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Autore: CamYagamii95    09/10/2016    4 recensioni
Felicity Smoak è la vlogger del momento, tiene incollati milioni di fans a schermi di smartphone e pc grazie alla sua bellezza e alla sua parlantina. Sempre più persone da un po' di tempo le chiedono di girare una serie su consigli amorosi, su come comportarsi al primo appuntamento, come baciare, e simili.
Con chi girare questi video, se non col suo compagno di università e migliore amico, Oliver Queen?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Cap5

How To Kiss A Guy - Capitolo 6
Revelations


Sebbene stanchissime, Sara, Laurel e Felicity dormirono poco quella notte. Le due sorelle Lance erano stanche del viaggio, e Felicity per aver studiato, ma era una così bella sensazione trovarsi dopo tanto tempo tutte insieme. Così, decisero di sistemare la stanza di Felicity affinchè, invece di una sola persona, potesse ospitarne tre la notte.
La stanza era molto spaziosa, e la cosa era acuita dal colore dei muri della stanza, ovvero un celeste molto chiaro. Dello stesso colore era l'enorme armadio a quattro ante che occupava un'intera parete. Ma Felicity aveva comunque più vestiti di quanti ce nè andassero lì dentro. Addossati ad un'altra parete c'erano gli scaffali che usava come libreria. Non le piaceva molto leggere, così i ripiani ospitavano centinaia di CD, videogiochi e altri aggeggi tecnologici che adorava. Di fronte aveva la scrivania, blu con le gambe marroni, gli stessi colori delle mensole situate sopra. Ed infine c'era il letto, che ovviamente riproponeva gli stessi colori, affiancato dal comodino e delle poltroncine. Grazie allo spazio che c'era fra tutti i mobili, Felicity potè sistemare dei "letti" a terra: dopo aver tolto i suoi adorati tappeti "pelosi", dispose una sopra l'altra parecchie coperte, e poi nè prese altre affinchè potessero coprirsi.
Alla fine, dopo aver sistemato la stanza, essersi struccate e cambiate per la notte, poterono sdraiarsi.
Raccontarono mille dettagli insignificanti della loro vita, solo per il piacere di condividerli e ricreare l'illusione di abitare ancora a dieci metri di distanza. Laurel raccontò della sua incapacità di concentrarsi sullo studio se non avesse corso per almeno quaranta minuti appena sveglia. Felicity, che odiava qualsiasi cosa implicasse bruciare calorie, ridacchiò e la prese bonariamente in giro. Dal canto suo, Felicity raccontò del suo pigiama super morbido, con tanto di orecchie e coda, che utilizzava quando era triste e aveva bisogno di un abbraccio. Laurel ricambiò la presa in giro dicendole che era una bambina di cinque anni. Sara invece stava sviluppando la passione per eccellenza dei vecchietti, ovvero il cruciverba.
Prima che potessero rendersene conto, la discussione intraprese la strada dei ricordi: la prima volta che si erano incontrate, e cioè nell'ora di Educazione Fisica mentre ciondolavano, tutte e tre avevano presentato la scusa del ciclo ma nessuna di loro ce l'aveva realmente; la prima volta che erano uscite insieme, quando erano andate a vedere un film horror, così trash che invece di ridere avevano riso tutto il tempo, disturbando gli altri spettatori in sala; una volta in cui Felicity stava mangiando il gelato e aveva starnutito, così forte che aveva sporcato il tavolo, e tante altre ancora.
Ad un certo punto, Laurel disse, con tono leggero che nascondeva una certa agitazione: - Avete presente quando durante il secondo anno andavo malissimo a scuola e tutti pensavano che stessi sviluppando un disturbo alimentare? In realtà mi vedevo con Oliver Queen.
Le altre due la guardarono scioccata. Sara aveva la bocca aperta.
"Se non altro" pensò Felicity "questo spiega il suo atteggiamento di prima".
- Non guardatemi così! Non era nulla di serio... Anche se avrei voluto che lo fosse! Ma lui aveva un'altra.
- Che bastardo! - esclamò Sara.
- Già. Li scoprì insieme e lui non ebbe nemmeno il buon gusto di negare.
