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Autore: Neko    06/07/2009    2 recensioni
Non si gioca con il destino delle persone, nè di un intero villaggio. Ci possono essere delle conseguenze sia gradite che spiacevoli. C'è sempre una punizione per chi osa interferire con lo scorrere del tempo, ma qualsiasi cosa possa essere, quello a cui si può andare incontro non è niente, se ciò per cui si è compiuto un tale gesto porta a ciò che si è desiderato per anni. L'ultimo sogno di un uomo che ormai ha perso le speranze.
Genere: Azione, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
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Capitolo 14: Doni

 

 

Si svegliò.

Gli sembrava di aver dormito per giorni interi.

Si trovava in una stanza spoglia…bianca.

Capì subito di trovarsi in ospedale. Ormai stava diventando una abitudine che dopo una missione finisse in quel luogo.

Qualcosa di positivo c’era in questo.

Almeno quando si svegliava, non trovava la casa vuota. In ospedale ogni volta che riprendeva conoscenza, c’era sempre qualcuno ad aspettarlo.

Non voleva che nessuno si preoccupasse per lui, ma doveva ammetterlo, vedere che c’era qualcuno deh teneva a lui e glielo dimostrava, gli piaceva.

Anche quella volta trovò qualcuno al suo fianco: Sakura.

La ragazza si era addormenta sulla sedia accanto al suo letto in una posizione alquanto scomoda.

Si mise a sedere.

Aveva troppo mal di schiena per continuare a rimanere in quella posizione sdraiata.

Sentì un forte dolore all’occhio destro.

Per istinto si portò la mano sopra.

Aveva delle bende che lo coprivano per gran parte del viso.

In quel momento ricordò lo scontro avvenuto con Sasuke.

Ancora una volta aveva fallito nel suo intento di riportare a casa il compagno.

Di una cosa era sollevato. Sakura non aveva fatto la brutta fine che NARUTO aveva predetto.

Ma lo preoccupava il fatto che poteva ancora succedere l’evento che gliel’avrebbe portata via per sempre.

Naruto si girò ad ammirare il cielo.

Gli dava un po’ fastidio il fatto che da quel giorno in poi, avrebbe visto solo metà mondo per volta, ma se ripensava a quello che avrebbe perso se non avesse compiuto quel gesto, lo faceva stare male.

Se dovesse tornare indietro, rifarebbe tutto, avrebbe anche perso entrambi gli occhi se sarebbe servito a salvare la sua Sakura.

Ora si domandava se sarebbe stato in grado di continuare a essere un ninja. NARUTO lo era nonostante avesse lo stesso problema, ma lui avrebbe saputo fare lo stesso?

Sentii un piccolo lamento. Si girò verso la persona che si stava lamentando.

Sakura lo stava sognando.

Aveva pronunciato il suo nome.

Sorrise.

Era davvero carina.

La ragazza cominciò ad aprire gli occhi. Inizialmente si sentì confusa, ma appena vide la figura del ragazzo sul letto di ospedale, il flashback di quanto avvenuto con Sasuke le tornò in mente.

Si alzò di scatto in piedi, come a voler accertare che non stava sognando e di averlo visto sveglio davvero.

“Ciao Sakura!” disse Naruto guardandola con dolcezza.

Sakura lo fissò per un attimo come se fosse la prima volta che lo vedeva in vita sua. Poi le prime lacrime cominciarono a scendere e senza nemmeno accorgersene, si ritrovava abbracciato a Naruto con le braccia intorno al suo collo.

Naruto le accarezzava dolcemente i capelli  per riuscire a tranquillizzarla e ne adorò l’odore.

Adorava il profumo di Sakura. Quando lo sentiva, non poteva fare a meno di pensare a tutti i bei momenti passati con lei.

N-Naruto!” disse la ragazza fra un singhiozzo e l’altro. “Naruto! Per fortuna ti sei svegliato! M-mi dispiace tanto! Perdonami se…se sono sempre di impiccio! Io…tu…non dovevi farlo!”

Naruto l’afferrò alle spalle per allontanarla da se. Il suo sguardo era serio.

“Sakura, di cosa stai parlando?” chiese Naruto sgranando gli occhi.

I-il tuo occhio! È colpa mia, solo colpa mia. Non dovevi intervenire, in qualche modo me la sarei cavata!” disse Sakura portandosi le mani al volto per asciugare le lacrime.

Naruto si arrabbiò “Non dire stupidaggini. Sasuke ti avrebbe uccisa!  Sai quanto mi sarebbe importato di avere la vista, se non potevo vederti tutti i giorni!” disse Naruto rattristandosi pensando a quella eventualità.

“E poi non mi fa male! Non ti devi preoccupare!” disse sorridendo a 32 due denti, ma quel gesto lo fece gemere dal dolore e piegare in due.

