Cap5
How To Kiss A Guy - Capitolo 6
Revelations
Sebbene stanchissime, Sara, Laurel e Felicity dormirono poco quella
notte. Le due sorelle Lance erano stanche del viaggio, e Felicity per
aver studiato, ma era una così bella sensazione trovarsi dopo
tanto tempo tutte insieme. Così, decisero di sistemare la stanza
di Felicity affinchè, invece di una sola persona, potesse
ospitarne tre la notte.
La stanza era molto spaziosa, e la cosa era acuita dal colore dei muri
della stanza, ovvero un celeste molto chiaro. Dello stesso colore era
l'enorme armadio a quattro ante che occupava un'intera parete. Ma
Felicity aveva comunque più vestiti di quanti ce nè
andassero lì dentro. Addossati ad un'altra parete c'erano gli
scaffali che usava come libreria. Non le piaceva molto leggere,
così i ripiani ospitavano centinaia di CD, videogiochi e altri
aggeggi tecnologici che adorava. Di fronte aveva la scrivania, blu con
le gambe marroni, gli stessi colori delle mensole situate sopra. Ed
infine c'era il letto, che ovviamente riproponeva gli stessi colori,
affiancato dal comodino e delle poltroncine. Grazie allo spazio che
c'era fra tutti i mobili, Felicity potè sistemare dei "letti" a
terra: dopo aver tolto i suoi adorati tappeti "pelosi", dispose una
sopra l'altra parecchie coperte, e poi nè prese altre
affinchè potessero coprirsi.
Alla fine, dopo aver sistemato la stanza, essersi struccate e cambiate per la notte, poterono sdraiarsi.
Raccontarono mille dettagli insignificanti della loro vita, solo per il
piacere di condividerli e ricreare l'illusione di abitare ancora a
dieci metri di distanza. Laurel raccontò della sua
incapacità di concentrarsi sullo studio se non avesse corso per
almeno quaranta minuti appena sveglia. Felicity, che odiava qualsiasi
cosa implicasse bruciare calorie, ridacchiò e la prese
bonariamente in giro. Dal canto suo, Felicity raccontò del suo
pigiama super morbido, con tanto di orecchie e coda, che utilizzava
quando era triste e aveva bisogno di un abbraccio. Laurel
ricambiò la presa in giro dicendole che era una bambina di
cinque anni. Sara invece stava sviluppando la passione per eccellenza
dei vecchietti, ovvero il cruciverba.
Prima che potessero rendersene conto, la discussione intraprese la
strada dei ricordi: la prima volta che si erano incontrate, e
cioè nell'ora di Educazione Fisica mentre ciondolavano, tutte e
tre avevano presentato la scusa del ciclo ma nessuna di loro ce l'aveva
realmente; la prima volta che erano uscite insieme, quando erano andate
a vedere un film horror, così trash che invece di ridere avevano
riso tutto il tempo, disturbando gli altri spettatori in sala; una
volta in cui Felicity stava mangiando il gelato e aveva starnutito,
così forte che aveva sporcato il tavolo, e tante altre ancora.
Ad un certo punto, Laurel disse, con tono leggero che nascondeva una
certa agitazione: - Avete presente quando durante il secondo anno
andavo malissimo a scuola e tutti pensavano che stessi sviluppando un
disturbo alimentare? In realtà mi vedevo con Oliver Queen.
Le altre due la guardarono scioccata. Sara aveva la bocca aperta.
"Se non altro" pensò Felicity "questo spiega il suo atteggiamento di prima".
- Non guardatemi così! Non era nulla di serio... Anche se avrei voluto che lo fosse! Ma lui aveva un'altra.
- Che bastardo! - esclamò Sara.
- Già. Li scoprì insieme e lui non ebbe nemmeno il buon gusto di negare.
- Scoperti? E perchè non li hai affrontati? - chiese ancora sua sorella.
