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Salve a tutti!
Dunque, poche note prima di partire.
- avendo iniziato a lavorare, ho meno tempo da dedicare alla
storia, quindi potrebbe succedere che io pubblichi d'ora in avanti un
po' in ritardo rispetto alla tabella di marcia data inizialmente, anche
se cercherò cmq di rimanere nei tempi stabiliti.
- questo capitolo arriva infatti in ritardo, MA lo troverete
molto più lungo. Questo perchè avevo deciso all'inizio di
dividerlo in 2 parti, che ho però poi deciso di accorpare
(quindi è come se ne aveste due anzichè uno).
- non ho messo brani tratti dalla fiaba in questo capitolo, ma credo che la conosciate tutti abbastanza per riuscire a capire tranquillamente i riferimenti
E' tutto.
Buona lettura! ;)
- Cappuccetto Rosso -
"Annulla la barriera."
A quella richiesta, fatta da una voce che non sentiva da troppo tempo, Elijah si girò accigliato.
Jacob, con le braccia incrociate, si trovava al suo fianco, intento ad osservare accuratamente la situazione come lui.
"No." Rispose secco.
"Vuoi
che si schiantino sulla barriera, riducendosi in polvere?"
Domandò incredulo il ragazzo, stringendo i pugni per la rabbia.
"Hai paura di non poterti più scopare la tua cagna, Jacob?"
Replicò lui, mentre un ghigno si deformava sulle sue labbra "A
quanto pare dovrò ringraziare chi sta facendo tutto questo,
visto che sta finalmente realizzando qualcosa di buono."
"Livvy ed Helene sono purosangue per Morgana!" Sbraitò suo nipote incredulo "Non posso crederci che le sacrificheresti entrambe solo per fare un dispetto a me!"
"Helene
ha una cotta stratosferica per tuo fratello, cosa che in passato ha
già disturbato sia i miei piani che quelli di Philippe." Rispose
lui pacato, gettandogli un'occhiata di sufficienza. "E Livvy... beh, non l'hai detto proprio tu che si tratta di una estranea? Quasi
sicuramente diventerà una strega delle tenebre, quindi, con la
sua morte, verrà estirpato un male ancora prima che questo abbia
la possibilità di nascere." Continuò a spiegare. "Quindi,
sì: le sacrificherei senza esitare. Lo sto già facendo."
In quell'esatto momento un urlo agghiacciante - l'urlo di Elizabeth - preludio di ciò che stava per accadere, si sollevò per aria, mentre il ghiaccio iniziava a spaccarsi sotto ai suoi piedi, sempre più velocemente.
Jacob si ritrovò a dover fare una scelta.
O la barriera o il lago.
Scelse la barriera.
(Cap. 17 bis - Malia, I musicanti di Brema)
"E' da più di un mese che la barriera è stata eliminata.
Hai intenzione di aspettare la fine del Torneo per sfruttare la cosa?
Perchè, in tal caso, non servirà più a nessuno."
Commentò la figura oscura con voce derisoria, apparendo appena
nel riflesso dello specchio.
"A dire la verità, mi stavo godendo lo spettacolo: i Grimm
stanno facendo tutto da soli." Replicò l'infiltrato, sfoggiando
un sorrisetto di scherno, con espressione apparentemente imperturbabile.
"Lascia perdere i Grimm e occupati di ciò che va fatto. Non tollererò altre perdite di tempo. Hai accumulato abbastanza energia dalle tue vittime?"
"Direi di sì ma..."
"Allora domani mattina ti forniremo un diversivo. Approfittane per recarti in quel corridoio."
Senza dargli possibilità di replica, la comunicazione venne interrotta.
E l'infiltrato capì di non essere più lui ad avere il controllo.
Da quel momento, il suo compito sarebbe stato soltanto uno: obbedire.
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"No, non va tutto bene." Singiozzò Mike "Sta per succedere di nuovo... sta per succedere qualcosa di molto brutto."
10 aprile 1803, Durmstrang
"Patton...
se Liam fosse davvero un vampiro, a quest'ora la sua faccia sarebbe
completamente buterata." Provò ad intervenire Tyler - che era
stato svegliato soltanto poco tempo prima dalle loro voci - prima che
la cosa degenerasse del tutto. "E non mi pare che lo sia." Cercò
di farlo ragionare.
