12.
Captatio Benevolentiae
By Xavier
Sono
molto combattuto, ultimamente. Se da un lato son riuscito a
dissociare Maxie, neppure per merito mio oltretutto, dall'altro lato
mi son quasi fatto fregare da Giovanni e non ho concluso un bel
niente con Cyrus. Qualcun altro potrebbe dirsi soddisfatto, ma non
io, non di certo io, Acromio! Se non riesco al 100% in ciò
che
faccio non posso dirmi soddisfatto,
mai. Tuttavia i fallimenti fanno parte della carriera di uno
scienziato, senza di essi non si può migliorare ed aspirare
alla
perfezione, per cui evito di prendermela più di tanto, ho
ancora
molte carte da giocarmi.
Un nuovo giorno è iniziato e decido di
prendermela comoda, mentre consumo la colazione nella sala del
dirigente, chissà cosa avrà da chiedermi oggi.
Mastico molto piano,
con la testa poggiata mollemente sulla mano sinistra e il gomito sul
tavolo: guardo fuori. Ancora un altro giorno di vento e pioggia, a me
non dispiace affatto, anzi devo dire di apprezzare il clima cupo in
certi giorni come questo, mi aiuta a riflettere meglio e non
può che
farmi bene. Gli altri detenuti ovviamente non la penseranno
così,
per loro le brutte giornate sono una tragedia dal momento che non
possono uscire fuori a prendere una boccata d'aria senza rischiare
una polmonite. Povere stelline senza cielo!
«Scienziato,
ti decidi a finire? Ho una certa fretta, ricordati che sei pur sempre
un carcerato e ciò che ti sto concedendo è pure
troppo!»
Abbiamo
un altro più nervoso di me, a quanto vedo: «mi
perdoni, direttore, non era mia intenzione farle perdere il suo
preziosissimo tempo, devo essermi un attimo perso tra i miei
pensieri. Sa, tutta questa pioggia, di questi tempi…»
«Acromio!
Vuoi farmi uscire fuori dai gangheri?»
Accenno
un adorabile sorrisino per tranquillizzarlo e riprendo a mangiare con
più ritmo, finendo la mia porzione in pochi minuti. Odio
quando mi
mettono fretta mentre mangio… Mi ripulisco educatamente le
labbra
col tovagliolo, lo ripiego e lo ripongo nel piatto sporco, insieme
alle altre posate, è importante dargli una buona
impressione. «Mi
dica pure direttore! Come posso servirla oggi?»
Assumo
un aspetto invitante, addolcendo il tono di voce e schiudendo gli
occhi in uno sguardo mellifluo, le mie preoccupazioni non devono
trasparire. Devo dimostrarmi sempre accondiscendente e sicuro al suo
cospetto, solo così potrà fidarsi di me.
«Senti
qua, Acromio: il tuo aiuto è stato certamente prezioso,
facendo un
resoconto ci siamo accorti che, se catturassimo Ada, l'ultima
Idro-tenente, potremmo dichiarare annientato il Team Idro. Senza un
capo quelli non sono nessuno, capisci che intendo? Vorrei che
scoprissi il suo nascondiglio».
Ada…
Ma sì, certo, so già a chi chiedere, un lavoretto
facile facile,
così potrò avere tutta la giornata libera e una
nuova
promozione.
«Certamente
direttore! Lasci fare a me! Mi metterò subito all'opera»
dico tutto contento mentre mi alzo dalla sedia, ma ecco che l'uomo mi
afferra per una manica tirandomi indietro:
«Non
ho ancora finito, scienziato, rimettiti seduto».
Deglutisco,
parecchio imbarazzato dal mio scatto d'euforia e obbedisco
all'ordine, rimettendomi sullo sgabello. «Mi
perdoni, non volevo assolutamente svignarmela, credevo solo avesse
finito di impartirmi…»
«Vuoi
stare zitto un attimo e lasciarmi parlare?»
Male,
lo sto facendo innervosire, avevo capito che fosse un tipo permaloso,
ma non così tanto, devo stare più attento se
voglio ingraziarmelo
per bene. Deglutisco ancora e mi ricompongo, posando le mani sul
tavolino e osservandolo con la massima attenzione.
