final 8
Fujin non era più in servizio attivo da anni e anni, ma era
ancora ben organizzata. Avevano cambiato mezzo due volte e lasciato
l'ultimo a uno sfasciacarrozze suo amico che si sarebbe preoccupato di
farlo sparire. Avevano rattoppato Ravenant al meglio delle loro
possibilità e si erano fermati in un diner lungo
l'autostrada
per decidere il da farsi. Tornare a casa non era possibile. I phalanx
erano nascosti e dispersi, nessuno poteva dar loro una mano.
Più Ravenant e Fujin parlavano, più si sentivano
frustrati. Erano, di fatto, con le spalle al muro.
Una cameriera si avvicinò al tavolo. I due adulti chiesero
solo altro caffè, ma Gale aveva in mano il menù.
"Rev, non sei più in contatto con nessuno dei vecchi amici?"
"Prendo frittelle, uova alla Benedict, con bacon e purè di
patate..." iniziò Gale mentre la cameriera scriveva
"Fujin, i migliori hanno cancellato le proprie tracce. Ho qualche
favore da incassare, ma nessuno è un professionista."
"...frittelle, pancakes, tanto sciroppo sopra...."
"hai già detto frittelle, bello" disse la cameriera
"Ah si? allora facciamo doppia porzione"
e mentre Gale continuava a declamare i nomi di quello che gli sembrava
commestibile, Fujin chiese all'amico quali favori potesse riscuotere.
"passaporti. Equipaggiamento. Forse un passaggio in un aereo privato."
"...bistecca, con contorno di patate fritte e al forno"
"per hyne, ragazzo! Stai ancora dando fastidio alla cameriera?"
"nessun fastidio, bell'uomo - fece la cameriera, tornando poi a
rivolgersi a Gale - la bistecca ha anche l'insalata, te la porto?"
"ti sembro uno che mangia l'insalata?" gli rispose, ridendo.
Quando si fu allontanata, Fujin spiegò al colossale Phalanx
che
il metabolismo di Gale era particolare. Aveva bisogno di cibo,
sopratutto proteine. Fino ai dieci anni era costretto a mangiare ogni
due ore, giorno e notte. Ci aveva messo un po' ad allenare il corpo ad
abituarsi con meno, ma non era stato indolore: una volta, dopo quella
che per lui era una moderata attività fisica, aveva perso i
sensi. Alla fine era riuscito a temprare il corpo, abituarlo a un
differente consumo.
Ravenant lo guardò meglio. La giacca e l'ampia camicia
nascondevano un fisico asciutto e definito. Gli occhiali da sole, a
specchio, nascondevano lo sguardo ma lui, Phalanx esperto, poteva
comunque vedere il continuo movimento degli occhi che incessamente
controllavano ogni anfratto di quel posto. Le mani erano dure, callose,
piene di cicatrici appena percebili. C'era più di quanto
l'aspetto non rivelasse, in quel ragazzo.
Forse avrebbe dovuto pensare al futuro ma che diavolo, si disse,
l'ultima volta che aveva visto Gale era un puntino in un'ecografia. Era
incredibile quanto poco somigliasse al suo amico. La forma del viso, il
taglio degli occhi...forse. Gli unici tratti che aveva ereditato dal
lato paterno erano quelli di Laguna.
" Mi dispiace d'averti cacciato in questa storia, ragazzo."
Gale si strinse nelle spalle, aggrottando la fronte, borbottando
qualcosa che suonava come "vabbè". Ravenant
cercò
d'attaccar bottone un altro paio di volte, ma Gale rispondeva sempre
educatamente, ma con la minor emissione di fiato possibile
finché, una volta giunta la sua ordinazione, lo
ignorò
del tutto.
"Sicura che Quis e Claire siano al garden?"
"Tranquillo. Ho un contatto lì, sono state recuperate e sono
ancora vive. Sono al largo di Fisherman Horizon."
"il Garden....ci si può fidare della gente del Garden?"
Gale quasi soffocò nel tentativo di parlare e masticare
contemporaneamente
"Il Garden? Sul serio? Mio Zio è il Comandante, tua moglie
una Top
SeeD e ma' lavorava lì. Ammettendo che ci sia qualcuno che
vuole darti la caccia e che sa che siamo insieme, non sarebbe letteralmente il
primo posto dove cercare?"
"Se hai un'idea migliore, ti prego di condividerla."
"No che non ho un'idea migliore. Ho diciannove anni e da quello che so
i ragazzi della mia età vanno al college, non a salvare un
vecchio ottuagenario che si mette nei guai! No, non ho una cazzo di
idea di quello che devo fare. E non mi piace, cazzo."
"Linguaggio! In questo modo manchi di rispetto a tua madre."
"Ah, io le mancherei di rispetto?" quasi saltò sulla sedia "
hai idea del tempo che ha impiegato per trovare una vita normale? E ora
è nei guai per aver perso tempo dietro un vecchio poco di
buono come te!
Coinvolgi una donna e suo figlio diciannovenne nei tuoi casini, ma non
ti vergogni?"
Ravenant avrebbe potuto obiettare che, nel loro mondo, a diciannove
anni hai tolto più vite di quante se ne possano contare.
Avrebbe
potuto dire che lui e solo lui era la ragione per cui Fujin e Gale
avevano vissuto una vita tranquilla, fino a ora. Avrebbe potuto dire
tante cose, tutte mature, tutte da adulto.
Quindi si concentrò sul punto più insignificante
e strillò come un ragazzino ferito nell'orgoglio.
"Vecchio! Mi hai chiamato vecchio! Vecchio a chi? A me? Posso ancora
prenderti a calci in culo da qui alla fine dei giorni!"
"Fino alla fine dei tuoi
giorni? Visto l'andazzo, non è una grande minaccia!"
