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Autore: Serendipity__    15/10/2015    8 recensioni
Quando Daryl decide di assecondare suo fratello Merle e di entrare in quella casa fatiscente che ha scelto tra tante altre, non ha idea che al suo interno troverà una persona in grado di cambiare il suo destino.
Quando Beth decide di nascondersi in quella casa fatiscente, sperando che il suo aspetto malandato faccia desistere eventuali visitatori, non ha idea che presto sarà invece raggiunta da qualcuno che stravolgerà la sua vita già così messa a dura prova.
*Dal testo:*
- Prendila, Daryl!
Il grido di quel Merle era risuonato come uno sparo nel silenzio spettrale e l'aveva raggiunta quando si era trovata già sugli ultimi gradini della scala che portava a pianterreno, convinta ormai di potercela fare ad oltrepassare la porta che le avrebbe permesso di dileguarsi nel buio della notte.
Solo che quella dolce illusione si era frantumata nel momento in cui un braccio le aveva circondato la vita, trattenendola in una presa d'acciaio che non le aveva lasciato nessuna speranza di potersi liberare.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao, oggi voglio subito condividere con voi la mia gioia: The Walking Dead è tornato!!!!!!!!!!!!!!! Non ci posso fare niente, adoro questa serie e la prima puntata mi è piaciuta un casino, tra l'altro.
E dopo aver esternato il mio essere fangirl, torno seria (o almeno ci provo! XD) e vi auguro buona lettura, sperando che troviate interessante il capitolo.
Baci
Serena



PS - All'inizio troverete un gergo piuttosto pesante, ne sono consapevole, ma il personaggio lo richiedeva.





                                  CAPITOLO  5






- Ehi, Daryl, sai una cosa? Non ho mai creduto che fossi veramente frocio, pensavo più che fossi il tipo da seghe... sai, di quelli che vivrebbero bene anche sperduti in qualche bosco senza avere a disposizione una fica calda in cui ficcarci l'uccello.
La voce di John era stata bassa, ma non abbastanza perchè Daryl non sentisse. Comunque, aveva preferito ignorare quel commento, sperando così di scoraggiarlo dal proseguire.
- E invece, mi sa che sei stato il più furbo, tra tutti noi. Aspettavi solo che ti capitasse tra le mani il bocconcino migliore. E quella ragazzina, da l'idea di avere una fichetta poco usata... proprio umida e stretta come nessun pugno potrebbe mai essere!
John, stavolta, era anche scoppiato in una grassa risata, troppo alta e pericolosa per essere ignorata, dal momento che non voleva di certo finire ammazzato per colpa sua, attirando l'attenzione dei vaganti che stavano tenendo sotto tiro.
- Vedi di piantarla, okay?
- Ehi, stavo solo commentando, non ti incazzare. Per quanto mi piaccia scopare, non ci tengo a fare la stessa fine di Scott.
L'uomo appostato accanto a lui non aveva capito il senso del messaggio, continuando a blaterare di lui e della ragazzina, tanto che ad un certo punto lo aveva afferrato per il giubbotto, minacciandolo esplicitamente.
- Merda, vuoi chiudere quella cazzo di bocca! Non ho intenzione di diventare il pasto di quegli stronzi per colpa tua, okay?
Aveva fatto cenno verso i vaganti, che nel frattempo erano aumentati di numero, arrivando ad una decina. Stavano girando in tondo nel cortile, ancora attirati dal loro stesso rumoreggiare, ma sel quel coglione non avesse smesso di parlare, correvano il rischio di mandare tutto a puttane.
- Cristo Santo, nemmeno lo scopare ti ha messo di buon umore, amico.
Il dito medio di John lo aveva lasciato del tutto indifferente, come anche l'occhiata stizzita che lo aveva accompagnato.
Imbecille... ci creperai, scopando.
Ci avrebbe pure scommesso, sul fatto che avrebbe fatto una fine del genere, perchè ormai quel tizio aveva iniziato troppo a ragionare con il suo pisello, piuttosto che con il cervello. Proprio per quel motivo, Daryl l'aveva scelto come compagno in quella missione, per essere certo che non rimanesse lui di guardia al campeggio.
Non iniziare a pensarci!
Ma era stato già troppo tardi per dirselo, perchè il viso della ragazzina gli era balzato davanti agli occhi, riportandolo così a qualche ora prima.

