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Invasione
Il venerdì mattina era un momento davvero atroce per me.
Non ero mai stato un gran dormiglione, mi alzavo presto la mattina
anche se non avevo nulla da fare, ma il giovedì era l'unico
giorno della settimana che mi sfiancava, mi toccava spesso la guardia
al cancello ovest, ed era uno dei compiti che odiavo di più.
Otto ore di guardia per me equivalevano a dieci giorni di allenamento
intensivo, e necessitavo di almeno altre otto ore di sonno per
riprendermi, ma per un motivo o per l'altro ogni maledetto
venerdì ero costretto ad alzarmi presto per qualche
cazzutissima
missione!
Così quello era l'ennesimo venerdì mattina di
merda in cui mi ero alzato all'alba.
Non era stata la sveglia però a tirarmi fuori dalle
lenzuola, ne
la luce del sole, ne tantomeno il canto fastidioso degli uccellini. No,
era stata l'abitudine.
Il sole era sorto da poco, avevo dormito solo ed ero consapevole che
di lì a dieci minuti al massimo lei sarebbe rientrata da un
turno di almeno venti ore filate in ospedale di pessimo umore,
così mi ero alzato trascinandomi fino al bagno.
Una mano tra i capelli, due occhiaie da cadavere, lo spazzolino a
penzoloni sul labbro inferiore e l'altra mano avventurata nel retro
delle mutande: così si presentava uno shinobi distrutto,
questo
era Sasuke Uchiha, l'unico superstite della nobile casata degli Uchiha,
il venerdì mattina.
Solo quando incontrai l'immagine riflessa sullo specchio sopra il
lavandino mi decisi a riafferrare lo spazzolino e cominciare a darmi un
tono, non potevo rimanere in quello stato: finii di lavarmi i denti,
poi passai alla faccia e infine agguantai schiuma e rasoio dalla
mensola e mi feci la barba.
A lavoro concluso l'immagine riflessa era tornata decente, quasi
soddisfacente. E il mio umore stava cominciando a diradarsi dalle nubi.
Tornai in camera per cambiarmi i boxer e infilarmi la divisa e
lì adocchiai distrattamente l'orologio, le 6:45. Lei era in
ritardo.
Il suo turno finiva alle 6 del mattino, il tragitto dall'ospedale a
casa mia era breve e le occupava dieci minuti al massimo, di solito
arrivava pochi minuti dopo le sei e si lanciava sul letto ancora
vestita -esattamente dove la ritrovavo al mio ritorno-.
Ignorai la cosa, in fondo non doveva importarmene, non aveva nessun
obbligo verso di me. Stavamo insieme da meno di tre mesi, non viveva
con me poteva benissimo essere
tornata a casa sua o essersi trattenuta con Ino per colazione. Non mi
turbava granchè la sua assenza.
E poi aveva le chiavi.
Tornai in bagno a mettere i boxer nel cesto della biancheria e mi
accorsi di aver lasciato il rasoio nel lavandino, così per
inerzia più che per questioni di ordine lo afferrai e lo
rimisi
al suo posto nel vano dietro allo specchio.
Qualcosa lì dentro però attirò la mia
attenzione, un colore che stonava sul resto: il fucsia
Ripercorsi all'indietro con lo sguardo il tratto dal lavandino
all'armadietto e trovai l'intruso nel caos
dell'armadietto del mio bagno, là dentro c'era di tutto
senza
nemmeno un accenno di ordine o organizzazione: dalla schiuma da barba
ai cerotti
passando per l'aspirina e il balsamo per i capelli, ma quello era un
deodorante con una confezione
fiorata e il tappo smaccatamente fucsia, da donna.
Lo guardai per sette secondi esatti con la mente completamente vuota.
Era chiaro a chi appartenesse, quell'oggetto urlava il suo nome, e
anche come ci fosse finito, Sakura
dormiva a casa mia ormai quasi ogni sera, ma mi fece comunque un
effetto strano.
Viveva ancora con i suoi ufficialmente, ma la sua presenza cominciava a
farsi notare a casa mia. Non in maniera prepotente, anzì
forse era invisibile proprio
perchè ingenua.
