§*°UNA VENDETTA BEN CONGENIATA°*§
Per raggiungere la vera felicità si deve sempre soffrire
Cap. 20
Corse il più velocemente
possibile diretto alla sala dove Pikachu era tenuto prigioniero. Si sentiva
terribilmente il colpa, a causa di tutto quello che era
avvenuto si era completamente dimenticato di chi fosse il realtà il Team
Rocket. Pikachu era da sempre stato il fulcro di tutto, il suo migliore amico,
l’insostituibile compagno di avventure che lo aveva reso forse un po’ meno solo
durante i giorni lontano da casa, ed ora era in pericolo, nelle mani di chi
aveva da sempre cercato di portarglielo via.
Si diede dell’idiota. Aveva
dimenticato la cosa più importante. E se fosse successo qualcosa al suo pokemon
a causa della sua leggerezza e cambio di priorità, non se lo sarebbe mai
perdonato.
“Maledizione…PIKACHU!!!”
Entrò nella sala macchine
spalancando il grande porticato di metallo, vedendo come ogni scienziato fosse
al lavoro per ottenere chissà quale potere da Pikachu.
E lo vide, su un lettino, con
uno strano copricapo metallico in testa collegato a dei cavi dell’alta tensione
c’era lui, il suo migliore amico.
“Lasciatelo andare!” gridò.
“Oh, vedo che finalmente ti
sei fatto vivo piccolo Ash” disse madama Boss apparendo da dietro una colonna
bianca tenendo le braccia incrociate.
“Sono contenta che tu sia
qui…non vedevo l’ora di farti assistere all’evento che ci farà segnare
definitivamente la conquista del mondo”
“Di cosa stai parlando?”
“Un enorme
esplosione elettrica che manderà in tilt il sistema informato mondiale e
che ci farà attuare un piano di conquista. E tutto questo sfruttando i poteri
del tuo piccolo topico elettrico”
“Ve lo impedirò statene
certi!” ringhiò Ash correndo verso l’amico ma venne fermato da uno schiaffo ben
assestato da parte di Giovanni.
“Vedi…ormai è troppo tardi
per fare l’eroe. Purtroppo per te il voltaggio creato apposta per sfruttare i
poteri di Pikachu è ormai entrato in circolo. Le scintille sulle sue guancie ne
sono la prova. Alla minima vibrazione si scatenerà un putiferio”
“SIETE DEI MOSTRI!”
“Grazie…lo prendo come un
complimento”
“Mi riprenderò Pikachu! Fosse
l’ultima cosa che faccio! PIKACHU!!! USA TUONO E
LIBERATI!!!”
Il topico elettrico aprì di
scatto gli occhi e le macchine iniziarono a registrare una notevole quantità di energia, molto più alta dei livelli a cui si
erano preparati.
“NO! PAZZO!!!”
Ci fu un’esplosione
gigantesca che fece scoppiare vari incendi nel palazzo, mentre la sala dove si
trovavano Ash e Pikachu si riempì di fumo, fiamme e macerie.
*
Vera e Drew camminavano
silenziosi senza guardarsi in faccia, o meglio, Drew di tanto in tanto volgeva
uno sguardo alla ragazza, la quale però continuava a fissare il corridoio
dinnanzi a se, fiera e dura.
“Vera…”
“Cosa!”
Sospirò.
Possibile che fosse una
ragazza così rancorosa?
“Ascolta…so che sei
arrabbiata ma…”
“Non sono affatto arrabbiata”
tagliò corto lei.
“Non sembrerebbe”
“Cosa ti aspettavi? Che ti
corressi incontro e mi congratulassi per aver fatto centro?”
“Vera!” disse il ragazzo
quasi offeso. Come poteva dire una cosa del genere? Era assurdo…la situazione
in sé era totalmente assurda.
“L’ho fatto…l’abbiamo fatto
per te e Ash”
“Bel modo di dimostrarlo”
“PIANTALA! Ti ho già chiesto scusa e probabilmente le scuse non
servono ma…
“Infatti” continuò fredda e
decisa Vera irritata.
“Ti amo dannazione!” gridò
esasperato Drew prendendo Vera per un braccio e obbligandola a voltarsi e a
guardarlo negli occhi.
“Per te non conta nulla?”
“….”
“Allora?”
Sospirò “Lasciami…”
Il ragazzo obbedì e Vera
abbassò la testa sconfitta.
