Make your choice.

di Regina_S14
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Make your choice.
 

Ti amo.
Di questa parola so tutto il peso
- l'orrore e la meraviglia-
eppure te la dico, quasi con tranquillità.
L'ho usata così poco nella mia vita,
e così male, che è come nuova per me.
(C.Pavese)


''Emma, dovrai parlare prima o poi. Noi...dovremmo parlare.''
Regina continuò a fissare la donna che le stava sdraiata accanto. Beh, una cosa era certa: per Emma il momento di parlare non era ancora arrivato.
La bionda sembrava essere diventata di pietra come il nano che decorava il giardino del sindaco. Se Regina Mills non avesse saputo che il suo materasso era forse tra i migliori di tutta Storybrooke, avrebbe scommesso che Emma Swan in quel momento fosse sdraiata su una lapide.
''Emma, io credo... credo di sapere a cosa stai pensando, ma non è successo nulla. Non può essere successo qualcosa.''
Silenzio, forse un respiro più profondo da parte dello sceriffo, ma niente di più.
Regina sbuffò portandosi una mano alla fronte mentre continuava a fissare il soffitto; aveva a malapena avuto il coraggio di parlare e dare un'occhiata rapida ad Emma, figurarsi mantenere un vero contatto visivo. Toccarla poi, magari posarle con fare rassicurante una mano sulla spalla, era a dir poco impensabile.
Il problema era la memoria. Non ricordava e se c'era una cosa che Regina Mills odiava era proprio dimenticare. Non essere cosciente delle sue azioni.
Si erano semplicemente risvegliate in quel letto, come se fosse una cosa normale, qualcosa che era stato ripetuto per anni. Regina se ne era accorta da come si era svegliata completamente a suo agio nonostante una persona dormisse a meno di 20 centimetri da lei. E questo era strano. Questo l'aveva portata ad aprire gli occhi con un misto tra paura e sorpresa. Paura per sapere chi potesse essere la persona alla quale avesse permesso così tanto. Sorpresa perché non avrebbe mai pensato di arrivare a così tanto. Neanche con Robin era mai riuscita a condividere il letto. L'unica notte che l'uomo si era fermata da lei si era ritrovata a dormire sul divano.
Il Sortilegio.
Sì, era colpa del Sortilegio. Regina questo lo ricordava. Il matrimonio di Emma...il matrimonio?
Oddio quello è reale.
Il sindaco sentì una stretta a livello dello stomaco e quasi si rassicurò di ritrovare una sensazione comune. Non era forse quel leggero dolore che provava da più di un anno?
Robin è morto.
Ah sì, quella morsa allo stomaco doveva essere per colpa di Robin.
E anche i litri di sidro scolati nella settimana precedente al matrimonio della salvatrice.
Senza dubbio.
Emma ed Hook avevano avuto il loro lieto fine e lei no.
Spiegazione semplice e in qualche modo logica. Sì, Regina amava quando le cose erano logiche anche a costo di convincersi di qualcosa a cui neanche lei credeva.
Ma fatto stava che erano state colpite da un Sortilegio e quella era l'unica cosa che entrambe ricordavano. L'unica cosa certa che Emma Swan le aveva confermato a fil di voce prima di cadere nel silenzio più totale.
Poi nient'altro, il loro primo ricordo era stata la stanza da letto del sindaco.
''Dovrei strappare le ali a quell'inutile fatina, la prossima volta che la vedrò'' rifletté Regina ad alta voce prima di mordersi la lingua. Era una cosa che faceva normalmente, parlare ad alta voce, perché il più delle volte non c'era nessuno che potesse ascoltarla. Al massimo Zelena, ma per lei i pensieri del sindaco erano poco più che storielle per bambini. Ma in quel momento non era sola.
Scoccò una rapida occhiata alla bionda, ma non notò il minimo di segno di turbamento.
Figuriamoci se si fa turbare da queste cose, dopo aver avuto il coraggio di sposare quel pirata...
Regina!
Avrei preferito di gran lunga Neal.
Regina!