 

- Fammi venire con te, ti ho dimostrato di sapermela cavare.
Gli occhi chiari avevano espresso una certa determinazione, ma non abbastanza da nascondere la paura che c'era stata in realtà dietro a quella richiesta.
- No.
- Non ti sarò d'intralcio, con il mio gruppo abbiamo affrontato ogni tipo di situazione e...
A quel punto aveva smesso di radunare ciò che gli sarebbe servito, guardandola dritta in faccia.
- Ragazzina, la risposta è no. Resterai qui, e se non sarai tu stessa a metterti nei casini, non ti succederà niente, okay?
Lei era stata in piedi, dall'altra parte del piccolo tavolo, perciò aveva colto bene il lampo di rabbia che le aveva attraversato lo sguardo, prima che abbassasse la testa, incrociando le braccia.
Lui aveva ripreso a controllare che quelle funi trovate nella rimessa non presentassero punti deboli, facendosele scorrere tra le mani.
- Non lo puoi sapere con certezza.
A quanto pareva, aveva deciso di tirare fuori la verità come ultima possibilità per convincerlo.
- No, è vero, non sono un fottuto indovino. Però credo che la morte di Scott abbia chiarito il concetto a chiunque rimarrà qui di guardia.
E ne era davvero convinto, soprattutto perchè aveva fatto in modo che a rimanere fossero Luke e Bob, gli unici che ci avrebbero pensato due volte prima di mettersi nei casini con lui.
- Ma tu non l'hai ucciso per me. 
Ah no, ragazzina? Forse dovrei proprio farti un disegnino del culo che sto cercando di salvare, forse così non avresti più dubbi che sia il tuo.
Aveva dato uno strattone più forte alla fune, sfogando quel pensiero che lo pungeva al pari di una spina nel fianco.
Ecco che cosa sei, una dannata spina nel fianco.
- Ma gli altri credono che sia andata così, quindi tanto basta.
Per sua fortuna lei pareva essersi convinta, perchè aveva fatto qualche passo indietro, sedendosi sul letto. Solo che non aveva smesso di fissarlo, e lo sapeva perchè ormai aveva imparato a riconoscere la sensazione di avere quegli occhi addosso.
Mi fanno sentire... una vera merda. E non solo quello...
Sì, maledizione, lei gli mandava il cervello in pappa e le emozioni a 'fanculo, proprio come se fosse stato sottoposto ad un qualche tipo di esame da dover superare.
Se non esco in fretta da qui, finisce che me la porto dietro come vorrebbe lei.


Ed era quasi scappato sul serio, cacciando velocemente tutto dentro lo zaino e recuperando per ultima la balestra, appesa al solito gancio vicino alla porta.
- Ehi, che cazzo stai aspettando? Non hai sentito il segnale?
Merda! Si era talmente distratto da perdersi evidentemente il segnale stabilito con suo fratello, quello che avrebbe dato il via libera per aprire le danze.
- Sì, andiamo.
Nello stesso momento aveva scoccato la prima freccia, infilzando il vagante più vicino al cancello. La seconda aveva fatto ancora centro, mentre entrambi si erano avvicinati, riunendosi con Merle e Jay, che con le loro armi silenziate avevano fatto fuori il resto dei vaganti.
Vicini alla porta d'ingresso, ognuno aveva ricaricato la propria arma, pronti a fare irruzione.
Nei giorni scorsi, a turno, avevano tenuto d'occhio quel magazzino, arrivando a credere che al suo interno non ci fosse stato nessuno, al massimo solo vaganti.
Come obiettivo si era rivelato interessante, trattandosi di una ditta di trasporti. Si potevano trovare cose utili, la gente spediva veramente di tutto in giro per il paese.
- Daryl e Jay, voi ci coprite le spalle, io e John entriamo per primi.
Merle, come sempre, aveva stabilito compiti e ruoli, anche se in privato non aveva mancato di discuterne prima con lui. Questo gli aveva fatto capire che, nonostante ultimamente i loro dissapori si fossero accentuati, suo fratello contava ancora su di lui al cento per cento.
Tutti avevano annuito in risposta, preparandosi ad affrontare qualsiasi cosa avessero trovato all'interno, vivi o vaganti che fossero stati.
Meglio solo vaganti.
Daryl si era concesso quell'ultimo pensiero, dopodichè aveva armato la balestra e svuotato la mente.