"Finitela! Tutti e due!" intimò Fujin, riportando l'ordine
"Rav,
non ti abbassare al livello di uno con meno di metà dei tuoi
anni e tu Gale, non hai idea di cosa abbia fatto lui per noi; il minimo
che puoi fare è chiedergli scusa."
"ma che scusa e scusa, ci ha messo nei casini..."
"Gale. Non mi ripeterò."
Il tono non ammetteva repliche. Gale bofonchiò qualcosa, ma
Fujin disse di non averlo sentito e lo invitò a parlare
più forte. Per tutta risposta, Gale arricciò il
naso e si
mise ad annusare l'aria. Sembrava in allerta.
"i due che sono appena entrati. Polvere da sparo. Almeno uno di loro ha
una pistola." annusò ancora "E ha sparato da poco."
Ravenant disse che questa era la peggior scusa che avesse sentito per
evitare di chiedere perdono, ma Fujin era seria: aveva imparato a
fidarsi del naso di Gale. I due appena arrivati si stavano avvicinando
al loro tavolo e Gale strinse forte la forchetta.
Fu un attimo.
Gale si alzò di scatto e, con un movimento quasi impossibile
da
seguire, conficcò la forchetta nel collo di quello che era
più vicino. Il secondo fece un balzo indietro,
tirò fuori
una pistola e sparò tre colpi al petto di Gale, che cadde in
ginocchio, prima di mettere sotto tiro Ravenant.
Forse era davvero vecchio. Non aveva capito niente di quello che era
successo, ma ora c'era un tizio a terra con una forchetta nel collo,
c'era Gale in ginocchio e lui aveva una pistola puntata addosso. Ma la
cosa che lo stupì di più fu vedere Gale
rialzarsi, anche
se con fatica. Sudava e digrignava i denti.
"mI hAi FatTo MaLe, sTroNzO."
Il pugno che Gale sferrò a quello che aveva la pistola in
mano
fu sufficiente a scaraventarlo contro il muro dal lato opposto al loro.
Gale era vivo, ma il suo volto era deformato dal dolore, solchi e linee
non umane fecero la loro comparsa sul viso. Fujin gli andò
subito vicino, ma fece segno di star bene.
"una pallottola ha perforato una scaglia ed è arrivata al
muscolo." disse alla madre, prima di chinarsi su quello che aveva steso
usando una forchetta e frugargli in tasca. Tirò fuori un
mazzo di
chiavi e lo passò a Ravenant che lo prese al volo,
dimostrando
(a sé stesso, più che altro) che aveva ancora
buoni
riflessi.
Gale gli prese anche il portafoglio e lo vuotò sul tavolo.
"Resto mancia" riuscì a dire, con fatica, alla cameriera.
Ravenant avrebbe voluto interrogare quello che Gale aveva mandato KO,
ma Fujin e figlio non erano d'accordo. Era solo un mercenario, non
aveva informazioni utili. Uscirono nel parcheggio e trovarono la
macchina dei due. Gale camminava tenendosi il petto, ma fu comunque il
più rapido e si sedette sul sedile posteriore. Ravenant lo
vide estrarsi un proiettile dal petto
"Mamma, avevi ragione. Con i Phalanx non ci si annoia mai."
***
"schifoso, figlio di...."
Non appena gli avevano dato la notizia, era andato su tutte le furie.
Aveva ingaggiato un gruppo di quelli che riteneva fossero
professionisti con l'obiettivo di uccidere la Trepe e suo marito. Ma la
Trepe era fuggita e il phalanx era vivo perchè i suoi
dipendenti, grandissimi idioti, avevano un conto in sospeso con i
Phalanx e volevano ottenere quante più informazioni
possibili.
Non era per questo che li aveva pagati.
Non ci aveva visto più.
Gli aveva spaccato un bicchiere in testa e l'aveva messo con le spalle
al muro e l'aveva colpito in faccia con una serie di pugni. Quello
aveva provato a reagire e, tirato fuori un coltello, l'aveva ferito al
braccio. Ma lui, lui neanche l'aveva sentito. L'aveva continuato a
colpire in testa, allo stomaco, ovunque, finché non l'aveva
atterrato. E non era ancora soddisfatto. Non si potevano contare quanti
calci gli avesse sferrato mentre quello era a terra. E, non
soddisfatto, continuava a infierire sbattendogli il cranio contro il
pavimento. Una volta, due, tre...finché non fu
più
possibile tenere il conto. Sangue e materia cerebrale erano ovunque.
Lei l'aveva trovato divertente.
"basta. Gli hai fatto a pezzi il cranio. E' morto."
La voce femminile lo riportò alla ragione. Si
guardò le
mani come se si fosse appena reso conto di quanto aveva fatto. Non
aveva mai perso il controllo in questo modo e la cosa lo
spaventò
"Cosa diavolo mi sta succedendo?"
"E' una buona cosa. Stai assumendo i tratti del tuo Guardian Force. La
feralità...e la forza."
Era vero. I danni che gli aveva arrecato erano spaventosi. La paura si
tramutò in orgoglio: orgoglio per la sua nuova,
impressionante,
forza fisica. Aprì il lavandino e si lavò le
mani,
cercando di togliere quanto più sangue possibile.
Guardò
il cadavere per terra e lo indicò con la testa, chiedendo
alla
sua compagna se le servisse a qualcosa
"no. non ha sufficiente potere magico"
Sbuffando, lui chiuse il lavandino e tirò fuori un sacco
della
spazzatura nero e lucido. Valutò che gliene sarebbero
serviti
altri quattro come quello, almeno.
"Adesso dove li troviamo?"
"Garden di Balamb. Saranno tutti lì."
"Al garden? Sei seria? Non è letteralmente il
primo posto in cui li si andrebbe a cercare? Sono stupidi loro o
prendono per stupidi noi?"
