Ancora
un po' di
angst, ragazze, prima dell'epilogo...
Ma
stavolta parliamo
di Blair...
Buona
lettura!
Hopeless
-seconda
parte-
...I'm
barely holding on to you...
Odiava
se stessa.
Era
disgustata alla sola idea della propria debolezza.
Odiava
questa sua insana attrazione verso di lui.
Odiava
il fatto che, nonostante tutto il male che lui le avesse causato, lei
tornasse inevitabilmente a sbattere contro la sua
insensibilità
ed arroganza.
E...odiava
amarlo così tanto, al punto da poter
passare oltre a
tutte le sue manchevolezze.
Sapeva
che nonostante gli avesse urlato contro e lo avesse schiaffeggiato,
nonostante il suo bel discorso, non avrebbe mai smesso di sentire
tutto l'amore per lui.
Una
volta uscita dal Palace in lacrime, aveva cercato un taxi che la
portasse in fretta a casa ed ora si trovava in ascensore, respirando
affannosamente in attesa di calmarsi.
Dio,
sua madre stasera si sarebbe sposata.
Per
un attimo se ne era addirittura dimenticata.
Sospirò
sconsolata, scuotendo la testa: sua madre e Cyrus sembravano due
adolescenti al primo amore, se non peggio. Tutto quell'entusiasmo...
Avanti,
non poteva essere gelosa di quello che aveva sua madre e di cui lei
aveva disperatamente bisogno.
E
per un attimo ce l'aveva quasi fatta, l'aveva quasi assaporato.
Invece
poi le era stato strappato brutalmente proprio davanti ai suoi occhi.
Doveva
assolutamente rimettersi la propria maschera, ritornare ad essere la
Blair che tutti conoscevano: la Blair sempre con il sorriso sulle
labbra, la Blair che aveva tutto sotto controllo.
Cercò
invano di indossare il suo sorriso migliore, si applicò del
trucco per nascondere le lacrime e coraggiosamente si fece strada
fuori dall'ascensore.
Subito
le venne incontro la sua fedele Dorota, che le prese il cappotto e la
borsa, sempre efficiente, senza fare troppe domande sull'espressione
di Blair, lanciandole comunque un'occhiata preoccupata.
Intanto
Blair fece qualche passo incerto verso il soggiorno, mentre il
respiro le si bloccava in gola.
Tutta
la sala era stata ornata da fiori bianchi e nastri d'avorio
svolazzanti.
L'intero
ambiente emanava una tale armonia ed un profumo nauseante d'amore che
subito si sentì pungere ancora gli occhi dalle lacrime.
-Tutto
bene, Miss Blair?- Dorota era spuntata all'improvviso al suo fianco.
Blair,
lanciatole un'occhiata di sfuggita, corse su per le scale,
ordinandole di non voler essere disturbata da nessuno.
Cercò
di mantenere un minimo di contegno fino all'arrivo nella sua camera,
nella cui privacy poteva finalmente lasciarsi andare, essere
veramente se stessa.
Lentamente
scivolò a sedere sul freddo pavimento, le gambe ormai troppo
deboli per supportarla e la schiena poggiata alla porta.
Un
singhiozzo la scosse, seguito subito da un altro.
Stava
precipitando.
Riusciva
a percepirlo.
Stava
precipitando nel baratro, la stessa spirale di oscurità che
aveva risucchiato Chuck.
La
stava distruggendo e sembrava provare piacere nel farlo, tutte le
dannate volte.
E
lei che come una stupida, ci ricadeva sempre.
Ma
ora era diverso, ormai non aveva più le energie per
combattere, per continuare quel gioco infantile tra loro due: si
erano spinti troppo oltre.
Non
ci sarebbe stato nessun “vissero felici e contenti”
per lei, no.
Era
stato difficile ammettere la sconfitta dopo Nate, quando per anni era
stata convinta che fosse il suo principe azzurro.
Poi
era arrivato Chuck...e le cose non avevano fatto altro che
peggiorare.
Ma
nonostante tutto, pensava ancora che fosse la sua anima gemella.
Il
modo con cui si capivano al primo sguardo, con un sorriso, il modo in
cui lui la faceva ridere o lei fingeva di essere disgustata dai suoi
commenti volgari...
Forse
era per questo che tra di loro non funzionava: erano uguali e dal
momento in cui era risaputo che due uguali non possono fare altro che
respingersi, chi era lei per opporsi alle leggi della fisica?!?
Con
la coda dell'occhio si vide riflessa nello specchio: la ragazza che
vedeva era solo un ricordo della Blair di un tempo, un guscio vuoto
pieno di disperazione.
Si
tolse il cerchietto e con forza glielo lanciò contro.
Poi
con immane fatica riuscì ad alzarsi e fece qualche passo
traballante verso la scrivania. Pescò casualmente un cd
dalla
pila vicino al suo laptop e lo inserì nello stereo, alzando
il
volume al massimo.
