Dodici anni e sembra ieri
“Fammi entrare” pretese con disperata furia.
“Non senza parola d’ordine” ribatté la Signora Grassa con fermezza.
“Ho detto fammi entrare!”
sbraitò l’uomo, scuotendo con rabbia la cornice del ritratto e
ignorando le grida spaventate della donna.
Un secondo dopo la lama affilata di un coltello saettò nell’aria e
brandelli di tela squarciata si riversarono a terra, mente la Signora
Grassa fuggiva terrorizzata.
L’uomo attraversò il buco del ritratto e sbucò in un’ampia stanza,
completamente deserta. Confortevoli poltrone e divanetti rossi erano
disposti attorno al caminetto, dove ardeva un fuoco scoppiettante,
riscaldando l’aria.
L’intruso si avvicinò al divano davanti al camino e passò una mano
sulla stoffa color rubino, mentre la rabbia di poco prima sfumava per
cedere il passo a una dolorosa malinconia. L’uomo cadde in ginocchio,
gli occhi lucidi e le mani contratte affondate nel cuscino.
Fu difficile ignorare la morsa di dolore che gli dilaniava il petto, ma
Sirius si costrinse ad alzarsi, accantonando l’insano desiderio di
rimanere avvinghiato per sempre a quel cuscino dove tante, troppe volte
James si era seduto.
Si diresse verso le scale che portavano ai dormitori maschili e salì
fino a quando non si ritrovò davanti alla loro stanza.
Esitò per un istante prima di trovare il coraggio di allungare la mano
e girare la maniglia.
Come la Sala Comune, anche il dormitorio era rimasto pressoché
identico, fatta eccezione per il numero di letti, uno in più. Come
Sirius aveva tappezzato la sua porzione di parete di poster di
motociclette babbane, qualcuno aveva attaccato le foto immobili della
sua squadra di calcio del cuore.
Non era per guardare i muri, però, che Sirius era lì.
Si inginocchiò a terra e posò la mano all’incrocio delle quattro
mattonelle che da anni nascondevano il loro segreto. Giuro solennemente di non avere buone
intenzioni, pensò. Un istante dopo, le mattonelle erano
scomparse.
Impresse nel cemento c’erano quattro impronte, tutte diverse tra loro.
Lentamente, Sirius spostò la mano sopra quella del cervo.
Dodici anni da quando te ne sei andato e mi manchi come il primo
giorno, Ramoso.
Finalmente, Felpato lasciò scorrere le lacrime, e per un folle istante
pensò che presto sarebbe arrivato Lunastorta a piangere con lui.
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Una piccola flash per
raccontare cosa spinse il temuto criminale Sirius Black ad addentrarsi
a Hogwarts la notte di Halloween… A parte gli squarci del ritratto
della Signora Grassa, non viene segnalato nessun altro danno, quindi ho
pensato che non ce ne fossero affatto ;) Poi magari era banalmente
andato a cercare Crosta e non aveva idea che fosse Halloween, ma tant’è
^^
Il dormitorio descritto è
quello di Harry (con i poster di Dean): mi piaceva immaginare che fosse
lo stesso ☺
Remus è o finta o fatta
altrove e poi ‘impiantata’ ^^
È anche voluto il passaggio
da un narratore esterno al pov di Sirius.
Grazie per essere passati di
qui <3
Isidar
Ps il titolo è proprio
‘meh’, lo so -.- Pps: solo io trovo strano che ad Halloween i maghi non abbiano mai celebrato l’anniversario della (presunta) fine di Voldemort?
Si
accettano consigli!
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