Regina alzò gli occhi al cielo mentre la sua parte buona e cattiva bisticciavano tra di loro.
Dovrò parlare con Archie a proposito di questo... pensò mettendo finalmente a tacere il suo angelo e demone personale.
''Miss Swan, quando pensa di finire il gioco del silenzio mi faccia un fischio...o mi chiami. Insomma non rimarrò qui.''
No, se c'era una cosa che Regina Mills non aveva era la pazienza.
Ma mentre si stava alzando dal letto si sentì afferrare per un polso.
''Emma, inutile che...''
Non terminò la frase perché i suoi occhi si scontrarono con quelli della ragazza che mai prima di allora le erano sembrati così trasparenti e puri.
Poteva leggere l'anima di Emma Swan in quel momento.
Non te ne andare.
''Ok'' rispose Regina alla tacita affermazione della donna ''rimango. Ma dovrai spiegarmi perché questo silenzio'' continuò sdraiandosi ''e non mi importa quanto ci vorrà, aspetterò per giorni se necessario.''
E quello era vero. La pazienza del sindaco di Storybrooke non era molta quando si trattava del mondo intero, ma per Emma Swan aveva sempre fatto un'eccezione. Fin dal primo giorno in cui si erano incontrate sul vialetto di casa sua.
E se Emma in quel momento avesse trovato le parole, senza dubbio le avrebbe confidato che il gene della testardaggine sembrava così radicato nella famiglia Mills che perfino Henry ne era stato contagiato.
''Non vedo l'ora di scoprire come il sortilegio sia stato spezzato solo per potermi immaginare l'espressione di quella odiosa zanzara'' disse ad alta voce Regina continuando il suo monologo come per compensare il silenzio della sua compagna ''probabilmente ci sarà stato lo zampino di Gold. Forse è riuscito ad ucciderla e a fare una cosa buona nella sua vita...magari è riuscito a salvare anche Gideon. Forse questa era la battaglia finale, forse non riguardava te...vedi, Emma, ti sei allarmata per nulla e sposata in gran fretta per...nulla'' Regina Mills fece schioccare la lingua come per bloccare il lato maligno che la stava facendo parlare.
Ma dopotutto era risaputo che quell'uomo non fosse adatto per la madre di suo figlio...non è vero?
Quando Charming smetterà di fargli gli occhi dolci...
Regina aggrottò le sopracciglia. Dio, quell'uomo piaceva alla famiglia di Emma! E mezza città lo riteneva un eroe.
''Cioè...se vi foste sposati più tardi forse avremmo trovato una location più adatta o...un giusto celebrante che avesse veramente i poteri per unirvi in matrimonio'' Regina capì che forse era arrivato il momento di tacere per non rivelare come erano andate veramente le cose. In verità sarebbe dovuta essere lei, in qualità di sindaco, a celebrare il matrimonio, ma si era rifiutata.
Gli unici che ne erano a conoscenza erano sua sorella ed Archie. E se con la prima era bastato prometterle una serata con del vino e senza bambini per farle mantenere il segreto, con il secondo era dovuta ricorrere a una velata, ma non troppo, minaccia di morte.
Le venne da ridere: pur di non celebrare lei stessa quell'unione aveva lasciato il compito a un insetto verde. Ironico, vero?
''Chissà se gli altri sono tornati...magari non hanno neanche mai lasciato la città. E tuo marito? Ti starà cercando. Forse dovremmo uscire e...''
''Regina.''
La mora trattenne il fiato. Emma continuava a non guardarla, ma aveva parlato. Aveva pronunciato il suo nome.
''Cosa, Emma?''
Ennesima domanda a vuoto e Regina si girò impaziente su un fianco per poterla guardare. I primi momenti di tentennamento erano finiti.
''Ricordi, non è vero? Tu ricordi quello che è successo durante il sortilegio...''
Emma distese piano le labbra e Regina capì che quello non era altro che una conferma.
''Perché non vuoi dirmelo? È così grave? Mi volevi morta?''
La ragazza non rispose.
''Mi volevi morta, non è vero? Eri piombata in casa mia per uccidermi nel sonno? Puoi dirmelo, Swan, ne abbiamo passate così tante che...''
''Regina, non parlare.''
Se qualche anno prima qualcuno si fosse permesso di rivolgersi a lei in quel modo, Regina lo avrebbe senza dubbio ridotto in cenere. Ma, Regina non era più la stessa e anzi agì in un modo che neanche lei avrebbe ritenuto possibile.