“E’ stato un duro colpo
Drew…al momento non riesco a guardarti senza pensare a te e a Misty insieme…te
l’avevo gia detto mi pare…ciò che mi fa più rabbia è
che nonostante tutto non riesco ad odiarvi perché probabilmente anche io, se mi
fossi trovata in una situazione simile, mi sarei comportata come voi…però…fa
male”
Si avvicinò a lei e
lentamente l’abbracciò, realizzando solo in quel momento che anche lui avrebbe
reagito come lei. Se non peggio.
“Ricominciamo tutto da
capo…davvero” sussurrò la ragazza appoggiando la testa sulla spalla di Drew.
“D’accordo…e stavolta…sul
serio”
Improvvisamente l’edificio fu
scosso da una terribile scossa di terremoto e i due si staccarono allarmati
guardando il soffitto.
“Cosa sta succedendo?”
“Non lo so! Ma non mi piace! Usciamo immediatamente da qui!”
disse Drew prendendo per la mano Vera e correndo verso l’uscita, non mollando
neanche per un secondo la sua mano, anche quando
furono fuori all’aria aperta ritrovando una Delia sconvolta che fissava
terrorizzata l’edificio in fiamme.
“Ma cosa sta succedendo?”
chiese.
“Non lo sappiamo…è successo
tutto talmente in fretta”
Si portò una mano sul cuore
che aveva iniziato a martellare talmente veloce da sembrare volesse uscirle dal
petto. Aveva una strana sensazione, e nonostante stesse cercando di fare di
tutto per allontanarla il suo primo pensiero andò al figlio, dentro
quell’enorme edificio…e a Giovanni.
“Vi prego…ditemi che non sta
succedendo davvero…”
*
“Dobbiamo uscire da qui
presto!” gridò Mondo strattonando Dawn per un braccio per obbligarla a
seguirlo.
“Ash non è ancora arrivato!”
gridò Gary guardando con ansia il corridoio “Dobbiamo aspettare!”
Dopo l’esplosione Mondo era
corso verso il luogo dove si trovavano Misty e Gary, facilitato dal fatto che
conoscesse quella struttura come se fosse casa sua. Ed in
effetti la sede del Team Rocket era un po’ come la sua seconda casa.
“Non lo capisci? Non c’è più
tempo! Il potere elettrico di Pikachu è fuori controllo, tra poco esploderà
tutto!”
“Non ce ne andremo senza di
lui! Tu porta via Dawn fuori da qui! Portala dagli altri”
“Non voglio andarmene!”
rispose la ragazzina intromettendosi nel discorso. Teneva ad Ash come loro, era
suo amico, non poteva lasciarlo da solo. Sperare che si salvasse mentre lei era
già al sicuro fuori dall’edificio in fiamme.
“Non discutere!” le ringhiò addosso il ragazzo.
A quel tono la ragazzina
sobbalzò. Non si era mai imbattuta nel vero carattere di Gary, l’aveva sempre
considerato, dal loro primo incontro, un ragazzo dal carattere si forte, ma
gentile, calmo in qualche modo, ed invece quello che si ritrovava davanti era
completamente diverso.
Esasperazione e paura
“Andiamo!” disse nuovamente
Mondo e questa volta Dawn si lasciò portare via, continuando però a tenere lo
sguardo fisso e sconvolto su Gary.
Corsero a più non posso
uscendo ed iniziando a tossire sia per il gran fumo che per riprendere fiato.
“Avete trovato Ash?” chiese Delia
raggiungendo i due ragazzi.
“Si…ma deve salvare Pikachu”
“Come sarebbe? Sta per
crollare tutto! Dove sono Misty e Gary?”
“…”
“Allora?”
“Il Team Rocket…sta usando
Pikachu per un esperimento…” disse Mondo “Conoscono bene il suo potenziale, ma
a quanto pare hanno voluto superare il limite…ed ora…è completamente fuori
controllo…Ash sta cercando di salvarlo…e Misty e Gary…non hanno intenzione di
uscire senza di lui”
“Ma è un suicidio!” disse
Drew sconvolto.
“Lo so…ma a loro non
interessa…la priorità è Ash…”
*
“Misty, non possiamo più
aspettare, dobbiamo uscire!” disse Gary notando di come ormai il fumo nero
dell’incendio avesse ormai completamente intasato il locale.
“NO! Dobbiamo aspettare Ash! Aspettiamo un altro po’!”
“Non possiamo più Misty! Lo
vuoi capire o no? E’ finita!”
“NON DIRLO!”
Quello che avvenne pochi
istanti dopo fu probabilmente più doloroso per Gary che per la stessa Misty. Il
ragazzo al limite dell’esasperazione le diede un forte schiaffo per farla
calmare.
“Ash…non vorrebbe che
restassi qui ad aspettarlo…” disse con voce bassa e lo sguardo cupo rivolto a
terra.
