Capitolo 14: Doni
Si svegliò.
Gli sembrava di
aver dormito per giorni interi.
Si trovava in una
stanza spoglia…bianca.
Capì subito di
trovarsi in ospedale. Ormai stava diventando una abitudine che dopo una
missione finisse in quel luogo.
Qualcosa di
positivo c’era in questo.
Almeno quando si
svegliava, non trovava la casa vuota. In ospedale ogni volta che riprendeva
conoscenza, c’era sempre qualcuno ad aspettarlo.
Non voleva che
nessuno si preoccupasse per lui, ma doveva ammetterlo, vedere che c’era
qualcuno deh teneva a lui e glielo dimostrava, gli piaceva.
Anche quella volta
trovò qualcuno al suo fianco: Sakura.
La ragazza si era
addormenta sulla sedia accanto al suo letto in una posizione alquanto scomoda.
Si mise a sedere.
Aveva troppo mal
di schiena per continuare a rimanere in quella posizione sdraiata.
Sentì un forte
dolore all’occhio destro.
Per istinto si
portò la mano sopra.
Aveva delle bende
che lo coprivano per gran parte del viso.
In quel momento
ricordò lo scontro avvenuto con Sasuke.
Ancora una volta
aveva fallito nel suo intento di riportare a casa il compagno.
Di una cosa era
sollevato. Sakura non aveva fatto la brutta fine che NARUTO aveva predetto.
Ma lo preoccupava
il fatto che poteva ancora succedere l’evento che gliel’avrebbe portata via per
sempre.
Naruto si girò ad ammirare il cielo.
Gli dava un po’
fastidio il fatto che da quel giorno in poi, avrebbe visto solo metà mondo per
volta, ma se ripensava a quello che avrebbe perso se non avesse compiuto quel
gesto, lo faceva stare male.
Se dovesse tornare
indietro, rifarebbe tutto, avrebbe anche perso entrambi gli occhi se sarebbe
servito a salvare la sua Sakura.
Ora si domandava
se sarebbe stato in grado di continuare a essere un ninja. NARUTO lo era
nonostante avesse lo stesso problema, ma lui avrebbe saputo fare lo stesso?
Sentii un piccolo
lamento. Si girò verso la persona che si stava lamentando.
Sakura lo stava
sognando.
Aveva pronunciato
il suo nome.
Sorrise.
Era davvero
carina.
La ragazza
cominciò ad aprire gli occhi. Inizialmente si sentì confusa, ma appena vide la
figura del ragazzo sul letto di ospedale, il flashback di quanto avvenuto con Sasuke le tornò in mente.
Si alzò di scatto
in piedi, come a voler accertare che non stava sognando e di averlo visto
sveglio davvero.
“Ciao Sakura!”
disse Naruto guardandola con dolcezza.
Sakura lo fissò
per un attimo come se fosse la prima volta che lo vedeva in vita sua. Poi le
prime lacrime cominciarono a scendere e senza nemmeno accorgersene, si
ritrovava abbracciato a Naruto con le braccia intorno
al suo collo.
Naruto le accarezzava dolcemente i capelli per riuscire a tranquillizzarla e ne adorò l’odore.
Adorava il
profumo di Sakura. Quando lo sentiva, non poteva fare a meno di pensare a tutti
i bei momenti passati con lei.
“N-Naruto!” disse la ragazza fra un singhiozzo e l’altro. “Naruto! Per fortuna ti sei svegliato! M-mi
dispiace tanto! Perdonami se…se sono sempre di
impiccio! Io…tu…non dovevi farlo!”
Naruto l’afferrò alle spalle per allontanarla da se. Il suo
sguardo era serio.
“Sakura, di cosa
stai parlando?” chiese Naruto sgranando gli occhi.
“I-il tuo occhio! È colpa mia, solo colpa mia. Non dovevi
intervenire, in qualche modo me la sarei cavata!” disse Sakura portandosi le
mani al volto per asciugare le lacrime.
Naruto si arrabbiò “Non dire stupidaggini. Sasuke ti avrebbe uccisa! Sai quanto mi sarebbe importato di avere la
vista, se non potevo vederti tutti i giorni!” disse Naruto
rattristandosi pensando a quella eventualità.
“E poi non mi fa
male! Non ti devi preoccupare!” disse sorridendo a 32 due denti, ma quel gesto
lo fece gemere dal dolore e piegare in due.
“Naruto!” lo chiamò preoccupata e sorreggendolo.
In quel momento la porta della stanza si aprì “Oh
vedo che ti sei ripreso! Era ora” disse una voce di donna.
“N-nonna Tsunade!” disse Naruto con una voce che faceva ancora trasparire il male
che aveva sentito.
