42. À
bientôt….
(capitolo
revisionato)
Il bip continuo delle macchine scandiva il silenzio segnando il battito
lento della ragazza stesa sul letto. Da dietro la maschera
dell’ossigeno i suoi occhi scuri, leggermente schiusi ed
inquisitori, scrutavano con diffidenza la donna fasciata in un elegante
tailleur rosa pesca accanto a lei.
Aveva i capelli scuri legati in uno chignon alto che lasciava libero il
sottile collo candido segnato da un sottile filo di perle. Il suo viso
era dolce e bello, da quando era entrata non le aveva staccato i suoi
bonari occhi blu di dosso. Scintillavano di commozione nella penombra
del tardo pomeriggio di fine estate.
Avrebbe voluto cacciarla in malo modo, ma era stordita per poterlo
fare. Il suo corpo era pesante e addormentato e restò
passiva ad ascoltare la discussione tra lei e un uomo seduto vicino
alla finestra, in un angolo della stanza. Le ci vollero diversi minuti
per riconoscere il presidente Daitenji.
Di tanto in tanto la donna le accarezzava i capelli e le sussurrava con
dolcezza cose che non riusciva a comprendere.
Ogni cosa che vedeva e sentiva le sembravano come pezzi appartenenti a
puzzle diversi.
Lentamente realizzò che dovevano averle dato qualcosa per
sedarla. Prese coscienza di trovarsi in una stanza di ospedale,
bloccata. Non le piaceva.
Ancora non riusciva a cogliere il significato delle parole che
correvano a tratti da una parte all’altra della camera.
-Deve stare a riposo assoluto, evitare movimenti bruschi e prendere le
medicine. Il cuore ha subito un forte stress. I medici hanno detto che
si è trattato di un collasso, un arresto cardiaco improvviso
dato da uno sforzo troppo forte….- disse il vecchio con tono
grave ma con una lieve nota di sollievo. –Per fortuna i
soccorsi sono stati tempestivi, altrimenti non ce l’avrebbe
fatta.-
Ariel chiuse gli occhi assaporando quella nuova consapevolezza.
Era viva, e ce suonava più come una condanna.
La donna le accarezzò la guancia con affetto e
parlò di nuovo ma in una lingua diversa, una lingua che non
sentiva da tanto.
-Non ti preoccupare tesoro, ti ho ritrovata….-
Assurdo, assolutamente assurdo! In quel momento non doveva trovarsi
lì, in quell’orribile e rumoroso reparto di un
ospedale canadese, ma in Francia, nello chalet di montagna di Josephin
insieme alle sue amiche ed ai ragazzi più belli e popolari
della scuola!
E l’assurdità non finiva qua, anche se
già solo questo bastava e avanzava per lei!
Quell’insensibile di sua madre l’aveva trascinata
con sé da un momento all’altro per andare a
trovare quella che doveva essere sua cugina. Cosa cavolo le fregava di
una sua cugina che per di più era un’idiota
sfigata che giocava con le trottole!?
Ancora non ci poteva credere: come poteva una persona finire in terapia
intensiva giocando con una stupida trottola?!
No, decisamente non era normale, e già solo l’idea
di avere qualcuno del genere in famiglia la faceva rabbrividire.
Insomma, come poteva avere una parente così lei, lei che era
così, così… perfetta?!
Ottime amicizie, ottimi voti a scuola, una famiglia tra le
più importanti ed influenti della Francia e, non per
mancanza di modestia, ma si riteneva anche abbastanza bella. Come
poteva avere una cugina che giocava con le trottole e a quanto pareva
così incapace da farsi pure male?!
Che razza di imbranata slash sfigata doveva essere?!
Si guardò attorno annoiata. Però doveva
ammetterlo, se quei due ragazzi che stavano attendendo come lei davanti
quella porta erano amici suoi quanto meno aveva buon gusto. Certo non
erano nemmeno lontanamente il suo genere ma erano oggettivamente bei
ragazzi. Mancavano di classe....
