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Ed eccoci con la prima delle OS.
Buona lettura ;)
- Darius e Cassiopea Black -
15 luglio 2007, San Mungo
"Scusi signore, ma questo reparto dell'ospedale è riservato."
Alphard, sentendo quelle parole ma
soprattutto vedendo chi le aveva pronunciate, ossia un uomo parecchio
grosso che brandiva una bacchetta, si bloccò immediatamente.
"Ehm... cercavo la stanza dove è ricoverata Cassiopea Black." Disse alla fine, titubante.
Aveva saputo che la ragazza aveva partorito, ma non aveva idea di cosa ciò avrebbe potuto significare, per lui.
Sarebbe dovuto andare a trovarla?
"In tal caso è invitato a girare alla larga." Replicò l'uomo, invitandolo con un gesto della mano ad andarsene.
"Ma veramente io..." Provò ad insistere il ragazzo, prima che una voce interrompesse entrambi.
"Alphard?"
Da un corridoio laterale, era appena comparso Nihal.
"Cosa ci fai qui?" Domandò sorpreso l'uomo, avanzando verso di lui.
"Ho letto sul giornale che Cassiopea ha partorito e..."
"I giornalisti non riescono proprio a stare buoni neanche una mezza
giornata." Replicò Nihal scuotendo la testa esasperato. "Vieni
con me dai."
Poco dopo, Alphard si ritrovò in una stanza parecchio affollata, piena di persone che non conosceva.
E in reazione al suo sentirsi completamente fuori posto, il ragazzo
fece un passo indietro, cercando di appiattirsi contro il muro, nella
vana speranza di confondersi con la parete.
Senza successo ovviamente.
"Alphard?" Domandò Cassiopea incerta, dopo averlo osservato per
qualche secondo confusa, attirando così gli sguardi di tutti i
presenti nella stanza su di lui.
"Oh porco Salazar!" Esclamò Elizabeth sbarrando gli occhi dopo essersi girata e averlo visto.
"Oh porca Morgana! Cassy...
sei sicura che dando quel nome al bambino tu non abbia attirato qui
anche il fantasma di tuo nonno? No, perchè non è giusto!
Io invecchio e lui ritorna indietro ventenne! Non è valido!"
Ridacchiando appena per la reazione dei suoi prozii - in modo
particolare per quella di Altair, che vedendo Alphard avevano notato la
sua strabiliante somiglianza con Antares da giovane - Cassiopea si
grattò la testa, leggermente in imbarazzo. "In effetti, mi sono
scordata di dirvelo con tutto il trambusto che c'è stato... zii,
lui è..." Dopo aver sospirato e aspettato per qualche secondo,
la Corvonero decise di pronunciare quelle fatidiche parole "Lui è Alphard Carter: mio fratello."
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20 luglio 2007, Villa Abbott - Black
"Darius, ti avevamo già detto che non importava!
Perchè hai voluto farlo comunque?" Domandò
Altair, dopo aver gettato una breve occhiata al documento che il russo
gli aveva appena portato.
"Perchè è giusto così." Rispose il ragazzo
scrollando le spalle "Non mi serviva il tuo cognome per avere una
eredità, quindi è giusto che io abbia firmato i
fogli per la rinuncia al vostro patrimonio."
"E Cassy ha firmato a sua volta per rinunciare alla parte che le
spetterebbe come nostra figlioccia..." Commentò l'uomo roteando
gli occhi "Di questo passo diventerete dei poveri squattrinati."
"Con il patrimonio che mia moglie ha ereditato da Antares, il suo
stipendio e il mio ne dubito." Fu la replica divertita di Darius.
"Almeno il regalo di Natale e del compleanno possiamo farvelo, oppure a
me e Lizzie servirà un permesso speciale da parte di Kingsley
anche per quello?" Domandò a quel punto l'ex Auror ironicamente "Incredibile!
Sette anni fa avevamo la fila dei giovani che volevano partecipare ad
una gara e adesso non si fanno pagare neanche un panino!" Borbottò a mezza voce ironico.
"Beh, se proprio insisti... tra circa un mese c'è il compleanno di Cassiopea." Gli ricordò a quel punto Darius. "Se volete organizzare qualcosa voi, per me non c'è problema... ti chiedo solo un favore: fa in modo che non sia un'altra festa!"
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maggio 2008, Villa Black
"Mamma! Mamma! Mamma! Avanti Ares,
è facile! Prova a dire mamma! Mam-ma!" Continuava a ripetere
Cassiopea, formulando il sostantivo più e più volte,
nella speranza che il suo secondogenito lo pronunciasse a sua volta.
Speranza vana.
Antares continuava a guardarla con i suoi occhioni grigi sgranati e a
muovere le labbra, senza però far uscire dalla bocca il minimo
suono.
"Ancora niente, mamma?" Domandò a quel punto Lyra, sporgendosi
dal tavolo per scrutare attentamente il fratellino, che le rivolse in
risposta un sorriso allegro.
"Purtroppo no, tesoro." Sospirò la donna, allontanandosi temporaneamente dal seggiolone per dare un bacio sulla nuca alla figlia "Ma succederà prima o poi."
