostarono per i vari piani, passano di classe in
classe. Passò un'oretta senza alcun risultato e alla fine
giunsero sul tetto, dove si concessero un po' di riposo.
“Che
noia!” Esplose Natsu. “Speravo di trovare qualcosa di più
eccitante da fare e invece abbiamo solo fatto un tour turistico della
scuola!”
“A-a
Lluvia non è dispiaciuto” intervenne timidamente la
ragazza. “Almeno adesso conosco bene la mia scuola.”
Un
piccolo sorriso scappò dalle labbra di Gray, così come
le ragazze che risero leggermente davanti un Natsu imbronciato. Wendy
restava sulle sue con al fianco Charle, concentrata nei suoi
pensieri. A quanto pare sembrava l'unica davvero interessata alla
faccenda.
“E
adesso?” Chiese Happy, ammutolendo tutti. Il silenzio bastò
a rispondere alla sua domanda; nessuno ne aveva idea.
“Ah!”
Urlò Gray, facendo sobbalzare tutti.
“Che
cavolo Gray, mi hai spaventata!” Abbaiò Lucy, che non
venne calcolata nemmeno di striscio.
“Natsu,
ti ricordi quando a metà anno del primo superiore, mi pare
fosse novembre, abbiamo “accidentalmente” fatto volare lo
zaino di Levy dal terzo piano?”
Come
poteva non ricordarlo. Avevano avuto l'ennesima lite e tra gli
oggetti che si stavano lanciando capitò anche lo zaino della
ragazza che prese il volo fuori la finestra.
“Brutti
stronzi...” sussurrò la diretta interessata, guardandoli
in malevolo modo.
“Come
no, ci ha inseguito fino al piano terra finché non siamo
riusciti a seminarla” rise Natsu, senza rendersi conto di stare
rischiando con Levy li vicino, che sembrava voler sputare veleno.
“Maledetti
bastardi...”
“E
ti ricordi dove ci siamo nascosti?”
Natsu
ci pensò un momento. “Abbiamo superato la palestra e
trovato la stanza dove tengono il macchinario che rinfresca la scuola
d'estate”
“Condizionatore.
Questo sconosciuto” sospirò Lucy.
“Ci
siamo infilati là dentro ma era tutto buio, così
abbiamo tenuto la porta appena socchiusa ad aspettare che Levy ci
superasse per darcela a gambe.”
“Già
giusto! Che bei ricordi eh?”
“Ecco
dove eravate finiti!” Si arrabbiò Levy, puntandogli in
dito contro. “Me la pagherete, sappiatelo! Quando meno ve lo
aspetterete!”
“Arriviamo
al punto!” Urlò Charle, con i nervi a fior di pelle.
Un'altra parola e avrebbe compiuto un genocidio.
“Possiamo
darci un'occhiata, anche perché sulla porta c'è scritto
'riservato solo al personale autorizzato'. Ci siamo entrati solo
quella volta e potremmo esserci persi qualcosa.”
La
proposta di Gray valeva la pena essere presa in considerazione, era
sempre meglio di niente, anche se nessuno sperava di trovare qualcosa
di interessante.
Charle
si alzò in piedi e annuì. “Va bene, proviamoci.
Fateci strada.”
Di
comune accordo, cominciarono a scendere il centinaio di scale che li
attendeva.
“Tu
che ne pensi, Lucy?” Chiese Levy. Le due ragazze chiudevano la
fila.
“Del
tour scolastico? Un po' noioso per ora.” Risero entrambe,
tornado con lo sguardo sui scalini.
“Tutto
ciò mi incuriosisce molto, ma ho anche paura” confessò
Lucy, mostrando un sguardo rammaricato. “Potremmo scoprire
qualcosa di molto più grande di noi e non riuscire a gestirlo.
Tutt'ora, non sono certa di fare la cosa giusta, ma una cosa la so
per certo.” Si voltò verso Levy e sorrise. “Voglio
stare insieme ai miei amici, qualunque cosa succeda.”
Nessuna
delle due parlò per il resto delle scale, ma Levy condivideva
ciò che Lucy aveva detto. Anche per lei era così.
“Natsu...
penso che seguirò il tuo consiglio, anche se avresti dovuto
dirlo a Lucy.”
Prese
per il braccio Lucy e insieme si affiancarono a Natsu.
Angolo
Autore:
Salve!
Questa storia era
ferma da un po', e non avete idea di quanto mi dispiace anche perché
ne andavo fiero...
Comunque, dovrebbe
riprendere a partire da questo capitolo, cercherò di darmi una
mossa.
Con grande ritardo
ringrazio: Kyros, bekkuzza_chan e LadyAstral.
Alla prossima (si
spera)
Ciao!
Matt
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