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Autore: DiKey    05/11/2015    1 recensioni
La Saga "il leone, l'angelo ed il drago" riprende dopo vent'anni. Sono cambiate tante cose nel mondo, ormai ogni minaccia sembra essere sparita e la vecchia squadra SeeD che salvò il pianeta ormai vive di ricordi. O almeno, questo è quello che pare.
Questa storia ha una peculiarità: è interattiva. Ci saranno molti bivi, e saranno le vostre scelte a far si che la storia vada in un modo o in un altro.
Vi ho incuriosito almeno un po'?
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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final 8 Fujin non era più in servizio attivo da anni e anni, ma era ancora ben organizzata. Avevano cambiato mezzo due volte e lasciato l'ultimo a uno sfasciacarrozze suo amico che si sarebbe preoccupato di farlo sparire. Avevano rattoppato Ravenant al meglio delle loro possibilità e si erano fermati in un diner lungo l'autostrada per decidere il da farsi. Tornare a casa non era possibile. I phalanx erano nascosti e dispersi, nessuno poteva dar loro una mano.
Più Ravenant e Fujin parlavano, più si sentivano frustrati. Erano, di fatto, con le spalle al muro.
Una cameriera si avvicinò al tavolo. I due adulti chiesero solo altro caffè, ma Gale aveva in mano il menù.

"Rev, non sei più in contatto con nessuno dei vecchi amici?"

"Prendo frittelle, uova alla Benedict, con bacon e purè di patate..." iniziò Gale mentre la cameriera scriveva

"Fujin, i migliori hanno cancellato le proprie tracce. Ho qualche favore da incassare, ma nessuno è un professionista."

"...frittelle, pancakes, tanto sciroppo sopra...."

"hai già detto frittelle, bello" disse la cameriera

"Ah si? allora facciamo doppia porzione"

e mentre Gale continuava a declamare i nomi di quello che gli sembrava commestibile, Fujin chiese all'amico quali favori potesse riscuotere.

"passaporti. Equipaggiamento. Forse un passaggio in un aereo privato."

"...bistecca, con  contorno di patate fritte e al forno"

"per hyne, ragazzo! Stai ancora dando fastidio alla cameriera?"

"nessun fastidio, bell'uomo - fece la cameriera, tornando poi a rivolgersi a Gale - la bistecca ha anche l'insalata, te la porto?"

"ti sembro uno che mangia l'insalata?" gli rispose, ridendo.

Quando si fu allontanata, Fujin spiegò al colossale Phalanx che il metabolismo di Gale era particolare. Aveva bisogno di cibo, sopratutto proteine. Fino ai dieci anni era costretto a mangiare ogni due ore, giorno e notte. Ci aveva messo un po' ad allenare il corpo ad abituarsi con meno, ma non era stato indolore: una volta, dopo quella che per lui era una moderata attività fisica, aveva perso i sensi. Alla fine era riuscito a temprare il corpo, abituarlo a un differente consumo.
Ravenant lo guardò meglio. La giacca e l'ampia camicia nascondevano un fisico asciutto e definito. Gli occhiali da sole, a specchio, nascondevano lo sguardo ma lui, Phalanx esperto, poteva comunque vedere il continuo movimento degli occhi che incessamente controllavano ogni anfratto di quel posto. Le mani erano dure, callose, piene di cicatrici appena percebili. C'era più di quanto l'aspetto non rivelasse, in quel ragazzo.
Forse avrebbe dovuto pensare al futuro ma che diavolo, si disse, l'ultima volta che aveva visto Gale era un puntino in un'ecografia. Era incredibile quanto poco somigliasse al suo amico. La forma del viso, il taglio degli occhi...forse. Gli unici tratti che aveva ereditato dal lato paterno erano quelli di Laguna.

" Mi dispiace d'averti cacciato in questa storia, ragazzo."

Gale si strinse nelle spalle, aggrottando la fronte, borbottando qualcosa che suonava come "vabbè".  Ravenant cercò d'attaccar bottone un altro paio di volte, ma Gale rispondeva sempre educatamente, ma con la minor emissione di fiato possibile finché, una volta giunta la sua ordinazione, lo ignorò del tutto.

"Sicura che Quis e Claire siano al garden?"

"Tranquillo. Ho un contatto lì, sono state recuperate e sono ancora vive. Sono al largo di Fisherman Horizon."

"il Garden....ci si può fidare della gente del Garden?"

Gale quasi soffocò nel tentativo di parlare e masticare contemporaneamente

"Il Garden? Sul serio? Mio Zio è il Comandante, tua moglie una Top SeeD e ma' lavorava lì. Ammettendo che ci sia qualcuno che vuole darti la caccia e che sa che siamo insieme, non sarebbe letteralmente il primo posto dove cercare?"

"Se hai un'idea migliore, ti prego di condividerla."

"No che non ho un'idea migliore. Ho diciannove anni e da quello che so i ragazzi della mia età vanno al college, non a salvare un vecchio ottuagenario che si mette nei guai! No, non ho una cazzo di idea di quello che devo fare. E non mi piace, cazzo."

"Linguaggio! In questo modo manchi di rispetto a tua madre."

"Ah, io le mancherei di rispetto?" quasi saltò sulla sedia " hai idea del tempo che ha impiegato per trovare una vita normale? E ora è nei guai per aver perso tempo dietro un vecchio poco di buono come te! Coinvolgi una donna e suo figlio diciannovenne nei tuoi casini, ma non ti vergogni?"

Ravenant avrebbe potuto obiettare che, nel loro mondo, a diciannove anni hai tolto più vite di quante se ne possano contare. Avrebbe potuto dire che lui e solo lui era la ragione per cui Fujin e Gale avevano vissuto una vita tranquilla, fino a ora. Avrebbe potuto dire tante cose, tutte mature, tutte da adulto.
Quindi si concentrò sul punto più insignificante e strillò come un ragazzino ferito nell'orgoglio.

