"Oggi
commemoriamo il grande Howard Stark. La sua più grande
invenzione!..." gridava lo speaker dietro il palco. Steve lo guardava,
il petto gli dava delle fitte. Espirò rumorosamente
abbassandosi sul viso la visiera del cappellino che indossava.
Si
spostò di lato evitando una giovane donna al suo fianco. Un
gruppetto di ragazzini davanti a lui ridacchiavano e facevano
fotografie. Un uomo alla sua sinistra sbadigliò.
"Queste
gite scolastiche sono così noiose" borbottò a un
altro cinquantenne con cui stava parlando. Steve curvò le
spalle, mentre intorno a lui partiva un applauso.
Sotto
gli schermi che ritraevano riprese in bianco e nero, scoppiavano
scintille di fuochi d'artificio.
"Una
vera tortura, ah?" sussurrò una voce di fianco a lui.
Tony
sogghignò, sollevò il cappuccio della felpa blu
scuro e arricciò le sopracciglia.
Steve
sgranò gli occhi e gli sorrise, dandogli una pacca sulla
spalla.
"Per
me i raduni pubblici sono sempre stati una tortura" ammise.
Tony
ridacchiò, si chinò sulla sedia di fianco a lui e
incrociò le mani tra loro.
"Io
sono un animale da palcoscenico. Ma ogni tanto mi piace vedere queste
cose come se non le conoscessi" rispose.
Steve
si mordicchiò il labbro sottile, arrossandolo.
"Ti
va se ci andiamo a prendere un caffè?" gli propose.
Tony
si alzò, indicò verso l'esterno e
sogghignò socchiudendo gli occhi.
"Andiamo
via da qui" concordò.
Steve
si diresse verso un bar ed entrò al suo interno, seguito da
Tony. Si diresse verso il bancone e si voltò verso Stark.
"Vuoi
ordinare qualcos'altro oltre il caffè? Nat mi ha detto che
ti piacciono le ciambelle" disse.
C'era
un brusio di voci in sottofondo.
Tony
agitò la mano in aria, sorrise poggiandosi al bancone di
spalle e tirò indietro il capo.
Una
cameriera schioccò la lingua, si raddrizzò la
targhetta e si sporse verso di loro.
"Quindi?"
domandò. Steve si grattò sotto il naso.
"Allora,
due caffè neri molto forti, una ciambella glassata di crema
al cioccolato e una bianca con le praline" ordinò.
Tony
arricciò il naso, incrociò le braccia e
ticchettò il piede in terra.
"Sono
impressionato. Conosci anche il mio codice fiscale?".
*"Quindici
dollari" disse la cameriera, fece lo scontrino e lo porse a Steve.
Rogers lo afferrò, impallidendo e la donna indicò
un bancone di marmo.
"Può
ritirare lì" disse con voce stridula. Steve si
voltò verso Tony.
"Ne
parliamo lì?" gli chiese.
Un
uomo alle loro spalle tossì, spintonando la schiena del
capitano con il gomito.
Tony
si scostò dal bancone, spintonò con violenza
l'uomo e sorrise voltandosi.
"Andiamo
dai dolci" dichiarò.
Raggiunse
il bancone di marmo e ci si poggiò con i gomiti.
Steve
ridacchiò e lo seguì, si sporse e fece vedere lo
scontrino all'uomo dietro il banco. Quest'ultimo inarcò un
sopracciglio.
"Lo
tenga lei, le serve per il caffè. Me lo dica a voce" disse.
Guardò Tony e scosse il capo.
"Due
ciambelle. Una ciambella glassata di crema al cioccolato e una bianca
con le praline" ripeté.
Si
volse con lo sguardo a Stark.
"Nat
era molto informata" ammise.
Tony
scrollò le spalle, ticchettò con le dita sul
bancone ritmicamente e sospirò.
"Le
dirò della mia nuova mamma, la prossima volta.
Chissà se si fingerà sorpresa".
Steve
impallidì e incassò il capo tra le spalle. L'uomo
al bancone porse a Tony un pacchetto.