«Per
quanto riguarda Cyrus, non so bene cosa tu abbia combinato l'ultima
volta, non voglio neppure saperlo, ma gradirei che provassi ancora
una volta a estorcergli informazioni. Del Team Galassia non sappiamo
praticamente nulla, ci sono ben tre comandanti a piede libero e
questa cosa non va assolutamente bene!»
Eccolo,
ci risiamo, guarda caso rientrava nelle mie intenzioni andare a fare
una visitina a quella magnifica creatura. «Ah
ma certo! Certo che sì. Se non le dispiace però
mi occuperei prima
di Ada, voglio andare sul sicuro, solo dopo vedrò cosa
potrò fare
con Cyrus. Ah, comunque tengo a precisare che ha fatto tutto da solo,
io non ho mosso un dito, ha provato a suicidarsi, probabilmente devo
avergli in qualche modo provocato un qualche...»
«NON
perderti in chiacchiere! Fuori di qui, lesto! Non mi importa cosa fai
prima e cosa fai dopo, ma datti una mossa ed esegui il mio
ordine!»
«Come
desidera, direttore. Sarà eseguita ogni cosa».
Finalmente
mi alzo e me ne vado, non lo stavo sopportando più. Certo,
se
sapesse cosa ho in mente, in questo momento, mi ritroverei al posto
di Maxie, quindi non è il caso di lamentarsi, è
solo un Growlithe
che abbaia tanto e morde raramente, giusto se gli viene pestata la
coda. D'altronde quando ero sotto il controllo di Ghecis non mi
andava meglio, i loro caratteri sono molto simili verso i sottoposti,
posso benissimo sopportarlo per quel poco che mi resta da fare qui
dentro. La fuga è sempre più vicina!
Cammino allegro su per i
corridoi del carcere guardando in modo altezzoso tutti i detenuti che
si trovano dietro le sbarre, rabbiosi e frustrati per il brutto tempo
che impedisce l'ora d'aria, mi stanno letteralmente sbranando con lo
sguardo, che carini! Mi avvicino ad uno in particolare, un uomo alto
e nerboruto con una faccia da Carvanha, e mi chino per scrutarlo
meglio, tenendomi comunque a distanza di sicurezza: «Ma
tu guarda! Non trovi che la pioggia sia un fenomeno bellissimo?
Voglio dire, miriadi di stille cristalline che precipitano,
all'unisono, drip drop, drip drop, e che si schiantano sulle vetrate,
frammentandosi in altre goccioline ancora più piccole e
luminose e…
Oh? Ti sto forse… annoiando?».
Osservo compiaciuto il viso letteralmente ringhiante di quell'uomo,
sull'orlo dei nervi, e faccio per andare via: «Mi
dispiace di averti tediato, è che adoro queste giornate
tempestose,
mi mettono una certa voglia di danzare sotto la pioggia!»
Mi
rigiro con una semi-piroetta e torno sui miei passi, adesso mi sento
più carico per affrontare Maxie. Non se la starà
passando bene in
isolamento, deve essere terribile, dunque se i miei calcoli sono
giusti il vulcanologo farà qualsiasi cosa pur di uscire da
quella
topaia, e lo manipolerò coi guanti di velluto.
Mentre
scendo la ripida scalinata che conduce ai sotterranei sono costretto
a stringermi di più nel camice a causa degli spifferi di
vento e
pioggia che entrano dalle inferriate sempre aperte, rendendo
quell'ambiente umido e gelido, assolutamente invivibile.
Giunto
nel sotterraneo mi metto a ricercare la cella di Maxie, con enormi
difficoltà dal momento che devo abituarmi le pupille alla
scarsa
luminosità di questa specie di catacomba.
«Maxie,
batti un colpo se mi senti!»
Mi
fermo e tendo bene le orecchie: sento appena appena il rumore di
qualcosa che struscia per terra e poi il suono metallico delle mani
che si avvinghiano alle sbarre di ferro. Mi decido a seguire quei
rumori e ben presto mi ritrovo faccia a faccia con il prescelto.
«Maxie,
carissimo Maxie! Deve essere una rogna stare qui, non ho ragione?»
La
sua piccola cella di appena 4x4m è corrosa
dall'umidità, la pioggia
penetra dal soffitto con innumerevoli infiltrazioni da ogni dove,
gocciolando perennemente sul pavimento ormai scivoloso, e un forte
odore di muffa permea tutta l'aria. Non lo invidio per
niente.