"Ma certo! Perchè si è unito al complotto delle piante, è per questo che l'aglio non gli fa più male!" Replicò il wampus.
"Hai le occhiaie." Sussurrò Reyna, sfiorando con l'indice un
punto dello zigomo di Tyler, che non disdegnò affatto il gesto.
"Fai fatica a dormire a causa di ciò che sta accadendo
ultimamente?" Indagò la Black.
"In un certo senso." Replicò lui, permettendosi di chiudere gli
occhi per un secondo, appoggiando così la guancia sulla mano
aperta della ragazza. "Ma, se dipendesse soltanto da me, riuscirei
anche a dormire. Il problema è che non è così."
Cercò di spiegarle.
"Cosa vuoi dire?" Domandò a quel punto lei, avvicinandosi un po'
con la sedia e facendola così strisciare sul pavimento.
"I miei compagni di stanza..." Replicò lui con un sospiro.
"Patton e Liam?" Chiese conferma Rey "Continuano a litigare?"
"Praticamente su tutto." Confermò Tyler con un sospiro. "Patton
è ossessionato dalle sue paure e Liam... non è un tipo
molto paziente. Non lo sarei più neanche io, se mi facessero le stesse cose, sinceramente."
Continuò sfregandosi ripetutamente le tempie "L'altra sera, per
esempio, Patton ha svegliato Liam infilandogli dell'aglio in bocca. E
Liam, in risposta, l'ha schiantato." La informò alzando gli
occhi al cielo. "Come scena sarebbe anche stata divertente, se non fosse accaduta in piena notte,
impedendomi così di dormire." Continuò con uno sbuffo
"Ovviamente da quel giorno sono entrambi sul piede di guerra.
Sinceramente, dato il carattere di Liam, mi sorprendo che Patton sia
ancora intero... e che si sia limitato a schiantarlo. E ovviamente non
riesco a dormire sereno, sapendo che potrei essere svegliato nel modo
più improbabile da Patton, se solo si dovesse mettere in testa
che anche io sono coinvolto... in qualsiasi cosa lui potrebbe arrivare
a pensare. O anche se volesse coinvolgermi lui, in qualcosa contro Jackson."
Concluse a mezzavoce ripensandoci, prima di innarcare un sopracciglio
davanti alla risata soffocata di Reyna. "La cosa ti diverte per caso?"
La ragazza infatti, aveva cercato di nascondere l'attacco di risa
coprendosi la bocca con la mano e scuotendo ripetutamente la testa,
senza però riuscirci in pieno.
"No..." Tentò infatti di negare "Io..." Cercò di
farfugliare, prima di scoppiare apertamente a ridergli in faccia.
"Scusami..." Aggiunse dopo un po', ancora nel pieno dell'attacco di
risarola "Ma non puoi negare che, con tutto quello che sta succedendo,
questa sia la parte più comica." Cercò di giustificarsi,
continuando a premersi la mano sulla bocca "Insomma, se fossero tutti
questi i problemi, quest'anno sarebbe stato incredibilmente divertente,
non trovi anche tu?"
Suo malgrado, anche Tyler scoppiò a ridere.
-*-*-*-
"Livvy?" Domandò Camille, entrando in punta di piedi nella stanza che condivideva con l'amica.
Quando però si accorse che la stanza, a parte lei, era
completamente vuota, lasciò andare un sospiro di sollievo.
Non sapeva bene cosa stesse succedendo, in quel periodo, e molto
probabilmente il suo malessere era soltanto dovuto a tutto ciò
che stava accadendo in quel periodo, ma non si sentiva più a suo
agio come una volta quando aveva a che fare con Deliverance.
Sapeva che la tuonoalato aveva litigato con i Grimm - praticamente
tutta la scuola lo sapeva - e che di conseguenza stava passando sempre
più tempo con Liam, ma non condivideva le scelte dell'amica.
Soltanto perchè Will, Jacob e Bianca non la facevano più
sentire parte della loro famiglia, non significava che lei dovesse per
forza illudere un ragazzo.
Soltanto perchè qualcuno l'aveva profondamente delusa, non
significava che lei dovesse fare altrettanto con qualcun altro.
Perchè era palese quanto Liam si stesse legando ogni giorno di più a lei.
Camille stava ragionando su tali questioni, quando la porta dietro di
lei si aprì, facendo entrare proprio i due oggetti della sua
riflessione.
