Epilogo
Una
nuova partenza
– Davvero? Wooow!! – esclamò Rufy, seduto davanti
al camino della casa di Pipe quella sera, dopo le vicissitudini della giornata.
– Perché non l’hai fermato?? Potevamo portarlo con noi! –
– Abbiamo già il nostro morto che cammina in ciurma,
basta e avanza! – lo rimbeccò Nami suonandogli un pugno in testa.
– Quindi – continuò a raccontare Chopper in
equilibrio su una sedia a dondolo – Non è stato un comune nemico a far
affondare la Sunny! Anzi, Calander ha detto che lo spirito non riusciva a
distruggerla! –
– Era praticamente inevitabile che naufragassimo.
Non dipendeva né dalla qualità della nave né dall’abilità del carpentiere o del
navigatore. – concluse Nico Robin sorseggiando del tè al finocchietto.
– Sentito?? – gridò festoso Rufy rivolgendosi al
cyborg. – Hai messo in difficoltà uno coso soprannaturale! Ho il miglior
carpentiere del mondo! – urlò il capitano nelle orecchie di Franky, che faceva
del suo meglio per nascondere i singhiozzi; ma stavolta erano lacrime di felicità.
– Sapevo che non poteva esser stata colpa nostra! –
dette manforte Usopp indicandosi.
– Però qualcosa non torna. – ragionò Sanji. – Noi
prima di naufragare abbiamo visto Skye. Ci stavamo dirigendo verso l’isola. –
– No. – lo corresse Nami facendo cenno negativo con
l’indice. – Quella che abbiamo visto non era sicuramente Skye: il profilo della
montagna su cui siamo è molto caratteristico, ti posso assicurare che non è la
stessa isola su cui stavamo puntando. –
Zoro ruggì basso, piuttosto seccato dalla figura
fatta contro la ciurma del Rosso e dal fatto che fosse stato uno spirito,
qualcosa di intangibile (e impossibile da tagliare), ad avere la meglio su di
loro. In più, non c’era traccia di alcolici in quella casa, e sì che l’avevano
ribaltata come un calzino adesso che non c’era più l’inquietante presenza di
Yama a frenarli.
Ripensò all’eventualità di riuscire a fendere anche
uno spirito come quello di Skye, ma alla fine arrivò solo alla conclusione che
serviva comunque che lo spirito si palesasse, per poterlo squarciare. Ci
avrebbe lavorato su.
Quanto a Pipe, non sembrò prendersela molto per la
morte del padrone di casa. Un paio di volte aveva chiesto a Brook dove fosse, e
lo scheletro aveva risposto: “È andato via.” e lei: “Tornerà?”, ma alla
risposta negativa dello scheletro non aveva continuato con le domande.
Suonava la cornamusa, andava in giro in sella al
suo cavallo di bronzo, e poi se ne tornava in cucina dove Sanji provvedeva
sempre a prepararle qualcosa di buono nonostante le scarse materie prime. I
suoi discorsi erano ancora senza troppa logica, ogni tanto i suoi occhi
diventavano vacui e chissà in quali meandri della sua mente si era persa, però
almeno con i suoi nuovi coinquilini sembrava felice. Era andata con Brook a
fare una passeggiata dietro la casa, prima del tramonto, e da lì avevano visto
il fumo del rogo preparato dalla ciurma di Shanks.
– Fuoco… – aveva mormorato la ragazza, stringendosi
al pianista.
– Non ti preoccupare, Pipe. – l’aveva rincuorata lo
scheletro. – Finirà presto. – aveva concluso, conoscendo il significato di
quelle pire.
Erano rimasti a lungo, seduti nell’erba, a guardare
i fili di fumo che si fondevano con le nuvole basse del cielo grigio, senza
dire una parola. Il sole non era che un’ombra rossastra oltre le nuvole
dell’orizzonte, e colorava di rosa e di oro le nuvole ad ovest, dove sembrava
che si diradassero. Alla fine Pipe si era addormentata, e Brook l’aveva
riportata in braccio alla villa appena in tempo: una pioggia fitta e sottile
aveva cominciato a cadere sulle ceneri dei roghi, risparmiando a Shanks e ai
suoi la fatica di spegnere completamente i fuochi.
