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Autore: Cla90    25/02/2009    6 recensioni
Questa volta Chuck Bass era distrutto ed era abbastanza sicuro che non sarebbe riuscito ad aggiustare le cose. [Spoiler 2x13 - Oh Brother, where Bart thou?] [Chuck/Blair]
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Ancora un po' di angst, ragazze, prima dell'epilogo...

Ma stavolta parliamo di Blair...

Buona lettura!



Hopeless


-seconda parte-



...I'm barely holding on to you...



Odiava se stessa.

Era disgustata alla sola idea della propria debolezza.

Odiava questa sua insana attrazione verso di lui.

Odiava il fatto che, nonostante tutto il male che lui le avesse causato, lei tornasse inevitabilmente a sbattere contro la sua insensibilità ed arroganza.

E...odiava amarlo così tanto, al punto da poter passare oltre a tutte le sue manchevolezze.

Sapeva che nonostante gli avesse urlato contro e lo avesse schiaffeggiato, nonostante il suo bel discorso, non avrebbe mai smesso di sentire tutto l'amore per lui.


Una volta uscita dal Palace in lacrime, aveva cercato un taxi che la portasse in fretta a casa ed ora si trovava in ascensore, respirando affannosamente in attesa di calmarsi.

Dio, sua madre stasera si sarebbe sposata.

Per un attimo se ne era addirittura dimenticata.

Sospirò sconsolata, scuotendo la testa: sua madre e Cyrus sembravano due adolescenti al primo amore, se non peggio. Tutto quell'entusiasmo...

Avanti, non poteva essere gelosa di quello che aveva sua madre e di cui lei aveva disperatamente bisogno.

E per un attimo ce l'aveva quasi fatta, l'aveva quasi assaporato.

Invece poi le era stato strappato brutalmente proprio davanti ai suoi occhi.

Doveva assolutamente rimettersi la propria maschera, ritornare ad essere la Blair che tutti conoscevano: la Blair sempre con il sorriso sulle labbra, la Blair che aveva tutto sotto controllo.

Cercò invano di indossare il suo sorriso migliore, si applicò del trucco per nascondere le lacrime e coraggiosamente si fece strada fuori dall'ascensore.

Subito le venne incontro la sua fedele Dorota, che le prese il cappotto e la borsa, sempre efficiente, senza fare troppe domande sull'espressione di Blair, lanciandole comunque un'occhiata preoccupata.

Intanto Blair fece qualche passo incerto verso il soggiorno, mentre il respiro le si bloccava in gola.

Tutta la sala era stata ornata da fiori bianchi e nastri d'avorio svolazzanti.

L'intero ambiente emanava una tale armonia ed un profumo nauseante d'amore che subito si sentì pungere ancora gli occhi dalle lacrime.

-Tutto bene, Miss Blair?- Dorota era spuntata all'improvviso al suo fianco.

Blair, lanciatole un'occhiata di sfuggita, corse su per le scale, ordinandole di non voler essere disturbata da nessuno.


Cercò di mantenere un minimo di contegno fino all'arrivo nella sua camera, nella cui privacy poteva finalmente lasciarsi andare, essere veramente se stessa.

Lentamente scivolò a sedere sul freddo pavimento, le gambe ormai troppo deboli per supportarla e la schiena poggiata alla porta.

Un singhiozzo la scosse, seguito subito da un altro.

Stava precipitando.

Riusciva a percepirlo.

Stava precipitando nel baratro, la stessa spirale di oscurità che aveva risucchiato Chuck.

La stava distruggendo e sembrava provare piacere nel farlo, tutte le dannate volte.

E lei che come una stupida, ci ricadeva sempre.

Ma ora era diverso, ormai non aveva più le energie per combattere, per continuare quel gioco infantile tra loro due: si erano spinti troppo oltre.

Non ci sarebbe stato nessun “vissero felici e contenti” per lei, no.

Era stato difficile ammettere la sconfitta dopo Nate, quando per anni era stata convinta che fosse il suo principe azzurro.

Poi era arrivato Chuck...e le cose non avevano fatto altro che peggiorare.

Ma nonostante tutto, pensava ancora che fosse la sua anima gemella.

Il modo con cui si capivano al primo sguardo, con un sorriso, il modo in cui lui la faceva ridere o lei fingeva di essere disgustata dai suoi commenti volgari...

Forse era per questo che tra di loro non funzionava: erano uguali e dal momento in cui era risaputo che due uguali non possono fare altro che respingersi, chi era lei per opporsi alle leggi della fisica?!?

Con la coda dell'occhio si vide riflessa nello specchio: la ragazza che vedeva era solo un ricordo della Blair di un tempo, un guscio vuoto pieno di disperazione.

Si tolse il cerchietto e con forza glielo lanciò contro.

Poi con immane fatica riuscì ad alzarsi e fece qualche passo traballante verso la scrivania. Pescò casualmente un cd dalla pila vicino al suo laptop e lo inserì nello stereo, alzando il volume al massimo.