«Acromio…
cosa sei venuto a fare qui? Cosa vuoi da me? Non mi hai già
rovinato
abbastanza?»
Maxie
si regge a stento in piedi, tossisce rumorosamente, sembra parecchio
ammalato, ha un pessimo aspetto.
«Maxie,
perché ti metti subito sulla difensiva? Ti ho forse fatto
qualcosa
di male hm?».
Sbotta
improvvisamente: «hai
anche bisogno di chiederlo?».
Rimaniamo
interminabili istanti a fissarci. Lui ansima, riprende fiato,
digrigna i denti verso di me, io intanto mi siedo su uno sgabello e
inizio a tamburellare le dita sulle ginocchia, così per
gioco,
mentre il mio sguardo si perde nel suo e viceversa. Devo andarci con
estrema cautela, è una bomba ad orologeria pronta ad
esplodere in
qualsiasi momento. Tossicchio e mi raddrizzo gli occhiali:
«Sì,
ne ho bisogno. Ragiona un attimo Maxie, non pensare a questo
momentaneo isolamento, dammi retta».
Forse
ho attirato la sua attenzione, non riesco a capirlo bene talmente sta
tremando di freddo. Resta zitto. «Non
sei contento di esserti diviso da Ivan? Shh! Non rispondere subito!»
gli faccio cenno di mantenere il silenzio, avvicinandomi col viso al
suo, dunque riprendo a parlare, ho catturato la sua attenzione: «Ce
l'hai con me, tu, si legge lontano un miglio. Ahh, quando si
è
innamorati è normale non ragionare lucidamente, posso
capirti…».
Vengo
bruscamente interrotto- «perché,
tu sei stato mai innamorato in vita tua?»
Non
mi aspettavo una domanda simile, dove vuole arrivare? Che stia
soltanto delirando?
«Maxie,
non essere scortese, sto finendo di parlare. Tu ce l'hai con me
perché Ivan ti ha tradito, vero? Ma non ci arrivi da solo?
Avrebbe
potuto tradirti con me, come con qualcun altro. Ci fosse stato Cyrus
al posto mio? Sarebbero cambiate le cose? No Maxie, ovviamente no! La
colpa del tradimento è assolutamente la sua, se fosse stato
un
compagno fedele e affidabile non ti avrebbe tradito neppure se si
fosse trovato davanti la bellissima Orthilla! Inoltre non ero a
conoscenza della vostra relazione…»
cerco di apparire mortificato, abbassando lo sguardo e girandomi
altrove. Maxie rimane seduto per terra, con le braccia attorno alle
ginocchia tenute strette al petto. Devo aver fatto breccia con quelle
parole.
«Maxie…?»
provo ad avvicinarmi a lui. «Maxie,
guardami adesso, posso tirarti fuori da qui».
Alza
di scatto la testa, con gli occhi velati di lacrime, è
troppo scosso
per poter parlare. Che scena straziante! Davvero commovente, ma
adesso deve smetterla o non otterrò nulla. «Tieni
Maxie, copriti, non credevo che quell'infame ti sbattesse in un luogo
così freddo…»
mi sfilo il camice bianco, rabbrividendo, e glielo metto addosso
attraverso le sbarre ma in un gesto fulmineo il rosso scosta
violentemente la mia mano, lasciando che l'indumento cada per
terra.
«Oh…
perché mai? Era un gesto carino il mio, tutta questa
umidità ti
penetra nelle ossa e fa male, sarebbe stato meglio coprirsi…
ma
pazienza».
Alzo le spalle e torno a sedermi.
«Non
mi importa, Acromio. Se ti fa piacere, il tuo camice sarà
ottimo
come carta igienica sai, non ho nemmeno quella qui dentro».
Non
riesco a trattenere una risatina ingenua, ma che faccia tosta! Ho
ancora molto da lavorare con lui, non credevo… «Potresti
risparmiarti certe spavalderie, le broncopolmoniti sono un tantino
peggiori rispetto ad un sedere sporco. Ma non importa,
perché se
collabori ti faccio uscire da qui».
«E
dovrei crederti? Dopo tutto quello che hai fatto per sbattermi qua
dentro?»
ringhia il rosso.
