Ciao,
oggi voglio
subito condividere con voi la mia gioia: The Walking Dead è
tornato!!!!!!!!!!!!!!! Non ci posso fare niente, adoro questa serie e
la prima puntata mi è piaciuta un casino, tra l'altro.
E dopo aver esternato il mio essere fangirl, torno seria (o almeno ci
provo! XD) e vi auguro buona lettura, sperando che
troviate interessante il capitolo.
Baci
Serena
PS - All'inizio troverete un gergo piuttosto pesante, ne sono
consapevole, ma il personaggio lo richiedeva.
CAPITOLO 5
- Ehi, Daryl, sai una cosa?
Non ho mai creduto che fossi veramente frocio,
pensavo più che fossi il tipo da seghe... sai, di quelli che
vivrebbero bene anche sperduti in qualche bosco senza avere a
disposizione una fica calda in cui ficcarci l'uccello.
La voce di John era stata bassa, ma non abbastanza perchè
Daryl
non sentisse. Comunque, aveva preferito ignorare quel commento,
sperando così di scoraggiarlo dal proseguire.
- E invece, mi sa che sei stato il più furbo, tra tutti noi.
Aspettavi solo che ti capitasse tra le mani il bocconcino migliore. E
quella ragazzina, da l'idea di avere una fichetta poco usata... proprio
umida e stretta come nessun pugno potrebbe mai essere!
John, stavolta, era anche scoppiato in una grassa risata, troppo alta e
pericolosa per essere ignorata, dal momento che non voleva di certo
finire ammazzato per colpa sua, attirando l'attenzione dei vaganti che
stavano tenendo sotto tiro.
- Vedi di piantarla, okay?
- Ehi, stavo solo commentando, non ti incazzare. Per quanto mi piaccia
scopare, non ci tengo a fare la stessa fine di Scott.
L'uomo appostato accanto a lui non aveva capito il senso del messaggio,
continuando a blaterare di lui e della ragazzina, tanto che ad un certo
punto lo aveva afferrato per il giubbotto, minacciandolo esplicitamente.
- Merda,
vuoi chiudere quella cazzo di bocca! Non ho intenzione di diventare il
pasto di quegli stronzi per colpa tua, okay?
Aveva fatto cenno verso i vaganti, che nel frattempo erano aumentati di
numero, arrivando ad una decina. Stavano girando in tondo nel cortile,
ancora attirati dal loro stesso rumoreggiare, ma sel quel coglione non
avesse smesso di parlare, correvano il rischio di mandare tutto a
puttane.
- Cristo Santo, nemmeno lo scopare ti ha messo di buon umore, amico.
Il dito medio di John lo aveva lasciato del tutto indifferente, come
anche l'occhiata stizzita che lo aveva accompagnato.
Imbecille... ci
creperai, scopando.
Ci avrebbe pure scommesso, sul fatto che avrebbe fatto una
fine
del genere, perchè ormai quel tizio aveva iniziato troppo a
ragionare con il suo pisello, piuttosto che con il cervello. Proprio
per quel motivo, Daryl l'aveva scelto come compagno in quella missione,
per essere certo che non rimanesse lui di guardia al
campeggio.
Non iniziare a pensarci!
Ma era stato già troppo tardi per dirselo,
perchè il viso
della ragazzina gli era balzato davanti agli occhi,
riportandolo così a qualche ora prima.
-
Fammi venire con te, ti ho dimostrato di sapermela cavare.
Gli occhi chiari avevano
espresso una certa
determinazione, ma non abbastanza da nascondere la paura che c'era
stata in
realtà dietro a quella richiesta.
- No.
- Non ti sarò
d'intralcio, con il mio gruppo abbiamo affrontato ogni tipo di
situazione e...
A quel punto aveva
smesso di radunare ciò che gli sarebbe servito, guardandola
dritta in faccia.
- Ragazzina, la risposta
è no. Resterai qui, e se non sarai tu
stessa a metterti nei casini, non ti succederà niente, okay?
Lei era stata in piedi,
dall'altra parte del piccolo tavolo,
perciò aveva colto bene il lampo di rabbia che le aveva
attraversato lo sguardo, prima che abbassasse la testa, incrociando le
braccia.
Lui aveva ripreso a
controllare che quelle funi trovate nella rimessa
non presentassero punti deboli, facendosele scorrere tra le mani.
