avernus e melissa 2
Quando l'attacco arriva i
Custodi sono stremati, eppure accolgono le truppe di Arland con
coraggio, determinazione ed il sollievo di chi è giunto alla fine di
un tragico viaggio.
Sophia combatte in prima
linea, la spada stretta fra le mani, un'imprecazione selvaggia
incastrata fra i denti: perché Arland non c'è.
E così l'ultima volta che
ha visto suo cugino – il suo non-re, la sua nemesi, il nemico che
odia più della corruzione – rimarrà l'ultima. Il suo
ultimo ricordo di lui sarà quel giorno, quando la sua crudeltà ha
raggiunto il culmine, quando la ribellione più che mai è parsa
necessaria. In cui la sete di giustizia ha spazzato via ogni scrupolo
pratico, ogni velleità di sopravvivenza.
Il giorno in cui Arland ha
decimato i Cousland, una delle più antiche e nobili famiglie del
Ferelden. In cui si è fatto beffa dei loro ideali e del loro
sacrificio. Ma cosa ne poteva capire, lui, di onore e di fedeltà?
Come poteva capire la sofferenza di un uomo leale, costretto a
tradire il proprio re oppure ad accettare d'essere asservito ad un
mostro?
Stringe più forte la spada,
prima d'infilarla fino all'elsa nel petto di un soldato.
Ogni minuto di quella
guerra si deve ad Arland.
Alle sue scelte, alla sua
crudeltà, alla sua paranoia.
Si volta indietro e grida,
perché la battaglia volge al peggio, ma farà in modo che la
tragedia dei Custodi si consumi fino in fondo, lasciando uno sfregio
inguardabile sulle bianche pagine della storia, un memento del
sanguinario regno di Arland e delle conseguenze della sua follia.
- Avernus, abbiamo
bisogno di te!-
Avernus inarca un
sopracciglio, lascia cadere il bastone e chiude gli occhi,
affidandosi ai glifi di protezione che ha evocato attorno a sé.
Il mondo sembra rallentare,
ogni suono si attutisce.
Il mago richiama a sé tutta
la propria concentrazione, mentre le litanie d'evocazione gli salgono
alle labbra come il ritornello di una vecchia filastrocca. Le ha
studiate fino ad incidersele nel cervello, eppure basta un singulto,
un errore, un respiro fuori posto. Basta la variabile più piccola e
l'unica speranza dei Custodi si trasformerà nella loro condanna.
Il primo demone si affaccia
dall'Oblio, la sua sagoma infuocata striscia fuori dal Velo con un
sibilo sinistro. Subito gli adepti lo convogliano contro il nemico ed
Avernus si concentra su un'altra evocazione.
Fra una formula e l'altra,
il mago intravede squarci del campo di battaglia.
Sophia
che si abbatte sui soldati nemici come una tempesta, l'armatura di
metallo scuro che manda bagliori sinistri alla luce delle torce.
Un altro demone ruggisce,
facendo il suo ingresso in un mondo che gli è stato precluso.
Il
Furetto Nero che mulina i suoi pugnali gemelli, il capo celato dal
cappuccio, in gola un canto feroce ma melodioso, che instilla
coraggio nei cuori dei suoi compagni.
Avernus vortica le braccia,
legando a sé un altro servitore. Stavolta è una creatura del
desiderio, sinuosa come un salice e letale come il veleno.
Lacuna
il Fortunato che gesticola verso gli altri adepti, mentre uno di loro
vacilla, spaventato dalla manifestazione d'un demone dell'ira.
Tutto sommato, stanno
facendo un ottimo lavoro. Ma servono più demoni, più magia, più
lyrium, più ardimento. Qualcuno direbbe più follia, ma ormai
la loro vita è appesa a un filo, non c'è più spazio per la
sicurezza. Persino Sophia sembra essersi rassegnata al peggio.
-
Ancora, Avernus! Ce ne servono ancora!-
Mentre riprende a
cantilenare, Avernus socchiude gli occhi.
Poco lontano da lui, Melissa
punta il bastone verso i nemici, liberando un catena di fulmini.
L'elettricità percorre la sala, attraversando i corpi dei soldati di
Arland, fino a svanire nell'aria. E' così potente, eppure esiste e
si spegne in un istante.
Un gemito strozzato richiama
la sua attenzione: alla base della scalinata giace riverso David il
Silente, le mani serrate sulla gola squarciata, il sangue che gli
ruscella fra le dita.
- Sappi che il tuo
sacrificio non verrà dimenticato e che un giorno ti raggiungeremo.-
sussurra, il ricordo della sua Unione che le rimbomba nel petto,
assieme ai battiti del suo cuore.
Avernus sta evocando un
altro demone. Quanti sono? Dieci? Venti? Trenta? Ormai Melissa ha
perso il conto, ma la stanza è piena di grida, di risate stridule,
di fiamme e fumo, di odio e di promesse di vendetta.
- Potrei far finire tutto,
lo sai?- mormora una voce, un respiro delicato nella conchiglia del
suo orecchio – potrei darti un finale felice, per una volta.-
Melissa solleva il bastone,
evocando una pioggia di fuoco sui soldati di Arland. Ormai quelli
sono i suoi ultimi incantesimi: è esausta, le sue riserve si sono
prosciugate ed anche rimanere in piedi sembra una fatica immane.