«Qua
dentro ti sei cacciato con le tue stesse mani, Maxie. Lo sanno tutti
che è vietatissimo gironzolare ai piani alti, ti ci ho
mandato forse
io?»
Scuote
la testa e stringe i denti:
«…no.
Non proprio».
«Spiegati
meglio!»
lo incalzo energicamente.
«Ci
sono andato perché volevo rubare i nastri e vedere cosa hai
combinato al povero Cyrus, razza di infame. E poi c'eri anche tu,
nella sala del direttore, cosa stavi facendo?»
Bravissimo,
sta tutto andando secondo i miei piani. Quant'è prevedibile
un uomo
messo alle strette? Mi sto divertendo da morire, ben presto
confesserai ciò che mi serve mio caro.
«Cyrus?
Ah! Dovevi vederlo, era completamente uscito fuori di testa. Mi sono
seduto al suo fianco per parlargli e, come gli ho rievocato certi
ricordi riguardanti il mondo distorto e Giratina, è
impazzito! Ha
preso una scheggia di vetro e ha provato a lesionarsi il volto e il
torace, ho fatto di tutto per fermarlo, proprio di tutto, sono
arrivato a mettergli le mani alla gola! Temevo potesse ferire anche
me! Alla fine per fortuna sono intervenuti facendogli un'iniezione di
Lorazepam».
Annuisco, fomentato dalla narrazione degli eventi, quasi fosse andata
realmente così. «Quell'uomo
è pazzo, devi credermi. Basta innescargli una scintilla di
ricordi
del passato che esplode di furia come un Electrode, è un
caso perso,
pover'uomo».
Chino
il capo, in segno di dispiacere e rimango così per
indefiniti
secondi. Maxie mi scruta molto attentamente, alla ricerca di un
qualche tratto fisiognomico che possa far trasparire la menzogna. Ma
io sono più bravo!
«Acromio…
è davvero andata come dici tu? Non mi hai ancora risposto
alla
domanda riguardante il direttore… Cosa ci facevi
là?»
Tiro
un gran sospiro e placo il tono di voce, quindi ricomincio a parlare:
«è
andata davvero così. Cyrus purtroppo ha ormai perso contatto
con la
realtà, la sua anima è rimasta in qualche modo
legata a quegli
eventi, a quel mondo. Deve aver visto cose orribili laggiù,
che
l'hanno condotto alla follia e, ti dirò Maxie, col direttore
parlavo
proprio di questo…».
Mi
passo una mano tra i capelli per fare giusto una pausa e ponderare
meglio le parole da usare con lui, è un momento
delicatissimo
questo, non mi è concesso nemmeno il minimo margine
d'errore, se
voglio ottenere ciò che voglio. Mi inginocchio, in modo da
stargli
ancora più vicino, talmente tanto da fargli percepire il
calore del
mio fiato sul collo.
«Sia
a me sia al direttore interessa sapere cos'è successo
laggiù. Sono
uno scienziato dopotutto. Volevo sapere i segreti della Rossocatena
e qualche informazione su Giratina e, dal momento che sia io che lui
ci trovavamo d'accordo, ha deciso di lasciarmi un po' da solo con
Cyrus, sperando si trovasse a proprio agio con un suo collega, ma
così non è stato, come ben sai…»
sibilo lievemente le ultime parole, mi lecco le labbra e mi discosto
un poco dal mio interlocutore. Maxie rimane incredulo, sbalordito,
ancora una volta non sa come rispondermi. Gli lascerò del
tempo,
intanto scarto uno snack al cioccolato rubato prima dal porta
cioccolatini del dirigente e lo annuso con un certo languore. Che
delizia. Scruto Maxie con la coda dell'occhio, deve essere parecchio
affamato.
«Acromio…
Ti avevo posto un'altra domanda. Sei mai stato innamorato?»
Stavo
per mordere la merendina, ma mi blocco di scatto, non credevo
insistesse tanto con questa faccenda! Che rogna.
«Questa
domanda così a sproposito? Se proprio vuoi saperlo, applico
il
metodo scientifico anche all'amore. A me piace sperimentare, se
qualcuno o qualcuna mi affascina, ci provo. Se va bene mi diverto,
altrimenti lascio stare e aspetto un'altra persona, tutto qui. Non mi
sono mai seriamente innamorato, per fortuna. Una relazione stabile
comprometterebbe il mio lavoro, sto bene così».