Naruto!” lo chiamò preoccupata e sorreggendolo.

 In quel momento la porta della stanza si aprì “Oh vedo che ti sei ripreso! Era ora” disse una voce di donna.

N-nonna Tsunade!” disse Naruto con una voce che faceva ancora trasparire il male che aveva sentito.

La donna sorrise “non riesci proprio a stare fermo!” disse con finto tono di rimprovero.

“Ho solo sorriso…o almeno ho tentato” disse il ragazzo.

“Dato che ogni smorfia che si fa, muove molti muscoli facciali, dovrai cercare di rimanere serio il più possibile, se non vuoi sentire dolore!”

Naruto sbuffò “Per quanto dovrò stare qui?” chiese il ragazzo. Ovviamente si era già stufato di rimanere in quel luogo.

 

 

La notte ritornò presto e Naruto si riaddormento di nuovo, ma non fu un sonno tranquillo.

Si ritrovo in un posto buio, che lentamente si schiarì permettendo almeno in parte la visione.

Sapeva in che luogo si trovava.

Poi ad un certo punto la conferma. Un enorme cancello d’oro, con sopra applicato un sigillo, comparve.

Rimase fisso a fissare la gabbia per un po’ ignaro del motivo per cui si trovava li.

Naruto!” lo chiamò una voce roca.

Il ragazzo sorrise.

“Salve Kyuubi!”  disse tranquillamente il ragazzo. Quell’essere da tutti tanto temuta al ragazzo non incuteva nessun timore…o almeno non più.

“Come osi rivolgerti così a me! Hai dimenticato chi sono?” disse la volpe ringhiando.

Naruto tornò serio e sbuffò “Quindi è tutto finito?  Il legame che si era creato tra noi?”

La volpe ringhiò nuovamente “Non c’è stato nessun legame!”

“Ah no? chi è che mi teneva compagnia quando ero prigioniero dell’akatuki? Chi mi consolava quanto temevo di morire. Chi mi tranquillizzava dicendomi che presto sarebbe tutto finito?” disse il ragazzo con voce grave.

“Povero illuso! L’ho fatto solo per darti il coraggio di andare avanti e resistere. Se ti fossi arreso, ci sarei andata anche io di mezzo!” disse la volpe con un sorriso maligno.

Naruto strinse i pugni. Sapeva che da un demone poteva aspettarsi di tutto, ma lui aveva creduto in una possibile amicizia, soprattutto venendo a conoscenza del rapporto tra NARUTO e il suo bijuu.

Il ragazzo aveva la testa china e non parlava.

“tu lo sai che io non mi arrendo mai! Ho un sogno da realizzare e una promessa da mantenere. Per quanto possa essere stato male in quel covo, per quante volte ho avuto paura, non mi sarei mai arreso…per niente al mondo. Questo tu lo sai. Lo sai meglio di me. Mi conosci da quando ero solo un neonato.

So che per un demone come te, voler bene a qualcuno e qualcosa di vergognoso, ma ricordo che quando ero un bambino di pochi anni, mi sei stato accanto come se fossi stato un mio genitore. Mi hai insegnato tu a non arrendermi mai e che se uno si impegna arriva al traguardo che si è prefissato. Sei tu che mi hai sempre aiutato quando ero in pericolo di vita…sia prima che dopo essere diventato ninja. Sei tu che mi cantavi la ninna nanna per farmi addormentare nelle sere più buie, quando anche solo la mia ombra mi terrorizzava. Mi sei sempre stato accanto Kyuubi, tanto che non potrei nemmeno più fare a meno di te.” Naruto strinse i pugni a quei ricordi “Spesso ti ho odiato, dandoti la colpa di tutti i miei problemi. Poi ho capito. Non centravi tu. La colpa è delle persone che mi hanno fatto sentire uno straniero a casa mia, che mi hanno sempre disprezzato senza spiegarmi il motivo. Quello che ho passato è solo colpa della cattiveria umana, che è più subdola di quella di un demone, dato che per quest’ultimo è nella sua natura e non sa fare altro. Ma pensavo che tu fossi diverso. Mi ero ricreduto sul tuo conto. Ti avevo accettato per quello che eri e in un certo senso mi sentivo fortunato a essere stato scelto io come tuo jinchuuriki!”

Naruto non potè più guardarlo negli occhi, si sentiva deluso. Lui ci aveva creduto e voleva ancora crederci nonostante le parole del demone “Ma se per te tutto questo non significa niente…allora vuol dire che mi sono sbagliato, che ancora una volta ho voluto dare fiducia a ciò che mi circonda! Mi dispiace che sia così per te e che io sia solo un impiccio. Ti lascerei libera se potessi, ma dato che quello che hai fatto per me in questi anni, era stato solo per la tua sopravvivenza, questa volta sarò anch’io egoista. Togliendo quel sigillo, sarei io a morire, quindi ti conviene arrenderti e non provare a trovare un modo per svignartela, perchè tu mi terrai compagnia finchè non morirò!”

