Capitolo 41
La bambina alla ricerca di un sogno
Era da tempo che fissava il soffitto bianco della sua camera.
Era la seconda volta in poco tempo che si ritrovava a scegliere quel
preciso angolo di muro, ornato da una piccola macchia di
umidità, come punto da cui trarre i suoi più intimi
pensieri.
L'ultima volta che era successo, però, il motivo era
stato completamente diverso, se non opposto. Sesshomaru l'aveva piantata in
asso per poi scomparire senza lasciare traccia. Lasciando solo il vuoto
dietro di sé, come capitava ogni volta che l'abbandonava senza
farsi scrupoli. Ma ora...
Ora quella macchia umida le faceva un sorriso e si plasmava danzando nella gioia dei suoi pensieri.
Sesshomaru Taisho era suo.
Non poteva esserne certa al cento per cento, per il semplice fatto che
con lui la certezza era fuori questione. Le parole rassicuranti, poi,
non facevano proprio parte del suo vocabolario. Ma Sesshomaru Taisho
era suo, lo sapeva. La sentiva scorrere nelle vene quella
consapevolezza, ed era meraviglioso.
Era bloccata in un momento di riflessione, come capitava ormai da
giorni... Da quando in quel magnifico appuntamento Sesshomaru si era
mostrato ancora migliore di quanto mai si sarebbe immaginata.
Abituata per anni ad amare una chimera, a preferire la solitudine pur
di non accontentarsi, era quasi diventata avvezza all'idea di rimanere
sola. Mai si sarebbe immaginata che Sesshomaru sarebbe tornato, e una
volta tornato, invece, le era venuto il terrore di illudersi. Non
voleva credere che lui fosse tornato per lei, temeva di sperare di
avere qualche possibilità. Fino ad un certo momento quel Sesshomaru
tornato dopo sette anni di assenza, anni in cui era cresciuta e in cui
un profondo vuoto l'aveva avvolta, Sesshomaru le aveva dato ben poche
possibilità di sperare. Sì, era lontanamente affabile con
lei. Sì, le aveva permesso di abbracciarlo e di aggrapparsi a
lui quel giorno quando aveva scoperto la lettera di suo padre... Ma poi
si era sempre allontanato. Con quella sua freddezza quasi spietata a
volte si era convinta che, forse, Sesshomaru non era proprio in grado
di amare. Non era colpa sua era che o non era in grado di amare oppure
non voleva amare lei. Quando
l'aveva abbandonata piangente ai piedi del ponticello di casa, quel
famoso giorno, si era sentita tramortita e persa. Per quale forza
Sesshomaru l'aveva toccata e perché non le permetteva di
ricambiare? Valeva così poco da non essere neanche degna di
toccarlo? Era solo un momento di sfogo in un attimo di rabbia? Queste
erano le orribili domande che si era fatta poco tempo prima fissando
quel medesimo angolo del soffitto. E invece...
Sesshomaru l'aveva stupita,
piacevolmente sconvolta. Sesshomaru non era solo una persona in grado
di amare, seppur a modo suo, ma era capace con i suoi gesti e le rare
parole a darle molto più di quanto mai si sarebbe immaginata.
Era molto di più del Principe Azzurro dei suoi sogni di bambina.
Forse, inconsciamente, questo l'aveva sempre saputo. Ogni fibra del suo
essere sapeva che Sesshomaru era suo, lo era sempre stato.
Ci sono cose che si sanno ancor prima di prenderne coscienza. Ricordava
benissimo il primo giorno in cui aveva visto Sesshomaru. Si ricordava
addiruttura com'era vestita. Ancora prima di rendersene conto, per una
strana alchimia inspiegabile uno sa, lo sa, quando una persona diventa
importante nella propria vita.
Era una fotografia
nella mente che non sbiadiva mai, un ricordo incancellabile. Come
se il cervello, l'istinto avessero deciso di fare un regalo.
Scattare quella foto e riporla in un angolo della memoria in modo
tale da poterla tirare fuori quando si vuole. L'incanto per aver
bloccato quel momento ancor prima che ci si renda conto che avrebbe
avuto importanza un giorno, si porta dietro qualcosa di magico, di
fatalista. La nostra parte più recondita ci avvisa che quella
sarà la persona per la vita. Non importa se hai ancora dieci
anni e ti ripudia l'idea dei baci, quella persona l'hai amata nello
stesso istante in cui l'hai vista ed è difficile poi staccarsi
da quella convinzione, anche quando le circostanze remano contro e
fanno perdere le speranze.
Questo era ciò che stava pensando Rin. Aveva amato
Sesshomaru dal primo momento ma allora, più che mai, si era resa conto
di amarlo ancora di più di tutti quegli anni che aveva passato a
sognarlo. La realtà, in modo straordinario, era di gran
lunga migliore del sogno. Ed era talmente inebriante e al
contempo sconvolgente vedere un sogno a lungo sospirato e sofferto,
realizzarsi. Si sentiva quasi persa, seppur nella gioia. Si sentiva
sospesa, immota nella vita. Si rendeva conto di quanto alcune frasi fatte avessero un vero significato. Come: la vita cambia in un attimo.
Aveva sempre creduto che quella fosse una gran stupidaggine. Come faceva la vita a cambiare in un attimo?
La vita, i giorni che si passano su questa terra, come poteva cambiare da
un momento all'altro qualcosa di tanto grande? Ci doveva essere un
qualche cosa di epico, una sconvolgente emozione che dà il giro a
tutto. Un cambiamento lento e trasversale che ti dà il tempo di
prendere coscienza di ciò che sta accadendo. E invece no.
Un attimo prima sei una ragazza sola, abituata ad esserlo. Abituata
talmente tanto da credere che mai nessuno ti potrà toccare, che
mai nessuno ti potrà mettere in cima ai suoi pensieri.
Innalzarti al grado più alto. Ti ci abitui, credi davvero che
questo ti sia negato. Poi Sesshomaru Taisho, quello stesso Sesshomaru
che ti ricordi sceso dalla macchina con una semplice camicia bianca e
jeans, che incede come se camminasse a venti metri più in alto
degli altri... Ti dice che ti vuole, e ti bacia. In quell'istante, la
tua vita cambia.
E non sei più la Rin bambina che sogna Sesshomaru, che lo
disegna formato gigante in versione cane sul muro della stanza. Non sei
più la ragazzina che lo aspetta e che urla dandosela a gambe
trovandoselo a casa dopo sette anni. Non sei più la Rin che ha
paura di farsi sfuggire l'enorme segreto di amarlo. Una Rin che prova
ad accarezzarlo quando si trova tra le sue braccia e che vede
scacciarsi quella mano come se fosse una mosca fastidiosa. No.
Sei una Rin che è sbocciata e che è diventata adulta. Sei
una Rin che ama Sesshomaru Taisho e a cui è permesso di amarlo.
Che non ha più paura di tirar fuori frasi scomode, ma che
può anche urlargli addosso che è un 'cagnaccio
scandaloso' senza temere che scappi. Una Rin che non soccombe
più, che non è più in basso, ma che viaggia a
testa alta di fianco all'uomo che ha sempre amato. Una Rin che è
baciata da Sesshomaru e che è consapevole di provocare brividi a
lui quanti lui ne provoca a lei nelle carezze.
E' una Rin amata e ricambiata da un uomo ancora migliore di quanto mai
si sarebbe immaginata e che non vedeva l'ora di continuare a conoscere
perché sapeva che c'era molto altro da vivere. Un mondo da
scartare insieme, in ogni sua sfumatura, consapevole di non essere
più sola. Era quasi come aver finalmente avuto una famiglia dopo
anni ad averla aspettata. Era il sogno dopo il sogno. Perché
quando un sogno si avvera non devi fare altro che tenertelo stretto e
poi cercarne un altro. Per anni aveva desiderato una famiglia, e dopo
averla avuta, aveva desiderato un amore. Il suo amore.
Sapere di non essere più sola, sentimentalmente questa volta, era la parte migliore. Finalmente
capiva il mito dell'Androgino di Platone che le aveva
raccontato Yumi spiegandole come lei concepiva il vero amore.