 
§§§§§§§§§§§§§§§



Per distrarsi, Beth aveva provato a leggere il libro che era stato abbandonato in fondo all'armadio, ma trattandosi di un manuale su come curare piante e fiori, il pensiero era rimasto fisso sull'unica cosa importante: il rischio concreto che Daryl potesse morire.
Dio, se lui muore, io sono spacciata.
Quella era stata la verità nuda e cruda, senza tanti se o ma. L'equazione era semplice:  Daryl moriva e lei tornava ad essere una preda per gli altri. Quando glielo aveva fatto presente, lui si era limitato a dirle che non aveva nessuna intenzione di farsi ammazzare, ma era ovvio che quella frase non aveva avuto il potere di garantirle che sarebbe andata così.
Certo, lui aveva dimostrato in più di un'occasione di essere determinato e abile, ma lei aveva visto come a volte non fosse bastato nemmeno quello per sopravvivere.
Anche Rick e gli altri erano in gamba, ma non è stato sufficiente.
Ecco, quella non era una buona direzione da prendere, aggiungere altra angoscia non era la cosa più intelligente da fare. Allora, contravvenendo alla richiesta di Daryl, era uscita dalla casetta, sedendosi in veranda per sentirsi meno prigioniera di quanto non lo fosse in quel momento.
"Luke e Bob rimarranno di guardia, perciò non farti venire l'idea di scappare, okay?".
E poi aveva aggiunto che sarebbe stata comunque una cazzata andarsene, anche se ci fosse riuscita, perchè sarebbe stata di nuovo sola ad affrontare un mondo che non era posto per una ragazzina come lei.
Glielo aveva detto più di una volta anche Maggie, che diversamente da lei, aveva subito saputo affrontare quell'apocalisse prendendo saldamente in mano le redini della fattoria e mandandola avanti come se intorno a loro nulla fosse cambiato.
E tu, invece, cosa hai fatto in tutto questo tempo?
Doveva smetterla, altrimenti i ricordi l'avrebbero schiacciata più della realtà che stava vivendo e di cui si doveva preoccupare. Ci voleva un'idea, una sorta di piano che avrebbe messo in atto se Daryl non fosse tornato.
Ti rendi conto, vero, che stai contando su di lui, alla fine?
Era vero, non poteva negarlo. Non sapeva bene come fosse successo, ma dopo quell'episodio in cui aveva deciso di non colpirlo, nei due giorni successivi si era stabilita come una sorta di tregua tra di loro, dove entrambi se ne erano stati perlopiù in silenzio, ognuno ad inseguire i propri pensieri.
Erano stati due giorni in cui lui l'aveva tenuta sempre lontana dagli altri, uscendo fuori per andare al capanno o per andare a sorvegliare proprio quel magazzino che adesso erano andati a saccheggiare.
Glielo aveva dovuto strappare fuori dai denti, ovviamente, il motivo per cui erano stati appostati almeno mezza giornata ad osservare quell'edificio, e quando lo aveva saputo, si era subito immaginata quello che avrebbero fatto dopo.
"E se ci trovate dentro qualcuno?"
"Penso sia vuoto. Nessuno di noi ha visto del movimento, a parte i vaganti nel cortile".
"Okay, ma se invece c'è qualcuno?"
Ripensare all'occhiata cupa che le aveva lanciato, le aveva procurato un brivido lungo la schiena, facendola pregare di nuovo perchè quel posto fosse stato davvero vuoto.
"Brava, figlia mia, non hai smesso di preoccuparti anche per gli altri."
Stavolta la voce di suo padre le era parsa così reale, da guardarsi intorno per cercarlo, proprio come se fosse potuto apparire dal nulla. Ovviamente non c'era stato altro che silenzio e freddo, intorno a lei.
"Preoccupati più di te stessa, pensa a cosa farai se lui non torna".
Michonne le aveva suggerito ciò che anche lei sapeva essere importante, ma che non voleva ancora affrontare. Quel susseguirsi di voci nella sua testa, era l'unico modo che aveva per non sentirsi del tutto sola, e nonostante sapesse che era sbagliato rimanere aggrappata alla speranza di poterle risentire veramente, non riusciva a farne a meno.
Così, nei ricordi, ci si era persa un'altra volta, tanto che inizialmente non si era accorta del rumore lontano che aveva iniziato a spezzare il silenzio. Solo quando si era fatto inequivocabile, le era venuto istintivo balzare in piedi e spingersi quasi di corsa verso l'ingresso, rimanendo nascosta dietro l'ultima casetta del vialetto.
Era passato forse un minuto, quando il cancello si era aperto, lasciando entrare un grosso pick up grigio, che era andato a parcheggiarsi accanto a quella che era stata la reception.
Le quattro porte si erano aperte quasi contemporaneamente, e se inizialmente il suo sguardo aveva cercato la figura di Daryl, era stato poi di sfuggita che ne aveva registrato la presenza, perchè tutta la sua attenzione era finita su Merle e sul cappello che aveva sfoggiato.
Carl!
Era stato come un lampo accecante quello che le era esploso in testa, scatenando una vera e propria tempesta dentro di lei. Niente le era sembrato più importante di quel cappello, nemmeno il fatto che Daryl fosse tornato come si era augurata sino a qualche secondo prima.
E' il cappello di Carl!
Quello stava gridando il suo cuore impazzito, ignorando la ragione che stava cercando di dirle che non poteva saperlo con certezza, che poteva essere un altro uguale.
No, è il suo cappello!
Non solo il cuore, ma tutto il suo essere lo aveva gridato, spingendola a fare ciò che non pensava di avere il coraggio di fare: scagliarsi contro Merle, spinta dell'odio feroce che stava provando per lui.