Livvy - che le dava la schiena - aveva le braccia allacciate al collo
di Liam ed entrambi stavano arretrando pian piano, entrando passo passo
nella stanza ridacchiando.
E Camille sentì il volto andarle a fuoco, capendo che tipo di
scena avrebbe interrotto se avesse palesato la sua presenza.
Ma aveva per caso altra scelta? Non esistevano altre via d'uscita dalla stanza.
Era ancora ferma immobile, indecisa su come agire, quando fu il
ragazzo a puntare il volto proprio nella sua direzione, interrompendo
così la scena al suo posto.
"Livvy... abbiamo ospiti."
A quelle parole anche la tuonoalato si voltò verso Camille,
spalancando la bocca per la sorpresa. "E tu... cosa ci fai qui?"
"E'... è anche la mia camera questa." Riuscì a balbettare appena la serpecorno, in totale imbarazzo.
Almeno finchè un enorme boato, proveniente dall'esterno del castello, non attirò l'attenzione di tutti e tre.
-*-*-*-
Mentre
rifletteva sul da farsi, Heidi salutò con un cenno distratto
Christopher, che stava percorrendo la strada che portava verso il
castello.
Evidentemente anche lui, come tanti altri, aveva preferito non recarsi al villaggio.
Poi,
di punto in bianco, le venne in mente la soluzione perfetta: avrebbe
recuperato la sua scopa. E avrebbe fatto due tiri al campo.
"Ehy
Chris!" Strillò saltellando sul posto, cercando così di
attirare l'attenzione del ragazzo "Vuoi allenarti un po' con me a
Quidditch?"
Vedendo dove Trys aveva appena tirato la pluffa, Heidi si
lanciò in picchiata per riuscire a riprenderla, sentendo il
fischio del vento risuonarle tra i capelli.
E sentendo dietro di lei la presenza di Chris, che stava cercando
di fare la medesima cosa: soffiargliela da sotto il naso.
"Non ci riuscirai mai Flangan!" Gli urlò battendo
contemporaneamente piccoli colpetti sulla scopa, come per incitarla ad
andare più forte.
Era una giornata soleggiata e senza nuvole, tanto rara quanto perfetta per giocare un po' a quello sport.
E quella mattina il caso aveva voluto che non solo lei si fosse recata
sul campo da quidditch, ma che vi avesse trovato lì anche Chris
e Trys, oltre che i due australiani Mike ed Ash.
Ma a differenza di Mike che non si era lasciato affatto pregare per
essere coinvolto in una veloce partita, Ashton si era rifiutato
categoricamente di volare, borbottando di avere accompagnato soltanto
l'amico per permettergli di farsi un volo.
Per quanto lo riguardava, lui non avrebbe mai e poi mai messo piede su una scopa.
Ed Heidi a quel punto si era stretta nelle spalle, preferendo non
insistere: sapeva riconoscere perfettamente quando una cosa metteva a
disagio una persona.
Così avevano iniziato una partita due contro due, mentre il
bunyip li osservava da lontano, con i piedi ben piantati al sicuro a
terra.
Le squadre, inizialmente fatte più o meno a caso, si erano
invece dimostrate abbastanza equilibrate e l'alastyn poteva affermare
di non aver passato una giornata così divertente da tempo.
Con un movimento repentino, Chris riuscì ad appropriarsi della
pluffa e a dribblare lei, iniziando così la sua corsa verso una
delle porte e riuscendo poi a segnare, senza che Trys riuscisse ad
impedirlo in alcun modo.
"Così si fa!" Gli urlò Mike, avanzando verso di lui per tirargli un pugno giocoso.
"Sei sicuro che il tuo amico non voglia giocare un po' con noi?"
Domandò a quel punto il kelpie, dopo aver risposto al gesto
dell'australiano e guardando in basso, dove Ashton continuava ad
osservarli giocare.
"No, tranquillo. Ha il terrore delle scope a causa di un incidente che
gli è accaduto da piccolo." Gli spiegò velocemente
"Altrimenti l'avrei già convinto da un pezzo. VERO ASH?"
Urlò poi, puntando il manico della scopa verso l'amico per
avvicinarsi a lui.
Ma l'australiano sembrava non prestare più la minima attenzione a loro due.