La volpe ringhiò mentre vedeva il ragazzo andandosene.

“I miei complimenti moccioso! Vedo che hai imparato a non farti mettere i piedi in testa!”

Naruto si girò a guardarla e alzò il sopracciglio.

“vedo che rispetto al passato, non ti faccio alcuna paura!” disse sorridendo.

“Non vedo come un demone in gabbia, debba farmi paura!” disse sfrontatamente il ragazzo con tono di sfida.

“Modera i termini ragazzo, ricorda chi hai davanti!” Naruto continuava a fissarla senza battere ciglio e senza mostrare alcun segno di cedimento verso di lui “Ammetto che la tua grinta mi piace e per questo ti voglio fare un dono!” disse Kyuubi attirando l’attenzione del ragazzo, il quale ascoltò interessato la proposta.

“Ti darò un nuovo occhio, ma che potrai usare solo in combattimento. Affinché ciò avvenga il mio e il tuo chakra si mischieranno e dato che per quanto tu sia abituato a usufruire del mio chakra, il tuo corpo risentirà sempre dei lati negativi di esso. Per questo ti dico di non farne troppo abuso.”

Naruto lo guardò scettico. Ovviamente il demone non poteva fare una buona azione senza niente in cambio. Ma la volpe disse che non aveva nessun secondo fine, a sorpresa del ragazzo e anche di se stessa.

Kyuubi sapeva che, in tutti quegli anni a contatto col ragazzo, era cambiato. Aveva perso parte della sua malvagità. Gli si era affezionato molto e lo considerava quasi come un figlio. Infondo come Naruto aveva sostenuto, lui lo conosceva da quando era solo un neonato ed era stato lui a prendersi cura del piccolo e a cullarlo quando piangeva. Lo faceva solo nell’inconscio del bambino, ma quei gesti rimasero nei cuori sia del bijuu che del ninja.

Naruto pensò alla proposta fatta.

Sorrise.

“Vedi che mi vuoi bene? in un modo o nell’altro mi aiuti sempre!” disse il ragazzo “Ammettilo! Dì che mi vuoi bene!”

“Mai!” ringhiò la volpe. Non lo avrebbe mai ammesso. Non poteva mostrarsi debole. Non sapeva che voler bene a qualcuno era tutto tranne che un segno di debolezza.

 

Naruto si svegliò di soprassalto. Nonostante non avesse avuto nessun incubo, si sentiva strano.

Il dolore all’occhio era passato definitivamente. Doveva esserci lo zampino della volpe.

Provò a fare qualche smorfia per vedere se il dolore si era solo assopito. Non successe niente.

Per istinto si tolse le bende e si toccò l’occhio. La cicatrice era ancora il suo posto.

Provò a vedere se Kyuubi aveva fatto ciò che gli aveva detto, ma non riuscì ad aprire l’occhio. La parte destra del mondo rimaneva buia.

Il ragazzo sospirò.

Si diede dello stupido. Il bijuu non poteva avergli fatto un dono, senza chiedere qualcosa.

“sbagli! Sta volta Kyuubi ha fatto quanto detto!” disse una voce di un uomo che si nascondeva in un ombra creata dalla luce della luna piena che entrava nella stanza.

Naruto sgranò l’occhio vedendolo e accanto a lui c’era una piccola e tenera volpe.

“Io se dico una cosa, la faccio! Sono un demone di parola. Abbi solo pazienza e quando sarà il momento l’occhio farà la sua comparsa!” gli spiegò.

Il ragazzo si sorprese.

“Come fate voi a sapere che…

“Per il semplice fatto che anche al sottoscritto è stato fatto lo stesso dono” disse NARUTO

Anche l’uomo aveva potuto usufruire dell’occhio speciale che Kyuubi gli aveva promesso, un occhio di cui non poteva più fare uso a causa della rottura del sigillo.

Gli raccomando una cosa. di non fare troppo affidamento sul dono di Kyuubi come aveva fatto lui.

“Se mi fossi esercitato maggiormente a combattere con solo il mio occhio sinistro, non avrei tutte le difficoltà che ho ora per tirare un kunai o schivarlo!” disse NARUTO serio.

Il ragazzo annuì.

 

Passò un intera settimana e Naruto potè finalmente uscire dall’ospedale.

Non aveva fatto parola con nessuno di quanto successe quella notte. Sarebbe stato sommerso di domande…alle quali non avrebbe saputo rispondere.