~
Le ancore della Red Force furono issate di buona
lena al suono di vecchie canzoni marinaresche il mattino successivo, dopo una
lunga festa che era durata fino a notte fonda. Nonostante il lugubre compito di
dare una sepoltura a tutti i morti di Skye, Rockstar e Yasopp erano riusciti a
forzare le casseforti trovate in paese e si erano impossessati di tutto ciò che
vi avevano trovato dentro, mettendo dopo vent’anni la parola fine alla
ricerca del tesoro dell’isola. Ci era voluta un’intera giornata per costruire
un montacarichi e portare tutto in superficie, ma alla fine i pirati erano
riusciti nel loro scopo.
– Non hai nemmeno salutato Rufy? – domandò Benn Beckman accendendo una
sigaretta, affacciato sul cassero di poppa, mentre guardava per l’ultima volta
il Profilo del Poeta e la casa che sorgeva sulle sue pendici.
– Tanto ci rivedremo presto! – sorrise il capitano, che invece dava le spalle
all’entroterra.
I due pirati rimasero ad osservare per qualche
istante Yasopp, intento a raccontare dei dettagli quanto successo a Dressrosa a
Ftoros, il medico di bordo; il cecchino si era incuriosito molto leggendo le
cronache di quei giorni sui giornali, e finalmente aveva potuto chiedere al
figlio maggiori dettagli.
Alla maggior parte della ciurma andava invece
benissimo il solo resoconto del quotidiano, però questo a Yasopp non importava.
– Sei sicuro che accetterà il tuo regalo? – domandò il Vice ignorando Ftoros che
decideva di addormentare il suo interlocutore con una siringa.
– Non è un regalo. – lo corresse Shanks. – È un prestito. Un altro prestito. – sghignazzò. – Del resto, come farebbe a diventare un grande pirata e a restituirmi
il cappello, se rimane senza mezzi su un’isola deserta? –
~
Il
mattino dopo Rufy uscì dal portone per
andare a caccia di qualche succulento cinghiale e trovò, sui gradini
all’ingresso della villa, un grande sacco di iuta con un fiocco rosso cremisi
con dentro tanti, tanti, tanti anonimi prismi trasparenti. Un bigliettino
recitava “da Shanks”, e sotto c’era scarabocchiato un omino con la lingua di
fuori.
– Shanks mi ha regalato… dei cubetti di
ghiaccio? – mormorò deluso
Rufy.
Meno male che intervenne Nami a evitare che se li
mangiasse o che li desse a Sanji per cucinare. –
Testone che non sei altro!! –
gridò estasiata. – Questi sono…
i diamanti della concessione!! Il tesoro dell’Isola di Skye!! –
– Ma no, i diamanti li conosco! – protestò Cappello
di Paglia. – Brillano molto di più! Come quelli dei tesori! Questi sono proprio
cubetti di ghiaccio…
Nami non lo stava più ascoltando: era caduta in
ginocchio davanti al sacco e vi aveva immerso le braccia fino ai gomiti: – Sono diamanti grezzi…! Ce ne saranno almeno… cinquanta chili!! –
~
– E se lo rifiutasse? – azzardò Benn Beckman mentre il profilo
dell’isola spariva all’orizzonte.
Shanks si strinse nelle spalle. – I diamanti sono comunque dei sassi. Affondano benissimo. –
~
– Rufy, aspetta un istante prima di sbarazzartene…
– lo pregò Sanji. – È vero che noi ce la caveremmo comunque, e
che tra qualche settimana Franky avrà finito la barca che ci porterà via da
Skye, però… – guardò serissimo
Pipe, che puliva la cornamusa in un angolo canticchiando “Dei vermi
strisciano dentro, dei vermi strisciano fuori…”
–
Ti rendi conto che Pipe non potrà vivere qui da sola, vero? – disse il cuoco.
Avevano
appena finito di pranzare; Sanji continuava a dimostrarsi un cuoco eccezionale
e dalle risorse infinite, per riuscire a tirare fuori dei manicaretti di
prim’ordine da una cucina spoglia e disorganizzata come quella. Una volta
andati via i pirati di Shanks, anche i Mugi avevano visitato la cittadina sotto
terra, ma finita l’esplorazione era rimasto ben poco da fare e si erano
ritirati nella grande casa perché, intanto, aveva ricominciato a piovere. Nico
Robin era stata portata via a forza e ora erano tutti riuniti attorno al fuoco,
chi seduto per terra e chi ancora al tavolo, dove si giocava a carte tra le
briciole del pranzo.
Rufy
non aveva pensato al destino della suonatrice, una volta che Yama era morto.
