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Autore: cicciottina    07/07/2009    2 recensioni
[-ohi teme!- la sua voce squillante e fastidiosa mi bloccò sulla porta: -torna per cena, altrimenti quella mi ammazza!- ghignò Naruto stravaccato sulla sua poltrona con una vecchia edizione della trilogia della pomiciata già in mano. Io mi limitai a fulminarlo con lo sguardo prima di dislocarmi con un jutsu veloce oltre le mura del villaggio. Quella missione dovevo finirla in fretta e tornare veramente per cena: non potevo mancare al compleanno di Seito altrimenti Sakura mi avrebbe lasciato sul divano per una settimana.] Nuova raccolta di one-shot sui personaggi principali dello shippuden, una famiglia in particolare! spoiler per chi non legge le scan fino al capitolo 446, più o meno.
prologo [sasuke pov]
1- smalto [team7 - naruto pov]
2- pentole e coperte [team7 - sakura pov]
3- di cavoli, api, fiori e cicogne
4- quattro giorni, sedici ore e quarantasette minuti
5- sharingan
6- regali di compleanno e mogli pericolose [naruto pov]
7- invasione [sasuke pov]
8- il Sensei
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Invasione




Il venerdì mattina era un momento davvero atroce per me.
Non ero mai stato un gran dormiglione, mi alzavo presto la mattina anche se non avevo nulla da fare, ma il giovedì era l'unico giorno della settimana che mi sfiancava, mi toccava spesso la guardia al cancello ovest, ed era uno dei compiti che odiavo di più.
Otto ore di guardia per me equivalevano a dieci giorni di allenamento intensivo, e necessitavo di almeno altre otto ore di sonno per riprendermi, ma per un motivo o per l'altro ogni maledetto venerdì ero costretto ad alzarmi presto per qualche cazzutissima missione!
Così quello era l'ennesimo venerdì mattina di merda in cui mi ero alzato all'alba.
Non era stata la sveglia però a tirarmi fuori dalle lenzuola, ne la luce del sole, ne tantomeno il canto fastidioso degli uccellini. No, era stata l'abitudine.
Il sole era sorto da poco, avevo dormito solo ed ero consapevole che di lì a dieci minuti al massimo lei sarebbe rientrata da un turno di almeno venti ore filate in ospedale di pessimo umore, così mi ero alzato trascinandomi fino al bagno.
Una mano tra i capelli, due occhiaie da cadavere, lo spazzolino a penzoloni sul labbro inferiore e l'altra mano avventurata nel retro delle mutande: così si presentava uno shinobi distrutto, questo era Sasuke Uchiha, l'unico superstite della nobile casata degli Uchiha, il venerdì mattina.
Solo quando incontrai l'immagine riflessa sullo specchio sopra il lavandino mi decisi a riafferrare lo spazzolino e cominciare a darmi un tono, non potevo rimanere in quello stato: finii di lavarmi i denti, poi passai alla faccia e infine agguantai schiuma e rasoio dalla mensola e mi feci la barba.
A lavoro concluso l'immagine riflessa era tornata decente, quasi soddisfacente. E il mio umore stava cominciando a diradarsi dalle nubi.
Tornai in camera per cambiarmi i boxer e infilarmi la divisa e lì adocchiai distrattamente l'orologio, le 6:45. Lei era in ritardo.
Il suo turno finiva alle 6 del mattino, il tragitto dall'ospedale a casa mia era breve e le occupava dieci minuti al massimo, di solito arrivava pochi minuti dopo le sei e si lanciava sul letto ancora vestita -esattamente dove la ritrovavo al mio ritorno-.
Ignorai la cosa, in fondo non doveva importarmene, non aveva nessun obbligo verso di me. Stavamo insieme da meno di tre mesi, non viveva con me poteva benissimo essere tornata a casa sua o essersi trattenuta con Ino per colazione. Non mi turbava granchè la sua assenza.
E poi aveva le chiavi.
Tornai in bagno a mettere i boxer nel cesto della biancheria e mi accorsi di aver lasciato il rasoio nel lavandino, così per inerzia più che per questioni di ordine lo afferrai e lo rimisi al suo posto nel vano dietro allo specchio.