Lei non si sbagliava. Poteva percepire anche a quella distanza il
potere della strega Rinoa. Poteva percepirlo perché in quel
potere, così vasto, così grande, c'era anche un
frammento
del suo. Un potere così vasto, sprecato. Questo le faceva
rabbia
più di ogni altra cosa. Poteva accettare la sconfitta.
Poteva
accettare il dolore di vivere spezzata, incapace di ricongiungersi. Ma
che tutto quel potere venisse sprecato, questo le faceva rabbia.
"Sono al Garden. Si riuniscono intorno al potere della strega. Il loro
istinto li porta a considerarlo il posto più sicuro."
dopo aver preso abbastanza sacchi neri, lui tirò fuori
un'accetta.
"Beh, è il posto più sicuro. Tutti lì,
insieme, circondati da SeeD e phalanx. Non li possiamo toccare."
"Su due di loro aleggia già l'ombra della morte. Gli altri
sono
invecchiati, sono deboli. Solo la strega ha ancora il suo potere."
"Oookeeey...immagino che non mi dirai come fai a saperlo, ma il
problema rimane. Non posso certo inviare una squadra.
Però...che
dici se io e Tiamat ci facciamo un giro?"
"No. Attaccarli direttamente non funzionerà. La loro forza
congiunta ti annienterebbe.
Non sei pronto."
Mentre parlavano, lui si occupava del corpo. Sapeva dove colpire,
quindi non impiegò più di un minuto del
necessario.
Discussero a lungo di quale strategia adottare, considerando quale
eccellente strumento di difesa fosse il garden. Eppure, quella sarebbe
stata la loro rovina.
****
(oh.)
Era tutto quello che Rain riusciva a pensare. Tempest fu molto
più affettuoso e, quando Squall gli presentò Gale
come
suo cugino, gli strinse forte la mano e gli diede ufficialmente il
benvenuto nella famiglia.
Suo padre, Squall, sembrava essere imbarazzato e confuso e poteva
capire perché. Si era visto
spuntar davanti Fujin, che aveva creduto morta, con il figlio di suo
fratello,
di cui ignorava l'esistenza. La scena era stata strana. Squall era
rimasto in silenzio per due minuti buoni prima di dire "ah, va bene". E
basta. Non aveva detto altro. Persino Rain si era sentita in imbarazzo
per lui. Squall non rivolse la parola al ragazzo prima di altri dieci
minuti
e, anche allora, gli chiese solo quale fosse il suo nome. Per la terza
volta. Poi, con la coda dell'occhio, l'aveva vista e glielo aveva
affibbiato. Fagli fare
un giro del Garden,
aveva detto. In realtà era solo per prendere tempo. I grandi
dovevano parlare (e suo padre doveva digerire la cosa). Tempest era con
loro ma fu convocato nella stanza dei
bottoni.
Quindi Claire si ritrovò a fare da guida al suo cugino
dall'aspetto stramboide. Portava occhiali da sole al chiuso, aveva la
barba nera ma i capelli argentati come Fujin e indossava un orribile
giacca viola.
"Questo è il centro addestramento. Qui i cadetti si
allenano. Quindi....tu sei il figlio di Storm, giusto?"
"Così pare."
"E dimmi, com'era tuo padre?"
Gale le sorrise mentre le ricordava, pacatamente, di come suo padre
fosse morto poco dopo il suo concepimento. Questo, aveva detto, non
aveva aiutato il loro rapporto.
(stupida, stupida, stupida!)
"eer....allora, lì c'è la biblioteca. Possiamo
affermare
che la biblioteca del Garden di Balamb vanti la maggiore..."
"Non che non apprezzi lo sforzo, Rain, ma possiamo lasciar perdere il
giro turistico.
Voi che fate per divertirvi qui?"
La domanda la prese in contropiede. Se, come le era stato detto, questa
era la prima esperienza in un garden, allora probabilmente non sapeva
che gli studenti non avevano modo di divertirsi finché
stavano
lì dentro.
"Beh..questa è principalmente un'accedemia militare, quindi
non
c'è granché da fare...magari, quando si
è terra,
si va in città, ma bisogna comunque rispettare il
coprifuoco..."
Gale fece "uhm-uhm" e le girò attorno un paio di volte,
osservandola. La indicò con l'indice della mano destra
dicendo
poi, con tono assolutamente piatto
"decisamente non vergine."
Rain sentì la faccia diventarle di venti tonalità
di
rosso differenti. Sulla faccia di Gale si disegnò un sorriso
che
andava da orecchio a orecchio
"C'ho azzeccato. Allora avete modo di divertirvi qua dentro. O vuoi
dirmi che fate tutto entro il coprifuoco?"
Forse era il tono. Forse era l'argomento. Non sapeva cosa l'avesse
fatta scattare. Quello che sapeva era che LO ODIAVA.
"BRUTTO MANIACO!"
e giù una sberla di quelle che rimangono impresse nella
storia.
Ma l'unico risultato che ottenne fu un leggero rossore sulla guancia di
Gale e una rapida visita in infermeria per sé.
"Ecco, avrei dovuto dirtelo. Il mio corpo è differente. La
prossima volta non schiaffegiarmi a mani nude, cugina."
L'infermiere di turno le disse che non si era fatta nulla e li
congedò. Ma una volta usciti da lì, lui non
poté
esimersi dal commentare
"Bene. Adesso abbiamo visto l'infermeria. Che ci rimane da visitare? Ho
sentito che i panini della mensa sono leggendari."
(ah-ah! Che umorismo! Molto divertente!)
Decise di fare la matura e non rispose. Ma quello, evidentemente
insoddisfatto dalla reazione, decise di rincarare la dose.
"Già che siamo qui, facciamo il rifornimento di pillole
anticoncezionali? Hai l'aria di una a cui servono."
(ok, tu non sei un maniaco. Sei semplicemente stronzo.)