§§§§§§§§§§§§§§§



Il sesto senso di Daryl, lo stesso che gli aveva suggerito di non entrare in quella casa fatiscente e che lui aveva erroneamente ignorato, si era fatto vivo nel momento stesso in cui aveva visto schizzare fuori la ragazzina da dietro una casetta, mettendolo in allerta.
- Bastardo!
Quell'insulto, gridato con così tanto odio, aveva avuto il potere di bloccarli sul posto, tutti gli sguardi puntati su di lei. Solo quando era stata a qualche metro da loro, però, aveva intuito che non fosse stata diretta verso di lui, ma verso suo fratello. Era stato, perciò, in una frazione di secondo che aveva dovuto decidere cosa fare: lasciarla fare o intervenire?
Era stata talmente tanta la foga con cui stava correndo verso Merle, che se lui per caso avesse alzato l'uncino, ci si sarebbe infilzata sopra da sola.
Che cavolo stai facendo, ragazzina? Ti vuoi ammazzare?
Era scattato sulla scia di quella domanda, andando ad intercetterla un attimo primo che apparisse inequivocabile a tutti chi fosse stato il suo vero obiettivo.
- Ciao, ragazzina, sono contento anch'io di rivederti!
Sfoderando una buona dose di ironia a beneficio degli altri, aveva pensato di stoppare la sua corsa afferrandola per le spalle, ma praticamente gli era finita addosso, ritrovandosi invece a stringersela contro.
- Lasciami! Io lo uccido, brutto bastardo.
La furia che ci aveva messo nel liberarsi, lo aveva costretto a raddoppiare la forza con cui la stava tenendo, dando il via ad una lotta che aveva suscitato l'entusiasmo degli altri.
- Scommettete una birra che riesce a stenderlo?
- Ehi, Daryl, io scommetto su di te!
- Ve l'avevo detto che la gattina era munita di artigli! Scommetto anch'io che lo stende!
Le voci si erano sovrapposte, mentre lui era riuscito finalmente a ridurla all'impotenza, imprigionandole i polsi dietro alla schiena.
- Ti ammazzo, figlio di puttana!
Il fatto che fosse stata più piccola di lui, lo aveva aiutato nell'impedire che gli altri vedessero come il suo sguardo omicida non fosse rivolto a lui, ma cercasse di andare oltre la sua spalla, per raggiungere suo fratello.
Che cazzo ti prende, ragazzina?
La sua mente stava cercando di stare dietro a troppe cose contemporaneamente: capire cosa avesse scatenato quella furia verso Merle, come portarla via di lì e come non spezzarle i polsi, dal momento che continuava a lottare per liberarsi.
- Mi sa che non lo ammazza...
- Già! Ehi, bambolina, avevo pure scommesso su di te! Dovevi metterci più grinta!
Daryl immaginava la scena alle sue spalle: Merle e gli altri appoggiati al pick-up, intenti a godersi lo spettacolo, senza capire cosa stesse succedendo veramente.
- Bè, mi spiace, ma lo spettacolo è finito, ragazzi.
L'aveva lasciata andare, ma solo per poterla afferrare per le ginocchia e caricarsela in spalla, proprio come se fosse stata un sacco di patate.
Non aveva avuto altra scelta, perchè non c'erano stati dubbi che fosse stata nel pieno di un qualche delirio che aveva come scopo quello di aggredire suo fratello, e la cosa sarebbe diventata chiara a tutti nel giro di qualche minuto se l'avesse lasciata parlare ancora.
- Andiamo a risolvere i nostri casini in privato.
Fischi e risate si erano sprecati a quella sua battuta, insieme ad altri consigli su come avrebbe dovuto metterla a tacere secondo loro, mentre lei aveva ripreso ad inveire, questa volta contro di lui.
- Lasciami andare! Ammazzerò anche te, brutto stronzo!
Non era stato facile mantenere la presa su di lei, nè trasportarla in quella maniera, perchè sembrava che le sue forze si fossero centuplicate, tanto che nonostante avesse avuto la corporatura di uno scricciolo, lo stava mettendo in difficoltà.
- Piantala, ragazzina! Stai complicando le cose...
Lei aveva continuato a colpirlo sulla schiena, mettendoci tutta la forza che aveva e continuando a ricoprirlo di insulti e minacce di morte. Gli era sembrato infinito il tragitto sino alla casetta e quando ci era arrivato, aveva quasi sfondato la porta con un calcio per aprirla.
- Cristo, devi essere andata completamente fuori di testa!
Aveva pensato di potersi liberare di lei scaraventandola sul letto senza nessun riguardo, ma lei gli era saltata alla gola praticamente subito, con l'evidente intenzione di aggredirlo.
- Lo avete ucciso, maledetti, e io ucciderò voi!
Si era dovuto nuovamente difendere, perchè la ragazzina si era trasformata in una specie di forza indomabile.
- Ma che cazzo stai dicendo? E piantala di colpirmi.
Era stato stufo di subire, e l'aveva spinta piuttosto rudemente all'indietro, facendola cadere di nuovo sul letto. E non gli era sembrato vero di vederla schizzare su di nuovo, gli occhi spiritati, le guance rosso fuoco e quei piccoli pugni alzati, pronti a colpirlo ancora.
- Siete tutti degli assassini!
Il diretto, perchè di quello si era trattato, che doveva finire sulla sua faccia, era finito invece nel suo pugno. Non era stato difficile fermarlo... difficile era stato torcerle il braccio dietro la schiena, per mettere fine a quello scontro.
- Ti devo spezzare un braccio, ragazzina, o la finisci di comportarti come una fuori di testa?