La donna sorrise “non
riesci proprio a stare fermo!” disse con finto tono di rimprovero.
“Ho solo sorriso…o almeno ho tentato” disse il ragazzo.
“Dato che ogni
smorfia che si fa, muove molti muscoli facciali, dovrai cercare di rimanere
serio il più possibile, se non vuoi sentire dolore!”
Naruto sbuffò “Per quanto dovrò stare qui?” chiese il
ragazzo. Ovviamente si era già stufato di rimanere in quel luogo.
La notte ritornò
presto e Naruto si riaddormento di nuovo, ma non fu
un sonno tranquillo.
Si ritrovo in un
posto buio, che lentamente si schiarì permettendo almeno in parte la visione.
Sapeva in che
luogo si trovava.
Poi ad un certo
punto la conferma. Un enorme cancello d’oro, con sopra applicato un sigillo,
comparve.
Rimase fisso a
fissare la gabbia per un po’ ignaro del motivo per cui si trovava li.
“Naruto!” lo chiamò una voce roca.
Il ragazzo
sorrise.
“Salve Kyuubi!” disse
tranquillamente il ragazzo. Quell’essere da tutti tanto temuta al ragazzo non
incuteva nessun timore…o almeno non più.
“Come osi
rivolgerti così a me! Hai dimenticato chi sono?” disse la volpe ringhiando.
Naruto tornò serio e sbuffò “Quindi è tutto finito? Il legame che si era creato tra noi?”
La volpe ringhiò
nuovamente “Non c’è stato nessun legame!”
“Ah no? chi è che
mi teneva compagnia quando ero prigioniero dell’akatuki?
Chi mi consolava quanto temevo di morire. Chi mi tranquillizzava dicendomi che
presto sarebbe tutto finito?” disse il ragazzo con voce grave.
“Povero illuso! L’ho
fatto solo per darti il coraggio di andare avanti e resistere. Se ti fossi
arreso, ci sarei andata anche io di mezzo!” disse la volpe con un sorriso
maligno.
Naruto strinse i pugni. Sapeva che da un demone poteva
aspettarsi di tutto, ma lui aveva creduto in una possibile amicizia,
soprattutto venendo a conoscenza del rapporto tra NARUTO e il suo bijuu.
Il ragazzo aveva
la testa china e non parlava.
“tu lo sai che io
non mi arrendo mai! Ho un sogno da realizzare e una promessa da mantenere. Per quanto
possa essere stato male in quel covo, per quante volte ho avuto paura, non mi
sarei mai arreso…per niente al mondo. Questo tu lo
sai. Lo sai meglio di me. Mi conosci da quando ero solo un neonato.
So che per un
demone come te, voler bene a qualcuno e qualcosa di vergognoso, ma ricordo che
quando ero un bambino di pochi anni, mi sei stato accanto come se fossi stato
un mio genitore. Mi hai insegnato tu a non arrendermi mai e che se uno si
impegna arriva al traguardo che si è prefissato. Sei tu che mi hai sempre
aiutato quando ero in pericolo di vita…sia prima che
dopo essere diventato ninja. Sei tu che mi cantavi la ninna nanna per farmi
addormentare nelle sere più buie, quando anche solo la mia ombra mi
terrorizzava. Mi sei sempre stato accanto Kyuubi,
tanto che non potrei nemmeno più fare a meno di te.” Naruto
strinse i pugni a quei ricordi “Spesso ti ho odiato, dandoti la colpa di tutti
i miei problemi. Poi ho capito. Non centravi tu. La colpa è delle persone che
mi hanno fatto sentire uno straniero a casa mia, che mi hanno sempre
disprezzato senza spiegarmi il motivo. Quello che ho passato è solo colpa della
cattiveria umana, che è più subdola di quella di un demone, dato che per quest’ultimo
è nella sua natura e non sa fare altro. Ma pensavo che tu fossi diverso. Mi ero
ricreduto sul tuo conto. Ti avevo accettato per quello che eri e in un certo
senso mi sentivo fortunato a essere stato scelto io come tuo jinchuuriki!”
Naruto non potè più guardarlo
negli occhi, si sentiva deluso. Lui ci aveva creduto e voleva ancora crederci nonostante
le parole del demone “Ma se per te tutto questo non significa niente…allora vuol dire che mi sono sbagliato, che ancora
una volta ho voluto dare fiducia a ciò che mi circonda! Mi dispiace che sia
così per te e che io sia solo un impiccio. Ti lascerei libera se potessi, ma
dato che quello che hai fatto per me in questi anni, era stato solo per la tua sopravvivenza,
questa volta sarò anch’io egoista. Togliendo quel sigillo, sarei io a morire,
quindi ti conviene arrenderti e non provare a trovare un modo per svignartela, perchè tu mi terrai compagnia finchè
non morirò!”