Stava per rispondere per le rime, quando Cid la chiamò dal
corridoio. L'amico le corse incontro e le prese la mano bendata,
chiedendole che cosa le fosse successo e guardando Gale con sospetto.
"Ho dato uno schiaffo a quest'imbecille" rispose lei " e mi sono quasi
rotta una mano. Ha una mandibola d'acciaio."
Cid non sembrava convinto, continuava a guardare Gale come se
sospettasse che le avesse fatto male di proposito. Era sempre stato
iperprotettivo con lei. Forse troppo. Quindi era meglio evitare
problemi.
"Gale, lui è Cid Dincht"
Gale tese la mano
"Piacere io sono Gale...." s'interruppe e la guardò "tuo
padre
usa il cognome Leonhart vero?" lei fece segno di si "allora credo che
sia anche il mio. Gale Leonhart."
"Leonhart...nel senso di Leonhart come Squall? Leonhart-Leonhart?
Leonhart come Squall Leonhart?"
"Whoa. Mai sentito dire Leonhart tante volte in una frase. Punti al
record?" ironizzò il caustico Gale
"E' il figlio di mio zio, Storm..."
"Oh! Storm ha un figlio?"
(ecco! ora ci siamo tutti!)
Claire si era allontanata per prendere un caffè e non aveva
potuto fare a meno di rimanere incuriosita. Si avvicinò a
Gale
porgendogli la mano ma lui, invece di stringerla, eseguì un
cavalleresco baciamano.
"Tu devi essere Claire Lintres, la figlia di Marcus. Ti riconosco dalle
parole di tuo padre. Lasciatelo dire, pensavo che esagerasse, invece
sei molto più bella di come ti descrive. Mai, prima di ora,
avevo pensato che il termine "angelico" potesse applicarsi davvero a
una persona!"
(bleah!)
"Dimmi, Gale, questo trucco funziona?" gli chiese Claire
"Sta funzionando?"
"No." rispose freddamente Claire
"Allora funziona sette volte su dieci."
Rain non disse niente, ma il pensiero che un trucco così
potesse
funzionare davvero la fece vergognare nel profondo. La cosa
non sfuggì a Gale che non si lasciò sfuggire
l'occasione di
piazzare un'altra stilettata velonosa.
"A volte basta anche meno impegno, vero cugina?"
Dei, come lo odiava.
****
Forse era stato quello che avevano in comune: erano ragazzi della
stessa età, tutti con genitori "importanti" che in un modo o
nell'altro avevano segnato la loro infanzia. Era inevitabile che
facessero gruppo. O, almeno, questo era quello che Squall pensava,
guardando dalle telecamere di sorveglienza sua figlia, suo nipote, Cid
e Claire tutti insieme. Ma, visto che questo era il suo pensiero,
sapeva di poter sbagliare. Lo stesso Squall non era mai stato veramente
un ragazzo: è sempre stato un uomo maturo col peso del mondo
sulle spalle che, per un periodo, ha avuto un corpo giovane.
"Che ne pensi, quali sono i risultati?" gli disse Ravenant
avvicinandosi allo schermo
Nel momento in cui si arrivava al Garden si veniva sottoposti a una
magia scan. I soggetti normalmente non se ne accorgevano neanche, dato
che lo scan è innocuo e serve solo a recuperare
informazioni.
Eppure Gale si era messo in posa quando era arrivato, una di quelle
pose da supereroe dei fumetti, come se sapesse e li stesse prendendo in
giro. A parte questo, i risultati dello scan erano quelli che ci
si aspettava.
"Gale è in testa, ma il suo Lv/Thr è solo 5,2.
Mia figlia e Cid sono dietro con 4,6 e Claire è appena 2,1."
Level/Threat, livello/minaccia. Si valutavano le capacità
fisiche e paramagiche, e un algoritmo assegnava loro un livello.
Meccanismo impreciso, dato che non c'è modo di inserire
anche
capacità tattiche, ma comunque un buon modo per orientarsi.
"Quant'era il vostro livello ai tempi di Artemisia?"
"Rinoa era in coda con 7,7." sentenziò Squall
"Beh, questo chiude la storia. Se tua moglie ha ragione..."
"io ho ragione!"
"...allora non ci rimane che affidarci alla vecchia generazione per
sbarazzarci della stregaccia. Anzi, non serve neanche tutta la squadra.
Forza, Leonhart. Trasformati e via."
Squall guardò Ravenant con un misto di intolleranza e
incredulità.
"Pensavo ne avessimo già parlato: La simbiosi è
inaffidabile. E per quanto riguarda la vecchia squadra" Squall
faticò a proseguire "...hai visto Zell. Hai visto Quistis."
Ravenant si alzò. Fece qualche passo e poi tornò
a sedersi, inquieto.
"Quis starà bene. Starà benissimo. Ha combattuto
contro
Edea, ha combattuto contro Artemisia, si è presa in pieno
due
attacchi di Storm...che vuoi che siano un paio di proiettili? Due
giorni, datele due giorni...si rimetterà in piedi. Ne ha
prese
di peggio, santo cielo, che saranno mai due proiettili in
corpo? Mi
hanno lettaralmente sparato addosso tutti i giorni per dieci anni e
sono qui a ballare sulle tombe di chi l'ha fatto; vedrai che non
è niente. Non è niente. Niente."
Ravenant si fermò, stringendo i pugni. Ci mise un po' a
formulare la domanda che voleva porre.
" Poi, andiamo,
non siamo neanche sicuri che sia Artemia o come si chiama, come si fa a
spezzarsi?"
Considerando che nella sua vita aveva visto streghe, magie, esseri
immortali con cui si entrava in junction e in simbiosi,
entità
infernali, creature non morte e cloni, Squall aveva preso le parole di
Rinoa come buone e non si era fatto domande. Non le aveva capite, ma
non gli dava troppo peso.