- Non lo puoi sapere con
certezza.
A quanto pareva, aveva
deciso di tirare fuori la verità come ultima
possibilità per convincerlo.
- No, è vero,
non sono un fottuto indovino. Però credo
che la morte di Scott abbia chiarito il concetto a chiunque
rimarrà qui di guardia.
E ne era davvero
convinto, soprattutto perchè aveva fatto in
modo che a rimanere fossero Luke e Bob, gli unici
che ci avrebbero
pensato due volte prima di mettersi nei casini con lui.
- Ma tu non l'hai ucciso
per me.
Ah
no, ragazzina? Forse dovrei
proprio farti un disegnino del culo che sto cercando di salvare, forse
così non avresti più dubbi che sia il tuo.
Aveva dato
uno strattone più forte alla fune, sfogando quel pensiero
che lo pungeva al pari di una spina nel fianco.
Ecco
che cosa sei, una dannata spina nel fianco.
- Ma gli
altri credono che sia andata così, quindi tanto basta.
Per sua fortuna lei
pareva essersi convinta, perchè aveva fatto
qualche passo indietro, sedendosi sul letto. Solo che non aveva smesso
di fissarlo, e lo sapeva perchè ormai aveva imparato a
riconoscere la sensazione di avere quegli occhi addosso.
Mi
fanno sentire... una vera merda. E non solo quello...
Sì,
maledizione, lei gli mandava il cervello in pappa e le
emozioni a 'fanculo, proprio come se fosse stato sottoposto ad un qualche tipo
di esame da dover superare.
Se
non esco in fretta da qui, finisce che me la porto dietro come vorrebbe
lei.
Ed era quasi scappato sul serio, cacciando velocemente tutto dentro lo
zaino e recuperando per ultima la balestra, appesa al solito gancio
vicino alla porta.
- Ehi, che cazzo stai aspettando? Non hai sentito il segnale?
Merda! Si era talmente distratto da perdersi evidentemente il segnale
stabilito con suo fratello, quello che avrebbe dato il via libera per
aprire le danze.
- Sì, andiamo.
Nello stesso momento aveva scoccato la prima freccia, infilzando il
vagante più vicino al cancello. La seconda aveva fatto
ancora
centro, mentre entrambi si erano avvicinati, riunendosi con Merle e
Jay, che con le loro armi silenziate avevano fatto fuori il resto dei
vaganti.
Vicini alla porta d'ingresso, ognuno aveva ricaricato la propria arma,
pronti a fare irruzione.
Nei giorni scorsi, a turno, avevano tenuto d'occhio quel magazzino,
arrivando a credere che al suo interno non ci fosse stato nessuno, al
massimo solo vaganti.
Come obiettivo si era rivelato interessante, trattandosi di una ditta
di trasporti. Si potevano trovare cose utili, la gente spediva
veramente di tutto in giro per il paese.
- Daryl e Jay, voi ci coprite le spalle, io e John entriamo per primi.
Merle, come sempre, aveva stabilito compiti e ruoli, anche se in
privato non aveva mancato di discuterne prima con lui. Questo gli aveva
fatto capire che, nonostante ultimamente i loro dissapori si fossero
accentuati, suo fratello contava ancora su di lui al cento per cento.
Tutti avevano annuito in risposta, preparandosi ad affrontare qualsiasi
cosa avessero trovato all'interno, vivi o vaganti che fossero stati.
Meglio solo vaganti.
Daryl si era concesso quell'ultimo pensiero,
dopodichè aveva armato la balestra e svuotato la mente.
§§§§§§§§§§§§§§§
Per distrarsi, Beth aveva
provato a leggere il libro che era stato
abbandonato in fondo all'armadio, ma trattandosi di un manuale su come
curare piante e fiori, il pensiero era rimasto fisso sull'unica cosa
importante: il rischio concreto che Daryl potesse
morire.
Dio, se lui muore, io
sono spacciata.
Quella era stata la verità nuda e cruda, senza
tanti se o
ma. L'equazione era semplice: Daryl moriva e lei tornava ad
essere una preda per gli altri. Quando glielo aveva fatto
presente, lui si era limitato a dirle che non aveva nessuna intenzione
di farsi ammazzare, ma era ovvio che quella frase non aveva avuto il
potere di
garantirle che sarebbe andata così.