Qualcosa lì dentro però attirò la mia attenzione, un colore che stonava sul resto: il fucsia
Ripercorsi all'indietro con lo sguardo il tratto dal lavandino all'armadietto e trovai l'intruso nel caos dell'armadietto del mio bagno, là dentro c'era di tutto senza nemmeno un accenno di ordine o organizzazione: dalla schiuma da barba ai cerotti passando per l'aspirina e il balsamo per i capelli, ma quello era un deodorante con una confezione fiorata e il tappo smaccatamente fucsia, da donna.
Lo guardai per sette secondi esatti con la mente completamente vuota.
Era chiaro a chi appartenesse, quell'oggetto urlava il suo nome, e anche come ci fosse finito, Sakura dormiva a casa mia ormai quasi ogni sera, ma mi fece comunque un effetto strano.
Viveva ancora con i suoi ufficialmente, ma la sua presenza cominciava a farsi notare a casa mia. Non in maniera prepotente, anzì forse era invisibile proprio perchè ingenua.
Usava le mie cose di solito: ma da qualche giorno una busta di plastica azzurra aveva fatto la sua comparsa sulla mensola nell'angolo del bagno accanto alla doccia, non mi aveva detto nulla ma sapevamo entrambi che non avrebbe potuto continuare ad usare il mio spazzolino per sempre. Ma quel deodorante, probabilmente finito là dentro per caso, mi allarmò e cominciai a guardami attorno con occhi diversi.
Richiusi lo sportello con poca accortezza e mi voltai spaesato e mi resi conto improvvisamente che non avevo mai pensato al futuro con Sakura, anzi non avevamo mai pensato e basta! Le cose, tutte, erano venute da se come la prima volta. Sakura aveva cominciato da subito a dormire da me con mille scuse, e poi passavamo intere giornate sdraiati nel letto e dopo due settimane di posticipi e rinvii sull'argomento avevamo deciso senza troppi giri di parole che nessuno avrebbe dovuto saperlo.
E poi quel deodorante nel mio bagno.
Il suo passaggio aveva lasciato delle tracce che non avevo mai messo a fuoco così bene ma pian piano un ghigno divertito si fece largo sul mio volto.
Io e Sakura stavamo insieme ed era decisamente evidente.
A terra accanto al letto, dal lato meno disfatto, c'era un pacchetto di fazzoletti aperto che certamente non avevo lasciato io, e un libro sull'uso del chakra nella chirurgia toracica, sul tavolino accanto al divano giaceva abbandonata una tazza blu e gialla che io non usavo mai e odorava di cioccolato, la raccolsi per depositarla in cucina, ma là la presenza di Sakura si notava più che in ogni altra stanza.
Un post-it giallo sulla credenza mi avvertiva che era finita la marmellata, troppo colorato per i miei gusti. Piccoli segni sul calendario appeso accanto alla porta, i suoi turni incastrati con i miei, mi rompeva l'anima tutte le settimane arrovellandosi il cervello per combinare i nostri orari. Poi una forcina sul tavolo, sicuramente non mia. Un pacco di quella merendine burrosissime che piacevano solo a lei, ma finivo sempre per mangiare pure io.
Dannata Sakura.
Si stava insinuando in casa mia.
Tornai in camera deciso a mettermi i pantaloni e far colazione fuori, non mi andava di restare ad aspettarla. Per quel che mi importava in quel momento poteva anche starsene a casa sua.
Poi il rumore delle chiavi nella porta si unì a quello della mia cerniera.
Mi bloccai ad ascoltare quei passi che conoscevo a memoria: primo tonfo, metallico, la porta chiusa senza premura, secondo tonfo, più sordo e distante, la borsa marrone lasciata a terra vicino al mobile, poi le chiusure degli stivali abbandonati pigramente nel corridoio sulla strada verso la camera da letto.
E infine lei comparve sulla porta.
-buongiorno- mormorò bloccandosi davanti a me, mi guardò solo un istante mentre le rispondevo solo con lo sguardo poi mi sorpassò a testa bassa per sedersi sul letto. In silenzio e con il viso affondato tra le mani. Niente abbracci smielosi ne baci a fior di labbra, niente "no Sas'ke...dai fai fuga e rimani con me...".