Essere destinati a trovare quella metà che Zeus per timore e
invidia aveva separato. La ricerca estenuante di quella metà ed
il fatto di sentirsi finalmente completi, appagati ed integri una volta
trovata. Questo era per lei Sesshomaru: la sua metà. Il pezzo di
puzzle che si incastrava a lei, compensandosi tra angoli spigolosi o
convessi.
Il cellulare squillò, interrompendo i suoi pensieri. Era passata
esattamente una settimana dalla sua uscita con Sesshomaru e tra lavoro
e università non erano più riusciti a vedersi. Quello che
sarebbe avvenuto quella sera sarebbe stato il loro secondo
appuntamento. Quel particolare sabato sera, però, non era
speciale solo per lei. Qualcun altro sarebbe uscito: Yumi.
Era felice di essere riuscita ad architettare quell'uscita tra lei e
Marcus, anche se sapeva che il loro non sarebbe stato un vero e proprio
appuntamento. Marcus era completamente ignaro dei sentimenti di Yumi
nei suoi confronti ed aveva accettato più per il fatto che Rin
l'aveva messo alle strette che per un vero desiderio di
uscire con Yumi. Non che gli desse fastidio la sua compagnia, ma per il
semplice fatto che si sentiva estremamente in imbarazzo in quella
situazione. In quella circostanza, però, Rin aveva voluto fare
un tentativo, anche solo per regalare un po' di gioia ad un'amica che
sempre le aveva dato conforto e consolazione in quegli anni. Una parte
di lei aveva paura che l'amica avrebbe sofferto, perché sapeva
in quale complicato guaio si era messa innamorandosi proprio di Marcus.
Un uomo molto più grande di lei, che da tempo ormai aveva chiuso
il cuore al mondo. Yumi quel giorno che era andata a trovarla,
però, le aveva raccontato con tale ardore il modo in cui si era
sentita cambiare la prima volta che aveva visto Marcus, che sperava che
per lei ci sarebbe stata quella stessa dose di fatalismo che lei aveva
provato per Sesshomaru. Così Shiori le aveva scritto che se
voleva assistere alla grande trasformazione di Yumi per quella sera
avrebbe dovuto trovarsi a casa sua in mezz'ora, e Rin era ben felice
di partecipare a quella trasformazione.
Con il delirio del primo appuntamento aveva già dato e si
apprestava ad un'uscita che
secondo lei sarebbe stata più rilassata e sicuramente
altrettanto bella quanto la precedente. Sesshomaru le aveva detto che
sarebbero usciti fuori a cena, in
un locale elegante al centro di Tokyo. Non vedeva l'ora. Si sentiva
quasi sciocca ad immaginarsi con gli occhi a cuoricino, ma la
felicità, ora che finalmente l'aveva conosciuta, era inebriante!
Si guardò un'ultima volta allo specchio. Aveva optato per un top
rosso, la versione elegante del suo colore preferito, senza spalline e
una gonna a matita nera. Decolleté un po' più basse di
quelle dell'altra volta, rosso vermiglio. Scompigliò i capelli
per dar loro movimento e si reputò pronta per uscire. Inuyasha e
Kagome erano ancora a lavoro. Piccolo tasto dolente: non aveva ancora
detto loro di Sesshomaru. Neanche a Kagome, le era mancato il coraggio.
Più volte si erano trovate da sole e lei aveva provato ad
aprire la bocca per poi ammutolirsi. Eppure aveva il sospetto che
Kagome sapesse, non ne era certa ma aveva una vaga sensazione. Quel
sesto senso da mamme. Se lo sapeva, comunque, non dava modo di darlo a
vedere. Come a sfidarla a sputare lei fuori il rospo perché,
daltronde, era suo compito farlo. Kagome era troppo arguta per non
rendersi conto che la figlia camminava a venti metri da terra, non per
superbia come un demone di sua conoscenza, ma per pura irrefrenabile
gioia. Inuyasha, invece, era tranquillo e inconsapevole come sempre.
Era convinto che lei fosse rimasta la stessa Rin di dodici anni con i
pantaloni larghi che giocava a basket sul giardino di casa.
Insospettabile per lui che avesse anche solo la vaga intenzione di
unirsi con un essere di sesso maschile. Ancora più impensabile,
e questa era la cosa che rendeva Rin più restia a dare a lui la
notizia, era per Inuyasha non solo il fatto che si potesse essere
innamorata, ma che tra tutti gli esseri sulla faccia della terra si
fosse proprio innamorata del suo fratellastro Sesshomaru. Anche solo
immaginare la sua reazione alla notizia le faceva tremare le gambe, era
convinta che in quella circostanza neanche Kagome avrebbe potuto
fermare la sua furia. Aveva intenzione di dirglielo, solo, non ancora.
Voleva ancora godersi l'euforia di quelle prime uscite, senza
l'interferenza di padri ipergelosi.
Prese la macchina e si avviò da Shiori, curiosa e divertita
all'idea di invertire i ruoli con Yumi da truccata a truccatrice. Yumi,
ancora meno avvezza di quanto fosse lei a tulle, trucco e tacchi,
sarebbe stata un vero spasso! Shippo aveva detto che sarebbe arrivato
dopo, dichiarando che dopo l'altra volta aveva bisogno di guardare un
po' di calcio o fare qualcosa di virile prima di assistere a quei riti
da femminucce, come li chiamava lui. Il che era un vero peccato,
perché i battibecchi tra lui e Yumi in quella situazione
sarebbero stati ancora più spassosi del solito.
Quando arrivò di fronte alla casa di Shiori potè
intravedere quest'ultima gesticolare animatamente dalla finestra che
dava sul vialetto. Quando la sentì arrivare Shiori si sporse
dalla finestra.
"Oh era ora!Vieni su a darmi una mano, è aperto"
l'invitò, poteva sentire l'irritazione nella sua voce. Alzando
gli occhi al cielo divertita, Rin eseguì le istruzioni e quando
entrò già dalla rampa delle scale potè sentire le
due battibeccare.
"Yumi, ti prego, datti una calmata o ti infilzo con l'eyeliner!" sentì Shiori.
"Oh, Shio, Shio, ti prego abbi pietà di me!" udì Yumi
implorare. Rin sentì che c'era bisogno di lei. Irruppe nella
stanza.
"Yumi, per l'amor del cielo, datti una calmata!" tuonò. Yumi,
già su di giri di suo, a sentire la sua voce fece un balzo.
Shiori alle sue spalle, invece, guardava l'amica con un sorriso
riconoscente.
"Accidenti a te, Rin! Mi è preso un infarto!" si lamentò
Yumi per poi lasciarsi cadere pesantemente sulla sedia. Rin le si
avvicinò.
"Sai quanto ci vuole per far perdere la pazienza a Shiori? Neanche
Shippo a volte riesce nell'intento! Che hai?" le domandò.
"E me lo chiedi? Chi me l'ha fatta fare questa cosa? Io non sono fatta
per questi eventi! Credi che sia tanto chiacchierona e brillante con le
persone al di fuori di voi? No! Io sono un orso, non avvezza alle
chiacchiere e completamente incapace a comportarmi ad un ballo di
gala!" prese a buttar fuori in preda al panico. Rin sospirò.
"Prima di tutto tu sei in grado di cavartela in ogni situazione, e poi
non è vero che sei un orso" cercò di consolarla Rin, poco
convinta. Sapeva bene che tra loro Yumi poteva essere una ragazza
divertente, brillante e dalla battuta pronta, ma con le persone con cui
non aveva confidenza si chiudeva a riccio. Rispondeva con frasi corte e
concise e si piazzava sulla bocca un sorriso così finto da
sembrare granitico. Sotto quello strato burbero Rin sapeva che la sua
amica era una persona fantastica ed una gioia per chiunque avesse
l'onore di starle vicino. Di questo era certa. Yumi alla sua
affermazione e con la solita facoltà di interpretare ogni ombra
sul suo viso la fissò poco convinta.