Certo, lui aveva dimostrato in più di un'occasione di essere
determinato e abile, ma lei aveva visto come a volte non fosse bastato
nemmeno quello per sopravvivere.
Anche Rick e gli altri
erano in gamba, ma non è stato sufficiente.
Ecco, quella
non era
una buona direzione da prendere, aggiungere altra angoscia non era la
cosa più intelligente da fare. Allora, contravvenendo alla
richiesta di Daryl, era uscita dalla
casetta, sedendosi in veranda per sentirsi meno prigioniera di quanto
non lo fosse in quel momento.
"Luke e Bob rimarranno
di guardia, perciò non farti venire l'idea di scappare,
okay?".
E poi aveva aggiunto che sarebbe stata comunque una
cazzata andarsene, anche se ci fosse riuscita, perchè
sarebbe
stata di nuovo sola ad affrontare un mondo che non era posto per una
ragazzina come lei.
Glielo aveva detto più di una volta anche Maggie, che
diversamente da lei, aveva subito saputo affrontare quell'apocalisse
prendendo saldamente in mano le redini
della fattoria e mandandola avanti come se intorno a loro nulla fosse
cambiato.
E tu, invece, cosa hai
fatto in tutto questo tempo?
Doveva smetterla, altrimenti i ricordi l'avrebbero
schiacciata
più della realtà che stava vivendo e di cui si
doveva
preoccupare. Ci voleva un'idea, una sorta di piano che avrebbe messo
in atto se Daryl non fosse tornato.
Ti rendi conto, vero,
che stai contando su di lui, alla fine?
Era vero, non poteva negarlo. Non sapeva bene come fosse
successo, ma dopo quell'episodio in cui aveva deciso di non colpirlo,
nei due giorni successivi si era stabilita come una sorta di tregua tra
di loro, dove entrambi se ne erano stati perlopiù in
silenzio,
ognuno ad inseguire i propri pensieri.
Erano stati due giorni in cui lui l'aveva tenuta sempre lontana dagli
altri, uscendo fuori per andare al capanno o per andare a sorvegliare
proprio quel magazzino che adesso erano andati a saccheggiare.
Glielo aveva dovuto strappare fuori dai denti, ovviamente, il motivo
per cui
erano stati appostati almeno mezza giornata ad osservare
quell'edificio, e
quando lo aveva saputo, si era subito immaginata quello che avrebbero
fatto dopo.
"E se ci trovate dentro
qualcuno?"
"Penso sia vuoto. Nessuno di noi ha visto del movimento, a parte i
vaganti nel cortile".
"Okay, ma
se invece c'è qualcuno?"
Ripensare all'occhiata cupa che le aveva lanciato, le
aveva procurato
un brivido lungo la schiena, facendola pregare di nuovo
perchè
quel posto fosse stato davvero vuoto.
"Brava, figlia mia, non
hai smesso di preoccuparti anche per gli altri."
Stavolta la voce di suo padre le era parsa così
reale,
da guardarsi intorno per cercarlo, proprio come se fosse
potuto
apparire dal nulla. Ovviamente non c'era stato altro che silenzio e
freddo, intorno a lei.
"Preoccupati
più di te stessa, pensa a cosa farai se lui non torna".
Michonne le aveva suggerito ciò che anche lei
sapeva
essere importante, ma che non voleva ancora affrontare. Quel
susseguirsi di voci nella sua testa, era l'unico modo che aveva per non
sentirsi del tutto sola, e nonostante sapesse che era sbagliato
rimanere aggrappata alla speranza di poterle risentire veramente, non
riusciva a farne a meno.
Così, nei ricordi, ci si era persa un'altra volta, tanto che
inizialmente non si era accorta del rumore lontano che aveva iniziato a
spezzare il silenzio. Solo quando si era fatto inequivocabile, le era
venuto istintivo balzare in piedi e spingersi quasi di corsa verso
l'ingresso, rimanendo nascosta dietro l'ultima casetta del vialetto.
Era passato forse un minuto, quando il cancello si era aperto,
lasciando entrare un grosso pick up grigio, che era andato a
parcheggiarsi accanto a quella che era stata la reception.
Le quattro porte si erano aperte quasi contemporaneamente, e se
inizialmente il suo
sguardo aveva cercato la figura di Daryl, era stato poi di sfuggita che
ne aveva registrato la presenza, perchè tutta la sua
attenzione
era finita su Merle e sul cappello che aveva sfoggiato.