- Non mi importa, tanto riuscirò ad ammazzarvi lo stesso!
Se fosse stato un uomo, a quel punto avrebbe già gridato di dolore, ma lui non aveva mai picchiato una donna, e per quanto fosse stato incazzato, non avrebbe iniziato proprio con lei.
Si era limitato quindi a spingere un pò più su il polso che teneva imprigionato, accentuando l'angolazione del braccio e strappandole finalmente una smorfia di dolore che l'aveva indotta ad immobilizzarsi.
- Okay, adesso che ho la tua piena attenzione, ecco cosa faremo...
Non aveva mollato la presa, perchè era convinto che solo a parole non l'avrebbe ascoltato, riprendendo invece ad aggredirlo.
- Io ti lascio andare... e tu, ti siedi buona, buona lì sul letto. Okay?
Aveva dovuto sollevare la testa per guardarlo negli occhi, mostrandogli un dolore che non era stato solo fisico.
- Ragazzina, sul serio, io ti lascio andare, ma tu non ricominciare, okay?
Non era convinto che lei lo avesse ascoltato, perchè improvvisamente sembrava essersi persa in un mondo tutto suo, di certo molto lontano da lì. Allora aveva provato a liberarla, allontanandosi di qualche passo, ma rimanendo pronto a parare altri eventuali colpi. Solo che non ce n'era stato bisogno, perchè era rimasta immobile, le braccia abbandonate lungo i fianchi e la testa bassa.
Ma che cazzo sta succedendo?
Se lo era domandato di nuovo, iniziando a temere che fosse successo qualcosa nel tempo che loro erano stati via.
Perchè allora ce l'ha con Merle? Non era qui.
Non ci stava capendo davvero un cazzo, ed era una cosa che lo stava mandando fuori di testa pure a lui.
- Ragazzina...
- Lo avete ucciso, vero?
Lei aveva sollevato di colpo la testa, guardandolo con quegli occhi che adesso si erano riempiti di lacrime.
Ucciso? Ma chi?
- Non abbiamo ucciso nessuno.
Non oggi, almeno.
- Non mentire! Sei un bastardo!
La voce le si era arrochita, tanto aveva gridato prima, ma non aveva perso di efficacia nell'esternare quell'odio che l'aveva animata sin da quel primo insulto rivolto a Merle.
- Senti, io non so che ti è preso, però...
- Carl! Così si chiamava il ragazzo che avete ucciso!
Si era lasciata andare sul letto, il viso tra le mani e il corpo scosso dai singhiozzi.
- Era solo un ragazzino...
Anche tu sei solo una ragazzina...
Ciò che aveva provato in quel momento, difficilmente lo avrebbe saputo spiegare. Era stato un insieme di rabbia, impotenza, disagio e... tenerezza?
Poteva essere quella, la cosa che improvvisamente gli aveva stretto la gola?
Cristo, sto andando fuori di testa veramente!
- Non ci sto capendo un cazzo, sai?
Sul serio, in quel momento non si sentiva più capace di formulare un pensiero che avesse senso. Sapeva che se ne era andato con lei che sembrava normale ed era tornato trovandola in quello stato.
- E credo nemmeno tu sia tanto a posto in questo momento.
Ma lo sguardo che lo aveva trafitto - perchè lei è una spina nel fianco, vero Daryl? - non aveva mostrato segni di incertezza nel ritenerlo colpevole di mentirle.
- E' inutile che menti. Ho la prova certa che avete ucciso Carl.
Carl? Magari era stato il suo ragazzo... magari stava delirando su di lui...
- Tuo fratello indossava il suo... il suo...
Ma non era riuscita a terminare la frase, scoppiando in nuovi singhiozzi.
Cappello!
Quello che suo fratello aveva trovato nell'ufficio, insieme a delle bende macchiate di sangue. Erano stati indizi che li avevano resi certi che qualcuno fosse stato lì abbastanza di recente.
Ecco cosa aveva mandato fuori di testa la ragazzina! Credeva che Merle avesse ucciso il proprietario di quel cappello!
- Ragazzina, non c'era nessuno in quel fottutissimo magazzino.
Forse, se lei non fosse stata così disperata, lui avrebbe ragionato più lucidamente sul fatto di rivelarle o meno come erano andate le cose realmente. Soprattutto, perchè se davvero quello fosse stato il cappello di quel Carl che lei conosceva, avrebbe potuto voler dire che anche qualcun'altro del suo gruppo era sopravvissuto e che magari la stavano cercando.
- Non è vero, stai mentendo!
Negli occhi le aveva visto la speranza di essere smentita, di sentirgli dire ancora che avevano trovato solo quel maledetto cappello.
- Chi è Carl?
Dopotutto, stava riacquistando velocemente la lucidità necessaria a capire che sarebbero potuti arrivare guai seri e che doveva saperne di più, perciò.
- Chiedilo a tuo fratello! Sono sicura che lui lo sappia bene!
Un pò della furia provata era tornata ad animare lo sguardo della ragazzina.
- Faceva parte del tuo gruppo?
Lui era andato avanti imperterrito per la sua strada, perchè adesso era davvero troppo importante averne la certezza.
- Sì.
Quella risposta era stata sufficiente per fargli capire cosa avrebbe dovuto fare.
- Ragazzina, non azzardarti ad uscire da qui finchè non torno, capito?
Ma poi, era stata talmente tanta l'urgenza di mettere in pratica quello che aveva pensato, da non rimanere ad aspettare una sua risposta. Aveva fatto prima ad uscire, questa volta chiudendola dentro per essere certo di non dover sprecare tempo ad andare in giro a cercarla.