"Vecchio! Mi hai chiamato vecchio! Vecchio a chi? A me? Posso ancora prenderti a calci in culo da qui alla fine dei giorni!"

"Fino alla fine dei tuoi giorni? Visto l'andazzo, non è una grande minaccia!"

"Finitela! Tutti e due!" intimò Fujin, riportando l'ordine "Rav, non ti abbassare al livello di uno con meno di metà dei tuoi anni e tu Gale, non hai idea di cosa abbia fatto lui per noi; il minimo che puoi fare è chiedergli scusa."

"ma che scusa e scusa, ci ha messo nei casini..."

"Gale. Non mi ripeterò."

Il tono non ammetteva repliche. Gale bofonchiò qualcosa, ma Fujin disse di non averlo sentito e lo invitò a parlare più forte. Per tutta risposta, Gale arricciò il naso e si mise ad annusare l'aria. Sembrava in allerta.

"i due che sono appena entrati. Polvere da sparo. Almeno uno di loro ha una pistola." annusò ancora "E ha sparato da poco."

Ravenant disse che questa era la peggior scusa che avesse sentito per evitare di chiedere perdono, ma Fujin era seria: aveva imparato a fidarsi del naso di Gale. I due appena arrivati si stavano avvicinando al loro tavolo e Gale strinse forte la forchetta.
Fu un attimo.
Gale si alzò di scatto e, con un movimento quasi impossibile da seguire, conficcò la forchetta nel collo di quello che era più vicino. Il secondo fece un balzo indietro, tirò fuori una pistola e sparò tre colpi al petto di Gale, che cadde in ginocchio, prima di mettere sotto tiro Ravenant.
Forse era davvero vecchio. Non aveva capito niente di quello che era successo, ma ora c'era un tizio a terra con una forchetta nel collo, c'era Gale in ginocchio e lui aveva una pistola puntata addosso. Ma la cosa che lo stupì di più fu vedere Gale rialzarsi, anche se con fatica. Sudava e digrignava i denti.

"mI hAi FatTo MaLe, sTroNzO."

Il pugno che Gale sferrò a quello che aveva la pistola in mano fu sufficiente a scaraventarlo contro il muro dal lato opposto al loro. Gale era vivo, ma il suo volto era deformato dal dolore, solchi e linee non umane fecero la loro comparsa sul viso. Fujin gli andò subito vicino, ma fece segno di star bene.

"una pallottola ha perforato una scaglia ed è arrivata al muscolo." disse alla madre, prima di chinarsi su quello che aveva steso usando una forchetta e frugargli in tasca. Tirò fuori un mazzo di chiavi e lo passò a Ravenant che lo prese al volo, dimostrando (a sé stesso, più che altro) che aveva ancora buoni riflessi.
Gale gli prese anche il portafoglio e lo vuotò sul tavolo.

"Resto mancia" riuscì a dire, con fatica, alla cameriera.

Ravenant avrebbe voluto interrogare quello che Gale aveva mandato KO, ma Fujin e figlio non erano d'accordo. Era solo un mercenario, non aveva informazioni utili. Uscirono nel parcheggio e trovarono la macchina dei due. Gale camminava tenendosi il petto, ma fu comunque il più rapido e si sedette sul sedile posteriore. Ravenant lo vide estrarsi un proiettile dal petto

"Mamma, avevi ragione. Con i Phalanx non ci si annoia mai."

***

"schifoso, figlio di...."

Non appena gli avevano dato la notizia, era andato su tutte le furie. Aveva ingaggiato un gruppo di quelli che riteneva fossero professionisti con l'obiettivo di uccidere la Trepe e suo marito. Ma la Trepe era fuggita e il phalanx era vivo perchè i suoi dipendenti, grandissimi idioti, avevano un conto in sospeso con i Phalanx e volevano ottenere quante più informazioni possibili.
Non era per questo che li aveva pagati.
Non ci aveva visto più.
Gli aveva spaccato un bicchiere in testa e l'aveva messo con le spalle al muro e l'aveva colpito in faccia con una serie di pugni. Quello aveva provato a reagire e, tirato fuori un coltello, l'aveva ferito al braccio. Ma lui, lui neanche l'aveva sentito. L'aveva continuato a colpire in testa, allo stomaco, ovunque, finché non l'aveva atterrato. E non era ancora soddisfatto. Non si potevano contare quanti calci gli avesse sferrato mentre quello era a terra. E, non soddisfatto, continuava a infierire sbattendogli il cranio contro il pavimento. Una volta, due, tre...finché non fu più possibile tenere il conto. Sangue e materia cerebrale erano ovunque.
Lei l'aveva trovato divertente.

"basta. Gli hai fatto a pezzi il cranio. E' morto."

La voce femminile lo riportò alla ragione. Si guardò le mani come se si fosse appena reso conto di quanto aveva fatto. Non aveva mai perso il controllo in questo modo e la cosa lo spaventò

"Cosa diavolo mi sta succedendo?"

"E' una buona cosa. Stai assumendo i tratti del tuo Guardian Force. La feralità...e la forza."

Era vero. I danni che gli aveva arrecato erano spaventosi. La paura si tramutò in orgoglio: orgoglio per la sua nuova, impressionante, forza fisica. Aprì il lavandino e si lavò le mani, cercando di togliere quanto più sangue possibile. Guardò il cadavere per terra e lo indicò con la testa, chiedendo alla sua compagna se le servisse a qualcosa

"no. non ha sufficiente potere magico"

Sbuffando, lui chiuse il lavandino e tirò fuori un sacco della spazzatura nero e lucido. Valutò che gliene sarebbero serviti altri quattro come quello, almeno.