Aveva notato che Pipe si comportava in maniera strana, ma non vi aveva mai dato
troppo peso. Aveva incontrato tante persone svanite in vita sua! Non gli
sembrava che questo, per loro, fosse un problema. Però, ora che Sanji glielo
faceva notare, si ricordò della dispensa quasi vuota, e del fatto che Pipe non
fosse mai uscita a catturare qualcosa da mangiare come facevano lui e Zoro.
–
Rufy. – tuonò lo spadaccino. – Bisognerà lasciarla in una città.
–
Potremmo affidarla a qualcuno che conosciamo, no? – propose Nami.
–
Già, ma prima dovremmo riuscire ad andarcene di qui. – disse Usopp in tono
depresso. Pipe, con la forza del pensiero, gli fece arrivare vicino un cuscino
e un mestolo di legno, per consolarlo.
Usopp
guardò stranito i due oggetti, che fluttuavano davanti al suo naso per poi
depositarsi con delicatezza sulla tovaglia.
–
Pipe può recuperare la Sunny. – sussurrò afferrando il mestolo.
Franky
tirò su la testa dal tavolo, tutti si voltarono a guardare il cecchino.
Brook
intervenne: – Può spostare solo le cose che ha toccato in precedenza. Non ha
mai nemmeno visto la nostra Thousand Sunny.
Ma
Usopp scosse la testa, deciso: – La Sunny no… ma l’Albero Adam sì! – sorrise
raggiante. – Franky! – esclamò. – La Mini Merry II è fatta con lo stesso
materiale della Sunny, no? Hai usato lo stesso albero!
Il
carpentiere intuì dove volesse andare a parare il cecchino. – Sì, ho usato lo
stesso legno per entrambe…! –
–
Non ci sono limiti di peso, per spostare gli oggetti, vero, Pipe? – chiese
ancora il cecchino.
–
Non credo, sposta tranquillamente un cavallo di bronzo… non pesa quanto la
Sunny, ma… – rispose per lei Brook.
–
E allora che stiamo aspettando? – gridò Cappello di Paglia.
~
Per
un bravo carpentiere come Franky non fu difficile costruire lì per lì una
piccola zattera, che fu attaccata dietro alla Mini Merry II e trascinata da
essa fino al punto in cui Nami stimò essere affondata la Thousand Sunny. In
questo modo tutta la ciurma poteva assistere all’esperimento di cui Pipe era
protagonista.
Più
difficile fu spiegare alla suonatrice di cornamusa il suo ruolo nell’operazione:
Sanji e Nico Robin ci si misero con impegno e pazienza, e alla fine riuscirono
a far capire alla ragazza che dallo stesso albero erano state ricavate due
navi, una grande e una piccola, e lei doveva recuperare dal fondo del mare
quella più grande.
–
Lei non penserà di “recuperare la Sunny” – disse Nami a Rufy – Dovrà pensare di
“recuperare l’Albero Adam”. –
–
Anche se di fatto sono la stessa cosa. – completò Zoro, forse semplificando
eccessivamente.
–
Ci siamo attaccati a un cavillo tecnico, insomma. – concluse Chopper.
Era
il momento.
Era
mezzogiorno, nonostante il sole fosse coperto da un denso strato di nuvoloni
bigi.
Rufy,
Zoro con Chopper sulle ginocchia, Pipe e Brook si trovavano sulla Mini Merry
II, e rimorchiavano Franky, Nami, Robin, Usopp e Sanji che erano sulla barca
costruita il giorno precedente.
Siccome
sul mare faceva ancora più freddo che sull’isola, tutti si erano messi addosso
i vestiti più caldi che avevano trovato nei malmessi guardaroba della villa:
maglioni, golfini, camicie da lavoro di flanella, grandi gonne lunghe fino ai
piedi, scialli di lana, e Nami addirittura era avvolta in una grande coperta.
Era un po’ strano vedersi coperti da così tanti strati (e Sanji reputava che
fosse un terribile spreco, per le sue dee), però il clima dell’isola, dopo le
recenti piogge, era diventato ancora più rigido.
–
Sei pronta, Pipe? – mormorò Brook, seduto accanto alla ragazza sul sedile
posteriore dell’imbarcazione.
Pipe
si alzò in piedi, nel silenzio surreale del mare liscio come l’olio.
Si
aggiustò la cornamusa sulla spalla sinistra, badando che le tre canne che
andavano verso l’alto fossero ben allineate tra loro e che le nappine di stoffa
rossa non si fossero impigliate.