Aveva infatti rivolto tutta la sua attenzione agli altri due ragazzi
rimasti per aria, Heidi e Trys, mentre inclinava la testa leggermente
di lato e strizzava gli occhi per cercare di vedere meglio, puntando
contemporaneamente il dito verso di loro "HEY! COSA STATE GUARDANDO?"
Domandò incuriosito, cercando così di ottenere la loro
attenzione.
Anche Chris e Mike, a quel punto, si girarono in direzione di Heidi e
Trys, rendendosi conto che nessuno dei due li stava considerando
minimamente.
Erano entrambi bloccati a mezz'aria, a cavallo delle loro scope. Intenti a guardare l'orizzonte con la bocca spalancata.
Da lì dove si trovavano, molto più in alto di quanto non
potessero andare normalmente, godevano di una visuale molto migliore
del solito.
E non avevano non potuto notare una cosa: Durmsburg era circondata dalle fiamme.
-*-*-*-
"Se io fossi Bianca potrei anche capire il tuo restare imbambolato
sulla porta a fissarmi" Commentò Jacob sogghignando "Ma sono tuo
fratello... mi perdonerai se la cosa non mi lusinga affatto." Lo prese
in giro, continuando a muoversi avanti e indietro per la stanza,
intento com'era a radunare varie cose.
Solo a quelle parole, Willhelm riuscì finalmente a svegliarsi
dal suo temporaneo torpore scuotendo la testa. "Chiedo scusa, ero
assorto. Stavi dicendo?"
"Maddai! Non l'avevo mica notato." Lo prese in giro suo fratello, continuando a sghignazzare "Come vanno le cose tra te e Bianca finalmente?" Domandò, mentre sistemava alcune armi appena finite di affilare dentro ad una sacca.
"Vogliamo parlare con Elijah della... situazione...
prima delle vacanze primaverili." Lo informò il minore "Tu
sei proprio sicuro di non avere problemi... per il... cambio?" Domandò facendo fatica a trattenere una smorfia.
Cambio.
Stavano parlando di Bianca ed Erika come si fosse trattato di uno
scambio di due sedie, anzichè di due esseri umani. Ma non erano
oggetti. Erano entrambe delle persone.
Ed entrambe loro cugine.
Jacob gli rispose scrollando le spalle, con aria non curante. "Lo sai come la penso. Non abbiamo una reale scelta, in proposito. Quindi
tantovale prendere quella meno dolorosa per tutti. E poi, almeno per
me, una vale l'altra. Almeno saprò che il mio fratellino
è felice." Concluse battendogli una mano sulla spalla.
"In realtà non è così neanche per te." Non
riuscì a trattenersi dal commentare Will, puntando lo sguardo
sul fratello, cercando di non perdersi neanche la sua minima mossa.
"Cosa intendi dire?" Domandò Jacob bloccandosi, mentre le sue spalle si irrigidivano impercettibilmente.
"La lupa mannara." Replicò il minore, ripetendosi che se non
avesse colto quell'occasione per far parlare il fratello non ci sarebbe
mai più riuscito. "Mascha..."
"Sascha." Lo corresse l'altro a denti stretti.
"... o come cavolo si chiama..." Continuò imperterrito Willhelm "...avrebbe dovuto morire, come tutti gli altri, alla fine della Prima Prova. E invece non solo l'hai curata dal veleno dei toxic death, ma l'hai anche tenuta al sicuro: prima nella tua camera per mesi e poi,
quando lo zio ti ha fatto pressioni per liberartene, l'hai portata in
un altro posto, che nessuno conosce. Le hai insegnato la magia e poi...
le hai addirittura costruito... un mantello per eliminare la sua licantropia!"
Per qualche secondo il silenzio regnò sovrano tra i due.
Poi Jacob scoppiò a ridere.
"Oh Will! Tu sei convinto di sapere tutto vero?" Gli domandò con un tono strano, lanciandogli un'occhiata penetrante "Se soltanto tu... no, lasciamo perdere..."
Borbottò a mezza voce, scuotendo la testa, come preso da un
dialogo con se stesso "Sei convinto che io mi sia innamorato o qualcosa
di simile, per caso?" Domandò ricominciando a ridere "Will... la
Prima Prova è stata un'illuminazione divina per me: ho visto
Sascha circondata da toxic death. Talmente tanti che, succhiando la sua
magia, hanno finito per succhiare via anche la sua maledizione. Per un breve attimo, nonostante la luna piena in corso, è tornata umana.