"Non è vero, e lo sai anche tu!E poi anche se mi impegnassi non
è questo che mi fa più paura..." cercò di
aggiungere. Shiori si sedette sul letto guardando l'amica. Sapeva che
con l'arrivo di Rin, Yumi si sarebbe calmata. Non che lei non
avesse abbastanza confidenza con Yumi, erano amiche per la pelle da
anni. C'erano cose, però, in cui Yumi e Rin avevano un rapporto
talmente simbiotico che era difficile mettersi in mezzo. Un po'
com'erano lei e Shippo, con l'unica differenza che lei provava qualcosa
in più del semplice affetto fraterno nei confronti dell'amico.
Con la solita discrezione che la distingueva da chiunque altro,
assistette alla conversazione delle amiche senza dire niente. Certa che
una volta che Yumi si fosse tranquillizzata sarebbe stata più malleabile
anche con lei.
"Cosa?" l'incalzò Rin sedendosi ai piedi dell'amica. Yumi guardò altrove.
"Rin, che cosa hai fatto? So che sei stata tu a premere su Marcus per
questa uscita ma lui non ha idea di quello che provo. Mi crede solo una
ragazzina, ne sono certa. Ho paura. Se adesso che neanche lo conosco
sono già pazza di lui se sta sera lo conosco meglio mi innamoro
ancora di più? E se mi innamoro ancora di più di lui e
lui, giustamente, non mi vede come una donna? Io... Non so se posso
sopportarlo" confessò finalmente. Rin la guardò,
consapevole del fatto che lei stessa, senza essere coinvolta, aveva
avuto gli stessi dubbi dell'amica. Non sapeva perché aveva
premuto tanto affinché lei e Marcus avessero la
possibilità di uscire quella sera. Sapeva di giocare col fuoco e
certo non era sua intenzione far soffrire l'amica. Però sapeva,
senza sapere come, che quella era la cosa giusta da fare.
"So bene che non sono la persona migliore per dispensare consigli in
questo campo. Ne abbiamo già parlato. Io ho amato la stessa
persona per una vita ed ora, dopo quasi dieci anni di amore sto
iniziando finalmente a cogliere i frutti. Non auguro certamente a te lo
stesso calvario, ma ti conosco. So che non hai mai amato nessuno come
quest'uomo e credo che un motivo ci sia, anche se non sono in grado di
spiegartelo razionalmente. Ma, caspita, siamo adulte ormai! Non
possiamo più nasconderci nel cantuccio dei sogni! Vuoi
quest'uomo? Prova a predertelo! Certo se continuerai a guardarlo da
lontano senza darti una possibilità continuerai a torturarti
senza ottenere niente. Anni fa me l'avevi detto tu, no? Di lottare per
Sesshomaru, di farmi sentire... Hai idea di quanto avessi paura di fare
quel salto nel vuoto? Sei stata con me insieme a Shiori e Shippo a
farmi da cuscinetto nei miei pianti ma sono sopravvissuta! Lo farai
anche tu, e se non solo sopravviverai ma vivrai, credimi ora lo so,
sarà ancora meglio" le disse, in ginocchio davanti all'amica per
poterla guardare negli occhi. Aveva fiducia, proprio come avevano avuto
loro nei suoi confronti quando Sesshomaru era tornato. Quei discorsi le
sembravano lontani anni luce, sembravano ormai così diversi dai
quattro ragazzi che chiacchieravano al parco e che canticchiavano
canzoni assurde sotto gli alberi di pino. Erano cresciuti tutti, e non
erano solo le lenti colorate di rosa con cui guardava il mondo in quel
momento a farglielo credere. Era certa che tutti, non solo lei, erano
cambiati. Erano cresciuti insieme ed era giusto imparare a prendere le
proprie decisioni in base a quella crescita. Yumi la fissò e poi
guardò Shiori, che le sorrise rassicurante.
"Quante volte l'abbiamo detto ultimamente?Siamo dei reietti dell'amore!
Rin innamorata dello stesso demone da quando era bambina, tu di un uomo
con il doppio dei tuoi anni e io di uno stupido volpino da
strapazzo, siamo casi disperati! Ma siamo questo. Rin forse, nonostante
il gelido uomo di cui si è innamorata, in cuor suo sapeva di
essere speciale per Sesshomaru e questo le ha dato forza di andare
avanti e ora, guarda, sono al loro secondo appuntamento! Noi due
abbiamo meno certezze, io poi, sono il caso più disperato di
tutte. Ma siamo questo. La scorsa settimana hai detto a Rin di
godersela, beh, tu fai la stessa cosa! Fatti conoscere per la ragazza
straordinaria che sei, e sfido qualsiasi uomo, soprattutto quello
giusto, a tirarsi indietro davanti alla tua bellezza" aggiunse Shiori.
Era arrivato il suo momento di parlare. Era lei quella dei discorsi
rassicuranti, l'eterna ottimista. L'inguaribile romantica, dolce,
Shiori. Loro erano questo. E nessuno poteva dire che, a loro modo nei
pregi e difetti, non erano almeno un poco straordinarie.
Yumi guardò Shiori, poi Rin e si rese conto che per la prima
volta non era lei a dover rassicurare ma ad essere rassicurata. Le sue
amiche avevano ragione. O faceva il salto nel vuoto o rimaneva nel suo
caldo cantuccio fatto sì di certezze ma anche di solitudine. Non
era lei che credeva nell'amore vero? Non poteva più limitarsi a
scriverlo nelle sue pagine, doveva provare a viverlo, anche se questo
faceva più paura. Le fissò e fece loro un grande sorriso.
"Forza allora, compiete il miracolo di farmi bella!" esclamò. Le due alzarono gli occhi al cielo.
"Se non riusciamo questa volta ad infonderti un po' di fiducia in te
stessa non ci riusciamo più" constatò Shiori alzandosi.
Rin annuì.
"Concordo" convenne guardando severamente l'amica. Yumi fece spallucce.
"Vabbè, vabbè, bando alle chiacchiere! Da dove si
comincia?" domandò alzandosi. Shiori fu felice di avere
finalmente una modella collaborativa.
"Siediti di nuovo. Trucco, acconciatura e infine vestito... Diamoci da
fare" disse Shiori assumendo il tono del comando. Rin era pronta ad
eseguire ogni suo ordine.
Dopo un'ora, finalmente, nonostante le fiebili proteste che venivano da
Yumi di tanto in tanto, erano riuscite a mettere a punto 'trucco e
parrucco'. Dopo averle messo a punto l'ultimo ciuffo di capelli, Shiori
fece un passo indietro contemplando la sua opera. Con un sorrisetto
guardò verso Rin che annuiva con un'espressione altrettanto
soddisfatta. Yumi le guardava incerta.
"E allora?" le incalzò. Shiori fece un sospiro.
"Sono un genio!" esclamò. Rin fece finta di prostarsi ai suoi piedi.
"Lo sei, mia signora, lo sei!" proclamò con fare recitante. Yumi sbuffò.
"Smettetela di fare le stupide! Posso guardarmi?" domandò
curiosa. Shiori picchiettò con la spazzola la mano di Yumi che
si stava posando sullo specchietto.
"No, ad opera finita! Certo che tra te oggi e Rin l'altra volta devo
dire che non sono sicura di aver scelto il giusto mestiere... Avrei
dovuto intraprendere la strada della moda" si congratulò Shiori
con se stessa, dandosi anche una pacca sulla spalla, le altre due
risero.
"Dai Shio, non torturiamola così! Dalle il vestito così
può vedersi" disse Rin divertita. Concordava con Shiori l'ottimo
lavoro. Doveva ammettere che anche con lei era stata bravissima, ed era
riuscita anche a darle qualche dritta in modo tale di riuscire a fare
da sola senza chiedere sempre il suo aiuto. Shiori in fatto di eleganza
era davvero una maga.
"Ah già, il vestito! Io te l'ho detto Shio di non avere nessun
vestito. Quando ti ho chiesto se venivi con me a comprarlo mi hai detto
che eri già a posto... Non me ne avrai mica comprato uno tu,
spero!" esclamò Yumi. Shiori rise.
"Sei pazza? E come me lo potrei permettere? No, tranquilla... Ho fatto
tutto da sola" disse tutta orgogliosa. Questa volta Yumi e Rin la
guardavano incerte. Non che non avessero fiducia nelle sue
capacità sartoriali, sua madre faceva quel lavoro ed aveva
insegnato a lei un po' l'arte del mestiere. Ma non si sarebbe visto che
quello di Yumi era un abito fatto in casa? Shiori guardò male le
amiche intuendo i loro pensieri.