"Ma anche io ci ho messo così tanto per chiamarti mamma?" Chiese
la bambina occhieggiando verso Antares, che nel frattempo si era
sfilato il ciuccio dalla bocca per iniziare a mordicchiarne il manico.
"No, tu mi hai chiamato così la prima volta che avevi appena 8
mesi." Fu la risposta orgogliosa di Cassiopea. "Sei stata davvero
bravissima!"
"E perchè lui non fa uguale?" Domandò curiosa Lyra.
"Perchè ognuno ha i suoi tempi." Fu la risposta della madre, che
si preparò mentalmente a tutti i 'perchè' della figlia
che sarebbero arrivati di lì a breve.
"Perchè?"
Infatti.
"Perchè ogni bambino è diverso dall'altro tesoro."
"Sì ma perchè?"
"Ti sembra che tu e tuo cugino Perseus siate uguali? Eppure avete la stessa età!"
"Sì ma lui è un maschio!" Protestò a quel punto Lyra.
"Anche Antares." Le fece notare sua madre.
"Quindi i maschi ci mettono di più?"
"Qualcosa del genere." Rispose sua madre, cercando di soffocare una risata.
"E perchè?"
Roteando gli occhi, Cassiopea si apprestò a rispondere a
quell'ennesima domanda, ma venne interrotta dallo sguardo della figlia,
che si era illuminato di colpo guardando qualcosa alle sue spalle e che
l'aveva convinta a scendere dalla sedia per precipitarsi nel corridoio.
"Papà!"
Sorridendo a sua volta, la donna si alzò per raggiungere il
marito, che si stava dirigendo verso la cucina con la primogenita in
braccio.
Ma venne fermata da una voce maschile.
"Pa-pà!"
Incredula, si voltò verso suo figlio, che dopo aver pronunciato
la sua prima parola di senso compiuto era scoppiato a ridere.
Poi lo fulminò con un'occhiataccia.
"Figlio ingrato! La prossima volta che vuoi essere allattato chiedi al tuo papà anzichè a me! Poi vediamo chi sarà dei due a ridere."
Per tutta risposta, Antares continuò a ridacchiare.
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settembre 2011, San Mungo
"Mamma dove siamo?"
"Mamma perchè corri?"
"Mamma dove ci stai portando?"
"Mamma non riesco a starti dietro! Puoi rallentare per favore?"
Erano infinite le domande che i suoi figli le stavano rivolgendo in quel momento, ma Cassiopea le sentiva a malapena.
Continuava semplicemente a correre per i corridoi dell'ospedale,
trascinandoseli praticamente dietro di peso entrambi, attaccati
rispettivamente uno alla mano destra e l'altro alla sinistra, mentre si
sentiva il cuore in gola per la paura.
"Darius... Darius Black... dov'è ricoverato?" Domandò
alla prima infermiera che le capitò a tiro, lasciando
temporaneamente la mano a Lyra per afferrare la donna al volo.
"Mi dispiace signora, queste informazioni possiamo fornirle solo ai pare..."
"E SECONDO LEI CHIEDO NOTIZIE DI GENTE A CASO? MI DICA SUBITO DOV'E' MIO MARITO!"
"Terzo piano, stanza 411."
Pigolò immediatamente la donna con un filo di voce, alquanto
spaventata, indicandole con l'indice la direzione giusta da prendere.
Senza neanche perdere tempo a ringraziare, Cassiopea riacciuffò
Lyra - che aveva assistito allo scambio di battute con gli occhi
sgranati - e poi ricominciò la sua marcia.
Pochi minuti dopo, la donna aveva quasi raggiunto la porta prevista, quando una voce maschile a lei ben nota la fece bloccare.
"Cassy!"
Riconoscendo nel suo interlocutore Aaron Morgan, la Black si
girò su se stessa, lasciando finalmente la mano ad entrambi i
figli.
"Aaron... dimmi solo che è vivo." Lo pregò.
"Quando siamo arrivati qui non sembrava essere messo così male,
ma non mi hanno voluto dire niente perchè non sono un parente."
La informò lui.
"Lei è la signora Black?" Domandò poco dopo una guaritrice, comparsa da un corridoio laterale.
"Sì, sono io." Confermò Cassiopea scattando in piedi
immediatamente, mentre le mani le tremavano per la paura e per l'ansia.
"Suo marito è arrivato qui con due costole rotte e una
incrinata e sia il braccio che la gamba sinistra completamente fuori
uso. Le costole gliele abbiamo sistemate subito, per la gamba e il
braccio ci metteremo un po' di più." Le spiegò la donna
"Ma in generale è cosciente e sta bene." La informò,
rivolgendole un sorriso incoraggiante. "Tra due minuti lo porteranno in
stanza e a quel punto potrà vederlo."
"Grazie a Merlino!"
Cinque minuti dopo, Darius stava accarezzando la testa della moglie -
che era scoppiata a piangere non appena l'aveva visto, ancorandosi con
le braccia al suo collo - con il braccio sano.
"Sto bene Cassy, tranquilla."