§§§§§§§§§§§§§§§



Dio, hanno ucciso Carl!
Le immagini la stavano bombardando senza sosta: Carl che le sorrideva mentre cullava Judith, Carl che le chiedeva di fare una partita a carte, Carl che le rivelava di aver avuto una cotta per la sua compagna Rebecca, Carl che piangeva disperato per la morte di sua madre, Carl che cercava consolazione nelle braccia di suo padre... Carl che era stato ancora vivo, prima che quegli animali piombassero su di lui.
Beth avrebbe voluto provare di nuovo quella rabbia accecante che l'aveva spinta ad aggredire Merle, e poi che l'aveva fatta lottare anche contro Daryl, piuttosto che essere dilaniata da quel dolore devastante.
"Dovevi andare con loro, potevi salvarlo."
Rick, la sua voce... le avevano strappato nuove lacrime inarrestabili.
E' colpa mia!
Non riusciva a smettere di pensarlo, che avrebbe dovuto essere lì a salvarlo, oppure a morire anche lei nel tentativo di farlo.
Li ucciderò tutti, Rick, te lo giuro!
Sentiva un nucleo duro formarsi dentro di lei, alimentato dal dolore, ma anche da quella rabbia che continuava a bruciare come fuoco sotto le ceneri.
Il riaprirsi quasi immediato della porta, l'aveva presa in contropiede, perchè aveva creduto che non avrebbe dovuto rivedere così presto l'uomo che era tornata a temere, ma anche ad odiare con più forza.
E' un assassino anche lui!
Ed aveva provato un nuovo livello di dolore, nello scorgere cosa aveva avuto tra le mani Daryl.
- Ragazzina, devi dirmi se è proprio il suo.
Le aveva lanciato il cappello e lei lo aveva afferrato al volo, stringendolo tra le mani come se avesse potuto stringere anche Carl nello stesso momento.
Dio, ti prego, ti prego, ho bisogno di un miracolo...
Aveva visto le lacrime colpire il tessuto consunto, mentre aveva trovato il coraggio di girarlo e cercare la conferma definitiva che fosse stato proprio quello di Carl.
Non era riuscita ad avere le mani ferme, mentre sollevava la striscia di tessuto che girava intorno a tutta la circonferenza interna della calotta.
"Ricorda, Luke: la forza sarà sempre con te".
Probabilmente era stato lo shock, ma Beth si era ritrovata a sorridere tra le lacrime, ripensando al momento in cui Carl le aveva confessato che uno dei suoi idoli era stato il cavaliere Jedi di Guerre Stellari, e che per quel motivo aveva scritto quella frase sul suo cappello, perchè un pò della sua forza scorresse anche dentro di lui. Lo aveva scritto qualche settimana dopo la morte di sua madre ed era stato uno dei pochi momenti di debolezza che le aveva mostrato.
- Era solo un ragazzino... come avete potuto...
La cruda realtà aveva spazzato via quel ricordo, perchè ora aveva la certezza che non ci fosse stata più speranza per lui.
- Cristo, allora, è il suo veramente!
La rabbia era tornata ad esplodere dentro di lei, soprattutto perchè aveva incrociato lo sguardo di due occhi azzurri che l'avevano fissata senza alcuna espressione, freddi e vuoti proprio come lo era l'uomo che non mostrava nessun rimorso per quello che aveva fatto suo fratello.
- Avrei dovuto ucciderti, brutto bastardo!
Istintivamente aveva spostato lo sguardo sul cassetto dove aveva riposto il suo coltello, desiderosa di averlo avuto ora, tra le mani.
- Se lo fai adesso, ragazzina, ti ficcherai solo in un casino più grande.
