cap6
Capitolo 6
Dopo aver consumato
un pranzo veloce, Hermione aveva passato il pomeriggio in biblioteca, e
per le
6 scese nei sotterranei. Bussò alla porta dell'ufficio di
Piton, il quale
arrivò subito ad aprire.
Si sedette sulla
solita poltrona, e aspettò con una leggera ansia che il
professore le chiedesse
di dirle cosa aveva trovato sul fiore di luna in biblioteca. Aveva
sì passato
le ore precedenti a sfogliare libri, ma come al mattino la sua testa
era stata altrove,
e non aveva trovato nulla che avrebbe potuto interessare Piton.
L'uomo si
versò un
bicchiere di acquavite e andò a sedersi nella poltrona
accanto alla sua. La
ragazza cercò di nascondere lo zigomo livido con i capelli,
con un movimento
che voleva far sembrare casuale, anche se era sicura che Piton avrebbe
capito
che quel gesto era tutt'altro che casuale. Pazienza,
pensò lei, speriamo
solo che la serata finisca
in fretta così me ne vado a letto!
Come previsto, Piton
le chiese che cosa avesse scoperto sul fiore di luna. A Hermione si
chiuse lo
stomaco. Non si era mai sentita così nervosa davanti a
quell'uomo, neanche
durante gli esami quando frequentava Hogwarts.
"Ehm… Il
f-fiore di l-luna sboccia d-di notte…"
"Geniale
Granger, sicuramente una risposta degna di un 'Oltre ogni previsione'!"
commentò sarcastico Piton. "E dove cresce? Come si usa nelle
pozioni?
Quali proprietà ha?"
"Ehm…"
Per la prima volta,
Hermione non aveva la risposta pronta. Vide Piton esibire uno dei suoi
migliori
ghigni, dietro a cui si intravedeva una grande soddisfazione.
"Ecco dunque
Granger, la ragazza So-Tutto, che non ha alzato subito la mano!"
"M-mi dispiace,
è che…" ma non seppe come continuare. Si sentiva
nervosa, tesa, stanca.
Temette di scoppiare in lacrime da un momento all'altro, ma
riuscì a
trattenersi. Fece un respiro profondo.
Piton finì
la sua
acquavite senza più dire nulla, ma gli rimase per tutto il
tempo sul volto quel
sorriso sarcastico. Anche Hermione non disse più nulla, e
rimase in silenzio
sulla poltrona tenendo la testa bassa.
Quando il bicchiere
fu svuotato, Piton la guardò e le chiese se sapesse
effettuare una
smaterializzazione congiunta. La risposta fu affermativa.
"Bene, Granger,
almeno qualcosa lo sai fare! Domani sera ci troviamo alle 10 davanti al
cancello di Hogwarts" disse Piton, "e per stasera è tutto.
Puoi
andare. E vedi di dormire stanotte, così eviti di
addormentarti quando è ora di
lavorare!"
"V-va
bene" rispose lei tenendo sempre la testa bassa. "Buonanotte,
professore."
Quella notte
riuscì
finalmente a dormire.
Il giorno seguente
fece quello che non aveva fatto il giorno prima. Andò in
biblioteca e cercò
tutte le informazioni possibili sul fiore di luna.
I fiori di ipomea
bianca crescevano solo in alcune zone di brughiera, una delle quali si
trovava
non troppo lontana da Hogwarts. Hermione pensò che quella
sera sarebbero andati
lì. Per ottenere la massima efficacia nelle pozioni dovevano
essere raccolti in
una notte di luna piena, e recisi con un coltello dalla lama di argento.
Soprattutto, affinché non perdessero il loro
potere, dovevano essere aggiunti il prima possibile agli altri
ingredienti.
Felice di esser
riuscita a recuperare tutte le informazioni possibili, Hermione
pensò di
prendersi il pomeriggio libero e riposarsi, in modo da riuscire a
reggere tutta
la notte in piedi.
Si recò
allora sulla
torre di Astronomia. Non si era mai recata lassù di giorno,
e per un momento
rimase senza fiato per la bellezza del paesaggio che circondava il
castello. Il
Lago Nero rifletteva le nuvole, le brughiere erano smeraldine. L'aria
fredda di
ottobre le scompigliò i capelli, e per un momento
provò una sensazione di reale
felicità. Sorrise tra sé.