Mi
guarda incredulo, prova a balbettare qualche sillaba incomprensibile
ma lo metto a tacere: «che
importa? Sono ancora giovane. Anche tu lo sei, in effetti, e avresti
tutto il tempo di rifarti una vita. Non devi per forza affezionarti
ad una persona, puoi anche sperimentarci qualcosa di divertente e poi
non rivederla più. Non sei d'accordo?»
gli porgo il dolce che ormai aveva riempito l'aria di quella golosa
fragranza, ma Maxie non pare volerlo.
«Oh,
credi ti voglia avvelenare?»
ne stacco un morso e lo mando giù, dunque gli lascio il
resto. Sto
divagando troppo? Forse sì, ma se tutte queste frasi
languide
serviranno ad aumentare la sua fiducia nei miei confronti, posso
anche dirne di altre. Non mi era mai capitato, tuttavia, di
confessare mie questioni personali in questo modo, che debba un po'
tirare il freno? Sistemo lo sgabello vicino alle sbarre e mi siedo,
usandole come fossero una sorta di schienale e lo osservo compiaciuto
mentre ingurgita lo spuntino.
"«i
disprezzi forse per la mia sessualità promiscua? Non saresti
il
primo. Per questo è un argomento tabù per me, ne
parlo solo con chi
reputo degno di comprendermi».
Maxie
finisce di mangiare e scuote la testa: «non
mi importa chi hai avuto a letto. Non mi importa nemmeno di Ivan, a
questo punto. Tu volevi solo sperimentare, giusto? Lui mi ha
volutamente tradito e ti ha anche detto di Alan,ma perché
sei andato
a riferirlo?»
Lo
blocco di scatto, facendogli cenno di tacere.
«Quelle
cose me le ha dette così, per caso, perché tra
detenuti ci si
confessa anche le cose più segrete. Lo stesso ho fatto io
con
Ghecis, per il medesimo motivo, ma non mi sono accorto che una
guardia era lì ad origliare… Mi spiace. Tuttavia
che importa?
Sicuramente Alan è un tipo come lui».
Allungo
una mano verso Maxie, scostandogli una ciocca di capelli dietro
l'orecchio, per guardarlo meglio in viso: «fossi
in te mi preoccuperei più di Cyrus, che di quell'altro. Ha i
giorni
contati, è una spesa inutile per il carcere, come ben sai.
Nessuno
mai verrà a reclamarlo..»
«Ti
sbagli, Acromio. C'è ancora qualcuno, là fuori,
che tiene a lui.
Non lo sapevi? Qualcuno ha portato i suoi Pokémon, ben
nutriti e
curati. Cyrus deve avere una sorta di angelo custode, là
fuori».
Diamine,
non lo sapevo! Il direttore non mi aveva parlato di questo dettaglio,
che non lo sappia nemmeno lui? Questa faccenda è molto
sospetta, che
gli dico adesso?
«Oh, ma
davvero?
Chi mai potrebbe assumersi un onere simile? Che io sappia, i suoi
Pokémon sono bruti e aggressivi, nessuno rischierebbe
tanto…».
«Ti
sbagli Acromio, ti sbagli anche adesso. Ho avuto modo di passare del
tempo con loro, sono dei Pokémon normalissimi, docili,
giocherelloni
e attaccatissimi al proprio allenatore».
Inizio
a non capirci più niente, immagino solo che chiunque si sia
preso
questa briga sia un allenatore eccellente, o comunque qualcuno che ha
avuto legami stretti con Cyrus, sicuramente uno dei suoi comandanti.
Devo scoprirlo, accidenti!
«Caspita,
questa sì che è una bella cosa. Dimmi, Maxie, tu
hai qualche
ipotesi a riguardo?»
Scuote il capo
in segno negativo, deve essere un mistero anche per lui.
«Non
fa niente, ma angelo custode o meno, Cyrus è destinato al
patibolo.