Ben
presto l'atmosfera fu riscaldata dal jazz che le piaceva tanto, ma
Blair era troppo presa da qualcos'altro.
La
porta semiaperta del suo bagno l'attirava come una falena alla luce.
La
raggiunse in un attimo e se la chiuse alle spalle, mentre con occhio
vigile osservava la stanza.
Meccanicamente
si mosse in ginocchio di fronte alla vasca da bagno ed aprì
l'acqua, in un gesto che aveva ripetuto decine e decine di volte.
Si
sporse leggermente in avanti, fissando il getto d'acqua che scorreva
inconsapevole.
Prese
un paio di respiri e le dita erano già pronte per
incontrarsi
con la sua gola delicata, quando di scatto richiuse l'acqua e
poggiò
la fronte sulla fredda porcellana bianca che un tempo l'aveva
accompagnata nei suoi sfoghi, vano tentativo di trovare sollievo da
una famiglia ed amici assenti.
Ricominciò
a piangere silenziosamente, tremiti incontrollati le scuotevano le
spalle.
Non
poteva lasciare che la riportasse in quella spirale autodistruttiva.
Semplicemente
non poteva.
*
Sembrava
felice. Anzi, lo era.
Le
brillavano gli occhi nel guardare il suo futuro compagno di vita.
Ti
dono il mio amore.
Le
promesse matrimoniali di Cyrus e sua madre la stavano commuovendo a
tal punto che dovette asciugarsi una lacrima che minacciava di
uscire.
Basta
con le lacrime.
Basta
con i rimpianti e con i ricordi.
Aveva
indossato il bellissimo vestito color avorio che sua madre aveva
disegnato per lei insieme al suo miglior sorriso, si era truccata ed
acconciata i capelli perfettamente.
Almeno
era riuscita per un attimo a lasciarsi alle spalle i brutti pensieri.
Tuttavia
ora si ripresentavano più forti e insopportabili di prima.
Sua
madre e Cyrus che si fissavano con amore.
Serena
e Aaron che si tenevano per mano.
Perfino
Dorota non riusciva a contenere la sua felicità per la nuova
coppia.
Stapparono
lo champagne, che tra risate e felicitazioni uscì dal bordo
dei calici.
E
fu proprio quando Blair stava per essere contagiata dall'entusiasmo
generale, che Dorota arrivò al suo fianco, sussurrandole
all'orecchio la presenza di un ospite inatteso in camera sua.
Involontariamente
strinse le dita attorno al proprio flute, minacciandolo di romperselo
tra le mani.
No.
Non
poteva essere.
Non
poteva rovinarle anche questo momento.
Decise
che doveva chiudere con lui, definitivamente, spezzare questo sottile
filo rosso che li legava trascinandoli giù insieme, sempre e
comunque.
Rivolse
un timido sorriso di scuse a Cyrus, mentre di fretta si muoveva verso
la sua camera.
-Cosa
pensi di fare qui?
Lo
disse tutto d'un fiato, appena varcata la soglia della sua stanza,
senza realmente prestare attenzione alla sua presenza.
Indifferente
e distaccata, si era detta.
Sarebbe
stato veloce e indolore, recidere per sempre quel maledetto filo.
Lui
non l'avrebbe più cercata ed infastidita con i suoi drammi
familiari e le sue sgualdrine che spuntavano da ogni angolo e lei si
sarebbe trovata un altro Archibald con cui vivere felice e contenta.
Semplice.
Sì,
finchè non si era decisa ad affrontarlo faccia a faccia.
Lo
vide seduto sul bordo del suo letto, le spalle incurvate sotto il
peso della disperazione, lo sguardo fisso sul pavimento
finchè
non aveva sentito la sua voce.
Allora
si era voltato nella sua direzione.
E
Blair aveva gettato tutti i suoi propositi fuori dalla finestra.
Sembrava
così sperduto e fuori posto, lì nella sua camera,
con i
capelli disfatti e gli occhi rossi di pianto e cerchiati
dall'insonnia.
Si
era perso ed era tornato da lei. Un'altra volta.
Stava
gridando silenziosamente aiuto, incapace di chiederlo a parole,
aspettando solo una sua mossa, perchè ormai dipendeva
completamente da lei.
Senza
giochi o secondi fini. Era suo.
Così
Blair lo raggiunse sul letto, abbracciandolo stretto da dietro, con
un braccio che gli cingeva le spalle, comunicandogli tutto il suo
amore.
Chuck
si abbandonò totalmente a lei, stringendole quel braccio
come
se fosse l'unica cosa che lo potesse riportare in superficie, per
farlo respirare di nuovo.
Blair
era la sua ancora di salvezza.
Vicino
a lei, poteva farcela.
Sì,
Blair lo stava salvando.
TBC...
Spazio
autrice:
Non
finirò mai di ringraziare tutte le ragazze che hanno
commentato, lo apprezzo davvero molto!! Un bacio a tutte!!
Il
prossimo sarà l'epilogo...
Vi
aspetto!!
xoxo
Melian
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