Continuava a ripeterle, in un vano tentativo di calmarla. "Qualche
settimana di pausa e sarò come nuovo. Adesso mi hai anche visto
con i tuoi occhi, no? Sto bene."
"E sarà anche meglio che tu stia bene!" Protestò lei in
tono isterico "Perchè se provi a lasciarmi da sola con tre figli
da gestire, altro che Mangiamorte! Giuro che la faccio io la strage!"
Per qualche secondo il silenzio calò nella stanza, mentre Darius
continuava ad accarezzare meccanicamente i capelli della moglie.
Poi la consapevolezza di ciò che Cassiopea aveva effettivamente appena detto lo investì come un treno.
"Mi hanno dato troppo anestetico per caso? Perchè ho appena sentito il numero 'tre'." Commentò sbarrando gli occhi.
"Non ti azzardare a dare la colpa all'anestetico e assumiti le tue responsabilità, uomo! Hai sentito benissimo: sono incinta."
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Lyra Meissa Black, 10 anni Antares Altair Black, 6 anni
Asterion Elnath Black, 10 mesi
febbraio 2013, Villa Black
"Beato te che dormi."
Sussurrò Cassiopea in direzione di Asterion, che si era appena
addormentato come un sasso tra le sue braccia subito dopo essere stato
allattato. "Io non ci riesco."
Aveva già iniziato a svezzarlo, tuttavia, in alcune occasioni, continuava a nutrirlo lei.
Come in quella sera, dove averlo tra le braccia serviva probabilmente
più a lei che a lui: Darius, come già successo tante
altre volte, era stato assegnato al turno notturno. E lei proprio non
ci riusciva, a dormire tranquilla.
Già non ci riusciva prima, figurarsi in quel momento, dopo neanche due anni passati dall'incidente.
E se poi ci si metteva anche il temporale...
"Mamma? Tutto bene?"
Domandò una voce delicata, facendole così alzare lo
sguardo in direzione della porta, dove la ragazzina - avvolta in una
camicia da notte - la guardava stropicciandosi gli occhi.
"Lyra, non dovresti essere a letto?" Fu la replica di Cassiopea.
"Avevo sete, così mi sono alzata per prendere un bicchiere d'acqua e ho visto la luce accesa." Rispose sua figlia.
"E sei sicura di essere passata di qua solo per puro caso?" Domandò la donna, rivolgendole un'occhiata scettica.
"Volevo darti la buonanotte."
"Sì, certo e io mi chiamo Bianca Giovanna." Replicò sua
madre "Dai, vieni qui." Concluse battendo la mano sul materasso, nel
posto vuoto accanto a lei.
"Guarda che non ero venuta qui per questo!" Protestò debolmente
sua figlia. Anche se non perse tempo ad attraversare la camera da letto
dei genitori e a rintanarsi nelle coperte al fianco della madre, appena
un tuono più forte ruppe il silenzio della stanza.
"Ti da fastidio se lascio la luce dell'abat-jour accesa, tesoro?"
"No, fai pure mamma. Tanto lo so che lo fai per papà."
Lyra stava quasi per addormentarsi, coccolata dalle carezze della
madre, quando un'altra voce la strappò dal suo viaggio verso il
mondo onirico.
"Mamma? Lyra non è nel suo letto!"
"Lo so Ares. Infatti è qui con me." Rispose Cassiopea, indicando
al suo secondogenito la figlia, che continuò a tenere gli occhi
chiusi. "Vuoi venire anche tu?"
A differenza della sorella, Antares neanche finse di protestare. In tre
secondi raggiunse il letto, andando ad accoccolarsi di fianco a sua
madre, dalla parte opposta rispetto a Lyra.
E fu così che li trovò Darius, quando rincasò verso le quattro del mattino.
I suoi tre figli che dormivano della grossa - nella posizione che
Cassiopea definiva scherzosamente "l'ammucchiata" - e la moglie, ancora
con l'abat-jour accesa, intenta a leggere un libro.
Intenta ad aspettarlo.
"Scusi lei, stavo cercando il mio posto nel letto... ma credo di aver
sbagliato direzione." Commentò scherzosamente, avvicinandosi
alla moglie con passo felpato.
"Non dirlo a me..." Replicò lei "Fino a qualche anno fa avevo a
disposizione un letto enorme e completamente vuoto, invece adesso devo
stare attenta a calci e gomitate... Comunque sono sicura che se ci
stringiamo un po' ci stiamo tutti." Concluse mettendosi su un fianco,
permettendo così al marito di sdraiarsi accanto a lei, anche se
in uno spazio decisamente ridotto.
"Però non ci torneresti mai vero?" Domandò Darius, dopo che Cassiopea gli si era accoccolata tra le braccia.
"Dove?"
"In quel letto grande e vuoto."
"Assolutamente no."
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Electra Black, 10 anni Perseus Black, 12 anni, Grifondoro
(figli di Nihal e Gillian Black)
1 settembre 2015, King's Cross, Binario 9 e 3/4
"Mamma perchè non posso
andare anch'io con Perseus e Lyra?" Domandò Antares per
l'ennesima volta, attaccandosi alla gamba di Cassiopea e iniziando a
tirarle la tunica.