Carl!
Era stato come un lampo accecante quello che le era
esploso in
testa, scatenando una vera e propria tempesta dentro di lei. Niente le
era sembrato più importante di quel cappello, nemmeno il
fatto
che Daryl fosse tornato come si era augurata sino a qualche secondo
prima.
E' il cappello di Carl!
Quello stava gridando il suo cuore impazzito, ignorando la
ragione che stava cercando di dirle che non poteva saperlo con
certezza, che poteva essere un altro uguale.
No, è il suo
cappello!
Non solo il cuore, ma tutto il suo essere lo aveva
gridato,
spingendola a fare ciò che non pensava di avere il coraggio
di fare:
scagliarsi contro Merle, spinta dell'odio feroce che stava provando per
lui.
§§§§§§§§§§§§§§§
Il sesto senso di Daryl, lo
stesso che gli aveva suggerito di non
entrare in quella casa fatiscente e che lui aveva erroneamente
ignorato, si era fatto vivo nel momento stesso
in cui aveva visto schizzare fuori la ragazzina da dietro una casetta,
mettendolo in allerta.
- Bastardo!
Quell'insulto, gridato con così tanto odio, aveva
avuto il
potere di bloccarli sul posto, tutti gli sguardi puntati su di lei.
Solo quando era stata a qualche metro da loro, però, aveva
intuito che
non fosse stata diretta verso di lui, ma verso suo fratello. Era stato,
perciò,
in una frazione di secondo che aveva dovuto decidere cosa fare:
lasciarla fare o intervenire?
Era stata talmente tanta la foga con cui stava correndo verso Merle,
che se lui per caso avesse alzato l'uncino, ci si sarebbe
infilzata sopra da sola.
Che cavolo stai facendo, ragazzina? Ti vuoi ammazzare?
Era scattato sulla scia di quella domanda, andando ad
intercetterla un attimo primo che apparisse inequivocabile a tutti chi
fosse stato il suo vero obiettivo.
- Ciao, ragazzina, sono contento anch'io di rivederti!
Sfoderando una buona dose di ironia a beneficio degli altri, aveva
pensato di stoppare la sua corsa afferrandola per le spalle, ma
praticamente gli era finita addosso, ritrovandosi invece a
stringersela contro.
- Lasciami! Io lo uccido, brutto bastardo.
La furia che ci aveva messo nel liberarsi, lo aveva costretto a
raddoppiare la forza con cui la stava tenendo, dando il via ad una
lotta che aveva suscitato l'entusiasmo degli altri.
- Scommettete una birra che riesce a stenderlo?
- Ehi, Daryl, io scommetto su di te!
- Ve l'avevo detto che la gattina era munita di artigli! Scommetto
anch'io che lo stende!
Le voci si erano sovrapposte, mentre lui era riuscito finalmente a
ridurla all'impotenza, imprigionandole i polsi dietro alla schiena.
- Ti ammazzo, figlio di puttana!
Il fatto che fosse stata più piccola di lui, lo aveva
aiutato
nell'impedire che gli altri vedessero come il suo sguardo omicida non
fosse rivolto a lui, ma cercasse di andare oltre la sua spalla, per
raggiungere
suo fratello.
Che cazzo ti prende,
ragazzina?
La sua mente stava cercando di stare dietro a troppe cose
contemporaneamente: capire cosa avesse scatenato quella furia verso
Merle, come portarla via di lì e come non spezzarle i polsi,
dal
momento che continuava a lottare per liberarsi.
- Mi sa che non lo ammazza...
- Già! Ehi, bambolina, avevo pure scommesso su di te! Dovevi
metterci più grinta!
Daryl immaginava la scena alle sue spalle: Merle e gli altri appoggiati
al pick-up, intenti a godersi lo spettacolo, senza capire cosa stesse
succedendo veramente.
- Bè, mi spiace, ma lo spettacolo è finito,
ragazzi.
L'aveva lasciata andare, ma solo per poterla afferrare per le ginocchia
e caricarsela in spalla, proprio come se fosse stata un sacco di patate.
Non aveva avuto altra scelta,
perchè non c'erano stati dubbi che fosse stata nel pieno di
un
qualche
delirio che aveva come scopo quello di aggredire suo fratello, e la
cosa sarebbe diventata chiara a tutti nel giro di qualche minuto se
l'avesse lasciata parlare ancora.