"Cosa credi che ti mando ad un ballo di gala vestita come una barbona? Donne di poca fede!" esclamò Shiori con tono
offeso e si avviò verso l'armadio. Quando ne uscì Rin e
Yumi avevano un'espressione sconvolta.
L'abito che Shiori teneva in mano era un abito da sera lungo color blu
cobalto. Aveva un corpetto con la scollatura a cuore dalla
quale si aprivano le spalline del vestito che ad occhio avrebbero
dovuto scendere a metà spalla. Dal centro della scollatura si
apriva su tutto il corpetto per poi diffondersi alla gonna uno sbuffo
di quella che sembrava una stoffa leggerissima, per arrivare fino alla
fine dell'abito discendendo a strati morbidi fino a formare una corta
coda. Era veramente bellissimo.
"Shiori, hai davvero sbagliato mestiere!" si trovò ad esclamare Rin. Shiori rise soddisfatta.
"Non nego di essere stata bravina questa volta... E tu, Yumi, non dici
niente? Sei tu che devi mettertelo, mica io" la riscosse l'amica
divertita. Rin si girò verso Yumi che continuava a non parlare.
Le diede una gomitata. Si riscosse e guardò Shiori.
"Miseriaccia!" buttò fuori. Shiori la guardò male.
"Ehy, è un lavoro sartoriale di alta qualità! Confesso
che mia madre mi ha dato una mano ma diresti mai che era un suo abito
che poi abbiamo modificato? Un lavoro del genere vale un sacco di yen, miseriaccia!" si difese Shiori fraintendendo l'espressione dell'amica. Yumi scosse la testa.
"No, Shio, non fraintendermi! E' stupendo! Ma... come fa tutta questa roba che mi porto dietro ad entrare in quel vestito?"
domandò indicandosi. Shiori sbuffò.
"Per chi mi hai presa? L'ho fatto sulle tue misure ed ora ti prego
smettila di cincischiare e vieni ad indossarlo, io e Rin ti diamo una
mano" disse Shiori con tono così autoritario che Yumi scatto via
dalla sedia. Fece tutto ciò che le veniva chiesto senza
aggiungere più niente e dopo qualche minuto il vestito era
indossato. Di nuovo Shiori e Rin la guardarono. Shiori aveva adattato
la forma del vestito in modo tale che risaltasse le forme morbide di
Yumi con eleganza ed il risultato era strabiliante. Yumi si lamentava
sempre di sentirsi cicciotta, invece era solo una ragazza formosa.
Anche se i corpi come il suo non andavano più di moda dagli anni '50 le sue amiche, che al contrario rappresentavano la
fisicità filiforme e perfetta considerata dalla loro
generazione, a volte invidiavano un poco quelle leggere
rotondità. Yumi era una ragazza procace e di questo doveva
essere fiera anziché vergognarsi. E quel vestito metteva in
risalto tutta la sensualità e al contempo eleganza del suo corpo.
"Ti sta a pennello, Yumi!" esclamò Rin.
"Sul serio?" domando Yumi incerta. Shiori annuì guardandola.
"Decisamente" concordò e la prese per le spalle girandola.
"Ora ti puoi guardare" aggiunse. Fu così che assistettero alla scena.
Yumi vide la ragazza riflessa truccata con una linea di eyeliner
sottile ma allungata, che rendeva ancora più grandi gli occhi
azzurri, sapientemente esalitati dal colore del vestito. Una sottile
spuzzata di fard roseo sulle guance ed uno strato leggero di rossetto
rosa acceso, che stava bene con la sua carnagione chiara. Semplicissimo
era il trucco e raffinata, quasi vintage era l'acconciatura. Alcune
ciocche le incorniciavano il viso e uno chignon laterale era legato
morbidamente. Abbassò lo sguardo e vide quella scollatura a
cuore che era perfetta per lei. Per un momento le sembrò
troppo. Ma daltronde anche quel suo corpo che tanto l'imbarazzava
faceva parte di lei, e forse avrebbe dovuto accettarlo lei per prima,
prima che lo facessero gli altri.
Sentirono bussare forte alla porta. Yumi sussultò.
"Yumi, sei mezza nuda? Posso entrare?" sentirono la voce di Shippo. Yumi sbuffò.
"Guai a te, volpino da strapazzo, non osare fare un passo!" strillò subito. Shiori e Rin scossero la testa.
"E' vestita, puoi entrare" disse invece Shiori.
"Ehy!" si lamentò Yumi. Shippo entrò curioso.
"Allora, ho saltato i convenevoli da femminucce?" domandò per poi bloccarsi a guardare Yumi, per poi girarsi intorno.
"E Yumi dov'è? Mi ha sbraitato addosso un attimo fa!"
esclamò Shippo girando su se stesso nella ricerca, ma non
potè andare oltre perché una scarpa gli era stata
scaraventata addosso colpendogli sonoramente la nuca.
Shiori e Rin scoppiarono a ridere.
"Ahia!Ah sì, sei tu ora ne sono sicuro" disse raccogliendo la
scarpa da terra, rilanciandogliela. Yumi la prese al volo facendogli la
linguaggia.
"Allora Shippo, che ne pensi?" domandò Shiori. Yumi alzò gli occhi al cielo mentre si infilava le scarpe.
"Dico che sei in grado di fare miracoli, Shiori! Ha la lontana parvenza
di essere una ragazza, per una volta" rispose Shippo, intenzionato a
torchiare un po' l'amica in quel momento di vulnerabilità.
"E tu invece hai la lontana parvenza di essere un cretino!" rispose Yumi a tono. Gli altri tre ridacchiarono.
"Dai Yumi, sei proprio suscettibile! Se non fai partire le coronarie al
dottorino sta volta, non riuscirai più" rispose Shippo, nel suo
astruso modo di farle un complimento.
"Ma io non voglio fargli partire le coronarie" si lamentò Yumi, in quel momento troppo agitata per cogliere l'ironia.
"Ma quanto sei baka!" disse Shippo scuotendo la testa. Sentirono una
macchina arrivare. Si precipitarono alla finestra, eccetto Yumi. Quando
si affacciarono, però, riconobbero l'auto di Sesshomaru.
"Oh, è già arrivato! Lui e la sua puntualità"
disse Rin. Nonostante il tono contrariato il suo stomaco sembrava aver
fatto un triplo salto carpiato all'indietro a quella vista. Però
voleva anche assistere all'arrivo di Marcus.
"Ti è venuto a prendere qui?" domandò Shiori. Yumi si girò.
"Non è ancora Marcus?" domandò Yumi tra il sollevato e il deluso. Rin fece spallucce.
"Non ho ancora detto niente ai miei... Così ho lasciato qui la
mia macchina e ho detto a Sesshomaru di raggiungermi a casa tua" spiegò
Rin.
"Non hai ancora detto niente ai tuoi?" tuonarono i suoi tre amici all'unisono. Rin si fece piccola, piccola.
"Non sono ancora pronta" disse soltanto. Bussarono di nuovo alla porta, era la mamma di Shiori.
La madre di Shiori, in quanto umana era completamente diversa da lei.
Era comunque una bella donna, semplice, dai lunghi capelli castani ed
occhi dello stesso colore. Entrò nella camera con un sorriso.
"C'è quel bel demone che era venuto a prendere Rin l'altra
volta, cos'è lo faccio entrare a prendere una tazza di tè?"
domandò per poi guardare Yumi.
"Oh cara! Questo vestito ti sta un incanto... Shiori, tesoro, abbiamo
proprio fatto un buon lavoro!" esclamò andando incontro alla
ragazza prendendola per le mani. Yumi sorrise imbarazzata.
"La ringrazio, signora Shizu" rispose Yumi.