Il più grosso dei due sedeva sbragato sulla sedia, gli occhi
verdi arrossati, segnati da profonde ombre scure le suggerivano che
aveva passato la notte insonne. L’altro doveva essere un punk
a giudicare dai capelli mezzi tinti. Arricciò il naso con
disapprovazione.
Poi un pensiero le attraversò la mente: che anche sua cugina
fosse una tipa del genere!? A quel punto l’avrebbe ripudiata,
senza dubbio!
Ma lo avrebbe fatto comunque già solo perché per
colpa sua aveva perso l’opportunità di passare una
serata sicuramente indimenticabile e romantica con Daniel DeBouden.
Questo era già più che sufficiente per odiarla!
Sbuffò e controllò l’orario sul sottile
orologio al suo polso.
Mezz’ora che attendeva davanti quella porta, e stava
iniziando ad averne abbastanza di quello squallido posto. Non le
piacevano gli ospedali, le davano la sensazione di sporco e tristezza.
Una giornata del genere sarebbe costata alle tasche dei suoi genitori
ben due anni di psicanalisi, anche solo per ripicca, questo era certo!
Sospirò rassegnata scrutando la porta di fronte a
sé ordinandole con la forza del pensiero di aprirsi
immediatamente e liberarla da questa tortura.
Ma la porta non si mosse e, fra un via vai di infermiere e medici,
proprio mentre tornava a vagare nostalgica al finesettimana sprecato,
degli schiamazzi ravvivarono il reparto.
Un gruppo alquanto strano di ragazzi si stava avvicinando vociando
senza il minimo riguardo.
-Non mi ero sbagliato, era pediatria!- disse un ragazzo col cappello
con la visiera girata.
-Tu avevi detto piedologia….- ribatté una
ragazzina minuta.
-È lo stesso!- continuò lui.
Bene, quello doveva essere il capo del gruppo a giudicare dalla
demenza! Sicuramente stavano lì per il suo stesso motivo.
-Non credo proprio!- continuò la ragazzina che dimostrava di
essere petulante e logorroica, perché prese a sproloquiare
in modo insopportabile anche per una come lei che ne aveva di amiche
così.
-Meno male che abbiamo incrociato Yuri….- disse un ragazzo
cinese con un ridicolo abito tradizionale.
Sospirò decisa a distogliere lo sguardo per sempre da quella
massa di sfigati quando incrociò due splendidi e gelidi
occhi azzurri.
Si irrigidì e la gola le si fece improvvisamente secca.
Chalet, Daniel DeBouden scomparvero come se non fossero mai esistiti di
fronte a lui: altero, bello, dai capelli rosso fiamma ed un portamento
di una nobiltà senza pari.
Le tremarono le gambe, si faceva sempre più vicino. No, non
poteva essere! Uno così non poteva mescolarsi a certa
marmaglia!
-ARI!-
Improvvisamente fu travolta dal ragazzo col cappello che
l’abbracciò riportandola bruscamente ad una orrida
realtà. Rimase pietrificata per quelli che le parvero
minuti.
-Stai bene! Oh, come sono contento!- esclamo con entusiasmo il maniaco
afferrandole le spalle e allontanandola quel poco che bastava per
studiarla dalla testa ai piedi.
Il suo sorriso la fece rabbrividire.
Con un’aggressione del genere avrebbe avuto bisogno di dieci
anni di psicoterapia!
-Come mai ti sei vestita in questo modo? Di un po’,
è stata la botta?!- continuò lui.
Lo spintonò via e, anche se l’idea di toccarlo era
raccapricciante, gli mollò un ceffone stampandogli le sue
cinque dita in faccia.
-Come ti permetti, cafone! Non osare mai più mettermi le
mani addosso!- strepitò scandalizzata rassettandoli.
La faccia del ragazzo maniaco si afflosciò per lo sgomento e
cercò di ribattere. Lei stessa stava per riprenderlo
aspramente, ma il ragazzo dai capelli rossi lo afferrò per
la giacca trattenendolo dal fare qualche altra azione avventata.
-Scusalo, credo che ti abbia confusa per una nostra amica….-
le disse.
La voce era bellissima, profonda ed autorevole; un distacco che non
ammetteva repliche.