- Andiamo a risolvere i nostri casini in privato.
Fischi e risate si erano sprecati a quella sua battuta, insieme ad
altri consigli su come avrebbe dovuto metterla a tacere secondo loro,
mentre lei aveva ripreso ad inveire, questa volta contro di lui.
- Lasciami andare! Ammazzerò anche te, brutto stronzo!
Non era stato facile mantenere la presa su di lei, nè
trasportarla in quella maniera, perchè sembrava che le sue
forze
si fossero centuplicate, tanto che nonostante avesse avuto la
corporatura di uno scricciolo, lo stava mettendo in
difficoltà.
- Piantala, ragazzina! Stai complicando le cose...
Lei aveva continuato a colpirlo sulla schiena, mettendoci tutta la
forza che aveva e continuando a ricoprirlo di insulti e minacce di
morte. Gli era sembrato infinito il tragitto sino alla casetta e quando
ci era arrivato, aveva quasi sfondato la porta con un calcio per
aprirla.
- Cristo, devi essere andata completamente fuori di testa!
Aveva pensato di potersi liberare di lei scaraventandola sul letto
senza nessun riguardo, ma lei gli era saltata alla gola praticamente
subito, con l'evidente intenzione di aggredirlo.
- Lo avete ucciso, maledetti, e io ucciderò voi!
Si era dovuto nuovamente difendere, perchè la ragazzina si
era trasformata in una specie di forza indomabile.
- Ma che cazzo stai dicendo? E piantala di colpirmi.
Era stato stufo di subire, e l'aveva spinta piuttosto rudemente
all'indietro, facendola cadere di nuovo sul letto. E non gli era
sembrato vero di vederla schizzare su di nuovo, gli occhi spiritati, le
guance rosso fuoco e quei piccoli pugni alzati, pronti a colpirlo
ancora.
- Siete tutti degli assassini!
Il diretto, perchè di quello si era trattato, che doveva
finire
sulla sua faccia, era finito invece nel suo pugno. Non era stato
difficile fermarlo... difficile era stato torcerle il braccio dietro la
schiena, per mettere fine a quello scontro.
- Ti devo spezzare un braccio, ragazzina, o la finisci di comportarti
come una fuori di testa?
- Non mi importa, tanto riuscirò ad ammazzarvi lo stesso!
Se fosse stato un uomo, a quel punto avrebbe già gridato di
dolore, ma lui non aveva mai picchiato una donna, e per quanto fosse
stato incazzato, non avrebbe iniziato proprio con lei.
Si era limitato quindi a spingere un pò più su il
polso
che teneva imprigionato, accentuando l'angolazione del braccio e
strappandole finalmente una smorfia di dolore che l'aveva indotta ad
immobilizzarsi.
- Okay, adesso che ho la tua piena attenzione, ecco cosa faremo...
Non aveva mollato la presa, perchè era convinto che solo a
parole non l'avrebbe ascoltato, riprendendo invece ad aggredirlo.
- Io ti lascio andare... e tu, ti siedi buona, buona lì sul
letto. Okay?
Aveva dovuto sollevare la testa per guardarlo negli occhi, mostrandogli
un dolore che non era stato solo fisico.
- Ragazzina, sul serio, io ti lascio andare, ma tu non ricominciare,
okay?
Non era convinto che lei lo avesse ascoltato, perchè
improvvisamente sembrava essersi persa in un mondo tutto suo, di certo
molto lontano da lì. Allora aveva provato a liberarla,
allontanandosi di qualche passo, ma rimanendo pronto a parare altri
eventuali colpi. Solo che non ce n'era stato bisogno,
perchè era rimasta immobile, le braccia abbandonate
lungo i
fianchi e la testa
bassa.
Ma che cazzo sta
succedendo?
Se lo era domandato di nuovo, iniziando a temere che fosse
successo qualcosa nel tempo che loro erano stati via.
Perchè allora
ce l'ha con Merle? Non era qui.
Non ci stava capendo davvero un cazzo, ed era una cosa che
lo stava mandando fuori di testa pure a lui.
- Ragazzina...
- Lo avete ucciso, vero?
Lei aveva sollevato di colpo la testa, guardandolo con quegli occhi che
adesso si erano riempiti di lacrime.