"Ma figurati cara! Però Shiori, tesoro, come mai le tue amiche
escono sempre da questa casa vestite di tutto punto per uscire con dei
baldi giovincelli e invece tu sei sempre chiusa a casa in tuta?"
domandò la donna senza malizia, ma sinceramente curiosa di avere
risposta. Gli altri gelarono. Shippo trovò improvvisamente
interessante il pomo sulla testata del letto. Yumi si stava quasi
ficcando un pugno in gola per impedirsi di scoppiare a ridere. Rin si
grattava la testa imbarazzata e Shiori fissava la madre ammutolita.
"Be' mamma..." riuscì solo a dire.
"E' che io e Rin siamo delle imbranate in queste cose, Shiori è
l'unica in grado di farci sembrare presentabili, vero Rin?" intervenne
Yumi.
"Assolutamente!Ci scusi se le stiamo continuamente invadendo la casa,
signora Shizu" si aggregò Rin. Shizu gesticolò
animatamente.
"Figuratevi, siete sempre le benvenute... E' che la mia Shiori è
una così bella ragazza che non capisco proprio perché non
esca con nessuno" si lasciò sfuggire Shizu.
"Mamma!" la riprese Shiori colma di imbarazzo. Da fuori suonò un clacson. Rin sobbalzò.
"Il tuo demone sembra impaziente! Corri, Rin... I bei demoni dai
capelli d'argento non vanno mai fatti aspettare, credi a me" disse
Shizu. Yumi e Rin risero mentre Shiori si picchiava una mano sulla
testa temendo di sprofondare.
"Ha ragione, signora Shizu, corro!" disse Rin precipitandosi fuori dalla stanza.
Yumi cercò quasi di afferrare l'amica da lontano, timorosa di
fare un passo senza il suo aiuto. Anche se poteva contare su Shiori e
Shippo i due in quel momento sembravano troppo torchiati dalla presenza
della madre della prima per prestarle attenzione.
Rin scese le scale due a due per l'impazienza, rischiando di cadere
più volte. Quando uscì dalla casa trovò Sesshomaru
nella solita posizione: in piedi appoggiato alla macchina, ad
aspettarla. Quando la vide corrergli incontro aprì la bocca per
salutarla, per poi rimanere impietrito dal fatto che la ragazza
l'avesse preso e catapultato dentro il cespuglio più vicino
insieme a lei.
"Mi puoi spiegare?" domandò Sesshomaru freddamente,
sputacchiando una foglia. Rin si girò verso di lui e gli sorrise.
"Ciao anche a te Sesshomaru: siamo appostati" spiegò con semplicità. Sesshomaru si accigliò.
"Appostati?" ripetè soltanto, confuso. Rin annuì.
"Sì, appostati, perché Yumi sta per uscire con Marcus e
qui ho la visione migliore per interpretare ogni sua espressione quando
lei uscirà dalla porta" disse guardandolo.
"Interpretare ogni espressione?" ripetè nuovamente, troppo
sconvolto per riuscire a tirare fuori frasi di maggiore intelligenza.
"Sì, Sesshomaru. A Yumi piace Marcus, ma lui non lo sa. Crede
che gli abbia proposto di chiedere a Yumi di accompagnarlo al ballo di
gala perché a lei piace ballare e che mai lei avrebbe mal
interpretato le sue intenzioni. Essendo così giovane lui non
immagina neanche lontanamente che Yumi possa essere in un qualsiasi
modo attratta da lui. Invece è così! E visto che lui
sembra non avvezzo all'idea di trovare una compagna proviamo a vedere
se la cara Yumi riesce a smuovere il suo cuoricino ormai cosparso di
ragnatele. E io voglio accertarmi che ci sia qualche speranza, mi
segui?" spiegò a raffica, in preda all'euforia. Lui la
guardò con serietà.
"No" rispose secco. Rin lo fulminò con lo sguardo.
"Come no? Più chiaro di così si muore, vuoi che ti faccia
un disegno?" domandò. Sesshomaru l'incenerì con lo sguardo.
"No. Non capisco perché ti affanni tanto se lui non è interessato" rispose. Rin ci rimase male.
"Non sappiamo ancora se non è interessato! Sto appurando
apposta, perché credi che Yumi non sia abbastanza carina?"
l'aggredì. Sesshomaru fece spallucce.
"Non mi sono mai posto il problema" rispose sinceramente. Rin, senza
motivo specifico, si sentì vagamente lusingata. Scosse la testa.
"Be' lo è! E Marcus cadrà ai suoi piedi" disse con convinzione.
"Non puoi esserne certa" commentò Sesshomaru. Rin gesticolò come a voler mandar via un moscerino.
"Via, via tutta questa negatività! Ma perché sei
così cinico?" esclamò sbuffando. Sesshomaru decise di
tacere, Rin sembrava troppo irritabile sull'argomento. Per una volta
lasciò da parte la sua carica negativa. La guardò.
"Perché non mi hai chiesto di aspettarti, allora? Al posto di
mettere su questo ridicolo quadretto?" domandò Sesshomaru
perplesso. Rin lo soppesò.
"Avrei potuto. Ma non sarebbe stato altrettanto divertente"
spiegò con un sorrisetto. Sesshomaru spalancò la
bocca, sembrò voler rispondere qualcosa, ma poi fece un sospiro
scuotendo la testa.
"Questo è uno dei tuoi tanto modi di torturarmi" affermò. Rin gli fece un sorriso irresistibile.
"So che in fondo, in fondo ti stai divertendo anche tu" rispose.
"Affatto" soffiò Sesshomaru. Rin fece per rispondere ma un altra macchina stava varcando la soglia di casa di Shiori.
Quando Rin sbattè la porta alle sue spalle, Yumi si girò
a vedere il simpatico quadretto tra i suoi amici e la madre di Shiori.
"Se solo ti mostrassi un pochino più disponibile, tesoro. Non
dico che devi fare la donnaccia, per carità! Ma qualche
sorrisino ai ragazzi che ti guardano quando usciamo, un po' di savoir faire,
ogni tanto! I pretendenti certo non ti mancherebbero! Dico bene
Shippo?" domandò la signora Shizu alla persona meno indicata.
Shippo a sentirsi preso in causa sobbalzò.
"Oh, io, beh..." si ritrovò a balbettare.
"Mamma ora basta! Stai mettendo in imbarazzo sia me che i miei amici,
puoi uscire dalla stanza?" scattò Shiori. Shizu fece un sussulto
portandosi una mani al cuore. Presa in contropiede da una risposta
tanto sgarbata dalla sua dolce Shiori.
"Oh tesoro, scusami! Non volevo metterti in imbarazzo! Stavo solo esprimendo un parere con i tuoi amici" rispose con innocenza.
Il rumore di una macchina, a cui Shiori fu immensamente grata, distrasse la madre dalle sue scomode affermazioni.
"Oh be', io scendo Shiori. Yumi pancia in dentro e petto in fuori e
vedrai che stramazzerà a terra!" consigliò Shizu prima di
uscire per poi scappare fuori dalla stanza, senza lasciare il tempo a
Shiori di riprenderla. Yumi fece un sorriso tirato, perché al
suono di quelle ruote sull'asfalto il suo cuore aveva preso a batterle
all'impazzata al centro della gola. Guardò Shiori.
"E' lui?" domandò con voce soffocata. Shiori sbirciò fuori dalla finestra e annuì.
"E' lui, forza Yumi. Fatti coraggio e vai, hai tutto il nostro supporto
morale" disse Shiori andando da lei prendendola per mano. Yumi fece un
sospiro e annuì.
"Sì, vado. Ci vediamo" butto lì con voce tremante mentre si avviava fuori dalla stanza.
"Mi raccomando Yumi, pancia in dentro..." iniziò Shippo.
"Ah, sta zitto!" riuscì a rimbrottarlo fuori dalla porta. Shippo ridacchiò.
"Forza, sbirciamoli" sussurrò Shiori con fare cospiratorio. I
due si inginocchiarono alla finestra, cercando di guardare senza farsi
notare da Marcus. Lo videro scendere dalla macchina. Si sistemò
distrattamente la giacca del completo e poi guardò verso la
porta.
"Oh, ci sono pochi uomini che stanno bene in frac" commentò Shiori compiaciuta. Shippo le scoccò uno sguardo accigliato.
