1
Ehilà! Ciao a tutti!
Chiedo scusa per il ritardo, ma
per motivi lavorativi mi sono ritrovata a cambiare 5 città in 3
settimane, perciò ho avuto un po' di problemi di organizzazione
del mio tempo libero (chiedo anche scusa se non ho risposto alle vostre
recensioni!).
In ogni caso eccomi qui!
Risposte complessive alle domande più gettonate:
1) la storia si svolge alla fine del 2018, esattamente nel mese di dicembre.
2) per chi non lo ricordasse, Danielle è stata allieva di
Ilverlmony, serpecorno. Perciò ha conosciuto Thomas Wright
lì (hanno un solo anno di differenza). E' impossibile che chi ha
frequentato altre scuole li conosca.
Piccola nota di servizio: nello
scorso capitolo mi ero scordata di avere selezionato un personaggio in
più rispetto a quelli presentati (chiedo scusa all'autrice!),
perciò li ho rimessi tutti.
Ci vediamo in fondo!
- Fuga dalla stanza -
"Sei
sicura che il tuo intervento non abbia effetti sul timer?" Insistette
ancora Celeste dopo un po', ormai completamente impanicata.
"Perchè dici così?" Domandò a quel punto Olimpia, alzando finalmente lo sguardo verso di lei.
"Perchè di minuti ne sono
passati soltanto due... ma si sta aprendo un'enorme voragine nel
pavimento... e, se non sbaglio, l'ordine era proprio quello di lasciare
la stanza." Rispose la Collins allarmata, indicando ad entrambi il foro
che si stava spalancando ogni secondo di più partendo dal centro
del pavimento.
Quasi come per rispondere alla
sua osservazione, lo schermo si illuminò di nuovo e la figura
dell'architetto vi ricomparve sopra.
"Non mi avete voluto ascoltare. Adesso non vi rimane che correre."
Michael Cooper, 42
Olimpia Torre, 26 Celeste Collins, 27
Alle parole dell'Architetto, sia Olimpia che Celeste gelarono sul posto.
E non furono le uniche.
Per qualche secondo il silenzio
totale calò nella stanza, interrotto solo dal crepitio del
pavimento che si sgretolava lentamente sotto i loro piedi.
"Che cosa state aspettando?"
Le risvegliò però la voce di Michael all'improvviso "Che
il pavimento sotto di noi si apra e ci inghiotta? Muoviamoci!"
Ma mentre Celeste, come risvegliata all'improvviso da un lungo sonno,
iniziava a correre disperatamente verso la porta, Olimpia fece l'esatto
contrario: con tutte le sue forze si buttò a pesce sullo
schermo, iniziando a staccare i fili per cercare di appropriarsene e
portarselo dietro.
"Ma sei per caso impazzita?"
Le domandò incredulo Michael, accorgendosi dell'assenza della
ragazza quando era ormai arrivato dall'altra parte della stanza,
vedendosi così costretto a tornare indietro per aiutarla "Non
hai già combinato abbastanza danni con quello schermo? Lascialo
lì e pensa a salvarti la pelle!"
"No!" Si oppose però Olimpia, continuando a trafficare
febbrilmente con i fili "Qui dentro ci sono informazioni vitali, devo
provare a recuperarle! Lasciami qui: io me la caverò."
-*-*-*-
Zayden Kelly, 31 Andreas Martinez, 30
Zayden guardò scioccato per
alcuni secondi il pavimento che si stava sgretolando sotto ai suoi
piedi, incapace di muovere un muscolo.
Cosa stava succedendo?
Com'era possibile tutto quello?
Com'era possibile risvegliarsi
all'improvviso in un posto, insieme a degli sconosciuti, senza il
minimo ricordo di come si era arrivati sin lì e poi dover subito
abbandonare quello stesso posto a causa di una voragine apertasi sul
nulla?