Ucciso? Ma chi?
- Non abbiamo ucciso nessuno.
Non oggi, almeno.
- Non mentire! Sei un bastardo!
La voce le si era arrochita, tanto aveva gridato prima, ma non aveva
perso di efficacia nell'esternare quell'odio che l'aveva animata sin da
quel primo insulto rivolto a Merle.
- Senti, io non so che ti è preso, però...
- Carl! Così si chiamava il ragazzo che avete ucciso!
Si era lasciata andare sul letto, il viso tra le mani e il corpo scosso
dai singhiozzi.
- Era solo un ragazzino...
Anche tu sei solo una
ragazzina...
Ciò che aveva provato in quel momento,
difficilmente lo
avrebbe saputo spiegare. Era stato un insieme di rabbia, impotenza,
disagio e... tenerezza?
Poteva essere quella, la cosa che improvvisamente gli aveva stretto la
gola?
Cristo, sto andando
fuori di testa veramente!
- Non ci sto capendo un cazzo, sai?
Sul serio, in quel momento non si sentiva più capace di
formulare un pensiero che avesse senso. Sapeva che se ne era andato con
lei che sembrava normale ed era tornato trovandola in quello stato.
- E credo nemmeno tu sia tanto a posto in questo momento.
Ma lo sguardo che lo aveva trafitto - perchè lei
è una spina nel fianco, vero Daryl? - non
aveva mostrato segni di incertezza nel ritenerlo colpevole di mentirle.
- E' inutile che menti. Ho la prova certa che avete ucciso Carl.
Carl? Magari era stato
il suo ragazzo... magari stava delirando su di lui...
- Tuo fratello indossava il suo... il suo...
Ma non era riuscita a terminare la frase, scoppiando in nuovi
singhiozzi.
Cappello!
Quello che suo fratello aveva trovato nell'ufficio,
insieme a
delle bende macchiate di sangue. Erano stati indizi che li avevano resi
certi che qualcuno fosse stato lì abbastanza di recente.
Ecco cosa aveva mandato fuori di testa la ragazzina! Credeva che Merle
avesse ucciso il proprietario di quel cappello!
- Ragazzina, non c'era nessuno in quel fottutissimo magazzino.
Forse, se lei non fosse stata così disperata, lui avrebbe
ragionato più lucidamente sul fatto di rivelarle o meno come
erano andate le cose realmente. Soprattutto, perchè se
davvero
quello fosse stato il cappello di quel Carl che lei conosceva, avrebbe
potuto voler
dire che anche qualcun'altro del suo gruppo era sopravvissuto e che
magari la stavano cercando.
- Non è vero, stai mentendo!
Negli occhi le aveva visto la speranza di essere smentita, di sentirgli
dire ancora che avevano trovato solo quel maledetto cappello.
- Chi è Carl?
Dopotutto, stava riacquistando velocemente la lucidità
necessaria a capire che sarebbero potuti arrivare guai seri e che
doveva
saperne di più, perciò.
- Chiedilo a tuo fratello! Sono sicura che lui lo sappia bene!
Un pò della furia provata era tornata ad animare lo sguardo
della ragazzina.
- Faceva parte del tuo gruppo?
Lui era andato avanti imperterrito per la sua strada, perchè
adesso era davvero troppo importante averne la certezza.
- Sì.
Quella risposta era stata sufficiente per fargli capire cosa avrebbe
dovuto fare.
- Ragazzina, non azzardarti ad uscire da qui finchè non
torno, capito?
Ma poi, era stata talmente tanta l'urgenza di mettere in pratica quello
che aveva pensato, da non rimanere ad aspettare una sua risposta. Aveva
fatto prima ad uscire, questa volta chiudendola dentro per essere
certo di non dover sprecare tempo ad andare in giro a cercarla.
§§§§§§§§§§§§§§§
Dio, hanno ucciso Carl!
Le immagini la stavano bombardando senza sosta: Carl che
le
sorrideva mentre cullava Judith, Carl che le chiedeva di fare una
partita a carte, Carl che le rivelava di aver avuto una cotta per la
sua compagna Rebecca, Carl che piangeva disperato per la morte di sua
madre, Carl che cercava consolazione nelle braccia di suo padre... Carl
che era stato ancora vivo, prima che quegli animali piombassero su di
lui.