"Ma davvero? E io con cosa starei bene?" domandò. Shiori fu
presa in contropiede da quella domanda, ma poi cercò di girarci
intorno, provando a prenderlo in giro.
"Be', tu sei un po' troppo robusto per stare bene in frac. Sarebbe meglio uno smoking... O un tutone da lottatore di sumo!" rispose e le scappò un sorriso quando lo vide con la coda dell'occhio inalberarsi.
"Io non sono robusto!" rispose con orgoglio. Shiori ridacchiò.
"Certo non sei un giunco" continuò.
"Questi sono muscoli, cara mia, altroché" borbottò per
poi arrossire violentemente quando Shiori gli tastò un braccio.
"Mmh, sì te lo concedo... Ma staresti comunque male in frac" rispose divertita per poi staccare la mano da lui. Shippo sbuffò.
"Scema".
Yumi si trovò di fronte alla porta di uscita di casa di Shiori. Prese di nuovo un sospiro e l'aprì.
Al fondo del vialetto l'aspettava Marcus, stupendo nel suo abito scuro
ed estremamente elegante. Da lontano gli sorrise timidamente, per poi
andargli incontro. Con una leggerezza di cui non si credeva capace,
sollevò con una mano la gonna e scese piano gli scalini del
giardino. Quando gli fu vicina, con timore alzò lo sguardo. Vide
il classico sorriso radioso di Marcus investirla. Quel sorriso cordiale
ma che faceva sentire lontani anni luce, come se niente in
realtà potesse scalfirlo. Le prese una mano e gliela
baciò con eleganza.
"Yumi sei molto bella. Sarà un onore averti al mio fianco questa sera" disse Marcus. Yumi gli sorrise imbarazzata.
"Anche tu stai molto bene" pigolò timidamente e una parte di lei
urlava di fare meno la timorosa e di tirare fuori il suo carattere
deciso. Quel suo lato di sé, però, sembrava essere
partito per le Fiji alla sola vista del suo sorriso. Il cespuglio poco
distante si mosse e i due sobbalzarono guardando in quella direzione.
Non accadde niente ma Yumi di rese conto che la macchina di Sesshomaru
era ancora parcheggiata nel vialetto. Si trattenne dallo scoppiare a
ridere. Marcus fece spallucce e le rispose.
"Figurati, è la prima cosa che ho trovato nell'armadio" scherzò per poi aprirle la portiera della macchina.
"Be' allora hai un guardaroba molto raffinato" rispose Yumi con un
sorriso e Marcus rispose con una breve risata. Si sedette al posto del
guidatore e prima di mettere in moto si girò verso di lei e la
guardò. Sentendosi osservata Yumi si volse verso di lui.
"C'è qualcosa che non va?" domandò. Marcus fece un lungo sospiro e parlò.
"Ti confesso, Yumi, che mi sento un po' in imbarazzo. Non
fraintendermi, sono lieto della tua presenza ma temo tu possa annoiarti
sta sera. Vedrai un sacco di gente impettita ed estremamente barbosa.
Qualcuno si salva, ma non sono molti. E' la parte altolocata della
medicina giapponese, anzi, internazionale che sarà presente sta
sera. Volevo solo essere certo che tu ti senta a tuo agio, io per primo
non scoppio di gioia. Rin mi ha detto che adori ballare e che questi
eventi possono essere un'ispirazione per i tuoi scritti. Voglio solo
esser certo che tu stia bene" le disse con estrema sincerità.
Yumi lo fissò a lungo, vagamente imbarazzata da quella
franchezza e anche un po' delusa, non riusciva a capire bene per cosa
però. Forse per il tono estremamente gentile ma al contempo
formale con cui si rivolgeva a lei. Gli fece un'espressione
rassicurante.
"L'importante è che la mia presenza non imbarazzi te, Marcus. Io sto bene" rispose. Marcus dissentì.
"Assolutamente! Anzi, devo sentirmi orgoglioso che una giovane ragazza
come te sia contenta di passare la serata con un vecchiaccio come me"
rispose, riprendendo il suo tono gioviale. Yumi sorrise e lo
guardò, cercò con poco di fargli capire almeno una parte
di ciò che pensava.
"Tu non sei vecchio, Marcus. Sei più giovane di molti veri
giovani di mia conoscenza, e sicuramente molto più piacevole"
disse piano. Marcus per un momento parve colpito dalla sua
franchezza, colpito dalle sue parole. Abbassò lo sguardo e poi
mise in moto la macchina. Sorrise ancora.
"Sono lusingato, Yumi. Siamo pronti per andare?" domandò e Yumi annuì.
"Sì, sono pronta" rispose e si accomodò bene sullo
schienale. Per un momento chiuse gli occhi e pregò di ricevere
un po' di speranza da quella serata.
"Oh guarda! Shippo e Shiori si sono nascosti dietro la finestra! Gli si
vede solo la fronte! Meno male che Marcus è troppo impegnato a
guardare Yumi per accorgersi di loro" commentò Rin che era
pronta a godersi e ad analizzare ogni momento della scena.
"E di noi" commentò Sesshomaru con fare annoiato. Rin sbuffò.
"Figurati, noi siamo sotto una copertura perfetta" rispose. Sesshomaru alzò gli occhi al cielo e non rispose.
Osservarono la scena in silenzio e per un momento Rin stava per perdere
l'equilibrio dato che si stava sporgendo troppo. Con gesto fulmineo
Sesshomaru l'afferrò per la vita e la sostenne con il suo
braccio, premendola leggermente al suo torace. Lo stomaco di Rin a quel
contatto fece una capriola.
Intravidero i due girarsi versi il loro cespuglio per un momento,per
poi continuare a parlare ed entrare in macchina. Rin fece un sospiro
per il mancato pericolo ma non si mosse di un millimetro e Sesshomaru
non aveva ancora lasciato la presa dalla sua vita. La macchina di
Marcus si allontanò.
"Per un pelo non ci hanno scoperti!" esclamò Rin alzandosi,
scrollandosi le foglie di dosso e facendo schizzare via un ragnetto dalla sua
spalla.Sesshomaru sciolse delicatamente la sua stretta e si alzò. Rin fu stupita che nonostante la posizione assurda
in cui erano stati Sesshomaru non era neanche lontanamente sporco o
sgualcito. Si chiese come diavolo facesse ad essere così
irrimediabilmente impeccabile.
Sesshomaru per un lungo istante la fissò per poi avvicinarsi.
Confusa Rin stette immobile. Lo vide posare una mano sulla sua testa.
Chiuse
gli occhi. Sentì qualcosa staccarsi dai suoi capelli e
riaprì gli occhi trovandosi l'espressione compiaciuta di
Sesshomaru e una foglia tra le sue dita.
"Avevi dimenticato questa" le disse piano porgendogliela, avviandosi
poi verso la macchina. Rin la prese e con uno sbuffo gliela
ritirò.
"Fai sempre il solito giochetto, stai diventando noioso"
commentò con voce malferma, il viso che aveva raggiunto la
tonalità del viola. Sesshomaru si girò a guardarla.
"Sei tu che ci caschi sempre. Andiamo" disse entrando in macchina. Rin lo seguì e sbattè la porta.
"Marcus almeno ha aperto la portiera a Yumi" cercò di scalfirlo Rin. Sesshomaru la guardò.
"Io non sono Marcus" rispose soltanto. Rin sbuffò.
"A volte sei lapidario" commentò. Sesshomaru annuì.
"E questo è molto meglio di: freddo, noioso e carino, soprattutto" rispose con leggerezza. Rin fece per commentare ma poi non potè trattenersi dallo scoppiare a ridere.
"Oh, Sesshomaru! Sei tanto carino!" cinguettò, lo pensava sul serio. Sesshomaru fece una smorfia.
"Accidenti" ringhiò tra i denti per poi mettere in moto. Rin ridacchiò, per una volta l'aveva avuta vinta lei.
"E ci siamo visti anche il quadretto di Sesshomaru e Rin... Non
rischiamo di passare per guardoni?" riflettè Shippo dopo aver
visto anche la seconda coppia andar via. Lui e Shiori si erano voltati
e in quel momento stavano seduti per terra, le spalle contro il muro.
Shiori ridacchiò.