Ben presto l'atmosfera fu riscaldata dal jazz che le piaceva tanto, ma Blair era troppo presa da qualcos'altro.

La porta semiaperta del suo bagno l'attirava come una falena alla luce.

La raggiunse in un attimo e se la chiuse alle spalle, mentre con occhio vigile osservava la stanza.

Meccanicamente si mosse in ginocchio di fronte alla vasca da bagno ed aprì l'acqua, in un gesto che aveva ripetuto decine e decine di volte.

Si sporse leggermente in avanti, fissando il getto d'acqua che scorreva inconsapevole.

Prese un paio di respiri e le dita erano già pronte per incontrarsi con la sua gola delicata, quando di scatto richiuse l'acqua e poggiò la fronte sulla fredda porcellana bianca che un tempo l'aveva accompagnata nei suoi sfoghi, vano tentativo di trovare sollievo da una famiglia ed amici assenti.

Ricominciò a piangere silenziosamente, tremiti incontrollati le scuotevano le spalle.

Non poteva lasciare che la riportasse in quella spirale autodistruttiva.

Semplicemente non poteva.


*


Sembrava felice. Anzi, lo era.

Le brillavano gli occhi nel guardare il suo futuro compagno di vita.

Ti dono il mio amore.

Le promesse matrimoniali di Cyrus e sua madre la stavano commuovendo a tal punto che dovette asciugarsi una lacrima che minacciava di uscire.

Basta con le lacrime.

Basta con i rimpianti e con i ricordi.

Aveva indossato il bellissimo vestito color avorio che sua madre aveva disegnato per lei insieme al suo miglior sorriso, si era truccata ed acconciata i capelli perfettamente.

Almeno era riuscita per un attimo a lasciarsi alle spalle i brutti pensieri.

Tuttavia ora si ripresentavano più forti e insopportabili di prima.

Sua madre e Cyrus che si fissavano con amore.

Serena e Aaron che si tenevano per mano.

Perfino Dorota non riusciva a contenere la sua felicità per la nuova coppia.

Stapparono lo champagne, che tra risate e felicitazioni uscì dal bordo dei calici.

E fu proprio quando Blair stava per essere contagiata dall'entusiasmo generale, che Dorota arrivò al suo fianco, sussurrandole all'orecchio la presenza di un ospite inatteso in camera sua.

Involontariamente strinse le dita attorno al proprio flute, minacciandolo di romperselo tra le mani.

No.

Non poteva essere.

Non poteva rovinarle anche questo momento.

Decise che doveva chiudere con lui, definitivamente, spezzare questo sottile filo rosso che li legava trascinandoli giù insieme, sempre e comunque.

Rivolse un timido sorriso di scuse a Cyrus, mentre di fretta si muoveva verso la sua camera.

-Cosa pensi di fare qui?

Lo disse tutto d'un fiato, appena varcata la soglia della sua stanza, senza realmente prestare attenzione alla sua presenza.

Indifferente e distaccata, si era detta.

Sarebbe stato veloce e indolore, recidere per sempre quel maledetto filo.

Lui non l'avrebbe più cercata ed infastidita con i suoi drammi familiari e le sue sgualdrine che spuntavano da ogni angolo e lei si sarebbe trovata un altro Archibald con cui vivere felice e contenta.

Semplice.

Sì, finchè non si era decisa ad affrontarlo faccia a faccia.

Lo vide seduto sul bordo del suo letto, le spalle incurvate sotto il peso della disperazione, lo sguardo fisso sul pavimento finchè non aveva sentito la sua voce.

Allora si era voltato nella sua direzione.

E Blair aveva gettato tutti i suoi propositi fuori dalla finestra.

Sembrava così sperduto e fuori posto, lì nella sua camera, con i capelli disfatti e gli occhi rossi di pianto e cerchiati dall'insonnia.

Si era perso ed era tornato da lei. Un'altra volta.

Stava gridando silenziosamente aiuto, incapace di chiederlo a parole, aspettando solo una sua mossa, perchè ormai dipendeva completamente da lei.

Senza giochi o secondi fini. Era suo.

Così Blair lo raggiunse sul letto, abbracciandolo stretto da dietro, con un braccio che gli cingeva le spalle, comunicandogli tutto il suo amore.

Chuck si abbandonò totalmente a lei, stringendole quel braccio come se fosse l'unica cosa che lo potesse riportare in superficie, per farlo respirare di nuovo.

Blair era la sua ancora di salvezza.

Vicino a lei, poteva farcela.

Sì, Blair lo stava salvando.


TBC...



Spazio autrice:

Non finirò mai di ringraziare tutte le ragazze che hanno commentato, lo apprezzo davvero molto!! Un bacio a tutte!!

Il prossimo sarà l'epilogo...

Vi aspetto!!

xoxo Melian

  
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