UN RECUPERO COMPLICATO
- Non sono sicura di aver capito.
La ragazzina abbassò lo sguardo, intimidita. Cercava le parole
giuste per spiegarsi meglio, attorcigliandosi un lembo dell'abito
attorno le dita. K, dal canto suo, fissava Lafitte, raggomitolato in
grembo alla giovane ospite, come se la colpa di tutta
quell'assurdità fosse dell'animale.
Lo era, ovviamente, ma questo lei ancora non lo sapeva.
- Ecco, io vi ho fatto visita per ringraziarvi dell'aiuto di qualche
tempo fa, - K aggrottò le sopracciglia: non ricordava, ma in
fondo era occupata con l'aggressore della ragazza, quella volta. - e ho
pensato che sarebbe stato carino portare un dono...
Guardò sconsolata il volume antico appoggiato sul tavolino da
thé fra i due divani, che la separava dall'assistente del
prestigiatore, sempre più accigliata.
- Poi, appena entrata, sono inciampata, il libro è caduto e... uhm.
Lafitte si rigirò, acciambellandosi in modo da dare le spalle a
K. Sia mai che la rossa capisse che era stato lui ad aver provocato
quell'incidente, passando a tutta velocità davanti l'ospite.
- Si è aperto e quel cretino è stato risucchiato al suo interno?
La ragazza annuì, mortificata. K sospirò, esasperata.
- E come dovremmo fare per recuperarlo? Io non conosco la magia, era lui quello esperto.
- Ah, ma a questo posso pensare io! - la fanciulla si rianimò,
muovendo le mani in un gesto spontaneo che creò delle foglie a
mezz'aria, che ricaddero sul tappeto persiano mentre la giovane fata,
in preda all'imbarazzo, cercava di porre rimedio a quell'involontaria
espressione magica. - Mi serve... mi serve giusto un piccolo aiuto, non
sono ancora esperta...
K sentì chiaramente la vena sulla tempia destra pulsare. No, un altro mago no.
Sospirò pesantemente.
- Prima ho bisogno di una camomilla.