Probabilmente la notte era stata movimentata, decisi quindi che era stanca e la lasciai sola per recuperare le mie bende dal bagno.
Avevo già ricoperto l'avambraccio sinistro e stavo per dedicarmi all'altro, quando un suono strano mi arrivò alle orecchie, mi affacciai dal bagno guardando verso di lei. Non si era mossa di un millimetro ma singhiozzava con il viso ancora coperto, non era da lei piangere in quel modo convulso e disperato ne non far nulla per tentare di nascondermelo.
Tornai sui miei passi incuriosito -e ammetto vagamente preoccupato- e mi fermai davanti a lei, abbastanza vicino perchè vedesse i miei piedi nudi senza bisogno di alzare lo sguardo, troppo poco perchè potesse sembrare un tentativo di consolarla. Ma non accennò a calmarsi.
-che hai?- domandai perplesso senza muovere un muscolo, i suoi singhiozzi sembravano convulsioni la prendevano dall'interno facendole irrigidire tutte le spalle ossute e scuotere la schiena a scatti.
Non si mosse ne accennò a tranquillizzarsi, ma mugugnò qualcosa di tra i denti che compresi immediatamente: "Fumi"
Fumi era il nomignolo di una bambina, Fumiko, di cui mi aveva parlato Sakura. Era ricoverata all'ospedale di Konoha da quasi un mese ormai e tutti si erano affezionati a lei purtroppo; orfana di padre, era affetta da una grave malformazione genetica che a poco a poco la stava uccidendo. L'avevo anche vista trotterellare dietro al camice di Sakura qualche volta ma mi aveva raccontato che ultimamente non riusciva nemmeno più a camminare.
-Sakura...- tentai di chiamarla a bassa voce senza troppa convinzione era più un modo rassegnato per farle capire che ero lì.
Sapevo che prima o poi sarebbe successo, e lei lo sapeva meglio di me, ma si era affezionata troppo e quel pianto aveva tutta l'aria di essere uno sfogo che tratteneva da un po'. Fumi era morta, oppure ci era andata molto vicino.
Sospirai guardando le sue dita sottili stringersi attorno alla frangetta e tirarla con convinzione: Sakura si era scelta un mestiere difficile forse più del mio, essere uno shinobi ti imponeva di non mostrare nessuna emozione al nemico per salvarti la pelle, ma fare il medico voleva dire non provarle nemmeno quelle emozioni per riuscire a salvare la vita d'altri.
L'avevo vista al lavoro più volte, su me e Naruto in primis, e sapevo quant'era brava e quanto adorava quel lavoro. C'era uno sguardo soddisfatto che io non ero mai riuscito a strapparle, solo con i suoi pazienti lo sfoderava e nessun altro poteva goderne, ma in quel momento il medico freddo e competente l'aveva lasciato fuori dalla porta, quella che piangeva logorata del senso di colpa sul mio letto era solo Sakura.
Non la kunoichi, ne la Haruno-sannin che conoscevano i ragazzi dell'accademia e nemmeno la ragazzina piagnona che era entrata in squadra con me.
Spazientito la chiamai di nuovo con più decisione, ma lei non accennò a calmarsi, alzò solo una mano e con un dito mi chiese di darle un minuto per calmarsi e che poi mi avrebbe ascoltato.
Così rimasi lì in piedi ad aspettarla con la sua testa a dieci centimetri dai miei addominali. Non ci volle molto ma prima lentamente poi con sempre più convinzione si tranquillizzò, si singhiozzi divennero muti spasmi muscolari e smise di guaire come un cane.
-ok..- mormorò tirando su col naso e scoprendosi finalmente il viso senza però mostrarmelo, in maniera molto poco femminile si alzò il bordo della maglia e lo passò sul viso per asciugarsi le lacrime ma quel gesto mi strappò l'ennesimo sorriso, che bambinetta malcresciuta.
-cosa è successo?- le domandai infine chinandomi alla sua altezza.
Quando incontrai il suo sguardo mi pentii davvero di averglielo chiesto: i suoi occhi erano rossi e ancora pieni di lacrime le guance arrossate e il labbro inferiore tremava incessantemente stretto tra i denti. Non l'avevo mai vista così e compresi subito che Fumi doveva essere morta davvero.
