- Elsa, ti va di uscire oggi? - La voce di Merida risuonò
attraverso l'altoparlante del cellulare della bionda, che in quel
momento stava uscendo dalla doccia. Rispose mentre si metteva
l'accappatoio e prendeva il pettine.
- Ecco, non saprei Mer. Sai, per tutta la situazione di mia madre non
me la sento di scorrazzare in giro come se niente fosse. Oh, mi sono
appena ricordata che oggi sono impegnata con l'allenamento! - disse,
cercando con fatica di districare un nodo particolarmente intricato.
Esultò mentalmente quando ci riuscì senza essere
costretta a tagliare metà ciocca.
- Oh Elsa, mi dispiace tanto per tua madre, l'ho scoperto solo poco fa
al Telegiornale ma ho pensato di chiamare lo stesso, così
magari ti saresti distratta. Comunque, se sei impegnata non fa niente,
ci vedremo un altro giorno - Elsa s'intenerì al il pensiero
della sua migliore amica, che si preoccupava sempre per lei e Rapunzel.
- Va bene Mer, grazie mille lo stesso. Ehi, cosa fai per la vigilia? -
Si ricordò improvvisamente che il Natale bussava alle porte.
Mancavano pochissimi giorni.
- Ancora non lo so, tu invece? -
- Nemmeno io ho programmato qualcosa. Che ne dici se ci organizziamo
io, tu, Punzie e Anna per una serata tra noi, con tanto di cenone e
scambio dei regali? - A dire il vero non era affatto un bel periodo per
festeggiare, ma con tutti i guai di questo mondo il Natale è
sempre il Natale e, in un modo o nell'altro, c'è sempre un
motivo per celebrarlo.
- Grande, allora siamo d'accordo! Dai, ci sentiamo un'altra volta,
richiamami! - Merida riattaccò senza aspettare risposta, si
poteva sentire il suo sorriso attraverso il telefono. Ci teneva
veramente a passare del tempo con le sue migliori amiche e quale
momento migliore della vigilia?
Elsa intanto, dopo aver poggiato il cellulare, aveva terminato di
pettinarsi e di vestirsi. Indossava la sua tuta preferita, i capelli
raccolti in una coda di cavallo.
Si sentì inspiegabilmente agitata al pensiero di cominciare
l'allenamento con Jack invece che con sua madre. Da quando aveva
iniziato, c'era sempre stata lei a rimproverarla, aiutarla a rialzarsi
quando cadeva e incitarla a migliorare, a non arrendersi mai. Si chiese
se con lui sarebbe stato lo stesso. Sperava sinceramente che fosse un
po' meno rigido, ma ciò non la preoccupava affatto. Dopo
tutto, era la persona più allegra che conoscesse dopo sua
sorella e Merida, non poteva assolutamente essere troppo severo.
Giusto?
L'incontro doveva essere a casa della ragazza, si sarebbero poi diretti
nella pista nel cortile posteriore. Ora stabilita, quattro in punto.
Erano le quattro meno due e Jack Frost non era ancora arrivato.
Elsa aspettava seduta al tavolo della cucina, mangiando una tavoletta
di cioccolata intera e chiacchierando con una domestica. Probabilmente
quella donna si stava chiedendo quanto cacao potesse ingerire ogni
giorno. La risposta? Tanto. Davvero, davvero tanto.
Meno un minuto.
- E così gli ho detto: "Attento, non vorrai far cadere il
preziosissimo vaso della signora!" e lui mi ha guardata sorpreso un
attimo, poi ha... - La bionda aveva smesso di ascoltare quelle
chiacchiere, completamente concentrata nell'osservare le lancette
dell'orologio appeso al muro.
Tic
Un altro morso alla tavoletta e quella era bella che
andata.
Tac
Picchiettava le dita sul tavolo e il piede sinistro sul pavimento,
così per altri quarantacinque secondi.
Poi, finalmente, udì il suono di un campanello. Non
aspettò nemmeno che la domestica finisse di parlare, si
precipitò direttamente a rotta di collo verso la porta,
aprendola e trovandosi davanti un sorridente e puntualissimo Jack
Frost.
- Eccoti! Forza, andiamo! - Riconosceva di starsi comportando in modo
molto insolito per i suoi standard, mentre lo prendeva per il polso e
lo trascinava attraverso vari corridoi, fino ad oltrepassare una grande
porta di legno intarsiata.
- Ehi, sei più energica del solito o sbaglio? -
- Non sbagli. Ho mangiato tre tavolette di cioccolata oggi e ho bevuto
quattro caffè e mezzo. - Jack rise, fermandosi subito dopo
di lei. Un edifico circolare di medie dimensioni gli si parava davanti,
circondato da aiuole fiorite e con accanto un tavolino da
thé, con tanto di due sedie e ombrello per il sole.
- Però, è molto carino qui - affermò
sinceramente, osservando i dintorni interessato.