“….” Si poggiò una mano sulla
guancia calda e le si riempirono gli occhi di lacrime.
“Non obbligarmi a portarti
fuori di peso…fallo per Ash…fidati di lui…si salverà”
Non disse nulla, si voltò
nuovamente verso l’enorme corridoio e si mise ad aspettare il ragazzo.
“E’ proprio perché mi fido di
lui che voglio aspettarlo”
“ADESSO BASTA!” gridò Gary e
prima che potesse ribellarsi la caricò sulle spalle, ignorando il dolore
lancinante che gli attraverso la schiena, segno che
gli effetti della morfina stavano pian piano finendo e che entro poco sarebbe
caduto a terra esausto e totalmente paralizzato dal male.
“LASCIAMI! METTIMI GIU GARY!”
strillò la ragazza cercando di divincolarsi, ma per tutta risposta Gary la
strinse di più a se e corse fuori dall’edificio.
Non appena furono all’aperto
un gigantesco tuono s’irradiò fino al cielo, colpendo le nuvole nere e cariche
di pioggia facendo sfogare quel temporale che iniziava a crearsi pian piano.
Successe tutto troppo in
fretta per sembrare veramente reale. L’intero edificio tremò per alcuni istanti
accartocciandosi su se stesso e crollando come un mazzo di carte messo in una
posizione instabile che crolla alla prima lieve vibrazione, alzando un
gigantesco polverone di detriti che raggiunsero il gruppo di ragazzi che
dovette abbassarsi a terra e proteggersi l’un l’altro per non ferirsi
ulteriormente.
“NO! AAAASH!!!” gridò Misty
ignorando tutto e cercando di correre verso le macerie che andavano via via delineandosi dopo il crollo.
“FERMATI!!!”
disse Gary riuscendo a prenderla in tempo e a riportarla indietro.
“LASCIAMI! ASH E’ LA
IN MEZZO! DEVO ANDARE!!!
LASCIAMI ANDARE GARY!” strillò disperata, mentre l’incendio divampato nel
palazzo stava gradatamente spegnendosi a causa della pioggia battente.
“Non possiamo fare niente!”
“SMETTILA!”
La trasse a se abbracciandola
forte e per una manciata di secondi le parve di sentire il corpo del giovane
scosso dai singhiozzi.
“E’ finita…”
“No…” sussurrò la ragazza,
senza avere la forza per dire o fare qualsiasi altra cosa. Come se la sua anima
le fosse stata strappata via lacerandole la carne e soffocandole la voce.
Rimase così, spenta fra le braccia di Gary, che la teneva salda a lui. Incapace
di lasciarla andare.
Perché lasciarla in quel momento,
l’avrebbe trascinato nell’oblio della disperazione.
*
Il corpo di Ash non fu mai
ritrovato.
Durante i sopralluoghi della
polizia e della scientifica furono rinvenuti i cadaveri di alcuni membri del
Team Rocket. Fra cui anche quello di madama Boss, completamente sfigurato
dall’incendio e si continuò a cercare fra le macerie, che venivano via via
tolte dal quel gigantesco cumulo che era rimasto dell’edificio, ma di Ash,
nessuna traccia.
Fu Delia quel giorno, in cui
la pioggia batteva scrosciante a trovare quell’unico legame che noi tutti
avevamo con Ash.
Il suo cappello.
Si era avvicinata alle
macerie come uno zombie, triste e silenziosa. Forse sull’orlo di una crisi
isterica e la vedemmo improvvisamente abbassarsi raccogliendo qualcosa. Quello
che sentimmo subito dopo furono soltanto i suoi singhiozzi carichi di dolore
che ci entrarono nell’anima.
Si voltò lentamente cercando
di essere forte, con stretto al petto il berretto logoro del figlio bruciato in
alcuni punti e sporco di terra.
Non riuscimmo a dire ne fare
niente. Rimanemmo li a fissare quell’oggetto inermi.
Come se il nostro punto di gravità si fosse focalizzato su quell’ultimo segno
della presenza di Ash nelle nostre vite.
E in quel momento lo capimmo.
Non l’avremmo mai più rivisto….
*
“Gary…”
Mi voltai verso la persona
che aveva pronunciato il mio nome con sorpresa e forse con un po’ di
malinconia.
Lei era li, davanti a me, con
i capelli un po’ più lunghi sciolti sulle spalle, di quel rosso talmente simile
al tramonto da sembrare facente parte integrante di esso.