Sconcertato, ancora incapace di realizzare del tutto la situazione -
pregando che il tutto fosse soltanto un incubo prodotto dalla sua mente
tormentata - Zayden rimase a fissare con sguardo vuoto il tavolo, sopra al quale si trovavano i vermi della memoria.
Gli stessi vermi che contenevano tutti i loro ricordi rubati.
Lo stesso tavolo che sarebbe
sprofondato di lì a pochi secondi dentro alla crepa, se qualcuno
non avesse fatto qualcosa per impedirlo.
Senza neanche stare a pensarci troppo, agendo d'istinto, Zayden si
mosse velocemente verso il tavolo, cercando con lo sguardo uno
straccio, un foglio o qualsiasi altra cosa che gli avrebbe permesso di
recuperare almeno uno di quei vermi senza farli entrare in contatto con
l'epidermide.
Ma evidentemente le sue mosse vennero fraintese.
"Sei folle? Vuoi riprenderli in mano dopo quello che ho detto?" Gli
domandò un ragazzo - lo stesso che aveva informato tutti della
natura dei vermi soltanto pochi minuti prima - "Così ti
dimentichi della crepa e ti fai ingoiare?" Continuò indicandogli
il buco nel pavimento, che continuava lentamente a crescere. "Dobbiamo
abbandonare la stanza!"
"Guarda che lo so!" Gli sbraitò contro Zayden "Conosco la natura di un verme della memoria!"
"E allora che cosa stai facendo? Dobbiamo andare!" Insistette Andreas.
"Aiutami a prenderne uno in fretta! Basta un pezzo di stoffa per non toccarlo. Poi potremo andarcene da qui!"
-*-*-*-
Nathalie Lunarde, 30 Meghan Nittercott, 28
Hansel Wolfsburg, 28
Hansel Wolfsburg guardava la voragine spalancarsi man mano sul pavimento e tutto ciò che provava era... pace.
Presto si sarebbe allargata talmente tanto da raggiungerlo e risucchiarlo, portandolo così velocemente alla morte.
D'altra parte, che scopo aveva ormai nella sua vita?
La persona che aveva amato di più al mondo se n'era andata, morendo tra le sue braccia.
Quindi perchè lui doveva continuare anche soltanto a respirare?
Ogni singolo milligrammo che dal naso gli defluiva fino ai polmoni era doloroso, per lui.
E quella, essere inghiottito da una voragine, poteva essere la migliore soluzione a tutti i suoi problemi.
Stava quasi per fare addirittura un passo in avanti, verso la voragine,
quando si sentì afferrare la spalla destra con decisione.
"Ehy tu! Non vorrai mica buttarti di sotto vero?" Gli domandò Nathalie allarmata, cercando di tirarlo indietro. "Avanti, vieni via!"
"Via via!" Urlò Nathalie,
mettendo una mano sulla schiena a Meghan e spingendola verso la porta,
invogliandola così a correre più veloce che poteva verso
la loro unica fonte di salvezza.
Con sua grande sorpresa - cosa alquanto strana visto che di solito la
Nittercott aveva da ridire su ogni cosa - almeno per quella volta
l'amica le diede ascolto senza protestare, così entrambe
continuarono a correre più veloci che poterono verso la porta.
"Chi mi dice che sorpassando quella porta non ci andiamo a mettere in
una situazione ancora peggiore?" Domandò però Meghan a
metà corsa, con il fiatone, quasi come per dare ragione ai suoi
pensieri.
"Se vuoi farti ingoiare dalla voragine puoi sempre restare ferma ad
aspettare che ti raggiunga." Commentò ironicamente Nathalie
"Vuoi tentare?" La provocò. "Perchè io preferisco
salvarmi la pelle e pormele dopo, le domande."
"Certo che no. Muoviamoci!"
Fortunatamente la porta si parò davanti a loro molto in fretta,
così la Lunard estrasse la bacchetta e la puntò contro.