Usava le mie cose di solito: ma da qualche giorno una busta di plastica
azzurra aveva fatto la sua comparsa sulla mensola nell'angolo del bagno
accanto alla doccia, non mi
aveva detto nulla ma sapevamo entrambi che non avrebbe potuto
continuare ad usare il mio spazzolino per sempre. Ma quel deodorante,
probabilmente finito là dentro per caso, mi
allarmò e
cominciai a guardami attorno con occhi diversi.
Richiusi lo sportello con poca accortezza e mi voltai spaesato e mi
resi conto improvvisamente che non avevo mai pensato al futuro con
Sakura, anzi non avevamo mai pensato e basta! Le cose, tutte, erano
venute da se come la prima volta. Sakura aveva cominciato da subito a
dormire da me con mille scuse, e poi passavamo intere giornate sdraiati
nel letto e dopo due settimane di posticipi e rinvii sull'argomento
avevamo deciso senza troppi giri di parole che nessuno avrebbe dovuto
saperlo.
E poi quel deodorante nel mio bagno.
Il suo passaggio aveva lasciato delle tracce che non avevo mai messo a
fuoco così bene ma pian piano un ghigno divertito si fece
largo
sul mio volto.
Io e Sakura stavamo insieme ed era decisamente evidente.
A terra accanto al letto, dal lato meno disfatto, c'era
un pacchetto di fazzoletti aperto che certamente non avevo lasciato io,
e un libro sull'uso del chakra nella chirurgia toracica, sul tavolino
accanto al divano giaceva abbandonata una tazza blu e gialla che io
non usavo mai e odorava di cioccolato, la raccolsi per depositarla in
cucina, ma là la presenza di Sakura si notava più
che in
ogni altra stanza.
Un post-it giallo sulla credenza mi avvertiva che era finita la
marmellata, troppo colorato per i miei gusti. Piccoli segni sul
calendario appeso accanto alla porta, i suoi turni incastrati con i
miei, mi rompeva l'anima tutte le settimane arrovellandosi il cervello
per combinare i nostri orari. Poi una forcina sul tavolo, sicuramente
non mia. Un pacco di quella merendine burrosissime che piacevano solo a
lei, ma finivo sempre per mangiare pure io.
Dannata Sakura.
Si stava insinuando in casa mia.
Tornai in camera deciso a mettermi i pantaloni e far colazione fuori,
non mi andava di restare ad aspettarla. Per quel che mi importava in
quel momento poteva anche starsene a casa sua.
Poi il rumore delle chiavi nella porta si unì a quello della
mia cerniera.
Mi bloccai ad ascoltare quei passi che conoscevo a memoria: primo
tonfo, metallico, la porta chiusa senza premura, secondo tonfo,
più sordo e distante, la borsa marrone lasciata a terra
vicino
al mobile, poi le chiusure degli stivali abbandonati pigramente nel
corridoio sulla strada verso la camera da letto.
E infine lei comparve sulla porta.
-buongiorno- mormorò bloccandosi davanti a me, mi
guardò
solo un istante mentre le rispondevo solo con lo sguardo poi mi
sorpassò a testa bassa per sedersi sul letto. In silenzio e
con
il viso affondato tra le mani. Niente abbracci smielosi ne baci a fior
di labbra, niente "no Sas'ke...dai fai fuga e rimani con me...".
Probabilmente la notte era stata movimentata, decisi quindi che era
stanca e la lasciai sola per recuperare le mie bende dal bagno.
Avevo già ricoperto l'avambraccio sinistro e stavo per
dedicarmi all'altro, quando un suono strano
mi arrivò alle orecchie, mi affacciai dal bagno guardando
verso
di lei. Non si era mossa di un millimetro ma singhiozzava con il viso
ancora coperto, non era da lei piangere in quel modo convulso e
disperato ne non far nulla per tentare di nascondermelo.
Tornai sui miei passi incuriosito -e ammetto vagamente preoccupato- e
mi fermai davanti a lei, abbastanza vicino perchè vedesse i
miei
piedi nudi senza bisogno di alzare lo sguardo, troppo poco
perchè potesse sembrare un tentativo di consolarla. Ma non
accennò a calmarsi.