“Ciao Misty”
Si avvicinò inginocchiandosi
per posare gentilmente sulla tomba un semplice mazzo di fiori, prima di
mettersi a pregare. Rimasi a guardarla in silenzio. Da quando le sue spalle si
erano fatte così piccole? Da quanto tempo la sua intera figura era diventata il
fantasma di quella che un tempo era Misty?
“Stai bene?”
Smise di pregare alzandosi e
sorridendo amaramente guardando la foto di Ash.
“E’ così triste…il sapere che
in realtà qui non c’è nessuno è…frustrante…”
Capii cosa volesse dire, sia
io, che lei e probabilmente tutti gli altri facevamo visita ad una tomba vuota.
Perché lui non era li, ne il suo corpo, ne tantomeno la
sua anima.
“Mi dispiace…”
Scosse la testa.
“No…però…vorrei sapere dove si
trova…sapere se è riuscito a salvarsi dal crollo oppure se ne è rimasto davvero
coinvolto rimanendone ucciso…” abbassò lo sguardo “Non posso continuare ad
illudermi e a chiedermi dov’è…questa…non è vita”
Abbassai anch’io la testa.
Aveva ragione. Anche io come lei reclamavo la verità, per quanto male potesse
fare quel pensiero, avrei preferito sapere che Ash era morto nel crollo,
piuttosto che aggiungersi alla lista delle persone scomparse e venire a fare
visita ad una tomba vuota, dove l’unica cosa che mi legava ad essa era la foto
sorridente di Ash vicino al brucia incenso.
“Voleva che fossi felice…”
continuò prendendomi alla sprovvista e allontanandomi dai miei pensieri “E
invece…per quanto dovrei
effettivamente essere felice…non ci riesco…è più forte di me” disse toccandosi
l’addome.
“Hai fatto l’ecografia?”
Annuì, il fatto di essere
incinta era un qualcosa che invece di renderla felice la logorava
ulteriormente.
“L’hai detto a Drew?”
“No…Vera ha già sofferto
troppo, e poi…voglio convincermi dell’idea che non sia suo…ma di Ash…”
La fissai tristemente.
“Ne sei sicura?”
“Si…lascia almeno che possa
illudermi e trasformare questo in realtà…perché se non dovesse essere così…sarà
come perderlo un’altra volta…e questo…non voglio…” si portò le mani sugli occhi
scoppiando a piangere, e per la seconda volta mi sentii inerme ed impotente di
fronte a lei. Misty stava soffrendo ed io non potevo fare nulla per lenire il
suo dolore.
Alzai gli occhi al cielo,
mentre una leggera brezza mi solleticava il viso e li chiusi, mentre sentivo i
singhiozzi di Misty farsi sempre più flebili fino a scomparire del tutto.
Un giorno forse, avrebbe
trovato la pace e la serenità che bramava…e con lei, tutti noi.
Trasformare la persona che si ama in un ricordo…
Per raggiungere la vera
felicità bisogna sempre soffrire…ma non sempre, nonostante tutti i nostri
sforzi, si riesce a raggiungerla…
“Dove sei Ash…?”
FINE
Questa fine è propriamente
chiamata fine di m***a.
E così dopo ben un anno
questa fic conosce la parola fine. E’incredibile quanto abbia sofferto e
sorriso con essa e mi rattrista un po’ averle dato per sempre la parola fine
dopo 20 capitoli.
Ringrazio veramente tutti di
cuore, chi l’ha letta e recensita, ma anche solo chi l’ha semplicemente letta o
messa tra i preferiti, perché è soprattutto grazie a tutti voi se una vendetta
è divenuta ciò che è. E nonostante tutto il sadismo che vige dalla prima all’ultima
parola, la amo, con tutta me stessa.
E con essa termina anche il
mio soggiorno su questo sito. Avevo già deciso di abbandonare EFP ma poi ho
ricevuto le vostre mail e ho deciso dopo lunghe seghe mentali (che non guastano
mai), di aggiornare e terminare qui solo ed esclusivamente questa fan fiction,
che ha sopportato insieme a me tutto, crisi d’identità, blocchi dello scrittore
e due plagi (o come lo chiama EFP “ispirazione non creditata”).
Quindi che dire, grazie
davvero per tutto ciò che avete fatto, non smetterò di scrivere ovvio, però lo
farò sul mio archivio personale (il cui link è nel mio profilo e dove c’è la
raccolta di tutte le fan fiction che ho scritto, tra cui anche quelle non pubblicate
qui). Nonostante tutto ringrazio anche EFP per avermi avvicinato a questo mondo
di cui ora faccio inesorabilmente parte e di avermi fatto conoscere persone
meravigliose.
Grazie e addio.
*KoGaRaShI*