"Perchè non hai ancora l'età giusta." Ripetè la donna roteando gli occhi.
"Sì infatti mamma, perchè?" Gli dette man forte Electra, facendo la stessa cosa con Gillian.
"Per lo stesso identico motivo." Rispose lei sbuffando.
"Ma io sono più grande di Ares!" Protestò la bambina.
"Sì, ma non lo sei ancora abbastanza." Provò a chiudere la questione Gillian.
"E tra quanto lo sarò?" Domandò invece Electra.
"Stringi i denti, che ti manca soltanto un anno." Si affrettò a rispondere Nihal, chinandosi per prenderla in braccio.
"Allora anche io l'anno prossimo?" Domandò a quel punto Antares,
che non si era perso neanche un secondo di quella conversazione.
"No, tu tra tre." Intervenne Darius, capendo con un'occhiata che
un'altra domanda sulla questione 'treno per Hogwarts' sarebbe stata
fatale per la moglie.
"Ma sono troppi! Perchè Electra l'anno prossimo e io invece tra
così tanto?" Protestò il bambino, mentre Cassiopea,
ignorandolo completamente, si chinava per abbracciare la figlia
più grande.
"Perchè sei nato dopo." Fu la risposta del padre.
"E perchè?" Domandò a quel punto Antares, mentre sia Cassiopea che Darius alzavano gli occhi al cielo.
"Non mi saluti Ares?" Domandò Lyra, avanzando verso il fratello
con le braccia spalancate per abbracciarlo, mentre Perseus, dietro di
loro, stava facendo la stessa cosa con Electra.
"No!" Rispose lui arrabbiato, incrociando le braccia al petto con aria sostenuta.
"E perchè?"
"Perchè tu parti e io no! Non è giusto!" Protestò Antares mettendo su il broncio.
"Credimi Ares... se potessi manderei te ad Hogwarts e terrei Lyra a
casa." Fu il commento ironico di sua madre "Almeno avrei nove mesi di
pace."
"Allora facciamo cambio?" Domandò speranzoso il bambino, girandosi verso di lei.
"Ho detto che lo farei volentieri, non che posso davvero farlo."
Rispose Cassiopea. "Avanti, abbraccia tua sorella! Approfittane adesso,
fin che puoi!"
"Ares..." Lo richiamò Lyra "Sei proprio sicuro di voler andare
ad Hogwarts al mio posto?" Domandò a quel punto, colpita da
un'idea improvvisa.
"Certo!" Rispose subito il bambino, sicuro di sè.
"Ma lo sai che Hogwarts è un posto per i ragazzini grandi vero?"
Continuò sua sorella, mentre i suoi genitori e i suoi zii - e
anche Electra - iniziarono a seguire la conversazione, sempre
più interessati.
"Ma io sono grande!" Fu la replica scontata.
"Davvero? Perchè in tal caso dobbiamo avvisare Babbo Natale di
non portarti più i regali." Lo informò lei "Lui, ai
grandi, non li porta."
Davanti a quella scioccante rivelazione, Antares spalancò la
bocca sconvolto, incapace di formulare una protesta coerente, mentre
gli adulti ridevano in silenzio, cercando di non farsi notare, e Lyra
strizzava l'occhio in direzione dei genitori.
"Bella trovata. E' proprio tua figlia." Sussurrò Darius
all'orecchio della moglie "Devo solo capire come mai è finita in
Tassorosso."
"Perchè, zia Lizzie e Cecilia ti sembrano per caso delle sprovvedute?"
"Mamma, papà, potete fare in modo che Hogwarts non mi spedisca mai la lettera?"
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Vacanze di Pasqua 2018, Villa Black
"Fate entrambi un passo indietro, giro e... casquè!" Spiegò Nihal, controllando man mano che il figlio e la nipote eseguissero le sue istruzioni "Lyra stai morbida!" Le suggerì "Ti devi fidare del tuo cavaliere! E tu, Perseus, mantieni la presa salda!" Si raccomandò.
"Perchè stanno facendo delle prove di ballo?" Domandò
Darius, giunto in quel momento nel salone - privato
temporaneamente di tutto il mobilio tranne il divano - accomodandosi
accanto alla moglie.
"Il 2 maggio ad Hogwarts si terrà il Ballo della Memoria, per il
ventennale della Battaglia della Seconda Guerra Magica." Lo
informò Cassiopea, staccando lo sguardo da figlia e nipote che
continuavano ad esercitarsi "Così Nihal si è offerto di
ripassare con loro un po' di passi."
"Perchè non mi hai detto niente?" Domandò a quel punto lui, inarcando leggermente un sopracciglio.
"Perchè ultimamente fai sempre i turni di notte e io lavoro di
giorno: in pratica quando tu vai a dormire, io mi alzo... non mi
sembrava il caso di svegliarti per parlarti di un ballo." Rispose lei,
con tono vagamente inacidito.
Sospirando, l'uomo le pose un braccio sulle spalle, attirandola al suo
petto. "Lo sai anche tu che, se da un lato c'è il Ballo della
Memoria, dall'altro ci sono dei mitomani in giro che ricordano
Voldemort a loro modo. Stiamo impazzendo in questo periodo al
Dipartimento."