Aveva riportato lo sguardo su di lui, odiandolo con ogni fibra del suo essere.
- E poi, lo faresti per il motivo sbagliato, perchè il tuo amichetto, per quanto ne so, è ancora vivo.
Quel suo continuare a mentirle, mentre stringeva tra le mani la prova certa del contrario, era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.
- Smettila di mentire!
Gli si era scagliata contro, decisa ad infliggergli lo stesso dolore che stava provando lei, o almeno a provarci, perchè la sua forza si era già scontrata con una più grande.
Non sapeva nemmeno come fosse successo, ma era stata lei a ritrovarsi china sul tavolo, una guancia premuta contro la fredda superficie, con Daryl che era tornato a torcerle un braccio dietro la schiena.
- Ascoltami bene, ragazzina, sto cercando di rimanere calmo, ma se continui così non so per quanto ci riuscirò ancora.
La voce roca si era fatta strada tra il rombare del suo stesso sangue, affluito al viso per il misto di rabbia e frustrazione che aveva provato nel sentirsi di nuovo impotente tra le sue mani.
Combatti, Beth!
Una parte di lei era pronta a non arrendersi nemmeno davanti all'evidenza del fatto che Daryl era più forte fisicamente, spronandola quindi a reagire comunque.
- Perciò te lo ripeto una volta soltanto: in quel cazzo di magazzino non c'era nessuno, solo quel fottuto cappello abbandonato.
Lei aveva provato a liberarsi, ignorando il dolore al braccio, ma non era servito a niente, se non a far sì che lui le piantasse anche l'altra mano sulla schiena, per tenerla ancora più ferma.
- Non ti sto mentendo, come cazzo te lo devo dire!
Glielo aveva ringhiato in un orecchio, rendendola cosciente all'improvviso di averlo avuto praticamente spalmato addosso in quella posizione che la rendeva più vulnerabile che mai.
- Cristo, sono stufo marcio di questa cazzo di situazione con te!
Lei non si era più mossa, però, proprio perchè aveva preso piena consapevolezza di averlo provocato forse una volta di troppo e che ne avrebbe presto pagato le conseguenze.
- Cosa credi, che se avessi voluto veramente scoparti, non lo avrei già fatto? Cosa me lo avrebbe impedito? Potrei farlo anche adesso, cazzo, non lo vedi!
Dio, ti prego, non farglielo fare...
Quella preghiera era fiorita spontaneamente dentro di lei, mentre il cuore aveva preso a batterle ancora più furiosamente di quanto già non stesse facendo.
- Quindi, per lo stesso motivo, cosa mi impedirebbe di dirti la verità se Merle avesse ammazzato quel tuo fottutissimo amichetto? Per quale cazzo di motivo ti starei mentendo?
Le era scappato un singhiozzo, perchè Carl era stato molto più di un amichetto, era stato come avere di nuovo un fratello.
- Cristo, ho bisogno che ragioni, ragazzina, perchè mi servono informazioni.
Informazioni?
Quella parola in particolare aveva fatto suonare un campanello d'allarme nella sua testa.
- Perchè?
- Perchè cosa?
- Perchè... le informazioni...
La stretta di Daryl si era leggermente allentata, mentre le aveva fornito una risposta che mai si sarebbe aspettata.
- Perchè se c'è la possibilità che qualcuno del tuo gruppo sia ancora vivo, noi due li andremo a cercare, e quando li avremo trovati, io potrò finalmente liberarmi di te!