C'era poco che potesse stupirlo. Diamine, poteva concentrare il suo
spirito combattivo attraverso il Gunblade e generare un raggio
esplosivo o un cerchio d'aria tagliante da quando aveva 17 anni. Cosa
c'era di normale in questo mondo?
Fu il turno di Laguna, che spiegò come Artemisia avesse
dovuto
accumulare un'immensa quantità di potere per riuscire nella
compressione temporale. In qualche modo, quando lei era stata spezzata
e la magia dissolta, si era trovata in mezzo a passato e futuro.
"Immaginate una linea...no, anzi, è tutto meno che una
linea...un fiume? No, questo non funziona con l'esempio che voglio
fare..."
Rinoa offrì un bicchiere d'acqua a Laguna, così
che
potesse calmarsi abbastanza da spiegare la situazione. Aveva la gamba
rigida per via del crampo che subentrava quando si sentiva sotto
pressione, e questo non facilitò il discorso.
Si alzò e fece un paio di passi. Poi la gamba gli si
paralizzò e dovette tornare a sedersi.
Squall aggrottò la fronte e cercò di mantenere
una posa dignitosa, almeno lui.
"Per riuscire nella compressione, Artemisia ha agito dal passato (il
nostro presente) e dal presente (il nostro futuro). Ha piegato
questa...sbarra! Si, sbarra! Ha piegato questa sbarra del tempo fino a
farne combaciare le estremità, ci siamo? Un momento di
passato,
presente e futuro. Ora, la magia si spezza, la linea..."
"non era una sbarra?"
"la sbarra! La sbarra si distende. Ora, finché Artemisia si
limitava a possedere un corpo dal futuro, questo non causava problemi.
Ma dopo che passato, presente e futuro si sono sovrapposti, lei ha
acquisito una corporeità nella nostra dimensione temporale,
mi
seguite? Ma la natura non accetta il vuoto. Niente si crea e niente si
distrugge, giusto? Quindi, Squall ha visto Artemisia morire dopo aver
passato i poteri ad Edea. Ma questa era l'Artemisia finita nel passato.
Nel futuro, vale a dire l'epoca in cui Artemisia è nata, si
è verificato un vuoto a forma di Artemisia. Mi state
seguendo?"
Squall vide Ravenant chinarsi verso Fujin, chiedendole sottovoce se ci
stesse capendo qualcosa. Lei scuoteva la testa. Anche Irvine aveva uno
sguardo vacuo, a guardarlo bene e Selphie ondeggiava la testa mentre
canticchiava qualcosa su novantanove palloncini rossi. Ma Laguna
interpretò il
silenzio come assenso e proseguì.
"Quindi, c'è un vuoto nel futuro. Ma la natura non
concepisce il
vuoto. Qualcosa doveva riempirlo. E straaac! Qui si verifica lo
strappo! E Artemisia si sdoppia!"
Un momento" fece Irvine " ci stai dicendo che dobbiamo lottare contro
due Artemisie?"
"nonono. Artemisia è sempre una. Credo. Cioè,
questo non lo so
neanche io. Il fatto è che Artemisia, al momento dello
strappo,
è anche finita nel futuro. Non si poteva mica lasciare un
vuoto,
vi
pare? Così una parte di lei è rimasta nel passato
ed
è morta. E una parte di lei è tornata da dove
è
venuta!"
"Un attimo" obiettò Fujin "ma non avrebbe dovuto dividersi
in
tre? Passato, presente, futuro? Se è così noi
quale
stiamo affrontando? Presente o futuro?"
Laguna disse che non ne aveva la più pallida idea. Era
ragionevole pensare che avessero a che fare con quella rimasta nel loro
presente, che adesso era il passato. Quell'Artemisia era probabilmente
rimasta sfigurata e distrutta, incapace di morire perché
incapace di trasmettere il proprio potere ma troppo debole per agire.
Probabilmente aveva vissuto nel tormento per quasi trent'anni. Poi, in
qualche modo, era riuscita a diventare abbastanza forte da poter
tornare ad agire. Forse si era ricongiunta con la parte distrutta del
futuro, trasferendo a quella parte i poteri che le rimanevano prima di
morire. Oppure era riuscita a guarire quel tanto che basta da tornare
in azione.
Aveva attaccato i SeeD, aveva cercato di uccidere quelli che avevano
sventato il suo piano già una volta. Il che poteva solo dire
che
li considerava ancora come una minaccia. Oppure che voleva vendicarsi.
Trent'anni di dolore sono un buon motivo per portare rancore.
Laguna finì la sua spiegazione, dando più domande
che risposte. Squall stesso era poco convinto.
Troppi dubbi, troppe domande. Inoltre, c'era qualcosa che non gli
tornava, ma non sapeva dire cosa.
Poi, il terremoto. O meglio, un maremoto. Oggetti che erano sugli
scaffali caddero per terra, l'intero Garden fu scosso. Luci rosse
intermittenti si accesero e, subito dopo, vi fu ancora una scossa.
(la cabina di pilotaggio...)
"Tutti su! Con me!" gridò Squall.
Vide Laguna alzarsi, ma lo fermò. Sarebbe stato solo
d'impiccio.
Presero le scale, non era prudente usare l'ascensore, e giunsero fino
alla cabina di pilotaggio. La cabina, una volta scoperta, era stata poi
coperta da una volta a cupola trasparente per proteggere il pilota
dalle interperie. Ma la cupola era stata distrutta, il pilota era per
terra, zuppo fradicio e con la gola squarciata.
Davanti al Garden si ergeva, grande quanto il Garden stesso, una
colonna d'acqua. Per quanto il mare potesse essere burrascoso, la
colonna non scemava e non s'ingrandiva. Dalla spuma iniziò a
delinearsi un profilo umano. Capelli, un naso. Poco per volta il mare
dipinse i tratti del volto e del busto.