"Alohomora!"
-*-*-*-
Annika King, 25 Samuel Allen, 25
Ayesha Rowena Gea Mulder, 29
"AAAH!"
Annika stava cercando di fuggire dalla stanza quando andò a
sbattere contro qualcosa di non identificato - probabilmente qualcun
altro che stava fuggendo, preso dal panico come lei - che la fece
cadere rovinosamente a terra.
Le sembrò quasi di sentirlo, lo schiocco della sua caviglia, sintomo che probabilmente qualcosa si era rotto. O quantomeno slogato.
Ma se fino al momento prima ne aveva soltanto il dubbio, nel momento in
cui cercò di rimettersi in piedi capì che si trattava di
una certezza: il dolore, se solo provava ad appoggiare il piede a
terra, le faceva vedere le stelle.
Come diavolo avrebbe fatto a correre e a fuggire da lì?
Stava davvero per disperarsi - in mezzo al fuggi fuggi generele ognuno
era completamente preso dai suoi problemi, perciò nessuno
sembrava fare minimamente caso a lei - quando una voce a lei nota le
fece tornare un moto di speranza.
"Ti sei fatta male?" Domandò Samuel, chinandosi su di lei. "Riesci almeno a camminare?"
Cercando di ricacciare indietro le lacrime, date sia dal dolore che
dalla confusione, Annika scosse la testa "Credo di avere preso una
storta." Lo informò "Se provo ad appoggiarmi..."
"Ok." Replicò lui chinandosi per prenderla in braccio "Ci penso
io." Continuò alzandola per aria e allungando il passo, quasi
come se lei non pesasse assolutamente niente. "Siamo quasi arrivati."
Poco dopo - ma ad Anne, agitata com'era, sembrò quasi un secolo
- sorpassarono la porta e iniziarono ad attraversare un corridoio, dove
tutti coloro che erano presenti nella stanza si stavano man mano
ammassando.
"Tra di voi c'è un medico o qualcosa di simile?" Domandò
Samuel a quel punto, approfittando del suo vocione per farsi sentire da
tutti "La ragazza qui si è slogata una caviglia!"
"Posso provare a darci un'occhiata io, dopo, se vuoi." Si fece avanti
subito una ragazza bruna e piccolina "Non sono esattamente un
medico ma un po' me ne intendo. Solo che senza gli strumenti giusti
sarà un po' difficile."
"Fai quello che puoi... data la situazione direi che è anche
troppo." Sussurrò Annika in risposta, mentre Samuel la
appoggiava a terra con delicatezza. "Io sono Annika." Si
presentò tendendole la mano.
"Ayesha." Si presentò l'altra ragazza, stringendogliela a sua volta.
"Beauxbatons?" Domandò a quel punto Anne.
"Esatto... si sente così tanto il mio accento francese?"
"Ehy! Hai detto che ti intendi di medicina?" Le interruppe a quel punto
un ragazzo con i capelli castani lunghi, parandosi davanti a loro.
"Erbologia più che altro." Lo corresse Ayesha, mentre iniziava le manovre sul piede di Annika "Perchè?"
"Perchè allora, forse, potresti darmi una mano a creare un
antidoto per questo." Rispose Zayden, tirando fuori dalla tasca dei
pantaloni un fazzoletto, dentro al quale aveva avvolto il verme della
memoria. "Io sono un farmacista."
-*-*-*-
Thomas Sachs, 32 Danielle Campbell, 28
"Alohomora!"
Subito dopo l'incantesimo eseguito da Danielle, la porta si
aprì, permettendo così l'accesso ad un largo ed
illuminato corridoio.
Senza stare a pensarci troppo, la ragazza si precipitò dentro, seguita a breve distanza da altre persone.
Fu solo quando si ritrovò al sicuro, che la ragazza si
guardò velocemente attorno. Accorgendosi così che, nel
caos del post video e della voragine, aveva perso di vista Thomas.