Come lo so? Me l'ha detto il direttore. Lo tiene in vita solo
perché
gli serve, ma se non si decide a parlare è inutile, ha
commesso dei
crimini gravissimi. Gli metteranno del cianuro nei pasti e lo faranno
morire così, diranno che gli è venuto un infarto
e il caso verrà
chiuso. La cosa positiva è che soffrirà poco,
meno di noi
sicuramente».
Maxie all'improvviso alza
lo sguardo e si aggrappa alle sbarre, leggo la disperazione nei suoi
occhi, devo aver fatto centro, manca solo il colpo di grazia.
«Già,
hai capito bene. Dobbiamo farlo parlare, Maxie! Io ci ho già
provato, l'ultima speranza sei tu, Cyrus si fida ciecamente di te, ne
sono certo».
Maxie
sembra aver preso confidenza con le mie parole, quant'è
sciocchino,
ancora un poco e cederà. «Ascoltami
bene, possiamo prendere due Pidove con una Baccarindo. Sai dove si
nasconde Ada? Se me lo dici lo riferirò al direttore, diamo
un altro
smacco a Ivan e otterrò di farti spostare di cella, mi
sembra
un'ottima offerta».
«Già»
- conferma Maxie- «questa
situazione tuttavia è assurdamente paradossale. Ancora non
mi fido
completamente di te, Acromio, se lo faccio è solo
perché sei
l'ultima sponda e voglio a tutti i costi uscire da questo buco che a
breve potrebbe diventare la mia tomba!»
Perfetto!
Così! Non attendevo altro, è tutto filato liscio
secondo i miei
piani. «Avrai
modo di fidarti al 100%. Diventeremo buoni amici noi due, un
giorno».
«Questo
non lo so, tuttavia… Ada dovrebbe trovarsi in un bunker
posto
sempre nel rifugio Idro di Alghepoli. Vi è un bunker
nascosto non
ancora stanato, non so altro. Probabilmente avrà cambiato
postazione
dopo la cattura di Alan, questo non posso saperlo, mi spiace».
Tutto
secondo i piani, non è stato per nulla difficile far leva
sulla
voglia di vendetta di Max nei confronti di Ivan, mi chiedo come la
prenderà lo scaricatore di porto, sarà
divertentissimo vedere la
sua reazione, non me la perderò per nulla al mondo! «Eccellente
Maxie, eccellente… lascia fare a me il resto.
Dirò al direttore
che il tuo aiuto è fondamentale per far parlare Cyrus,
dunque lo
costringerò a riportarti di sopra. Fa tanto il duro, in
realtà è
il tipico uomo insicuro che fa di tutto pur di avere vita tranquilla,
non gliene importa granché di farti scontare la punizione».
Gli
porgo la mano e lo aiuto a rialzarsi, quindi gli sorrido per
infondergli maggiore sicurezza.
«Acromio,
io non ci sto capendo più nulla qui dentro, voglio solo fare
la cosa
giusta. Come si usa dire, il Mightyena sarà sempre cattivo,
se si
ascolta soltanto la versione dei Mareep, e tutti parlano male di te,
tanto che senza neppure una prova mi sono fatto influenzare dal loro
giudizio. Ancora però non mi è ben chiara la
vicenda delle
telecamere. Perché sono state disattivate durante quell'ora?».
Dannazione, me ne ero dimenticato, la scelta di spegnere le
telecamere s'è rivelata un'arma a doppio taglio. Calma,
calma, non
devo farmi prendere dall'agitazione, non andrà
com'è andata con
Giovanni! Mi sistemo gli occhiali e tergiverso un po', mi lecco le
labbra con un briciolo di nervosismo e di scatto riprendo a guardare
Maxie:
«Semplice.
Dalla bocca di Cyrus sarebbero dovute uscire informazioni
segretissime che nessun altro al di fuori di me e del direttore
avrebbe dovuto sapere, dunque ha preventivamente fatto spegnere la
sorveglianza perché, come sai, non è troppo
difficile hackerare i
sistemi di sicurezza e qualcun altro se ne sarebbe potuto
impossessare, a quel punto sarebbero stati guai grossi se un suo
emulatore o seguace avesse ritentato l'impresa».
dico tutto d'un fiato.
«Hai
ragione… Tuttavia, lo metto in chiaro fin da subito, non
confesserò
mai le postazioni dei miei tenenti, chiaro Acromio?»
