La calura estiva
non risparmia nessuno, eppure lei non ha alcuna intenzione di rinunciare al
piacere di bere la sua tazza di tè quotidiana, bollente e
rilassante.
Sarebbe come
tradire le sue origini anglo-giapponesi, quindi puntualmente, quando si
avvicinano le cinque del pomeriggio, qualunque cosa stia facendo, Asami la
abbandona per afferrare il pentolino personale, riempirlo della giusta misura
d’acqua e posizionarlo sul fornello a gas. Ne approfitta per cercare una pinza
per capelli e raccoglierli sopra le spalle, poi attende pazientemente e in
silenzio cinque minuti, e quando vede l’acqua in stato di ebollizione, scarta
uno dei filtri pregiati che conserva con cura dentro un barattolo trasparente e
lo ripone sopra il liquido incolore, mescolandolo grazie a un filo sottilissimo
che culmina con un quadratino di carta.
Quando constata
che il liquido contenuto nel pentolino ha assunto perfettamente il colore del tè
nero alla vaniglia, Asami toglie il filtro, lo butta via per poi affrettarsi a
riempire una tazza dal bordo leggermente ricurvo. Per finire, lei si appresta a
mettere un solo cucchiaino di zucchero e mescola in senso orario il liquido
marrone intenso con riflessi giallognoli spenti, che sa essere buonissimo, non
vede l’ora di sorseggiarlo mentre si accomoda sulla poltrona dai cuscini morbidi
e si gode un meritatissimo momento di relax, perché non permetterà al caldo
afoso di rovinarle assolutamente il tè delle cinque.
Appena può, si
sistema la spallina dell’abito prendisole leggero, tinto di blu elettrico, che
indossa, spallina che le è scivolata oltre la scapola
destra.
In realtà il Vanilla Tea non è l’unico tipo di tè che
adora, al collegio inglese in cui studiava la viziavano spesso con Earl Gray e pasticcini, e apprezza molto
anche il tè verde o il tè bianco, entrambi asiatici.
Adocchiando una
foto che la ritrae insieme a suo cugino Sora, Asami sospira scocciata e
ringrazia che lui sia uscito per conto suo, anche se immagina che fuori ci siano
più di quaranta gradi, perché all’ombra quaranta gradi si sentono
eccome.
In verità, anche
lui sta cercando un po’ di ristoro dal caldo esagerato seduto sotto un ampio
gazebo all’aperto, dopo aver ordinato un caffè al bar più
vicino.
Il ragazzo in
canotta grigia e bermuda di jeans, dai sudati e disordinati capelli castani e
dagli occhi ambrati, di un colore più scuro rispetto a quello della cugina
bionda, prende un sorso del suo caffè zuccherato dal bicchierino di plastica,
mentre osserva, a pochi metri dalla sua panchina, una coppietta che si gusta due
granite e intanto si racconta dettagli irrilevanti, almeno per lui che riesce a
captare solo alcune parole.
Il suo pensiero
è rivolto ad Asami, alla solitudine che l’avvolge costantemente, alla paura di
non essere abbastanza, alla fuga dalla realtà attraverso la lettura dei suoi
noiosissimi libri, ai suoi tormenti segreti e ai suoi incubi
notturni.
Ha sperato con
tutte le sue forze che l’idea di convincere la cugina a ritornare in Giappone, a
frequentare la stessa scuola superiore, ad affrontare le odiose bambine, ormai
cresciute, che la bullizzavano in passato, sarebbe servita a farla uscire dal
guscio in cui si era isolata, ignorando però che Asami avrebbe accusato la dolce
e brillante persona che gli stava accanto in quel periodo di essere una di
quelle.
Impossibile, si è detto più
volte Sora.
Shizuka, la sua
attuale ragazza, si è trasferita da poco più di tre anni in città, prima viveva
in un paesino di campagna con gli zii.
Shizuka è
spontanea, tranquilla e ha un sorriso amabile, tanto che gli viene naturale
tentare di imitarlo prima di sporgersi per darle un bacio sulla guancia rosea e
compiacerla con mille premure e attenzioni.
Impossibile, si ripete di
nuovo, alzandosi dalla panchina per buttare il bicchierino ormai vuoto, dove
sono rimaste alcune macchiette del liquido scuro.
Non gli è ancora
possibile stabilire chi stia mentendo e chi no, oppure se si tratta
semplicemente di un fraintendimento di Asami, spera tanto sia così, poiché Sora
è troppo buono per pensare di voltare le spalle all’una o all’altra senza un
vero motivo.
Ritiene giusto,
almeno per il momento, aspettare una svolta qualunque, una scossa significativa,
un segnale importante.
Poi,
sicuramente, lui prenderà la sua decisione definitiva.
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Iniziativa: Questa storia
partecipa al contest “Caffè o Tè?” a cura
di Fanwriter.it!
Numero
parole:
697
Prompt/Traccia: Estate 2: anche con quaranta gradi
all’ombra, A e B bevono i rispettivi tè e caffè.
Sembra che questo
contest mi abbia addirittura ispirata su un sequel del sequel di "Un'intera biblioteca da scoprire", un momento che è
ambientato ancora più in là, dato che qui i protagonisti hanno diciasette anni
xD
Manca solo che mi
decida a realizzare la luuunga parte mancante e sarà tutto più chiaro, lol. Comunque, spero di avervi
incuriosito ^^ ah, un'altra cosa: il nome Shizuka è provvisorio e non ho ancora
ben chiaro in mente il ruolo della fidanzata di Sora, in futuro potrei anche
cambiare la parte finale, ma per adesso prendetela così com'è, avvolta dal suo
mistero xD
Rina
Ecco a voi i due
volti, più o meno, che io immagino per Asami e Sora:
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