"Adesso dove li troviamo?"

"Garden di Balamb. Saranno tutti lì."

"Al garden? Sei seria? Non è letteralmente il primo posto in cui li si andrebbe a cercare? Sono stupidi loro o prendono per stupidi noi?"

Lei non si sbagliava. Poteva percepire anche a quella distanza il potere della strega Rinoa. Poteva percepirlo perché in quel potere, così vasto, così grande, c'era anche un frammento del suo. Un potere così vasto, sprecato. Questo le faceva rabbia più di ogni altra cosa. Poteva accettare la sconfitta. Poteva accettare il dolore di vivere spezzata, incapace di ricongiungersi. Ma che tutto quel potere venisse sprecato, questo le faceva rabbia.

"Sono al Garden. Si riuniscono intorno al potere della strega. Il loro istinto li porta a considerarlo il posto più sicuro."

dopo aver preso abbastanza sacchi neri, lui tirò fuori un'accetta.

"Beh, è il posto più sicuro. Tutti lì, insieme, circondati da SeeD e phalanx. Non li possiamo toccare."

"Su due di loro aleggia già l'ombra della morte. Gli altri sono invecchiati, sono deboli. Solo la strega ha ancora il suo potere."

"Oookeeey...immagino che non mi dirai come fai a saperlo, ma il problema rimane. Non posso certo inviare una squadra. Però...che dici se io e Tiamat ci facciamo un giro?"

"No. Attaccarli direttamente non funzionerà. La loro forza congiunta ti annienterebbe.
Non sei pronto."

Mentre parlavano, lui si occupava del corpo. Sapeva dove colpire, quindi non impiegò più di un minuto del necessario. Discussero a lungo di quale strategia adottare, considerando quale eccellente strumento di difesa fosse il garden. Eppure, quella sarebbe stata la loro rovina.

****

(oh.)

Era tutto quello che Rain riusciva a pensare. Tempest fu molto più affettuoso e, quando Squall gli presentò Gale come suo cugino, gli strinse forte la mano e gli diede ufficialmente il benvenuto nella famiglia.
Suo padre, Squall, sembrava essere imbarazzato e confuso e poteva capire perché. Si era visto spuntar davanti Fujin, che aveva creduto morta, con il figlio di suo fratello, di cui ignorava l'esistenza. La scena era stata strana. Squall era rimasto in silenzio per due minuti buoni prima di dire "ah, va bene". E basta. Non aveva detto altro. Persino Rain si era sentita in imbarazzo per lui. Squall non rivolse la parola al ragazzo prima di altri dieci minuti e, anche allora, gli chiese solo quale fosse il suo nome. Per la terza volta. Poi, con la coda dell'occhio, l'aveva vista e glielo aveva affibbiato. Fagli fare un giro del Garden, aveva detto. In realtà era solo per prendere tempo. I grandi dovevano parlare (e suo padre doveva digerire la cosa). Tempest era con loro ma fu convocato nella stanza dei bottoni.
Quindi Claire si ritrovò a fare da guida al suo cugino dall'aspetto stramboide. Portava occhiali da sole al chiuso, aveva la barba nera ma i capelli argentati come Fujin e indossava un orribile giacca viola.

"Questo è il centro addestramento. Qui i cadetti si allenano. Quindi....tu sei il figlio di Storm, giusto?"

"Così pare."

"E dimmi, com'era tuo padre?"

Gale le sorrise mentre le ricordava, pacatamente, di come suo padre fosse morto poco dopo il suo concepimento. Questo, aveva detto, non aveva aiutato il loro rapporto.

(stupida, stupida, stupida!)

"eer....allora, lì c'è la biblioteca. Possiamo affermare che la biblioteca del Garden di Balamb vanti la maggiore..."

"Non che non apprezzi lo sforzo, Rain, ma possiamo lasciar perdere il giro turistico.
Voi che fate per divertirvi qui?"

La domanda la prese in contropiede. Se, come le era stato detto, questa era la prima esperienza in un garden, allora probabilmente non sapeva che gli studenti non avevano modo di divertirsi finché stavano lì dentro.

"Beh..questa è principalmente un'accedemia militare, quindi non c'è granché da fare...magari, quando si è terra, si va in città, ma bisogna comunque rispettare il coprifuoco..."

Gale fece "uhm-uhm" e le girò attorno un paio di volte, osservandola. La indicò con l'indice della mano destra dicendo poi, con tono assolutamente piatto

"decisamente non vergine."

Rain sentì la faccia diventarle di venti tonalità di rosso differenti. Sulla faccia di Gale si disegnò un sorriso che andava da orecchio a orecchio

"C'ho azzeccato. Allora avete modo di divertirvi qua dentro. O vuoi dirmi che fate tutto entro il coprifuoco?"

Forse era il tono. Forse era l'argomento. Non sapeva cosa l'avesse fatta scattare. Quello che sapeva era che LO ODIAVA.

"BRUTTO MANIACO!"

e giù una sberla di quelle che rimangono impresse nella storia. Ma l'unico risultato che ottenne fu un leggero rossore sulla guancia di Gale e una rapida visita in infermeria per sé.

"Ecco, avrei dovuto dirtelo. Il mio corpo è differente. La prossima volta non schiaffegiarmi a mani nude, cugina."

L'infermiere di turno le disse che non si era fatta nulla e li congedò. Ma una volta usciti da lì, lui non poté esimersi dal commentare

"Bene. Adesso abbiamo visto l'infermeria. Che ci rimane da visitare? Ho sentito che i panini della mensa sono leggendari."

