Shadow preachers
Disclaimer:
Selina Kyle, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a
Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa
storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto
non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso.
L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright
dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione
altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso
scritto.
"Life begins at night."
- Charlaine
Harris -
Shadow
preachers
#0
Neve tra le dita, lungo le pieghe del mantello; si raccoglie ai suoi
piedi come una preghiera - rimane inascoltata allo stesso modo.
"Perché sei qui?"
Victor è un profilo gelido nel silenzio della stanza, occhi
rossi e labbra pallide.
Il Pipistrello ignora la domanda, sposta la sedia - gratta sul
pavimento ricoperto di brina.
Intreccia le dita tra loro, si schiarisce la voce.
"Posso farti una domanda, Victor?"
Fries irrigidisce le spalle, posa lo sguardo sulla foto di Nora.
"No."
"L'hai sempre saputo?" continua il Pipistrello, imperterrito - un uomo
al suo ultimo giro di clessidra.
Victor china il capo e ricorda.
I close my eyes, just
close the door.
Vivere nel passato avrebbe dovuto venirgli naturale.
Per un uomo che aveva allevato
il proprio presente all'ombra di un ricordo, un salto temporale di
cinquecento anni avrebbe dovuto essere una sciocchezza.
Bruce fissa una Gotham che non riconosce più, una
città che era andata avanti anche senza di lui.
Tutti sono sostituibili;
persino tu, o mio figlio devoto.
Non lo riconosce subito; per alcuni giorni osserva il nuovo arrivato
con la stessa curiosità di un predatore in caccia - sorride,
esibisce il suo profilo migliore.
Ride alle sue battute, ammicca quando deve - non dice mai di no.
Una puttana che non mostra le proprie cicatrici (non ancora) una
bestia che ingoia la fame (per
ora), Gotham splende di una luce diversa, terribile.
È in una notte qualsiasi che tutto cambia: è
quando il sipario cala che Gotham lo vede - e la sua
prima reazione è uno sdegno profondo.
Per averla abbandonata.
Per averla illusa. Per averla costretta
ad amarlo e poi a perderlo.
"Sono a casa." le dice, e Gotham
ringhia - soffoca un singhiozzo.
Le strade si bagnano della prima pioggia da allora.
#0
"Troverai una cura."
Victor sorride, ed è un morto snudar di denti.
"Sei l'unico che lo può fare."
Lo fissa da sopra la spalla, inspira con forza.
"Credo in
te, Victor."
Fries deglutisce, si chiede se sia solo una presa in giro.
"L'ho sempre fatto."
La neve s'infittisce all'improvviso.
You want a minute, I'll
give you more.
Il dolore è la naturale estensione dell'amore.
Si ama e ci si spezza.
Si rovina tra le macerie delle proprie convinzioni, e ci si scopre
incapaci di fare altro
- morire e rinascere a ogni respiro, ogni istante.
L'amore è un mostro, una crudele Idra la cui fame non
è mai sazia - invincibile, indistruttibile.
Bellissima e terribile:
una tragedia che Gotham aveva vestito a lutto fin dall'inizio.
Ci aveva provato, Bruce Wayne.
Ci aveva provato a negarlo, a ignorare quel pensiero fastidioso e
molesto.
Ha vissuto sulla pelle di altre donne e di un altro tempo, ha lasciato
che lo amassero con la stessa devozione di una vestale al proprio dio.
Ha tentato di ricordare il loro sapore sotto la lingua, il loro odore -
ma nulla era
come Gotham (come lei.)
Il cielo della metropoli tace, spento d'ogni stella.
Bruce sorride a un destino che non è mai stato altro che
quello della vittima.
#0
"Ci siamo combattuti a lungo, io e te."
"Troppo." Forse.
Victor incrocia le braccia al petto, inclina la testa verso destra.
"Sempre per le ragioni sbagliate: mai
con il coraggio di ammettere il vero motivo."
"Che sarebbe?"
Le labbra di Victor si arricciano in un sorriso sgradevole - che ha già
vinto.
"Non possiamo permetterci di lasciar morire chi amiamo."
Il Pipistrello apre la bocca, la richiude; giù per la gola
una verità che taglia più del vetro.
Maybe I don't want you
either.
Il Re è tornato, la città è salva.
Possono ora riposarsi i suoi alfieri, sospirare di sollievo e
nascondersi al caldo delle loro case - tornare a una vita che non
c'è più.
Possono riprendere da quando tutto si era fermato: da quella notte in
cui un dio caduto dal cielo aveva ricordato a ognuno di loro che tutti possono
morire: persino i simboli.
Possono abbandonare mantelli
e maschere, miserie
e sconfitte.