*Spazietto Autrice - Che sa di aver sganciato una bella bomba!*

Se ho scritto questo capitolo in maniera almeno un pò decente, ora dovreste avere in testa almeno due o tre domande di questo genere:

- Daryl avrà detto a Merle di chi è il cappello che ha trovato, quando è andato a recuperarlo per portarlo a Beth? 
- Di conseguenza, starà dicendo la verità a Beth?
- Beth riuscirà mai a credere veramente che Daryl la voglia aiutare? Bè, diciamo che è messa a dura prova! Non appena si apre uno spiraglio di fiducia, ecco che capita qualcosa che la riporta indietro al punto di partenza!
- Carl era da solo? E' davvero ancora vivo?
- Potrebbe essere che altri del gruppo stiano cercando Beth? O è una coincidenza che le loro strade si siano incrociate?
- Se Beth parlerà del suo gruppo, Daryl capirà di chi si tratta nel caso di alcune persone?

E invece scherzando un pò, ecco due domande fondamentali:
- Daryl è capace di provare tenerezza? Lui probabilmente direbbe di no, ma sotto sotto qualcosa si smuove quando ha a che fare con la "ragazzina" dagli occhi troppo innocenti! XD
- Daryl è gay? A questa preferisco rispondere subito: no, come autrice smentisco le voci che attentano alla sua eterosessualità! XD

Oggi mi sento tanto Sherlock Holmes... comunque, a tutte le domande serie (più altre eventuali che vi sarete poste) verrà data risposta prossimamente su questo schermo! XD
A presto.
Serena
 
  
PS - come avrete notato ho inserito un particolare di fantasia per rendere certo che fosse proprio il cappello di Carl quello trovato da Merle.
  
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