"Trova
le ciambelle all'interno. Potete ritirare i caffè
laggiù" spiegò.
Tony
fece un cenno di saluto con la mano, si allontanò e
infilò la mano nel sacchetto prendendo la ciambella glassata
al cioccolato.
Steve
si deterse le labbra sottili arrossate e passò da una mano
all'altra lo scontrino.
"No,
traumatizzato direi di no" rispose. Si morse l'interno della guancia.
"Recuperiamo
i caffè?" domandò.
Tony
annuì, morse la ciambella macchiandosi la felpa con pezzi di
cioccolata e alzò il capo arricciando le labbra.
"Hai
pensato a cosa vuoi io sia per te?" chiese.
Steve
raggiunse il bancone, diede lo scontrino e prese in cambio i due
caffè. Raggiunse un tavolo rosso e li appoggiò,
osservando Tony raggiungerlo.
"Te
lo svelerò dopo aver pagato. Aspettami un attimo che vado a
farmi salassare da quella 'gentile' signorina" rispose Steve.
Tony
si mise seduto, poggiò il pacchetto con la ciambella, ci
mise sopra quella che aveva in mano, infilò le mani nelle
tasche e porse a Steve il portafoglio.
"Sono
quasi certo ci sia un pezzo da cinquanta, dentro. Lasciaglielo pure".
Steve
inarcò un sopracciglio e negò con il capo,
sospirando.
"Devo
pagare io, non tu" borbottò.
Tony
scrollò le spalle, tirò fuori dal portafoglio una
banconota da cinquanta dollari e la mise in mano a Steve.
"Su.
Sono quasi certo di dover salvare il mondo, alle sei 'sta sera, quindi
muoviti".
"Se
tu devi salvare il mondo, io dovrò venire con
te"ribatté Steve. Strinse la banconota e si diresse verso la
cameriera. Le porse la banconota, socchiuse gli occhi e
ghignò.
"Può
tenersi tutto il resto di mancia" sussurrò mellifluo. La
donna rischiò di cadere per terra, indietreggiò e
boccheggiò. Steve aumentò il sorriso mostrando i
denti e si allontanò. Raggiunse il tavolo su cui era
accomodato Tony.
"Dovremmo
spendere i soldi per le persone che ne hanno bisogno, non per questo
genere di cose" disse. Sospirò e si sedette a sua volta.
Tony
scrollò le spalle, si avvicinò uno dei
caffè e lo sollevò.
"Ne
ho abbastanza per fare entrambe le cose".
Steve
prese il proprio caffè e lo sorseggiò.
"Sai
ho pensato che trovarti al mio fianco nei momenti più
difficili mi permette di superarli" disse.
Tony
finì la ciambella, si leccò le labbra sporche di
cioccolato e scrollò le spalle.
"Io
ho pensato che voglio stare con te. Al posto loro".
Steve
prese un fazzolettino da dentro il sacchetto e lo porse a Tony.
"Al
posto di chi?" domandò.
Tony
afferrò il fazzolettino, si pulì le dita e
scrollò le palle appallottolandolo.
Steve
arrossì e si sporse verso Tony, deglutendo a vuoto.
"I-io...
non voglio vederti come loro" bisbigliò.
Tony
sogghignò, si sporse verso di lui e socchiuse gli occhi.
"Bene.
Perché io voglio andare oltre" mormorò.
Steve
chiuse gli occhi e lo baciò, premendo le sue labbra su
quelle dell'altro. Arrossì, mentre di sottofondo si
sentivano rumori di sedie spostate e borbottii.
Tony
gli leccò gentilmente le labbra, gli morse quello inferiore
e sorrise scostandosi.
"Quindi,
come vuoi vedermi?" sussurrò.
"Ti
va bene come fidanzato?" chiese Steve con voce tremante. Sentiva le
guance accaldate e le orecchie bruciargli.
Tony
sorrise, si mise seduto e fece l'occhiolino.
"Solo
se mi lasci la ciambella".
"Tutta
tua, Stark" rispose Steve.