- Già, sono ricca. Anche tu lo sei, quindi immagino che non
sia una cosa straordinaria per te - ribatté lei,
accompagnandolo all'entrata della costruzione.
Dentro, c'era l'enorme pista, circondata da un corridoio circolare con
vari posti a sedere e separata da esso da una ringhiera. In fondo,
c'erano due stanze: una con la porta chiusa, probabilmente gli
spogliatoi, e una con la porta aperta. da quella posizione, si vedeva
il bancone di un bar.
- Hai un bar personale? -
- Sì, anche se è più una grossa
dispensa con frigorifero e bancone. Non c'è il barista -
- Grande -
Elsa lo accompagnò poi verso la stanza con la porta chiusa.
Quando venne aperta, si trovò davanti un piccolo salottino
dal quale si ripartivano altre quattro stanze, due spogliatoi e due
bagni.
- Puoi cambiarti lì - Indicò una delle porte.
- Non serve, non sono io quello che dovrà spaccarsi la
schiena oggi - Jack ghignò ed Elsa sentì un
brivido percorrerle la spina dorsale. Non era sicura che fosse un buon
segno. Il ragazzo, vedendo la sua espressione quasi spaventata, si mise
a ridere, tranquillizzandola immediatamente.
- Allora, iniziamo? -
Rapunzel stava, come al solito, leggendo assorta uno dei suoi libri
preferiti, quando sentì il campanello suonare. Di malavoglia
inserì il segnalibro nel volume e lo richiuse, poggiandolo
sul comodino. Si alzò sbuffando e, borbottando su quanto le
desse fastidio interrompere la sua lettura, andò ad aprire.
Si trovò davanti una rossa dai capelli molto, molto ricci e
lunghi (non quanto i suoi, ovviamente), tutta sorridente. Gli occhi
azzurri brillavano di allegria ed eccitazione, le lentiggini spiccavano
sulla carnagione pallida che contrastava con le guance arrossate.
- Merida? -
- Sì, sono io Punzie, non sono un clone. Allora, sei pronta?
- In un primo momento, si sentì spaesata. Non aveva idea del
perché la sua cara amica si trovasse davanti alla sua porta.
Poi, facendo per un attimo mente locale, si ricordò della
telefonata del giorno prima e del fatto che Merida dovesse parlarle.
- Oh. No, non ancora, dammi cinque minuti. Entra, intanto. Posso
offrirti qualcosa? - propose sorridendo delicatamente, mentre si
allontanava per prepararsi.
- No, grazie Punzie. Piuttosto, fai in fretta - La bionda
annuì, mentre si dirigeva in bagno per lavarsi i denti.
- A proposito, hai chiamato Elsa? - domandò con lo
spazzolino in bocca.
- Sì, ma ha detto che doveva allenarsi e che non se la
sentiva di uscire, sai è comprensibile -
- Mmh? Come mai? -
- Non lo sai? Idun ha avuto un incidente proprio ieri, l'hanno detto
anche al TG. - Lo spazzolino cadde nel lavandino.
- Cosa??? Non... Non ne sapevo niente, non ho neanche acceso la TV
oggi! Passami il cellulare Mer! - La rossa fece come ordinato.
Rapunzel compose velocemente il numero dell'altra sua migliore amica,
portando il telefonino all'orecchio.
Dopo qualche squillo, rispose la voce di Elsa che chiedeva di lasciare
un messaggio dopo il segnale acustico.
- Ehi, Elsa, come va? No, ok, domanda stupida, scusami. Solo che non so
cosa dirti, insomma, ho scoperto adesso quello che è
successo. Tua madre come... oh, scusa, aspetta un attimo -
sputò il dentifricio nel lavandino - Ecco, ora va meglio.
Comunque, tua mamma come sta? E tu e Anna? Fammi sapere, ok? E sappi
che per qualunque cosa ci siamo io e Mer! - Riattaccò,
sciacquandosi bocca e spazzolino.
Quando uscì dal bagno, trovò la rossa che mandava
messaggi.
- Con chi stai chattando? - Chiese distrattamente mentre infilava le
scarpe e la giacca, prendendo subito dopo la borsa.
- Con il motivo per cui ti ho chiamata ieri - disse Merida con un
sorriso che le arrivava fino alle orecchie. Rapunzel le
fregò il cellulare di mano, con un urletto di gioia.
- Oddio, chi è??? - In quei momenti semravano ragazzine
immature, non le donne di oltre vent'anni che erano in
realtà, ma non gli importava.
- Si chiama Hiccup. - Affermò Merida, con un lieve rossore
sulle guance.
- Raccontami tutto, dai! -
Le due uscirono parlando e ogni tanto ridacchiando.