Poi le
tornò in
mente Ron, e si accorse che non aveva più avuto notizie di
lui da quando era
arrivata al castello, né una lettera né altro.
Pff,
si starà godendo la solitudine con una bottiglia
di Whiskey Incendiario e magari con un'altra donna.
Ci mise un po' a
rendersi conto che il pensiero di suo marito tra le braccia di un'altra
non le
provocava alcuna emozione: né rabbia né gelosia.
Anzi, era forse sollievo
quello che sentiva?
Ma
come abbiamo fatto a ridurci così?
Non trovò
una
risposta.
Visto che quei
pensieri la mettevano di malumore, decise di pensare alla serata
imminente.
Perché Piton le aveva chiesto se era capace di fare la
smaterializzazione
congiunta? Di sicuro ne era capace anche lui, anzi molto meglio di lei.
Ma se
gliel'aveva chiesto un motivo ci sarà sicuramente stato.
Poi
realizzò che
uscire di notte, in mezzo alla brughiera, con Piton, sarebbe stato un
po'
inquietante. Con una fitta di malinconia pensò a come ne
avrebbero parlato se
fosse stata a scuola, con Harry e Ron che gli avrebbero dato del
pipistrello
gigante.
Ecco,
di nuovo che penso a Ron. Dannazione!
Suonarono le 5, e
tornò nella sua stanza. Chiamò Cripy e si fece
portare qualcosa da mangiare.
Mancavano ancora alcune ore alle 10, così decise di
stendersi un attimo sul
letto, in modo da arrivare alla sera ben riposata.
Si rilassò,
ma ben
presto chiuse gli occhi e le palpebre si fecero pesanti. Ron
popolò i suoi
sogni.
Un forte schiocco la
fece svegliare di colpo con un sussulto. Era Cripy, trafelato.
"Il padrone ha
detto di venire qua da te a chiamarti, Signorina Granger. Il padrone
non vuole
che lo si faccia attendere! Mi ha detto di portarti da lui!"
Le 10 e un quarto!
Hermione imprecò tra sé, afferrò al
volo il mantello e si precipitò fuori.
Corse il più rapidamente possibile, fino a quando non
raggiunse il cancello
della scuola, sormontato dalle due grandi statue dei cinghiali alati.
Piton era
là, un'ombra ancora più scura della notte, e
anche da distanza si vedeva che
non era affatto felice di aspettare.
"Granger, non
ti avevo detto che ci saremmo dovuti trovare alle 10?" chiese con voce
bassa ma tagliente.
"S-sì,
professore, è-è s-solo che m-mi sono
add-dormentata e n-non ho visto
l'ora…" rispose Hermione rossa dalla vergogna. "Chiedo
scusa…"
Piton disse qualcosa
tra sé e sé a bassa voce, ma c'era abbastanza
silenzio da far capire alla
ragazza che aveva sussurrato qualcosa come "il matrimonio le ha fatto
male…", e si trattenne a fatica dal rispondergli male.
Piton le
spiegò dove
si sarebbero dovuti recare. E disse che avrebbe dovuto smaterializzarsi
lei
portando lui con sé, perché, aggiunse con
un'espressione che indicava che gli
stava costando moltissimo fare quella rivelazione, lui era ancora
troppo debole
per riuscire a smaterializzarsi.
Hermione fece un
respiro profondo, si aggiustò il mantello e si
preparò a smaterializzarsi. Era
abbastanza nervosa, sia perché Piton era arrabbiato, cosa
che la metteva ancora
più in soggezione sia perché aveva paura che
qualcosa andasse male durante la smaterializzazione.
Già una volta Ron si era spaccato…
E
di nuovo Ron…
Piton le si
avvicinò. Non se l'era mai trovato così vicino.
Vide che la stava osservando, e
lo sguardo comprendeva anche il livido sulla guancia. Distolse lo
sguardo. Il
professore le prese un braccio, anche lui pronto.
Il suo tocco era
stranamente delicato.
Oh
mio Dio, non starò pensando veramente a quanto sia
delicato Piton nel prendermi il braccio vero? Sono veramente impazzita!
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