(ah-ah! Che umorismo! Molto divertente!)

Decise di fare la matura e non rispose. Ma quello, evidentemente insoddisfatto dalla reazione, decise di rincarare la dose.

"Già che siamo qui, facciamo il rifornimento di pillole anticoncezionali? Hai l'aria di una a cui servono."

(ok, tu non sei un maniaco. Sei semplicemente stronzo.)

Stava per rispondere per le rime, quando Cid la chiamò dal corridoio. L'amico le corse incontro e le prese la mano bendata, chiedendole che cosa le fosse successo e guardando Gale con sospetto.

"Ho dato uno schiaffo a quest'imbecille" rispose lei " e mi sono quasi rotta una mano. Ha una mandibola d'acciaio."

Cid non sembrava convinto, continuava a guardare Gale come se sospettasse che le avesse fatto male di proposito. Era sempre stato iperprotettivo con lei. Forse troppo. Quindi era meglio evitare problemi.

"Gale, lui è Cid Dincht"

Gale tese la mano

"Piacere io sono Gale...." s'interruppe e la guardò "tuo padre usa il cognome Leonhart vero?" lei fece segno di si "allora credo che sia anche il mio. Gale Leonhart."

"Leonhart...nel senso di Leonhart come Squall? Leonhart-Leonhart? Leonhart come Squall Leonhart?"

"Whoa. Mai sentito dire Leonhart tante volte in una frase. Punti al record?" ironizzò il caustico Gale

"E' il figlio di mio zio, Storm..."

"Oh! Storm ha un figlio?"

(ecco! ora ci siamo tutti!)

Claire si era allontanata per prendere un caffè e non aveva potuto fare a meno di rimanere incuriosita. Si avvicinò a Gale porgendogli la mano ma lui, invece di stringerla, eseguì un cavalleresco baciamano.

"Tu devi essere Claire Lintres, la figlia di Marcus. Ti riconosco dalle parole di tuo padre. Lasciatelo dire, pensavo che esagerasse, invece sei molto più bella di come ti descrive. Mai, prima di ora, avevo pensato che il termine "angelico" potesse applicarsi davvero a una persona!"

(bleah!)

"Dimmi, Gale, questo trucco funziona?" gli chiese Claire

"Sta funzionando?"

"No." rispose freddamente Claire

"Allora funziona sette volte su dieci."

Rain non disse niente, ma il pensiero che un trucco così potesse funzionare davvero la fece vergognare nel profondo. La cosa non sfuggì a Gale che non si lasciò sfuggire l'occasione di piazzare un'altra stilettata velonosa.

"A volte basta anche meno impegno, vero cugina?"

Dei, come lo odiava.

****

Forse era stato quello che avevano in comune: erano ragazzi della stessa età, tutti con genitori "importanti" che in un modo o nell'altro avevano segnato la loro infanzia. Era inevitabile che facessero gruppo. O, almeno, questo era quello che Squall pensava, guardando dalle telecamere di sorveglienza sua figlia, suo nipote, Cid e Claire tutti insieme. Ma, visto che questo era il suo pensiero, sapeva di poter sbagliare. Lo stesso Squall non era mai stato veramente un ragazzo: è sempre stato un uomo maturo col peso del mondo sulle spalle che, per un periodo, ha avuto un corpo giovane.

"Che ne pensi, quali sono i risultati?" gli disse Ravenant avvicinandosi allo schermo

Nel momento in cui si arrivava al Garden si veniva sottoposti a una magia scan. I soggetti normalmente non se ne accorgevano neanche, dato che lo scan è innocuo e serve solo a recuperare informazioni. Eppure Gale si era messo in posa quando era arrivato, una di quelle pose da supereroe dei fumetti, come se sapesse e li stesse prendendo in giro. A parte questo, i risultati dello scan erano quelli che ci si aspettava.

"Gale è in testa, ma il suo Lv/Thr è solo 5,2. Mia figlia e Cid sono dietro con 4,6 e Claire è appena 2,1."

Level/Threat, livello/minaccia. Si valutavano le capacità fisiche e paramagiche, e un algoritmo assegnava loro un livello. Meccanismo impreciso, dato che non c'è modo di inserire anche capacità tattiche, ma comunque un buon modo per orientarsi.

"Quant'era il vostro livello ai tempi di Artemisia?"

"Rinoa era in coda con 7,7." sentenziò Squall

"Beh, questo chiude la storia. Se tua moglie ha ragione..."

"io ho ragione!"

"...allora non ci rimane che affidarci alla vecchia generazione per sbarazzarci della stregaccia. Anzi, non serve neanche tutta la squadra.
Forza, Leonhart. Trasformati e via."

Squall guardò Ravenant con un misto di intolleranza e incredulità.

"Pensavo ne avessimo già parlato: La simbiosi è inaffidabile. E per quanto riguarda la vecchia squadra" Squall faticò a proseguire "...hai visto Zell. Hai visto Quistis."

Ravenant si alzò. Fece qualche passo e poi tornò a sedersi, inquieto.

"Quis starà bene. Starà benissimo. Ha combattuto contro Edea, ha combattuto contro Artemisia, si è presa in pieno due attacchi di Storm...che vuoi che siano un paio di proiettili? Due giorni, datele due giorni...si rimetterà in piedi. Ne ha prese di peggio, santo cielo, che saranno mai due proiettili in corpo? Mi hanno lettaralmente sparato addosso tutti i giorni per dieci anni e sono qui a ballare sulle tombe di chi l'ha fatto; vedrai che non è niente. Non è niente. Niente."

Ravenant si fermò, stringendo i pugni. Ci mise un po' a formulare la domanda che voleva porre.

" Poi, andiamo, non siamo neanche sicuri che sia Artemia o come si chiama, come si fa a spezzarsi?"

