ReggaeFamily
Bene,
ragazzi miei! Come ben sapete questa raccolta parla dei System a
Firenze e di tutti gli psicopatici al seguito. I nostri ragazzi hanno
lasciato ormai lo Stivale dopo tre giorni di permanenza e un concerto
che ha lasciato il segno in tutti coloro che vi hanno assistito.
Eppure
io sento che manca qualcosa...
«Soul,
ma 'sto cacchio di concerto com'è andato?»
Ah
già, che cretina! Ho raccontato tutto ciò che è
successo prima e dopo, eppure non ho nominato Lui, Il Concerto,
l'argomento centrale di tutti questi capitoli deliranti!
Quindi
mi sembra doveroso...
SPECIALE
CONCERTO
Sono
circa le nove di sera e i Prophets Of Rage sono scesi dal palco già
da un pezzo.
C'è
davvero tanta gente, a colpo d'occhio (?) direi circa cinquantamila
persone. Tutte completamente ricoperte di polvere dalla testa ai
piedi, dato che non hanno fatto che pogare dall'inizio alla fine del
set dei Prophets. Tranne quando Serj è salito sul palco per
cantare Like A Stone insieme
a Tom Morello, Timmy C e Brad Wilk; è stato un momento
molto commovente, credetemi, in cui tanta gente è scoppiata a
piangere/si è strappata i capelli/si è strappata i
vestiti/non ha capito cosa stesse succedendo e si è chiesta se
Serj fosse il nuovo cantante degli Audioslave.
Ora,
in questo momento di pausa tra le due band, il pubblico è
assetato di acqua, birra e SOAD... ma soprattutto birra. Fa un caldo
pazzesco, specialmente per via della calca, ma molti stanno là
dal pomeriggio e non hanno certo rischiato un'insolazione per
arrendersi proprio adesso.
Tra
tutti, ci sono pure quelli che hanno da lamentarsi per tutto, come al
solito: “Eh, ma hanno iniziato troppo presto, non è
che uno può venire qui dal pomeriggio, c'è caldo!”
“Eh,
ma hanno iniziato tardi, poi i gruppi hanno poco tempo per suonare!”
“Ma
il biglietto costa troppo!”
“Non
ci hanno dato nemmeno le sedie!”
“A
me questa cosa dei token mi fa girare le palle!”
“Comunque
l'audio fa cagare, si sente troppo poco!”
“Queste
casse sono troppo potenti, mica posso rischiare di perdere l'udito!”
Ma
ignoriamoli, i commenti della gente non hanno alcun valore. Tanto,
anche se si organizzasse l'evento perfetto, la gente troverebbe
sempre almeno una cosa da poter criticare.
Intanto,
nel backstage, tra i Prophets e i System vola un'infinita serie di
pacche sulle spalle e legami di parentela inventati. Ma del resto
loro sono così: tutti fratelli, cugini, amici, soci, colleghi,
compari e via così.
Qualcuno
dello staff avvisa che il concerto sta per cominciare e a ciò
segue un piccolo check di chitarra, basso e microfono.
Il
pubblico è in visibilio.
È
tutto pronto, sul palco mancano solo i componenti della band.
Il
primo ad annunciare la sua presenza è Daron, che comincia a
suonare i primi accordi di Soldier Side Intro.
Dall'arena,
gremita di gente, si leva un boato che nemmeno ai Mondiali di calcio.
Il
chitarrista, vestito ovviamente di nero e munito del suo solito
cappello in testa (non gli farà caldo, quell'affare?),
comincia a cantare e la folla lo segue. Molti però non si sono
ancora ripresi dallo shock e continuano a strillare e piangere.
E
stavolta non mi sento di prendere in giro nessuno, perché vi
assicuro che un concerto dei System è in grado di far perdere
la dignità anche a un oggetto inanimato.
E
tra coloro che piangevano, lo ammetto, c'ero anch'io.
Ma
l'idillio di Soldier Side è destinato a finire presto: le
dolci note della chitarra diventano stridenti, andando a comporre
l'intro di Suite-Pee.