"E io sto impazzendo a casa ad aspettarti con il cuore in gola... e non
c'è neanche più Antares a tenermi impegnata tutto il
giorno." Replicò Cassy accoccolandosi su di lui "Quindi ogni
tanto ricorda ad Aaron che hai una moglie e tre figli."
Proprio in quel momento, quasi come se avesse sentito che stavano
parlando di lui, Antares fece il suo ingresso nella 'sala da ballo'
insieme ad Asterion. Ma al contrario del fratellino di 6 anni, che si
mise immediatamente a saltellare allegramente sentendo la
musica, il Serpeverde guardò la sorella e il cugino con gli
occhi sgranati.
"Ma che cavolo...?" Domandò al nulla, prima di intercettare con
lo sguardo i genitori, decidendo di dirigersi immediatamente verso di
loro. "Cosa stanno facendo?" Domandò sconvolto, quasi come se li
avesse appena beccati a fare chissà che cosa.
"Si muovono a tempo di musica su dei passi prestabiliti: è ovvio
che si stanno preparando per andare a cercare i funghi in montagna." Fu
la risposta ironica di Cassiopea.
"Ho capito che stanno ballando." Commentò suo figlio sbuffando
"Mi chiedo soltanto perchè lo stiano facendo anche Perseus e lo
zio Nihal!"
"Guarda che tanto, dopo, tocca a te ed Electra." Lo informò la madre "Sarei venuta a chiamarti tra dieci minuti."
"Io non ballo!" Si oppose però immediatamente Antares "E' una cosa da donne!"
Sentendo la risposta del figlio, Darius iniziò a spronfondare
nel divano, mentre sua moglie si staccava di scatto dal suo petto.
"Ah, davvero?" Domandò infatti interessata "E chi l'avrebbe stabilito, sentiamo?"
"Non lo so, ma è così." Rispose il ragazzino facendo spallucce.
"E c'è qualcos'altro che dovrebbero fare soltanto le donne,
sempre secondo la tua modesta opinione?" Gli chiese Cassiopea, con una
vaga nota di avvertimento nella voce, mentre Darius, alle sue spalle,
cercava di fare segno al figlio di tacere. "Fermo tu!" Lo bloccò
però la moglie "I suggerimenti non sono validi."
"Cucinare?" Replicò Antares, non riuscendo ancora a nasare il pericolo.
Addio figlio mio! E' stato bello farti da padre per 11 anni. Pensò Darius, aspettando da un momento all'altro l'esplosione della moglie.
"Molto bene." Replicò invece Cassiopea, apparentemente
tranquilla, appellando un giornale e mettendosi a leggerlo. "In tal
caso non ti dispiacerà se la torta di compleanno quest'anno te
la faccio io, anzichè tuo zio Nihal."
Davanti a quella prospettiva - era noto che sua madre non sapesse
preparare neanche un the - Antares impallidì di botto. "Hai
detto che devo fare coppia con Electra giusto? Vado a cercarla
subito! Per il 2 maggio devo mettermi anche lo smoking e la cravatta come papà?"
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Lyra Meissa Black, 18 anni, ex Tassorosso
agosto 2021, Villa Black
"Tesoro tutto bene?" Domandò
Cassiopea, vedendo sua figlia seduta da sola in un angolo del cortile
sospirare all'aria con aria malinconica.
"Sì certo." Replicò lei appoggiandole la testa sulla spalla, non appena questa le si sedette accanto.
"E allora perchè te ne stai qui, in un angolo e da sola, quando
l'unica cosa che dovresti fare è goderti l'estate?"
Domandò la donna, cingendole le spalle con il braccio "Hai
appena terminato i MAGO e festeggiato i 18 anni! Sei preoccupata per
qualche risultato? Oppure hai litigato con Max?" Domandò
riferendosi a Maximillian Nott, con il quale sua figlia si frequentava
ormai da due anni.
"Ci siamo lasciati." La informò Lyra "O meglio, io ho lasciato lui."
"Come mai?" Domandò Cassy, cercando di mantenere un tono di voce
neutrale, come ogni volta in cui i figli le parlavano di eventuali
fidanzati.
"Perchè credo che ormai stia più con me per ciò
che rappresento - una Black purosangue e tutto il resto - che non per
ciò che davvero sono. Insomma, mi sembra che ormai, per la
nostra relazione, siano più contenti i suoi genitori di lui!" Fu
la risposta della figlia "E poi anche perchè... mi piace un altro..." L'ultima parte la disse in un sussurro, prima di arrossire violentemente e abbassare lo sguardo.
"E questo altro non ricambia?" Domandò Cassiopea dopo un po',
capendo che sua figlia non avrebbe aggiunto niente di più.
"Io... forse... cioè... non lo so..." Rispose Lyra sempre
più a disagio, diventando di un'interessante sfumatura cremisi.
"Il fatto è che... anche se ricambiasse... non si farebbe mai
comunque avanti... perchè lui è più..."
La ragazza aggiunse borbottando qualcos'altro, ma lo fece talmente
piano che neanche la donna, nonostante si trovasse a solo pochi
centimetri di distanza, riuscì a capirci qualcosa.