-che hai?- domandai perplesso senza muovere un muscolo, i suoi
singhiozzi sembravano convulsioni la prendevano dall'interno facendole
irrigidire tutte le spalle ossute e scuotere la schiena a scatti.
Non si mosse ne accennò a tranquillizzarsi, ma
mugugnò qualcosa di tra i denti che compresi immediatamente:
"Fumi"
Fumi era il nomignolo di una bambina, Fumiko, di cui mi aveva parlato
Sakura. Era ricoverata all'ospedale di Konoha da quasi un mese ormai e
tutti si erano affezionati a lei purtroppo; orfana di padre, era
affetta da una grave malformazione genetica che a poco a poco la stava
uccidendo. L'avevo anche vista trotterellare dietro al camice di Sakura
qualche volta ma mi aveva raccontato che ultimamente non riusciva
nemmeno più a camminare.
-Sakura...- tentai di chiamarla a bassa voce senza troppa convinzione
era più un modo rassegnato per farle capire che ero
lì.
Sapevo che prima o poi sarebbe successo, e lei lo sapeva meglio di me,
ma si era affezionata troppo e quel pianto aveva tutta l'aria di essere
uno sfogo che tratteneva da un po'. Fumi era morta, oppure ci era
andata molto vicino.
Sospirai guardando le sue dita sottili stringersi attorno alla
frangetta e tirarla con convinzione: Sakura si era scelta un mestiere
difficile forse più del mio, essere uno shinobi ti imponeva
di
non mostrare nessuna emozione al nemico per salvarti la pelle, ma fare
il medico voleva dire non provarle nemmeno quelle emozioni per riuscire
a salvare la vita d'altri.
L'avevo vista al lavoro più volte, su me e Naruto in primis,
e
sapevo quant'era brava e quanto adorava quel lavoro. C'era uno sguardo
soddisfatto che io non ero mai riuscito a strapparle, solo con i suoi
pazienti lo sfoderava e nessun altro poteva goderne, ma in quel momento
il medico freddo e competente l'aveva lasciato fuori dalla porta,
quella che piangeva logorata del senso di colpa sul mio letto era solo
Sakura.
Non la kunoichi, ne la Haruno-sannin che conoscevano i ragazzi
dell'accademia e nemmeno la ragazzina piagnona che era entrata in
squadra con me.
Spazientito la chiamai di nuovo con più decisione, ma lei
non
accennò a calmarsi, alzò solo una mano e con un
dito mi
chiese di darle un minuto per calmarsi e che poi mi avrebbe ascoltato.
Così rimasi lì in piedi ad aspettarla con la sua
testa a
dieci centimetri dai miei addominali. Non ci volle molto ma prima
lentamente poi con sempre più convinzione si
tranquillizzò, si singhiozzi divennero muti spasmi muscolari
e
smise di guaire come un cane.
-ok..- mormorò tirando su col naso e scoprendosi finalmente
il
viso senza però mostrarmelo, in maniera molto poco femminile
si
alzò il bordo della maglia e lo passò sul viso
per
asciugarsi le lacrime ma quel gesto mi strappò l'ennesimo
sorriso, che bambinetta malcresciuta.
-cosa è successo?- le domandai infine chinandomi alla sua
altezza.
Quando incontrai il suo sguardo mi pentii davvero di averglielo
chiesto: i suoi occhi erano rossi e ancora pieni di lacrime le guance
arrossate e il labbro inferiore tremava incessantemente stretto tra i
denti. Non l'avevo mai vista così e compresi subito che Fumi
doveva essere morta davvero.
Mi si strinse qualcosa a livello dello stomaco quando Sakura richiuse
gli occhi e si lanciò verso il mio petto in cerca di
consolazione.
Rimasi fermo immobile chinato sulle punte dei piedi, la lasciai fare
senza abbracciarla mentre bagnava la mia maglia di lacrime, e passarono
altri minuti prima che si calmasse veramente.