John
– canottiera nera, braccia possenti in bella mostra, solita
espressione estremamente concentrata – e Shavo –
maglietta nera, testa che ciondola come se fosse staccata dal resto
del corpo, schiena ricurva in avanti come al solito – fanno il
loro esordio e si presentano a Firenze con la loro parte ritmica
veloce e incalzante.
E
infine nella canzone fa il suo ingresso Serj, che inizia a cantare
senza esitazione, sempre con quel suo fare rilassato anche quando
arriva alle parti più difficili.
L'esecuzione
live è un po' più lenta dell'originale, chissà
come mai. Qualcuno sospetta che Daron abbia sbagliato la velocità
all'inizio, qualcun altro sostiene che l'abbiano fatto per Serj, per
evitare che si incasini con il testo.
Io
dico che fanno un po' come gli pare.
Il
momento di sicuro più epico è il breakdown, il punto in
cui tutti gli strumenti si interrompono tranne il basso.
E
giù a saltare, pogare, fare headbanging.
Terminata
Suite-Pee, i System decidono che è il momento di fare
una pausa (?).
Un
colpo. Poi il silenzio.
C'è
gente confusa che non sa cosa stia succedendo, qualcuno è
convinto che i musicisti abbiano sbagliato qualcosa e per questo si
sono interrotti. Fortunatamente la maggior parte conosce la
discografia dei System a memoria e sa cosa i quattro stanno facendo.
In
ogni caso, volano certi bestemmioni che impressionerebbero Satana.
Quattro
colpi di charleston da parte di John, poi i System ricominciano a
suonare e finalmente anche i più lenti capiscono: stano
facendo l'inizio di Prison Song.
Infatti
qualche secondo dopo cala nuovamente il silenzio e il pubblico
riprende a gridare ancora più forte.
Qualcuno
canta il ritornello a sproposito, qualcun altro continua a insultare
tutti gli dei di tutte le religioni, monoteiste e politeiste (che poi
io il motivo non l'ho capito), ma l'esclamazione più frequente
è: “Daje!”.
Come
se poi i System capissero cosa stanno dicendo.
Dal
canto loro, i quattro della band si stanno divertendo un mondo,
soprattutto John che è incaricato di dare il via. Il
batterista, infatti, si diverte ad allungare il brodo e a vedere la
gente sotto il palco che si sbraccia ed esulta e si spazientisce.
Altri
due stacchi e la canzone ha inizio. Daron la introduce con un
“motherfucker” in scream, il che significa che le sue
corde vocali ora possono andare in vacanza.
La
canzone, proprio come la precedente, ha un andamento più lento
rispetto alla versione da CD. A 'sto punto comincio a chiedermi se si
siano ubriacati prima di salire sul palco.
Daron
nelle sue parti sembra una cornacchia e strilla, Shavo nel ritornello
si esibisce in un growl piuttosto fallimentare e in certi momenti la
sua voce non si sente perché non si avvicina abbastanza al
microfono.
Shavo
non potrebbe mai fare il cantante. Che trauma sarebbe per lui
rimanere fermo davanti a un'asta!
Con
Violent Pornography ed Aerials i System sembrano
riprendersi un po' e stavolta le suonano alla velocità giusta.
Ma
la cosa ancora più straordinaria è che Daron non ha
sbagliato. Ultimamente si è superato, è come se avesse
imparato a suonare la chitarra!
Ma
non cantiamo vittoria, per il momento ha suonato solo cinque canzoni.
Momento
mistico: Mind.
Il
pubblico si esalta, ma approfitta dell'introduzione di basso per
riposarsi un po'. Dopo, quando il brano ingranerà, ci sarà
da ballare.
L'intro
di Mind ha un che di jazz, forse per colpa di John.
Serj
ha alla voce un effetto riverbero che lo fa sembrare un prete in
chiesa durante la messa.
Voce
e strumentale vanno in calando, il volume diviene sempre più
basso, finché non scema del tutto.
Finalmente
sta per arrivare il pezzo forte. Tutti sono in attesa con la bava
alla bocca, Firenze intera non vede l'ora di sentire Mind.