"Artemisia." disse Irvine "Riconoscerei quelle tette ovunque."
(Irvine, comportati per l'età che hai!)
Squall sguainò il Lionheart, gli altri lo imitarono. Si
aspettavano qualcosa. Magari che parlasse, che inveisse contro di loro.
E' una cosa che i cattivi fanno sempre. Ma quel volto d'acqua rimase
fermo, silente.
BANG
Ravenant aveva imbracciato il fucile e fatto fuoco, sparando dritto in
mezzo a quegli occhi fatti d'acqua salata. E subito dopo il proiettile
esplose trasformando quella testa in una pioggia d'acqua salata che li
bagnò tutti e quella colonna d'acqua tornò in
mare.
"Boom Baby, Phalanx style!" urlò il phalanx strillando sulle
note di una nota canzone
Il mare tornò calmo.
Per qualche secondo.
Come tentacoli, decine di piccole colonne d'acqua si abbatterono sul
Garden. Non verso di loro, ma verso il garden stesso. Colpivano e
colpivano, cercando di penetrare oltre gli scudi. L'acqua, alla giusta
pressione, può tagliare il metallo.
(E' solo questione di tempo)
Squall premette il pulsante rosso su cui qualche spiritoso aveva
scritto "panic mode". Si, era la parola adatta. Avvicinò il
microfono alla bocca e urlò con quanto fiato aveva nei
polmoni
"Qui è il comandante Leonhart! Codice nero! I SeeD con ID
dispari devono proteggere i cadetti e quelli con ID pari preparino
l'evacuazione!"
"Squall! Ci sono volti nell'acqua! Corpi!" strillò Selphie.
"Qui Heartilly! Tenete a portata di mano le armi! SQUALL!"
Non c'era bisogno che lo avvisasse. Aveva già visto. Una di
queste colonne stava colpendo in prossimità dell'infermeria.
"Fujin, infermeria. Rinoa, gestisci le procedure di evacuazione. Irvine
e Marcus, aiutate dove potete. Selphie...sai ancora guidare?"
****
Avevano visto la parete piegarsi davanti ai loro occhi. Poi era
scattato l'allarme e la voce del Comandante dato l'allarme. Ci volle
poco perché arrivassero dei SeeD intenti a portare via le
barelle con i malati, scollegando tutto quello che non serviva a
tenerli in vita e portandosi dietro quanti più medicinali
possibili.
Ma la parete si piegava sempre di più, sempre di
più,
finché non si crepò. Ci furono altri colpi e
l'acqua
iniziò a entrare.
Gale si legò i capelli nuovamente dietro la testa e si tolse
la
giacca, ergendosi davanti la parete. L'acqua sembrava aver preso la
forma di lunghe dita viscide e blu che cercavano di allargare la crepa
nel muro. Presto sarebbero entrati.
"Non hai sentito?" gli urlò dietro la cugina "dobbiamo
andarcene"
"Non sono un SeeD. E non abbiamo abbastanza tempo. Non se qualunque
cosa ci sia qui dietro riesce a entrare."
Ed entrò.
Un missile d'acqua entrò, colpendo Gale in pieno petto e
gettando a terra. L'acqua iniziò ad allagare la stanza, ma
non
era l'unica cosa.
Erano alti quanto un uomo, ma deformi e viscidi, orribili nell'aspetto,
simili a come dovrebbe apparire un rospo dal visto squartato.
Uno si lanciò contro Claire, ma Gale era di nuovo in piedi e
l'intercettò con un pugno che lo dissolse, facendolo
esplodere
in una pioggia d'acqua. Ma un secondo gli fu addosso, mordendolo sulle
scapola, e poi un terzo lo afferrò per la gamba, mordendogli
il
polpaccio, e il quarto lo fece cadere per terra. Gale riuscì
a
prendere tra le mani la testa dell'ultimo che gli era saltato addosso
con l'intento di mangiargli la faccia e strinse. Strinse
finché
non gli schiacciò la testa, al che l'intero corpo
tornò
al suo naturale stato liquido.
Cid lo aiutò spezzando il collo di quello che gli mordeva la
scapola e calciando via quello che l'aveva morso al polpaccio.
I due erano in piedi, spalle contro spalle.
"artista marziale anche tu?" gli chiese Cid, che improvvisamente
provava simpatia per questo nuovo Leonhart
"Non proprio. Prendo la mira e colpisco."
Come per provarlo, abbattè uno di questi mostri mentre
questo
era intento a saltargli addosso con un destro e un altro con un
poderoso sinistro. Cid spaccò un cranio con un colpo di
taglio e
ne abbattè ancora usando il gomito. Ma continuavano a
entrare.
Per ognuno che abbattevano, tre ne prendevano il posto.
Ma le ragazze non erano rimaste con le mani in mano. Rain
creò
una pedana di ghiaccio adoperando la magia blizzaga, così da
avere un appoggio più o meno solido e tranciò in
due un
paio di quelle creature con un solo colpo. Claire faceva fuoco a
raffica, degna figlia di suo padre.
Inutile. Tutto inutile. Continuavano a entrare.
Claire aveva chiuso le porte antiesplosione per evitare di far
diffondere queste creature per il garden, ma così facendo
l'acqua non aveva più da dove uscire e arrivava
già al
ginocchio. Se quelle creature non avevano problemi a muoversi, lo
stesso non poteva dirsi per loro. Presto, si trovarono impossibilitati
a muoversi. L'acqua era alla vita, senza il supporto delle gambe i loro
attacchi perdevano intensità. Avevano formato un cerchio, ma
presto Claire avrebbe finito i colpi e anche ammettendo la
possibilità di una loro vittoria, presto non avrebbero avuto
spazio per respirare.