Considerando che nella sua vita aveva visto streghe, magie, esseri immortali con cui si entrava in junction e in simbiosi, entità infernali, creature non morte e cloni, Squall aveva preso le parole di Rinoa come buone e non si era fatto domande. Non le aveva capite, ma non gli dava troppo peso. C'era poco che potesse stupirlo. Diamine, poteva concentrare il suo spirito combattivo attraverso il Gunblade e generare un raggio esplosivo o un cerchio d'aria tagliante da quando aveva 17 anni. Cosa c'era di normale in questo mondo?
Fu il turno di Laguna, che spiegò come Artemisia avesse dovuto accumulare un'immensa quantità di potere per riuscire nella compressione temporale. In qualche modo, quando lei era stata spezzata e la magia dissolta, si era trovata in mezzo a passato e futuro.

"Immaginate una linea...no, anzi, è tutto meno che una linea...un fiume? No, questo non funziona con l'esempio che voglio fare..."

Rinoa offrì un bicchiere d'acqua a Laguna, così che potesse calmarsi abbastanza da spiegare la situazione. Aveva la gamba rigida per via del crampo che subentrava quando si sentiva sotto pressione, e questo non facilitò il discorso.
Si alzò e fece un paio di passi. Poi la gamba gli si paralizzò e dovette tornare a sedersi.
Squall aggrottò la fronte e cercò di mantenere una posa dignitosa, almeno lui.

"Per riuscire nella compressione, Artemisia ha agito dal passato (il nostro presente) e dal presente (il nostro futuro). Ha piegato questa...sbarra! Si, sbarra! Ha piegato questa sbarra del tempo fino a farne combaciare le estremità, ci siamo? Un momento di passato, presente e futuro. Ora, la magia si spezza, la linea..."

"non era una sbarra?"

"la sbarra! La sbarra si distende. Ora, finché Artemisia si limitava a possedere un corpo dal futuro, questo non causava problemi. Ma dopo che passato, presente e futuro si sono sovrapposti, lei ha acquisito una corporeità nella nostra dimensione temporale, mi seguite? Ma la natura non accetta il vuoto. Niente si crea e niente si distrugge, giusto? Quindi, Squall ha visto Artemisia morire dopo aver passato i poteri ad Edea. Ma questa era l'Artemisia finita nel passato. Nel futuro, vale a dire l'epoca in cui Artemisia è nata, si è verificato un vuoto a forma di Artemisia. Mi state seguendo?"

Squall vide Ravenant chinarsi verso Fujin, chiedendole sottovoce se ci stesse capendo qualcosa. Lei scuoteva la testa. Anche Irvine aveva uno sguardo vacuo, a guardarlo bene e Selphie ondeggiava la testa mentre canticchiava qualcosa su novantanove palloncini rossi. Ma Laguna interpretò il silenzio come assenso e proseguì.

"Quindi, c'è un vuoto nel futuro. Ma la natura non concepisce il vuoto. Qualcosa doveva riempirlo. E straaac! Qui si verifica lo strappo! E Artemisia si sdoppia!"

Un momento" fece Irvine " ci stai dicendo che dobbiamo lottare contro due Artemisie?"

"nonono. Artemisia è sempre una. Credo. Cioè, questo non lo so neanche io. Il fatto è che Artemisia, al momento dello strappo, è anche finita nel futuro. Non si poteva mica lasciare un vuoto, vi pare? Così una parte di lei è rimasta nel passato ed è morta. E una parte di lei è tornata da dove è venuta!"

"Un attimo" obiettò Fujin "ma non avrebbe dovuto dividersi in tre? Passato, presente, futuro? Se è così noi quale stiamo affrontando? Presente o futuro?"

Laguna disse che non ne aveva la più pallida idea. Era ragionevole pensare che avessero a che fare con quella rimasta nel loro presente, che adesso era il passato. Quell'Artemisia era probabilmente rimasta sfigurata e distrutta, incapace di morire perché incapace di trasmettere il proprio potere ma troppo debole per agire. Probabilmente aveva vissuto nel tormento per quasi trent'anni. Poi, in qualche modo, era riuscita a diventare abbastanza forte da poter tornare ad agire. Forse si era ricongiunta con la parte distrutta del futuro, trasferendo a quella parte i poteri che le rimanevano prima di morire. Oppure era riuscita a guarire quel tanto che basta da tornare in azione.
Aveva attaccato i SeeD, aveva cercato di uccidere quelli che avevano sventato il suo piano già una volta. Il che poteva solo dire che li considerava ancora come una minaccia. Oppure che voleva vendicarsi. Trent'anni di dolore sono un buon motivo per portare rancore.
Laguna finì la sua spiegazione, dando più domande che risposte. Squall stesso era poco convinto.
Troppi dubbi, troppe domande. Inoltre, c'era qualcosa che non gli tornava, ma non sapeva dire cosa.

Poi, il terremoto. O meglio, un maremoto. Oggetti che erano sugli scaffali caddero per terra, l'intero Garden fu scosso. Luci rosse intermittenti si accesero e, subito dopo, vi fu ancora una scossa.

(la cabina di pilotaggio...)

"Tutti su! Con me!" gridò Squall.

Vide Laguna alzarsi, ma lo fermò. Sarebbe stato solo d'impiccio. Presero le scale, non era prudente usare l'ascensore, e giunsero fino alla cabina di pilotaggio. La cabina, una volta scoperta, era stata poi coperta da una volta a cupola trasparente per proteggere il pilota dalle interperie. Ma la cupola era stata distrutta, il pilota era per terra, zuppo fradicio e con la gola squarciata.
Davanti al Garden si ergeva, grande quanto il Garden stesso, una colonna d'acqua. Per quanto il mare potesse essere burrascoso, la colonna non scemava e non s'ingrandiva. Dalla spuma iniziò a delinearsi un profilo umano. Capelli, un naso. Poco per volta il mare dipinse i tratti del volto e del busto.