Portò
la canna della cornamusa alla bocca e cominciò a soffiare.
–
Highland Cathedral. – mormorò Sanji
all’orecchio di Nami.
Poi
tornarono muti ad ascoltare quella triste melodia, mentre il mare rimaneva
piatto.
Brook
tirò fuori un vecchio tamburo trovato nella casa di Pipe e l’accompagnò mentre
suonava.
Usopp
li guardava incantato, cercando di imprimersi quell’immagine nella testa: era
uno spettacolo emozionante, due suonatori eccezionali che stavano improvvisando
un concerto solo per loro in equilibrio sul mare grigio.
Uno
era alto, magro, vestito elegantemente con giacca e pantaloni di sartoria dalla
foggia antiquata, e le trine della camicia ondeggiavano al ritmo del vento e
dei movimenti che facevano vibrare la vecchia pelle del suo strumento.
L’altra
era minuta, avvolta in caldi vestiti di lana pesante, con la gonna in tartan
verde e blu e uno scialle dello stesso colore chiuso sulla spalla destra con
una grande fibbia d’oro, che spiccava sulla camicia di battista bianca. I suoi
capelli erano acconciati in una treccia, con qualche ciocca che disordinata che
sfuggiva nella brezza che sfiorava il mare, ma la testa era protetta dal freddo
da un berretto di lana che ricadeva floscio da un lato.
All’improvviso
un punto del mare a una decina di metri alla loro destra cominciò ad agitarsi e
ribollire tenue.
–
Guardate! – esclamò Rufy.
Pipe
soffiò con più forza e, pian piano, dall’acqua fredda uscirono prima i pennoni,
poi le sartie lerce di alghe, quindi i malandati mandarini, poi l’osservatorio
dal tetto sfondato e il cassero, e poi il ponte, con il manto erboso fradicio e marcio, e infine una grande polena sorridente, il cui colore giallo
vivo non si era scrostato neanche un po’, per chissà quale miracolo. Dal ventre
squarciato faceva capolino lo Shark Submerge III, incastrato tra le travi
spezzate.
Tra
la cornamusa e il tamburo si sentiva un cupo gorgoglio, come di un cyborg in
lacrime.
~
Una
settimana dopo, la ciurma dei pirati di Cappello di Paglia diceva addio senza
rimpianti all’Isola di Skye su una rinnovata Thousand Sunny. Portavano con loro
Pipe e una buona cinquantina di chili di diamanti grezzi, gentile concessione
di Shanks il Rosso. All’inizio Rufy non aveva voluto accettarli, ma i suoi
amici erano riusciti a farlo ragionare: se non servivano a loro, erano
indispensabili per assicurarsi che Pipe vivesse tranquilla e al sicuro quando
l’avrebbero salutata. Nami non era molto d’accordo, almeno all’inizio, ma poi
sembrò convincersi.
Mentre
le due ragazze stavano aiutando Pipe a fare i bagagli, era spuntato fuori dai
suoi armadi un oggetto interessante.
–
Il mio abito da sposa! – aveva sorriso Pipe correndo ad afferrare la stoffa
bianca che l’archeologa reggeva tra le mani.
–
Ma… – Nami era interdetta. Era un completo bianco, logoro e strappato. Non era
fatto di tulle o di taffetà come gli abiti da sposa che aveva visto lei in giro
per i negozi, era solo una camicetta di cotone bianco con il colletto a righe
blu, a mezze maniche.
Pipe
intanto se l’era appoggiato addosso e si guardava allo specchio, fiera.
Le
due donne si erano guardate tristemente: non era un abito da sposa, se non
nella mente della povera Pipe.
Era
un’uniforme da Marine. In fondo all’armadio c’erano anche dei pantaloni bianchi
fatti con la stessa stoffa, vecchi e rigidi di sale.
~
Dopo
che Nico Robin e Chopper gli avevano rivelato che lui non c’entrava nulla con
il naufragio, e soprattutto dopo il recupero della suo amato brigantino, Franky
era rinato: era tornato ad essere il cyborg dinamico e chiassoso che
conoscevano tutti, ed era un piacere guardarlo mentre eseguiva delicatissimi
lavori di carpenteria sulla tapina Thousand Sunny. Usopp gli dava volentieri
una mano, e spesso anche Rufy e Zoro si univano ai lavori per far ritornare il
loro brigantino agli antichi splendori.