John
dà i suoi soliti quattro colpi di charleston per dare il tempo
anche agli altri, ma ciò che ne segue non è quello che
tutti si aspettavano.
La
Visarno Arena ci mette un paio di secondi a realizzare che si tratta
di Mr. Jack.
Non
so gli altri presenti al concerto, ma ora vi racconto la mia reazione
e sono sicura che rispecchierà quella di molti:
“Noooo!”
…
“Uhuhuhuh!”
Lo
so, è doloroso, ma ci si accontenta.
Mr.
Jack fila liscia come l'olio, tranne Daron che canta sguaiato
cime una gallina e nel ritornello si arrampica sugli specchi (?)
perché non riesce a fare gli acuti e dà vita a degli
improbabili suoni strozzati.
E
poi sarebbe Serj, secondo la critica, quello che canta male...
Ora
arriva uno dei miei momenti preferiti.
Dopo
il secondo ritornello, quando c'è il bridge senza la batteria,
John piazza uno spiazzante passaggio di batteria e, boom, magicamente
si apre un momento di pura improvvisazione dei musicisti. John e
Shavo tengono una ritmica ballabile e allegra, mentre Daron si
inventa un assolo fortemente orientaleggiante.
Il
tutto dura meno di un minuto, purtroppo, perché poi la canzone
riprende il suo normale corso, giungendo al suo finale esplosivo.
Subito
dopo John non perde tempo e subito parte con il rullo iniziale di
DDevil.
Delirio
totale.
Il
delirio continua con Needles e Deer Dance, proprio in
ordine di CD, e come da CD i System non si fermano tra una canzone e
l'altra. Pare quasi un brano tutto unito.
Avete
presente, prima dell'ultimo ritornello, il “Pushing little
children, with their fully automatics, they like to push the weak
around” che Serj e Daron cantano a cappella? Ecco, ora
immaginatelo cantato da cinquantamila persone, tutte a tempo, senza
neanche un accenno di strumentale sotto.
E
immaginate i System che rientrano subito dopo, tutti insieme, con un
tempismo perfetto, per l'ultimo ritornello.
Ora
io voglio elogiare il mio Paese: avremo anche mille difetti, forse
siamo polemici e bravi solo a lamentarci, forse siamo troppo
espansivi al punto da sembrare appiccicosi, ma di tutto il tour dei
System noi siamo stati i coristi migliori!
E
il tutto senza sapere neanche mezza parola del testo!
Comunque
per i System vedere una folla così grande che canta la loro
canzone dev'essere un'emozione grandissima. Se io mi trovassi sul
palco al posto loro, mi tremerebbero le ginocchia.
A
seguire ecco in arrivo Radio/Video, in cui Daron esorta tutti
a ballare con un “everybody dance!” (e solo ora capisco
che ci ha fatto uno spoiler della sua nuova canzone), e l'ipnotica
Hypnotize.
Dopodiché
Daron, per dimostrarci che ha davvero imparato a suonare la chitarra,
si prende qualche minuto per il bridge di Dreaming, con tanto
di assolo strappalacrime e, per certi versi, strappamutande.
Tanto
noi lo sappiamo: non hanno fatto il brano per intero solo perché
Daron non sa cantare e agli acuti del ritornello non ci arriva
nemmeno con una scala.
Gli
voglio bene, in fondo. Anche se non sembra.
Ed
ecco un altro dei miei momenti preferiti: l'inizio di Pictures.
Probabilmente
quelli in prima fila impazziscono e iniziano a sbattere ripetutamente
la testa sulle transenne a ritmo di musica. Qualche reggiseno vola.
In generale urla e insulti ai santi del calendario.
Dopo
Pictures, vi lascio indovinare cosa c'è. Se avete
assistito a concerti dei System su YouTube, o se avete anche solo
ascoltato per intero Steal This Album! nella vostra vita, non
dovrebbe essere difficile.
Vi
do un indizio: inizia con la H
e finisce con ighway Song.