Allungò una mano sfiorando il volto della ragazza togliendole i capelli che le coprivano la fronte, ma quando si rese conto di quello che stava veramente facendo ritrasse la mano, quasi impaurita.
''Non parlerò, ma sappi che mi stai facendo preoccupare.''
''Non c'entra Henry.''
Oh.
Un'altra frase era uscita dalla bocca della bionda, era già qualcosa.
''Non mi preoccupo solo di Henry, ma anche di te, Emma. E lo sai bene. Non esiste solo mio figlio nella mia vita, esisti...tu'' Regina sentì come se l'aria le fosse stata prosciugata improvvisamente dai polmoni dopo quella affermazione. Quasi in preda al panico costrinse il suo cervello ad elaborare dolorosamente un altro pensiero ''tu e Zelena, ovviamente, e tua madre e sì anche Charming e...'' chiuse la bocca di scatto. Perché diavolo aveva detto quella cosa?
Regina, contegno.
La voce di sua madre le risuonò nella mente facendole riprendere il controllo di sé.
''Oh dannazione Swan! Cosa sarà successo di così grave, mmh?''
La mora si era alzata a sedere sul letto.
''Regina, n-''
''E smettila di pronunciare il mio nome, mi dà fastidio!''
''Come vuole, sindaco.''
Dio, l'avrebbe buttata giù dal letto in quel momento. Dal suo bellissimo letto.
''Dammi un motivo per non trascinarti fuori da casa mia!''
Il volto di Emma prese leggermente colore, ma continuò ad evitare il suo sguardo.
''Io...''
''Miss Swan!''
''Noi...''
''Fantastico, pensi che non mi ricordi i pronomi personali? Fortunatamente me li ricordo perfettamente perché tua madre era così inadatta a fare la maestra che io dovetti insegnarli ad Henry!''
Il contegno è andato a farsi fottere, Regina.
Lo Sceriffo aggrottò le sopracciglia.
''Ma cosa cavolo...pronomi personali?''
Regina sospirò.
''Lascia stare. Spiegami come il sortilegio è stato spezzato. Rumple ha ucciso finalmente sua madre? Noi l'abbiamo uccisa? Hook ha smesso di bere? Tua madre per un momento non è stato petulante?'' il sindaco di Storybrooke agitò esasperata le mani ''vuoi aprire quella bocca, Swan?!''
La ragazza prese fiato prima di rispondere.
''Non è stato ucciso nessuno. È...è difficile e so che la prenderai male.''
''Invece di sposare capitan senza mano sposavi me?'' buttò lì Regina ridendo.
Ma Emma non rise, tutt'altro.
Emma deglutì e lo fece in un modo fin troppo esplicito.
''Cosa? Cos'è quella faccia?''
''Non è niente di importante, ormai è tutto finito. Noi siamo tornati...noi.''
''Oh no!'' Regina si alzò bruscamente dal letto ''Non te la caverai così, io devo sapere cosa è successo e se non me lo dirai tu lo andrò a chiedere a qualcuno qui in città!'' continuò la donna puntando il dito verso lo sceriffo.
''Dio, Regina, fai quello che vuoi, ma non uscire così.''
''Perch-'' la domanda morì sulle labbra del sindaco quando abbassò gli occhi sul suo abbigliamento.
Una sottoveste?!
Era in un letto con Emma Swan indossando una sottoveste? Ed Emma Swan la stava guardando farneticare ai piedi del letto in quel modo?
''Ma cosa è successo in questo maledetto sortilegio'' riuscì solo ad esclamare mentre apriva l'armadio per prendere una vestaglia. Fortunatamente il gusto in fatto di abiti sembrava essere rimasto lo stesso.
''Ho una cosa che devi leggere.''
''Riguarda al sortilegio?''
Regina Mills si legò la cintura della vestaglia con impazienza mentre strappava dalle mani la lettera che l'altra donna le stava porgendo.
''È sigillata, come vedi. Non l'ho letta perché tu non volevi che io lo facessi prima...prima della fine del sortilegio. Ora è meglio che vada...''
''No...Emma resta.''
''Sono convinta che la Regina del sortilegio sia stata abbastanza persuasiva dal convincermi che non sarei dovuta rimanere mentre leggevi questo foglio.''
''Mi stai preoccupando...''
Emma alzò le spalle mentre indossava di nuovo la sua giacca.
''Non c'è nulla da preoccuparsi. Ritornerà tutto come prima.''
E in un attimo Emma Swan non era più nella stanza. E dopo poco neanche più nella sua casa.
''Vediamo...'' mormorò Regina aprendo con dita tremanti la lettera facendo saltare il sigillo.
Sì, era senza dubbio la sua calligrafia.