Merida e Hiccup si erano conosciuti un paio di giorni prima, al
supermercato. Lei non arrivava allo scaffale della marmellata e gli
aveva chiesto gentilmente di prenderla, cosa che lui, gentile com'era,
non aveva potuto rifiutare. Si erano poi ritrovati a chiacchierare del
più e del meno, scoprendo di essere entrambi pattinatori
professionisti e stupendosi di non essersi riconosciuti subito. Si
erano poi scambiati i numeri di telefono, quindi avevano iniziato a
sentirsi.
- Ecco, la storia è più o meno questa. Tu cosa ne
dici? -
- Ho sentito parlare di lui, dicono che sia molto bravo. Comunque non
lo conosco di persona, non posso giudicarlo, ma mi sembra molto carino!
-
- Lo so, è fantastico! Pensa che abbiamo un sacco di cose in
comune, amiamo entrambi "The Big Bang Theory", i Beatles e i film di
Johnny Depp! - Le due risero allegre, continuando a passeggiare per le
strade e fermandosi in un bar per una cioccolata calda.
- Più veloce, Elsa! La musica di certo non aspetta te! - Con
grande disappunto della ragazza, Jack si era rivelato veramente molto
severo e rigido. Sembrava sul serio un'altra persona nelle vesti di
allenatore, qualcosa che lei non si sarebbe mai aspettata. Comunque, lo
rispettava per la cura e l'attenzione con cui svolgeva il suo compito.
La canzone finì - per la ventiduesima volta, quel giorno -
ed Elsa, stremata, si appoggiò alla ringhiera.
- Possiamo... Fare... Una pausa? Ti prego?? - Lo guardò con
occhi così imploranti che il ragazzo non riuscì a
resistere e le concesse il tanto agognato riposo.
Lei, per la prima volta da quando aveva iniziato ad allenarsi, sorrise
veramente. Attraversò il cancello della ringhiera e si
avviò con lui verso il piccolo bar, in cui teneva una scorta
di cioccolata, patatine, Coca-Cola e schifezze varie.
- Non dovresti prendere quella roba, ti fa male e non giova
all'allenamente che stai facendo! -
- Non fare il guastafeste. Se voglio le palline al formaggio e i
cioccolatini al rum, me li prendo senza problemi. Dovresti farlo anche
tu - disse seria, ma con l'umorismo negli occhi. Lui le sorrise e
cedette alla tentazione che quel cioccolatino stava esercitando su di
lui, bevendo poi un sorso di aranciata.
- Ti facevo un tipo da cioccolato bianco - affermò ad un
certo punto lei. Lui la guardò divertito, prima di
rispondere.
- Non faccio preferenze per quanto rigarda il cioccolato. Tu? -
- Idem. - Si sorrisero. Rimasero a scherzare e fare spuntini per la
mezz'ora seguente, senza rendersi realmente conto del tempo che passava
finché Jack non guardò l'orologio appeso alla
parete.
- Cavolo, sono le otto! A quest'ora annunciano le modalità
di gara per febbraio! - Elsa prese un telecomando e accese il grande
televisore, anch'esso attaccato al muro. Dopo aver cambiato qualche
canale, trovarono quello che cercavano. Mentre il commentatore parlava,
loro due lo ascoltavano attentamente, mangiando ogni tanto qualche
pallina al formaggio.
Praticamente, quella di febbraio sarebbe stata la prima di tre gare: le
altre due si sarebbero svolte una ad aprile a Washington e l'altra a
giugno a New York. La prima era una competizione singola, per le altre
non era stato comunicato.
Giorno quindici febbraio alle ore diciotto in punto.
Quando l'annuncio terminò, spensero la televisione.
- Beh, direi che possiamo anche tornare di là, giusto Jack?
-
Note di quella che non
merita perdono: Ehm... Salve!
Sì, lo so, ancora una volta vi ho fatto aspettare un sacco
di tempo. Chiedo venia ai vostri animi misericordiosi!!!
Ok, ora che sono stata perdonata (non è vero, ma lasciatemi
illudere, please), vi confesso che mi siete mancati :-)! Ormai
è passato più di un mese dall'ultimo
aggiornamento e, sotto insistenza leggera (ricatto) della mia dolce
gemellina, rieccomi qui con i nostri amatissimi personaggi.
Vi piace il capitlo? No? Nemmeno a me, ma purtroppo non sono riuscita a
fare di meglio. Non mi sentivo quasi per niente ispirata, avevo solo un
paio di scene in testa e neanche mi convincevano. In più, il
tempo e soprattutto la voglia di scrivere cose che non fossero
stupidaggini scarseggiavano. Però ho aggiornato, alla fine,
dopo un'attesa interminabile (?).
Vi voglio tanto bene e se ho scritto questa cosa non ringraziate me,
ringraziate Addy, la mia amatissima gemellina che mi ha fatto
promettere solennemente di impegnarmi a scriverlo. Ok, è
tardi, vi saluto.
Un bacione graaaaaaaaaaaaaaaaaaaandissimo!!!
Mary <3
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