Si ammutolì e prese un’aria altezzosa.
-Ma come, non è Ari?!- chiese il ragazzo idiota.
-Ma come fai a dire che è Ari?- gli chiese un ragazzino
biondo e lentigginoso. –Non le somiglia neanche! Takao
svegliati!-
No, non poteva essere! Possibile che l’avesse confusa
con…. Oddio! L’aveva confusa con una qualsiasi
sfigata che per qualche caso sfortunato era imparentata con lei!
Strinse la borsa tra le mani trattenendo la voglia di sbattergliela in
faccia, e cercando di comportarsi nella maniera più
signorile possibile. Non aveva alcuna intenzione di sembrare una cafona
al ragazzo dai capelli rossi.
-No, dai Max!- disse la ragazzina petulante. –Un
po’ le somiglia, per un attimo l’ho confusa anche
io!-
-Oh, accidenti! Allora non sei Ari, scusa!- disse Takao rosso in viso
sia per lo schiaffo sia per l’imbarazzo. Poi
sghignazzò e le porse la mano che lei guardò con
diffidenza alzando un sopracciglio. –In effetti mi sembrava
proprio strano che Ari girasse così conciata….-
Rimase interdetta a quell’affermazione. Cosa voleva dire quel
villano?!
-Piacere di conoscerti- continuò lui senza notare la sua
espressione contrariata. –io sono Takao, avrai già
sentito parlare di me, sono il campione del mondo!-
Sì, degli sfigati che giocano con le trottole,
pensò lei immediatamente.
-Loro sono, Hilary, Rei, Max…..- iniziò ad
elencare nomi che non si diede la briga di ricordare.
La maniglia della porta si abbassò e il ragazzo dai capelli
spettinati seduto sulla sedia di mise dritto.
Non proprio ora! Perché l’idiota campione degli
sfigati non le diceva il nome di quel ragazzo dai capelli rossi?!
La porta si aprì.
-E lui è Kai e l’altro Yuri…. E tu
sei….-
Yuri, si chiamava Yuri!
Sua madre uscì e con la sua solita eleganza
riuscì a catturare l’attenzione di tutti con il
solo gesto dell’inforcare i suoi occhiali scuri e rotondi sul
naso. Come dire, la classe non è acqua!
-Claire, nous pouvons aller!- le disse incamminandosi con passo
distinto. Il suono dei tacchi sul pavimento completava la sua figura
incantevole.
-Oui mama….- rispose ignorando la domanda di Takao; per lei
non era degno di risposta né di considerazione.
Sorrise fra sé iniziando a seguire sua madre. Dopo tutto non
era stata una perdita di tempo venire fino in Canada, e forse la nuova
cugina non le sarebbe stata poi così tanto antipatica.
Si voltò con grazia facendo volteggiare la gonna e rivolse
un sorriso al rosso.
-À bientôt….-
Era deciso: Yuri sarebbe stato suo!
- Salve
ragazzi!!!!!
- Ecco
l’ultimo capitolo, che emozione. Quando l’ho finito
mi sono quasi messa a piangere ç_ç…..
- Ok
forse non c’entra niente e non si capisce, ma mi sembrava
carino. Pensate ne ho scritte tre versioni, una dal punto
di vista di takao, l’altra di ari quando se li trova nella
stanza e questa.
- Speriamo
che vi piaccia e che non ho chiuso la storia in schifezza :D.
- Ringrazio
di cuore tutti voi che avete letto, a Lexy90, Klarai, sweetlilith,
lesyhiwanov, lirinuccia, bebbe5, arwen, clown, per avermi
sostenuta,
- Ametista
- Bebbe5
- BlueHinata
- Clown
- giovy39
- Heather91
- kamy
- Klarai
- layly_lily
- LesyHiwanov
- masychan
- mik92
- Nena
Hyuga
- PGV 2
- Sakura
Hiwatari
- SweetLilithOfMyDreams
- per
aver messo la ff tra i preferiti e alisea e kamy che hanno seguito la
ff.
- un
bacione a tutti, ci vediamo con il seguito! Ciaociao!!!!
À
bientôt….
|