«Chiarissimo,
amico Maxie. Adesso preparati, la tua permanenza qui sta per finire.
Mi è piaciuto tantissimo collaborare con te, credo che
diventeremo
ottimi amici!»
«Non
correre, Acromio»-
dice in tono severo e fermo-«non
siamo ancora amici, è una parola grossa che non ti
affibbierei dopo
appena una chiacchierata».
Com'è
orgoglioso, guardalo, si vede che è stato allievo di
Giovanni, lo
adoro!
«Ti
ricrederai Maxie, un giorno o l'altro».
Gli
accarezzo il volto e sguscio via velocemente, l'aria dei sotterranei
è insopportabile, non so come abbia fatto a resistere
là sotto per
tutto quel tempo.
Mentre attraverso i corridoi un pensiero
molesto inizia a ronzarmi in testa, così senza preavviso, mi
pungola
e non riesco ad ignorarlo, dunque mi fermo un attimo e mi appoggio
coi gomiti sul davanzale di un'enorme finestra per guardare al meglio
il tempaccio e riflettere con calma. Decisi di allearmi con Ghecis
per pura simbiosi, avevo bisogno di strumenti e soldi per ottenere
ciò che desideravo, ovvero un mezzo per estrapolare il vero
potenziale dei Pokémon, e lui ne avrebbe tratto beneficio a
sua
volta. Ci sono in parte riuscito, ma non era ciò che mi
aspettavo
realmente. Qualcun altro però ci è riuscito, da
solo, con le sue
sole forze e quel qualcuno è nientemeno che Cyrus. Quali
sono i
segreti della Rossocatena?
Come può aver creato un dispositivo che permette di
imprigionare
tutto il potere di due Pokémon divini come Palkia e Dialga e
di
poterlo poi usare a proprio piacimento? Cyrus è…
geniale,
assolutamente geniale, farei qualsiasi cosa pur di estorcergli il
segreto, anche allearmi con Maxie se necessario. E una volta che
avrò
saputo tutti i misteri della
Rossocatena,
cosa mi conviene fare? Collaborare con Cyrus o metterlo a tacere per
sempre? Sono troppo confuso a riguardo, dovrei prima capire bene che
uomo sia e solo dopo prendere una decisione. E se… Se
riuscissi a
scappare e a portarmelo dietro? Sarebbe perfetto! Un fragoroso tuono
piomba nel cortile, sfiorando la finestra e per lo spavento
trasalisco e arretro, ancora ansimante. Mi accorgo che sto perdendo
troppo tempo, quindi mi affretto a ritornare nella stanza del
dirigente con passo veloce.
«Direttore,
direttore! Buone notizie. Ho saputo dove si nasconde Ada, possiamo
dichiarare annientato il Team idro!»
irrompo
giulivo e gaudioso nella sua camera, mentre lui era evidentemente
intento a sonnecchiare. Sobbalza dalla sedia quasi cadendo
all'indietro e si ricompone, lanciandomi un'occhiata torva:
«Acromio!
Non lo sai che si bussa? E no, non stavo dormendo! Fallo un'altra
volta e ti sbatto fuori prendendoti per la cuticagna».
Non
ce la faccio, mi fa troppo ridere per quanto mi faccia pena, tossisco
rumorosamente e mantengo l'atteggiamento mite e docile: «oh,
le mie più profonde scuse. Ero talmente euforico di
comunicarle
questa notizia che ho tralasciato le buone maniere. Non si
ripeterà
più per il bene della mia collottola e del suo…
Della sua
privacy!»
«Bene
bene, vedo che ragioniamo, manderò il prima possibile una
squadra
per stanarla. Piuttosto, novità del Team Galassia? Ci
basterebbe
scovare anche un solo comandante per dirci soddisfatti».
Abbasso la testa dispiaciuto e la scuoto lentamente a destra e a
sinistra in segno di negazione, quindi riprendo a parlare con un
mugugno costernato:
«Ancora
no, volevo chiederle una mano, altrimenti mi sarà
impossibile far
parlare Cyrus».
«Ancora?
Che cosa vuoi, sentiamo!».