- Non è così semplice come sembra, sai? Lui sin
dall'inizio non mi aveva nascosto che volevamo due cose diverse, cosa
avrei dovuto dirgli? E poi, fui presa alla sprovvista... Stavo andando
a casa sua perchè mi aveva detto che la sua famiglia era fuori
per non so che viaggio. Quando arrivai era tutto spento, e pensai che
magari mi aveva fatto qualche sorpresa... Una ragazza può sempre
sognare, no? Invece appena ho aperto la porta della veranda ho sentito
dei forti gemiti, uno era sicuramente lui, e poi si sentiva una ragazza
fare lo stesso, ci stavano dando dentro...
Laurel si interruppe. Alla luce della piccola lampada che avevano
lasciata accesa, si vedeva chiaramente che Sara era impallidita.
- Che cavolo - scherzò Laurel - non pensavo che il sesso etero ti mettesse a disagio.
- Non è come pensi - disse Sara lentamente - credo che quella ragazza fossi io.
Le altre due accolsero la rivelazione spalancando gli occhi. Laurel si allontanò istintivamente da sua sorella.
- Laurel, non mi aveva detto niente - disse Sara, trattenendo le
lacrime - mi aveva detto che si faceva delle altre ragazze... E a me
stava bene, perchè io da lui volevo solo... Non una cosa
seria... Ma non sapevo ci fossi tu tra "le altre".
Laurel si alzò in piedi.
- Ti credo - disse alla fine, dopo un lungo silenzio - ti credo
davvero. Ma non so per quale motivo, la cosa mi fa più male di
quanto dovrebbe, visto che a me Oliver Queen neanche piace più.
Non riesco a spiegarlo, davvero.
Detto ciò, Laurel corse in bagno. Felicity, che aveva assistito
sino ad allora alla scena, impotente, corse da lei. Fra le due era
sicuramente quella che stava più male.
Laurel provò a parlare, a dire ancora una volta che non sapeva
perchè ci stava così male, ma Felicity non la
lasciò parlare e l'abbracciò. Fra le sue braccia, l'amica
si lasciò andare, e iniziò a dare libero sfogo al pianto
e al tremolio che aveva in tutto il corpo.
Poco dopo tornarono dall'altra sorella Lance. Lei non era più
sdraiata, ma era fuori al balcone, a cercare di calmarsi. Felicity
andò da Sara, mentre la sorella la seguì lentamente.
Fuori faceva parecchio freddo, ma Felicity sembrava l'unica ad
essersene resa conto. Sara stava guardando attentamente verso una
direzione ben precisa, che Laurel riconobbe essere la direzione verso
la quale erano le loro vecchie case. Solo Quentin abitava ancora
lì, visto che la moglie l'aveva lasciato, mentre la madre di
Felicity, appena lei era riuscita acavarsela da sola, aveva deciso di
girare il mondo.
- La questione è - iniziò Felicity, consapevole del fatto
che nessuna delle due avrebbe parlato - qualcuno, parecchio tempo fa,
vi ha prese in giro, entrambe. Vi ha nascosto elementi che vi avrebbero
fatto agire diversamente, nè sono sicura. Ora, ci sono due
strade di fronte a voi. La prima è che il vostro bellissimo
rapporto tra sorelle, che io ho sempre invidiato, ve lo facciate
rovinare. La seconda, che è quella più difficile,
è che vi rendete conto che il male e il dolore che provate non
è colpa vostra. E ovviamente lentamente, cercate di andare
avanti.
- Io farò quello che vorrà Laurel - disse immediatamente
Sara - vuole odiarmi? Sei la benvenuta, non puoi odiarmi più di
quanto lo faccia io. Vuoi perdonarmi? Perfetto, in tal caso insegnerai
anche a me come perdonarmi. Vuoi uccidere Oliver Queen? Al tuo servizio.
- Io non ho niente da perdonarti, Sara. Devi solo capire che avrò bisogno di tempo - disse Laurel alla fine.
Felicity era felice, ma esausta, così decise di andarsi a coricare.
Alla fine si addormentarono, e dormirono per parecchie ore, tanto che
il giorno dopo era quasi pomeriggio, ma tutte avevano l'emicrania.
Mentre prendevano un bel caffè forte, e Laurel si lamentava che
sua sorella le aveva messo troppo zucchero, Felicity ricevette un
messaggio sullo smartphone.
- Avevi ragione ieri sera - disse a Sara dopo aver letto il mittente.
|