Gale afferrò le due ragazze per la vita e saltò
sopra un
vecchio armedio che conteneva medicinali. Cid riuscì a
raggiungerlo.
Cid e Rain lanciarono contemporaneamente due magie Thundaga e l'acqua
fece il suo lavoro, friggendo tutti i mostri nella stanza.
Potevano riprendere fiato adesso.
Ma l'acqua continuava a salire.
"Come fa l'acqua a entrare se l'infermieria è sopra il
livello del mare?" ruggì Cid
"una qualche diavoleria, sicuramente" borbottò Gale
"se Rain qui non avesse chiuso la porta dietro di noi..."
"Non mi sembra che tu abbia avuto un'idea migliore, Claire".
"per come la vedo io, abbiamo una via d'uscita soltanto"
borbottò Gale.
Prese di nuovo le due per la vita e disse a Cid di aggrapparsi a
qualcosa che non fosse la sua schiena. Poi chiuse gli occhi.
Suo padre, Storm, non era umano. O meglio, lo era solo parzialmente.
Anni e anni di abuso di quella che chiamavano Junction Simbiosi
l'avevano trasformato. E così era per il suo clone, per
quell'involucro di cui poi aveva preso possesso, anche se per poco
tempo.
Lui, Gale, era umano nel senso proprio del termine intorno al 65%.
La sua vita era stata, in gran parte, uno schifo.
Ma si era reso conto che avere un 35% di drago in sé non fa
male. Se poi il drago è un potente Guardian Force
millenario,
tanto meglio. Ai tempi delle medie aveva realizzato che nessun bullo
avrebbe osato avvicinarsi a lui, visto che poteva rompergli le tibie
con un semplice calcio.
Si avvolse in scintille rosso e oro mentre attingeva al suo 35% e poi
saltò in acqua. Dalla schiena sorsero un paio d'ali.
Scattò.
Scattò al massimo della sua velocità, infilandosi
in quel buco nella parete da cui l'acqua entrava.
Nuotò controcorrente, utilizzando solo le gambe, con tutta
la
forza dei suoi muscoli per vincere la continua spinta contraria della
corrente, colpendo di testa qualunque cose nuotasse in senso opposto.
Poteva aver percorso un metro o dieci centimetri quando fu sul punto di
cedere. Non era uno stato che poteva mantenere a lungo. Ma poi,
miracolosamente, la corrente perse intensità, solo qualche
attimo di calma, e lui riuscì a tirarli fuori.
Vide che un pezzo di Garden era stato staccato dalla furia del mare e
depositò i tre ragazzi lì prima di salire di
quota.
Tentacoli d'acqua sferzavano il Garden, ma chi era alla guida sapeva il
fatto suo, e così gli artiglieri, così il danno
veniva
minimizzato. Da quell'altezza, Gale potè vedere che quei
tentacoli si originavano da una grossa sfera luminescente.
Il tempo a sua disposizione era limitato.
Strinse le mani davanti a sé come se stesse pregando,
focalizzando tutta la sua energia nel collo. Il bruciore era
insopportabile, era come vomitare fuoco. Non poteva utilizzare questa
tecnica se non in questo stato, ma anche allora non era piacevole.
Portò le mani davanti alla bocca come se fossero un imbuto.
L'energia era al picco.
"Final Flare!"
Ruggì, scagliando una gigantesca freccia d'energia nera,
simile
alla tecnica Gungnir nell'aspetto, dritto contro quella sfera luminosa.
Si aspettava un'esplosione, ma non successe niente. La sfera
sembrò assorbire l'attacco, mutando colore e dimensione, ma
poi
si dissolse.
Quando Gale aprì gli occhi rimase abbagliato dal sole
mattutino e la prima cosa che vide fu la faccia di Cid.
"Ti prego, dimmi che non mi hai baciato."
"Spiacente. Non sei il mio tipo."
Gli dissero che era caduto. Dopo quell'attacco ("Cugino, è lo stesso
principio del Raggio Esplosivo? Con il focus di un'arma potrebbe
diventare più forte?"
) aveva perso i senti ed era finito in acqua. Cid si era tuffato,
l'aveva recuperato e portato sul relitto. Poi erano andati alla deriva,
guardando impotenti il garden sparire lontano.
Cercò di alzarsi, ma vide che era senza camicia.
Istintivamente,
cercò di coprirsi, riconoscendo solo dopo
l'inutilità del
gesto: ormai l'avevano visto.
Completamente glabro, senza un solo pelo in petto. Ma tutto il torace
era ricoperto di scaglie lucenti, di un rosso molto cupo, vicino al
nero, a eccezione di una fascia non più larga di un palmo
che
andava dallo sterno allo stomaco.
Ai suoi amici, durante la pubertà, crescevano i peli. A lui
le
scaglie. Con rammarico, notò d'aver perso gli occhiali da
sole.
Tutti adesso potevano guardarlo negli occhi, in quelle sue pupille
celesti, quasi bianche, interrotte da un'unica, serpentina, linea nera.
"figo! Quindi è questo l'aspetto che aveva tuo padre in
simbiosi? Meglio di Zell: diventa tutto rosso e peloso."
"Rain!"
"Sai che è vero, Cid."
Ovvio. Due cresciuti al Garden di Balamb, tanto non sarebbe bastato a
impressionarli.
"Dove siamo?"
Rain guardò il mare, calpestando il terreno.
"Difficile a dirsi, ma temo che la risposta sia Esthar."
"Senza telefono, soldi e scarpe" segnalò Claire
"Ma abbiamo ancora le nostre armi."
Elenco che si riassumeva in: un gunblade danneggiato dall'acqua
incapace di potenziare il colpo con lo sparo, due pistole (dieci colpi
rimasti tra le due) e i pugni di Cid. Lui, Gale, era troppo stanco per
lottare.