E io ho semplicemente pensato che forse, anzichè doverli
cacciare ed ammazzare..." Jacob scosse nuovamente la testa, prima di
riprendere il discorso con un tono pratico "Avevo un lupo mannaro a mia
disposizione - nessuno verrà mai a reclamare quella ragazza - e
l'ho usato. Ma quell'esperimento non è ancora concluso."
Willhelm avrebbe voluto ribattere, chiedere qualcosa in più su
quelle frasi sibiline dette a mezza voce dal fratello, ma la porta
dietro di loro si aprì, mostrando una Bianca in tenuta da caccia.
Con uno sguardo parecchio teso.
"Speravo di trovarvi qui entrambi: hanno attaccato Durmsburg. Dobbiamo andare ad aiutarli."
-*-*-*-
Durmstrang, Ufficio di Elijah
"Credo di non avere capito bene." Commentò il cacciatore, guardando Elijah scioccato. "Durmsburg è sotto attacco e tu vuoi che io e i miei uomini ne approfittiamo per...?"
"Per eliminare una volta per tutte quella lurida lupa mannara."
Completò il preside per lui, radunando in fretta le ultime armi
che gli sarebbero servite per andare a soccorrere il villaggio. "E' il
momento ideale: Jacob sarà troppo occupato per prestarle
attenzione. Così risolveremo questo problema una volta per
tutte."
"E se... lei... dovesse mettersi in mezzo?" Domandò l'uomo deglutendo, ancora con espressione perplessa.
"Allora uccidite anche lei." Replicò Elijah, senza alcuna esitazione "Siete dieci contro due donne,
non avrete problemi. Questa storia è durata anche troppo." Lo
congedò prima di aprire la finestra, per lanciarsi in direzione
del villaggio.
-*-*-*-
Fuoco.
Fuoco da ogni lato.
Tutto ciò che lo circondava era soltanto fuoco.
Puro, potente e distruttivo fuoco.
Per chiunque il fuoco rappresentava la distruzione.
Ma per lui, Patton, il fuoco aveva tutto un altro significato: libertà.
Quando quella mattina aveva visto dalla finestra ciò che stava
accadendo al villaggio di Durmsburg, non aveva esitato un attimo a
correre là, per prestare aiuto agli abitanti.
In fondo, lui era speciale. Pieno di capacità tali che lo rendevano adatto ad affrontare nel migliore dei modi qualsiasi situazione.
Se a Durmstrang qualcuno stava mettendo in pericolo gli studenti, lui l'avrebbe trovato.
Se le piante stavano complottando per distruggere ogni cosa, lui le avrebbe falciate.
Se il villaggio di Durmsburg era in pericolo, lui aveva il potere di salvarlo.
E se il fuoco stava minacciando di distruggere ogni cosa, lui lo avrebbe spento.
Rendendo a tutti la libertà che lui stesso aveva guadagnato per
se se stesso e suo padre, distruggendo con il fuoco la piantagione di
tabacco dove era stato costretto a lavorare come schiavo per i primi
anni della sua vita.
E dove avrebbe continuato a lavorare e ad essere maltrattato per
sempre, se un uomo buono di nome David Hartnell, capendo le sue
potenzialità, non avesse creduto in lui.
Rendendogli una libertà che lui avrebbe a sua volta donato a tutti.
Lui non era uno schiavo, era un mago.
Il mago migliore di tutti.
E a tutti lo avrebbe dimostrato.
-*-*-*-
"Cosa sta succedendo?" Domandò Sascha allarmata, alzando la testa di scatto.
Fino a quel momento era rimasta assorta nella lettura di un corposo
volume - Ghita, la donna che la ospitava in casa sua da più di
un mese, aveva infatti continuato l'opera di Jacob, insegnandole a
leggere, scrivere e ad utilizzare la magia - ma i tonfi e i rumori
provenienti dall'esterno erano diventati troppo forti per poter essere
ignorati.
Era quasi come se nel villaggio si fosse scatenata una guerra.
Lasciando perdere il libro, la lupa corse fino alla porta e la
aprì in uno spiraglio, quel tanto che bastava per cercare di
capire cosa stesse accadendo all'esterno.
Trovandosi incredula a contemplare soltanto caos, fuoco e distruzione.
Una donna, che Sascha riconobbe come una vicina di casa, aveva appena
fatto scagliato lontano da sè una figura incappucciata, che era
atterrata violentemente ad una decina di metri.