"Artemisia." disse Irvine "Riconoscerei quelle tette ovunque."

(Irvine, comportati per l'età che hai!)

Squall sguainò il Lionheart, gli altri lo imitarono. Si aspettavano qualcosa. Magari che parlasse, che inveisse contro di loro. E' una cosa che i cattivi fanno sempre. Ma quel volto d'acqua rimase fermo, silente.

BANG

Ravenant aveva imbracciato il fucile e fatto fuoco, sparando dritto in mezzo a quegli occhi fatti d'acqua salata. E subito dopo il proiettile esplose trasformando quella testa in una pioggia d'acqua salata che li bagnò tutti e quella colonna d'acqua tornò in mare.

"Boom Baby, Phalanx style!" urlò il phalanx strillando sulle note di una nota canzone

Il mare tornò calmo.
Per qualche secondo.
Come tentacoli, decine di piccole colonne d'acqua si abbatterono sul Garden. Non verso di loro, ma verso il garden stesso. Colpivano e colpivano, cercando di penetrare oltre gli scudi. L'acqua, alla giusta pressione, può tagliare il metallo.

(E' solo questione di tempo)

Squall premette il pulsante rosso su cui qualche spiritoso aveva scritto "panic mode". Si, era la parola adatta. Avvicinò il microfono alla bocca e urlò con quanto fiato aveva nei polmoni

"Qui è il comandante Leonhart! Codice nero! I SeeD con ID dispari devono proteggere i cadetti e quelli con ID pari preparino l'evacuazione!"

"Squall! Ci sono volti nell'acqua! Corpi!" strillò Selphie.

"Qui Heartilly! Tenete a portata di mano le armi! SQUALL!"

Non c'era bisogno che lo avvisasse. Aveva già visto. Una di queste colonne stava colpendo in prossimità dell'infermeria.

"Fujin, infermeria. Rinoa, gestisci le procedure di evacuazione. Irvine e Marcus, aiutate dove potete. Selphie...sai ancora guidare?"

****

Avevano visto la parete piegarsi davanti ai loro occhi. Poi era scattato l'allarme e la voce del Comandante dato l'allarme. Ci volle poco perché arrivassero dei SeeD intenti a portare via le barelle con i malati, scollegando tutto quello che non serviva a tenerli in vita e portandosi dietro quanti più medicinali possibili.
Ma la parete si piegava sempre di più, sempre di più, finché non si crepò. Ci furono altri colpi e l'acqua iniziò a entrare.
Gale si legò i capelli nuovamente dietro la testa e si tolse la giacca, ergendosi davanti la parete. L'acqua sembrava aver preso la forma di lunghe dita viscide e blu che cercavano di allargare la crepa nel muro. Presto sarebbero entrati.

"Non hai sentito?" gli urlò dietro la cugina "dobbiamo andarcene"

"Non sono un SeeD. E non abbiamo abbastanza tempo. Non se qualunque cosa ci sia qui dietro riesce a entrare."

Ed entrò.
Un missile d'acqua entrò, colpendo Gale in pieno petto e gettando a terra. L'acqua iniziò ad allagare la stanza, ma non era l'unica cosa.
Erano alti quanto un uomo, ma deformi e viscidi, orribili nell'aspetto, simili a come dovrebbe apparire un rospo dal visto squartato.
Uno si lanciò contro Claire, ma Gale era di nuovo in piedi e l'intercettò con un pugno che lo dissolse, facendolo esplodere in una pioggia d'acqua. Ma un secondo gli fu addosso, mordendolo sulle scapola, e poi un terzo lo afferrò per la gamba, mordendogli il polpaccio, e il quarto lo fece cadere per terra. Gale riuscì a prendere tra le mani la testa dell'ultimo che gli era saltato addosso con l'intento di mangiargli la faccia e strinse. Strinse finché non gli schiacciò la testa, al che l'intero corpo tornò al suo naturale stato liquido.
Cid lo aiutò spezzando il collo di quello che gli mordeva la scapola e calciando via quello che l'aveva morso al polpaccio.
I due erano in piedi, spalle contro spalle.

"artista marziale anche tu?" gli chiese Cid, che improvvisamente provava simpatia per questo nuovo Leonhart

"Non proprio. Prendo la mira e colpisco."

Come per provarlo, abbattè uno di questi mostri mentre questo era intento a saltargli addosso con un destro e un altro con un poderoso sinistro. Cid spaccò un cranio con un colpo di taglio e ne abbattè ancora usando il gomito. Ma continuavano a entrare. Per ognuno che abbattevano, tre ne prendevano il posto.
Ma le ragazze non erano rimaste con le mani in mano. Rain creò una pedana di ghiaccio adoperando la magia blizzaga, così da avere un appoggio più o meno solido e tranciò in due un paio di quelle creature con un solo colpo. Claire faceva fuoco a raffica, degna figlia di suo padre.
Inutile. Tutto inutile. Continuavano a entrare.
Claire aveva chiuso le porte antiesplosione per evitare di far diffondere queste creature per il garden, ma così facendo l'acqua non aveva più da dove uscire e arrivava già al ginocchio. Se quelle creature non avevano problemi a muoversi, lo stesso non poteva dirsi per loro. Presto, si trovarono impossibilitati a muoversi. L'acqua era alla vita, senza il supporto delle gambe i loro attacchi perdevano intensità. Avevano formato un cerchio, ma presto Claire avrebbe finito i colpi e anche ammettendo la possibilità di una loro vittoria, presto non avrebbero avuto spazio per respirare.
Gale afferrò le due ragazze per la vita e saltò sopra un vecchio armedio che conteneva medicinali. Cid riuscì a raggiungerlo.
Cid e Rain lanciarono contemporaneamente due magie Thundaga e l'acqua fece il suo lavoro, friggendo tutti i mostri nella stanza.
Potevano riprendere fiato adesso.
Ma l'acqua continuava a salire.