Beth avrebbe voluto provare di nuovo quella rabbia accecante che
l'aveva spinta ad aggredire Merle, e poi che l'aveva fatta lottare
anche contro Daryl, piuttosto che essere dilaniata da quel dolore
devastante.
"Dovevi andare con loro,
potevi salvarlo."
Rick, la sua voce... le avevano strappato nuove lacrime inarrestabili.
E' colpa mia!
Non riusciva a smettere di pensarlo, che avrebbe dovuto
essere
lì a salvarlo, oppure a morire anche lei nel tentativo di
farlo.
Li ucciderò
tutti, Rick, te lo giuro!
Sentiva un nucleo duro formarsi dentro di lei, alimentato
dal
dolore, ma anche da quella rabbia che continuava a bruciare come fuoco
sotto le ceneri.
Il riaprirsi quasi immediato della porta, l'aveva presa in contropiede,
perchè aveva creduto che non avrebbe dovuto rivedere
così
presto l'uomo che era tornata a temere, ma anche ad odiare con
più forza.
E' un assassino anche
lui!
Ed aveva provato un nuovo livello di dolore, nello
scorgere cosa aveva avuto tra le mani Daryl.
- Ragazzina, devi dirmi se è proprio il suo.
Le aveva lanciato il cappello e lei lo aveva afferrato al volo,
stringendolo tra le mani come se avesse potuto stringere anche Carl
nello stesso momento.
Dio, ti prego, ti prego,
ho bisogno di un miracolo...
Aveva visto le lacrime colpire il tessuto consunto, mentre
aveva
trovato il coraggio di girarlo e cercare la conferma definitiva che
fosse stato proprio quello di Carl.
Non era riuscita ad avere le mani ferme, mentre sollevava la striscia
di tessuto che girava intorno a tutta la circonferenza interna
della calotta.
"Ricorda, Luke: la forza
sarà sempre con te".
Probabilmente era stato lo shock, ma Beth si era ritrovata
a
sorridere tra le lacrime, ripensando al momento in cui Carl le aveva
confessato che uno dei suoi idoli era stato il cavaliere Jedi di Guerre
Stellari, e che per quel motivo aveva scritto quella frase sul suo
cappello, perchè un pò della sua forza scorresse
anche dentro
di lui. Lo aveva scritto qualche settimana dopo la morte di sua madre
ed era
stato uno dei pochi momenti di debolezza che le aveva mostrato.
- Era solo un ragazzino... come avete potuto...
La cruda realtà aveva spazzato via quel ricordo,
perchè
ora aveva la certezza che non ci fosse stata più speranza
per
lui.
- Cristo, allora, è il suo veramente!
La rabbia era tornata ad esplodere dentro di lei, soprattutto
perchè aveva incrociato lo sguardo di due occhi azzurri che
l'avevano fissata senza alcuna espressione, freddi e vuoti proprio come
lo era l'uomo che non mostrava nessun rimorso per quello che
aveva fatto suo fratello.
- Avrei dovuto ucciderti, brutto bastardo!
Istintivamente aveva spostato lo sguardo sul cassetto dove aveva
riposto il suo coltello, desiderosa di averlo avuto ora, tra le mani.
- Se lo fai adesso, ragazzina, ti ficcherai solo in un casino
più grande.
Aveva riportato lo sguardo su di lui, odiandolo con ogni fibra del suo
essere.
- E poi, lo faresti per il motivo sbagliato, perchè il tuo
amichetto, per quanto ne so, è ancora vivo.
Quel suo continuare a mentirle, mentre stringeva tra le mani la prova
certa del contrario, era stata la goccia che aveva fatto traboccare il
vaso.
- Smettila di mentire!
Gli si era scagliata contro, decisa ad infliggergli lo stesso dolore
che stava provando lei, o almeno a provarci, perchè la sua
forza
si era già scontrata con una più grande.
Non sapeva nemmeno come fosse successo, ma era stata lei a ritrovarsi
china sul tavolo, una guancia premuta contro la fredda superficie, con
Daryl che era tornato a torcerle un braccio dietro la schiena.
-
Ascoltami bene,
ragazzina, sto cercando di rimanere calmo, ma se continui
così
non so per quanto ci riuscirò ancora.
La voce roca si era fatta strada tra il rombare del suo stesso sangue,
affluito al viso per il misto di rabbia e frustrazione che aveva
provato nel
sentirsi di nuovo impotente tra le sue mani.