Un uomo era invece impegnato in un duello magico all'ultimo sangue,
mentre un altro continuava a difendersi con una lancia magica dagli
attacchi del suo aggressore.
Di sicuro, gli abitanti di Durmsburg sapevano come difendersi.
Il problema, era che non ne era in grado lei.
E se ne accorse troppo presto quando una figura, ignorando tutto
ciò che le stava accadendo intorno, attraversò
velocemente la strada, puntando esattamente nella sua direzione.
Prima ancora di rendersene conto, l'uomo l'aveva raggiunta, aveva
scardinato la porta e, dopo averla presa per i capelli, l'aveva
lanciata violentemente contro la parete, mozzandole il respiro.
Probabilmente, se lei non fosse stata un lupo mannaro, sarebbe bastato quel colpo per ucciderla.
Il tempo di riprendere fiato, che l'uomo le era di nuovo addosso: le aveva afferrato la gola per cercare di strangolarla.
E niente di ciò che lei stava tentando di fare per liberarasi
sembrava avere effetto: il suo avversario sembrava completamente immune
al dolore.
Poi, di punto in bianco, la presa si allentò fino a scomparire
del tutto, mentre la testa del suo aggressore veniva recisa
violentemente dal corpo.
Sascha, con gli occhi pieni di lacrime, iniziò a tossire
violentemente, cercando di capire chi le avesse appena salvato la vita,
mentre una figura sfocata la aiutava a rimettersi in piedi.
"Mi dispiace, ma temo che dovrai riprendere fiato mentre corri."
Sentì suggerirle la voce che riconobbe come quella di Ghita.
"Dobbiamo andare subito via di qui."
-*-*-*-
"Ci sarà mai un attimo di pace quest'anno?" Domandò
Madison con voce impotente, guardando dalla finestra di una delle torri
più alte del castello il desolante spettacolo che si stava
consumando davanti ai suoi occhi e a quelli di Clementine.
Nonostante Durmstrang fosse infatti abbastanza lontano dal villaggio,
la colonna di fumo che si innalzava imperterrita da esso era ben
visibile anche da lì.
E faceva pensare alle cose più tremende ad entrambe.
Al contrario di Elijah Grimm, che era uscito per prestare soccorso al
villaggio, gli altri presidi avevano preferito rimanere dentro alla
scuola, invitando caldamente i propri alunni a fare altrettanto.
Nessuno di loro era stata allenato a combattere, a differenza degli allievi dell'Istituto Nordico.
Nessuno di loro avrebbe pertanto potuto essere d'aiuto, in tale circostanza.
Soltanto un peso.
E nonostante le due ragazze per prime si sentissero in colpa, per quel
loro restare in disparte, avevano deciso di rispettare la richiesta
della Preside.
"Non lo so. E dire che ad inizio anno ero così felice di poter
partecipare ad un evento così raro ed importante!" Rispose Clem
con un sorriso amaro "Se potessi tornare indietro, non mi proporrei
più come possibile campionessa. Non verrei più qui."
-*-*-*-
"Da questa parte!"
Nonostante non avesse ormai più fiato, Sascha continuò
imperterrita a correre, cercando di seguire le indicazioni di Ghita,
che più volte si era dovuta fermare per aspettarla e aiutarla.
"Non... non ce la faccio più!" Si lamentò la lupa, portandosi una mano sul petto e boccheggiando.
"Lo so, ma fai ancora uno sfo..." Provò ad incoraggiarla la
donna, prima di interrompersi e voltarsi bruscamente all'indietro. "Vai!"
La incitò spingendola "La vedi la boscaglia là in fondo?
Raggiungila e nasconditi. Poi potrai riprendere fiato. Ti
raggiungerò presto."
Dopo averle dato un'ultima spinta in quella direzione, Ghita si
girò verso il punto opposto, estraendo dal nulla un pugnale e
scagliandosi con forza contro un aggressore.
-*-*-*-
Tutti i Grimm erano fuori dal Castello.
Lo sapeva bene, visto che li aveva visti uscire con i propri occhi.
I tre più giovani insieme, il preside lanciandosi come un pazzo dalla finestra.
Ma non era importante come fossero usciti. Era importante che fossero usciti.
Il fatto di procedere lentamente, checchè ne dicessero
dall'organizzazione, era stato un ottimo modo per passare inosservati.