Con l'aiuto di Cid si rimise in piedi. Guardò lontano, ma
non
vide strade, non vide abitazioni. Meno del 2% della popolazione viveva
sulla costa, a Esthar. Per quel che ne sapevano, potevano aver davanti
giorni di cammino per trovare un centro abitato. Senza né
cibo,
né acqua.
Di andarci volando, non se ne parlava neanche. Chissà quando
avrebbe recuperato le energie.
Opzioni?
Neanche una.
"mettiamoci in marcia. Esthar diventa pericolosa quando tramonta il
sole."
***
Selphie era sempre stata la migliore alla guida. Che fosse una macchina
o un'aeronave, lei superava tutti. Ma il Garden non era manovrabile
come i mezzi a cui era abituata. Niente virate improvvise, niente
drifting o suoi equivalenti. Tutto quello che poteva fare era fuggire
alla massima velocità.
Non c'era un criterio negli attacchi che il Garden subiva. Il mare
sembrava esplodere davanti a lei, e allora una gigantesca colonna
d'acqua alta quanto il garden stesso spuntava dal nulla e cercava di
abbattersi sul Garden.
Tutto a babordo.
Tutto a tribordo.
Fuoco di artiglieria.
Vide una bocca aprirsi nell'oceano, una grande bocca pronta a
inghiottire il garden e trascinarlo in una tomba d'acqua.
Lasciò
che la corrente li portasse lì, prossimi alla rovina e
l'acqua
sommerse parte del Garden. Dopo l'onda arriva il riflusso, e lei diede
massima potenza ai motori, cosa che fece scattare il garden e che
probabilmente fece finire più di un SeeD con il culo per
terra.
Ma erano usciti fuori.
Selphie era bagnata fradicia, gli occhi le bruciavano per via della
costante esposizione all'acqua salata ma decise di non permettere a
queste piccolezze di ridurre la sua concentrazione. I suoi amici, no,
la sua famiglia, era a bordo.
Il mare sembrava non finire mai, nessuna terra su cui trovare un attimo
di pace.
Il mare, così grande.
Ma se era così grande, perché l'attacco era
così limitato?
Certo era comunque terrificante ma, vista la superficie a disposizione
era ben poco. Il che vuol dire che poteva controllare soltanto una
porzione limitata del mare. Quindi o i suoi poteri non erano abbastanza
forti o li esercitava per mezzo di ripetuti attacchi da parte di un
Guardian Force.
"Squall! Irvine! Rin! Qualcuno!"
Ma nessuno rispose. Come avrebbero potuto del resto?
Tuttavia l'aiuto arrivò, inaspettato, al largo delle coste
di
Esthar. Non sapeva chi fosse, anche se aveva l'impressione d'averlo
già visto, ma scagliò una immensa
quantità
d'energia in mezzo al mare e scoprì, per la prima volta,
quella
che sembrava essere una enorme balena. Selphie fece cavalcare le onde
al garden, rischiando quasi di ribaltarlo su un fianco. Quella che
sembrava essere una mossa suicida, però, si
rivelò il
colpo vincente.
L'anello sotto il Garden colpì quell'enorme creatura,
aprendole
uno squarcio nel fianco che quasi la tagliò in due. L'urlo
di
dolore della Balena fu assordante, da lacerare i timpani
segnò
che il colpo era davvero stato critico.
L'acqua tornò a calmarsi, Selphie potè tirare un
respiro di sollievo.
Poi, respirare diventò difficile. L'aria scappava dai
polmoni e non rientrava più.
Una lama, lucida come cristallo, l'aveva passata da parte a parte. Si
accasciò a terra.
Vide, dietro di sé, un uomo che sembra fatto interamente di
vetro viola. Quello si chinò, parlando senza aprire la bocca.
"strano. Saresti dovuta morire sul colpo."
Per tutta risposta, lei lo morse, strappandogli via un braccio fino al
gomito.
I suoi capelli erano diventati ispidi. Il naso aveva cambiato forma ,
schiacciandosi e allargandosi. L'essere di vetro la guardò.
"Fenrir. Ecco dov'era finito. Ovvio."
Selphie gli balzò addosso ululando come un lupo, ma questa
volta
l'altro era pronto e, con un pugno, la gettò di lato.
Selphie si
rimise in piedi sui quattro arti e saltò contro di lui
ancora
una volta, mirando alla gola. Ma quello ruotò su
sé
stesso e la mandò contro la parete con un calcio. Ormai
più lupo che donna, Selphie ringhiò contro
l'avversario e
si frappose tra lui e i comandi..
"Cagna maledetta. Continui a metterti in mezzo, come tutti i SeeD."
Caricò ancora una volta e, ancora una volta, venne presa a
calci. L'altro aveva perso la sua arma, e le era salito addosso,
bloccandola col peso del proprio corpo e colpendola più
volta in
volto, rapidamente e con violenza.
BANG
Un pezzo di spalla dell'uomo di vetro andò in frantumi.
BANG
il secondo colpo gli fece volare via l'altro braccio.
"Selphie! VIA!"
La SeeD rotolò su un fianco e usò le energie
residue per
saltare dietro Irvine, mentre quello sparava una granata contro il loro
nemico, disentegrandolo una volta per tutte.
***
Da un'altra parte del mondo, quell'uomo aprì gli occhi. Le
palpebre erano pesanti, come se si fosse appena svegliato da una lunga
dormita.
"Controllare un Eidolon di ghiaccio è difficile, strega."
"Non hai ancora abbastanza potere magico. Hai fatto più di
quanto mi potessi aspettare."
Lui sorrise.
Era la prima volta che lei gli faceva un complimento.
L'attacco aveva avuto successo, doveva solo verificare le
capacità della difesa. E le cose erano andate come previsto.
Erano invecchiati davvero male.
La maledizione dei GF aveva colpito.
Ecco perché i Phalanx non li utilizzavano..
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