Mi si strinse qualcosa a livello dello stomaco quando Sakura richiuse gli occhi e si lanciò verso il mio petto in cerca di consolazione.
Rimasi fermo immobile chinato sulle punte dei piedi, la lasciai fare senza abbracciarla mentre bagnava la mia maglia di lacrime, e passarono altri minuti prima che si calmasse veramente.
-non è giusto!- brontolò contro la mia spalla in un momento particolarmente struggente, era persino difficile capire cosa dicesse ma mi faceva tenerezza così non la scostai ma mi sitemai meglio con le mani poggiate sul materasso davanti a me per sostenerci entrambi.
-non lo è mai...- sussurrai guardando fisso il muro azzurro della mia stanza.
Altri singhiozzi soffocati percorsero il suo corpo e la presa sul mio collo non diminuì, anzi continuò le sue recriminazioni urlate contro la stoffa della mia divisa: -lo so che non dovrei piangere e che non dovevo affezionarmi, ma stavolta non ce l'ho fatta e mi sento una fallita perchè non sono riuscita a curarla nonostante tutto...Dio quanto mi odio!- stava esagerando e lo sapeva senza che fossi io a dirglielo ma se voleva sfogarsi non l'avrei fermata.
Continuò a inveire contro il mondo per una ventina di minuti e io stavo cominciando a stancarmi, poi lentamente si scollò da me e mi guardò seria, come se si fosse resa conto solo in quel momento che io ero lì chinato di fronte a lei come un bambino.
-rimani...per favore- e a quel tono io non sapevo dire no, per colpa di quei due maledetti occhi verdi e di quell'espressione supplichevole che inconsciamente assumeva, ma il senso del dovere verso un villaggio che avevo già tradito in vari modi ebbe il sopravvento.
-non posso, devo vedere Shikamaru..le cose non si stanno mettendo bene...- le risposi come si aspettava, Sakura sapeva bene cosa stava accadendo fuori dai confini della Terra del Fuoco e così abbassò lo sguardo dissimulando un'accondiscendenza che le faceva male.
Mi alzai dopo qualche secondo di silenzio e lei mi seguì con lo sguardo finchè non lasciai la stanza. Quando vi feci ritorno cinque minuti dopo, con entrambe le braccia fasciate, i kunai allacciati alla cintura e la maglia rincalzata dentro ai pantaloni, Sakura si era sdraiata dal mio lato del letto e sonnecchiava accoccolata su un lato.
-quando torni?- mi chiese bofonchiando contro il cuscino, non dormiva evidentemente così rallentai il passo per guardarla un momento, si era tolta i vestiti e li aveva lasciati arrotolati a terra, era rimasta solo con la canotta e gli slip e le si chiudevano gli occhi.
-stasera credo- non avevo idea di quando sarei tornato lo sapevamo tutti e due che certi incontri finiscono sempre per durare giornate intere, le mentii per lasciarle qualche vaga speranza, in ogni caso sarei passato per cena se avessimo fatto una pausa: -ciao- le dissi prima di uscire, senza nemmeno baciarla. Ci era abituata tanto.

Rientrai molto più tardi del previsto ma alcuni contrattempi avevano trattenuto me Naruto e Neji nell'ufficio di Kakashi ben oltre l'orario di cena.
Per abitudini da shinobi ormai consolidate mi accorsi dello scoscio dell'acqua di una doccia già dal pianterreno mentre giocherellavo con le chiavi di casa, e al secondo mi resi conto che proveniva dal mio appartamento.
Dopo aver aperto la porta scoprii che stava anche cantando: era stonata e non sapeva neppure tutte le parole ma riconobbi comunque la canzone, era un successo recente che parlava di un uomo disperato per amore...Scrollai la testa quando sentii la sua voce chiamarmi e il getto dell'acqua fermarsi improvvisamente. Non risposi, ma le feci capire che ero io sbattendo sul tavolo della cucina alcuni fascicoli con poca premura.
Lasciai il giubbotto e il coprifronte appesi all'ingresso e mi avviai in camera per disfarmi delle bende e dei kunai che tintinnavano fastidiosamente contro la mia gamba, ma quando raggiunsi la camera anche lei uscì dal bagno, coperta solo dal mio asciugamano.