-non è giusto!- brontolò contro la mia spalla in
un
momento particolarmente struggente, era persino difficile capire cosa
dicesse ma mi faceva tenerezza così non la scostai ma mi
sitemai
meglio con le mani poggiate sul materasso davanti a me per sostenerci
entrambi.
-non lo è mai...- sussurrai guardando fisso il muro azzurro
della mia stanza.
Altri singhiozzi soffocati percorsero il suo corpo e la presa sul mio
collo non diminuì, anzi continuò le sue
recriminazioni
urlate contro la stoffa della mia divisa: -lo so che non dovrei
piangere e che non dovevo affezionarmi, ma stavolta non ce l'ho fatta e
mi sento una fallita perchè non sono riuscita a curarla
nonostante tutto...Dio quanto mi odio!- stava esagerando e lo sapeva
senza che fossi io a dirglielo ma se voleva sfogarsi non l'avrei
fermata.
Continuò a inveire contro il mondo per una ventina di minuti
e
io stavo cominciando a stancarmi, poi lentamente si scollò
da me
e mi guardò seria, come se si fosse resa conto solo in quel
momento che io ero lì chinato di fronte a lei come un
bambino.
-rimani...per favore- e a quel tono io non sapevo dire no, per colpa di
quei due maledetti occhi verdi e di quell'espressione supplichevole che
inconsciamente assumeva, ma il senso del dovere verso un villaggio che
avevo già tradito in vari modi ebbe il sopravvento.
-non posso, devo vedere Shikamaru..le cose non si stanno mettendo
bene...- le risposi come si aspettava, Sakura sapeva bene cosa stava
accadendo fuori dai confini della Terra del Fuoco e così
abbassò lo sguardo dissimulando un'accondiscendenza che le
faceva male.
Mi alzai dopo qualche secondo di silenzio e lei mi seguì con
lo
sguardo finchè non lasciai la stanza. Quando vi feci ritorno
cinque minuti dopo, con entrambe le braccia fasciate, i kunai
allacciati alla cintura e la maglia rincalzata dentro ai pantaloni,
Sakura si era sdraiata dal mio lato del letto e sonnecchiava
accoccolata su un lato.
-quando torni?- mi chiese bofonchiando contro il cuscino, non dormiva
evidentemente così rallentai il passo per guardarla un
momento,
si era tolta i vestiti e li aveva lasciati arrotolati a terra, era
rimasta solo con la canotta e gli slip e le si chiudevano gli occhi.
-stasera credo- non avevo idea di quando sarei tornato lo sapevamo
tutti e due che certi incontri finiscono sempre per durare giornate
intere, le mentii per lasciarle qualche vaga speranza, in ogni caso
sarei passato per cena se avessimo fatto una pausa: -ciao- le dissi
prima di uscire, senza nemmeno baciarla. Ci era abituata tanto.
Rientrai molto più tardi del previsto ma alcuni contrattempi
avevano trattenuto me Naruto e Neji nell'ufficio di Kakashi ben oltre
l'orario di cena.
Per abitudini da shinobi ormai consolidate mi accorsi dello scoscio
dell'acqua di una doccia già dal pianterreno mentre
giocherellavo con le chiavi di casa, e al secondo mi resi conto che
proveniva dal mio appartamento.
Dopo aver aperto la porta scoprii che stava anche cantando: era stonata
e non sapeva neppure tutte le parole ma riconobbi comunque la canzone,
era un successo recente che parlava di un uomo disperato per
amore...Scrollai la testa quando sentii la sua voce chiamarmi e il
getto dell'acqua fermarsi improvvisamente. Non risposi, ma le feci
capire che ero io sbattendo sul tavolo della cucina alcuni fascicoli
con poca premura.
Lasciai il giubbotto e il coprifronte appesi all'ingresso e mi avviai
in camera per disfarmi delle bende e dei kunai che tintinnavano
fastidiosamente contro la mia gamba, ma quando raggiunsi la camera
anche lei uscì dal bagno, coperta solo dal mio asciugamano.
Sakura non chiudeva mai la porta del bagno quando faceva la doccia
perchè soffriva di pressione bassa ed era capitato
più di
una volta che svenisse sotto l'acqua ed io mi ero bagnato da capo a
piedi per tirarla fuori..il peso-piuma!!