Un
duro lavoro toccò a Nico Robin: tutti i libri della loro biblioteca erano
diventati un ammasso irrecuperabile di fanghiglia, e dovette suo malgrado
abbandonarli a Skye. Per fortuna la casa di Pipe era ben provvista di tomi, e
fu la stessa suonatrice di cornamusa a trasportarli, in un trenino ordinato,
fin dentro la nave dei suoi amici.
Compito
simile toccò a Chopper: le bende erano recuperabili, ma dovette sbarazzarsi di
erbe e medicine che conservava nell’infermeria della Sunny. Anche Sanji dovette
ammettere che la maggior parte delle sue scorte erano diventate cibo per pesci.
Nami
per poco non scoppiò a piangere: il suo lavoro di due anni era da rifare
completamente perché le mappe nautiche avevano preso poco bene quel periodo
prolungato di ammollo. Sanji le fece però notare che, per fortuna, ne aveva
fatte plastificare la maggior parte e, seppure danneggiate, erano recuperabili.
L’unico
felice era Zoro: i liquori si erano conservati perfettamente e lui potè
ricongiungersi con gioia al suo sakè.
Brook
ritrovò fra i corridoi della Sunny quel che rimaneva del suo povero violino, ma
si rifiutò di lasciarlo: lo mise da parte e si ripromise di cercare un bravo
liutaio sulle isole successive.
–
Non preoccupatevi! – li tranquillizzò Franky – Mettiamo in sicurezza la nave
per la navigazione e alla prossima isola faremo una suuuper-spesa per sistemare
tutti gli interni!
–
Dovremo tornare fino a Water Seven? Dallo zietto Iceburg? – chiese Rufy. Da un
lato gli sarebbe dispiaciuto compiere un passo all’indietro così lungo, ma
dall’altro gli avrebbe fatto piacere tornare a salutare i ragazzi della
Galley-La Company.
–
No, non sarà necessario. – rispose Cutty Flam – I migliori carpentieri del
mondo sono lì, certo, ma ci sono tanti super-cantieri in giro per la Rotta
Maggiore! Non avremo problemi a rinnovare la Sunny rimanendo nel Nuovo Mondo!
–
Rotta, capitano! – chiese Nami guardando il suo log-pose, che nel frattempo
aveva registrato il magnetismo di Skye e puntava dritto alle prossime tre
isole.
–
Andiamo dal Fumoso! – sorrise invece impavido Rufy.
–
Da Smoker!? – replicarono tutti in coro. Che razza di meta era??
–
O dal nonno. – ragionò Cappello di Paglia piazzandosi un indice nel naso. –
Oppure da quel tizio strano che ti conosce, Robin… –
–
Ma perché vuoi andare dalla Marina a tutti i costi?? – pianse Usopp.
–
Pipe era una Marine, no? – sorrise il capitano. – Sono i suoi amici. È da loro
che deve tornare!
–
Guardiamarina Pipe! – sorrise la ragazza facendo il saluto militare.
–
Appunto. – si compiacque Rufy. – Che stiamo aspettando? Andiamo! –
Dietro le quinte... È finita!! È finita!!! È finita!!! Grazie! Grazie a tutti quanti! A chi ha recensito, a chi ha suggerito, a chi semplicemente ha letto. Grazie a tutti voi e scusate per la lunga attesa per questi ultimi due capitoli. Spero che la storia vi sia piaciuta, mi piacerebbe sentire le vostre opinioni... l'ambientazione com'è stata? E il personaggio di Pipe vi è piaciuto, con tutti i suoi richiami alla Scozia e alle Highlands? E l'isola di Skye (ispirata... alla zona tra Frosinone e Latina)? E Yama come cattivo della storia? Ovviamente non è stato un cattivo potente come Crocodile, Ener, Rob Lucci, ma un cattivo abbastanza blando, però con la sua bella dose di bastardaggine... almeno spero! E la ciurma di Shanks? Era un sacco che volevo gestirla di nuovo, dopo le storie "Le Schiave" e "L'uomo che tornava dal mare", e spero di essere riuscita a renderla bene! Un messaggio agli altri autori di cui seguo le storie: mi sto rimettendo in carreggiata, recupererò i capitoli arretrati quanto prima! Scusatemi!! Ancora grazie a tutti coloro che mi hanno seguita fin qui (eroi!!). Buon fine settimana, Yellow Canadair
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