Combatti, Beth!
Una
parte di lei era pronta a non arrendersi nemmeno davanti all'evidenza
del fatto che Daryl era più forte fisicamente, spronandola
quindi a reagire comunque.
-
Perciò te
lo ripeto una volta soltanto: in quel cazzo di magazzino non c'era
nessuno, solo quel fottuto cappello abbandonato.
Lei
aveva provato
a liberarsi, ignorando il dolore al braccio, ma non era servito a
niente, se non a far sì che lui le piantasse anche l'altra
mano
sulla schiena, per tenerla ancora più ferma.
-
Non ti sto mentendo, come cazzo te lo devo dire!
Glielo
aveva
ringhiato in un orecchio, rendendola cosciente all'improvviso di averlo
avuto praticamente spalmato addosso in quella posizione che la rendeva
più vulnerabile che mai.
-
Cristo, sono stufo marcio di questa cazzo di situazione con te!
Lei
non si era
più mossa, però, proprio perchè aveva
preso piena
consapevolezza di averlo provocato forse una volta di troppo e che ne
avrebbe presto pagato le conseguenze.
-
Cosa credi, che
se avessi voluto veramente scoparti, non lo avrei già fatto?
Cosa me lo avrebbe impedito? Potrei farlo anche adesso, cazzo, non lo
vedi!
Dio, ti prego, non farglielo
fare...
Quella
preghiera era fiorita spontaneamente dentro di lei, mentre il cuore
aveva preso a batterle ancora più furiosamente di quanto
già non stesse facendo.
-
Quindi, per lo
stesso motivo, cosa mi impedirebbe di dirti la verità se
Merle
avesse ammazzato quel tuo fottutissimo amichetto? Per quale cazzo di
motivo ti starei mentendo?
Le
era scappato un
singhiozzo, perchè Carl era stato molto più di un
amichetto, era stato come avere di nuovo un fratello.
-
Cristo, ho bisogno che ragioni, ragazzina, perchè mi servono
informazioni.
Informazioni?
Quella parola in
particolare aveva fatto suonare un campanello d'allarme nella sua testa.
-
Perchè?
-
Perchè cosa?
-
Perchè... le informazioni...
La
stretta di Daryl si era leggermente allentata, mentre le aveva fornito
una risposta che mai si sarebbe aspettata.
-
Perchè se c'è la possibilità che
qualcuno del tuo gruppo sia ancora vivo, noi due li andremo a
cercare, e quando li avremo trovati, io potrò finalmente
liberarmi di te!
*Spazietto Autrice - Che sa di aver sganciato una bella bomba!*
Se ho scritto questo capitolo in maniera almeno un
pò
decente, ora dovreste avere in testa almeno due o tre domande di questo
genere:
- Daryl avrà detto a Merle di chi è il cappello
che ha
trovato, quando è andato a recuperarlo per portarlo a
Beth?
- Di conseguenza, starà dicendo la verità a Beth?
- Beth riuscirà mai a credere veramente che Daryl la voglia
aiutare? Bè, diciamo che è messa a dura prova!
Non appena
si apre uno spiraglio di fiducia, ecco che capita qualcosa che la
riporta indietro al punto di partenza!
- Carl era da solo? E' davvero ancora vivo?
- Potrebbe essere che altri del gruppo stiano cercando Beth? O
è una coincidenza che le loro strade si siano incrociate?
- Se Beth parlerà del suo gruppo, Daryl capirà di
chi si tratta nel caso di alcune persone?
E invece scherzando un pò, ecco due domande fondamentali:
- Daryl è capace
di provare tenerezza? Lui probabilmente direbbe
di no, ma sotto sotto qualcosa si smuove quando ha a che fare con la
"ragazzina" dagli occhi troppo innocenti! XD
-
Daryl è gay? A questa preferisco rispondere subito: no, come
autrice smentisco le voci che attentano alla sua
eterosessualità! XD
Oggi mi sento tanto Sherlock Holmes... comunque, a tutte le domande
serie
(più altre eventuali che vi sarete poste) verrà
data
risposta prossimamente su questo schermo! XD
A presto.
Serena
PS - come avrete notato ho inserito un particolare di fantasia per rendere certo che fosse proprio il cappello di Carl quello trovato da Merle.
|