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3.L'INCIDENTE
All'aeroporto di Milano Antonella e
Patty escono in strada; il giorno seguente inizierà la scuola.
Aspettano l'autobus. Patty controlla l'orario sull'elenco... devono
attendere 15 minuti sotto quel sole caldo. C'è la folla che attende
auto, autobus e taxi. Antonella corre ma un furgone la investe.”ANTO!
NON MORIRE... CHIAMATE L'AMBULANZA! DAI!”grida l'amica distrutta
alla gente, qualcuno telefona all'ospedale. L'ambulanza
arriva.”Caricatela. Come si chiama? Avvisate la famiglia...”domanda
un paramedico mentre mettono Antonella sulla barella.”E'...
Antonella Lamas Bernardi... voglio venire... per favore...”supplica
lei piangendo, l'uomo annuisce comprensivo. Salgono sull'ambulanza,
poi un paramedico accende il motore; Patty mentre quello guida
telefona alla madre di Antonella: Bianca.”Pulcino... ti stai
divertendo con la tua amichetta?”domanda allegra.
“Sig... nora... sono Patty...
Antonella è in ospedale... l'hanno investita...”spiega.
“TU...
E' COLPA TUA SE L'HANNO INVESTITA! TI PROIBISCO DI RIVEDERLA! PARTO
CON IL PRIMO AEREO!”dice
aggressiva spegnendo la telefonata. Arrivati all'ospedale i
paramedici trasportano Antonella al pronto soccorso. Nel corridoio la
gente aspetta stanca, arresa, dolorante o affamata di essere
visitata.”Portatela a fare gli esami! È un codice rosso. Cosa fate
qui?!”ordina il medico spazientito all'infermiere. Sarò
forte per te amica mia! Non morire... Anto... smetterò di piangere.
Pensa
lei stringendo la mano della ragazza. Patty
in un attimo di calma fissa l'amica. Hanno girato quasi tutto
l'ospedale per fare esami. Antonella viene portata in rianimazione.
Patty uscita da là prende la metro... ritornata nell'appartamento
osserva quel posto sconsolata, ha: muro lilla, pavimento arancione,
divano rosso e un tavolo quadrato con delle sedie bianche. Prende una
foto dallo zaino.
Ricordo
di Patty
Sono
appena tornata a Buenos Aries dopo anni... la mia città... io e Anto
ci sentivamo raramente; ma nonostante questo siamo rimaste amiche!
Non ho mai dubitato della nostra amicizia. Sono a casa di
Antonella.”Ci vediamo... domani andiamo a casa di Nicolas? So che
farà una festa!”domanda lei allegra. Sua madre Bianca mi fissa
disgustata dal mio abbigliamento.
Il pomeriggio seguente Patty cucina
una bistecca; finito di mangiare torna all'ospedale perché vuole
stare con l'amica, infila i calzari poi siede sulla sedia vicino al
letto. Dalla bocca di Antonella esce un tubo, esso è collegato al
respiratore.”Stalle vicino. Stai attenta a non tirare i tubi, anche
se è in coma il dolore lo sente.”spiega l'infermiere attaccando la
sacca del sangue alla cannula nella mano della ragazza infine imposta
il macchinario, lei guarda le gocce scendere nel contagocce
lente.”Grazie... sua madre arriverà con l'aereo stasera...”dice
l'adolescente piangendo, l'uomo prende una sedia poi siede vicino
alla ragazza.”E' Argentina la ragazza. Ho vissuto là due
anni.”spiega sorridente cercando di distrarla.”Sì. Viviamo a
Buenos Aries. Siamo venute per fare un anno qui.”dice prendendo la
mano dell'amica.”Non piangere... falla sentire amata e
parlale...”mentre parla suona l'allarme del letto vicino quindi si
alza per andare a controllare. Compone il numero di Pia.”Ciao!
Anto è bella l'Italia? Ci manchi!”domanda l'amica curiosa
pensando fosse Antonella.”Antonella in rianimazione... l'hanno
investita...”non riesce a parlare dunque spegne la telefonata. Gli
unici suoni che si sentono sono i respiratori e le macchine delle
flebo. Antonella dorme tranquilla. Patty guarda in giro: è una
grande stanza con il muro bianco, le piastrelle grigie e a dividere i
sei letti ci sono delle tende azzurre. Arriva l'uomo a controllare la
flebo.”Devo attaccarle la flebo nel collo... ci metto un
minuto.”mentre infila un tubo nella cannula del collo Patty piange
disgustata, sa che lo fa perché è costretto ma si impressiona
comunque; quando finisce se ne va lasciandola sola con
l'amica.”Svegliati presto... non posso vederti così... torna con
le tue amiche basta che ti svegli.”sussurra alla ragazza. Resta là
finché non è sera. Controlla l'orologio appeso al muro essendo le
20.00 sfila i calzari poi torna casa, mentre cucina una zuppa suona
il citofono vedendo che è Bianca apre.
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