Le cose fra lui e Sakura andavano a gonfie vele.

La ragazza continuava a sentirsi ancora un po’ in colpa per quanto accaduto al suo ragazzo, soprattutto quando questo finiva per cadere dalle scale a causa della visione un po’ distorta della profondità. Ma Naruto sapeva come rassicurarla e cioè con un bel sorriso.

Un giorno però non volle solo sorriderle, ma decise di invitarla in un bel localino a cena.

La ragazza si era vestita con un kimono color pesca che le stava d’incanto, tanto che Naruto rimase imbambolato a guardarla. Aveva i capelli raccolti in su, tenuti da bacchettine adornate da campanellini, e qualche ciocca che cadeva ribelle.

Ino l’aveva aiutata a prepararsi e dato che era venuta a conoscenza della serata programmata dal biondo, all’insaputa di Sakura la ragazza andò a dare una mano anche a lui.

Naruto fu molto riconoscente alla Yamanaka per l’aiuto prestatogli.

Ino aveva preso in affitto un kimono da uomo di colore arancione e lo aveva portato al ragazzo, certa del fatto che non avesse nemmeno uno straccio elegante da mettersi.

Il ragazzo si sentiva imbarazzato   vestito in quel modo, non era sua abitudine.

Si fece coraggio e si incamminò, ma Ino lo fermò e gli consegnò un mazzo di fiori.

Sakura rimase sorpresa. Non si aspettava un cambiamento così radicale di Naruto.

Le piaceva il Naruto di sempre, ma anche conciato in quel modo non le dispiaceva.

“Come facevi a sapere che questi sono i miei fiori preferiti?” chiese la ragazza.

Naruto sussultò e si mise una mano dietro la testa per poi ridere imbarazzato.

“Voglio essere sincero con te Sakura…mi ha aiutato Ino! Se non fosse stato per lei…bhe non avrei saputo nemmeno cosa indossare!”

Sakura sgranò gli occhi sorpresa.

Scoppiò a ridere “Siamo in due allora! Chi credi mi abbia aiutato a indossare quest’abito e conciato i capelli?”. Il ragazzo si unì alle risate.

Improvvisamente Sakura, annusando i fiori donati da Naruto, si accorse della presanza di un bigliettino.

Lo lesse e Naruto con lei, dato che non era stato lui l’artefice.

 

Siete due casi disperati, non so chi sia peggio fra i due.

Per fortuna c’è la sottoscritta che è esperta in questioni amorose. Se tutto fila liscio per questa serata, dovrete ringraziare solo me.

Anche una mancia non sarebbe male.

A parte gli scherzi, siete bellissimi e aiuto o no, scommetto che la serata sarebbe stata perfetta comunque, perché possedete la cosa più importante affinchè una coppia funzioni.

Tu Sakura hai Naruto e tu Naruto hai Sakura. Questo è quello che conta.

 

 Passate una buona serata

La vostra cara amica 

Ino.

 

Ps. Mi raccomando fate i bravi. Non fate nascere il bimbo che

vi è stato predetto prima del tempo.

 

 

I due ragazzi si fissarono per un momento e arrossire di botto per l’ultima frase dell’amica.

La serata fu perfetta, ma il bello per Sakura doveva ancora venire.

Naruto la invitò a ballare e a parte qualche pestaggio di piede da parte del biondino, tutto andò a meraviglia.

Quando i due tornarono al tavolo, Sakura si ritrovò al suo posto con un pacchettino regalo.

La ragazza sgranò gli occhi sorpresa, mentre Naruto le diceva di aprirlo.

Il regalino conteneva al suo interno una collanina. Non era niente di prezioso, ma era pur sempre qualcosa di romantico.

Sakura la presa in mano e la guardò senza sapere che dire. La collanina aveva un ciondolo a forma di metà cuore con sopra scritto Naruto.

Il ragazzo sorrise e mostrò la collana che aveva lui al collo. Possedeva l’altra metà con sopra scritto Sakura.

Naruto arrossì e imbarazzatissimo cercò di spiegarle cosa volevano dire “Bhe ecco…io…dato che quando siamo insieme i nostri cuori battono all’unisono, ho pensato che fossero una cosa sola e…e allora dividendolo ti ho donato la mia parte di cuore perché voglio che sia tuo, mentre io ho preso…il tua metà!” disse sempre più imbarazzato.

A Sakura cominciarono a uscire le prime lacrime e alzandosi dalla sedia, talmente in fretta da farla cadere, abbracciò il ragazzo e lo baciò.

“Ti amo Naruto!”

Naruto sorrise e avvicinando nuovamente i loro visi, la baciò ancora.

“Anch’io ti amo Sakura!”

 

  
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