"Lyra, respira." La rassicurò sua madre "Se non me lo vuoi dire non è un problema, ognuno ha i suoi segreti e i suoi tempi."
"Ma io voglio dirtelo!" Replicò la ragazza.
"Allora tiro ad indovinare?"
Propose Cassiopea. "Ok..." Aggiunse dopo aver visto sua figlia annuire
"Data la tua reazione, direi che non è nè purosangue
nè ricco di famiglia come siamo noi. E anche che probabilmente
è qualcuno che conosco... non è che per caso ti piace Diego?"
Non servì la sfumatura violacea che raggiunse il volto della figlia, per capire di averci azzeccato.
Le bastò il fracasso alle sue spalle di pezzi di legno caduti a
terra, segno che il citato ragazzo aveva appena ascoltato tutto: Diego,
nonostante studiasse ormai da due anni come spezzaincantesimi, quando
tornava a casa dava sempre una mano a sua madre, soprattutto con i
lavori domestici più pesanti, che la donna non aveva mai
voluto abbandonare.
"Oh cazzo!" Esclamò Lyra voltandosi di scatto.
"Hai davvero lasciato Maximillian Nott?"
"Beh, direi che è il caso che parliate un po' da soli. Io vado a leggermi un libro." Commentò Cassiopea prima di dileguarsi.
Naturalmente, non aveva bisogno di specificare che aveva già
intuito tutto da due mesi - ovvero da quando Diego era tornato
dall'Accademia Turca per la pausa estiva e Lyra da Hogwarts - e
che aveva solo aspettato l'occasione giusta per far sfogare la figlia.
Che il figlio di Catalina morisse dietro alla sua da anni poi, non era
di certo un segreto, visto che l'aveva capito anche Darius.
E infine, a dirla tutta, a lei Maximillian Nott non era mai piaciuto
più di tanto, anche se aveva sempre taciuto per amore della
figlia.
Lei la sua parte l'aveva fatta.
Da quel momento in poi toccava a loro.
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Vacanze di Natale (fine dicembre 2021), Villa Black
"Dimmi che non ho visto quello che ho appena visto."
Esordì Darius entrando in camera da letto e trovando la porta
della cabina armadio della moglie spalancata.
"Ok: non hai visto quello che hai appena visto." Obbedì Cassiopea, lanciando fuori dall'armadio una maglia.
"Cassy... sono serio!" Protestò l'uomo.
"Ti lamenti sempre che faccio quello che mi pare e che non ti ascolto
mai... e una volta che lo faccio non va bene lo stesso?" Domandò
sua moglie ironica.
"Cassy!" Protestò di nuovo lui.
"Ok, ok." Rispose a quel punto lei, sbucando dall'armadio con una pila di vestiti in mano "Cos'hai visto?"
"Lyra e Diego... erano sotto al vischio... e si stavano baciando!" Esclamò Darius, ancora sconvolto.
"Penso sia normale visto che si frequentano da fine estate." Lo
informò la donna, continuando a trafficare con gli abiti "Non ci credo! Ecco dov'era finita questa maglia! L'avevo persa di vista 5 anni fa!"
"CHE COSA?" Strabuzzò gli occhi l'Auror.
"Sì, è sconvolgente: 5 anni sono davvero tanti! Ha
ragione Cecilia che ha ribattezzato il mio armadio 'buco nero'."
"Non stavo parlando della tua maglia!" Protestò suo marito "Stavo parlando di nostra figlia! In che senso si frequentano da fine estate? Diego è tornato in Turchia a settembre!"
"Si sono dichiarati ad agosto e hanno iniziato a frequentarsi, ma visto
che lui doveva ripartire e lei iniziava il tirocinio si sono scambiati
per lo più delle lettere." Lo informò la moglie, mentre
piazzava davanti a lei due vestiti a mezz'aria con un colpo di
bacchetta "Quindi il primo appuntamento ufficiale ce l'hanno stasera. Tu quale preferisci tra questi due?"
"Vestiti che usciamo." Le ordinò a quel punto Darius, ignorando completamente la sua domanda.
"Come scusa?" Domandò la bruna, inarcando un sopracciglio.
"Mi pare ovvio che se hanno un appuntamento li dobbiamo seguire!"
"Oh per l'amor di Morgana! Non seguirò mia figlia al suo primo
appuntamento solo per farti stare più tranquillo!" Si oppose
Cassiopea, fulminandolo con un'occhiataccia. "Ha diciott'anni ed
è perfettamente in grado di gestirsi da sola! E poi Diego lo
conosciamo benissimo!"
"Per seguire Maximillian Nott non hai fatto tutte queste storie!" Le ricordò l'Auror.
"Perchè non mi piaceva e perchè Lyra era ancora
minorenne." Ribattè la Corvonero, sparendo nuovamente dentro
alla cabina armadio "Diego l'abbiamo cresciuto praticamente noi,
insieme a Cata... e tu e Nihal siete state le sue figure paterne di
riferimento. Non ho il minimo dubbio su di lui."
"Beh, io sì!"
"Allora fattelo passare!"
"Ti devo ricordare cosa abbiamo fatto noi, alla loro età?"