Sakura non chiudeva mai la porta del bagno quando faceva la doccia perchè soffriva di pressione bassa ed era capitato più di una volta che svenisse sotto l'acqua ed io mi ero bagnato da capo a piedi per tirarla fuori..il peso-piuma!!
-ciao!- esclamò sorridente, era evidente che il sonno e una giornata di svago l'avevano rimessa in sesto, non aveva più gli occhi arrossati e sembrava molto più tranquilla. Sgambettò lasciando dietro se una scia di gocce sul pavimento solo per posare un bacio rumoroso e non richiesto sulla mia guancia, poi notò che qualcosa non andava e la sua espressione si fece molto più cupa.
-che c'è Sas'ke?-
Non le risposi subito, la guardai negli occhi e dopo pochi istanti sapevo che aveva capito che non portavo buone notizie. Avevo passato tutta la giornata ad esaminare trattati con Neji Hyuuga, non ci convincevano affatto tutte quelle clausole e quei cavilli meticolosi, erano troppo facili da arginare; probabilmente Kakashi aveva visto giusto, stavano cercando di far apparire lecito e giustificato un attacco  improvviso all'alleanza del Sud.
-..scartoffie, montagne di scartoffie da leggere e analizzare- giustificai il mio malumore con una scusa banale e plausibile, ma non mi andava di parlarne anche a casa, sopratutto davanti ad una certa ragazza coperta solo da un'asciugamano.
-Sas'ke non fare quello sguardo...ho preparato la cena!- blando blandissimo tentativo di dissuadermi.
La stavo guardando si, ma non sapevo a quale sguardo si riferisse, forse aveva capito le mie intenzioni bellicose ma da come squadrava lei me non le dispiacevano affatto. Le gambette sottili e toniche di Sakura spuntavano dall'orlo dell'asciugamano blu tutte bagnate e il braccio con cui si teneva il bordo superiore le schiacciava il seno rendendolo ben visibile dalla mia statura.
C'erano i fascicoli, si quelli che avevo lasciato sul tavolo della cucina, quelli che avrei dovuto leggere per il resoconto a Kakashi dell'indomani, ma ero davvero troppo sfibrato per passare anche solo un altro minuto a leggere informazioni pallose su uomini altrettanto pallosi che avrei potuto uccidere in pochi secondi.
E poi c'erano quelle gambette sottili...
Mi chinai su di lei senza mollare i suoi occhi terribilmente verdi per depositarle un piccolo bacio dietro l'orecchio, sapevo che quello l'avrebbe sciolta.
Pochi attimi dopo infatti l'asciugamano era già volato dall'altra parte della stanza insieme alla mia maglia e Sakura era nuda sdraiata sotto di me imprigionata  tra la mie braccia e rideva perchè le avevo detto che oggi Naruto si era inciampato in un tappeto ed era finito in braccio al signor Hyuuga, il padre di Hinata, e la sua faccia era stata impagabile.
-Sas'ke, avevo preparato la cena...- provò a protestare mentre le mordevo il lobo di un orecchio, ma non le diedi ascolto e continuai a scorrere le dita sulle sue cosce.
In quel momento scomparve tutto ciò era fuori da quel letto, come ogni volta...scordavo il resto del mondo e finivo per rilassarmi come mai prima d'allora.
Dimenticai il turno di guardia che mi aveva sfiancato, l'alzataccia e le sue lacrime di quella mattina, scordai i rapporti le missioni le scartoffie e l'espressione minacciosa del capo dell'ufficio missioni quando tardavo a consegnare i rapporti. Nulla, solo lei.
Niente Naruto Neji o Shikamaru, niente team A, niente controspionaggio o fascicoli su ambasciatori corrotti e sapevo che anche lei stava facendo lo stesso, glielo potevo leggere nella risata leggera e sospirata a cui si stava abbandonando. Anche i suoi casini con pazienti, malattie e ospedale stavano lasciando il posto a qualcosa di molto più leggero.