"Sei vivo."
"Sì."
"Da quanto?"
Silenzio.
"Da quanto, Bruce?"
"Cinque mesi."
La Regina si alza dal suo trono logoro e attacca.
#0
"Le abbiamo deluse entrambe."
Il Pipistrello tace, studia Victor con la coda dell'occhio.
"Le donne che amiamo, intendo." sottolinea, e unisce il pollice con
l'indice, camminando avanti e indietro per la cella.
"Non le abbiamo mai salvate da nulla, nemmeno da noi stessi."
Danza una ballerina nel silenzio di una bolla d'acqua e neve, alle sue
spalle il sorriso di Nora, la sua pelle tiepida e viva - un ricordo
così caldo sotto le mani da ucciderlo ogni volta.
"Hanno sofferto per noi, con
noi."
Scricchiola il ghiaccio sotto i suoi piedi nudi, disegna ragnatele di
rimorsi e memorie.
"Non ci hanno mai abbandonato, e cosa hanno ricevuto in cambio, uhm?"
Si volta, Victor, regalandogli uno sguardo sconfitto - trasparente come
la prima neve d'inverno.
"Solo disperazione e solitudine: un mondo morto guidato da uomini
altrettanto vuoti."
Il Pipistrello rimane immobile, ascolta: una statua bianca e nera.
Victor sospira, scuote la testa - stira le labbra in un sorriso che
assomiglia a un taglio biancastro.
"Ho perso la mia occasione, Batman."
e calca sul suo nome, lo arrotola attorno alla lingua "Ma tu no."
Occhi lontani, malinconici.
"Non ancora."
We're both unsettled,
nighttime creatures.
Gli ha fatto male e lui l'ha accettato.
L'ha colpito fino a quando le sue grida non sono diventate singhiozzi -
dietro la maschera un grumo di parole mai dette e lacrime nerastre.
Sangue sotto le unghie, tra i denti - Selina è
Gotham e brucia della stessa forza (di un sentimento che non aveva mai
voluto chiamare - evocare.)
"Mi dispiace." le dice, ed è così difficile - un
veleno che ormai ha infettato ogni cosa, ogni futuro "Mi dispiace,
Selina."
La Gatta spezza
una risata che libera il cuore d'entrambi.
#0
Le guardie di Arkham sono passate a controllare, li hanno poi lasciati
soli.
Fuori, qualcuno ha gridato: dentro, il silenzio pacato della neve e del
suo signore incontrastato.
Victor vorrebbe tanto stringere tra le dita una tazza di cioccolata
calda, magari con la panna, proprio come facevano con Nora in notti
come quella.
Vorrebbe ricordare il calore del suo respiro sulla pelle, com'era
bruciarsi al sole della California e ridere poi delle efelidi che gli
spuntavano sul naso.
"Tutti vogliamo qualcosa." lo interrompe il Pipistrello, e la sua voce
è incredibilmente stanca - asciutta nelle
ultime sillabe "Dobbiamo solo sperare di capirlo in tempo."
Per Victor quelle parole hanno il sapore di un addio.
Shadow preachers,
nighttime creatures.
Non c'è più nulla dire; o forse si è
già detto fin troppo.
Selina ansima, furiosa;
il petto che si alza e si abbassa al ritmo del suo cuore - un rullio
che copre ogni altro rumore.
"Mi hai mentito." accusa - ringhia.
"Ho visto il tuo corpo: morto.
Scheletrico. Null'altro che una maschera stracciata e orbite vuote."
sibila - ricorda.
"Ho pianto per te,
ho combattuto per te
- per quel figlio che ora è la fuori, a Gotham, a farsi
sbranare vivo nel nome del
tuo simbolo."
Bruce tace, immobile; un profilo silenzioso che si confonde con le
ombre della notte.
Selina flette le dita ad artiglio (vorrei
tanto cavarti gli occhi) arriccia le labbra sui denti.
"Eri morto,
Bruce."
Un rantolo sfiatato: una pretesa inutile.
"Eri morto,
e noi eravamo andati avanti."
Ce
l'avevamo fatta.
"Perché?"
Una sirena uggiola in lontananza; nell'aria l'odore acido della miseria
umana e del cibo avariato.
"Perché sei tornato?"
Perché mi
illudi ogni volta che sarà l'ultima - che sarà
per sempre?
Selina incassa le spalle, scuote la testa - rifiuta la sconfitta che ha
schiacciato entrambi.
Bruce lascia che per quella notte (solo
per quella notte) diventi la
regina del niente
tra le sue braccia.
#0
"Te ne stai andando."
"Sì."
