Ways of life

di Occhi di nebbia
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Ways of life

 
Seneca sobbalzò quando il presidente Snow si chiuse la porta alle spalle sebbene fosse preparato.
Non c’era forza d’animo che tenesse quando qualcuno ti stava per uccidere, figuriamoci quando l’assassino sarebbe stato colui che sarebbe morto.
Era sempre stato così. Il presidente ordinava e lui obbediva.
Non si abbassava mai a compiere quegli atti così disumani, delegava lui al suo posto.
Quale onore!
Ora, anche ora, aveva delegato una morte. Quella del suo capo stratega.
E a chi aveva affidato questo compito arduo? A lui stesso. Tutto regolare.
Seneca si faceva schifo, tutto quel meccanismo alla fine gli si era ritorto contro.
L’uomo prese una manciata di morsi della notte tra le mani e li guardò; quei frutti, proprio quei maledetti frutti avrebbero segnato la sua fine e la sua sconfitta. C’era un’amarezza più grande di questa? Doversi togliere la vita per un errore?
Ma quanti errori aveva fatto nella sua vita, quanti.
Quante scelte sbagliate, quanti bivii presi dalla parte sbagliata.
A ripensarci gli vennero i brividi.
Solo una scelta diversa, Seneca, e tutto sarebbe potuto andare in modo molto diverso.
Ora c’era una sola strada da prendere.
Lo stratega prese un frutto e lo posò sulla lingua.
Un morso e Seneca Crane avrebbe smesso di esistere. Per sempre.
Ma non mandò giù, non questa volta.
Aveva passato anni ad ubbidire ai suoi ordini, accecato dal potere.
Morte dopo morte, pensava che la gloria fosse quella, soddisfare un capo assetato di sangue senza battere ciglio.
Non questa volta.
Sputò il morso della notte sul pavimento e si diresse verso la finestra provando a romperla con tutte le sue forze.
Questa volta avrebbe lottato.
 




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