"Fidati! Me lo ricordo benissimo!" Fu la replica divertita "Ok, mi hai
convinto." Si arrese a quel punto Cassiopea. "Andiamo allora, prima che
si allontanino troppo." Affermò uscendo nuovamente dall'armadio.
E rendendosi così nuovamente visibile al marito.
Che si ritrovò a deglutire a vuoto un paio di volte.
"E tu vorresti uscire vestita in quel modo?" Domandò Darius con
un filo di voce, facendo scorrere lo sguardo sul corpo della moglie su
e giù diverse volte.
"Perchè, c'è qualcosa che non va?" Chiese Cassiopea con tono innocente.
Per qualche secondo, l'uomo restò immobile, in preda ad una
profonda lotta con se stesso. Poi, dopo aver esclamato un "Maledizione
a Grindelwald!" si fiondò sulle labbra della moglie.
"Magari li inseguiamo più tardi, eh?"
Con un orecchio premuto sulla porta e la mano sulla bocca per non
ridere, Lyra si staccò dalla porta chiusa della camera da letto
appena in tempo.
Poi, con tutta calma, scese le scale e raggiunse Diego in salotto.
"Eccomi!"
"L'hai poi trovato il cellulare?" Domandò il ragazzo innocentemente.
"Sì, certo, possiamo andare." Rispose lei annuendo felice,
prendendolo a braccetto e preparandosi per la smaterializzazione.
"Mamma, ma secondo te papà potrebbe accettare la mia storia con Diego?"
"E' tuo padre Lyra... è chiaro
che non accetterebbe neanche una tua relazione con Perseus: sarai
sempre la sua piccola principessa."
"E io come faccio? Diego mi ha
chiesto di uscire stasera! Già sto impazzendo per i vestiti, ma
se si mette in mezzo anche papà non riuscirò più
ad andare!"
"Tranquilla tesoro, ci penso io. Intanto perchè non provi questo?"
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Vacanze di Pasqua (marzo 2022), Villa Black
"Antares Altair Black non ci pensare neanche!"
"Ma mamma!"
"Assolutamente NO!"
"Ma tutti i miei amici..."
"Se tutti i tuoi amici si buttano nel pozzo lo fai anche tu?"
"Perchè ogni volta devi sempre uscirtene con questa frase?"
"Io dico le frasi che mi pare! Penso di essermene arrogata il diritto,
dopo 40 anni di vita! Sei tu che non puoi fare quello che vuoi, visto
che vivi ancora sotto questo tetto!"
Sospirando rassegnata, Lyra si accomodò sul
divano, appoggiando la testa sulla spalla del padre, che aveva
pensato bene di rifugiarsi in salotto ormai parecchi minuti prima.
E nonostante tutto le urla si sentivano anche da lì.
Dopo cinque minuti, furono raggiunti anche da Asterion.
"Perchè la mamma e Ares stanno litigando, questa volta?"
Domandò il ragazzino, guardando curioso verso il padre e la
sorella, che sfoggiavano entrambi un'espressione rassegnata.
"Perchè hanno lo stesso identico carattere." Rispose Darius
roteando gli occhi "Quindi credo che continueranno a litigare a vita.
Ma questo non significa che non si vogliano bene." Lo rassicurò.
"E se io dovessi chiedere una cosa alla mamma?" Chiese lui.
"Fai prima a chiedere a me." Gli suggerì suo padre
"Perchè credo che andranno avanti per le lunghe di là. E
io che volevo passare un tranquillo weekend pasquale in famiglia." Borbottò a mezza voce.
"Michael e Kevin mi hanno invitato a casa loro venerdì pomeriggio... tu o la mamma riuscite a portarmi?" Domandò a quel punto Asterion speranzoso.
"Come ho già detto, non se ne parla neanche!"
"Ho 15 anni, cosa vuoi fare per impedirmelo? Rinchiudermi in camera?"
"Sai che non sarebbe una cattiva idea? E comunque ne hai ancora 14!"
"Solo per pochi mesi... e sarebbe sequestro di persona!"
"L'unica cosa che hanno sequestrato qui è la tua capacità
di ragionare! E poi... prova a trovarlo, un Auror disposto ad
arrestarmi!" Lo sfidò Cassiopea, prima di tirare indietro una
sedia per sedersi. "Adesso basta Ares, se dico di no è no. E
poi... mi stai facendo venire il mal di testa!"
"Cos'è, la tua nuova tecnica per avere sempre ragione in una
discussione?" La prese in giro il figlio, prima di notare il colorito
pallido sul volto della donna. "No, aspetta... stai male veramente? Mamma?" Domandò avvicinandosi a lei "Mamma!" Strillò preoccupato, vedendola accasciarsi sul tavolo. "PAPA'!"
Quando Cassiopea riprese i sensi, si ritrovò sdraiata su una
barella al San Mungo, con una guaritrice al suo fianco intenta a
controllare i suoi parametri vitali.
"Cassy! Ti sei svegliata finalmente!" La salutò allegramente Julia.
"Mi ha investito un treno?" Domandò la purosangue, portandosi una mano alla testa, che le pulsava terribilmente.