- Scoperti? E perchè non li hai affrontati? - chiese ancora sua sorella.
- Non è così semplice come sembra, sai? Lui sin dall'inizio non mi aveva nascosto che volevamo due cose diverse, cosa avrei dovuto dirgli? E poi, fui presa alla sprovvista... Stavo andando a casa sua perchè mi aveva detto che la sua famiglia era fuori per non so che viaggio. Quando arrivai era tutto spento, e pensai che magari mi aveva fatto qualche sorpresa... Una ragazza può sempre sognare, no? Invece appena ho aperto la porta della veranda ho sentito dei forti gemiti, uno era sicuramente lui, e poi si sentiva una ragazza fare lo stesso, ci stavano dando dentro...
Laurel si interruppe. Alla luce della piccola lampada che avevano lasciata accesa, si vedeva chiaramente che Sara era impallidita.
- Che cavolo - scherzò Laurel - non pensavo che il sesso etero ti mettesse a disagio.
- Non è come pensi - disse Sara lentamente - credo che quella ragazza fossi io.
Le altre due accolsero la rivelazione spalancando gli occhi. Laurel si allontanò istintivamente da sua sorella.
- Laurel, non mi aveva detto niente - disse Sara, trattenendo le lacrime - mi aveva detto che si faceva delle altre ragazze... E a me stava bene, perchè io da lui volevo solo... Non una cosa seria... Ma non sapevo ci fossi tu tra "le altre".
Laurel si alzò in piedi.
- Ti credo - disse alla fine, dopo un lungo silenzio - ti credo davvero. Ma non so per quale motivo, la cosa mi fa più male di quanto dovrebbe, visto che a me Oliver Queen neanche piace più. Non riesco a spiegarlo, davvero.
Detto ciò, Laurel corse in bagno. Felicity, che aveva assistito sino ad allora alla scena, impotente, corse da lei. Fra le due era sicuramente quella che stava più male.
Laurel provò a parlare, a dire ancora una volta che non sapeva perchè ci stava così male, ma Felicity non la lasciò parlare e l'abbracciò. Fra le sue braccia, l'amica si lasciò andare, e iniziò a dare libero sfogo al pianto e al tremolio che aveva in tutto il corpo.
Poco dopo tornarono dall'altra sorella Lance. Lei non era più sdraiata, ma era fuori al balcone, a cercare di calmarsi. Felicity andò da Sara, mentre la sorella la seguì lentamente.
Fuori faceva parecchio freddo, ma Felicity sembrava l'unica ad essersene resa conto. Sara stava guardando attentamente verso una direzione ben precisa, che Laurel riconobbe essere la direzione verso la quale erano le loro vecchie case. Solo Quentin abitava ancora lì, visto che la moglie l'aveva lasciato, mentre la madre di Felicity, appena lei era riuscita acavarsela da sola, aveva deciso di girare il mondo.
- La questione è - iniziò Felicity, consapevole del fatto che nessuna delle due avrebbe parlato - qualcuno, parecchio tempo fa, vi ha prese in giro, entrambe. Vi ha nascosto elementi che vi avrebbero fatto agire diversamente, nè sono sicura. Ora, ci sono due strade di fronte a voi. La prima è che il vostro bellissimo rapporto tra sorelle, che io ho sempre invidiato, ve lo facciate rovinare. La seconda, che è quella più difficile, è che vi rendete conto che il male e il dolore che provate non è colpa vostra. E ovviamente lentamente, cercate di andare avanti.
- Io farò quello che vorrà Laurel - disse immediatamente Sara - vuole odiarmi? Sei la benvenuta, non puoi odiarmi più di quanto lo faccia io. Vuoi perdonarmi? Perfetto, in tal caso insegnerai anche a me come perdonarmi. Vuoi uccidere Oliver Queen? Al tuo servizio.
- Io non ho niente da perdonarti, Sara. Devi solo capire che avrò bisogno di tempo - disse Laurel alla fine.
Felicity era felice, ma esausta, così decise di andarsi a coricare.
Alla fine si addormentarono, e dormirono per parecchie ore, tanto che il giorno dopo era quasi pomeriggio, ma tutte avevano l'emicrania.
Mentre prendevano un bel caffè forte, e Laurel si lamentava che sua sorella le aveva messo troppo zucchero, Felicity ricevette un messaggio sullo smartphone.
- Avevi ragione ieri sera - disse a Sara dopo aver letto il mittente.
   
 
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