Aprì gli occhi improvvisamente nel buio, mentre mi accarezzava un bicipite languidamente, e mi guardò con una strana intensità che presagiva qualcosa mi molto molto grave. Per un momento temetti di vederla scoppiare a piangere di nuovo o che fosse successo qualcosa di grave di cui non ero al corrente, invece lentamente si aprì in un sorriso accennato e poco convinto.
-ti amo-
AhiAhi! la piccola e innocua Sakura l'aveva detto, aveva resistito due mesi ma poi era crollata mi aveva detto che mi amava sospirando -in tutta sincerita credevo che me l'avrebbe detto molto prima-. Ed io sapevo che era sbagliato, scortese e per niente romantico ma non riuscii a trattenermi dal ghignare sotto i baffi nascosto dietro al suo orecchio. Probabilmente lei avrebbe voluto sentirsi dire "anch'io" magari o almeno qualcosa del genere, ma non riuscii a farlo e l'unica cosa che in pochi istanti il mio cervello elaborò non era ciò che normalmente si risponde a quell'affermazione.
-lo so!-
Dopo quella frase sogghignai, mi aspettavo un pugno oppure un pianto seguito da una scenata, invece Sakura trattenne il fiato in maniera strana così mi scollai dal suo collo per vederla in faccia. Stava trattenendo una risata con un mano serrata sulla bocca e gli occhi spalancati, ma passarono pochi istanti e il suo tentativo fallì miseramente e lacrimando scoppiò a ridere come una pazza davanti a me.
Mi stringeva le ginocchia attorno alle anche e rideva in maniera convulsa confondendo qualche scusa tra i singhiozzi strozzati; vedendola così felice, nonostante la situazione, per una cazzata come quella non potei trattenermi, inizialmente sorrisi quasi inconsciamente poi anch'io cominciai a ridere con lei come non facevo da molto molto tempo.
E dopo essersi alzata sui gomiti per invertire le posizioni, mi baciò di nuovo sorridendo e sussurrando al mio orecchio disse: -guarda che ti amo davvero Sasuke...-


"anch'io Sakura...anch'io..."
















Spazio autrice:
ebbene si non sono morta...
non ho avuto una caghetta destabilizzante
ne una strana malattia caraibica
Non ho scuse..lo so!
Ma consolatevi Signore e Signori (se ce ne sono)
il mio terribile tirocinio in pediatria è finalmente finito
e avrò molto molto più tempo da dedicare allo studi..ehm alla scrittura!!!!
(avete notato: grassetto corsivo sottolineato...eh!?!?)
So di essere imperdonabile
sopratutto perchè non l'ho riscritto nemmeno una volta.
Ma Sasuke è così borioso ed egoista e ancora borioso...
ho fatto una fatica bestia a metter su questa shot!!
Però a me piacciono i particolari, perchè mi mostrano le cose più della veduta d'insieme a volte
per questo ci sono tanti riferimenti alla casa e agli oggetti intorno a lui.
Magari a voi non piace..che ne so, fatemi sapere!
Almeno questa volta sono
riuscita a non riscriverlo 16 volte, però sono certa
al 100% di essere scivolata inavvertitamente nel OOC più profondo!!!

Oh Dea dell'IC perchè mi hai abbandonata....

Blasfemie a parte...
mi dispiace perchè so che con questa shot deluderò molti voi
però gli impegni e la mia vita privata hanno sfibrato anche la mia fantasia.
Dolore incommensurabile!!
Il mio delirio di scuse è finito!
Non rispondo alle rece perchè è quasi l'una e domani ho un esame..
...maledetta chirurgia...
...e non dovrei nemmeno essere sveglia!
(e i moscerini stanno cominciando ad attaccare lo schermo del pc...)

Baci a tutti e grazie a tutti quelli che recensiranno o leggeranno e basta
Vale.


Spazio spoiler:
sono troppo demoralizzata per commentare l'operato di Kishimoto
solo una cosa...dov'è finita Hinata dopo la splendida dichiarazione!?!?!?
Ah uomini...
sono proprio dei fessi!



Il prossimo capitolo sarà o "rotondo Baka...come vuoi che sia!?!?" oppure Desperate Housewife.
Se volete esprimere una preferenza fate pure, però non vi assicuro che sarete ascoltati....
  
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