La volpe ringhiò
mentre vedeva il ragazzo andandosene.
“I miei
complimenti moccioso! Vedo che hai imparato a non farti mettere i piedi in
testa!”
Naruto si girò a guardarla e alzò il sopracciglio.
“vedo che
rispetto al passato, non ti faccio alcuna paura!” disse sorridendo.
“Non vedo come un
demone in gabbia, debba farmi paura!” disse sfrontatamente il ragazzo con tono
di sfida.
“Modera i termini
ragazzo, ricorda chi hai davanti!” Naruto continuava
a fissarla senza battere ciglio e senza mostrare alcun segno di cedimento verso
di lui “Ammetto che la tua grinta mi piace e per questo ti voglio fare un dono!”
disse Kyuubi attirando l’attenzione del ragazzo, il
quale ascoltò interessato la proposta.
“Ti darò un nuovo
occhio, ma che potrai usare solo in combattimento. Affinché ciò avvenga il mio
e il tuo chakra si mischieranno e dato che per quanto
tu sia abituato a usufruire del mio chakra, il tuo
corpo risentirà sempre dei lati negativi di esso. Per questo ti dico di non
farne troppo abuso.”
Naruto lo guardò scettico. Ovviamente il demone non poteva
fare una buona azione senza niente in cambio. Ma la volpe disse che non aveva
nessun secondo fine, a sorpresa del ragazzo e anche di se stessa.
Kyuubi sapeva che, in tutti quegli anni a contatto col
ragazzo, era cambiato. Aveva perso parte della sua malvagità. Gli si era
affezionato molto e lo considerava quasi come un figlio. Infondo come Naruto aveva sostenuto, lui lo conosceva da quando era solo
un neonato ed era stato lui a prendersi cura del piccolo e a cullarlo quando
piangeva. Lo faceva solo nell’inconscio del bambino, ma quei gesti rimasero nei
cuori sia del bijuu che del ninja.
Naruto pensò alla proposta fatta.
Sorrise.
“Vedi che mi vuoi
bene? in un modo o nell’altro mi aiuti sempre!” disse il ragazzo “Ammettilo! Dì
che mi vuoi bene!”
“Mai!” ringhiò la
volpe. Non lo avrebbe mai ammesso. Non poteva mostrarsi debole. Non sapeva che
voler bene a qualcuno era tutto tranne che un segno di debolezza.
Naruto si svegliò di soprassalto. Nonostante non avesse
avuto nessun incubo, si sentiva strano.
Il dolore all’occhio
era passato definitivamente. Doveva esserci lo zampino della volpe.
Provò a fare
qualche smorfia per vedere se il dolore si era solo assopito. Non successe
niente.
Per istinto si
tolse le bende e si toccò l’occhio. La cicatrice era ancora il suo posto.
Provò a vedere se
Kyuubi aveva fatto ciò che gli aveva detto, ma non
riuscì ad aprire l’occhio. La parte destra del mondo rimaneva buia.
Il ragazzo
sospirò.
Si diede dello
stupido. Il bijuu non poteva avergli fatto un dono,
senza chiedere qualcosa.
“sbagli! Sta volta
Kyuubi ha fatto quanto detto!” disse una voce di un
uomo che si nascondeva in un ombra creata dalla luce della luna piena che
entrava nella stanza.
Naruto sgranò l’occhio vedendolo e accanto a lui c’era una
piccola e tenera volpe.
“Io se dico una
cosa, la faccio! Sono un demone di parola. Abbi solo pazienza e quando sarà il
momento l’occhio farà la sua comparsa!” gli spiegò.
Il ragazzo si
sorprese.
“Come fate voi a
sapere che…”
“Per il semplice
fatto che anche al sottoscritto è stato fatto lo stesso dono” disse NARUTO
Anche l’uomo
aveva potuto usufruire dell’occhio speciale che Kyuubi
gli aveva promesso, un occhio di cui non poteva più fare uso a causa della
rottura del sigillo.
Gli raccomando
una cosa. di non fare troppo affidamento sul dono di Kyuubi
come aveva fatto lui.
“Se mi fossi
esercitato maggiormente a combattere con solo il mio occhio sinistro, non avrei
tutte le difficoltà che ho ora per tirare un kunai o
schivarlo!” disse NARUTO serio.
Il ragazzo annuì.
Passò un intera
settimana e Naruto potè
finalmente uscire dall’ospedale.
Non aveva fatto
parola con nessuno di quanto successe quella notte. Sarebbe stato sommerso di domande…alle quali non avrebbe saputo rispondere.
Le cose fra lui e
Sakura andavano a gonfie vele.