 

''Mi sembra così strano in questo momento scrivere una cosa a me stessa. Ma so che non ti fermerai fino a quando non riceverai delle risposte logiche e chiare quindi...eccomi qua per dirle. Chi meglio di te stessa potrebbe chiarirti ogni cosa?
Mia cara, io sono stata diversa da te, la Regina del sortilegio ha forse avuto più...coraggio?
Senza dubbio.
Ho avuto il coraggio di accettare quella che sono e soprattutto quello che provo.
Ho avuto il coraggio di capire che quella morsa allo stomaco che ho provato, che abbiamo provato, in tutti questi anni aveva solo una fonte.
E io l'ho accettato. L'ho accettato e ho affrontato tutto questo, forse mettendo a rischio tutto: le mie amicizie, la mia famiglia, la mia città.
Ma sono andata da lei e gliel'ho detto, così come lo sto dicendo a te.
E non ti chiedere a quale lei io mi riferisca, non fare finta di non capire, perché lo sai benissimo di chi parlo.
Abbiamo un brutto cuore Regina, molto brutto. E abbiamo permesso a poche persone di entrarci.
E quando lo abbiamo diviso con la nostra parte cattiva pensavamo che in qualche modo l'amore per lei sarebbe diminuito. Che non avrebbe fatto male vederla ogni giorno. Che avremmo perfino sopportato vederla felice accanto ad un'altra persona. Ma non è successo, il nostro cuore è stato diviso, ma il sentimento è rimasto lo stesso.
Dio mio Regina, fa così male, m a non puoi capire la liberazione quando quelle poche parole sono uscite dalla mia bocca.
E la sua faccia? Ah, ho visto il paradiso.
Non ci avrebbe rifiutate Regina, non lo avrebbe fatto anni fa e non lo farebbe neanche ora.
E non mi ha rifiutata.
Sai cosa vuol dire baciarla? Forse no. E passare le mani tra i suoi capelli? Quel suo profumo di cannella ti entra nelle vene se le stai così tanto vicina. Ti intossica, ma non vorresti fare altro che continuare ad avvelenarti.
Ma ho deciso di dimenticare dopo che io ed Emma abbiamo spezzato il sortilegio.
Il bacio del vero amore è così potente come dicono. E non serve solo per spezzare magie. Ti scuote fin nel profondo, sei capace di sentire ogni singola cellula del tuo corpo sporgersi verso l'altra persona.
Ti confesso, Regina, che in quel momento mi sono chiesta cosa sarebbe stato vivere tutta la vita con quella sensazione. Vivere con la consapevolezza di amare così tanto e di essere amata in egual misura.
Ma ho voluto dimenticare.
Per questo ho dato questa lettera a lei. Per questo le ho detto che non avrebbe dovuto rimanere lì con te.
Ti ho dato la possibilità di scegliere e l'ho data anche a lei.
Lei potrebbe tornare da Hook, ora che hai dimenticato, e tu potresti continuare a non avere il coraggio di dirle quello che veramente provi.
Non volevo che la versione di Regina del sortilegio potesse decidere per te.
Per voi.
Fai la tua scelta, Regina.''


