Ok. Sì. Lo so. Perdonooooooooooooooooooooooooooooooo. So
davvero mooooooolto bene di essere in un ritardo tremendo ma tra tesina
per l'esame orale di terza e mancanza di ispirazione ecco dove si va a
finire.
Spero con tutto il cuore che voi vogliate essere clementi come sempre,
e che saprete aspettare fino ai primi di luglio, visto che da domani in
poi il tempo che passerò al computer sarà solo
per trascrivere gli argomenti della tesina e per fare qualche piccola
recensione.
Come vedrete ho cambiato stile di scrittura e spero di aver reso la
storia un po' più comica, anche se il capitolo non
è poi tanto lungo.
Ed ora vi lascio al capitolo. Buona lettura!
Eventi
casuali.
<<
Rivestiti, sei tutta nuda. >> Kagome divenne di un color
cremisi acceso, essendosi resa conto solo in quel momento che tutto il
suo corpo era stato in bella vista allo sguardo di Inu Yasha e lui
-furbescamente- non aveva accennato nulla a tal proposito.
Si
infilò alla ben e meglio la tunica di Inu Yasha(Vedere
episodio: Succede tutto nella notte dell’Utopia
NDKagome_Chan)e cominciò a correre ad una
velocità non sua verso il punto dove aveva visto dirigersi
l'hanyou.
Si
guardò intorno bisognosa di scorgere una chioma argentata,
ma di Inu Yasha nessuna traccia.
<<
Inu Yasha! >> Urlò con voce roca.
<<
Inu Yasha! >> Ripeté con fermezza.
<<
Inu Yasha! Inu Y... >> Si bloccò sul
pronunciare il nome dell'amato notando che la sua voce la stava
tradendo. Non doveva piangere in quel momento, doveva mantenere la voce
salda in modo che fosse più chiara.
Andò
avanti così per un po' di tempo, girando per il bosco. Alla
fine si ritrovò alle porte del villaggio Musashi.
<<
Inu Yasha! >> Chiamò il suo nome con una
dolcezza infinita, che non si sarebbe mai immaginata di possedere.
<<
Inu Yasha ti prego... >> Il suo tono si era affievolito
di molto ed adesso cominciava a perdere la speranza che la sentisse, a
pensare che fosse andato da Kikyo a consolarsi perchè non
aveva voluto udire la sua risposta, magari credendo che non ricambiasse
i suoi sentimenti.
Il
pensiero che fosse andato da lei le creò un groppo in gola
che fece fatica ad ingoiare, ma dichiarò comunque -al vento-
il suo amore.
<<
Inu Yasha dove sei? Inu Yasha anche io sono follemente innamorata di
te! Hai capito, stupido? ANCHE IO TI AMO! Onegai... Torna da me...
>> Le ultime parole erano state poco più di un
sussurro, che lei stessa aveva faticato a comprendere,
perchè erano parole dettate dal cuore.
Dopo
quest'ultimo, quanto meno disperato tentativo di richiamare
l’attenzione dell’hanyou, Kagome cadde in ginocchio
e lasciò che alcune lacrime le cadessero sulle guance
arrossate per le urla lanciate.
Si
appoggiò al manufatto shintoista -il torii- posto
all’ingresso del villaggio e lì, senza rendersene
conto, si addormentò.
$
Aprì
gli occhi di scatto, sperando vivamente che la persona che la stava...
Svegliando?
Lanciò
un sospiro molto più simile a un ringhio rendendosi conto
che la persona che l’ aveva risvegliata con una palpata di
sedere dall’incubo che di quei tempi le tormentava il sonno
non era altri che Miroku, il pervertito per eccellenza.
Urlò
disumanamente spaccando i timpani del povero monaco hentai che
indietreggiò spaventato, temendo che la divina Kagome
chiamasse il mezzodemone e che costui gli spezzasse le ossa ad una ad
una.
Nell’indietreggiare
però non si rese conto che dietro di lui c’erano
alcune pietre bastarde e -casualmente(Il
povero Miroku in questa fanfiction rischierà di fare una
brutta fine per tutti gli eventi casuali
che capiteranno NDKagome_Chan)- inciampò in una di esse e
fece un grosso ruzzolone dalla collina dove si trovavano -per sua
fortuna non c’erano altri sassi malefici.
Kagome
si alzò e si diresse a passo svelto verso il luogo dove il
malcapitato era finito per controllare che non avesse niente di rotto.
Constatando
che quelli che aveva Miroku erano solo taglietti superficiali con
un’alzata di spalle -e non curandosi minimamente del fatto
che egli fosse semi-svenuto con la faccia nel terreno- si
incamminò a passo spedito verso la capanna di Kaede,
maledicendo mentalmente il fatto che il suo risveglio fosse stato un
po' caotico.
Ripensò
al giorno precedente e lanciò una maledizione anche verso
Inu Yasha, che pareva non aver ascoltato minimamente le sue parole.
Persa
nei suoi pensieri vendicativi verso il mezzodemone non si accorse che
Sango l'aveva raggiunta ed adesso le stava chiedendo qualcosa.
<<
Scusami Sango, non stavo seguendo. >> Sango
sbuffò sonoramente e ricominciò a parlare.
<<
Mi stavo chiedendo dove fosse Miroku... E' da una mezz'oretta che non
lo vedo e credevo fosse venuto a cercare te ed Inu Yasha.
>> Kagome alzò le spalle ed indicò
con il pollice dietro di sé. Sango diede una sbirciata oltre
le spalle della ragazza e fece una faccia inorridita.
Miroku
si era rialzato traballante ed aveva notato che dove prima c'era la sua
faccia ora c'era un perfetto calco nel terreno della sua immagine, la
sua faccia difatti era ricoperta interamente di terriccio.
Sango
corse al fiume lì vicino, chiedendo a Kagome di aspettare
lì assieme a Miroku e di impedirgli di seguirla per vedere
la sua immagine riflessa, temendo che potesse avere uno shock.
Kagome
si girò distrattamente verso Miroku ed anche lei ne rimase
schifata, avendo notato ciò che Sango non aveva notato:
aveva una sbucciatura sul gomito e, come un adesivo, vi si era
attaccato un verme morto lungo dieci centimetri.
Strillò
inorridita, facendo volare via tutti gli uccellini appollaiati sugli
alberi vicini.
Il
suo urlo però fece accorrere colui che il giorno prima
l'aveva lasciata con un palmo di naso e che l'aveva fatta crollare a
terra stremata il giorno prima.
<<
Kagome! Cosa succede? >> Anche Inu Yasha però
fece fatica a fissare Miroku per più di tre secondi.
Distolse immediatamente lo sguardo dal ragazzo e si soffermò
su Kagome.
|