La ragazza
continuava a sentirsi ancora un po’ in colpa per quanto accaduto al suo
ragazzo, soprattutto quando questo finiva per cadere dalle scale a causa della
visione un po’ distorta della profondità. Ma Naruto
sapeva come rassicurarla e cioè con un bel sorriso.
Un giorno però
non volle solo sorriderle, ma decise di invitarla in un bel localino a cena.
La ragazza si era
vestita con un kimono color pesca che le stava d’incanto, tanto che Naruto rimase imbambolato a guardarla. Aveva i capelli
raccolti in su, tenuti da bacchettine adornate da campanellini, e qualche
ciocca che cadeva ribelle.
Ino l’aveva aiutata a prepararsi e dato che era venuta a
conoscenza della serata programmata dal biondo, all’insaputa di Sakura la
ragazza andò a dare una mano anche a lui.
Naruto fu molto riconoscente alla Yamanaka
per l’aiuto prestatogli.
Ino aveva preso in affitto un kimono da uomo di colore
arancione e lo aveva portato al ragazzo, certa del fatto che non avesse nemmeno
uno straccio elegante da mettersi.
Il ragazzo si
sentiva imbarazzato vestito in quel modo, non era sua abitudine.
Si fece coraggio
e si incamminò, ma Ino lo fermò e gli consegnò un
mazzo di fiori.
Sakura rimase
sorpresa. Non si aspettava un cambiamento così radicale di Naruto.
Le piaceva il Naruto di sempre, ma anche conciato in quel modo non le
dispiaceva.
“Come facevi a
sapere che questi sono i miei fiori preferiti?” chiese la ragazza.
Naruto sussultò e si mise una mano dietro la testa per poi
ridere imbarazzato.
“Voglio essere
sincero con te Sakura…mi ha aiutato Ino! Se non fosse stato per lei…bhe
non avrei saputo nemmeno cosa indossare!”
Sakura sgranò gli
occhi sorpresa.
Scoppiò a ridere “Siamo
in due allora! Chi credi mi abbia aiutato a indossare quest’abito e conciato i
capelli?”. Il ragazzo si unì alle risate.
Improvvisamente Sakura,
annusando i fiori donati da Naruto, si accorse della presanza di un bigliettino.
Lo lesse e Naruto con lei, dato che non era stato lui l’artefice.
Siete
due casi disperati, non so chi sia peggio fra i due.
Per fortuna
c’è la sottoscritta che è esperta in questioni amorose. Se tutto fila liscio
per questa serata, dovrete ringraziare solo me.
Anche una
mancia non sarebbe male.
A parte
gli scherzi, siete bellissimi e aiuto o no, scommetto che la serata sarebbe
stata perfetta comunque, perché possedete la cosa più importante affinchè una coppia funzioni.
Tu
Sakura hai Naruto e tu Naruto
hai Sakura. Questo è quello che conta.
Passate una buona serata
La vostra
cara amica
Ino.
Ps. Mi raccomando
fate i bravi. Non fate nascere il bimbo che
vi è
stato predetto prima del tempo.
I due ragazzi si
fissarono per un momento e arrossire di botto per l’ultima frase dell’amica.
La serata fu
perfetta, ma il bello per Sakura doveva ancora venire.
Naruto la invitò a ballare e a parte qualche pestaggio di
piede da parte del biondino, tutto andò a meraviglia.
Quando i due tornarono
al tavolo, Sakura si ritrovò al suo posto con un pacchettino regalo.
La ragazza sgranò
gli occhi sorpresa, mentre Naruto le diceva di
aprirlo.
Il regalino conteneva
al suo interno una collanina. Non era niente di prezioso, ma era pur sempre
qualcosa di romantico.
Sakura la presa
in mano e la guardò senza sapere che dire. La collanina aveva un ciondolo a
forma di metà cuore con sopra scritto Naruto.
Il ragazzo
sorrise e mostrò la collana che aveva lui al collo. Possedeva l’altra metà con
sopra scritto Sakura.
Naruto arrossì e imbarazzatissimo cercò di spiegarle cosa
volevano dire “Bhe ecco…io…dato
che quando siamo insieme i nostri cuori battono all’unisono, ho pensato che
fossero una cosa sola e…e allora dividendolo ti ho
donato la mia parte di cuore perché voglio che sia tuo, mentre io ho preso…il tua metà!” disse sempre più imbarazzato.
A Sakura
cominciarono a uscire le prime lacrime e alzandosi dalla sedia, talmente in
fretta da farla cadere, abbracciò il ragazzo e lo baciò.
“Ti amo Naruto!”
Naruto sorrise e avvicinando nuovamente i loro visi, la
baciò ancora.
“Anch’io ti amo
Sakura!”