Victor arretra leggermente, sorpreso da quell'improvvisa
sincerità.
"Dove?"
Il Pipistrello sorride, e sarebbe un gesto inquietante se
Victor non
vedesse l'uomo
dietro quella maschera nerissima e senza speranza.
"Dove non sono mai stato."
Victor annuisce, sbatte le palpebre una, due volte.
Comprende.
"È un bel posto dove vivere." replica, e lo sguardo torna
alla foto di Nora "Pieno di luce e di possibilità."
"Ce la farai, Victor." ripete il Pipistrello, e Fries non sa se lo sta
dicendo più a se stesso o a lui "La salverai."
Ci salveremo.
Victor piega un angolo della bocca in un mezzo sorriso, osserva i primi
scampoli di luce aggredire il cielo.
"Sì,
la salverò."
Il Pipistrello gli tende la mano e aspetta.
You make we wanna love,
hate, cry, take, every part of you.
"Stai fermo." lo ammonisce, disinfettando il graffio sopra lo zigomo
"Devo pulirlo bene."
Bruce aggrotta le sopracciglia, schiaccia la lingua contro il palato e
ingoia una replica sarcastica.
Sei stata tu a farmi
questo, vorrebbe dirle, ma sa di esserselo
meritato.
Sa di averle fatto male - sempre,
fin dall'inizio.
Sa che il suo amore non è bastato - mai, non più.
"Indietro nel tempo, uhm?" mormora poi Selina, controllando le altre
ferite "Deve essere stato divertente."
"Non tanto: essere inseguiti da un branco di bestie preistoriche ha i
suoi svantaggi."
"Potevi mandarmi una cartolina; avrei gradito almeno il pensiero."
"Lo farò la prossima volta che non sarò impegnato
a evitare la persecuzione dei Puritani."
Selina ride, ed è un suono leggero - disperato nella sua
onestà.
Le sfiora la linea del collo con la punta delle dita, cerca la sua
bocca - il suo respiro.
Selina è l'unica cosa che gli abbia ricordato chi era - cosa
era - oltre le mille maschere in cui si era sempre
nascosto.
#0
Victor ha dita sottili, pallide.
S'intrecciano a quelle del Pipistrello senza difficoltà,
nero e
bianco - l'ultimo saluto tra due uomini che avevano chiamato
amore la stessa tragedia.
Gli regala una stretta di mano salda, sicura: Victor Fries e tutto il
suo orgoglio, la sua incrollabile forza.
"Il cielo di Gotham sarà più vuoto senza la tua
ingombrante
presenza."
Il Pipistrello piega un angolo della bocca, inclina il mento verso la
finestra.
"Non solo i pipistrelli cacciano di notte, Victor."
Pettirossi e soldati: guerrieri
e martiri.
Ombre spietate di un uomo
che aveva salvato-condannato tutti loro.
Fries libera una risata a metà, stonata.
"Il tuo personale esercito di randagi e disperati."
"La mia famiglia."
Victor gli cerca gli occhi dietro le lenti biancastre, non trova nulla
- maschera fino alla fine dello spettacolo.
Il Pipistrello gli lascia andare la mano, arretra di qualche passo -
esce da quel
momento, dalla sua
vita.
"Ci vediamo in giro, Victor."
Fries si umetta le labbra, lascia ciondolare le braccia lungo i
fianchi.
La neve smette di cadere.
You make me wanna scream,
burn, touch, learn, every part of you.
"Erano per me?"
Bruce riemerge dalle coperte sotto alle quali si era raggomitolato,
apre un occhio.
È nuda Selina, e l'alba disegna il suo profilo nei colori
dell'oro e del sangue - una curva di pelle che fino a poche ore prima
aveva mormorato il suo nome, la sua storia.
Tra le mani stringe una confezione di cioccolatini (Venchi, Cubotto
Chocaviar Crème Cacao. I suoi preferiti.) un sorriso storto
a illuminarle il viso.
"Un regalo." replica Bruce, e Selina avvicina il viso alla scatola,
sedendosi poi al suo fianco.
"San Valentino è stato un mese fa." gli ricorda, ma intanto
ne strappa la carta azzurra e comincia a mangiarne uno, poi due e tre.
"Lo so."
"Dovrai fare qualcosa in più che regalarmi una scatola di
cioccolatini."
Quattro e cinque. Resta indecisa sul sesto, si stringe nella spalle e
ne mette in bocca un altro.
"Un viaggio in Giappone basterebbe?"
Selina sta finendo di masticare il settimo quando glielo chiede - si
porta l'indice sporco di cioccolata alle labbra e alza un sopracciglio.
"E per viaggio
intendi...?"