"Come fa l'acqua a entrare se l'infermieria è sopra il livello del mare?" ruggì Cid

"una qualche diavoleria, sicuramente" borbottò Gale

"se Rain qui non avesse chiuso la porta dietro di noi..."

"Non mi sembra che tu abbia avuto un'idea migliore, Claire".

"per come la vedo io, abbiamo una via d'uscita soltanto" borbottò Gale.

Prese di nuovo le due per la vita e disse a Cid di aggrapparsi a qualcosa che non fosse la sua schiena. Poi chiuse gli occhi.
Suo padre, Storm, non era umano. O meglio, lo era solo parzialmente.
Anni e anni di abuso di quella che chiamavano Junction Simbiosi l'avevano trasformato. E così era per il suo clone, per quell'involucro di cui poi aveva preso possesso, anche se per poco tempo.
Lui, Gale, era umano nel senso proprio del termine intorno al 65%.
La sua vita era stata, in gran parte, uno schifo.
Ma si era reso conto che avere un 35% di drago in sé non fa male. Se poi il drago è un potente Guardian Force millenario, tanto meglio. Ai tempi delle medie aveva realizzato che nessun bullo avrebbe osato avvicinarsi a lui, visto che poteva rompergli le tibie con un semplice calcio.
Si avvolse in scintille rosso e oro mentre attingeva al suo 35% e poi saltò in acqua. Dalla schiena sorsero un paio d'ali.
Scattò.
Scattò al massimo della sua velocità, infilandosi in quel buco nella parete da cui l'acqua entrava.
Nuotò controcorrente, utilizzando solo le gambe, con tutta la forza dei suoi muscoli per vincere la continua spinta contraria della corrente, colpendo di testa qualunque cose nuotasse in senso opposto. Poteva aver percorso un metro o dieci centimetri quando fu sul punto di cedere. Non era uno stato che poteva mantenere a lungo. Ma poi, miracolosamente, la corrente perse intensità, solo qualche attimo di calma, e lui riuscì a tirarli fuori.
Vide che un pezzo di Garden era stato staccato dalla furia del mare e depositò i tre ragazzi lì prima di salire di quota.
Tentacoli d'acqua sferzavano il Garden, ma chi era alla guida sapeva il fatto suo, e così gli artiglieri, così il danno veniva minimizzato. Da quell'altezza, Gale potè vedere che quei tentacoli si originavano da una grossa sfera luminescente.
Il tempo a sua disposizione era limitato.
Strinse le mani davanti a sé come se stesse pregando, focalizzando tutta la sua energia nel collo. Il bruciore era insopportabile, era come vomitare fuoco. Non poteva utilizzare questa tecnica se non in questo stato, ma anche allora non era piacevole.
Portò le mani davanti alla bocca come se fossero un imbuto. L'energia era al picco.

"Final Flare!"

Ruggì, scagliando una gigantesca freccia d'energia nera, simile alla tecnica Gungnir nell'aspetto, dritto contro quella sfera luminosa.
Si aspettava un'esplosione, ma non successe niente. La sfera sembrò assorbire l'attacco, mutando colore e dimensione, ma poi si dissolse.

Quando Gale aprì gli occhi rimase abbagliato dal sole mattutino e la prima cosa che vide fu la faccia di Cid.

"Ti prego, dimmi che non mi hai baciato."

"Spiacente. Non sei il mio tipo."

Gli dissero che era caduto. Dopo quell'attacco ("Cugino, è lo stesso principio del Raggio Esplosivo? Con il focus di un'arma potrebbe diventare più forte?" ) aveva perso i senti ed era finito in acqua. Cid si era tuffato, l'aveva recuperato e portato sul relitto. Poi erano andati alla deriva, guardando impotenti il garden sparire lontano.
Cercò di alzarsi, ma vide che era senza camicia. Istintivamente, cercò di coprirsi, riconoscendo solo dopo l'inutilità del gesto: ormai l'avevano visto.
Completamente glabro, senza un solo pelo in petto. Ma tutto il torace era ricoperto di scaglie lucenti, di un rosso molto cupo, vicino al nero, a eccezione di una fascia non più larga di un palmo che andava dallo sterno allo stomaco.
Ai suoi amici, durante la pubertà, crescevano i peli. A lui le scaglie. Con rammarico, notò d'aver perso gli occhiali da sole. Tutti adesso potevano guardarlo negli occhi, in quelle sue pupille celesti, quasi bianche, interrotte da un'unica, serpentina, linea nera.

"figo! Quindi è questo l'aspetto che aveva tuo padre in simbiosi? Meglio di Zell: diventa tutto rosso e peloso."

"Rain!"

"Sai che è vero, Cid."

Ovvio. Due cresciuti al Garden di Balamb, tanto non sarebbe bastato a impressionarli.

"Dove siamo?"

Rain guardò il mare, calpestando il terreno.

"Difficile a dirsi, ma temo che la risposta sia Esthar."

"Senza telefono, soldi e scarpe" segnalò Claire

"Ma abbiamo ancora le nostre armi."

