Fabian entrò in punta di piedi nella camera da letto.
Anastasia era talmente avvolta nelle coperte e rannicchiata su se stessa, che era visibile solo una piccola parte volto.
Il ragazzo avanzò lentamente verso di lei. Era combattuto: da
una parte voleva lasciarla dormire, ma dall'altra aveva una gran voglia
di baciarla.
Il dilemma venne sciolto quando percepì la voce della Corvonero
domandargli a bassa voce "Resterai ancora lì a guardarmi per
molto?"
Quella frase lo convinse a raggiungere il letto, sedendosi sopra al
materasso. "Non volevo svegliarti nel caso in cui stessi ancora
dormendo." Spiegò allungando una mano e accarezzandole una
guancia.
"Lo sai che dormo poco... Che ore sono?"
"Mancano pochi minuti alle nove." Fu la risposta tranquilla del ragazzo, mentre si accomodava meglio al suo fianco.
"E che ci fai a quest'ora già vestito di tutto punto?"
Domandò curiosa, mentre sentiva i muscoli della schiena
irrigidirsi all'improvviso.
Era domenica mattina. Quella domenica mattina.
"Te l'ho detto un po' di giorni fa." Iniziò a spiegare lui,
scivolando col corpo lungo il materasso. "Non fare finta di non
saperlo."
Accidenti!
Ma prima che lei potesse reagire in qualsiasi modo, Fabian la attirò a sè per baciarla.
Sentì la Corvonero irrigidirsi, ma - al contempo - approfittare
della situazione per ancorarglisi addosso. "Mi sembrava di aver capito
che avessi cambiato idea." Commentò prima di aggiungere "In ogni
caso, non ha importanza... tu non ti muovi di qui. E neanche io."
Fabian sorrise tra i suoi capelli, stringendola solo più forte.
"Io non ho cambiato idea: sei tu che hai provato in tutti i modi a
farmela cambiare... con scarsi risultati direi." Commentò ironico.
"Ti può essere utile una gamba rotta?" Chiese lei truce.
"Una gamba rotta non credo sarà sufficiente a scamparla... in
effetti non credo che lo sarebbe neanche un'apocalisse." Replicò
il ragazzo palesemente divertito.
Anastasia, ormai completamente sveglia, roteò gli occhi verso
l'alto in un moto di stizza. Ma con quel sorriso il suo broncio era
molto poco credibile... e adorabile.
"Allora... vieni anche tu a sacrificarti per la causa della prozia Josephine oppure le dico che sei malata?"
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Fabian venne svegliato di soprassalto da delle urla.
Confuso, mise a fuoco in poco tempo la figura familiare del salotto: si era addormentato sul divano.
Riconoscendo la voce che continuava ad urlare spaventata, si precipitò immediatamente.
"Ani!" La chiamò mezzo minuto dopo, raggiungendola di corsa.
"Che cos'è successo? Hai avuto una delle tue visioni?"
Ma sua moglie sembrava incapace di rispondere, mentre continuava a fissare terrorizzata la porta del bagno.
Alla fine, con quello che sembrava esserle costato un enorme sforzo,
spostò lo sguardo sul ragazzo, capendo finalmente il senso della
sua domanda.
"No, nessuna visione." Ammise dopo un po', facendo tirare un sospiro di sollievo a Fabian.
"E allora cosa...?" Ma il ragazzo non riuscì a completare la domanda, perchè sua moglie strillò di nuovo.
"C'è uno scarafaggio enorme dietro di te!"
Fabian, a quelle parole, si voltò giusto in tempo per vedere
l'animale incriminato zampettare lungo il muro, prima di voltarsi
nuovamente verso Anastasia per fissarla con un sopracciglio innarcato. "Sul serio? Hai visioni di cose orripilanti almeno una volta a settimana e hai gridato per uno scarafaggio?"
Sapeva che la ragazza gliela avrebbe fatta pagare, ma in quel momento non riuscì proprio a non scoppiare a ridere.
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"Secondo
me, se viene a sapere che ne sono venuto a conoscenza prima io di lui,
mi uccide. E allora addio alla figura del Tassorosso docile e gentile."
Borbottò Micah.
"Per favore!" Lo implorò Anastasia "Non posso farlo da sola! Per favore!"
"Ma..." Provò a ribattere il Corvonero.
"Mio caro, siamo stati nella stessa casa insieme per 7 anni, in squadra
per altri 4, condiviso gli studi di medimagia per 2 e adesso siamo
colleghi di lavoro." Elencò lei interrompendolo. "Tu mi devi aiutare." Concluse perentoria.
"Ok, ok, va bene." Si arrese il ragazzo "Ma se Fabian..."
"Se non glielo diciamo, Fabian non lo saprà mai."
"Ok." Ripetè di nuovo il medimago. "Allora... dammi una fialetta
del tuo sangue. Entro sera ti saprò dire l'esito."
Era da almeno due settimane che Anastasia si sentiva strana.
Era molto stanca, aveva più fame del solito ed era molto più sensibile agli odori.
Naturalmene, da medimaga quale era, aveva riconosciuto subito i
sintomi. Ma non voleva sbilanciarsi più di tanto finchè
non avesse avuto un risultato certo in mano.
Per quel motivo aveva chiesto a Micah di aiutarla. Uno dei migliori medimaghi in ambito infantile del San Mungo.
Quando a metà pomeriggio il ragazzo si recò nel suo
ufficio e bussò piano alla porta, Anastasia alzò la testa
di scatto e si precipitò nella sua direzione. "Allora?"
Micah le rivolse un caloroso sorriso. "Complimenti signora Martin! E' un maschietto!"
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"Fabian!"
L'uomo, sentendosi chiamare in quel modo concitato, alzò lo
sguardo dal rapporto che stava studiando. "Dimmi Aaron!" Esclamò
all'indirizzo del suo collega obliviatore, che stava sventolando nella
sua direzione un foglio di carta. "Questo arriva dal San Mungo! Credo
che tua moglie sia entrata in travaglio!"
L'ex Tassorosso a quelle parole impallidì di botto. "Travaglio?
Ma... è a malapena all'ottavo mese!" Esclamò sorpreso
alzandosi di scatto.
Poi del resto ebbe solo uno sfocato ricordo.
Gli sembrava quasi che il mondo girasse al contrario.
Lui che si precipitava fuori dal Ministero, l'arrivo concitato
all'ospedale, Brian che lo aveva aspettato all'imbocco del corridoio
per indicargli la strada...
Si accorse di aver trattenuto il respiro troppo a lungo solo quando
vide Micah uscire dalla sala parto porgendogli un fagotto rosa.
"Tranquillo, ci sono state delle complicazioni ma adesso stanno bene
tutte e due. Vuoi prendere in braccio la bambina?" Domandò
porgendogliela.
"Grazie." Rispose lui prendendola delicatamente tra le braccia.
Il mondo aveva ricominciato a girare dalla parte giusta.
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Scusate per l'assenza di foto, ma stamattina efp fa i capricci! :( (le aggiungerò appena possibile). Ci vediamo presto con l'ultima! (è già scritta! ;) ).