- Non ti piacerebbe
addormentarti fra le mie braccia e dormire? Vivere il resto della tua
vita in un bel sogno, in cui tutti i tuoi desideri si sono
realizzati?-
Una mano leggera si appoggia
sulla spalla della maga, mentre un'ombra violetta le si avvicina,
accarezzandole la schiena.
…
Ancora un ultimo
demone... ancora uno... l'ultimo...
Quando, alla fine, la sagoma
diviene concreta, Avernus realizza l'immensità del proprio errore.
Si rende conto un istante troppo tardi di non poterne controllare un
altro.
Lacuna il Fortunato è
caduto. E' stato così sciocco da abbassare il suo scudo magico, per
soccorrere un altro adepto, e un dardo nemico gli si è conficcato in
un occhio. Il Custode è crollato a terra, la sua agonia è inizia e
finita nel tempo d'un battito di ciglia.
Troppo tardi Avernus ha
realizzato di essere da solo, alla guida di tre adepti
disperati e di un incontrollabile esercito di demoni.
Un demone dell'ira ghermisce
uno degli adepti, spezzandogli le ossa come fossero quelle d'un
uccellino. Getta il suo corpo contro il muro e quello ricade, inerte.
In quell'attimo, in quella
morte quasi sconosciuta, Avernus si rende conto che è finita.
Un demone del desiderio sta
avviluppando Melissa nella sua tela di illusioni, un'altra creatura
dell'Oblio sta scivolando verso Sophia...
- Obbeditemi! Attaccate gli
uomini del re!- Avernus prova ad opporre la propria volontà a quello
delle creature, ma il tentativo gli frutta solo una risata colma di
scherno.
- Così tanta morte,
sofferenza e... oh sì, sangue!- attorniato da una
nube grigia, un demone lo fronteggia, un ghigno deliziato negli occhi
smorti – ormai il Velo è strappato... la tua anima è mia,
Avernus!-
Avernus ha dedicato tutta la
sua esistenza alla magia. Allo studio delle evocazioni, dei rituali,
degli incantesimi per resistere alle tentazioni dei demoni. Ha
fallito nel suo più grande compito – salvare la ribellione di
Sophia -, ma questo non significa che sia pronto ad abbandonare la
sua ricerca, a rinunciare a lasciare il suo segno nella storia.
Con la coda dell'occhio vede
Melissa cadere in ginocchio, mentre il demone del desiderio torreggia
su di lei, accarezzandola sulla testa come si accarezza un cucciolo.
- Accoliti...-
ordina, e mai la sua voce gli è parsa più fragile e incrinata –
ritiratevi! La battaglia è perduta!-
- Avernus!- lo chiama
Sophia, voltandosi verso di lui con gli occhi pieni di sdegno e di
sorpresa – Avernus!-
Ma ormai, per lui, non c'è
motivo di continuare a lottare. La codardia di un attimo in cambio
della possibilità di completare la sua ricerca.
Scappa nella torre e coloro
che scappano con lui ancora non lo sanno, ma saranno le sue cavie.
-
Derek! Derek, vieni, è ora di cena!-
Il
bambino si gira, sorridendo. Ha i capelli arruffati e le guance rosse
per lo sforzo, ma i suoi occhi brillano come le stelle nel cielo
notturno.
Dietro
di lui, c'è un uomo. Non indossa l'uniforme dei Custodi Grigi, ma
una lunga veste blu, bordata di grigio. E' inginocchiato alle spalle
del bambino, le mani sulle sue, a guidarlo in qualche gioco noto solo
a loro
-
Ancora un attimo, mamma!- la implora Derek
-
Concedici un istante, mia adorata.- anche l'uomo sorride e lei si
sente invadere dal calore del suo amore, che per tanto tempo ha
nascosto sotto la semplice lussuria.
-
Papà mi sta insegnando a fare le palle di fuoco!-
Incrocia
le braccia sul petto, mentre suo figlio ride, guardandola con gli
occhi di chi ha combinato una marachella, ma sa che la passerà
liscia.
-
Avernus, ti sembrano cose da insegnargli?!-
Avernus
si alza, arruffa i capelli del loro bambino, poi la raggiunge sulla
soglia di casa. La prende fra le braccia, baciandola sulla bocca:- mi
farò perdonare, amore mio.-
Mentre il suo corpo mortale
si consuma, Melissa la Criminale Magica sorride.
---
La Coda
Ed eccovi la parte seconda!
Il prossimo capitolo sarà
l'ultimo, perché questa storia non nasceva per essere una long –
anche se l'argomento ne meriterebbe una – e quindi andare avanti
non avrebbe senso, ma non prometto che non tornerò più
sull'argomento XD
Intanto spero che la
descrizione della battaglia (coff coff... pasticcio demoniaco... coff
coff) non vi abbia fatto piangere dalla noia!
Un bacio e grazie a chi è
giunto fin qui!
--- La Coda semiseria
1.Anche Lacuna il Fortunato
viene da quel famoso elenco.
2. La frase che mormora
Melissa dopo la morte di David il Silente è la (brutta) versione
italiana della frase che accompagna l'Unione. Così, perché mi piace
sentirmi capitan Ovvio.
A presto!
–-
La Matta
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