"Direi di no." Replicò la medimaga "Ma da quel che ho capito
stavi avendo una discussione parecchio accesa con Antares. Era un
fascio di nervi quando ti hanno portato qui. E non smetteva di darsi la
colpa, poverino!"
"Non farti ingannare dai suoi occhioni grigi: è così che mette tutti nel sacco." Le consigliò Cassiopea sorridendo "Allora... che cos'ho?
Devo preoccuparmi? Perchè per quanto questa discussione sia
amabile, ci stai girando un po' troppo intorno per i miei gusti."
Affermò facendo perno sulle braccia per alzarsi, prima di essere
investita da un altro capogiro, che la costrinse a risdraiarsi. "La mia testa!"
"Tranquilla, non è niente di grave." La rassicurò
Victoria "Anzi, direi che, date le tue condizioni, capogiri e simili
siano più che naturali. A quando risale il tuo ultimo ciclo?"
"Oh Merlino! Non mi dire che sto entrando in menopausa!" Esclamò a quel punto Cassiopea, orripilata alla sola idea.
"Ehm... no, Cassy. Direi proprio di no. L'esatto contrario, in effetti."
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Antares Altair Black, 17 anni, Serpeverde
Asterion Elnath Black, 12 anni, Corvonero
Stella Elizabeth Black, 2 anni
1 settembre 2024, King's Cross
"Prometti di fare il bravo quest'anno Ares?" Domandò
Cassiopea, stritolando suo figlio in un abbraccio. "Almeno per l'anno
dei MAGO puoi farmi stare tranquilla per favore?"
"Tranquilla mamma, bado io a lui!" Provò a rassicurarla Asterion.
"Ruffiano!"
"Il fatto che il fratello minore dica queste cose al
posto del maggiore già di per sè lascia spazio a molti
dubbi." Borbottò Darius perplesso.
"Ares!" Lo richiamò sua madre. "Allora, me lo prometti?"
"Dipende che cosa intendi con il 'farti stare tranquilla' mamma." Replicò Antares, sfoggiando un sorrisino sfrontato.
"Ad esempio non dover ricevere una lettera dalla Preside perchè,
non si sa bene come, sei riuscito ad introdurti nel dormitorio
femminile delle Grifondoro!" Rispose sua madre roteando gli occhi. "Mi
chiedo ancora come tu abbia fatto a superare le scale."
"Per quello avrei dovuto ricevere una menzione d'onore, non cinquanta
punti in meno e una punizione." Commentò il ragazzo. "Dovresti essere orgogliosa del fatto che ho ereditato il tuo cervello!"
"Chi è il ruffiano adesso?" Borbottò Asterion, lanciando un'occhiataccia al fratello.
"Cervello che se tu applicassi di più nello studio e meno in
queste cose sarebbe molto meglio utilizzato!" Replicò Cassiopea
roteando gli occhi. "Dovresti dare il buon esempio a tua sorella!"
"Ma se Lyra è più grande di me!" Protestò Antares, fingendo di non capire.
"Non sto parlando di Lyra, ma di Stella... non fare il finto tonto!"
"A proposito di Stella... dov'è finita quella frugolotta?"
Domandò a quel punto il Serpeverde. "Lyra, non l'avevi in
braccio tu?"
"No, è voluta scendere due secondi fa perchè voleva
andare in braccio a papà!" Replicò lei, facendo
così girare tutti verso Darius, che però aveva le braccia
completamente vuote.
"Oh Merlino! E tu l'hai lasciata andare senza controllarla? Lyra, mi meraviglio di te!" La riprese immediatamente Cassiopea, con una chiara nota di panico nella voce.
"L'ho messa giù e mi avete chiamato! Mi sono distratta solo per
3 secondi!" Replicò la ragazza, iniziando a guardarsi
febbrilmente intorno. "Dove può essere andata una bambina di due anni in così poco tempo? STELLA!"
"Con dei bambini piccoli anche 3 secondi possono essere fatali!"
"Credo di averla trovata." Li informò Darius dopo pochi minuti di panico, indicando alla famiglia un punto con l'indice.
Stella, non si sapeva bene come, era finita dentro
al treno e li stava salutando allegramente da un finestrino abbassato,
tenuta fortunatamente in braccio da Aleena Travers, l'attuale fidanzata
di Antares.
"Signori Black? Stava vagando
per il corridoio!" Li informò intimidita, con un filo di voce.
"Ho pensato che fosse il caso di prenderla prima che si cacciasse nei
guai."
"E' già nei guai! Ma hai fatto benissimo cara, grazie! Arrivo subito a riprenderla!" Rispose Darius, affrettandosi a raggiungerla.
"Oh per i quattro fondatori! Stella Elizabeth Black, si può sapere come ci sei finita su quel treno?"
"Patto mamma! Patto acch'io pe Oggats!"
"Merlino, aiutami tu! Di questo passo non arriverò viva ai 50 anni!"
"Io invece temo che ci seppellirai tutti mamma."
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Stella parte per Hogwarts e io parto per Amsterdam!
Alla prossima!
Domanda: volete conoscere la storia completa di Selene Black?
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