Elenco che si riassumeva in: un gunblade danneggiato dall'acqua incapace di potenziare il colpo con lo sparo, due pistole (dieci colpi rimasti tra le due) e i pugni di Cid. Lui, Gale, era troppo stanco per lottare.
Con l'aiuto di Cid si rimise in piedi. Guardò lontano, ma non vide strade, non vide abitazioni. Meno del 2% della popolazione viveva sulla costa, a Esthar. Per quel che ne sapevano, potevano aver davanti giorni di cammino per trovare un centro abitato. Senza né cibo, né acqua.
Di andarci volando, non se ne parlava neanche. Chissà quando avrebbe recuperato le energie.
Opzioni?
Neanche una.

"mettiamoci in marcia. Esthar diventa pericolosa quando tramonta il sole."

***

Selphie era sempre stata la migliore alla guida. Che fosse una macchina o un'aeronave, lei superava tutti. Ma il Garden non era manovrabile come i mezzi a cui era abituata. Niente virate improvvise, niente drifting o suoi equivalenti. Tutto quello che poteva fare era fuggire alla massima velocità.
Non c'era un criterio negli attacchi che il Garden subiva. Il mare sembrava esplodere davanti a lei, e allora una gigantesca colonna d'acqua alta quanto il garden stesso spuntava dal nulla e cercava di abbattersi sul Garden.
Tutto a babordo.
Tutto a tribordo.
Fuoco di artiglieria.
Vide una bocca aprirsi nell'oceano, una grande bocca pronta a inghiottire il garden e trascinarlo in una tomba d'acqua. Lasciò che la corrente li portasse lì, prossimi alla rovina e l'acqua sommerse parte del Garden. Dopo l'onda arriva il riflusso, e lei diede massima potenza ai motori, cosa che fece scattare il garden e che probabilmente fece finire più di un SeeD con il culo per terra. Ma erano usciti fuori.
Selphie era bagnata fradicia, gli occhi le bruciavano per via della costante esposizione all'acqua salata ma decise di non permettere a queste piccolezze di ridurre la sua concentrazione. I suoi amici, no, la sua famiglia, era a bordo.
Il mare sembrava non finire mai, nessuna terra su cui trovare un attimo di pace.
Il mare, così grande.
Ma se era così grande, perché l'attacco era così limitato?
Certo era comunque terrificante ma, vista la superficie a disposizione era ben poco. Il che vuol dire che poteva controllare soltanto una porzione limitata del mare. Quindi o i suoi poteri non erano abbastanza forti o li esercitava per mezzo di ripetuti attacchi da parte di un Guardian Force.

"Squall! Irvine! Rin! Qualcuno!"

Ma nessuno rispose. Come avrebbero potuto del resto?
Tuttavia l'aiuto arrivò, inaspettato, al largo delle coste di Esthar. Non sapeva chi fosse, anche se aveva l'impressione d'averlo già visto, ma scagliò una immensa quantità d'energia in mezzo al mare e scoprì, per la prima volta, quella che sembrava essere una enorme balena. Selphie fece cavalcare le onde al garden, rischiando quasi di ribaltarlo su un fianco. Quella che sembrava essere una mossa suicida, però, si rivelò il colpo vincente.
L'anello sotto il Garden colpì quell'enorme creatura, aprendole uno squarcio nel fianco che quasi la tagliò in due. L'urlo di dolore della Balena fu assordante, da lacerare i timpani segnò che il colpo era davvero stato critico.
L'acqua tornò a calmarsi, Selphie potè tirare un respiro di sollievo.

Poi, respirare diventò difficile. L'aria scappava dai polmoni e non rientrava più.
Una lama, lucida come cristallo, l'aveva passata da parte a parte. Si accasciò a terra.
Vide, dietro di sé, un uomo che sembra fatto interamente di vetro viola. Quello si chinò, parlando senza aprire la bocca.

"strano. Saresti dovuta morire sul colpo."

Per tutta risposta, lei lo morse, strappandogli via un braccio fino al gomito.
I suoi capelli erano diventati ispidi. Il naso aveva cambiato forma , schiacciandosi e allargandosi. L'essere di vetro la guardò.

"Fenrir. Ecco dov'era finito. Ovvio."

Selphie gli balzò addosso ululando come un lupo, ma questa volta l'altro era pronto e, con un pugno, la gettò di lato. Selphie si rimise in piedi sui quattro arti e saltò contro di lui ancora una volta, mirando alla gola. Ma quello ruotò su sé stesso e la mandò contro la parete con un calcio. Ormai più lupo che donna, Selphie ringhiò contro l'avversario e si frappose tra lui e i comandi..

"Cagna maledetta. Continui a metterti in mezzo, come tutti i SeeD."

Caricò ancora una volta e, ancora una volta, venne presa a calci. L'altro aveva perso la sua arma, e le era salito addosso, bloccandola col peso del proprio corpo e colpendola più volta in volto, rapidamente e con violenza.

BANG

Un pezzo di spalla dell'uomo di vetro andò in frantumi.

BANG

il secondo colpo gli fece volare via l'altro braccio.

"Selphie! VIA!"

La SeeD rotolò su un fianco e usò le energie residue per saltare dietro Irvine, mentre quello sparava una granata contro il loro nemico, disentegrandolo una volta per tutte.

***

Da un'altra parte del mondo, quell'uomo aprì gli occhi. Le palpebre erano pesanti, come se si fosse appena svegliato da una lunga dormita.

"Controllare un Eidolon di ghiaccio è difficile, strega."

"Non hai ancora abbastanza potere magico. Hai fatto più di quanto mi potessi aspettare."

Lui sorrise.
Era la prima volta che lei gli faceva un complimento.
L'attacco aveva avuto successo, doveva solo verificare le capacità della difesa. E le cose erano andate come previsto.
Erano invecchiati davvero male.
La maledizione dei GF aveva colpito.
Ecco perché i Phalanx non li utilizzavano..
   
 
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