"Thomas!" Provò a chiamarlo, guardandosi attorno febbrilmente.
Si sentiva scoppiare la testa.
Secondo il video, lei si era fatta cancellare l'ultimo mese di memoria.
E chissà cosa poteva essere successo nel frattempo.
Ma restava il fatto che, memoria cancellata o no, l'ultimo ricordo che
aveva era di lei che apriva una lettera dopo aver litigato - anzi
buttato fuori di casa - il fidanzato.
E all'improvviso si era ritrovata in una stanza piena di sconosciuti. Con una voragine pronta ad inghiottirla.
Anche soltanto vedere un volto familiare, nonostante non vedesse Thomas
Wright da quasi dieci anni, per lei avrebbe significato davvero molto.
"THOMAS!" Urlò perciò ancora più forte, cercando
di sovrastare il rumore delle persone intorno a lei, che avevano
iniziando ad ammassarsi nel corridoio.
"Sì?"
Sentendo quella risposta, per un attimo di sollievo, prima di rendersi
conto che la voce maschile alle sue spalle non apparteneva al suo
vecchio compagno di scuola.
Inarcando un sopracciglio, si voltò perciò con aria interrogativa verso di lui.
"Ho come l'impressione di essere il Thomas sbagliato." Capì a
quel punto l'uomo "In ogni caso piacere." Continuò porgendole la
mano "Ti chiederei il tuo nome, visto che a quanto pare conosci
già il mio, ma temo di avere assistito alla riproduzione del tuo
video... un po' come tutti. Danielle giusto?"
"Giusto." Replicò lei, ancora vagamente stralunata, prima di rendersi conto della mano a mezz'aria dell'altro Thomas, che attendeva ancora di essere stretta dalla sua. "Scusami" Aggiunse poi stringendogliela "E' solo una pessima giornata."
"A chi lo dici."
-*-*-*-
Thomas Wright, 27 Elizabeth Foster, 25
"Dite che se chiudiamo la porta la voragine si fermerà?"
Domandò Effy al nulla, guardando preoccupata l'enorme buco
davanti a lei nel pavimento, che continuava lentamente a crescere - e
che ormai aveva ricoperto quasi del tutto la superficie della stanza,
ingoiando al suo interno tutto ciò che si trovava sul suo
cammino.
"Tanto vale provare." Rispose Thomas, estraendo la bacchetta e puntandola contro la porta. "Collo..."
"No, aspetta! Fermo!"
Il ragazzo non riuscì a terminare l'incantesimo, perchè
entrambi notarono una figura femminile ancora dentro alla stanza,
ancorata ad una delle poche superfici del pavimento non ancora ingoiate
dalla voragine.
Ed evidentemente la ragazza vide loro, perchè, dopo aver
scrutato velocemente la distanza che la separava dai due, sembrò
borbottare qualcosa. Poi spiccò un salto, riuscendo al pelo ad
acchiappare la mano di Thomas, che si era sporto il più
possibile per prenderla al volo non appena ne aveva capito le
intenzioni.
"Ti ho presa! Adesso ti tiriamo su, tranquilla." La rassicurò immediatamente il ragazzo.
"Ehy! Ma tu sei quella che trafficando con i fili ha accelerato la voragine!" Esclamò incredula Effy, non appena riconobbe Olimpia "Si può sapere cosa ci facevi ancora dentro a quella stanza?" Sbraitò incredula "Non hai già fatto abbastanza danni?"
"Avevo deciso di mettere le mani su quel video... ed è ciò che ho fatto." Replicò l'hacker "Adesso è tutto dentro a questa USB." Spiegò mostrandogliela "Devo soltanto trovare un computer."
-------
Dico la verità: questo capitolo non mi piace troppo, ma non volevo lasciarvi senza niente ancora per molto.
Se non piace anche a voi ditelo senza problemi.
|