"Temo di sì. Viviamo di luce riflessa" si trovò a dire con sincerità. Shippo si corrugò.
"Non è vero!" rispose. Shiori annuì.
"Sì che è vero. Non avendo una nostra vita sociale
sbirciamo quella delle nostre amiche" commentò Shiori alzandosi.
"Non sono d'accordo. Io sto benissimo così" disse convinto
imitandola. Shiori lo guardò in silenzio per un momento.
"Di questo sono certa" rispose. Per quanto volesse essere ironica la
sua voce era sembrata talmente seria da essere quasi triste. Shippo
aprì la bocca per rispondere, poi tacque. Shiori si girò
ed iniziò a mettere a posto i trucchi. Piano, uno ad uno dentro
il suo astuccio. Shippo la guardò.
"Tua madre ha ragione, potresti stare con chiunque, se solo lo volessi"
iniziò a dire piano, con voce tanto bassa che per un attimo
sperò di non essere udito. Un rossetto scivolò dalle mani
di Shiori e ricadde sul tavolino. Lo riprese e fece un sorriso, amaro.
"Dovrei volerlo" rispose. Chiuse l'astuccio e si mise a mettere in
ordine la stanza. Non riusciva a star ferma. Non aveva il coraggio di
guardarlo negli occhi. Da quando si era messo a farle quelle domande
scomode? Shippo si piegò e le porse un golfino.
"E perché non lo vuoi?" domandò. Shiori tenne lo sguardo
basso, prendendo l'indumento dalle sue mani, con fare brusco.
"E da quando ti interessa? Questi non sono gli argomenti da femminucce
che ti infastidiscono tanto?" domandò Shiori sulla difensiva. La
fissò sorpreso.
"E' così. Ero solo curioso" disse piano. Shiori gli dava le
spalle, stette in silenzio. Ripose le ultime cose nell'armadio.
"Non volevo offenderti, Shiori" si sentì in dovere di aggiungere
Shippo, data la mancata risposta. Shiori si girò verso di lui.
"Non mi hai offesa. E' che domandate da te certe cose, mi viene quasi
da ridere. Hai la tipica sicurezza di chi in realtà sa
già la risposta" disse. Il cuore aveva preso a battere
all'impazzata. Si impose di calmarsi, rischiava di farsi scappare
verità scomode. Ma lui, con la sua faccia innocente che le
faceva quelle domande assurde. Era davvero tanto ottuso?
"Scusami, io non intendevo..." rispose Shippo. Si era reso conto in
quel momento che, lasciandosi andare per un istante, stava rischiando
di buttar giù il castello di carta che con tanta diligenza aveva
innalzato negli anni. Un passo e sarebbe crollato. Lui era pronto al
fatto che crollasse?
"So che non intendevi... Be' lo spettacolo è finito. Ti
accompagno?" domandò Shiori d'un tratto, cercando anche lei di
cambiare discorso.
Shippo la fissò e annuì.
"Sì, grazie" disse avviandosi alla porta, Shiori l'aprì.
Aveva lo sguardo basso. Le splendide labbra rosse erano tirate. La
frangia argentea le copriva gli occhi e anche con quella semplice tuta
bianca, il suo colore prediletto, era bellissima. Lui sapeva bene che
lei era bellissima ed anche buona, anche con chi non se lo meritava.
Cauta, paziente, gentile, incredibilmente intelligente. Tutte cose che
spesso non era lui e che in lei ammirava. Sapeva benissimo, conosceva
alla perfezione la giovane donna che stava in piedi al suo fianco.
Quante volte avrebbe voluto appendere a testa in giù Yumi che
con tanto divertimento e altrettanta sagacia riusciva
perfettamente a tirar fuori i suoi dubbi e le sue paure. Non poteva
fare a meno di prendersela quando lo stuzzicava, perché sapeva
che l'amica aveva ragione. Sapeva che il tema principale delle sue
battute erano il fatto che fosse un vigliacco e che non avesse il
coraggio di prendersi ciò che voleva. Lo sapeva bene. Sapeva che Shiori
a volte, con i suoi sorrisi timidi e la voce sottile si era ritrovato a
desiderare di prenderla tra le sue braccia e non lasciarla più
andare. Aveva ragione lei, per un attimo le aveva posto quella domanda
perché sapeva già la risposta. La conoscevano entrambi.
Entrambi sapevano, però, che la loro amicizia era troppo forte.
Si conoscevano da quando erano poco più che ragazzini. Da quando
avevano undici anni avevano creato quello strano gruppetto, di cui lui
era l'unico ragazzo. Alle medie gli altri ragazzini lo prendevano in
giro per questo, ma lui se ne era sempre infischiato. Le sue amiche erano
divertenti e fino ad una certa età Rin e Yumi erano state
talmente maschiacce che di poco si vedeva la differenza. E Shiori,
invece, era sempre stata la stessa. Con i suoi inamidati vestitini
bianchi pieni di balze o fiocchi. L'espressione gentile e la voce
piccola e tenera. All'inizio non la sopportava tanto, era stata Rin a
farla entrare nel loro gruppo. Shiori rappresentava quei mezzi-demoni a
cui era tanto affezionata dato il suo padre adottivo. La
presentò loro dicendo che era tanto carina e che ci voleva una
vera femmina nel gruppo. Una in grado di sedare le loro liti e i
continui battibecchi che già allora vedevano Yumi e Shippo protagonisti.
Secondo lui non avevano bisogno di una vera femmina, anzi, stavano
tanto bene così com'erano. E invece Shiori, con il suo carattere
pacato e gentile, era riuscita a farsi spazio in quella schiera di
amici così diversi da lei. Amici di cui aveva tanto bisogno
perché in una comunità fatta di demoni e umani essere la
parte che sta nel mezzo è sempre la cosa peggiore. Non si
è uno e non si è l'altro e i bambini, a quell'età
ancora più spietati, si chiudevano in gruppi: o si era tutti
umani o si era tutti demoni. E lei si era sentita sola per tanto
tempo che quando Rin l'aveva presa per mano chiedendole di unirsi a
loro era stata così grata, così felice, che mai avrebbe
fatto nulla per rinunciare o rischiare di perdere un tale generoso
dono. Col tempo era riuscita a farsi accettare, anche da lui che
all'inizio era diffidente nei suoi confronti. Cercava di fare i giochi
meno bruschi per evitare che si facesse male, e un giorno Shiori
l'aveva preso e gli aveva urlato di trattarla come le altre. Non era
fragile, non avrebbe pianto se fosse caduta a terra. Era degna di stare
con loro. Da quel momento, sconvolto e stupito, l'aveva finalmente
riconsiderata e la sua presenza era diventata essenziale nei loro
giochi. Poi erano cresciuti e Rin e Yumi diventarono sempre meno dei
maschiacci e sempre più delle ragazze ma come fu all'epoca lui
non rimase escluso. La loro amicizia mutò. Si era ritrovato a
sentirsi in dovere di proteggere quelle ragazze, seppur spesso non ne
avessero bisogno. Si era ritrovato ancor di più a difendere
Shiori alla quale spesso non bastava la sua bellezza per essere
accettata, anzi. Aveva fatto del metterla sotto la sua ala protettiva
la sua missione e nessuno poteva azzardarsi a dirle qualcosa che
avrebbero dovuto fare i conti con lui, che col tempo era diventato alto
e forte. E da compagna di giochi, ad amica, a protetta d'un tratto
Shiori si era fatta donna ed era stupenda. Crescendo il loro rapporto
si era chiuso talmente tanto in una bolla di rassicurante amicizia da
far venire il terrore ad entrambi di farla scoppiare e diventare
qualcosa di più. Da amici erano vicini. Come amici potevano
confidarsi, scherzare, giocare, stare insieme senza rischiare che tutto
potesse finire. Se avessero fatto un passo oltre avrebbero perso tutto.
Entrambi non avevano il coraggio di dare il giro alla situazione. Non si
rendevano abbastanza conto che, se avessero avuto il coraggio di fare
il salto, forse avrebbero ottenuto molto più di quanto non
avessero già. E a volte, quella lontana consapevolezza premeva
così forte da farli essere tentati di fare il salto, per poi
ritirarsi indietro. E ripremeva di nuovo, con tanta ferocia da non
riuscire a pensare a nient'altro. Con il desiderio che con un passo
avrebbero potuto sentirsi liberi dalle catene che loro stessi si erano
creati.