Bounce:
il titolo stesso spiega che la folla rimbalza. Ci sono più
tentati omicidi durante questo brano che in un ghetto. Soprattutto
quando Daron esorta, nel brigde: “It's time for everybody to
jump up and down!”. È veramente sadico, vuole molto male
ai suoi fan!
Suggestions:
John si diverte a giocare con i piatti e Serj si diverte a giocare
con la sua voce. Tutto regolare.
Psycho:
logicamente Daron non può evitare di manifestare al mondo il
suo profondo amore per gli anni '80, così sull'intro della
canzone inizia a cantare – o meglio strillare – Physical
della povera Olivia Newton-John, che se lo sentisse piangerebbe, e
non per l'emozione. Impeccabile però l'assolo finale, che
sfocia come di consueto in Chop Suey!
Quest'ultima
scatena un boato con ennesimo polverone sollevato dalla folla. Pare
che ci siano quelle macchinette che mettono in certi concerti per
creare il fumo di scena. Peccato che questa roba invece venga dal
pavimento e bruci i polmoni e le narici come un incendio.
I
System forse si rendono conto che dopo il loro classicone più
classicone è il caso di darci un taglio e si mettono all'opera
con Lost In Hollywood. Il
modo in cui canta il pubblico è riprovevole, per fortuna ci
pensa Serj a porre rimedio, esplodendo con i suoi cori che poi sono
degli acuti da brivido.
Dopo
ventuno canzoni (eppure a tutti sembra di stare sotto il palco da un
quarto d'ora... ah, già, è vero che le canzoni dei
System durano due minuti scarsi e volano via come farfalle!), Serj
prende una decisione importante: deve omaggiare questo bellissimo
Paese, culla dell'arte e della cultura!
(E
degli psicopatici.)
Così,
dopo aver impugnato una chitarra acustica, esordisce al microfono:
“Buonasera”.
Non
so perché, ma per dirlo usa un tono vagamente interrogativo,
come se avesse paura di sbagliare e portare fuori qualcosa di osceno.
E
via col patriottismo: tutti urlano, esaltati per aver sentito il
cantante dei System Of A Down parlare in italiano!
Che
poi ha detto una parola, mica il discorso di Trump...
Dopodiché
parte in quarta con un discorso, disseminato di fuckin',
in cui elogia l'Italia e afferma che qui c'è la miglior
lingua, la miglior gente e il miglior fottuto cibo.
Sul
cibo gli do ragione, la lingua va bene, la gente insomma...
E
poi partono i primi accordi di chitarra di Question!,
e nessun capisce su cosa Serj si stia basando per cantare.
Canzone
eseguita magistralmente, se non per il fatto che Daron si dimentica
di fare i cori. Stendiamo un velo pietoso.
Per
farsi perdonare, però, in Lonely Day
esegue un assolo mozzafiato, molto diverso dall'originale.
Ma
c'è qualcosa che non va: Question!,
Lonely Day...
troppe canzoni serie tutte insieme, non va bene! Quindi i System, che
hanno sempre la situazione sotto controllo, interrompono
quest'idillio con Kill Rock N' Roll.
Ma certo, chi non parlerebbe di conigli investiti dopo aver trattato
temi come il dilemma dell'esistenza umana, la solitudine e l'aldilà?
A
fine canzone Daron comincia a fare il cretino – quindi a essere
se stesso – e prolunga la L dell'ultimo roll.
Subito dopo inizia a gridare come una scimmia durante una ceretta e
qualcuno si chiede se lo stia facendo apposta o si sia fatto male.
Poi,
senza preavviso, inizia a suonare B.Y.O.B.
e via col pogo, le urla, i cori da stadio e quant'altro.
Come
ben sappiamo grazie agli esaltati fuori dall'albergo di Shavo e John,
gli italiani non vedevano l'ora di intonare tutti insieme
evribarisgointudeparievarialguttaim!
A
proposito: in quel punto della canzone, quello tranquillo, accadono
due cose molto importanti. La prima è che Daron mette su un
allegro levare con la sua chitarra e per un momento l'arena si
ritrova nel bel mezzo di un concerto reggae. La seconda è che
Serj inizia a snocciolare Stati in cui c'è la guerra e, per
qualche inspiegabile ragione, ci ficca in mezzo pure Firenze.