Tanti piccoli attacchi, apparentemente slegati l'uno all'altro.
Che non fornivano alcun vero indizio.
Al contrario del piano finale, architettato in realtà da molto tempo nei suoi più piccoli dettagli.
Certo, quando era stato progettato, non aveva pensato potesse avere risvolti addirittura migliori di quelli iniziali. Non pensava che la famiglia Grimm potesse essere così divisa, al suo interno.
Ma tutto rendeva il gioco ancora più facile.
E in quel momento, con tutti i Grimm lontani e impegnati in altri problemi, aveva finalmente campo libero.
Per un attimo, pensò quasi di alzare una nuova barriera, in modo da chiuderli tutti quanti fuori all'esterno.
Sarebbe stato alquanto comico: i Grimm chiusi all'esterno della loro stessa scuola.
Tuttavia desistette.
Purtroppo, nonostante l'alto numero di vittime a sua disposizione, non aveva abbastanza energia per potere fare tutto.
Doveva scegliere.
E quello, ciò che stava per fare, era infinitamente più importante.
Con un ghigno, cercò il punto della parete esatto.
Poi spruzzò la sostanza preparata in quei mesi, aspettando di sentire con le sue stesse orecchie lo sfregolio che avrebbe dato conferma del suo esatto funzionamento.
Fu con vera eccitazione che lo colse.
Sarebbe servito un altro mesetto - più o meno in contemporanea
con la terza prova, calcolò con ironia - perchè il buco
si formasse del tutto.
E a quel punto sarebbe servito l'ultimo sacrificio, l'ultima dose di energia per portare a compimento l'opera.
E con estrema soddisfazione, si ritrovò a pensare alla vittima perfetta per recuperare la dose mancante.
Bianca Grimm.
-*-*-*-
Ormai senza più fiato, Sascha raggiunse con sollievo la
boscaglia, così come le aveva indicato Ghita e vi si nascose nel
mezzo, tremando come una foglia.
Nella fretta di fuggire non si era curata di prendere il mantello, ma i
brividi non erano dovuti soltanto al freddo. Anche alla paura.
Mai come in quel momento maledisse Elijah Grimm e il fatto di essersi fidata di lui, ormai 7 mesi prima.
La sua vita, da quel momento, era diventata soltanto un inferno.
L'unica cosa che voleva era tornare a casa, da suo padre.
Anche essere presa in giro e maltrattata, come le era successo per anni
vivendo con le persone del circo, in quel momento le sembrava una
prospettiva più allettante, rispetto al tipo di vita che stava
vivendo.
I lavori pesanti che le facevano fare, sfruttando le caratteristiche
fisiche donatele dalla sua natura maledetta, in confronto le sembravano
carezze. Proprio grazie a quelle, si era sempre convinta di essere
forte, molto più forte degli altri.
Ma le era bastato avere a che fare con quel mondo, per capire di essere debole.
Fu uno scricchiolio a riportarla alla realtà.
Quello e una forza invisibile, che prendendola per la gola la sollevò per aria.
Per la seconda volta in poche ore, qualcuno - un uomo comparso di fronte a lei all'improvviso - stava cercando di strangolarla.
Per un tempo che le parve infinito, scalciò bloccata a mezz'aria, nella vana speranza di riuscire a liberarsi.
Tutto intorno a lei inziò a farsi prima sfocato e poi nero, segno del sempre meno ossigeno che le affluiva al cervello.
Finchè non sentì la presa sul suo collo scomparire
all'improvviso, e il suo corpo crollare a terra come un peso morto,
mentre lei iniziava a tossire violentemente in cerca d'aria.
L'uomo che aveva tentato di soffocarla era crollato a terra a sua volta, privo di vita.
E dietro di lui, con il suo cuore ancora pulsante tra le mani, si trovava Jacob Grimm.
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Allora...
per la sfida dell'altra volta se la sono giocata fino all'ultimo Sascha
e Patton (anche se pure Reyna gli ha dato del filo da torcere).
Perciò ho iniziato a far emergere qualcosa di entrambi.
Il prossimo sarà proprio incentrato su di loro.
Qualcuno di voi ha visto la 5^
(e ultima) stagione di Grimm? *-* Lo dico perchè il prossimo
capitolo sarà abbastanza legato ad un episodio particolare di
quella serie... do solo un indizio: scimmiette.
Alla prossima ;)
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