Shiori alzò il viso per guardarlo, investendolo con la bellezza
delle sue iridi lilla brillante. Non capiva perché per
così tanto era rimasto inchiodato e fermo sulla porta.
"Shippo cosa...?" fece per domandare, ma la domanda le rimase bloccata
sulla bocca. Subito non si rese conto del perché, provava a
parlare ma non ci riusciva. Sbattendo gli occhi si rese conto di avere
il viso di Shippo talmente vicino al suo da sembrare sfocato, e che
qualcosa di soffice e caldo era posato sulle sue labbra. Si
sentì stringere per la vita e per la prima volta potè
sentire il corpo di Shippo vicino al suo. Ed era morbido e saldo, forte
come l'aveva sempre visto e soprattutto immaginato. Tramortita
riuscì solo a posare timidamente una mano sulla sua spalla, non
in grado di fare altro se non di godere di quel bacio che aveva un che
di disperato, di perso. Shippo la strinse ancora di più a
sé, si schiacciarono quasi contro il muro. Le lambiva le labbra
con sicurezza, come se l'avesse fatto miliardi di volte, seppur era ben
consapevole che lui non era mai uscito con nessuna. Eppure era
così sicuro, così a suo agio nel tenerla fra le sue
braccia, come se l'avessero fatto da sempre. Il punto era che lui quel
momento se l'era immaginato un'infinità di volte, senza riuscire
mai a concretizzarlo. Fu preso da quella consapevolezza che si rese
conto che quello non era uno dei suoi tanti sogni e fu con quel
pensiero che si staccò bruscamente da lei. Tanto che quando si
sentì abbandonata Shiori sbattè la schiena contro il muro
per poi guardare Shippo con occhi sgranati. Confusa, tramortita, con un
calore sulle guance che era certa superasse i mille gradi.
"Shippo..." riuscì solo a dire piano. Lui la guardò.
"Devo... Devo andare. Ci vediamo domani" rispose con voce malferma. Uscì dalla stanza come un fulmine.
Shiori, con lo sguardo perso nel vuoto, si lasciò scivolare a
terra, sedendosi sul pavimento freddo. Si posò una mano sulla
bocca, incredula. Nonostante la brusca uscita di Shippo, non
riuscì a trattenersi dal sorridere per poi prendere coscenza di
ciò che realmente era accaduto.
Ehilà, chi non muore si rivede! ;)
E' sempre strano tornare dopo anni di inattività...Mi sento
sempre un po' imbarazzata nel farvi aspettare tanto ma, la
verità è che quando si cresce il piacere di scrivere qui
su EFP diventa ogni volta più ingestibile, le priorità
cambiano e la vita ci assorbe. Devo dire che questo capitolo l'avevo
scritto due anni fa, e l'ho riletto solo oggi e ho deciso di postarlo.
In cantiere non ho un altro capitolo, quindi confesso che non ho idea
di quando posterò di nuovo, vi è dovuta la mia
sincerità! Però so che la maggior parte di voi ormai mi
conosce e sa che nonostante il fatto che probabilmente saremo tutti
vecchi decrepiti quando finirò questa storia, l'unica mia
certezza è che ho intenzione di finirla un giorno! Sì, lo
so, è una magra consolazione... '^-^
Per quanto non sappia mai quanti dei miei precedenti lettori continuino
a leggere questa storia, io passo comunque ai miei soliti
ringraziamenti:
Zonietta78: Ciao nuova
lettrice! Devo confessare che la tua recensione mi ha smossa dal
torpore e mi ha dato una motivazione per riprendere questa storia... Il
caso ha voluto che mi scrivessi proprio il giorno in cui ho passato un
esame e questo mi permette di avere un po' di tempo libero!Pertanto,
sono molto contenta che tu mi abbia scritto una recensione nonostante
la mia lunga assenza e soprattutto ti ringrazio per il contenuto delle
tue parole, che mi hanno dato una grande gioia! Spero gradirai anche
questo capitolo!Un saluto.
Milla Renzi De Medina: Ossequi
a te, cara! Ti ringrazio per il tuo commento... Eh temo di aver proprio
messo la tua pazienza a dura prova, spero che nonostante le mie lunghe
assenze tu continui ad avere l'intenzione di leggere questa mia storia!
Grazie ancora, un saluto!
Heart: Ciao carissima! Da un
capitolo sfornato dietro l'altro, alla solita lunga attesa, ma ricordo
che tu ormai ci sei abituata!;) Sono contenta che il precedente
capitolo ti sia piaciuto e soprattutto della tua rassicurazione
riguardo a Sesshomaru OOC, hai ragione, essendo questa una fanfiction
ad un certo punto dove non arriva la storia originale arriva la
fantasia del lettore. Per rispondere alla tua domanda, no, nessuno
eccetto Marcus è a conoscenza del segreto di Rin. A risentirci,
spero!Un bacio.
Jennah: Ooooh cara Jennah! Mi
ha fatto moltissimo piacere la tua recensione! Sono contenta di
regalarti qualche emozione con il mio scritto, è il mio
obiettivo più importante! Eh sì, questa pratica è
reduce dalle mie primissime letture qui su efp, ormai secoli fa, e una
volta ho letto il mio nome a fine capitolo di una storia che stavo
seguendo e mi ha fatto così piacere che ho deciso di prendere
anche io questo metodo come autrice. So che ormai la tecnologia anche
su efp è avanzata e si può rispondere al recensore
privatamente ma trovo che così, oltre ad essere vintage come mio
solito, sia un modo più diretto di ringraziare! Spero vivamente
di leggere una tua nuova recensione. Un abbraccio.
Gino94: Ciao carissima! Sono
lieta che l'uscita ti sia piaciuta e che soprattutto non fosse come te
l'aspettavi, era proprio questo il mio intento! E' molto in linea con
uno Sesshomaru una cena in un posto di classe ed era quello che avevo
immaginato, ma mi sembrava un'idea poco originale e un po' fredda, e la
mia intenzione era proprio quella di scaldare un po' il nostro
Sesshomaru!;) Ahah, no, no hai ragione ad aspettarti questo... Io non
so mai se riuscirò ad essere in grado o meno di descrivere quel
genere di situazioni, ma sicuramente è mio obiettivo di farvi
leggere un capitolo simile, è da molto tempo che ce l'ho in
testa. spero di non deluderti quando arriverà!;) Grazie ancora,
un bacione.
Maria76: Ciao Maria! Sono
contenta che l'uscita di Sesshomaru e Rin abbia incontrato il tuo
apprezzamento, spero lo stesso anche per questo capitolo! Un bacio.
Kikyo_Sama: Ehy carissima! Il
mio ricordo di te e della tua amica è sempre vivido nella mia
memoria! ;) Come al solito la tua recensione mi ha fatto molto piacere,
hai proprio ragione, la mia intenzione era proprio far parlare
più i fatti che le parole che, come sappiamo, non sono affatto
il forte di Sesshomaru! La tua intuizione è giusta, vedremo come
evolveranno le cose. Grazie mille come sempre, un abbraccio!
Zonami84: Ciao cara! Ti
ringrazio tardivamente per l'augurio, un anno fa è arrivata la
tanto agoniata laurea e ho iniziato il mio primo anno di magistrale, ed
è per questo anche che il mio aggiornamento si è sempre
fatto più saltuario! Sono contenta che tu rimanga sempre una
lettrice fedelissima e soprattutto che il precedente capitolo ti sia
piaciuto! Un abbraccio!
Chiara_chan: Ciao Chiara! Sono
contenta che il precedente capitolo ti sia piaciuto, eh immagino che
molte (me compresa) avrebbero voluto essere al posto di Rin!;) Eh come
hai potuto vedere gli impegni universitari mi hanno profondamente
rapita e continueranno a farlo, ma di tanto in tanto l'amore per questa
storia e l'intenzione di mandarla avanti, riemergono! Un abbraccio.
Un saluto,
LilyProngs.
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