-ciao!- esclamò sorridente, era evidente che il sonno e una
giornata di svago l'avevano rimessa in sesto, non aveva più
gli
occhi arrossati e sembrava molto più tranquilla.
Sgambettò lasciando dietro se una scia di gocce sul
pavimento
solo per posare un bacio rumoroso e non richiesto sulla mia guancia,
poi notò che qualcosa non andava e la sua espressione si
fece
molto più cupa.
-che c'è Sas'ke?-
Non le risposi subito, la guardai negli occhi e dopo pochi istanti
sapevo che aveva capito che non portavo buone notizie. Avevo passato
tutta la giornata ad esaminare trattati con Neji Hyuuga, non ci
convincevano affatto tutte quelle clausole e quei cavilli meticolosi,
erano troppo facili da arginare; probabilmente Kakashi aveva visto
giusto, stavano cercando di far apparire lecito e giustificato un
attacco improvviso all'alleanza del Sud.
-..scartoffie, montagne di scartoffie da leggere e analizzare-
giustificai il mio malumore con una scusa banale e plausibile, ma non
mi andava di parlarne anche a casa, sopratutto davanti ad una certa
ragazza coperta solo da un'asciugamano.
-Sas'ke non fare quello sguardo...ho preparato la cena!- blando
blandissimo tentativo di dissuadermi.
La stavo guardando si, ma non sapevo a quale sguardo si riferisse,
forse aveva capito le mie intenzioni bellicose ma da come squadrava lei
me non le dispiacevano affatto. Le gambette sottili e toniche di Sakura
spuntavano dall'orlo dell'asciugamano blu tutte bagnate e il braccio
con cui si teneva il bordo superiore le schiacciava il seno rendendolo
ben visibile dalla mia statura.
C'erano i fascicoli, si quelli che avevo lasciato sul tavolo della
cucina, quelli che avrei dovuto leggere per il resoconto a Kakashi
dell'indomani, ma ero davvero troppo sfibrato per passare anche solo un
altro minuto a leggere informazioni pallose su uomini altrettanto
pallosi che avrei potuto uccidere in pochi secondi.
E poi c'erano quelle gambette sottili...
Mi chinai su di lei senza mollare i suoi occhi terribilmente verdi per
depositarle un piccolo bacio dietro l'orecchio, sapevo che quello
l'avrebbe sciolta.
Pochi attimi dopo infatti l'asciugamano era già volato
dall'altra parte
della stanza insieme alla mia maglia e Sakura era nuda sdraiata sotto
di me imprigionata tra la mie braccia e rideva
perchè le avevo detto che oggi
Naruto si era inciampato in un tappeto ed era finito in braccio al
signor Hyuuga, il padre di Hinata, e la sua faccia era stata impagabile.
-Sas'ke, avevo preparato la cena...- provò a protestare
mentre
le mordevo il lobo di un orecchio, ma non le diedi ascolto e continuai
a scorrere le dita sulle sue cosce.
In quel momento scomparve tutto ciò era fuori da quel letto,
come ogni volta...scordavo il resto del mondo e finivo per rilassarmi
come mai prima d'allora.
Dimenticai il turno di guardia che mi aveva sfiancato, l'alzataccia e
le sue lacrime di quella mattina, scordai i rapporti le missioni le
scartoffie e l'espressione minacciosa del capo dell'ufficio missioni
quando tardavo a consegnare i rapporti. Nulla, solo lei.
Niente Naruto Neji o Shikamaru, niente team A, niente controspionaggio
o fascicoli su ambasciatori corrotti e sapevo che anche lei stava
facendo lo stesso, glielo potevo leggere nella risata leggera e
sospirata a cui si stava abbandonando. Anche i suoi casini con
pazienti, malattie e ospedale stavano lasciando il posto a qualcosa di
molto più leggero.
Aprì gli occhi improvvisamente nel buio, mentre mi
accarezzava un
bicipite languidamente, e mi guardò con una strana
intensità che presagiva qualcosa mi molto molto grave. Per
un momento temetti di vederla scoppiare a piangere di nuovo o che fosse
successo qualcosa di grave di cui non ero al corrente, invece
lentamente si aprì in un sorriso accennato e poco convinto.