«Ho
bisogno di Maxie. Deve riportarlo alla sua cella originaria,
è un
punto di riferimento per l'ex comandante del Team Galassia, non ci
avevo pensato prima e ci sono arrivato solo adesso, se riprovassi a
parlargli con la sua rassicurante presenza molto
probabilmente… e
poi Maxie non merita una così grave punizione per essersi
trovato al
posto sbagliato nel momento…»
«Ho
capito! Va bene basta, manderò subito l'ordine di
trasferirlo. Ma
questa è la tua ultima chance, Acromio, non voglio perdere
ulteriore
tempo appresso ad uno psicopatico del genere. E adesso va'!»
«Sissignore»
mi inchino in segno di rispetto e mi avvio, chiudendomi la porta alle
spalle senza far rumore.
Bingo! Sgattaiolo via insieme agli uomini
della sicurezza addetti al trasloco del rosso, tuttavia mi fermo
davanti alla cella di Cyrus e avvinghio le mani alle sue sbarre,
fissandolo intensamente in quegli occhi apparentemente vuoti. Mi sale
un'emozione che non riesco a decifrare, che sia invidia? No, certo
che no, deve trattarsi di ammirazione ovviamente:
«Salve,
chi si rivede. Ti converrà parlare la prossima volta,
potrebbe
essere l'ultima…».
** Angolo di
Lily **
Ciao!
Mi presento per chi non mi conoscesse. Sono Lily e, insieme al
mio "collega" Xavier, sono autrice del profilo di KomadoriZ71.
Dopo un periodo prolungato di inattività siamo riusciti a
rendere pubblico il capitolo di Acromio e, di conseguenza, mandare
avanti questa fan fiction che è prossima alla fine. Non
è ancora arrivato il momento dei saluti e dei ringraziamenti
vari, quindi potete tirare un bel sospiro di sollievo.
Però vi avverto che la strada è ancora in salita,
ma il passo che ci separa dalla discesa è più
breve di quel che sembra.
Colgo l'occasione per scusarmi con i lettori che ci seguono dal giorno
in cui siamo comparsi sul sito, senza di voi questo profilo non
esisterebbe e ci dispiace se i periodi d'attesa sono fin troppo lunghi.
Proveremo a rimediare come meglio possiamo, però abbiamo i
nostri impegni e preferiamo dedicarci alla scrittura creativa quando
l'umore ce lo consente.
Per il resto...
Non so.
Vi chiedo solo di non esagerare con i termini / confidenze quando
scrivete una recensione, specie se questa è tutt'altro che
positiva.
Non dico che io && Xavier siamo perfetti
perché sappiamo impostare il capitolo di una fiction, ma
bisogna capire che nella vita bisogna essere costruttivi e giusti. E'
necessario guardare le storie da ogni prospettiva, fare un complimento
a chi se lo merita è cosa buona e giusta, non importa se la
storia che vi proponiamo si avvicina o meno alle vostre preferenze.
Ci tengo a precisare che Efp nasce per darci la possibilità
di condividere la nostra passione per la scrittura, dovrebbe unirci e
darci la possibilità di migliorare grazie alle recensioni
dei lettori. In passato ho ricevuto diversi consigli da parte di una
ragazza che saluto calorosamente e questi, se uniti alla presenza del
mio amatissimo collega, mi hanno aiutata a rivalutare il mio stile per
riuscire a portarvi dei testi ben scritti e con un'impaginazione che si
avvicina alla decenza.
Se qualcuno è in difficoltà, se qualcuno ha delle
carenze perché non riesce a capire gli errori che commette,
va aiutato e non deriso.
Vi faccio presente che le offese o le prese in giro sono severamente
vietate nel regolamento del sito, perciò evitiamo di fare i
saccenti perché si ha avuto la possibilità di
leggere i manuali.
E' vero che esistono i casi umani, quelli che pubblicano storie solo
per trollare le persone, ma cerchiamo di sfruttare la materia grigia
che ci è stata concessa e di cominciare a separare queste
due fazioni. ;)
See you later!
- Lily
Ps: Nell'introduzione di una fiction noi aggiungiamo sempre degli
avvertimenti relativi al contenuto e, usare una recensione per
lamentarsi del genere su cui si basa il racconto perché non
si è speso cinque secondi per leggere i vari tag. . .
Scusatemi, ma questo è un comportamento che reputo da babbei.
Adesso posso lasciarvi stare, siete belli e vi voglio bene <3