Com'è
che quando ci sono stata per il concerto non ho visto nessuna bomba e
nessun carro armato?
Ora
preparatevi, perché sta arrivando un momento inaspettato.
Chitarre
acustiche tra le braccia, Serj e Daron eseguono Roulette.
Sentire
Roulette dopo
B.Y.O.B. e prima di Toxicity è come mangiare
cioccolato Kinder tra sottaceti e cipolle crude.
Questo
dimostra che anche John Dolmayan è un essere umano e, dopo
aver suonato ventiquattro canzoni alla velocità della luce e
con una precisione imbarazzante, anche lui ha bisogno di due minuti
di pausa per bere, asciugarsi il sudore, verificare che i polsi e le
caviglie non siano volati tra i il pubblico, controllare se i tamburi
sono ancora accordati come piacciono a lui...
Una
volta terminata la tranquilla ed emozionante Roulette, per il
pubblico arriva uno dei momenti più attesi. Cioè,
dipende dai punti di vista: per quelli che vorrebbero vedere l'alba
del giorno dopo, non è proprio un momento roseo.
Toxicity.
Okay,
forse dopo questa non sono più tanto convinta che John sia un
essere umano.
Serj
osserva allegramente i suoi fan che si distruggono tra loro,
lanciandosi uno sopra l'altro a peso morto, e poi annuncia che il
concerto sta per finire prima di iniziare a cantare.
Al
ritornello si leva un coro da stadio che ha un che di disperato.
Quante persone tra quelle presenti hanno vissuto la loro adolescenza
con Toxicity?
Vabbè,
poi c'è anche chi conosce solo quella canzone dei System ed è
andato al concerto solo perché il giorno prima ha visto Eddie
Vedder, aveva la stanza prenotata e molti soldi da buttare.
Subito
dopo il primo ritornello, Serj esclama: “Bravo Firenze!”.
Patriottici,
scatenatevi!
Comunque
è impressionante vedere quanto Serj parli bene l'italiano,
anche se ha un vago accento russo o tedesco. Perché?
Dopo
il secondo ritornello invece, lo strumentale si ferma di botto. È
il momento di Daron, che oggi si sta divertendo a istigare i suoi fan
alla violenza.
In
realtà lo fa sempre, ma dovrebbe sapere che a Firenze non c'è
da scherzare.
Così,
con un tono da animatore di un villaggio turistico o di un oratorio,
dice al pubblico di girare in tondo e formare un cerchio, poi parte
con una nenia in cui dice around da tre a cinque volte al
secondo. Come fa a non annodarsi la lingua?
Oltre
al solito polverone, mi sa che stavolta si leva in aria anche qualche
cadavere.
Il
concerto si conclude con Sugar; solo quando sentono le prime
note del brano, tutti si rendono conto che Serj non scherzava e il
concerto sta per finire davvero. Questo significa che sono combattuti
tra essere felici per la canzone o disperati perché vogliono
altre cinque ore di concerto.
Il
momento migliore della canzone, a parte il “just anger!”
gridato dal pubblico, è quando viene nominato Sako.
I
System tanto lo sanno che, quando arriva quel momento, il loro
tecnico della batteria si inorgoglisce ed è tutto compiaciuto.
Anche
se il novanta percento del pubblico ancora si sta chiedendo se Sako
sia un personaggio di fantasia o se si tratti del nome di qualche
piatto giapponese.
A
fine canzone, Serj esplode in un “Grazie mille Firenze!”,
ed è talmente tenero che farebbe commuovere chiunque. Si vede
che è contento ed è uno di quei momenti in cui vuole
bene a tutto il mondo.
A
turno, i musicisti si avvicinano al bordo del palco. C'è chi
dice qualche parola al microfono e chi no.
Ormai
il concerto è finito e teoricamente anche il racconto, no?
No,
perché i minuti dopo il concerto sono cruciali.
Succedono
due cose importanti.