Regina in lacrime guardò per la stanza fino a quando non la vide: una boccetta era posata sul comodino.
Come ho fatto a non averla vista prima?
Aveva deciso di dimenticare. Aveva deciso di concedere ad Emma e a se stessa un'altra possibilità.
Muovi quel culo e vai da Emma Swan.
Improvvisamente sembrava che tutte le parti di lei fossero finalmente d'accordo su una cosa.
E in un attimo aveva indosso dei vestiti che non si era neanche curata di scegliere ed era in macchina non sapendo neanche la sua destinazione.
E le mani le tremavano sul volante della sua macchina mentre nervosamente guardava dal finestrino alla ricerca di una chioma bionda.
''Dove sei, Swan?''
Vagò per la città finché non la trovò, al porto, seduta su una panchina.
''Emma!'' disse il suo nome solo quando le fu vicina. Per tutti i metri in cui era corsa verso di lei i suoi polmoni non glielo avevano permesso.
''Regina!'' la ragazza sobbalzò presa completamente alla sprovvista e solo allora Regina si accorse che tra le mani si rigirava un anello.
Quell'anello.
''Ah'' uscì solo dalla bocca del sindaco mentre sentiva ogni singola parte del suo corpo cedere.
Emma Swan aveva scelto e come sempre la scelta non era ricaduta su di lei. Non era mai ricaduta su di lei.
''Me ne vado, ti...vi lascio soli'' sussurrò la mora voltandosi appena per vedere la Jolly Rogers attraccata al porto. Come poteva odiare così tanto una nave?
Sorrise, Regina, sorrise ad Emma come aveva sempre fatto in quegli anni. Con quel rimorso che le rendeva il sorriso ''spezzato''.
Un passo dallo Sceriffo.
Almeno una parte di lei aveva provato cosa fosse l'amore.
Due passi dalla Salvatrice.
Perfino la sua parte cattiva ci era riuscita.
Tre passi da Emma.
Solo lei sarebbe rimasta sola.
Quattro passi dal rimpianto più grande della sua vita.
''Aspetta, non....non andare.''
Regina si fermò lasciando in sospeso quel quinto passo che sapeva benissimo che prima o poi sarebbe arrivato.
''Hai ricordato?''
La voce di Emma le arrivò come un sussurro alle sue spalle.
''No'' Emma sospirò, forse era sollevata ''ma c'è qualcuno che mi ha detto tutto. O meglio, quello che era veramente importante da sapere.''
''Cosa? Chi?''
''Me stessa.''
Cinque passi dal suo vero amore.
Poi una mano sulla spalla la costrinse a voltarsi e Regina non oppose resistenza. Sapeva già cosa la Salvatrice avrebbe detto. Sapeva già come sarebbe andata a finire.
Sei un fallimento, Regina.
L'ennesimo rimprovero di Cora, nella sua mente, nelle sue orecchie.
''Mi aveva promesso che non ti avrebbe detto nulla...di noi'' iniziò Emma mordendosi il labbro inferiore ''mi aveva detto che quella lettera era appartenuta a Robin e che avrei dovuto dartela...dopo il risveglio.''
''Cosa?''
''Sei malefica, Regina. Veramente.''
''Voleva darmi la possibilità di scegliere....voleva darci la possibilità di scegliere quello che veramente volevamo.''
''Io non avevo bisogno di scegliere. Ma tu sì, a quanto pare.''
''Sì, ho visto che tu hai già scelto...'' Regina abbassò lo sguardo sull'anello che la ragazza continuava a tenere in mano prima di spostare lo sguardo verso il mare pur di non piangere.
''Credi davvero che non ti sceglierei?''
''Mi hai mai scelta, Emma?''
Lo sceriffo fece un passo indietro, come se quelle parole l'avessero ferita più di quanto volesse dare a vedere.
''Sono stata un'idiota, lo so. Lo sono stata con Graham, con Neal, con Killian...sono sempre scappata da te, Regina.''
''Mi odi così tanto, non è vero?''
''Lo sai che non è così.''
''Hai scelto Hook, lo hai portato all'altare. Penso che ci sia poco da dire...''
''Non avevo scelta, Regina. Killian era la mia unica sicurezza, il mio unico punto certo. Lui era il mio porto. E tu...tu Regina sei la tempesta. E io non ero pronta a tutto quello che sarebbe nato se ti avessi scelta...''
''Non fare la bambina. Nessuno ti ha obbligato a sposarti.''
''Lo so e non ho detto questo. Quando stavo con Hook ero lo sceriffo, la salvatrice, la biondina o semplicemente Swan'' la ragazza sorrise tristemente ''con te sono stata sempre solo Emma. E questa Emma è stata sempre e solo tua.''
Regina scosse la testa.
''Stavi?''
''Ci siamo lasciati, mentre tu leggevi quella dannata lettera io l'ho lasciato. Ho scelto te e lo farò sempre. L'ho fatto ogni giorno in questi anni. Ho scelto te mentre ti odiavo e ti ho scelta amandoti. E..''
Emma abbassò lo sguardo lasciando cadere l'anello a terra.
''Sono stata una stupida'' mormorò Regina mentre osservava il diamante brillare nell'erba ''avrei dovuto farlo molto tempo fa.''
E subito dopo non si capì più dove una finisse e l'altra iniziasse.
Erano solo una mescolanza di colori.
Nero e biondo.
Bianco e rosso.
E per la prima volta Regina provò il vero amore.
E ricordò, ricordò ogni cosa e rimase senza fiato mentre le emozioni provate dall'altra Regina si andavano a sommare alle sue.
''Ricordo'' disse con semplicità staccando di poco le labbra dall'altra rimanendo comunque vicina a lei ''ricordo tutto.''
''Mi hai scelta?''
''Io ti sceglierò sempre.''
E questa volta il sorriso di Regina fu senza rimpianti.


Nota: Salve a tutti! Vorrei ringraziare il gruppo facebook ''Maybe I need you'' per avermi fatto regalo di un prompt con il quale sono riuscita a scrivere questa piccola storia! Grazie!
Per chi segue ''Mirror'' posso garantirvi che  a breve verrà pubblicato il seguito. Scusatemi ma questo periodo è stato super intenso!
A presto e buon San Valentino!
Sara.





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