Bruce le sfiora la nuca con la punta delle dita e comincia a
raccontare.
#0
La porta della cella si apre con un
click secco - i pistoni nei cardini
laterali che sibilano nel silenzio asettico dei corridoi.
Una guardia alza lo sguardo (Joseph Richardson. Venticinque anni. Da
poco trasferito da Blackgate ad Arkham. Una delle nuove leve che
prenderà il posto di quelle vecchie. Un cerchio destinato a
non interrompersi mai.)
lo studia perplesso.
"Lei sarebbe..."
Non ha mai visto il Pipistrello, Joseph; ne ha sentito parlare molte
volte all'accademia, ma non ha mai potuto osservarlo da così
vicino.
Una leggenda. Un'ombra.
Il Cavaliere Oscuro in tutta la sua maestosa
tragedia.
"Batman."
li raggiunge la voce di Victor, metallica e distorta
dall'autoparlante del vetro di sicurezza.
Joseph sposta lo sguardo verso l'interno della stanza, teso.
Wayne inclina il mento nella sua direzione, nota il tremito
nell'anulare sinistro, la pupilla leggermente dilatata.
Ansia, paura. Un
ragazzino alle prese con i mostri sotto al
letto che ora camminano al suo fianco.
Victor si porta le braccia dietro la schiena, sorride.
"Buona fortuna."
Joseph esibisce un'espressione sorpresa, il Pipistrello risponde con un
brusco cenno del capo.
Le porte in acciaio e piombo rinforzato si chiudono placidamente,
sigillano nuovamente Victor Fries, detenuto numero 02345.
Quando Joseph si volta del Pipistrello non c'è
più traccia.
You wanna break, you
break alone.
You wanna leave, you're
on your own.
You wanna break, you
break alone.
You wanna leave, you're
on your own.
Un simbolo non muore mai.
Questo le aveva sempre detto Bruce: di questo erano convinti i suoi
figli - pettirossi costretti a essere aquile e falchi.
Le persone che credevano
in lui.
Non puoi uccidere un'idea, una ragione.
"Tim è
convinto che sia vivo." (1)
Selina si rigira tra le dita l'ultimo cioccolatino rimasto, aspetta.
"Per questo non posso
lasciare che accada; per questo devo andare in
Giappone."
Lo sente sciogliersi sotto i polpastrelli, diventare una poltiglia di
gianduia e cacao, un pugno che gronda
speranze e illusioni.
"Guardati: è
così dunque che finisce; con la tua
lunga e terribile ombra
da pipistrello che si espande su tutto il
mondo."
Qualcuno le sfiora una spalla, un odore conosciuto - che avrebbe
individuato tra mille.
"E con te al mio fianco."
"Bruce."
"Ci sentiamo romantici
oggi, Signor. Wayne? Forse tutte quelle lezioni
di buone maniere di Alfred sono servite a qualcosa, dopotutto."
Selina chiude gli occhi, sorride - schiaccia
ciò che rimane
del suo vecchio cuore, lo osserva rinascere ancora e ancora (sempre.)
Labbra esigenti sulla
pelle, tra le cosce: Bruce aveva riso alla sua
insicurezza travestita da sarcasmo - un gioco vecchio quanto loro due.
"Viaggi leggera." le dice, soppesando il piccolo bagaglio a mano che
tiene al fianco.
"Ho tutto quello che mi serve."
Bruce le porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio, ammorbidisce lo
sguardo.
Si era perso sulla sua
bocca, nel desiderio di una donna che l'aveva
sempre amato al di là di se stesso - sconfitto
nell'unica
battaglia che non poteva voleva vincere.
"Vogliamo andare?"
Selina libera un respiro che non si era accorta di aver trattenuto, gli
porge la mano.
"Certamente."
"Quando?"
"Tra una settimana, due
al massimo."
"Perché?"
Un sorriso a mezza
bocca; il mattino che scivolava nel rosso del
tramonto e infine in un crepuscolo lungo una vita intera.
"Perché certe
idee sono più forti della morte
stessa. Del destino a cui ho sempre creduto appartenessero."
Perché noi siamo
più forti della storia a cui
Gotham ci ha destinato condannato.
Bruce l'afferra senza alcuna esitazione.
"We accept the love we think we deserve."
- Stephen Chbosky -
Note dell'autrice: (1) la frase è citata nella precedente
fanfiction di San Valentino, ovvero "Kiss with a fist.", di cui questa
one-shot è il naturale seguito.
La canzone che fa da apertura ai paragrafi è "Shadow
Preachers", di Zella Day.
A chi interessasse, nel fandom di "Resident Evil" il mio primo lancio a
San Valentino, "The heart is a Devil".
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