La
prima è che una tizia (dev'essere una di quelle di cui ho già
narrato in precedenza) dalle prime file lancia una maschera a forma
di unicorno sul palco. Non appena la vede, Daron se ne innamora
subito (della maschera, non della tipa): se ne impossessa e la
appende al manico della sua chitarra.
Cosa
se ne facesse quella tipa della maschera a forma di unicorno al
concerto dei System, rimane un mistero.
La
seconda cosa importante è che John inizia a lanciare paia di
bacchette tra il pubblico come se si trovasse alla mensa dei poveri e
stesse distribuendo tozzi di pane. Vorrebbe lasciare un souvenir a
tutti i presenti, ma ha un tour da portare a termine. Il bello è
che, stufo di lanciare bacchette, afferra anche alcune pelli di
tamburi e le dà in pasto alla folla indemoniata.
Lancerebbe
anche il resto della batteria, tanto i piatti assomigliano a dei
frisbee, ma potrebbe essere denunciato per tentato omicidio e non è
il caso.
Ma
il fatto più miracoloso è che, una volta terminata
quest'opera di beneficenza, parla pure al microfono e ringrazia il
pubblico italiano con il suo solito tono serio. Ah-ah, così la
mette in culo a tutti quelli che l'hanno sempre bullizzato e definito
muto, solo perché non è esibizionista con Daron!
E il
resto lo sapete.
Forse,
se i System amano tanto l'Italia, un motivo ci sarà. Forse
sanno che dietro il nostro essere psicopatici c'è un profondo
rispetto, forse sanno che dietro ogni strillo c'è un'emozione,
dietro ogni selfie c'è una storia da raccontare, dietro ogni
pianto c'è un'infanzia vissuta a suon di rock, dietro ogni
fanfiction c'è un grande affetto.
O
forse sanno che in Italia trovano il cibo e il vino migliori!
:P
:P :P
Capitolo
lunghissimo, ma mi sembrava doveroso, dato che è l'ultimo
della raccolta!
Ebbene, buon WOAD,
miei efpiani soad-dipendenti!
Già: come
potevo concludere la raccolta senza parlare del Concerto, colui (come
se fosse una persona XD) che mi ha portato ad aprire questa raccolta?
Ero indecisa se fare o no un resoconto, alla fine ho optato per
raccontarlo in chiave ironica, ma l'ho tenuto per ultimo come un
bonus!
Spero abbiate
gradito l'idea e che questo testo così dettagliato non vi
abbia annoiato. Ho cercato di essere fedele alla realtà dei
fatti, mi sono aiutata con video e scaletta, ma se trovate qualcosa
di sbagliato abbiate pazienza, avevo tutti e cinque i sensi appannati
dal pianto e il principio di infarto quella sera XD
Ripercorrere i punti
salienti di quel live è stato emozionante, come sempre.
Nonostante sia passato più di un anno ormai, ancora non sono
riuscita a realizzare di esserci stata davvero! È stato
magico!
Per una volta anche
io ho lasciato il via libera alla mia parte psicopatica: ho pianto,
ballato (ammesso che si possa definire così), saltato, cantato
e strillato finché non ho perso la voce. Insomma, ho perso la
dignità e non riesco proprio a pentirmene o vergognarmene.
Un grazie speciale
va a tutti i presenti al concerto, dal primo all'ultimo, per aver
contribuito a creare quella magica atmosfera e ad aver lasciato che
io ci scherzassi su ^^
Un altro grandissimo
ringraziamento, ovviamente, è per i System... e non credo ci
sia altro da aggiungere *-*
Infine grazie alle
mie ADORATE Kim e Selene per avermi
seguito, aver recensito ogni singolo capitolo, per aver trovato
divertenti pure i capitoli più penosi. IO VI ADORO, GRAZIE
INFINITE!!!!! Ma dove vado senza di voi? :'3
E grazie a tutti
coloro che per un motivo o per l'altro sono giunti fin qui! Mettere
il segno di spunta nel quadratino accanto a “Completa?” è
davvero difficile e doloroso, ma anche soddisfacente. È stata
un'esperienza STREPITOSA!!! :3
Alla prossima
avventura, e al prossimo WOAD!!!!!!! ♥
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