-ti amo-
AhiAhi! la piccola e innocua Sakura l'aveva detto, aveva resistito due
mesi ma poi era crollata mi aveva detto che mi amava
sospirando -in tutta sincerita credevo che me l'avrebbe detto molto
prima-. Ed io sapevo che era sbagliato, scortese e per niente romantico
ma non riuscii a trattenermi dal ghignare sotto i baffi nascosto dietro
al suo orecchio. Probabilmente lei avrebbe voluto sentirsi dire
"anch'io" magari o almeno qualcosa del genere, ma non riuscii a farlo e
l'unica cosa che in pochi istanti il mio cervello elaborò
non
era ciò che normalmente si risponde a quell'affermazione.
-lo so!-
Dopo quella frase sogghignai, mi aspettavo un pugno oppure un pianto
seguito da una scenata, invece Sakura trattenne il fiato in maniera
strana così mi scollai dal suo collo per vederla in faccia.
Stava trattenendo una risata con un mano serrata sulla bocca e gli
occhi spalancati, ma passarono pochi istanti e il suo tentativo
fallì
miseramente e lacrimando scoppiò a ridere come una pazza
davanti
a me.
Mi stringeva le ginocchia attorno alle anche e rideva in maniera
convulsa confondendo qualche scusa tra i singhiozzi strozzati;
vedendola così felice, nonostante la situazione, per una
cazzata come
quella non potei trattenermi, inizialmente sorrisi quasi inconsciamente
poi anch'io cominciai a ridere con lei come non facevo da molto molto
tempo.
E dopo essersi alzata sui gomiti per invertire le posizioni,
mi
baciò di nuovo sorridendo e sussurrando al mio orecchio
disse: -guarda
che ti amo davvero Sasuke...-
"anch'io Sakura...anch'io..."
Spazio autrice:
ebbene si non sono morta...
non ho avuto una caghetta destabilizzante
ne una strana malattia caraibica
Non ho scuse..lo so!
Ma consolatevi Signore e Signori (se ce ne sono)
il mio terribile
tirocinio in pediatria è finalmente finito
e avrò molto molto più tempo da dedicare allo
studi..ehm alla scrittura!!!!
(avete notato: grassetto corsivo sottolineato...eh!?!?)
So di essere imperdonabile
sopratutto perchè non l'ho riscritto nemmeno una volta.
Ma Sasuke è così borioso ed egoista e ancora
borioso...
ho fatto una fatica bestia a metter su questa shot!!
Però a me piacciono i particolari, perchè mi
mostrano le cose più della veduta d'insieme a volte
per questo ci sono tanti riferimenti alla casa e agli oggetti intorno a
lui.
Magari a voi non piace..che ne so, fatemi sapere!
Almeno questa volta sono
riuscita a non riscriverlo 16 volte, però sono certa
al 100% di essere scivolata inavvertitamente nel OOC più
profondo!!!
Oh Dea dell'IC perchè mi hai abbandonata....
Blasfemie a parte...
mi dispiace perchè so che con questa shot
deluderò molti voi
però gli impegni e la mia vita privata hanno sfibrato anche
la mia fantasia.
Dolore incommensurabile!!
Il mio delirio di scuse è finito!
Non rispondo alle rece perchè è quasi l'una e
domani ho un esame..
...maledetta chirurgia...
...e non dovrei nemmeno essere sveglia!
(e i moscerini stanno cominciando ad attaccare lo schermo del pc...)
Baci a tutti e grazie
a tutti quelli che recensiranno o leggeranno e basta
Vale.
Spazio spoiler:
sono troppo demoralizzata per commentare l'operato di Kishimoto
solo una cosa...dov'è finita Hinata dopo la splendida
dichiarazione!?!?!?
Ah uomini...
sono proprio dei fessi!
Il prossimo
capitolo sarà o "rotondo Baka...come vuoi che sia!?!?"
oppure Desperate Housewife.
Se volete esprimere una preferenza fate pure, però non vi
assicuro che sarete ascoltati....
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